Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00337

Atto n. 1-00337

Pubblicato il 30 marzo 2021, nella seduta n. 308

DONNO , PAVANELLI , PUGLIA , CASTALDI , ROMANO , RUSSO , TRENTACOSTE , CROATTI , PRESUTTO

Il Senato,

premesso che:

a seguito del progresso tecnologico ed infrastrutturale e di una crescente urbanizzazione del territorio nazionale, si è assistito ad un graduale, ma inarrestabile, abbandono di gran parte della rete ferroviaria nazionale, nonché di tronchi stradali dismessi, di strade secondarie e campestri, interpoderali o vicinali, di strade prima appartenute al demanio militare, di argini e di alzaie dei fiumi e dei canali, di sentieri, mulattiere e tratturi;

la riqualificazione di infrastrutture ferroviarie dismesse in piste ciclabili e "greenway" rappresenta un'efficace strategia per contrastare l'abbandono e il degrado ambientale e promuovere la mobilità sostenibile, contribuendo alla valorizzazione dei territori e incentivando lo sviluppo di un turismo ecosostenibile, che potrebbe contribuire a dare nuovo slancio alle piccole economie locali;

secondo l'ultima ricerca pubblicata dalla Federazione italiana ambiente e bicicletta sono 5.000 i chilometri di ferrovie dismesse nel nostro Paese, dei quali solo 1.000 sono stati convertiti in 57 ciclovie, con una lunghezza media di 12 chilometri;

le regioni che più si sono impegnate nella riconversione sono il Veneto con 165,5 chilometri (tra cui la tratta Treviso-Colzè di 54 chilometri, parte della ciclovia Treviso-Ostiglia e la tratta di 42 chilometri Calalzo-Cimabanche, lungo la Calalzo-Cortina-Dobbiaco) seguito dall'Emilia-Romagna con 132,2 chilometri e dalla Lombardia con 121,3;

indipendentemente dal numero di chilometri di ferrovie riqualificate, negli ultimi dieci anni alcune regioni hanno dimostrato particolare sensibilità su questo tema. La regione più attiva è stata l'Umbria, con un incremento da 11 a 73 chilometri (più 564 per cento), seguita dalla Basilicata, da zero tratte recuperate a 41,6 chilometri (416 per cento), e dall'Abruzzo (più 425 per cento una volta completato il cantiere in corso lungo la Costa dei Trabocchi). La tratta ferroviaria con più chilometri recuperati è la Godrano-Ficuzza-San Carlo in Sicilia, 62 chilometri, che necessitano però di una maggiore attenzione in termini di manutenzione e conservazione, seguita in Friuli dalla tratta Tarvisio-Gemona di 58 chilometri lungo la ciclovia dell'Alpe Adria;

sono attualmente in corso i lavori per il recupero dei 50 chilometri della Umbertide-Gubbio-Fossato di Vico della Ferrovia Centrale Umbra, e dei 34 chilometri della Lagonegro-Rotonda, nel Parco del Pollino, sulla ex ferrovia Calabro-Lucana inaugurata nel 1929. Nella provincia di Pavia si sta lavorando per portare a 32 i 14 chilometri già recuperati della Voghera-Varzi, mentre in Puglia è stato avviato l'intervento di rigenerazione di un tratto di 8 chilometri dell'ex ferrovia Gioia del Colle-Palagianello, che si aggiungeranno ai 5 già realizzati. Entro l'estate 2021 dovrebbe inoltre essere ultimata la Via Verde della Costa dei Trabocchi, 42 chilometri da Ortona a Vasto, sul tracciato della ferrovia Adriatica che, in prospettiva, potrebbe essere estesa a tutta la dorsale da Rimini a Brindisi;

considerato che:

ai sensi dell'art. 5 della "Convenzione europea sul paesaggio", resa esecutiva nel nostro ordinamento con legge 9 gennaio 2006, n. 14, ogni parte aderente "si impegna a: a) riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità; b) stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla protezione, alla gestione, alla pianificazione dei paesaggi tramite l'adozione delle misure specifiche (...); c) avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche (...); d) integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio";

nel nostro Paese il recupero delle ferrovie in disuso è finora parzialmente avvenuto su iniziativa di istituzioni per lo più provinciali e, in alcune realtà comunali, con il supporto di alcune associazioni locali;

a conclusione della XVII Legislatura è stata approvata la legge 11 gennaio 2018, n. 2, di iniziativa parlamentare, recante "Disposizioni per lo sviluppo della mobilità' in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità' ciclistica", con l'obiettivo di rendere lo sviluppo della mobilità ciclistica e delle necessarie infrastrutture di rete una componente fondamentale delle politiche della mobilità a tutti i livelli amministrativi sia centrali che locali;

la legge n. 2 del 2018 introduce nell'ordinamento la definizione normativa delle ciclovie, delle reti cicloviarie e la loro classificazione e prevede l'adozione di un "Piano generale della mobilità ciclistica", quale parte integrante del Piano generale dei trasporti e della logistica, finalizzato allo sviluppo della mobilità ciclistica in ambito urbano e metropolitano, ma anche su percorrenze definite a livello regionale, nazionale ed europeo, individuando le ciclovie di interesse nazionale che costituiranno la Rete ciclabile nazionale denominata "Bicitalia" e la rete infrastrutturale di livello nazionale che dovrà essere integrata nel sistema della rete ciclabile transeuropea "Eurovelo";

il progetto della rete Bicitalia prevede uno sviluppo complessivo non inferiore a 20.000 chilometri e l'articolazione in itinerari su tutto il territorio nazionale, l'integrazione e l'interconnessione con le reti infrastrutturali a supporto delle altre modalità di trasporto, con le altre reti ciclabili presenti nel territorio, la continuità e l'interconnessione con le reti ciclabili urbane, anche attraverso la realizzazione di aree pedonali e zone a traffico limitato, e attraverso l'adozione di provvedimenti di moderazione del traffico;

il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha di recente annunciato l'avvio del progetto, promosso insieme a Rete ferroviaria italiana, per realizzare piste ciclabili di collegamento tra stazioni ferroviarie e università, per il quale sono stanziati circa 4 milioni di euro da assegnare ai comuni per la progettazione e la realizzazione di ciclostazioni e piste ciclabili per collegare le stazioni con i poli universitari;

la proposta di Piano di ripresa e resilienza approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 gennaio dedica una specifica linea di azione della Missione 2, "Rivoluzione verde e transizione ecologica", allo sviluppo della mobilità sostenibile attraverso il potenziamento delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa come metro, tram, filovie, bus rapid transit e delle ciclovie di ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, nonché un imponente rinnovamento del parco circolante di mezzi per il trasporto pubblico locale con mezzi a basso o nullo impatto ambientale. Per tale linea di intervento vengono destinati un totale di 7,55 miliardi di euro di cui 4,60 di nuovi fondi;

i progetti previsti dalla proposta di PNRR prevedono la realizzazione e la manutenzione di reti ciclabili di ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, sia con scopi turistici che ricreativi, per favorire gli spostamenti quotidiani e l'intermodalita?. In particolare, la misura prevede la realizzazione di 1.000 chilometri di piste ciclabili urbane e metropolitane e la realizzazione di 1.626 chilometri di piste ciclabili turistiche. Sono inoltre previsti interventi integrati in 40 Comuni con oltre 50.000 abitanti, da individuare tramite pubblicazione di una manifestazione di interesse, a beneficio delle aree urbane più? affette dagli impatti negativi della qualità? dell'aria, incidentalità? e congestione del traffico;

considerato altresì che:

nonostante le recenti iniziative in materia di mobilità sostenibile siano sicuramente incoraggianti, non possono essere paragonate agli sforzi profusi da altri Paesi europei. In Spagna, con il programma "Vías Verdes della Fundación de los Ferrocarriles", sono stati recuperati 130 percorsi in 3.100 chilometri su un patrimonio di 7.000. La Francia si è dotata di uno "Schéma national des véloroutes & voies vertes" che conta 3.400 chilometri di chemin du rail, su un totale di 6.000 chilometri di ferrovie in disuso. In fine, con la realizzazione del "National Cycle Network", la Gran Bretagna ha recuperato 3.000 degli 11.000 chilometri di ex ferrovie;

il 23 marzo 2021, nell'esprimere parere sulla proposta di Piano di ripresa e resilienza, l'8a Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni) del Senato ha chiesto espressamente che nella definizione conclusiva dei progetti vengano garantiti significativi investimenti nello sviluppo della rete ciclabile nazionale, con particolare riguardo ai tracciati interregionali e ai tracciati autostradali ciclabili,

impegna il Governo:

1) a procedere celermente alla definizione e attuazione del "Piano generale della mobilità ciclistica" previsto dalla legge 11 gennaio 2018, n. 2, precisando le risorse finanziarie, pubbliche e private, reperibili per la mobilità ciclistica e individuando le modalità di finanziamento degli interventi indicati nei Piani per la mobilità ciclistica di comuni e città metropolitane;

2) a promuovere, in un'ottica di riqualificazione dell'ambiente urbano ed extraurbano, la conversione delle ferrovie in disuso in piste ciclabili e "greenway" al fine di contrastare l'abbandono e il degrado ambientale, valorizzando la dimensione paesaggistica e architettonica delle aree interessate, e al fine di sostenere forme di turismo sostenibile, mediante un'adeguata offerta di infrastrutture, di percorsi turistico-culturali e il potenziamento di servizi di accoglienza;

3) a garantire che, nell'ambito dei progetti del Piano di ripresa e resilienza, sia mantenuta una linea di intervento dedicata alla mobilità sostenibile con particolare riferimento alla realizzazione di ciclovie urbane e metropolitane e di percorsi cicloturistici di dimensione sovraregionale;

4) a prevedere misure, anche di carattere normativo, che promuovano ed incentivino l'importante funzione svolta dall'associazionismo operante in ambito turistico-culturale, al fine di migliorare la fruizione pubblica del patrimonio paesaggistico e culturale che caratterizza ampie aree del Paese.