DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa dei senatori GUERZONI, SALVI, BESOSTRI e TAVIANI
COMUNICATO ALLA PRESIDENZA L'8 APRILE 1999
Norme per il completamento del percorso museale dedicato alla memoria della deportazione politica e razziale in Europa. Interventi per l'ex campo di concentramento di Fossoli-Carpi
ONOREVOLI SENATORI. - 1. - Il campo di concentramento di Fossoli di Carpi
(Modena), con le sue strutture e i suoi locali, svolge la sua esistenza in
un arco di quasi venti anni. É istituito nel luglio del 1942 su di
un'area di proprietà del demanio civile dello Stato come campo per
prigionieri di guerra n. 73 alle dipendenze dirette del Comando superiore
delle Forze Armate italiane in Africa settentrionale, che vi interna -
alloggiandoli in 191 tende rapidamente sostituite da costruzioni in muratura
per 4.500 persone - i sottufficiali "alleati" (inglesi, australiani,
neozelandesi) catturati in Africa. É circondato da una doppia
recinzione alta due metri con inserite, ogni 50 metri, torrette e garitte.
Potenti riflettori illuminano anche le "baracche" che ospitavano ciascuna da
250 a 320 internati.
2. - L'8 settembre 1943, le truppe tedesche occupano il campo,
poiché Fossoli é al centro di snodi stradali e ferroviari
decisivi per raggiungere il centro e l'est Europa. A seguito del decreto del
Ministro dell'interno, G. Buffarini Guidi, il 5 dicembre 1943, il campo
é gestito dalla prefettura repubblicana di Modena e diventa "campo di
concentramento provinciale per ebrei" in attesa della deportazione nei
lager di Germania, Polonia e Austria.
Dopo averne conquistata la completa e diretta giurisdizione, nei primi
mesi del '44, i militari nazisti suddividono l'area del campo, con filo
spinato, in due zone.
Il "campo nuovo", diretto dalle Schutz-Staffeln
(SS), viene riservato all'internamento di cittadini ebrei, di politici
antifascisti, di partigiani, di militari, soldati e graduati, anche
stranieri e di civili catturati nel corso dei rastrellamenti. Anche i
familiari sono internati: donne e bambini sono sottoposti a vigilanza in
attesa della deportazione. Otto baracche sono per gli ebrei e sette per i
"politici". Prende vita cosí un "Polizei und Durchgangslager"
gestito dal Befehlshaber di Sicherheitspolizei
di Verona. Nel "campo vecchio", sotto direzione italiana, vengono internati
prigionieri della Repubblica sociale italiana (RSI).
Il campo di Fossoli é abbandonato il 2 agosto 1944 e trasferito in
zona piú sicura: a Gries (Bolzano). Dal 6 agosto al 29 novembre 1944
é utilizzato come centro di raccolta e smistamento di cittadini
italiani da inviare in Germania a lavorare, sorvegliati da militari
tedeschi.
3. - Da quella data per l'area e i locali dell'ex campo di concentramento
di Fossoli, inizia una nuova fase. Finita da poco la guerra, ospiterà
ancora uomini, donne e bambini che ne sono state vittime.
Nell'autunno del 1945 saranno ospitati profughi. Il 1º agosto 1946
viene demolito il "campo vecchio" e l'area é restituita ad uso
agricolo.
Dal maggio 1947 all'agosto 1952 il carpigiano don Zeno Saltini, utilizza
il "campo nuovo", trasformato per alloggiarvi orfani dell'Opera Piccoli
Apostoli. Nasce cosí Nomadelfia, la "città della fratellanza",
poi trasferita a Grosseto. Nel luglio del 1954, sorge e vive per alcuni
anni, il Villaggio S. Marco per profughi giuliani e dalmati.
4. - Il movimento partigiano, presente e attivo nel Carpigiano,
aiutó molti a fuggire dal campo di Fossoli, a nascondersi, ad
attraversare le linee del fronte o ad espatriare. Non fu possibile fare di
piú per la preponderanza di uomini e mezzi a disposizione dei
militari tedeschi particolarmente numerosi e concentrati nella zona in vista
della ritirata. Dal 1942 al 1944, in particolare, il campo di concentramento
di Fossoli, dove migliaia di persone sono costrette a vivere nell'indigenza,
nel sovraffollamento e nelle malattie, é teatro di maltrattamenti,
umiliazioni, torture, sparizioni, violenze e morte.
5. - La procura militare di Bologna, dopo aver ascoltato cinquanta
testimoni, l'11 luglio 1946, chiede l'incriminazione dei responsabili del
campo, dei loro aiutanti e coadiuvanti: il tenente Karl Tito; i marescialli:
Haage, Koening, Rikoff e Pestoska; i caporali: Gutenweninger e Hobben; di
dieci ucraini, "aguzzini di bassa forza", e di diciannove coadiuvanti
italiani: quindici militari e quattro agenti della polizia repubblicana. Il
18 ottobre 1948 sono emessi a loro carico mandati di cattura "per concorso
nell'assassinio di quattro internati, oltre che per sevizie e violenze a
carico di prigionieri". Il 10 giugno 1954, il giudice istruttore del
tribunale militare di Bologna, contro quasi tutti costoro, oltre che per
Costantino Safer, emette mandati di cattura per aver provocato la morte, nel
giugno 1944, di Leopoldo Gasparotto (Poldo), dirigente del Partito d'Azione,
ucciso con una raffica di mitra alla schiena, e di altri tre internati.
Sempre la magistratura militare di Bologna, il 13 ottobre 1954, incrimina e
ordina l'arresto dello stesso gruppo per l'uccisione di un internato
italiano di razza ebrea, probabilmente di nome Spizzichino, "assassinato
perché non risponde all'appello o avanza troppo lentamente verso il
luogo di chiamata", e per l'uccisione di un internato politico bastonato a
sangue perché aveva tentato di raggiungere l'adiacente baracca dei
militari italiani, che morí due giorni dopo.
Nell'eccidio eseguito al poligono di tiro a segno di Cibeno (Carpi) il 12
luglio 1944, furono fucilati alla schiena sessantasette internati del
"settore politici", per il quale furono incriminati dal magistrato militare
alcuni dei criminali già citati. I Carabinieri di Carpi, il 9 gennaio
1946, in un rapporto alla procura militare, scrivono tra l'altro: "6.000
prigionieri furono deportati in Germania. Si venne a conoscenza che era
stato ucciso il figlio di S.E. il Ministro Gasparotto, (Ministro in tre
Governi, dal '44 al '47) pare in seguito ad ordine venuto da Milano, ed un
ebreo, perché essendo malato, si rifiutava di lavorare. Fu anche
bastonato a sangue l'ebreo Levi (Primo Levi) non meglio indicato. L'11
luglio 1944 un sottufficiale tedesco si presentó al campo di
concentramento durante l'ora dell'adunata degli internati e con un elenco
alla mano chiamó fuori dalle fila 70 persone, informandole che il
mattino successivo sarebbero partite per la Germania. I predetti furono
ricoverati in una sola "baracca", separati dagli altri internati, e alle
quattro del mattino successivo, furono fatti salire su tre autocarri che
partirono alla distanza di mezz'ora l'uno dall'altro. Era stato loro detto
che sarebbero andati fino al Brennero con gli autocarri, ma poiché
non era stato consentito loro di portare bagagli, cominciarono a sospettare
che anzichè di trasferimento si trattasse di cosa piú grave.
Condotti al poligono di tiro a segno di Cibeno di Carpi, un capitano
tedesco, a mezzo di un interprete, disse loro che in segno di rappresaglia
per l'uccisione di 7 tedeschi avvenuta a Genova, dovevano essere fucilati 70
internati per ordine del Comando supremo germanico. L'esecuzione dei
patrioti avvenne in tre tempi: il primo gruppo comprendeva 25 internati, il
secondo pure 25, ma due riuscirono a scappare. Un capitano dell'Esercito
italiano del quale non si conosce il nome, all'improvviso saltó
addosso al capitano tedesco e con un pugno lo atterró. Tale Fasoli
Mario imitó l'ufficiale italiano assalendo il soldato tedesco che
avrebbe potuto ucciderlo. Nella colluttazione che nacque tanto l'ufficiale
quanto il Fasoli riuscirono a dileguarsi. Gli altri 23 vennero invece uccisi
e cosí quelli del terzo gruppo, composto di 20 persone. Gli sgherri
tedeschi non permisero nemmeno a S.E. il vescovo di Carpi, mons. Della
Zuanna, di avvicinarsi al poligono per implorare la grazia, o almeno,
assolvere al suo divino ministero. L'esecuzione dei martiri pare sia stata
eseguita da un gruppo di 10-12 soldati tedeschi".
Nei mesi precedenti era iniziato - il trasferimento verso l'internamento
nei lager tedeschi e dell'est europeo, dei prigionieri di Fossoli (l'ultimo
convoglio partí dalla stazione ferroviaria di Carpi il 1º agosto
1944). Il 19 e 20 febbraio 1944, centocinquanta persone stipate in vagoni
ferroviari partono destinati a Bergen Belsen e settecento per Auschwitz. Tra
essi vi sono anche lo scrittore ebreo Primo Levi - alla sua prigionia a
Fossoli, dedicó una poesia e l'avvio del suo libro "Se questo
é un uomo" - e l'intellettuale cattolico antifascista di Carpi,
Odoardo Focherini. Non tornó morendo di stenti in Germania. Per lui
é avviata la causa di beatificazione.
6. - "Per tutti questi crimini" - scrive il Ministro della difesa,
Beniammo Andreatta nel luglio 1996 - "allo stato attuale delle ricerche si
deve ritenere che per la strage compiuta a Cibeno o per altro, nessuno
é stato condannato". Infatti contro una sorta di un muro di gomma -
certamente anche per gravi responsabilità politiche italiane - si
sono infranti, senza alcun seguito, inchieste giudiziarie, incriminazioni,
mandati di cattura, richieste di estradizione che la magistratura militare
negli anni del primo dopoguerra indirizzó ai Comandi alleati in
Germania della zona americana e di quella britannica; alla Commissione delle
Nazioni Unite; alle autorità della Repubblica federale tedesca; alla
sezione dei criminali di guerra di Amburgo. Nel 1996 sono state riaperte,
inchieste da parte delle procure militari di La Spezia e Verona.
7. - Ad oltre cinquant'anni da quei tragici accadimenti, l'ansia di
verità e di giustizia di tanti familiari e parenti di internati a
Fossoli, e poi nei lager dello sterminio - pochi dei quali hanno
fatto ritorno -, come quella delle associazioni della deportazione,
dell'antifascismo delle Comunità ebraiche e di tanti storici e
ricercatori (che incontrano ancora impedimenti nella ricostruzione dei fatti
e delle responsabilità non si é spenta. Essa ha costituito ed
ancora rappresenta, un fattore decisivo per conservare e diffondere la
memoria di Fossoli e della deportazione politica e razziale.
8. - É in questa prospettiva, che nel dicembre 1955,
rappresentanze della deportazione provenienti da tutta Europa, riunite a
Carpi, decidono che sia costruito un percorso di memoria della deportazione
di Fossoli e dell'Europa: nel 1961 si inaugura, collocato in cortili interni
e in sale del castello dei Pio di Carpi, il Museo monumento al deportato e
ai martiri dei campi di concentramento.
Per completare il percorso della memoria, il comune di Carpi nel 1973
richiede allo Stato di venire in possesso dell'area dell'ex campo di
concentramento di Fossoli (campo nuovo) per bonificarla, recuperarla,
renderla fruibile e valorizzarne la memoria.
Con la legge 15 giugno 1984, n. 241, lo Stato trasferisce l'area in
proprietà al comune che indice un concorso internazionale di idee
"per trasformare un luogo che fu di morte in luogo di vita". Sono
selezionate due opere e vincitore risulta l'architetto italiano, prof.
Roberto Maestro. Una scelta di materiali progettuali dà luogo ad una
mostra, unica nel suo genere, che viene esposta in Italia e all'estero.
A partire dal 1995, promossa dal comune con l'adesione di altri soggetti
associativi, sorge la Fondazione per il recupero e la valorizzazione della
memoria storica del campo di Fossoli. Lo statuto é approvato con
decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Esso prevede
l'attività di un centro studi - già operante - per
l'educazione alla pace, ai diritti umani e alla mondialità, in
particolare rivolta alle nuove generazioni e alla scuola.
Con altre molteplici iniziative culturali, artistiche e musicali, il
memoriale del campo di Fossoli già vive ed é meta ogni anno di
decine di migliaia di cittadini anche stranieri, soprattutto di giovani
studenti.
9. - Con questo disegno di legge si intende far sí che lo Stato,
con un proprio contributo finanziario, concorra al recupero definitivo
dell'area su cui insisteva il "cam po nuovo", inserito nel campo di
concentramento di Fossoli di Carpi, attraverso la realizzazione di
interventi di bonifica ambientale, di restauro conservativo e con la
ricostruzione di una delle "baracche". Si completerà cosí il
percorso della memoria dedicato al campo di concentramento di Fossoli e ai
deportati politici e razziali europei, incentrato su Carpi, con il Museo
presso il castello dei Pio, e su Fossoli con il recupero dell'ex campo di
concentramento.
L'articolo unico del presente disegno di legge prevede la concessione di
un contributo pari ad un miliardo di lire al comune di Carpi.
É da sottolineare come già nel corso dell'esame della legge
finanziaria per il 1999, il Senato approvó un accantonamento del
bilancio destinato allo scopo proposto da questo progetto.
10. - L'ex campo di concentramento di Fossoli di Carpi (Modena) é
già entrato a far parte della storia e della cultura dell'Italia e
dell'Europa. Il percorso museale dedicato a memoria perenne dell'orrore e
della disumanità dell'uomo, attraverso il linguaggio universale della
poesia, dell'arte e della storia, dell'ambiente e della natura, che sfida il
tempo e lo spazio, potrà suscitare emozioni e coinvolgere nel
profondo le coscienze delle donne e degli uomini e aiutare a ricostruire e a
far vivere, nel segno dei valori della tolleranza, della solidarietà,
dei diritti umani e della pace, una dimensione sempre piú umana
dell'uomo.
11. - Affinchè "quanto é accaduto una volta, non abbia ad
accadere mai piú" (Primo Levi) e "per non cedere mai, a qualsiasi
costo, sui valori dell'uomo: non bisogna aver paura di dire di no a chi li
aggredisce, dire no alla violenza, al razzismo, alle distinzioni, al mettere
in un angolo chi é diverso, altrimenti i ritorni sono fatali." (Oscar
Luigi Scalfaro - Carpi, 10 ottobre 1993).
Sono moniti ancora troppo inascoltati.
Ieri in Somalia, in Ruanda, a Sarajevo e in troppi altri luoghi ancora.
Oggi in Kosovo. C'é ancora chi aggredisce i valori dell'uomo. Pende
sospeso su di noi minaccioso il ripetersi di quanto accaduto.
Contribuire alla completa edificazione del memoriale dell'ex campo di
concentramento di Fossoli di Carpi (Modena), dedicato ai deportati politici
e razziali dell'Europa, con l'approvazione del presente disegno di legge,
é dovuto alle migliaia di uomini e donne privati della vita con lo
sterminio. É una necessità degli uomini e delle donne di oggi
e un dovere verso le nuove generazioni.
DISEGNO DI LEGGE |
Art. 1.
(Interventi per l'ex campo
1. Per la realizzazione di interventi di restauro conservativo e
consolidamento dell'ex campo di concentramento di Fossoli-Carpi é
concesso al comune di Carpi un contributo straordinario di lire un miliardo
per l'anno 1999.
|