Legislatura 18ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-03206
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Atto n. 3-03206(in Commissione)
Pubblicato il 24 marzo 2022, nella seduta n. 418
DE BERTOLDI - Ai Ministri della transizione ecologica e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
nel corso del programma televisivo "Fuori dal coro" del 13 marzo 2022, è stato trasmesso un servizio, che mostrava a 10 miglia della costa delle Marche una delle tante piattaforme marine di estrazione di gas naturale presenti nel mar Adriatico, completamente inattiva, utilizzata al fine dell'esplorazione di potenziali giacimenti di idrocarburi;
il servizio televisivo ha evidenziato come in Italia, siano attualmente presenti 752 pozzi di estrazione del gas completamente inattivi, presenti ovunque sul territorio nazionale: dall'Emilia-Romagna, alla laguna di Venezia e lungo le coste di Abruzzo e le Marche, fino alla Sicilia;
nella regione marchigiana, in particolare a San Benedetto del Tronto, è presente una piattaforma petrolifera denominata "Fabrizia 1", e, incrociando i dati presenti sul sito internet del Ministero dello sviluppo economico, si conferma l'esistenza di un pozzo produttivo non erogante, che dimostra effettivamente l'esistenza del gas e pertanto pronto per essere estratto, senza che tuttavia nessuno provveda in tal senso; così come anche la piattaforma petrolifera "Davide", presente anch'essa nelle Marche, evidenzia che i pozzi produttivi eroganti siano addirittura quattro, come sostenuto dallo stesso servizio televisivo, che ha aggiunto inoltre come ci siano 140 miliardi di metri cubi di gas presenti in Italia, ma non ancora estratti (come rilevato dai dati presenti su sito internet dello stesso Ministero, che riporta una mappa geografica del nostro Paese in cui si rileva come quasi tutti i pozzi siano produttivi, ma non eroganti);
negli ultimi anni il crollo dell'estrazione del gas è stato vertiginoso, ha proseguito il programma, considerato che nel 2000 nel mare Adriatico si estraevano 17 miliardi di metri cubi all'anno, mentre attualmente l'estrazione è pari a soltanto 800 milioni di metri cubi, ovvero il 95 per cento in meno;
desta sconcerto e sfiducia, ha sostenuto ancora il servizio televisivo, la condizione attuale legata all'estrazione di idrocarburi del nostro Paese, considerato come, nonostante vi sia un potenziale minerario notevole, nello scorso anno sia stato estratto dal sottosuolo nazionale soltanto per 3,34 miliardi di metri cubi, sebbene esista una quantità rilevantissima di gas naturale a disposizione (in Sicilia sono presenti due piattaforme di estrazione del gas, anch'esse inattive, denominate "Cassiopea" e "Argo", in grado di produrre 10 miliardi di metri cubi all'anno di gas);
nel caso in cui si riattivassero i pozzi di estrazione del gas, secondo quanto sostenuto dall'ingegner Michelangelo Tortorella, amministratore della DG impianti ed esponente di Assomineraria, si potrebbero produrre in Italia 30 miliardi di metri cubi in un anno, ovvero 10 volte in più rispetto a quanto prodotto attualmente;
a giudizio dell'interrogante, risultano inspiegabili le ragioni per le quali non si provveda in tempi rapidi a riattivare tutti i pozzi di estrazione del gas, già disponibili e soprattutto produttivi, specie in un momento particolarmente difficile e grave come quello attuale, legato agli scenari internazionali connessi alla guerra in corso tra Russia e Ucraina, che coinvolge direttamente l'intera Europa e in particolare il nostro Paese, dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico;
risulta sconcertante, a parere dell'interrogante, anche la dichiarazione dello stesso ingegner Tortorella, il quale ha dichiarato che la situazione è complessivamente immobile a causa della mancanza di un sostegno autorizzativo, in quanto nessuno acconsente all'estrazione di 30 miliardi di metri cubi di gas, con la conseguenza che il gas domestico estratto attualmente è pari soltanto al 6 per cento, mentre per il 94 per cento è importato dall'estero; inoltre, dal punto di vista economico, l'estrazione in Italia ha un onere pari a 5 centesimi a metro cubo, mentre invece si spendono 70 centesimi a metro cubo per il gas importato dall'estero, ovvero da Paesi quali Russia, Algeria e Libia,
si chiede di sapere:
quali valutazioni di competenza i Ministri in indirizzo intendano esprimere con riferimento a quanto esposto;
quali siano le motivazioni per le quali le piattaforme di estrazione di gas naturale presenti nel nostro Paese siano attualmente inattive, nonostante il servizio televisivo confermi invece le enormi potenzialità di gas esistenti nel territorio nazionale, in grado di soddisfare ampiamente il fabbisogno nazionale;
se non convengano che, in relazione alla gravissima situazione geopolitica ed economica internazionale, connessa al conflitto in corso, che sta determinando gravi conseguenze sul piano energetico, economico e industriale, per il nostro Paese, tali da indurre il Governo ad adottare misure urgenti per fronteggiare tali difficoltà, sia urgente e indifferibile adottare interventi volti a riattivare tutti i pozzi di estrazione del gas presenti, al fine di ridurre fortemente la dipendenza energetica verso i Paesi esteri e risparmiare notevoli risorse finanziarie, da destinare invece alle famiglie e alle imprese nazionali, unitamente a rivedere profondamente le politiche industriali, la cui programmazione soprattutto negli ultimi anni è stata a giudizio dell'interrogante ampiamente insufficiente.