Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00135

Atto n. 3-00135 (in Commissione)

Pubblicato il 30 luglio 2018, nella seduta n. 28

BOLDRINI , BELLANOVA , COLLINA , IORI , MANCA , PATRIARCA , RICHETTI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -

Premesso che:

il 20 luglio 2015 è stato siglato il documento, denominato patto per il lavoro, con cui la Regione Emilia-Romagna, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, i rappresentanti delle istituzioni, del mondo bancario, delle università e dell'associazionismo si sono impegnate a contribuire al rilancio dello sviluppo e dell'occupazione in Emilia-Romagna;

si tratta di un'intesa che è nata con l'obiettivo di far convergere risorse e progetti su un obiettivo primario: creare sviluppo e occupazione sul territorio della regione;

grazie a questo patto, nell'ultimo anno sono infatti saliti a 15,1 miliardi di euro gli investimenti attivati per gli oltre 200 interventi avviati in tutti i settori, dalle opere pubbliche alla mobilità, dalla tutela del territorio alle politiche abitative, la ricerca tecnologica, l'innovazione e l'internazionalizzazione del sistema economico-produttivo, la formazione, la sanità e il welfare: si tratta di 1,6 miliardi di euro in più rispetto al luglio 2016. Così come salgono a 1,5 miliardi i fondi europei messi a bando sui 2,5 dell'intera programmazione 2014-2020 (con un aumento di 500 milioni in un anno), di cui un miliardo impegnato a cui aggiungere 660 milioni di cofinanziamenti privati (con un aumento di 313 milioni sempre rispetto al luglio 2016). Quanto ai destinatari degli interventi, quelli a persone e famiglie valgono 3,1 miliardi, poi 6,7 miliardi per il territorio, 4 miliardi per le imprese e 1,2 miliardi di euro per gli enti locali;

l'efficacia di tali politiche integrate e di fare rete è dimostrata anche dal fatto che le risorse destinate al patto sono salite a 17,8 miliardi di euro, 2,8 in più rispetto ai 15 inizialmente previsti nel 2015;

questo sforzo congiunto ha consolidato sia la crescita dell'economia regionale (con un aumento pari all'1,4 per cento il Pil dell'Emilia-Romagna nel 2016, il più alto fra le regioni italiane e ben oltre lo 0,9 per cento nazionale) sia l'aumento dell'occupazione: 46.600 nuovi posti di lavoro nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (2,4 per cento in più), per un tasso di tasso di occupazione del 68,3 per cento che pone l'Emilia-Romagna al primo posto in Italia, dove ha raggiunto il Trentino-Alto Adige, e un tasso di disoccupazione medio annuale negli ultimi 12 mesi sceso al 6,6 per cento, lontano dal 9 per cento di inizio consiliatura regionale, nel gennaio 2015, e inferiore sia a quello del Veneto (6,7 per cento) che della Lombardia (7,2 per cento);

complessivamente, dal confronto tra primo trimestre 2015 e primo trimestre 2017 emerge come nei due anni di applicazione del patto si siano registrati oltre 81.000 nuovi posti di lavoro e nel 2016 17.400 occupati in più rispetto a quelli del 2008, anno che precedette l'inizio della crisi economica internazionale;

nella giornata del 23 luglio 2018 c'è stata a Bologna una riunione dei firmatari del patto del lavoro per fare il punto sulla programmazione delle infrastrutture strategiche del territorio in materia di viabilità e mobilità. Ad oggi lo stato dell'arte consta di opere avviate, alcune completate, molte con i cantieri aperti e in corso, e quelle programmate e finanziate per le quali è necessario dare il via ai lavori;

tra le opere sbloccate dai Governi Renzi e Gentiloni figurano l'inaugurazione della variante di valico con la nuova edizione delle opere di compensazione nel territorio (costo: 4 miliardi di euro) e del casello di Valsamoggia, aperto nel novembre 2016 (28 milioni); i principali cantieri aperti riguardano: people mover di Bologna (fine prevista marzo 2019, costo 120 milioni); nodo di Rastignano primo lotto (fine entro il 2019, 27 milioni); nuova Bazzanese (fine entro 2019, 51 milioni); Tirreno-Brennero primo lotto (fine entro 2020, 321 milioni), trasporto rapido costiero (fine entro 2019, 92 milioni), velocizzazione linea adriatica (fine entro 2020, 140 milioni). A queste va aggiunto il piano industriale per l'acquisizione di nuovi treni e bus, investimento da un miliardo di euro;

tra le opere programmate e finanziate figurano invece: Cispadana (1,3 miliardi); passante di Bologna (750 milioni); Campogalliano-Sassuolo (506 milioni); porto di Ravenna (220 milioni); quarta corsia A14 (360 milioni); complanare nord di Bologna (37 milioni); nodo di Rastignano secondo lotto (31 milioni); completamento del sistema ferroviario metropolitano di Bologna (332 milioni); nodo di Casalecchio (220 milioni). A queste vanno aggiunti i fondi di sviluppo e coesione sulla mobilità e la rigenerazione urbana da cantierare entro il 2020, per 300 milioni di euro;

il valore economico dei cantieri e delle opere finanziate è notevole, tali da essere percepite come elemento cruciale del patto stesso e fattore irrinunciabile per rafforzare lo sviluppo sostenibile del territorio;

molte aziende nonostante le criticità dovute al terremoto del 2012, anziché andare via sono rimaste sul territorio perché hanno creduto nel progetto infrastrutturale messo in campo dalla Regione e dagli altri interlocutori,

si chiede di sapere quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo affinché le opere in corso di realizzazione possano essere completate nei tempi previsti, mentre quelle programmate possano finalmente essere sbloccate, pena il venir meno di un trend di crescita e di sviluppo socioeconomico ad oggi molto positivo per la regione Emilia-Romagna.