Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00502

Atto n. 1-00502

Pubblicato il 29 novembre 2011, nella seduta n. 638
Esame concluso nella seduta n. 653 dell'Assemblea (11/01/2012)

LEGNINI , ZANDA , MARINI , LATORRE , D'ALIA , CHITI , TONINI , LUSI , AMATI , ASTORE , BALDASSARRI , BIONDELLI , BLAZINA , CARLONI , CECCANTI , CHIURAZZI , DEL VECCHIO , DE SENA , DI GIOVAN PAOLO , DONAGGIO , INCOSTANTE , MAGISTRELLI , MARITATI , MAZZUCONI , MERCATALI , MICHELONI , PEGORER , SANNA , SBARBATI , TOMASELLI , VITA

Il Senato,

premesso che:

nel corso degli ultimi dieci anni in ambito europeo sono state avviate iniziative di aggregazione in macroregioni, quale strumento innovativo per le politiche di coesione e cooperazione territoriale tra Stati e Regioni per il conseguimento di obiettivi comuni di sviluppo;

la strategia macroregionale è già stata avviata con successo in Europa con l'approvazione definitiva delle strategie del Baltico e del Danubio;

per l'Italia, l'opportunità di prendere parte a questo nuovo processo di coesione europeo è rappresentata dall'iniziativa adriatico-ionica (IAI), la cui strategia è stata avviata da oltre un decennio;

l'11 ottobre 2011, a Bruxelles, è stato varato il primo atto di definizione in sede europea dell'iniziativa con l'approvazione, da parte del Comitato delle regioni, del parere sul riconoscimento della Macroregione adriatico-ionica, che dovrà avvenire entro il 2014, in coincidenza con l'avvio della nuova programmazione dei fondi strutturali 2014-2020;

il parere invita anche il Parlamento europeo ad assumere un'iniziativa forte a favore di questa realtà e soprattutto la Commissione europea ad avviare il monitoraggio su quest'area per favorire lo sviluppo e l'integrazione dei progetti attualmente esistenti e quindi degli obiettivi che la stessa macrostrategia si propone;

il Consiglio europeo, nelle conclusioni del 23-24-giugno 2011, in occasione dell'approvazione della strategia dell'Unione europea (UE) per la regione del Danubio, aveva invitato gli Stati membri a proseguire i lavori, in cooperazione con la Commissione, sulle eventuali future strategie macroregionali, in particolare per la regione adriatico-ionica;

è ora necessario accelerare la procedura per il riconoscimento della Macroregione adriatico-ionica in modo da garantire coerenza tra le priorità della strategia medesima e dei relativi quadri strategici comuni e il prossimo quadro finanziario pluriennale;

premesso, altresì, che:

l'IAI è stata avviata con una Conferenza sullo sviluppo e la sicurezza nel mare Adriatico e nello Ionio tenutasi ad Ancona il 19-20 maggio 2000, alla quale hanno partecipato i capi di Governo e i Ministri degli esteri di sei Paesi rivieraschi, Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia;

la Conferenza si è conclusa con la firma della "Dichiarazione di Ancona", alla presenza di rappresentanti della Commissione europea, da parte dei Ministri degli esteri dei Paesi interessati;

nella citata dichiarazione è stata affermata l'importanza della cooperazione regionale come strumento di promozione della stabilità economica e politica di questi Paesi e della tutela ambientale del bacino adriatico-ionico;

nel 2006 la Serbia e il Montenegro si sono aggiunti agli originari 6 Paesi aderenti all'IAI, attualmente costituita, quindi, da otto Paesi;

la presidenza dell'organo decisionale dell'IAI (Consiglio adriatico-ionico) ruota annualmente. L'Italia è succeduta alla Grecia il 1° giugno 2009 e ha concluso il proprio anno di presidenza il 31 maggio 2010, quando l'incarico è stato assunto dal Montenegro;

l'IAI ha avviato rapporti con molte altre organizzazioni e iniziative regionali che operano nel sud-est Europa, in particolare con l'Iniziativa centro-europea (InCE), con il Consiglio di cooperazione regionale (RCC) e il Processo di cooperazione per il sud-est Europa (SEECP), con la Cooperazione economica del mar Nero (BSEC) e con il processo di cooperazione del Danubio (DCP);

nel giugno 2008, ad Ancona, è stato inaugurato ed è subito divenuto operativo un Segretariato permanente dell'IAI, tramite il quale è stata avviata una cooperazione con i fora adriatico-ionici che già operano nella regione e tra i quali avvengono periodicamente incontri di coordinamento: il forum delle camere di commercio e quello delle città dell'Adriatico e dello Ionio e UniAdrion;

nell'ambito della presidenza italiana IAI (2009-2010) è stata evidenziata l'esigenza di valorizzare il bacino adriatico-ionico e di sviluppare una strategia integrata mediante la formulazione di specifici protocolli di intesa tra i Paesi IAI come base di riferimento per sviluppare progetti di interesse comune, coerentemente alle priorità dell'UE nella regione e ai suoi programmi, al fine anche di sostenere e accelerare la prospettiva dell'integrazione europea per i Paesi IAI non membri dell'UE;

la presidenza italiana ha posto alla base del suo programma la valorizzazione e lo sviluppo di settori strategici per l'area adriatico-ionica, quali ambiente, turismo come strumento di sviluppo sostenibile, cultura e cooperazione universitaria, piccole e medie imprese (PMI) e distretti industriali e trasporti, da valorizzare anche attraverso un coinvolgimento di attori locali - regioni, municipalità, camere di commercio, eccetera - al fine di rafforzare la cooperazione regionale nel bacino adriatico-ionico e promuoverne lo sviluppo economico e sociale, operando nel quadro delle strategie UE attraverso la promozione di progetti finanziabili su fondi comunitari;

negli ultimi 6 mesi della presidenza italiana, sono stati di fatto predisposti diversi protocolli nei settori del turismo e delle PMI;

il 5 maggio 2010, a dieci anni dall'istituzione dell'IAI, si è tenuta ad Ancona la riunione del XII Consiglio adriatico-ionico. In tale occasione i Ministri degli esteri dei Paesi IAI hanno adottato una dichiarazione intesa a confermare la volontà dei Paesi membri di valorizzare la cooperazione nella regione attraverso il varo di una strategia specifica UE per la Macroregione adriatico-ionica, dando mandato a Italia, Grecia e Slovenia, Paesi IAI membri dell'UE, di promuovere tale iniziativa a Bruxelles, con il supporto ed il pieno consenso di tutti i Paesi IAI ed in collaborazione con la Commissione ed il Comitato delle regioni;

il 27 ottobre 2010, all'incontro sulla strategia macroregionale tenutosi ad Ancona, è stato adottato il documento di risoluzione da parte dei membri del Comitato delle regioni nel quale si chiede al Consiglio europeo di invitare la Commissione europea a presentare una strategia europea per la Macroregione adriatico-ionica, sulla base della dichiarazione del Consiglio adriatico-ionico (adottata il 5 maggio 2010 ad Ancona dai Ministri degli esteri degli otto Paesi partecipanti all'IAI) e che la stessa Commissione, nel quadro della prossima programmazione dopo il 2013, consideri le macroregioni come strumenti efficaci per l'utilizzo delle risorse e definisca i criteri per l'approvazione delle strategie macroregionali;

considerato che:

alla luce dei recenti sviluppi che hanno visto l'emergere e l'approvazione delle macroregioni nelle aree del Danubio e del Baltico destinatarie di politiche europee specifiche per il loro sviluppo, la strategia adriatico-ionica, basata su tematiche di interesse comune dei Paesi membri, rappresenta una grande opportunità per la promozione di una politica di coesione transnazionale diretta allo sviluppo del bacino adriatico-ionico;

il piano d'azione previsto in questa strategia potrà imprimere un nuovo impulso ai progetti in corso in questa area, promuovendo un ambiente più sostenibile, uno sviluppo economico e sociale più equilibrato, il rafforzamento delle istituzioni democratiche, la sicurezza dell'intero bacino, dando concretezza all'obiettivo di coesione territoriale sostenuta dal Trattato di Lisbona e agevolando le procedure di ingresso degli Stati esterni nella UE;

la strategia può rappresentare anche un importante segnale politico verso i Balcani occidentali, in quanto una Macroregione adriatico-ionica può contribuire a stabilire relazioni più profonde tra l'UE e i Paesi di tale area geografica, accelerandone l'integrazione, anche al fine di attivare processi di sviluppo sostenibili e di consolidamento dell'economia in un'area particolarmente fragile;

la valenza politica di tale strategia macroregionale appare ancora più rilevante se si considera che tre Paesi sono membri dell'UE (Italia, Grecia e Slovenia), uno (Croazia) è ormai prossimo all'integrazione, quattro (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Serbia) hanno avviato un percorso di avvicinamento all'UE;

tale strategia potrebbe, altresì, costituire un impulso ulteriore nel processo di cooperazione nel Mediterraneo, agevolando progressivamente la creazione di una strategia macroregionale più ampia con il coinvolgimento di altri Paesi del Mediterraneo;

ritenuto che:

l'IAI presenta enormi potenzialità sia per l'omogeneità territoriale di collocazione geopolitica dei Paesi che si affacciano sull'Adriatico e sullo Ionio, con conseguente possibilità di forte interlocuzione con le altre macroregioni, sia per i molteplici rapporti e scambi storico-culturali tra i medesimi Paesi rivieraschi;

è urgente che si manifesti un protagonismo diretto più convincente delle Istituzioni italiane nazionali, degli enti territoriali e degli altri attori istituzionali, economici e sociali sia per accelerare l'iter di approvazione definitiva della Macroregione in sede europea, sia per coordinare i programmi di sviluppo nazionali con quelli che dovranno formare oggetto della strategia adriatico-ionica,

impegna il Governo:

ad assumere ogni iniziativa in sede europea, di concerto con le altre Nazioni aderenti, al fine di ottenere, entro i tempi più brevi possibili e comunque prima della definizione della nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, l'approvazione definitiva della Macroregione adriatico-ionica da parte del Parlamento europeo;

a contemplare in tutti gli strumenti di programmazione economico-finanziari, infrastrutturali, energetici, ambientali, turistici, culturali, l'esistenza della Macroregione adriatico-ionica e le sue finalità ed a conformare, altresì, la politica estera nei confronti dei Paesi aderenti all'IAI agli obiettivi della strategia medesima;

a promuovere la partecipazione dei Parlamenti nazionali al processo di definizione ed attuazione della strategia adriatico-ionica;

a coordinare la partecipazione degli enti territoriali e degli altri attori istituzionali, economici e sociali alla definizione della strategia adriatico-ionica.