Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00743
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Atto n. 1-00743 (procedura abbreviata)
Pubblicato il 14 marzo 2017, nella seduta n. 783
DE PETRIS , BAROZZINO , CAMPANELLA , CERVELLINI , DE CRISTOFARO , PETRAGLIA , BOCCHINO , MASTRANGELI , QUAGLIARIELLO , AUGELLO , MONTEVECCHI , MANGILI , SANTANGELO , MARTELLI , LUCIDI , TAVERNA , CIOFFI , CASTALDI , AIROLA , BULGARELLI , ENDRIZZI , GIOVANARDI , BOTTICI , ARACRI , COMPAGNA , BIGNAMI , VACCIANO , PETROCELLI , GAETTI , CANDIANI , CENTINAIO , TOSATO , DIVINA , STEFANI , MORRA , CALDEROLI , MAURO Giovanni , D'AMBROSIO LETTIERI , RIZZOTTI , BONFRISCO , SERAFINI , ZUFFADA , BERTACCO , DE SIANO , FASANO , SCILIPOTI ISGRO' , SIBILIA , CARDIELLO , GIRO , BOCCA , VILLARI , TARQUINIO , PICCOLI , BUCCARELLA , BERNINI , VOLPI , CALIENDO , PALMA , RAZZI , FLORIS , PELINO , BOCCARDI , CERONI , CARRARO , CAPPELLETTI
Il Senato,
premesso che:
la Consip SpA è una società interamente controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che svolge attività di consulenza, assistenza e supporto nell'ambito degli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, essendo chiamata, in qualità di centrale di committenza nazionale e con risorse esclusivamente pubbliche, a realizzare il programma di razionalizzazione degli acquisti nella pubblica amministrazione, attraverso specifiche convenzioni con singole amministrazioni, sorvegliando tutti gli aspetti del processo di approvvigionamento, nonché attuando i diversi compiti che le vengono affidati da provvedimenti di legge o atti amministrativi;
la scelta attuata negli anni di concentrare in un'unica sede la committenza nazionale della pubblica amministrazione al fine di razionalizzare la spesa pubblica attraverso il raggiungimento di costi omogenei su tutto il territorio nazionale, ed al contempo di limitare al massimo rischi di corruzione in un settore facilmente permeabile a tale fenomeno, alla resa dei conti non sembra, ad avviso dei proponenti, aver centrato in pieno i suddetti obiettivi, quanto, piuttosto, aver comportato una serie di problematiche a carico delle piccole e medie imprese, il tessuto portante della struttura economica diffusa nel nostro Paese, incapaci di competere con le grandi e grandissime aziende che si aggiudicano la stragrande maggioranza delle commesse e degli appalti indetti dalla Consip, la cui aggiudicazione deve conformarsi ad una serie di norme nazionali ed europee che, a loro volta, introducono ulteriori aspetti di complessità nelle procedure: ultimo in ordine di tempo il decreto legislativo n. 50 del 2016, recante "Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture";
la maggior parte delle gare indette da Consip SpA si caratterizzano per un numero ridotto di lotti, del valore di centinaia di milioni di euro ciascuno, che determina un'indebita concentrazione del mercato in capo a pochi operatori, favorendo le grandi imprese e mettendo in ginocchio quelle medie e piccole;
tale comportamento è in palese violazione dell'art. 2, comma 1-bis, del decreto legislativo n. 163 del 2006 in materia di contratti pubblici volto a favorire una maggiore trasparenza e la più ampia partecipazione delle imprese alle singole gare. La norma prevede infatti che, "al fine di favorire l'accesso delle piccole e medie imprese, le stazioni appaltanti devono (...) suddividere gli appalti in lotti funzionali" e che "I criteri di partecipazione alle gare devono essere tali da non escludere le piccole e medie imprese";
la Consip, stante il delicato compito istituzionale affidatole, dovrebbe prestare una costante e sempre più verificata attenzione nel garantire la correttezza del proprio operato. A tal fine, nel 2003, è stato adottato un "modello di organizzazione e gestione" volto a prevenire la commissione di una serie di reati contemplati dalla legge, da parte di tutti coloro che lavorano per la società. Quest'ultima, infatti, è destinataria della disciplina di cui al decreto legislativo n. 231 del 2001, in materia di responsabilità amministrativa, sia in qualità di società per azioni soggetta al rischio della commissione di alcuni tra i reati societari, sia in quanto soggetto il cui interlocutore principale è rappresentato dalla pubblica amministrazione, condizioni che la rendono particolarmente esposta ai reati contro quest'ultima;
le inchieste giudiziarie su corruzione e traffico di influenze illecite legate agli appalti gestiti dalla Consip SpA, recentemente balzate agli onori della cronaca, coinvolgono i vertici ed i dirigenti della società controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze come Marco Gasparri, sospettato di aver aiutato, dietro una dazione di denaro di circa 100.000 euro, l'imprenditore Alfredo Romeo a partecipare ai bandi partire dal 2012, pongono legittimamente più di un interrogativo sulle nomine dei vertici Consip e sui comportamenti inadeguati degli amministratori della società a capitale interamente pubblico;
l'imprenditore Alfredo Romeo, che, per sua stessa ammissione, dice di aver finanziato circa 65 fondazioni di carattere politico, ha inoltre inviato alla redazione della trasmissione "Report" una missiva nella quale avrebbe riportato che, a proposito dei finanziamenti legittimi alle varie fondazioni politiche, "nessun finanziamento era stato fatto se non richiesto": una circostanza, quest'ultima, che getta ulteriori ombre sull'intera vicenda;
nell'ambito della medesima inchiesta, avviata dalla Procura di Napoli e denominata "Facility management 4", è stato interrogato come persona informata sui fatti ed in qualità di attuale amministratore delegato della Consip SpA il dottor Luigi Marroni. Dalle sue deposizioni sarebbe emerso che il ministro Luca Lotti gli avrebbe riferito di un'indagine in atto a carico della Consip, circostanza che lo avrebbe indotto a chiedere la bonifica dei suoi uffici dai dispositivi di intercettazione nel frattempo installati da Carabinieri e Guardia di finanza, rendendolo così, a sua volta, responsabile di uno sviamento delle indagini;
la circostanza è grave per due aspetti. Per un primo aspetto perché, qualora il fatto fosse vero, un Ministro della Repubblica si sarebbe reso responsabile di uno sviamento di indagine, avendo avvertito un indagato dell'esistenza di un'inchiesta a suo carico. Il ministro Lotti, infatti, è attualmente indagato per rivelazione di segreto e di favoreggiamento, e non ha mai voluto pubblicamente respingere le accuse mossegli, essendosi limitato a dichiarare di essere "tranquillo". Per un secondo aspetto perché l'amministratore delegato dottor Marroni, una volta avvertito dell'indagine, anziché recarsi immediatamente dalla magistratura per collaborare, ha tentato di ostacolarne l'azione, facendo rimuovere le intercettazioni ambientali. La vicenda nel suo complesso va valutata soprattutto dal punto di vista dell'opportunità politica alla permanenza in carica da parte di un ministro della Repubblica che all'atto del suo insediamento ha giurato sulla Costituzione di adempiere ai propri compiti "con disciplina ed onore";
anche se la condotta del dottor Marroni non configurasse un reato, essa appare quantomeno inopportuna da parte di un manager di una società a totale partecipazione pubblica che, stando alle stesse regole che la stessa si è data per statuto, dovrebbe rispondere, oltre che ai requisiti di professionalità, anche, e soprattutto, a quelli di onorabilità e correttezza;
altro comportamento censurabile da parte dell'ingegner Marroni appare la circostanza, da lui stesso ammessa, di essersi sentito vittima di un ricatto spregevole da parte del faccendiere Carlo Russo, al fine di favorire l'imprenditore Alfredo Romeo nell'assegnazione di un appalto miliardario, considerato il più grande d'Europa, e per il quale temeva che, se avesse resistito, avrebbe rischiato di perdere l'incarico;
nonostante le più che imbarazzanti rivelazioni della stampa e le improvvide dichiarazioni rese sempre alla stampa dall'interessato, né da parte sua, né da parte del Governo vi è stata alcuna iniziativa al fine di fare chiarezza, attraverso o le dimissioni spontanee o la revoca della nomina da parte del Ministro dell'economia;
al fine di assicurare la tutela degli interessi pubblici e la corretta gestione delle risorse, salvaguardando altresì l'immagine del socio pubblico, il Ministero dell'economia, con direttiva 24 giugno 2013 (firmata dal ministro pro tempore Saccomanni) emanata d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri, ha dettato al Dipartimento del tesoro i criteri di eleggibilità e gli indirizzi da osservare nelle procedure di selezione dei componenti degli organi di amministrazione delle società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero;
quanto alle nomine, la direttiva ha rafforzato i requisiti di onorabilità e di professionalità richiesti agli amministratori e ha individuato le tappe di un processo trasparente ed oggettivo di valutazione di tali requisiti, preliminare alla designazione dei candidati da parte del Ministro, nell'ambito delle sue funzioni di indirizzo politico-amministrativo. Ha introdotto, inoltre, specifici parametri per la valutazione della competenza professionale e dell'esperienza dei candidati, con una particolare attenzione ai requisiti di eleggibilità richiesti ai fini della nomina come amministratore delegato;
secondo quanto prescritto dalla direttiva, l'istruttoria sulle singole candidature deve essere svolta dal Dipartimento del tesoro, con il supporto, nel processo di ricerca e valutazione dei candidati, di due società specializzate nel recruiting di top manager, la Spencer Stuart Italia e la Korn Ferry Intl., individuate con una specifica procedura di selezione. Al termine dell'istruttoria sulle candidature, e previo parere favorevole di un comitato di garanzia, al Ministro viene proposta una short list di nominativi unitamente ad una relazione di sintesi sui criteri di selezione adottati e sui profili dei candidati proposti;
la nomina dell'ingegner Marroni è avvenuta in data 12 giugno 2015 sotto il Governo Renzi del quale faceva già parte l'attuale ministro Lotti, che a giudizio dei proponenti appare molto interessato alla tutela della figura dell'attuale amministratore delegato della Consip;
con l'interrogazione a risposta immediata 3-02856 presentata alla Camera dei deputati dal Gruppo Sinistra italiana il 7 marzo 2017 è stato chiesto al Ministro dell'economia di sapere se, all'epoca della nomina del dottor Luigi Marroni alla carica di amministratore delegato della Consip, avvenuta in data 12 giugno 2015 sotto il Governo Renzi, fossero state osservate tutte le procedure prescritte dalla direttiva 24 giugno 2013 e quali fossero, all'epoca, gli altri competitor inclusi nella relativa short list;
la risposta del ministro Padoan dell'8 marzo, con la quale, secondo i presentatori, ha mostrato imbarazzo e poco rispetto verso il Parlamento, è stata evasiva e testuale: "Quanto alla nomina dell'amministratore di Consip è stato individuato, nell'esercizio delle prerogative dell'organo di indirizzo politico, l'ingegner Marroni quale profilo idoneo a ricoprire l'incarico previa verifica dei requisiti di eleggibilità, professionalità, onorabilità ed autonomia che è avvenuta da parte del Dipartimento del tesoro sulla base delle significative esperienze attestate dal profilo professionale". Sempre lo stesso giorno, in risposta alla successiva interrogazione 3-02857, il Ministro replicava tra l'altro "l'amministratore delegato di Consip non si trova in una condizione per la quale lo statuto della società (...) contempla (...) la decadenza" e, pertanto, resterà in carica fino all'approvazione del bilancio dell'esercizio 2017;
è del tutto evidente, dalle laconiche parole del Ministro, che la richiamata procedura prevista dalla direttiva 24 giugno 2013 sia stata disattesa, poiché: non è stata data evidenza pubblica sul sito istituzionale del Ministero dell'economia e delle finanze della vacancy; non è stata avviata alcuna istruttoria, come previsto dalla direttiva, da parte delle società specializzate nella selezione di top management; non è stata compilata una short list dei nominativi selezionati e non è stato acquisito il parere del comitato di garanzia. Quindi, la prerogativa dell'organo di indirizzo politico alla quale si è richiamato il Ministro è stata esercitata eludendo completamente quella che è la procedura prevista per legge. Inoltre, all'epoca della nomina, l'ingegner Marroni rivestiva un ruolo istituzionale, essendo ancora in carica come assessore per la sanità della Regione Toscana, visto che le elezioni si sono tenute il 31 maggio 2015, mentre l'assemblea dei soci Consip lo nominava amministratore delegato il 12 giugno 2015,
impegna il Governo:
1) ad azzerare immediatamente tutte le nomine ai vertici della Consip ed a procedere a nuove nomine, seguendo puntualmente ed in modo trasparente, dandone conto al Parlamento, i criteri e gli indirizzi della direttiva 24 giugno 2013;
2) ad avviare un'inchiesta amministrativa, al fine di verificare che le procedure di assegnazione degli appalti Consip siano state applicate correttamente in base alla normativa vigente e se tali assegnazioni non siano avvenute sulla base di indebite o illecite pressioni di qualsiasi genere e provenienza politica o imprenditoriale, prevedendo opportune, drastiche sanzioni a carico dei dirigenti "infedeli" e dando immediata comunicazione al Parlamento sull'esito dell'inchiesta stessa;
3) a rivedere i criteri di definizione delle gare, al fine di consentire l'effettiva partecipazione anche anche alle piccole e medie imprese, e soprattutto favorendo e intensificando la vigilanza sull'applicazione del codice dei contratti pubblici che impone alle stazioni appaltanti di suddividere gli appalti in lotti funzionali per favorire l'accesso delle piccole e medie imprese.