Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01263
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Atto n. 3-01263
Pubblicato il 7 ottobre 2014, nella seduta n. 324
GIROTTO , CASTALDI , PETROCELLI , SERRA , BLUNDO , MONTEVECCHI - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
l'11 dicembre 2012, con decreto del dottor Franco Gabrielli, capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, su richiesta del presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, in qualità di commissario delegato, è stata istituita la International commission on hydrocarbon exploration and seismicity in the Emilia Region (ICHESE), incaricata di valutare le possibili relazioni tra attività di esplorazione per idrocarburi e aumento dell'attività sismica nell'area colpita dal terremoto dell'Emilia-Romagna del mese di maggio 2012;
ai lavori della commissione ICHESE hanno strettamente collaborato i vertici dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) e il coordinatore della sezione sismologica della commissione grandi rischi della Protezione civile;
il 18 febbraio 2014 la commissione ICHESE ha trasmesso la conclusione degli studi e dei lavori svolti al capo del Dipartimento e al presidente della Regione;
come riportato nell'articolo pubblicato l'11 aprile 2014 su "il Fatto Quotidiano", intitolato: «Sisma, commissione: "Non si può escludere rapporto tra estrazioni e terremoti"», a firma di Annalisa Dall'Oca, la Regione Emilia-Romagna ha tenuto riservato il rapporto fino a quando la rivista scientifica americana "Science", in data 11 aprile 2014, ne ha rivelato l'esistenza e, al contempo, ha reso noto che il rapporto stesso era in giacenza presso gli uffici regionali da 2 mesi senza che la popolazione venisse informata;
con un comunicato congiunto dello stesso giorno il commissario per il terremoto dell'Emilia-Romagna, il Dipartimento della protezione civile e il Ministero dello sviluppo economico hanno precisato che il rapporto della commissione sottolinea la necessità, per escludere o confermare l'ipotesi di un legame causale tra le estrazioni di idrocarburi nella località Cavone e i fenomeni di sismicità dell'area, di approfondire gli studi sviluppando attività di monitoraggio altamente tecnologiche per l'acquisizione di ulteriori dati necessari alla costruzione di un modello dettagliato del sottosuolo;
in un articolo pubblicato il 15 aprile, sul sito internet "Foglietto della ricerca", intitolato "Ichese. Chi era costui?", a firma di Enzo Boschi, si riferisce che gli esperti della commissione sono giunti alla conclusione che "non si può escludere" che estrazioni petrolifere abbiano causato la scossa del 20 maggio che poi, a sua volta, avrebbe determinato la seconda, quella del 29 maggio, che provocò il maggior numero di vittime e che, pertanto, "sarebbe necessario avere almeno un quadro più completo possibile della dinamica dei fluidi nel serbatoio e nelle rocce circostanti al fine di costruire un modello fisico di supporto all'analisi statistica";
al fine di approfondire gli studi, come indicato dalla commissione ICHESE, il 27 febbraio 2014 il Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito della Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie (CIRM), ha istituito un gruppo di lavoro composto da tecnici del Ministero, del Dipartimento della protezione civile ed altri esperti, per la definizione di indirizzi e linee guida per il monitoraggio della macrosismicità delle deformazioni del suolo e della pressione di poro nell'ambito delle attività antropiche;
come indicato sul sito della Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche, in un comunicato del 5 maggio 2014, i compiti affidati al gruppo di lavoro sono definiti nel decreto di costituzione dove, considerando le raccomandazioni contenute nel report ICHESE, e ritenuto opportuno e urgente fornire agli operatori linee guida operative per l'esercizio delle attività di coltivazione e stoccaggio, si individua quale finalità del gruppo la definizione di indirizzi e linee guida per il monitoraggio della microsismicità, delle deformazioni del suolo e della pressione di poro nell'ambito delle attività antropiche, in base allo "stato dell'arte", cioè in base ai più alti livelli di sviluppo e conoscenza attualmente disponibili;
la Direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche afferma che nell'ambito dei lavori sono stati raccolti e organizzati i dati e le informazioni sulle attività di produzione di idrocarburi e stoccaggio di gas naturale in sotterraneo attualmente in corso in Italia e sulle caratteristiche delle reti di monitoraggio altimetrico e microsismico ad oggi attive;
attualmente non sono state rese note le conclusioni del gruppo di lavoro, né risultano definite le linee guida per il monitoraggio;
considerato che:
il 17 aprile 2014, il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Emilia-Romagna e la società Padana energia hanno siglato un accordo di collaborazione relativo all'attività di monitoraggio e studio nella concessione Mirandola "Laboratorio Cavone", al fine di sviluppare un'attività di monitoraggio e di ricerca pienamente coerente con le raccomandazioni contenute nel rapporto ICHESE e "di fornire una risposta esaustiva sul sito di Cavone";
nell'accordo le parti hanno concordato sull'opportunità di rendere accessibili i risultati delle attività di monitoraggio e ricerca assicurandone la diffusione e la conoscibilità. Nella medesima data, in esecuzione dell'accordo, le parti hanno firmato anche un protocollo operativo;
nel rapporto del Laboratorio Cavone del 7 luglio 2014 si afferma che l'attività di aggiornamento dello studio di giacimento è svolta da 6 docenti accademici statunitensi. In tale rapporto emerge altresì che il Laboratorio ha acquisito il rapporto di sintesi sullo stato di avanzamento del progetto europeo GeoMol, nell'ambito del quale è in corso di realizzazione una modellazione 3D del sottosuolo di un'ampia area che si estende dalla pianura modenese al margine alpino bresciano e che comprende la zona del Laboratorio;
il rapporto elaborato dagli studiosi statunitensi, intitolato "On the potential for induced seismicity at the Cavone oilfield: analysis of geological and geophysical data, and geomechanical modeling" ha concluso, in pochi mesi, che le estrazioni di petrolio dal campo Cavone non sono correlate ai terremoti del 2012;
a parere degli interroganti poco trasparenti sono apparse, sin dall'inizio, le informazioni relative al perché si fosse deciso di ricorrere ad una commissione di esperti statunitensi;
considerato inoltre che, per quanto risulta agli interroganti:
secondo quanto riferito in un articolo de "il Fatto Quotidiano" on line, pubblicato il 4 agosto intitolato "Terremoti e trivelle in Emilia-Romagna, tutti i dubbi di Science", a firma della professoressa Maria Rita D'Orsogna, "i dati usati dai ricercatori americani sulle pressioni dei fluidi nei pozzi di reiniezione sono quelli di Padana Energia", società per lungo tempo detenuta dall'Eni e proprietaria di molti giacimenti in Emilia-Romagna. Nell'articolo si riferisce che la Padana energia avrebbe eseguito i test nella primavera 2014 chiedendo ad Assomineraria di contribuire alla raccolta dati, attraverso l'utilizzo, per la stesura del rapporto finale, di studi e analisi inerenti ad un rapporto Eni risalente al 2012;
secondo quanto emerge da un articolo pubblicato il 2 agosto, a firma di Vincenzo Malara sul quotidiano "il Resto del Carlino", edizione di Modena, la maggior parte del rapporto americano è stata redatta molto prima dell'inizio della sperimentazione al Cavone. Lo stesso rapporto sarebbe stato poi adattato per confermare, a posteriori, i dati della sperimentazione. La sperimentazione, quindi, è risultata del tutto inutile;
nel medesimo articolo, uno degli esperti statunitensi coinvolti, James Dietrich dell'università della California, ha infatti affermato che la maggior parte del rapporto degli esperti americani fu completato prima dei test eseguiti al Cavone e che i dati presi sul campo Cavone servivano solo per confermare quello che si era già concluso nel rapporto Eni. Ne consegue, quindi, che per fare approfondimento su un problema così delicato, e di notevole interesse pubblico, ci si è basati su studi Eni di 2 anni prima;
inoltre, un altro esperto sostiene che andava esaminata non solo la faglia di Mirandola, responsabile della scossa del 29 maggio 2012, ma quella di Medio Ferrara, a circa 20 chilometri di distanza, dove si è generato il sisma del 20 maggio;
considerato altresì che:
nel protocollo operativo citato le parti hanno convenuto, al punto 2, che i risultati dell'aggiornamento devono essere sottoposti dal Ministero e dalla Regione a verifica da parte di un ente o organo dagli stessi indicato di comprovata esperienza in tale ambito;
il 21 luglio 2014, il Ministero dello sviluppo economico, con lettera del direttore generale, ha comunicato ai firmatari del protocollo operativo che l'aggiornamento del modello statico e dinamico del giacimento, sviluppato con il patrocinio di Assomineraria, è stato consegnato e sottoposto all'INGV per la relativa validazione, previo incarico conferito dal Ministro Guidi il 10 luglio 2014;
secondo quanto riferito nella lettera, la validazione dell'INGV, pervenuta in data 18 luglio 2014, ha concluso i lavori del protocollo operativo. Il Ministero ha preso atto che la relazione prodotta dalla società Padana energia, validata dall'INGV, documenta che non vi sono ragioni fisiche per ritenere che le attività di produzione e reiniezione del campo Cavone abbiano innescato la sequenza sismica del maggio 2012;
è opportuno evidenziare che nell'analisi del rapporto statunitense l'INGV afferma, sin dalla prima pagina del documento, che: "Non è stata, in questa fase, eseguita una validazione dei risultati, in quanto sarebbe stato necessario riprocessare in maniera indipendente i dati e rielaborare i modelli". Allo stesso modo, nelle note conclusive, afferma che: "l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, pur non entrando nel merito dei risultati ottenuti, attesta la validità del modello generato";
l'INGV, ente pubblico di ricerca, ha validato lo studio, ma non i risultati, in quanto tale ultima ipotesi significherebbe sconfessare i risultati della commissione ICHESE, a cui lo stesso Istituto ha contribuito, in particolare attraverso il coordinatore della commissione grandi rischi per il settore sismico, professor Domenico Giardini, membro del consiglio di amministrazione del medesimo ente;
considerato infine che:
a giudizio degli interroganti quella descritta non è per l'Istituto l'unica situazione in cui è possibile ravvisare elementi di evidente mancanza di terzietà nello svolgimento delle proprie funzioni, considerato che da mesi l'attività dell'INGV risulta essere caratterizzata da casi di conflitto di interessi;
da un articolo apparso sul sito internet "Foglietto della ricerca", in data 23 settembre 2014, intitolato "Ingv, ecco le incompatibilità rilevate dai Revisori. Attesa per le decisioni del ministro", emerge che il collegio dei revisori, dopo aver esaminato due note, la prima datata 24 giugno e la seconda 14 luglio 2014, ricevute dal responsabile per la prevenzione della corruzione, Tullio Pepe, a seguito di una richiesta dello stesso Collegio risalente al 19 giugno, avrebbe ravvisato incompatibilità in capo alla quasi totalità dei componenti del consiglio di amministrazione, che ricoprirebbero incarichi in conflitto di interessi con la carica di membro dello stesso consiglio;
secondo quanto riportato, i componenti "esterni" del consiglio di amministrazione, non dipendenti dell'INGV, secondo il collegio dei revisori, avrebbero svolto attività in violazione delle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 39 del 2013, avendo firmato contratti di ricerca in situazioni di conflitto di interessi;
la situazione di palese conflitto non risparmierebbe neppure alcuni membri interni dello stesso consiglio di amministrazione, che, sempre ad avviso dei revisori, potrebbero trovarsi nella situazione di dover deliberare su questioni, come la definizione e la scelta dei singoli profili da assegnare alle sezioni in merito al piano straordinario di assunzioni o all'approvazione di progetti di ricerca finanziati alle sezioni presso le quali prestano servizio, senza offrire la garanzia della terzietà richiesta dalla legge;
il verbale del collegio dei revisori dei conti è stato trasmesso ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e a quello dell'economia e delle finanze, nonché alla Corte dei conti in data 9 settembre 2014, con una nota sottoscritta dal direttore generale dell'INGV, Massimo Ghilardi, il quale, a sua volta, come si apprende dalla nota del responsabile anticorruzione, avrebbe assunto numerosi incarichi extraistituzionali, tra i quali quello di consigliere di amministrazione del fondo previdenziale "Espero", senza aver ottenuto la prescritta autorizzazione preventiva da parte del consiglio di amministrazione dell'INGV;
tale incresciosa situazione sta causando un notevole danno all'immagine dell'ente che, nel 2010, è risultato essere il migliore centro di ricerca del Paese,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, intendano fare chiarezza sui risultati della commissione ICHESE e sul rapporto tra i risultati citati e quelli dell'aggiornamento del modello statico e dinamico del giacimento in esame, così da porre fine alla confusione generata in questi mesi tra le popolazioni coinvolte;
se intendano, nei limiti delle proprie attribuzioni, fornire maggiori dettagli in merito al rapporto redatto dagli accademici statunitensi, con particolare riferimento al possibile utilizzo di dati contenuti nel poco noto studio Eni risalente agli anni 2012-2013;
se intendano intervenire con iniziative di competenza per porre fine alla sconcertante situazione di costante violazione della legislazione vigente in materia di conflitto di interessi in cui versa l'INGV.