Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01625
Azioni disponibili
Atto n. 3-01625
Pubblicato il 27 maggio 2020, nella seduta n. 222
PITTELLA , MARCUCCI , FEDELI , FERRARI - Al Ministro per gli affari europei. -
Premesso che:
l'Unione europea sta affrontando una crisi economica profonda a causa della pandemia da COVID-19, che ha determinato una contrazione economica che per entità e rapidità, a detta della Banca centrale europea, non ha precedenti in tempi di pace;
secondo le previsioni economiche di primavera 2020 della Commissione europea pubblicate il 7 maggio, l'economia dell'area euro si contrarrà nel 2020 in misura record pari a circa il 7,7 per cento per poi crescere di circa il 6,3 per cento nel 2021. Analogamente, l'economia della UE è prevista contrarsi del 7,4 per cento nel 2020 e poi crescere a un tasso del 6,1 per cento nel 2021. Per l'Italia è previsto uno dei peggiori risultati nella UE: una contrazione del 9,5 per cento nel 2020 e un parziale recupero del 6,5 per cento nel 2021;
lo shock all'economia della UE è simmetrico, avendo la pandemia colpito tutti gli Stati membri, ma sia la contrazione della produzione nel 2020, sia la forza della ripresa nel 2021 si prospettano molto diverse da un Paese all'altro, dipendendo non solo dall'evoluzione della pandemia, ma anche dalla struttura economica e dalla capacità di rispondere con politiche adeguate; è di tutta evidenza che la dinamica della ripresa in ciascuno Stato membro influenzerà la ripresa negli altri, data l'interdipendenza delle economie europee, e proprio per questi motivi risulta oggi essenziale la definizione di un piano ambizioso dell'Unione con misure adeguate che permettano agli Stati membri di controbilanciare gli effetti socio-economici della crisi e riprendere la via della crescita;
considerato che:
a conclusione dei Consigli europei tenutisi nel mese di aprile, sono stati approvati sia l'istituzione di tre reti di sicurezza (meccanismo europeo di stabilità, fondo di garanzia paneuropea della Banca europea degli investimenti, fondo europeo SURE di sostegno a strumenti nazionali per la lotta alla disoccupazione), sia il mandato alla Commissione europea per la presentazione urgente della proposta per l'istituzione di un "recovery fund" che, come specificano le conclusioni del Presidente del Consiglio europeo, "dovrà essere di entità adeguata, mirato ai settori e alle aree geografiche dell'Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti"; dovranno essere definite modalità di finanziamento, il nesso con il quadro finanziario pluriennale (QFP), la forma che assumeranno gli aiuti (prestiti, sovvenzioni o una formula intermedia), le modalità di utilizzo, la durata temporale nonché il livello dei finanziamenti. Le prossime settimane, dunque, saranno decisive per comprendere quale sarà il complessivo piano di interventi della UE destinati a fronteggiare l'emergenza, ed in particolare quale sarà l'architettura del "recovery fund";
il 18 maggio, è stata presentata un'iniziativa congiunta di Germania e Francia per un piano di ripresa dalla crisi; è sollecitata la creazione, nel quadro del prossimo QFP, di un fondo comune per raccogliere sui mercati finanziari 500 miliardi di euro da destinare in primo luogo ai Paesi e ai settori più colpiti, sulla base dei programmi di bilancio dell'Unione e nel rispetto delle priorità della UE (in particolare la transizione verde e il digitale); il finanziamento sarà finalizzato alle difficoltà legate alla pandemia e dovrebbe costituire una previsione straordinaria e complementare, integrata nella decisione sulle risorse proprie, con un volume ed una scadenza chiaramente specificati e collegati ad un piano vincolante di rimborso che ecceda la durata del QFP; si mira a trasferimenti nella forma di grant e non di prestiti, così che essi non andranno a toccare i bilanci pubblici e non contribuiranno ad un aumento del debito. Tale proposta introduce un principio di solidarietà finanziaria che è essenziale in questo momento di crisi e che tenderebbe al rafforzamento dell'Unione, e che, sommata alle ulteriori proposte che ridisegnano la politica industriale e di sviluppo della UE tra strategia sanitaria unitaria e accelerazione della transizione all'economia verde e digitale, potrebbe rappresentare il primo passo verso una compiuta unione politica e fiscale;
tale proposta è stata accolta con estrema freddezza da Austria, Danimarca, Olanda e Svezia, che hanno a loro volta presentato una controproposta nella quale affermano di non accettare alcuna mutualizzazione del debito e che l'erogazione di prestiti avvenga a condizioni stringenti per i Paesi più colpiti. Al contrario, la proposta proveniente in particolare da Italia e Spagna e dagli altri Paesi dell'Europa meridionale, particolarmente colpiti dall'epidemia, è più ambiziosa e mira ad un piano per affrontare l'emergenza di almeno 1.000 miliardi di euro, in massima parte a fondo perduto, oltre a prestiti "con una durata molto lunga", da rendere disponibili prima possibile;
la Commissione europea dovrà tirare le fila di tutte queste distinte posizioni; il 27 maggio è stato presentato il proprio piano complessivo, in cui è definito il pacchetto di proposte per affrontare l'emergenza, a partire dalla definizione dell'architettura del recovery fund che dovrebbe sostenere i Paesi UE più colpiti e il legame con il QFP, di cui pure la Commissione deve presentare la nuova proposta e sul quale gli Stati membri si erano già confrontati prima dell'inizio della pandemia; l'attenzione è alla dotazione complessiva e alla composizione del recovery fund, ovvero quanta parte sarà destinata a prestiti a lungo termine e quanta parte a sovvenzioni a fondo perduto e quale sarà l'entità del ricorso al mercato. Di particolare interesse per il nostro Paese anche la definizione del metodo di ripartizione delle risorse a disposizione, che permette di individuare l'entità delle risorse di spettanza dell'Italia nelle diverse ipotesi possibili. La prossima convocazione del Consiglio europeo è prevista per il 18 e 19 giugno, ed è in questa sede che l'accordo sul recovery fund dovrà essere ratificato,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato dei negoziati in sede europea per giungere al Consiglio europeo del 18 e 19 giugno che dovrà decidere in merito al recovery fund e al pacchetto complessivo di proposte per fronteggiare l'emergenza post pandemia;
quali sia la linea che il Governo intende assumere nel prosieguo del negoziato sulla proposta della Commissione europea del 27 maggio 2020.