Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03126

Atto n. 4-03126

Pubblicato il 8 aprile 2020, nella seduta n. 205

FATTORI , NUGNES , DE FALCO , DI MARZIO - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

l'articolo 2, comma 1, dell'ordinanza n. 630/2020 della Protezione Civile dispone che il capo del Dipartimento della Protezione civile, per il superamento dell'emergenza sanitaria da Coronavirus si avvale di un comitato tecnico scientifico, istituito con proprio provvedimento, composto dal segretario generale del Ministero della salute, dal direttore generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, dal direttore dell'Ufficio di coordinamento degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della salute, dal direttore scientifico dell'Istituto nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani", dal Presidente dell'Istituto superiore di sanità, da un rappresentante della Commissione salute designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome e dal coordinatore dell'Ufficio promozione e integrazione del Servizio nazionale della protezione civile del Dipartimento della protezione civile, con funzioni di coordinatore del comitato;

il comitato tecnico scientifico si occupa di coadiuvare, dal punto di vista scientifico, la Protezione Civile in merito alle eventuali azioni di profilassi e tutela dalla propagazione del contagio, attraverso la raccolta e l'elaborazione dei dati relativi al virus e alla sua modalità di diffusione;

nell'informativa del Presidente del Consiglio dei ministri al Senato del 26 marzo 2020 lo stesso presidente Conte, nel ringraziare il comitato tecnico scientifico, dichiara che le decisioni vengono prese anche sulla base delle relazioni provenienti dal comitato;

nella stessa informativa il Presidente del Consiglio dei ministri fa la cronistoria dei provvedimenti presi nella situazione di emergenza e in particolare fa riferimento al tempestivo isolamento dei Comuni di Codogno e di Vo' Euganeo all'insorgenza della prima curva esponenziale di contagi, passati in un solo giorno da uno a quindici unità soggetti, colpiti da Coronavirus il 21 febbraio 2020;

il 22 febbraio 2020 analoghe curve di crescita iniziano a percepirsi in alcuni comuni della provincia di Bergamo quali per esempio Nembro e Alzano Lombardo e in altri comuni della Val Seriana;

il 23 febbraio l'ospedale di Alzano Lombardo viene chiuso per la presenza di due contagiati ma, da una ricostruzione della trasmissione televisiva "Report", riaperto a distanza di poche ore senza sanificazione e senza dotare il personale di adeguate misure di profilassi;

considerato che:

ad Alzano Lombardo i casi passano in due ore da due unità a sette, immediatamente trasferite a Bergamo;

secondo la ricostruzione della trasmissione "Report", le dichiarazioni dei sindaci di Alzano Lombardo e di Nembro parlano di preavvisi da parte della prefettura di una prossima decretazione che li avrebbe visti inseriti nella "zona rossa", con tanto di esercito pronto e di primi interventi di strutturazione di presidi mobili da parte della Protezione Civile già dal 23 febbraio;

nessun Comune della Val Seriana è stato dichiarato "zona rossa";

la Val Seriana è luogo della concentrazione di PIL più alta d'Italia che conta migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori, basti pensare che nella sola Alzano Lombardo insistono quasi 400 aziende per un totale di 4.000 lavoratori;

considerato, inoltre, che:

per ammissioni dei primi cittadini i contatti con il sostrato imprenditoriale della zona è stato frequente;

i messaggi lanciati da Confindustria Lombardia tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo volevano tranquillizzare cittadini e mercati, dicendo che l'espansione del virus era sotto controllo, che sarebbe terminata presto e che le imprese continuavano a lavorare a pieno ritmo con tanto di creazione dell'hashtag "Yeswework";

le fabbriche della Val Seriana hanno continuato a lavorare fino al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 marzo e in questo lasso di tempo i contagi sono passati, in 30 giorni esatti, da 2 a 6.000;

in una conferenza stampa passata in video dalla trasmissione televisiva "Report", alla domanda sull'esistenza di un rapporto che avesse messo in luce la situazione in Val Seriana che appunto aveva fatto allertare, attraverso i prefetti, i sindaci della zona, la risposta lascia intendere che effettivamente il rapporto esisteva e che era stato trasmesso,

si chiede di sapere quali siano stati i motivi e i percorsi delle decisioni assunte nei mesi di febbraio e marzo, da cui sia derivato un diverso trattamento tra i Comuni di Codogno e quelli della Val Seriana, a fronte dell'esistenza di una relazione del comitato tecnico scientifico della Protezione Civile che avrebbe evidenziato uno stato di pericolo analogo, rapporto i cui contenuti si chiede al Ministro di rendere noti.