Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07077

Atto n. 4-07077

Pubblicato il 28 febbraio 2017, nella seduta n. 771

PERRONE - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

negli ultimi 20 anni, la questione dell'insicurezza nella dimensione locale è divenuta un'emergenza che sta generando inquietudine nei cittadini, tanto da giustificare un nuovo protagonismo degli attori territoriali, in particolare dei sindaci, in uno spazio di azione che è sempre stato tradizionalmente appannaggio dello Stato;

in particolare, gli interventi riguardanti il rispetto delle regole di civile convivenza, il decoro degli spazi pubblici, la riconoscibilità e la serenità dei comportamenti nelle relazioni con gli altri, soprattutto a cagione di un costante aumento della presenza di immigrati sul territorio, sono divenuti un'esigenza locale la cui risoluzione non è ulteriormente procrastinabile;

in risposta a tale problematica, il legislatore, con la legge 24 luglio 2008, n. 125, ha introdotto il concetto di "sicurezza urbana" e, al contempo, ha apportato importanti modifiche all'articolo 54 del testo unico delle leggi sull'ordinamento delle autonomie locali (di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), con particolare riguardo proprio ad un ampliamento dei poteri dei sindaci in materia di sicurezza territoriale;

si ricorda, infatti, che, in base all'art. 117, comma secondo, lettera h), della Carta costituzionale, la sicurezza urbana è qualificata come ambito circoscritto e ricompreso nella materia dell'ordine pubblico e della sicurezza, che, "ad esclusione della polizia amministrativa locale", spetta alla competenza legislativa esclusiva dello Stato;

all'ampliamento delle competenze dei sindaci, tuttavia, non è corrisposto uno sforzo altrettanto valido per rafforzare il reale potere d'intervento degli amministratori locali, in modo da rendere gli interventi di ordine pubblico realmente efficaci;

per tali ragioni, negli ultimi anni, l'ANCI ed sindaci hanno sollecitato il legislatore a mettere in campo provvedimenti per attribuire agli amministratori locali quelle prerogative necessarie per attuare una riqualificazione urbana dei territori, il contrasto al degrado, il sostegno alle vittime di reati e, soprattutto, le risorse finanziarie per il potenziamento della Polizia locale, compresi l'aggiornamento e la formazione degli agenti;

nello specifico, gli amministratori locali lamentano di non poter gestire il territorio che amministrano, soprattutto a causa della limitata presenza delle unità mobili attrezzate per la Polizia locale, come delle poche risorse da utilizzare per la formazione degli agenti. Attività necessarie per il contrasto dei reati predatori, quali borseggi, furti e scippi, danneggiamenti e vandalismi, spaccio di sostanze stupefacenti su strada, truffe agli anziani;

si tratta di carenze finanziarie ed organizzative che derivano anche dalla mancata riforma della legge quadro sull'ordinamento della Polizia municipale (legge 7 marzo 1986, n. 65), che dopo tutto questo tempo non tiene conto dei cambiamenti del Paese, non solo dal punto di vista sociale ma anche da un punto di vista normativo ed istituzionale. Le molteplici funzioni che i 60.000 agenti della Polizia municipale devono assolvere, infatti, per dare risposte concrete alle richieste dei cittadini ed attuare le disposizioni dei sindaci sono inficiate proprio dal blocco del turnover e dalle carenze di organico;

al riguardo, il V rapporto nazionale sull'attività delle Polizie locali, presentato a Bari il 12 ottobre 2016 nell'ambito della XXXIII assemblea annuale dell'ANCI, ha messo in evidenza quanto il potenziamento delle funzioni della Polizia locale incida sulla possibilità di far fronte alle richieste dei cittadini nell'ambito sicurezza urbana. In particolare, gli accordi con altre forze di polizia o patti per la sicurezza, la formazione orientata principalmente sull'addestramento relativo ad uso delle armi, difesa e guida, la polifunzionalità degli operatori e dei dirigenti per svolgere servizi presso le Procure, nonché la costituzione di nuclei specializzati, nei Comuni che hanno potuto realizzare questi interventi, hanno comportato un miglioramento dell'ambiente di vita in termini di sicurezza;

considerato che:

il 21 febbraio 2017, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto-legge 20 febbraio 2017, n. 14, sulla sicurezza urbana, adottato dal Consiglio dei ministri su proposta dei Ministri dell'interno, Marco Minniti, e della giustizia, Andrea Orlando, che, in particolare, recepisce alcune richieste dell'ANCI: la messa in atto di forme di cooperazione rafforzata tra i prefetti e i Comuni dirette a incrementare i servizi di controllo del territorio; il potenziamento del ruolo dei sindaci per la prevenzione e il contrasto di fenomeni di illegalità; il rafforzamento dell'apparato sanzionatorio amministrativo;

il 24 febbraio, il sindaco della città di San Severo (Foggia), avvocato Francesco Miglio, ha iniziato uno sciopero della fame per portare all'attenzione dell'opinione pubblica l'emergenza criminalità nella cittadina dauna, da ultimo le 4 rapine messe a segno nella sola giornata del 23 febbraio, che si sommano ai 2 omicidi delle settimane precedenti e a diversi attentati dinamitardi, con numerose bombe collocate in diversi esercizi commerciali della città: una reazione resasi paradossalmente necessaria per cercare una soluzione ad una condizione divenuta intollerabile e dare un segnale alla cittadinanza, che vive questo problema con grande preoccupazione e sconforto,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario, anche alla luce dei fatti avvenuti a San Severo, che nel decreto-legge n. 14 del 2017, nel corso dell'iter parlamentare per la conversione in legge, debbano essere meglio precisate, con il supporto di tutte le forze politiche, alcune disposizioni per delineare i compiti e le funzioni attribuite ai sindaci, al fine di evitare che l'impianto del decreto finisca per esaurirsi in un mero trasferimento di deleghe che, senza implementare risorse e idonei strumenti, non potranno essere rese operative;

se non ritenga opportuno, nell'ambito della lotta alla criminalità organizzata e al degrado, promuovere una compiuta riforma della legge quadro sull'ordinamento della Polizia municipale, di cui alla legge n. 65 del 1986, non solo dal punto di vista delle funzioni, ma anche sotto il profilo contrattuale e dei diritti.