Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03277
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Atto n. 4-03277
Pubblicato il 19 gennaio 2015, nella seduta n. 378
TAVERNA , BERTOROTTA , CASTALDI , BOTTICI , BUCCARELLA , CIAMPOLILLO , DONNO , FUCKSIA , LEZZI , PAGLINI , PUGLIA , SERRA - Ai Ministri della salute e dell'interno. -
Premesso che:
nonostante l'orrore delle condizioni di detenzione di animali in tanti canili italiani sia da anni assurto alle cronache nazionali e sia stato evidenziato da numerosi atti di sindacato ispettivo, risulta agli interroganti che nessun Governo sia intervenuto in funzione di controllo nei confronti dei gestori di canili, dei sindaci e delle ASL veterinarie inadempienti;
tale grave inadempimento, a parere degli interroganti, non solo è causa di condizioni di indescrivibile sofferenza per tanti animali, ma anche di un'offesa per il sentimento di milioni di cittadini (ai sensi della legge n. 189 del 2004), nonché di un ingente danno erariale, atteso che i milioni di euro stanziati da Stato e Regioni finalizzati al contenimento e alla tutela del randagismo (ex legge n. 281 del 1991 e leggi regionali di recepimento) vengono spesso fagocitati da appetiti delinquenziali di varia natura;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
nella città di Brindisi, in località Santa Lucia, è situato un canile comunale più volte oggetto di articoli e proteste a causa dell'inadeguatezza della struttura e delle terribili condizioni di tanti cani ivi detenuti;
in particolare, nel mese di dicembre 2014 sono state pubblicate nel social network "Facebook" 2 fotografie di cani, Angel e Frida, terrorizzati e ridotti a larve, che hanno sollevato lo sdegno popolare;
considerato inoltre che:
a seguito della pubblicazione delle fotografie, il comitato nazionale UGDA (ufficio Garante diritto degli animali) onlus, volontariato legale, affiancato dall'associazione "Arcamica" onlus, sollecitato da numerosi cittadini, in data 27 dicembre 2014 è intervenuta con l'invio di una delegazione che avrebbe dovuto visitare il canile;
dopo un'iniziale opposizione all'accesso alla struttura ed a seguito di varie telefonate intercorse con le forze dell'ordine, la delegazione è stata ammessa seppur col divieto di scattare fotografie ai cani. L'intento era quello di documentare lo stato di sofferenza dei cani e promuoverne le adozioni;
in quell'occasione, Arcamica e UGDA sono riuscite, comunque, ad ottenere la documentazione delle indicibili condizioni in cui versava un considerevole numero di cani detenuti nel canile, a causa di patologie non curate e/o di uno stato di spaventosa denutrizione;
è altresì emerso che il canile ospita circa 700 animali, in evidente contrasto con la normativa vigente nella Regione Puglia (legge regionale n. 12 del 1995) che prevede che i canili possano ospitare un massimo di 200 unità, nonché con la recente sentenza (16 settembre 2014) della Corte di cassazione, secondo la quale ospitare un numero superiore di cani rispetto a quanto stabilito dalla legge regionale è una scelta imprenditoriale diretta a sacrificare il benessere degli animali alle logiche del profitto e che il reato penale in base all'articolo 727 del codice penale si configura se le condizioni di custodia provocano sofferenza anche senza pregiudizio all'integrità fisica. Ne consegue che ai fini del fumus è sufficiente il sovraffollamento della struttura;
in data 10 gennaio 2015, dopo numerosi anni di attività all'interno del canile, a seguito dell'indignazione popolare, la fondazione Virio ha informato pubblicamente di aver depositato istanza di sequestro dei cani della struttura e di aver avanzato una richiesta alla Procura della Repubblica di Brindisi per il maggiore controllo degli animali senza limite di accesso alla struttura;
considerato infine che:
la normativa nazionale (art. 4 della legge n. 281 del 1991) attribuisce ai Comuni l'onere dell'attività di controllo e vigilanza sul benessere e tutela di tutti gli animali presenti sul proprio territorio, mentre qualsiasi forma d'appalto o convenzione, seppure esonera l'amministrazione comunale dall'onere diretto di gestione degli animali, non esime la stessa dall'obbligo di vigilare sulla qualità del servizio erogato dal convenzionato e sul benessere degli animali;
risulta agli interroganti che né le istituzioni comunali né la ASL veterinaria pubblica preposta avrebbero mai rilevato lo stato di sofferenza dei cani,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;
se, nell'ambito delle proprie attribuzioni, intendano intraprendere le improcrastinabili iniziative per verificare lo stato degli animali detenuti nei canili di tutta Italia e, in particolar modo, gli atti relativi alla gestione sanitaria del canile di Brindisi, nonché la sussistenza di un omesso controllo da parte del sindaco;
quali provvedimenti urgenti di competenza intendano adottare per alleviare le condizioni di sofferenza dei cani del canile di Brindisi senza spostarli dalla struttura stessa al fine di garantirne la tracciabilità.