Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04526
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Atto n. 4-04526
Pubblicato il 26 novembre 2020, nella seduta n. 278
CORRADO , LA MURA , MORRA , CROATTI , DE LUCIA , ANGRISANI , ORTIS , TRENTACOSTE , PISANI Giuseppe - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e per il turismo e dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
risulta all'interrogante che dal 6 novembre 2020, in ottemperanza alle recenti misure di contrasto e contenimento dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, ai sensi dell'art. 1, comma 9, lettera r), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 novembre 2020, le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei, degli archivi, delle biblioteche, delle aree archeologiche e dei complessi monumentali, di cui all'art. 101 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42 del 2004) siano nuovamente sospesi, senza che sia previsto alcun discrimine fra utenti specialisti e pubblico generico. Fanno eccezione le biblioteche universitarie, sia in quanto afferenti al dicastero dell'Università e della Ricerca, sia in quanto funzionali all'attività didattica;
dette biblioteche universitarie sono, tuttavia, largamente insufficienti alla prosecuzione delle attività di ricerca. In conseguenza delle disposizioni citate, infatti, si riscontra una disparità di trattamento tra figure professionali analoghe in relazione al campo di attività in cui operano; a docenti, ricercatori, dottorandi e liberi professionisti afferenti all'area umanistica, nell'impossibilità di implementare il lavoro agile, è negata la possibilità di accedere ai luoghi in cui svolgere attività di ricerca e quindi totalmente impedita la stessa, mentre per le analoghe strutture ad uso delle medesime figure professionali afferenti, però, all'area tecnico-scientifica, il citato decreto 3 novembre 2020 non prevede chiusure, fatti salvi il rispetto dei protocolli di sicurezza e la preferenza per il lavoro agile;
al riguardo, tremila tra docenti, ricercatori universitari e studenti italiani hanno sottoscritto una petizione per portare all'attenzione del Parlamento e del Governo la concreta impossibilità a svolgere la propria attività professionale e formativa;
considerato che:
le disposizioni di riapertura precedenti al decreto del 3 novembre 2020 avevano tenuto conto dell'esigenza di permettere lo svolgimento dell'attività di ricerca umanistica nei luoghi ad essa deputati. Ingressi contingentati e rigide regole sull'igienizzazione delle sale e delle postazioni hanno consentito, per alcuni mesi, di contemperare le esigenze lavorative con quelle di contenimento della diffusione del virus;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 novembre 2020, emanato per fare fronte alla cosiddetta seconda ondata pandemica, rischia invece, di rappresentare, nei fatti, un ulteriore colpo al presente e al futuro di un settore già messo a dura prova, soprattutto per i giovani, che vivono di contratti a breve scadenza e legati alla qualità delle loro ricerche. Limita fortemente e potrebbe danneggiare, inoltre, quanti devono consultare con cadenza quotidiana fonti storiche e bibliografiche per assicurare la tutela (e la valorizzazione) di beni di rilevanza culturale: archeologi, curatori museali, restauratori, architetti, geometri e ingegneri per i quali l'accesso a questo materiale è indispensabile, dovendo portare avanti interventi su beni culturali ed edifici di valore storico;
da ultimo, nel caso di luoghi solitamente aperti anche ad un pubblico vasto e generalista, come i musei, si rende opportuno sollevare la questione del loro uso come luoghi di ricerca scientifica specialistica per una platea assai ristretta e selezionata, ad oggi penalizzata al pari dei visitatori occasionali,
si chiede di sapere:
se, alla luce di quanto riferito, lo stato di emergenza non possa arrivare a ledere il principio di uguaglianza, come sancito al secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione;
quali iniziative di competenza intendano assumere i Ministri in indirizzo per permettere che l'attività professionale di ricerca nel settore umanistico non rimanga ferma più a lungo e possa riprendere, nell'ovvio rispetto dei protocolli già fissati in occasione della riapertura dell'estate-autunno 2020 e di ogni eventuale misura ritenuta necessaria per garantire la sicurezza del personale e degli utenti.