Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01045
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Atto n. 3-01045 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 17 giugno 2014, nella seduta n. 263
ORRU' , PADUA , MINEO , CIRINNA' , COCIANCICH , CUOMO , DEL BARBA , ESPOSITO Stefano , FABBRI , FERRARA Elena , GUERRA , LAI , MANCONI , MATTESINI , MIRABELLI , MOSCARDELLI , PAGLIARI , PEZZOPANE , SOLLO , SPILABOTTE , VACCARI , LO GIUDICE , CUCCA , PUGLISI , GIACOBBE - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
nel corso del 2013 il numero dei migranti sbarcati nel nostro Paese è stato pari a 45.000, di cui 8.300 minori, per la maggior parte (circa 5.200) non accompagnati. Per quanto riguarda il 2014 si stima che il numero supererà i 100.000 entro la fine dell'estate;
si tratta di un flusso migratorio di ingenti proporzioni che incide pesantemente sulla sostenibilità dei territori interessati dagli sbarchi, in particolare quelli siciliani, i quali hanno fornito risposte adeguate in termini di prima accoglienza per oltre il 34 per cento del dato complessivo nazionale;
la maggior parte dei migranti che giungono sulle coste italiane, non manifesta intenzione di fermarsi in Italia, ma intende raggiungere altri Paesi europei;
in data 12 giugno 2014 il Senato ha approvato la mozione n. 272 inerente l'operazione «Mare Nostrum» che impegna il Governo a verificare ogni necessaria iniziativa che possa consentire il superamento dell'operazione in questione; ad evidenziare nell'ambito del Consiglio europeo, come il nostro Paese sostenga una pressione migratoria straordinariamente elevata; ad agire con estrema urgenza nelle idonee sedi europee ed internazionali, al fine di realizzare un'azione congiunta della comunità internazionale, che permetta di farsi carico della stabilizzazione della Libia; a sostenere a livello europeo, in particolare con l'avvio del semestre di presidenza italiano dell'Unione europea, la predisposizione di un piano europeo di accoglienza e inserimento nei diversi Paesi di destinazione di migranti, richiedenti asilo e protezione, nonché di trasporto sicuro nella traversata del Mediterraneo e poi nel raggiungimento delle destinazioni finali spesso diverse dall'Italia; ad attuare, fin dall'avvio del semestre di presidenza europea, ogni iniziativa utile ed efficiente che preveda, anche attraverso un ruolo più attivo e incisivo di Frontex ed un maggiore coinvolgimento degli assetti operativi di altri Paesi UE, un alleggerimento della posizione italiana, sotto ogni profilo, compreso quello dell'accoglienza, del sostentamento economico del migrante e degli oneri finanziari complessivi; a chiedere ai partner europei che in tutti i Paesi di origine o di transito dei richiedenti protezione siano aperti presidi dell'Unione europea per un preventivo screening delle domande e per evitare che essi possano cadere nelle mani di organizzazioni criminali; a porre in essere ogni consentita azione, anche sul piano bilaterale, per stringere accordi di cooperazione con i Paesi terzi da cui provengono o dove transitano i migranti diretti in Europa; a supportare in maniera incisiva gli enti locali che sostengono la gran parte degli oneri di accoglienza;
la mozione citata ricorda i presupposti che hanno determinato l'avvio dell'operazione «Mare nostrum» il 18 ottobre 2013 nel mar Mediterraneo, a seguito del drammatico naufragio (solo uno di una tragica serie) in cui avevano perso la vita, nelle acque di Lampedusa, 366 migranti. L'operazione nata prioritariamente per salvaguardare le vita di quanti tentavano di raggiungere le coste dell'Italia, ma anche per intercettare i responsabili del traffico illegale di migranti e di perseguirli, si è rivelata quale unica misura emergenziale idonea nel breve periodo a scongiurare il pericolo che l'ondata migratoria, riversandosi principalmente verso il nostro Paese, potesse determinare, in assenza di idonei dispositivi di vigilanza e di pattugliamento delle acque, ulteriori sciagure;
inoltre, la mozione in questione sottolinea che la comunità internazionale e l'Unione europea non possono certo considerare l'operazione «Mare nostrum» come rivolta a esclusivo beneficio del nostro Paese, ed è ormai entrata nel sentire comune delle forze politiche e dell'opinione pubblica la necessità che l'Italia, come ogni altro Paese del Mediterraneo meridionale che abbia un confine marittimo che sia anche porta d'ingresso in Europa, non venga lasciata sola nelle attività di gestione della frontiera comune e si giunga a individuare soluzioni più eque e più in sintonia con i principi solidaristici alla base della costruzione europea;
lo scenario internazionale non fa presagire alcun rallentamento dei flussi migratori nel Mediterraneo. Lo stesso Ministro dell'interno, nel corso dell'audizione del 28 maggio 2014 al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, ha asserito che, al netto della doverosa cautela derivante dalla variabilità dei fattori che possono incidere sulla dimensione quantitativa dei flussi migratori, «è un dato di fatto che, con l'accentuarsi dell'instabilità politica del Nord Africa e della situazione di frammentarietà che ha caratterizzato le condizioni della Libia, ancora priva di un interlocutore di Governo affidabile, i fattori di pushing immigration restano attestati su valori molto alti». È ragionevole, pertanto, prevedere che, per il 2014, il trend degli sbarchi continui ad essere in forte crescita e che proseguano, pertanto, le gravissime difficoltà di gestione, come confermato, del resto, dal salvataggio di oltre 5.000 migranti avvenuto soltanto nell'ultima settimana;
in occasione della discussione e approvazione della suddetta mozione, è stato riconosciuto unanimemente lo sforzo a livello umano ed economico divenuto ormai insostenibile in particolare delle popolazioni siciliane, primo punto di contatto dei migranti che giungono sulle rive del nostro Paese;
considerato che:
nel corso del vertice convocato dal Ministro dell'interno a Catania il 14 giugno 2014, alla presenza dei prefetti, dei questori e dei sindaci siciliani, è stato sottolineato che l'emergenza sbarchi in Sicilia rischia di sfuggire ad ogni forma di controllo. L'isola è ad un passo dall'implosione e la gestione del fenomeno legato all'immigrazione ha evidenziato diverse criticità sulle quali non è irragionevole ipotizzare lucro da parte della criminalità organizzata;
per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati, il V Rapporto Anci-Cittalia relativo al biennio 2011-2012 rivela una continua ed incessante crescita del dato. Nel biennio 2011-2012 i minori stranieri non accompagnati contattati o presi in carico sono stati nel 54,9 per cento dei casi accompagnati ai servizi dalle forze dell'ordine. È da sottolineare il fatto che nel 2011 il numero dei minori stranieri non accompagnati, contattati o presi in carico dai servizi sociali dei Comuni ha registrato un significativo incremento rispetto all'anno precedente (con un aumento del 100,5 per cento) rimanendo pressoché stabile l'anno successivo. Un incremento che ha comportato l'attivazione di interventi, attività e servizi a favore di 9.197 minori nel 2011 e di 9.104 nel 2012. Nello specifico tra le regioni dove si è registrata la più elevata percentuale di minori stranieri non accompagnati presi in carico o contattati vi è la Sicilia (con un incremento dell'11,7 per cento, da 301 a 1.061);
rilevato che:
in relazione alla modalità di accesso alla protezione internazionale, con la legge 30 luglio 2002, n. 189 (legge Bossi-Fini), ed il relativo regolamento di attuazione (decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 2004, n. 303) sono state istituite 7 Commissioni territoriali per il riconoscimento dello 'status di rifugiato': Gorizia, Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Crotone e Trapani;
con il decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, e con il relativo decreto ministeriale di attuazione del 6 marzo 2008 sono state individuate, complessivamente, 10 commissioni territoriali con 3 sedi in aggiunta a quelle già presenti: Torino, Bari e Caserta;
con l'articolo 30 della legge 6 agosto 2013, n. 97, si è introdotta una modifica all'articolo 4 del citato decreto legislativo n. 25 del 2008, prevedendo che, con decreto del Ministro dell'interno, presso ciascuna Commissione territoriale possano essere istituite, al verificarsi di un eccezionale incremento delle domande di asilo connesso all'andamento dei flussi migratori e per il tempo strettamente necessario da determinare nello stesso decreto, una o più sezioni, fino ad a un numero massimo complessivo di dieci per l'intero territorio nazionale;
le 10 sezioni istituite sono: 2 a Roma, 4 a Siracusa, una a Torino, una a Bari e una a Crotone, una a Trapani, con operatività fino al 31 dicembre 2014;
in particolare, Trapani ha competenza sulle domande presentate nelle province di Agrigento, Trapani, Palermo, Messina, Enna ed il tempo di attesa per il riconoscimento dell'asilo politico è stato definito dallo stesso prefetto di Trapani "inaccettabile". A parere degli interroganti è evidente che, un territorio come quello trapanese, le cui coste costituiscono uno degli approdi maggiormente interessati dagli sbarchi, non può sostenere (anche solo in fasi emergenziali che tuttavia si stanno rivelando di routine) flussi della portata di quelli degli ultimi tempi in presenza di una sola commissione per il rilascio dei permessi di soggiorno per le province di Trapani, Agrigento ed Enna, aggravando inevitabilmente tutte le operazioni umanitarie, amministrative e prefettizie,
inoltre, a parere degli interroganti è assolutamente illogico pensare (stante le stime dei flussi migratori previsti ancora per il 2014) di limitare l'operatività delle 10 sezioni territoriali aggiuntive istituite con la modifica introdotta dall'articolo 30 della citata legge n. 97 del 2013 solo fino al 31 dicembre 2014;
le criticità che si riscontrano in relazione al fenomeno immigratorio ed all'eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari sono essenzialmente riconducibili al particolare sovraccarico di lavoro delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, determinato dallo straordinario incremento dell'ospitalità prestata sul territorio nei centri di prima accoglienza, accresciutasi a Trapani negli ultimi 8 mesi da 260 a circa 2.500 posti;
tale ultima circostanza determina un inaccettabile ed eccessivo allungamento dei tempi di attesa per le audizioni (circa 18 mesi) con conseguenti problemi di ordine pubblico, oltre all'effetto di limitare i posti di accoglienza,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario prevedere la possibilità di ampliare il numero massimo complessivo delle sezioni costituite presso le Commissioni territoriali con l'articolo 30 della citata legge n. 97 del 2013, previsto per l'intero territorio nazionale, con particolare attenzione alla provincia di Trapani, prevedendo contestualmente anche l'aumento del numero dei componenti della Commissione, garantendo così un numero maggiore di audizioni per seduta al fine di ridurre notevolmente i tempi di attesa;
se non intenda, tuttavia, provvedere ad una proroga del termine di operatività previsto per il 31 dicembre 2014 per le attuali 10 sezioni istituite presso le Commissioni territoriali, tenuto conto delle stime relative ai flussi migratori;
se non ritenga necessario autorizzare il collocamento di coloro che hanno proposto ricorso avverso la decisione della commissione territoriale presso centri situati in altre regioni, al fine di rendere disponibili maggiori posti di accoglienza presso i centri di accoglienza per richiedenti asilo (CARA) in occasione degli sbarchi;
se ritenga necessario prevedere, comunque, la continuità del finanziamento di un fondo nazionale che non gravi sui bilanci dei comuni, relativamente all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati;
se non intenda prevedere, in occasione degli sbarchi di consistenti numeri di migranti, un efficace ponte aereo che consenta il trasferimento dei profughi presso località distinte da quelle oberate dal soccorso e dalla prima accoglienza, in considerazione dei flussi migratori attuali e delle stime effettuate dallo stesso Ministero dell'interno per i prossimi mesi.