Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08712
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Atto n. 4-08712
Pubblicato il 20 dicembre 2017, nella seduta n. 919
CAMPANELLA , DIRINDIN , GRANAIOLA , GATTI , GOTOR , LO MORO , GUERRA , PEGORER , BAROZZINO , CERVELLINI - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
in data 9 dicembre 2017 un incendio, di apparente natura dolosa, ha interessato il centro di permanenza per il rimpatrio (CPR), ex centro di identificazione ed espulsione (CIE), di Pian del Lago, di Caltanissetta;
dalla ricostruzione dei fatti parrebbe che 5 dei 96 ospiti della struttura abbiano appiccato 3 distinti focolai d'incendio in 3 diversi padiglioni dormitorio, monitorati attraverso telecamere a circuito chiuso. Queste funzionavano, tanto che la Questura ha diramato un brevissimo spezzone di filmato su quanto accaduto quel sabato 9 dicembre;
secondo il personale del CPR, il fuoco è stato appiccato attraverso l'uso di alcuni indumenti, visto che materassi e lenzuola per legge dovevano risultare ignifughi;
in data 16 dicembre 2016, a seguito di una visita ispettiva al CPR da parte del primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo è stato possibile constatare lo stato dei padiglioni, oggi vuoti;
considerato che:
dalla visita espletata al CPR di Pian del Lago è emerso che il campo è dotato di sistema antincendio, che dovrebbe essere entrato in funzione, anche se non con piena efficacia nei confronti di un incendio, che, a dire dal personale, sarebbe stato provocato da alcuni capi di abbigliamento;
a parere degli interroganti, appare strana la circostanza che la combustione di alcuni capi di abbigliamento abbia potuto produrre temperature così alte all'interno dei capannoni da provocare lo scioglimento delle plafoniere di illuminazione e ridurre i locali visitati nelle condizioni, in cui si trovano oggi;
durante la visita non sono stati rinvenuti materassi, né effetti letterecci (ad esempio cuscini), che, sono stati spostati dai migranti ospiti della struttura, forse per impiegarli come combustibile per l'incendio, così come mostrano le immagini video diffuse dalla Questura;
tutti i 3 padiglioni visitati risultavano interessati da danni provocati non da fumo (come asserito da parte del personale del CPR), ma anche da fiamme che hanno sprigionato temperature inspiegabili, giacché nella struttura avrebbero dovuto insistere solo materiali ignifughi;
considerato inoltre che le immagini stesse, diramate a mezzo stampa, sono state tratte dal sistema di videosorveglianza presente all'interno del CPR nelle parti comuni; pur tuttavia, essendo le stesse telecamere collegate ad un sistema di videosorveglianza con monitor sequenziali, non si comprende come i presunti responsabili abbiano avuto il tempo di agire indisturbati in tre diversi capannoni senza un intervento inibitorio adeguatamente tempestivo da parte degli organi preposti;
a parere degli interroganti restano dei punti oscuri da chiarire, perché l'entità della devastazione sembra eccessiva rispetto ai focolai dell'incendio e considerata la recente ristrutturazione per un importo pari ad euro 300.000, che ha compreso la revisione dell'impianto antincendio automatico;
tenuto conto che:
a quanto risulta agli interroganti, diversi avvocati hanno dovuto inviare a mezzo PEC all'ufficio immigrazione di Caltanissetta richieste di protezione dei propri assistiti in quanto, a detta dei richiedenti, pur avendo gli stessi più volte rappresentato tale volontà verbalmente (unica maniera possibile), non veniva mai fissato alcun appuntamento con gli uffici, al fine di formalizzazione l'istanza di protezione;
alle sollecitazioni degli avvocati di voler raccogliere la richiesta (non consentita), l'ufficio immigrazione era solito rispondere che l'istanza non poteva essere accolta, perché la stessa doveva essere fatta personalmente dal richiedente;
tuttavia il richiedente non ha alcuno strumento, se non tramite avvocato, di attivare il procedimento di protezione internazionale;
a comprovare ulteriormente le circostanze anzidette si rappresenta che la campagna "Lasciateci entrare", si è vista costretta ad inviare missive tramite PEC alla Prefettura di Caltanissetta per chiedere che fosse rispettato il diritto di un cittadino tunisino a richiedere protezione, considerato che lo stesso da diversi giorni manifestava tale volontà, senza tuttavia alcun riscontro da parte degli uffici preposti;
si aggiunga poi che con decorrenza dal 18 dicembre, il ricevimento degli avvocati da parte dell'ufficio immigrazione è limitato ad un solo giorno a settimana (il sabato mattina dalle 9 alle 12), giorno in cui normalmente gli uffici legali e i principali uffici di collegamento (tribunali, procure, eccetera) sono chiusi, con grave compromissione dell'attività espletata dai difensori a tutela dei propri assistiti;
nel mese di novembre diversi richiedenti asilo presenti al CPR di Caltanissetta sono stati trasferiti nottetempo al CPR di Bari Palese;
a quanto risulta agli interroganti, i difensori sono stati avvisati del trasferimento solo successivamente, con grave violazione del diritto di difesa, volontariamente compromesso dal mancato riscontro alle numerose PEC inviate alla Questura di Bari, che ad oggi, nonostante i numerosi solleciti, non ha mai dato riscontro alle stesse;
tra i richiedenti era presente un sedicente minore, la cui audizione innanzi alla commissione per il riconoscimento della protezione internazionale era stata sospesa, al fine di acquisire la documentazione attestante la minore età e al fine di effettuare gli accertamenti radiografici;
dopo il trasferimento, taluni ospiti del CPR di Bari Palese sono stati ritrasferiti a Palermo e successivamente rimpatriati dall'aeroporto di Palermo, come rilevato, nel suo intervento, dal garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, con un dispendio non indifferente per le casse dello Stato;
considerato infine che a parere degli interroganti, la volontà di appiccare l'incendio scaturisce dall'esasperazione dei migranti ospitati nel CPR di fronte alla gestione del campo ed alle difficoltà di attivare le procedure per la richiesta della protezione internazionale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quale sia la sua valutazione in merito;
se non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto, attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, anche al fine di verificare la corretta gestione della struttura da parte di chi dovrebbe garantire l'incolumità dei migranti e del personale ospitati al suo interno;
quali iniziative voglia intraprendere per garantire la corretta gestione del CPR e di tutte le procedure utili alla richiesta della protezione internazionale da parte dei migranti.