Il Presidente: Discorsi

Presentazione della relazione sull'attività della Commissione di Garanzia dell'attuazione sulla legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali

17 Giugno 2010

Autorità, Signore e Signori,
la relazione al Parlamento della Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici offre a tutti noi l'opportunità di riflettere su un argomento, quello del diritto allo sciopero, di attualità sempre rilevante.
La legge n. 146 del 1990 ha affidato alla Commissione di Garanzia il difficile compito di vigilare sull'attuazione delle norme volte a contemperare il diritto di sciopero e i diritti egualmente garantiti dalla Costituzione.
La Commissione è un presidio fondamentale per la sua posizione di terzietà e di indipendenza rispetto ai potenziali attori del conflitto sociale, comprese le Istituzioni pubbliche di livello statale, regionale e locale che erogano direttamente o affidandola a terzi la fornitura di servizi pubblici qualificati dalla legge come essenziali.

Il rapporto tra la Commissione ed il Parlamento è centrale e costante: la legge prevede infatti che l'Autorità di Garanzia riferisca ai Presidenti delle Camere "sugli aspetti di propria competenza dei conflitti nazionali e locali relativi a servizi pubblici essenziali", e trasmetta loro "gli atti e le pronunce di propria competenza".
Un meccanismo di informazione che può costituire, se adeguatamente valorizzato, uno strumento indispensabile per valutare l'efficacia delle norme vigenti, le criticità del settore ed orientare di conseguenza ogni prospettiva di riforma del sistema delle garanzie.
Siamo tutti consapevoli del sensibile incremento della conflittualità in settori assai rilevanti per la vita quotidiana dei cittadini, quali il trasporto pubblico locale, il trasporto aereo ed i servizi di igiene ambientale.

Diviene allora indispensabile apprestare gli strumenti adeguati ad assicurare che l'esercizio del diritto di sciopero rappresenti uno strumento di autotutela, ma allo stesso tempo un elemento che non alteri l'equilibrio e la stabilità che sono alla base di una effettiva coesione sociale.
Nel settore dei trasporti, l'Autorità si è trovata di fronte alla necessità di tutelare il diritto fondamentale ed egualmente garantito della libera circolazione della persona sul territorio, facendo un uso accorto dei poteri di indirizzo ad essa attribuiti.
Nell'ambito dei servizi di igiene ambientale, invece, la Commissione ha più volte denunciato, in un contesto di fortissime tensioni sociali determinate dalle difficoltà finanziarie nelle quali versano alcune aziende del settore, l'utilizzo di strumenti di lotta sindacale non coerenti rispetto alle regole fondamentali poste dal legislatore, che ha provocato, in numerose occasioni, conseguenze sulla stessa qualità e continuità del servizio, nonché profonda inquietudine presso la popolazione delle aree direttamente coinvolte.

E' invece auspicabile ed opportuno che la scelta dello sciopero sia preceduta da altri strumenti tesi alla composizione degli interessi contrapposti, affinché l'astensione dal lavoro sia da tutti considerata la reazione più forte alla quale i lavoratori ricorrono nei casi più gravi.
In questo contesto, suscita particolare soddisfazione constatare come la Commissione abbia in ampia misura adottato, nell'esercizio dei poteri e delle funzioni ad essa attribuiti, uno stile partecipativo e persuasivo, incentrato sull'ascolto e sul coinvolgimento delle parti sociali per giungere infine all'adozione di deliberazioni in massima parte condivise dai rispettivi destinatari.
La relazione della Commissione ci mostra allora una realtà complessa, nella quale gli strumenti di partecipazione e composizione preventiva dei conflitti sociali si rivelano più efficaci rispetto a forme più drastiche di regolazione unilaterale e di repressione dei comportamenti scorretti.

È in questa prospettiva che deve allora muoversi ogni intervento del legislatore, come dimostrano i disegni di legge di riforma della disciplina del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, con particolare riferimento ai servizi di trasporto, attualmente all'esame del Senato.
Trovo assai significativo che i due testi - l'uno di iniziativa del Governo e l'altro presentato da autorevoli esponenti delle forze politiche di opposizione - manifestino importanti convergenze sulle principali innovazioni da apportare all'attuale disciplina, dall'attribuzione del potere di proclamazione dello sciopero alle sole organizzazioni sindacali che raggiungano una determinata soglia di rappresentatività, alla previsione di forme di consultazione dei lavoratori interessati; dal rafforzamento dei poteri sanzionatori della Commissione, a misure di contenimento dei disagi per gli utenti, come la dichiarazione preventiva di adesione del singolo lavoratore allo sciopero indetto.
Gli obiettivi del diritto di sciopero, costituzionalmente riconosciuto, possono raggiungersi anche tutelando le legittime aspettative dei cittadini che, estranei alle ragioni della contesa, possono diventare vittime e involontari protagonisti di disagi e di numerose difficoltà.

Pur nella tutela del diritto di sciopero, di fronte alla crisi economica che colpisce quotidianamente le persone e le famiglie, servono percorsi nuovi e lungimiranti di confronto e partecipazione.
La tutela e il rilancio dell'occupazione devono diventare l'obiettivo comune di istituzioni, imprese e lavoratori.
In particolare vanno incoraggiati gli sforzi virtuosi di imprenditori, dipendenti e rappresentanti sindacali che cercano, come a Pomigliano, le soluzioni più ragionevoli e costruttive.
Sulla logica del conflitto deve prevalere la logica della collaborazione.
Chi ha già ottenuto un lavoro, deve favorire percorsi che diano lavoro a chi è disoccupato.
L'impresa deve concorrere a risolvere le situazioni più difficili con generosità e determinazione.
Non cadiamo nella trappola di considerare contrapposti il lavoro al profitto, i diritti ai doveri.

In tempo di crisi il profitto deve essere percepito come giusto ed equo.
L'esercizio del diritto non può mai comprimere oltre il limite della ragionevolezza la stabilità dell'intero sistema Paese. Ciascuno è consapevole della propria responsabilità e nessuno può sottrarsi a contribuire alla soluzione dell'emergenza.
La comprensione deve essere reciproca ed effettiva.
La manovra all'esame del Senato non può che essere aperta al confronto parlamentare e il mio impegno sarà quello di garantire a tale confronto i giusti tempi perché esso sia ampio e costruttivo.
La riduzione strutturale della spesa pubblica non è rinviabile, né sono più accettabili sprechi e privilegi.
Ma i sacrifici, pur necessari, non possono intaccare le tutele fondamentali, come quella della salute che rappresentano sul piano della giustizia e dell'equità la difesa dei più deboli ed emarginati.

Nella sanità gli sprechi vanno eliminati con fermezza, ma garantendo la tenuta degli standard qualitativi e collettivi del servizio pubblico al quale si rivolgono anche le fasce sociali meno abbienti e quindi meritevoli di particolare e doverosa attenzione e tutela.
Così come adeguata attenzione va riposta al comparto della pubblica sicurezza garantita sino ad oggi con grande spirito di abnegazione e professionalità da tutti gli operatori del settore.
L'economia sociale di mercato si realizza concretamente anche grazie al sano protagonismo del volontariato e del privato, ma il servizio pubblico rappresenta una garanzia essenziale perché le disuguaglianze sociali ed il divario tra ricchi e poveri non diventino mai una discriminazione inaccettabile.
Il risanamento dei conti pubblici è una sfida che ciascuno di noi deve sentire come un preciso dovere per assicurare una prospettiva di speranza al nostro futuro e a quello dei nostri figli e per costruire le basi di una maggiore solidità e solidarietà economica.
Vi ringrazio.



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina