Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04169
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Atto n. 4-04169
Pubblicato il 5 ottobre 2020, nella seduta n. 260
RUOTOLO , VALENTE , NUGNES - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
la masseria "Antonio Esposito Ferraioli" sorge in via Lampedusa ad Afragola, alle porte di Napoli, e rappresenta il bene confiscato più grande dell'area metropolitana di Napoli (che comprende un fabbricato rurale non agibile di mille metri quadri e 12 ettari di terreni, circa 120.000 metri quadri), sottratti 20 anni fa ai clan, e che da 3 anni è diventata un presidio di legalità grazie a un percorso di riuso sociale;
da marzo 2017, infatti, attraverso una gara ad evidenza pubblica, il Comune di Afragola ha affidato, dopo anni di abbandono e degrado, il bene confiscato a una rete composta da 5 soggetti: Consorzio terzo settore, Cgil di Napoli, cooperativa Radio Giancarlo Siani, cooperativa l'Uomo e il Legno e associazione di volontariato "Sott' è ncoppa", che hanno intitolato la masseria alla memoria di Antonio Esposito Ferraioli, cuoco, scout e sindacalista della Cgil, vittima innocente della camorra;
la masseria un tempo rappresentava il fortino del clan Magliulo, protagonista negli anni '70 e '80 di una faida sanguinosa contro il clan Moccia per il controllo di una serie di rilevanti interessi economici: dalla costruzione dell'attuale rione Salicelle, ai grandi centri commerciali campani, agli appalti edilizi, alla costruzione, poi non realizzata, della Disneyland italiana, fino ad altre opere infrastrutturali;
in questi anni, la masseria è impegnata nella valorizzazione e tutela dell'ambiente attraverso numerose azioni: lo sviluppo del progetto del "museo vivente della biodiversità" con 1.704 alberi di 15 varietà diverse, che ha come obiettivo quello di praticare la memoria, da un lato con il recupero delle tradizioni agricole locali e la valorizzazione della biodiversità, dall'altro attraverso la memoria delle vittime innocenti di mafia a cui sono intitolati i diversi filari. Inoltre sono nati 128 orti urbani, affidati gratuitamente a 128 famiglie di Afragola e delle città limitrofe. Nel 2018 è nata una start up formata da donne, che si occupa della commercializzazione di prodotti della masseria;
grazie all'impegno dei gestori è stato vinto nel giugno 2018 un bando di un milione e mezzo di euro per realizzare una casa di accoglienza per donne e minori vittime di violenza, ma a distanza di 28 mesi il Comune di Afragola, sottoscrittore del contratto, non ha compiuto alcun atto amministrativo significativo. Si è giunti, grazie a diverse energiche sollecitazioni degli affidatari e il coinvolgimento degli uffici della Prefettura di Napoli, ad indurre l'amministrazione comunale ad affidare nuovamente incarichi professionali esterni all'ente per la progettazione definitiva d'intervento e la stesura di un nuovo cronoprogramma tra il Comune di Afragola e la Prefettura, ma ad oggi, come risulta agli interroganti, gli incaricati non si sono mai recati neppure una volta presso la masseria;
già nel 2013 il Comune risultava beneficiario di un PON sicurezza sempre sul medesimo bene confiscato ed anche quel finanziamento di 2 milioni e 200.000 euro è stato perso per un'ingiustificata "inerzia amministrativa";
la masseria è da tempo finita nel mirino di gravi attentati e ritorsioni dimostrative, ultime in ordine di tempo: venerdì 1° ottobre 2020 gli affidatari hanno rinvenuto all'ingresso della struttura 21 bossoli di pistola esplosi a salve. Come probabile risposta al sopralluogo organizzato il giorno seguente con esponenti della società civile, attivisti, volontari, dirigenti politici e il primo firmatario del presente atto, per esprimere vicinanza e solidarietà, sabato 3 ottobre sono stati rinvenuti nel medesimo luogo altri 9 bossoli a salve;
da diversi resoconti di organi di stampa e da un'interlocuzione con il direttore dell'associazione temporanea di scopo della masseria, emerge un grave clima ritorsivo e di minacce. Tanti gli episodi denunciati: danneggiamenti alla struttura, cancelli divelti, sversamento di rifiuti, ritrovamento di carcasse di auto, furti di attrezzi agricoli;
la masseria è simbolo di resistenza e di legalità in un comune dal 1996 al 2008 più volte commissariato e il Consiglio comunale per due volte sciolto su proposta del Ministro dell'interno, per infiltrazioni dell'organizzazione malavitosa nella gestione della macchina comunale, rilevate da una commissione d'accesso inviata dalla Prefettura;
si rammenta che solo l'anno scorso la città è stata investita da ben 8 bombe e omicidi di camorra: il territorio posto sotto attacco da parte dei poteri criminali, come emerge nel rapporto del febbraio 2019 della Direzione investigativa antimafia: "Il sodalizio che esercita il controllo di un'ampia fascia del territorio è quello storicamente radicato nel territorio afragolese attraverso una capillare attività estorsiva";
il clan storico che domina Afragola estendendo il suo potere tra la provincia di Napoli e Roma è quello dei Moccia, colpito lo scorso 30 settembre 2020, a conferma dello spessore criminale, finanziario ed economico, da un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e da decreto di sequestro preventivo emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di 19 persone tra i destinatari anche Angelo e Luigi Moccia, capi dell'omonimo clan camorristico che nella capitale avevano investito denaro di provenienza illecita in beni immobiliari e attività di ristorazione, ben 14 locali, dislocati, soprattutto nella zona della Roma bene, tra Castel Sant'Angelo, il Quirinale e piazza Navona, per un valore di oltre 4 milioni di euro;
in questo quadro si inserisce l'esperienza della masseria Antonio Esposito Ferraioli, un modello positivo di lotta alla camorra, di resistenza civile ma soprattutto di contrasto all'illegalità, al centro di forti interessi speculativi e progetti edilizi mediati dalla convergenza di un coacervo di poteri non solo camorristici;
in particolare si segnala una vicenda rilevante legata alla particella catastale 105, un'estensione di terreno superiore a 20.000 metri quadri (2 ettari) facente parte del bene confiscato e divisa al 50 per cento tra il Comune di Afragola e gli eredi Magliulo. Nonostante numerose sollecitazioni degli affidatari all'amministrazione di Afragola la quota parte resta indivisa e forse non casualmente: parte del terreno, infatti, è interessata dal progetto che prevede la costruzione di un nuovo svincolo autostradale "ammazza ingorgo" sul ramo dell'autostrada A1-A16 nel tratto nel quale confluisce il traffico proveniente da Bari, Roma e Napoli in danno ad Ikea che ha perso la controversia (con il giudizio del maggio 2019 del Consiglio di Stato) con i Comuni di Afragola e Casalnuovo;
sulla vicenda della masseria in una recente intervista il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho ha detto: "I beni confiscati sono patrimonio dello Stato e quindi dovrebbero essere difesi sempre. Se c'è un tentativo di riprenderseli in qualche modo e anche quando non vengono assegnati o vengono lasciati deperire, quello è un altro elemento simbolico della sconfitta dello Stato. Perciò bisogna difenderli, tutelarli",
si chiede di sapere:
quali misure il Ministro in indirizzo, per quanto di sua competenza, intenda adottare al fine di prevenire e contrastare le minacce, le intimidazioni, le ritorsioni e le subdole attività criminali di boicottaggio nei confronti della masseria Antonio Esposito Ferraioli;
se ritenga di assumere iniziative urgenti come la tutela interforze permanente con monitoraggio e vigilanza con presidio fisso presso la masseria e l'attivazione della videosorveglianza o avviare un accertamento per comprendere le ragioni e se esistano responsabilità dell'"inerzia amministrativa" del Comune di Afragola;
se ritenga di patrocinare la realizzazione della casa di accoglienza per donne e minori vittime di violenza e così tutelare un presidio di legalità ed un esempio di buona gestione dei beni confiscati, importantissimo per la città di Afragola e tutto il suo circondario;
se non ritenga opportuno disporre, ex articolo 143 del testo unico degli enti locali (di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000), la nomina, da parte del prefetto, di una commissione d'accesso agli atti del Comune di Afragola, al fine di garantire la piena trasparenza e la corretta azione amministrativa dell'ente locale.