Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00364

Atto n. 2-00364

Pubblicato il 7 giugno 2011
Seduta n. 562

LANNUTTI - Ai Ministri della difesa, dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

in un articolo pubblicato in data 3 giugno 2011 per "Il Messaggero", in cui scrive «Adesso non è più il Madoff dei Parioli, ma l'uomo che voleva portare la Fiat in Austria. Ma anche la Ferrari, la Maserati e Iveco», Valentina Errante torna a parlare di Gianfranco Lande;

questo dopo che «la Guardia di Finanza ha scoperto la sua professione di mediatore che aveva garantito al governo austriaco investimenti per centinaia di milioni di euro, soldi delle più importanti aziende italiane, come contropartita per la megacommessa di quindici aerei da caccia Eurofighter ordinati alla società Eads Deutsche. "Gli uomini del nucleo valutario della Guardia di finanza, coordinati dal pm Luca Tescaroli, stanno ricostruendo il vero business di Lande attraverso i documenti sequestrati nelle sede di Alenia e quelli nascosti dallo stesso Lande in casa di un suo dipendente, che ha fornito ampia collaborazione. Ci sono fatture e contratti che raccontano come la Vector Aerospace Ltd, la società costituita da Lande a Londra, incassò 84 milioni di euro per garantire il buon esito del contratto Eurofighter e per procacciare investimenti in terra austriaca. Qualche volta affidandosi anche ad altre società, come la Orbital Business, ingaggiata per portare in Austria commesse fino e raggiungere i 500 milioni di euro entro il 2013. Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di accertare che la società Centroconsult Ltd di Walter Shoen, socio occulto di Lande, ha riconosciuto al broker romano una commissione principesca perché nel 2005 aveva in Austria la Fiat. L'operazione era passata attraverso la società Magna Steyer Ag, mentre società appaltatrici risultavano essere la Ferrari spa e la Fiat spa. Gli affari portati a segno da Lande dal primo febbraio 2004 a marzo 2005, tra i quali l'operazione Fiat, valgono 21 milioni di euro, almeno secondo le fatture emesse dalla centro Consult alla Vector, sulle quali la Finanza sta lavorando per stabilire se davvero siano state pagate in una banca di Malta. Nelle tabelle allegate alle fatture si fa riferimento puntuale ai progetti: "engineering and prototype of Maserati 139, partner austriaco la Magna Steyer Ag e appaltatore italiano la società Ferrari spa"; "Development and production of a controlled rear Ax, partner austriaci le società Engineering center e Steyr Gmbh appaltatore italiano Ferrari spa". Poi l'investimento Iveco "Axle assemblies", la Fiat auto per la produzione "4WD components", Maserati 139. La Finanza sta verificando quali di questi progetti siano effettivamente andati a buon fine, visto che le operazioni rientrerebbero negli accordi tra la Vector Aerospace di Lande e la Centroconsult Ltd, società con sede ai Caraibi, controllata dalla Marketdrive consulting amministrata da Shoen fino a gennaio. Poi è la controllata acquista la controllante, Centroconsult compra Marketdrive, l'amministratore italiano diventa Pierluigi Romagnoli, ex uomo di Alenia, mentre quello inglese è Gianfranco Lande. Non solo: gli investigatori hanno scoperto che oltre a garantire al governo austriaco un volume di investimenti di aziende italiane superiore al prezzo pagato per i quindici caccia, la Vector si era riservato un margine dello 0,5 per cento del volume di affari dei contratti effettivamente stipulati con il governo austriaco. Agli atti del pm Tescaroli ci sono infine le dichiarazioni del parlamentare austriaco Peter Pilz, che ha rivelato come la commissione da lui presieduta avesse scoperto come l'affare messo in piedi da Lande assomigliasse ad una truffa»;

considerato che in un articolo pubblicato su "la Repubblica" del 2 giugno intitolato: "Lande, indagati tre manager viennesi "Eurofighter", 200 milioni fantasma" e sottotitolato "Transazioni fasulle per l'acquisto dei 15 caccia. Perquisizioni in Austria. Ipotesi di reato frode fiscale associazione a delinquere e riciclaggio" Federica Angeli e Francesco Viviano scrivono: «C'è qualcosa di molto più grande nell'affare Eurofighter, gestito da Gianfranco Lande per conto dell'Alenia Aeronautica (società al 100 per cento di Finmeccanica) (...). In pratica il ruolo di Lande, sulla carta, era quello di "assicurare" una forma di countertrade, una modalità di scambio, mediante la quale il paese che fornisce beni ad alta tecnologia ad un altro paese, si impegna a produrre quei beni direttamente nel paese acquirente. Un'assistenza da 200 milioni di euro stipulata con la tedesca Eads e dell'1.5% del credito totale dell'operazione con l'Alenia. Ma c'è di più: spunta anche un contratto da 500 milioni di euro per un "affare automobilistico" tra la Vector e un'altra società austriaca, la Orbital Business Value. Ma, come dichiarato dal deputato Verde Peter Pilz che, sull'affare Eurofighter, presentò un'interrogazione parlamentare: "Al ministero del Commercio tale società (Vector Aerospace, ndr) era sconosciuta. Per questo la garanzia non è stata escussa da Vector Aerospace, quindi è una truffa. Il ministero della Difesa e il ministero del Commercio non conoscono, come risulta dagli atti parlamentari, Vector Aerospace e la società Centro Consult. Ufficialmente non esistono". Per questo ieri la guardia di finanza romana ha partecipato alle perquisizioni disposte dall'autorità giudiziaria austriaca nei confronti di tre personaggi legati a Gianfranco Lande: Alfred Plattner, Walter Shoen e Klaus Dieter Bergner, i primi due commercianti di armi, il terzo manager di Ebd. Tutti sono indagati per frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio. Il pm Luca Tescaroli ora punta a chiarire il ruolo svolto dal broker romano in questa vicenda e a capire a che titolo un personaggio economicamente poco consistente sia stato coinvolto in commesse di così alto profilo. "Sono stati stipulati due distinti contratti in Austria - a parlare è ancora Pilz - il secondo è tra il consorzio Eurofighter e il ministero del Commercio, contratto firmato il 1 luglio 2003; il primo stipulato nella medesima data, è tra il consorzio Eurofighter e il ministero della Difesa. Il secondo contratto è un accordo offset: in cambio dell'acquisto per due miliardi di euro di Eurofighter, il consorzio Eurofighter si è impegnato ad assicurare transazioni commerciali in Austria per un importo di 4 miliardi di euro, non necessariamente di materiale bellico»,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di chi siano coloro che, provenendo da aziende pubbliche o private, hanno dato credito e coperture ad un personaggio come il broker romano Gianfranco Lande, a giudizio dell'interpellante di basso profilo, poco consistente dal punto di vista economico, al quale una società di Finmeccanica affidava invece commesse di così alto profilo;

se risponda al vero che, nonostante le smentite, sarebbero state pagate consulenze per milioni di euro da aziende importanti a Lande, quali Ferrari, Fiat, Maserati ed Iveco;

come sia stato possibile che Lande abbia gestito per conto dell'Alenia aeronautica la fornitura di 15 aerei militari all'Austria, in un affare da 84 milioni di euro, fornito attraverso due sue società - la Vector Aerospace e la Centro Consult Ltd - la propria assistenza nella preparazione e nella presentazione delle proposte di offset sempre per conto dell'Alenia, nonché un'assistenza da 200 milioni di euro stipulata con la tedesca Eads e dell'1.5% del credito totale dell'operazione con l'Alenia, arrivando anche ad un contratto da 500 milioni di euro per un "affare automobilistico" tra la Vector e un'altra società austriaca, la Orbital Business Value;

se al Governo risulti quanti siano i personaggi come Lande attualmente operativi nelle aziende pubbliche controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, come ad esempio il gruppo Finmeccanica, e quali misure urgenti intenda attivare per riportare trasparenza e legalità nella gestione delle stesse aziende coinvolte in torbidi affari che ledono gravemente la credibilità interna ed internazionale, in maniera particolare su taluni manager adusi a gestioni familistico-affaristiche, il cui attaccamento alle poltrone dovrebbe destare sconcerto e preoccupazione.