Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01092

Atto n. 3-01092 (in Commissione)

Pubblicato il 30 luglio 2019, nella seduta n. 139
Svolto nella seduta n. 130 della 10ª Commissione (14/01/2021)

PAPATHEU - Ai Ministri dello sviluppo economico e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. -

Premesso che:

quando una società ritiene che il suo investimento in un Paese sia stato (o potrebbe essere) danneggiato dalle misure del Governo, può fargli causa per danni davanti a un tribunale arbitrale, composto da tre "arbitri" esperti di diritto commerciale e degli investimenti;

la maggior parte delle udienze ha luogo presso il Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative agli investimenti (ICSID), un'istituzione del gruppo della Banca mondiale;

come noto l'ISDS (Investor-State dispute settlement) è il meccanismo di composizione delle controversie fra investitori e Stati presente in molti accordi sul commercio e gli investimenti. Esso permette alle imprese, di solito di dimensioni globali, di un Paese contraente di chiedere danni a un altro Stato firmatario dell'accordo se questo, con le sue politiche anche di carattere legislativo, ha violato le loro aspettative di profitto. L'ISDS nasceva per garantire i diritti degli investitori contro le nazionalizzazioni o gli espropri in Paesi con sistemi giudiziari instabili. Tuttavia, oggi, purtroppo, si è evoluto fino a diventare uno strumento utilizzato dalle imprese contro quei Governi che approvano norme loro sgradite. L'ISDS, pertanto, diviene uno strumento deterrente rispetto all'approvazione di misure, interventi, leggi di uno Stato a tutela dell'interesse pubblico;

infatti, cause sono state intentate contro i Governi, e vinte da società private, per aver posto limiti o negato le attività estrattive in mare, per aver posto limiti all'aumento dei costi dell'acqua, per aver attuato programmi di eliminazione della produzione di carbone, per aver limitato il consumo di bevande gassate e zuccherate, per aver non più concesso incentivi precedentemente accordati;

molti sostengono che l'arbitrato internazionale sia un sistema di dubbia imparzialità che ha l'attitudine a dare ragione al privato e a condannare gli Stati;

sono 117 i Paesi finiti nei tribunali arbitrali e circa il 70 per cento delle decisioni (fra quelle di giurisdizione e quelle di merito) ha visto prevalere i privati;

dopo la Spagna, l'Italia è il Paese più colpito da una lunga sequenza di arbitrati internazionali nell'ambito del trattato sulla Carta dell'energia;

evidenziato che:

l'Italia è risultata soccombente in un arbitrato internazionale a seguito di una causa intentata dalla società olandese CEF Energia BV presso la camera di commercio di Stoccolma. I contribuenti italiani, in virtù della decisione dell'Italia di ridurre gli incentivi sulle energie rinnovabili dovranno, pertanto, pagare 10,6 milioni di euro di multa all'impresa che si è appellata alla clausola ISDS contenuta nel trattato sulla Carta dell'energia. La condanna è arrivata per il taglio retroattivo agli incentivi sul fotovoltaico che il Governo Renzi effettuò con il decreto "spalma incentivi" (decreto-legge n. 91 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 116 del 2014), a cui l'attuale Governo non ha posto rimedio con alcun provvedimento correttivo. Risulta che CEF Energia BV avesse investito in tre distinti progetti fotovoltaici ("Megasol", "Enersol" e "Phoenix") nel nostro Paese, che hanno beneficiato delle agevolazioni. Il decreto avrebbe ridotto il sussidio del 6-8 per cento. Mentre decine di imprese italiane colpite dalla stessa misura hanno potuto fare ricorso soltanto alle corti nazionali, la società olandese ha potuto beneficiare dell'arbitrato, riservato agli investitori esteri. Nel 2015 ha sporto denuncia e adesso è arrivata la condanna;

risulta che l'Italia per difendersi si sia riferita ad una recente sentenza della Corte di giustizia europea che ha stabilito che l'arbitrato fra Stati membri è incompatibile con il diritto dell'Unione. Gli arbitri della causa CEF Energia BV Italia hanno però sentenziato che la questione non fosse attinente al diritto dell'Unione ma una legge nazionale: un'interpretazione che rischia di generare un ulteriore danno per il nostro Paese in quanto vi è un altro caso ISDS intentato contro l'Italia ai sensi del trattato sulla Carta dell'energia: questo riguarda la società petrolifera britannica Rockhopper che chiede fino a 350 milioni di euro all'Italia per averle vietato di trivellare entro le 12 miglia marine (causa contro l'Italia, dopo il rifiuto dello Stato italiano, nel 2016, di concedere al progetto "Ombrina Mare" la concessione per estrarre petrolio nell'Adriatico abruzzese entro le 12 miglia marine. La decisione di vietare nuove concessioni entro le acque territoriali serviva per indebolire il fronte referendario sulle trivellazioni in mare. La Rockhopper ha deciso di utilizzare la clausola ISDS per chiedere i danni all'Italia);

già a fine 2018 l'Italia ha perso un'altra causa: 7,4 milioni di euro da sborsare alla danese Greentech Energy Systems (ex Athena Investments) per aver cambiato la normativa sugli incentivi alle energie rinnovabili nel 2014. Secondo i dati ufficiali per 11 volte l'Italia è stata denunciata da investitori scontenti delle politiche pubbliche, che hanno intrapreso le vie legali per recuperare denaro grazie alla clausola ISDS contenuta nel trattato;

il rischio di compensazioni monetarie è un vulnus per le casse dello Stato italiano e dei cittadini,

si chiede di sapere se vi siano altri contenziosi in essere e se i Ministri in indirizzo ritengano possibile attuare una revisione degli accordi commerciali gravati dalla clausola ISDS.