Legislatura 19ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 172 del 21/03/2024

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XIX LEGISLATURA ------

172aSEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 21 MARZO 2024

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Presidenza del vice presidente CENTINAIO,

indi del presidente LA RUSSA

e del vice presidente RONZULLI

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Civici d'Italia-Noi Moderati (UDC-Coraggio Italia-Noi con l'Italia-Italia al Centro)-MAIE: Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE; Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: FI-BP-PPE; Fratelli d'Italia: FdI; Italia Viva-Il Centro-Renew Europe: IV-C-RE; Lega Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: LSP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: PD-IDP; Per le Autonomie (SVP-PATT, Campobase): Aut (SVP-PATT, Cb); Misto: Misto; Misto-ALLEANZA VERDI E SINISTRA: Misto-AVS; Misto-Azione-Renew Europe: Misto-Az-RE.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente CENTINAIO

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 11,03).

Si dia lettura del processo verbale.

STEFANI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Commissione parlamentare per la semplificazione, nuova convocazione

PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con il Presidente della Camera dei deputati, la seduta costitutiva della Commissione parlamentare per la semplificazione, già prevista per oggi, è rinviata a martedì 26 marzo 2024, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto.

Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e conseguente discussione (ore 11,06)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: «Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro».

Ha facoltà di parlare il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone.

CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, signori senatori, vi è l'urgenza nel nostro Paese di implementare la cultura della sicurezza in tutti gli ambiti della vita lavorativa. Mai avrei voluto assistere a nuove tragedie sul lavoro. Ciononostante, siamo costretti ad affrontare questo tema, non senza aver prima rivolto un pensiero alle vittime e alle loro famiglie. (Applausi).

Con la presente informativa intendo condividere gli interventi e le azioni più recenti che il Governo ha posto in essere in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. I fatti accaduti di recente a Firenze e le tragedie che ci troviamo ad affrontare troppo spesso, quasi quotidianamente, ci costringono a confrontarci con una realtà che necessita non solo di interventi ben definiti, ma anche di una nuova cultura e consapevolezza della tutela della salute e della sicurezza.

Solo qualche mese fa, in questa stessa Aula, la convergenza tra maggioranza e opposizione su un tema così delicato, da essere comune a tutte le forze politiche, ha permesso l'approvazione di una mozione unitaria che impegnava il Governo a mettere in campo una serie di azioni.

Oggi, nel mio ruolo di Ministro del lavoro e delle politiche sociali, rendo questa informativa per darvi conto di quanto fatto anche rispetto agli impegni presi. Fin dal nostro insediamento, il Governo è intervenuto al fine di arginare il fenomeno delle morti bianche e dei gravi infortuni sul lavoro. Lo abbiamo fatto pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani, con interventi trasversali che guardano al mondo del lavoro, delle imprese e della scuola e improntati alla prevenzione e alla formazione, alla sensibilizzazione e alle azioni concrete di contrasto all'irregolarità. Si tratta di azioni urgenti e doverose, non da ultimo per dare un segnale forte a quei datori di lavoro che pensano di poter eludere il sistema delle regole a tutela dei lavoratori e anche agli stessi lavoratori che devono contribuire a far implementare la cultura della sicurezza in ambito lavorativo.

Posso dire che, rispetto ai punti della mozione approvata a settembre, molti interventi erano già in corso di definizione e altri sono stati coperti dai più recenti provvedimenti non governativi.

Il provvedimento normativo che è all'esame delle Commissioni della Camera dei deputati in questi giorni - il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 (cosiddetto decreto PNRR-bis) - risponde proprio a queste esigenze e contiene un pacchetto di norme del Ministero del lavoro e delle politiche sociali recanti disposizioni in materia di contrasto al lavoro sommerso e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Su queste disposizioni normative è in atto un confronto tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le parti sociali e datoriali sulle disposizioni in materia di salute e sicurezza.

Con riferimento agli interventi effettuati nel decreto-legge PNRR-bis, abbiamo anche avuto modo di confrontarci con le parti sociali e datoriali e abbiamo insediato un tavolo che si riunirà a cadenza settimanale per accompagnare l'implementazione delle norme, con un primo intervento tenutosi il 15 marzo scorso, poi successivamente il 18 marzo e, infine, è già programmata una riunione per il prossimo 26 marzo. Si tratta di un confronto concreto sulle disposizioni per mantenere aperto un dialogo fattivo e costante con le parti sociali e datoriali e raggiungere insieme l'obiettivo di un più effettivo contrasto agli infortuni nei luoghi di lavoro.

Passando al merito dell'intervento normativo, rilevo che abbiamo provveduto al potenziamento degli organici e delle professionalità degli enti preposti ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Questo è il Governo che più di tutti ha rafforzato il numero e gli strumenti a disposizione degli ispettori del lavoro. Tra quelli che abbiamo già assunto e quelli previsti dalle nuove norme, ai 2.300 che avevamo in servizio ne aggiungiamo oltre 1.600. Di questi ultimi, circa 800 ispettori tecnici sono già stati assunti e sono già in servizio.

Con le più recenti disposizioni, abbiamo prorogato sino al 31 dicembre 2025 le autorizzazioni all'assunzione di personale ispettivo non utilizzate dall'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), per un numero complessivo di 466 unità, e lo abbiamo autorizzato per il triennio 2024-2026 all'assunzione di ulteriori 250 unità di personale ispettivo, da impiegare nell'attività di vigilanza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, e di 50 unità di personale per l'Arma dei carabinieri. A questo si deve aggiungere l'intervento che abbiamo fatto per eliminare il ruolo a esaurimento degli ispettori dell'INPS e dell'INAIL. Quindi, i due corpi ispettivi, cioè le due amministrazioni, potranno ricorrere a nuovi bandi di assunzione.

L'INL avrà inoltre la possibilità di bandire concorsi su base regionale, così da garantire una copertura maggiore dei posti vacanti, oltre a poter contare su un rafforzamento del trattamento economico complessivo; ciò al fine di scongiurare ciò che è accaduto nel recente passato, ove molto spesso i vincitori di concorsi hanno deciso di rinunciare all'impiego a causa della lontananza dalla sede e del trattamento retributivo.

In questo modo, l'obiettivo del Governo è mettere a disposizione dell'Ispettorato un contingente ancora più ampio di personale tecnico addetto al controllo dei luoghi di lavoro. A questo proposito, rilevo che nel 2023 abbiamo avuto un incremento del 20 per cento delle ispezioni, che arriverà anche grazie al completamento della formazione del personale, assunto lo scorso anno, al 40 per cento nel 2024. Quando avremo in servizio l'intero contingente per cui abbiamo legiferato, avremo la possibilità di raddoppiare la nostra forza e, quindi, il numero delle ispezioni che potranno essere messe in campo.

Con la mozione di cui parliamo ci eravamo impegnati a effettuare una valutazione analitica della possibile relazione causale tra gli istituti del decentramento produttivo, tra cui la subfornitura, il subappalto e il distacco da una parte, e l'eventuale abbassamento della soglia delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, dall'altra. Siamo andati oltre e abbiamo previsto l'inasprimento delle sanzioni, intervenendo sia sulle sanzioni amministrative in materia di contrasto al lavoro sommerso in edilizia e in agricoltura, sia sul piano penale con la reintroduzione e l'aggravamento delle sanzioni penali di contrasto al fenomeno della somministrazione abusiva di lavoro, spesso dissimulata da contratti di appalto e distacchi fittizi.

Siamo inoltre intervenuti in tema di appalto fittizio con l'estensione della responsabilità solidale tra committente, imprenditore o datore di lavoro e appaltatore o subappaltatore nei confronti dei lavoratori anche alla figura dell'appaltatore fittizio, ovvero di colui che ricorre alla somministrazione di prestatori di lavoro da parte di soggetti non autorizzati, integrando così la fattispecie della somministrazione illecita di lavoro. In questo modo, mentre oggi l'appaltatore fittizio non era ritenuto responsabile delle violazioni in materia di lavoro, non essendo il reale fruitore delle prestazioni lavorative, da questo momento sarà tenuto a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione dell'appalto.

Sempre nell'ambito degli appalti pubblici e privati, secondo le nuove disposizioni il responsabile unico del procedimento (RUP) o il committente dovrà richiedere il certificato di congruità dell'incidenza della manodopera sull'opera complessiva prima di procedere al saldo finale dei lavori. Ferme restando le soglie e le responsabilità già previste dall'apposito decreto ministeriale, che disciplina la congruità del costo della manodopera e i relativi oneri per le imprese edili esecutrici dei lavori, la nuova disposizione introduce una specifica sanzione, colpendo gli autori delle condotte di natura omissiva.

Al fine di incentivare la regolarizzazione in materia contributiva da parte dell'azienda e di favorire nel contempo l'emersione del lavoro irregolare, è stata prevista una disciplina specifica in materia di compliance. In caso di pagamento spontaneo effettuato entro un certo termine, vengono ridotte le sole sanzioni previste dalla normativa vigente - lo sottolineo - e vi è la possibilità di accedere al cosiddetto ravvedimento operoso, nel caso in cui la denuncia della situazione debitoria sia effettuata spontaneamente da parte del datore di lavoro prima della contestazione o della richiesta da parte dell'ente impositore. A settembre ci eravamo impegnati a introdurre disposizioni in favore delle imprese che assicurassero ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e a rafforzare le misure sanzionatorie per le imprese che si rendessero responsabili di violazioni in tema di sicurezza. Abbiamo rispettato entrambi gli impegni.

Da un lato, con la lista di conformità dell'INL, introduciamo uno strumento in favore dei datori di lavoro che dimostrino comportamenti corretti e rispettosi delle regole nella gestione dei rapporti di lavoro. I datori di lavoro che siano stati oggetto di accertamento ispettivo, da cui non sia emersa alcuna violazione o irregolarità in materia di lavoro, legislazione sociale e di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, saranno iscritti nella lista di conformità, che è un apposito elenco informatico consultabile pubblicamente. L'iscrizione alla lista di conformità dell'INL determina la mancata sottoposizione, per un periodo di dodici mesi dalla data di iscrizione, a ulteriori verifiche da parte dell'INL nelle materie oggetto degli accertamenti. Resta la possibilità di effettuare verifiche in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche a seguito di specifiche richieste di intervento, nonché di indagini demandate dalle competenti procure della Repubblica.

Dall'altro lato, dopo sedici anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 81 del 2008, introduciamo un sistema di qualificazione delle imprese, la cosiddetta patente a crediti, che i sindacati e diverse forze politiche chiedevano da anni, agendo per una maggiore responsabilizzazione delle imprese. La patente costituirà, a decorrere dal 1° ottobre 2024, un titolo abilitativo il cui possesso consentirà alle imprese e ai lavoratori autonomi di operare nell'ambito di cantieri temporanei o mobili. Nell'elaborare questo strumento, due sono stati i principi ispiratori: la sicurezza e la formazione. Perciò, se la patente subisce una decurtazione dei punti a seguito di violazioni in materia di salute e sicurezza, deve rilevarsi che proprio la formazione in quelle stesse materie consente il riacquisto dei crediti perduti. Il garantismo fa sì che le decurtazioni avvengano solo qualora siano stati adottati provvedimenti definitivi, sanzionatori o di accertamento.

Questa è una norma dello Stato e un principio assolutamente da ricordare.

Tuttavia, per rendere efficace lo strumento, abbiamo previsto che nelle ipotesi più gravi, ovverosia nei casi in cui si sia verificata la morte o un'inabilità permanente al lavoro (assoluta o parziale), la competente sede territoriale dell'Ispettorato nazionale del lavoro, valutate le circostanze del caso concreto, abbia facoltà di sospendere in via cautelativa la patente fino a un massimo di dodici mesi.

Garantire maggiore consapevolezza, ma anche una formazione costante e ulteriore rispetto a quanto già ampiamente previsto dall'apposito Testo unico sulla sicurezza, è il principio che contraddistingue le previsioni in materia di riaccreditamento della patente. Dunque, per rafforzarne la valenza e l'importanza, abbiamo previsto l'obbligo per il committente o il responsabile dei lavori di verifica del possesso della patente non solo nei confronti dell'impresa affidataria, ma in generale di tutte le imprese esecutrici o dei lavoratori autonomi presenti sul cantiere, anche e soprattutto in virtù di subappalti. Questo al fine di responsabilizzare tutti i soggetti che a diverso titolo intervengono sui cantieri e hanno poteri e obblighi nei confronti dei lavoratori.

Vorrei sottolineare che la patente è stata definita a crediti, perché ovviamente non mira ad attribuire un punteggio alla vita umana, che ha un valore incalcolabile su cui credo non si debba ironizzare, o ad altri infortuni che possono riguardare i lavoratori, ma mira a qualificare le imprese come strumento di riconoscimento di quelle virtuose che operano correttamente sul mercato.

Possiamo dare un riscontro positivo anche rispetto agli impegni relativi alla promozione della cultura della sicurezza sul lavoro in riferimento a ogni livello di istruzione e formazione, prevedendo altresì il coinvolgimento con apposite attività formative delle classi docenti e l'eventuale introduzione di un insegnamento ad hoc. La consapevolezza dei propri diritti e doveri, soprattutto in ambito lavoristico e di sicurezza, è un valore che dobbiamo trasmettere ai più giovani. Gli studenti di oggi saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani e devono essere coscienti di quanto le loro azioni possano incidere su di sé e sugli altri. Tocca a noi come adulti, ma soprattutto come rappresentanti delle istituzioni, dotarli di tutti gli strumenti necessari per responsabilizzarli già da oggi.

Diverse sono le iniziative del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che sono rivolte ai giovani e che vedono una capillare ed estesa rete di collaborazioni interattive e sinergiche con diversi soggetti istituzionali, che ha consentito e consente tuttora di condividere strategie finalizzate ad adottare politiche attive in materia di salute e sicurezza.

Mi piace citare, tra le diverse iniziative di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il bando di concorso nazionale dal titolo «Salute e sicurezza insieme! La prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro si imparano a scuola», indetto d'intesa con il Ministero dell'istruzione e del merito.

Ho accolto con favore l'approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce l'insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, al fine di far acquisire le conoscenze dei capisaldi dell'ordinamento e delle principali normative che riguardano il lavoro. Le finalità perseguite sono comuni al percorso del nostro Esecutivo e sono connesse alla necessità di contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore, affinché siano responsabili e attivi nel rispetto delle regole connesse a questo status. Il coinvolgimento delle vittime stesse di infortuni che portino la loro testimonianza potrà stimolare una riflessione sulla rilevanza della materia e divulgare maggiormente e in modo migliore l'importante messaggio del valore della prevenzione in grado di investire ogni aspetto della vita quotidiana.

Con il decreto-legge n. 48 del 2023, il cosiddetto decreto lavoro, avevamo introdotto misure a favore dei giovani studenti, prevedendo per l'anno scolastico accademico 2023-2024 l'estensione della tutela assicurativa INAIL allo svolgimento delle attività d'insegnamento e apprendimento per gli studenti e il personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore.

Presidenza del presidente LA RUSSA (ore 11,25)

(Segue CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali). Stiamo lavorando per rendere strutturale questo intervento. Non solo: in quell'occasione avevamo anche istituito il Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.

In merito alle nuove tecniche di monitoraggio e aggiornamento sui dati di rilievo per gli infortuni sui luoghi di lavoro, per il rafforzamento delle tecniche degli istituti di prevenzione e il miglioramento dell'adeguatezza degli interventi correttivi rispetto alla tipologia di infortunio, ricordo che è stato istituito il Sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP), diretto a orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia dell'attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Sono stati avviati i lavori per la sottoscrizione di una convenzione quadro che ha ad oggetto la disciplina dei rapporti tra le parti firmatarie (INAIL, Regioni e Province autonome) per l'accesso e l'utilizzo a titolo gratuito dei servizi del SINP denominati flussi informativi, registro esposizione e cruscotto infortuni. La Convenzione è stata firmata il 20 novembre 2023 dal commissario straordinario dell'INAIL e dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Va poi ricordato che, nel bilancio di previsione 2024 dell'INAIL, sono raddoppiate, rispetto al 2023, le risorse impiegate per le politiche di prevenzione in materia di sicurezza. Sono presenti in particolare, in modo strutturale, risorse destinate alle attività di prevenzione per bandi di incentivi di sostegno alle imprese (ISI) e incentivi alle imprese per più di 500 milioni di euro, necessari a promuovere la riduzione del fenomeno infortunistico.

Altrettanto importante è l'investimento in formazione, destinato alla crescita delle competenze dei lavoratori e degli operatori della sicurezza, che da oltre 10 milioni passa a 50 milioni di euro. I 508 milioni di euro rappresentano l'importo più alto stanziato nelle quattordici edizioni dell'iniziativa del bando ISI. Sono inoltre aumentate a 200 milioni le risorse per la riduzione del premio assicurativo delle imprese che realizzano interventi migliorativi per la prevenzione. Inoltre, è nostra intenzione raddoppiare, portandolo a 800 milioni, lo stanziamento per il bonus riservato alle aziende che registrano un calo di infortuni e malattie: un incremento che determinerebbe un investimento annuale complessivo per la sicurezza superiore a 1,5 miliardi di euro.

Siamo tutti consapevoli che la strada è ancora lunga. L'obiettivo che tutti ci prefiggiamo è di arrivare, in un tempo non lontano, ad avere un numero di incidenti e di vittime sul lavoro pari allo zero. Per questo - come ho fatto già in occasione della riunione tenutasi con le organizzazioni sindacali e datoriali la scorsa settimana, il primo di una serie di incontri di carattere tecnico, come vi dicevo - chiamo tutti alla responsabilità e alla collaborazione. Come fatto in occasione della mozione approvata a settembre, dobbiamo proseguire sulla strada della collaborazione per ottenere importanti risultati per i lavoratori e le loro famiglie. Quanto abbiamo fatto è un passo importante, da cui non intendiamo tornare indietro. Ma siamo consapevoli che tutto sia perfettibile e, pertanto, siamo disponibili a confrontarci sulla base di proposte e idee concrete in grado di migliorare la qualità della vita dei lavoratori e preservarne l'integrità. (Applausi).

PRESIDENTE. Ministro, la ringrazio per la sua informativa su un argomento che sta veramente a cuore a tutti i Gruppi del Senato.

Dichiaro aperta la discussione sull'informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

È iscritto a parlare il senatore Lombardo. Ne ha facoltà.

LOMBARDO (Misto-Az-RE). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per questa informativa che - come il presidente La Russa ci ricordava - riscontra una sensibilità trasversale che riguarda tutte le forze politiche, per cui ciascuno di noi è tenuto a tenere toni conformi alla gravità di ciò di cui stiamo parlando.

Purtroppo, stiamo parlando di una strage continua che - secondo i dati ufficiali - comporta almeno tre morti al giorno, ma - secondo quelli non ufficiali - anche di più.

Purtroppo - come sa, Ministro - quelli che accertiamo sono i dati che ci provengono dall'INAIL e dai lavoratori regolari, ma a volte le dimensioni del fenomeno rischiano di essere anche maggiori di quelle contabilizzate.

Giustamente, ci siamo alzati tutti nel ricordare i morti sui luoghi di lavoro. Questa mattina, alle ore 8, a Lucca, è morto un uomo di cinquantadue anni, caduto all'interno dello scavo di un cantiere stradale. Sono eventi per i quali, signor Ministro, non mi sento di utilizzare l'espressione "morti bianche", la cui semantica dà quasi una connotazione di innocenza rispetto all'evento, cosa che ovviamente deriva non dalle sue parole, ma semplicemente dall'abitudine che si ha di utilizzare tale espressione. Purtroppo, invece, questi eventi delittuosi - come lei sa bene - non hanno nulla di casuale e né di fatale. La fatalità è proprio l'idea che dobbiamo contrastare attraverso la sicurezza e la prevenzione. Non parliamo più dunque di morti bianche, né di fatalità. Cerchiamo di affrontare una guerra che ogni giorno dobbiamo fronteggiare e che purtroppo riguarda la responsabilità di tutti i Governi.

Lei ha citato il tema del PNRR e delle disposizioni sulla patente a punti. Condivido con lei l'idea che la vita umana non possa avere un punteggio e altresì che dobbiamo lavorare affinché le imprese siano responsabilizzate, da questo punto di vista. Immagino però che lei condividerà con me l'idea che prevedere gli stessi punti di partenza per un'impresa che ha tre dipendenti e una che ne ha 1.000 o 5.000 è una grossissima contraddizione, che non ha senso.

Signor Ministro, lei ha detto che c'è stato un aumento di ispettori del lavoro di oltre 1.600 unità, tra quelli già in organico e quelli che vi entreranno. Condivido l'idea di investire sulle persone dell'Ispettorato del lavoro, ma lei sa meglio di me che, se le persone che devono effettuare i controlli non hanno gli strumenti per farli, il rischio è che poi al numero effettivo di persone che entrano non corrisponda un'efficacia nei controlli e nelle sanzioni.

Il Gruppo Azione - come sa - si caratterizza sempre non solo per cercare di dire ciò che non va, ma anche per provare a fare proposte e voglio avanzarne alcune a nome del mio Gruppo. Signor Ministro, dei 7,2 miliardi assegnati al Ministero del lavoro sono stati spesi solo 59 milioni di euro, meno dell'1 per cento. Certo, i progetti sono 2.000 e sono state coinvolte molte persone, ma nella rimodulazione del PNRR, di cui tanto si parla, perché non inserire la sicurezza e la prevenzione del lavoro come nuove priorità trasversali? (Applausi).

Signor Ministro, se vogliamo lavorare sulla prevenzione e sulla sicurezza, eliminiamo il massimo ribasso nelle filiere dei subappalti. (Applausi). Il punto infatti non è andare veloci, ma è andare lontani.

Mi soffermo su un altro punto. Signor Ministro, introduciamo una sandbox regolamentare sul lavoro. So che questo tema coglie la sua sensibilità: utilizzare gli strumenti della transizione digitale, in particolare l'intelligenza artificiale generativa, per investire sulla prevenzione e sulla sicurezza. Se infatti gli ispettori del lavoro e le persone che lavorano all'INAIL non hanno i database per utilizzare, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale generativa, gli investimenti sulla prevenzione e sulla sicurezza, rischiamo di non dar loro gli strumenti per lavorare di più sulla prevenzione.

Gli ultimi due punti per slogan...

PRESIDENTE. Forse è bene non cominciare nuovi argomenti e avviarsi a concludere.

LOMBARDO (Misto-Az-RE). Concludo solamente con uno.

Rivediamo le politiche migratorie. Mi rendo conto che questo solo a latere tocchi il tema dell'informativa; ma, se abbiamo un esercito di irregolari, il rischio è che l'esercito di irregolari migranti abbassi le condizioni della sicurezza del lavoro anche per gli italiani. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Guidi. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, ho ascoltato con molta serenità e positività l'intervento del Ministro; certo, non con gioia. Quando infatti si parla del vulnus più grande che può capitare alle persone e a un popolo, ossia quello di coniugare il diritto più importante che abbiamo oltre a quello alla serenità, quello al lavoro, che però produce vittime, non si può essere mai felici, casomai sereni.

Sicuramente, sì, vi è serenità per quello che ho sentito e per l'impegno del Governo e suo personale, signor Ministro, che conosco e apprezzo molto, rispetto all'infortunistica e alla volontà di colmare il più possibile questa contraddizione che urta contro la democrazia, il diritto, la serenità che il lavoro dà e le vittime (decedute o invalide), che i tanti, troppi infortuni causano.

Come abbiamo detto ieri, parlando di Ilaria Alpi, in questa benedetta - qualche volta, maledetta - primavera, dove c'è oscurità, c'è il danno potenziale. Rispetto al lavoro, questo lo sappiamo bene. C'è troppa oscurità nell'attività lavorativa, anche quella regolare, regolamentata da leggi e procedure apparentemente positive. Spesso però per la fretta, per l'ingordigia o per la voglia di ottenere tutto, subito e troppo, si patteggia con la vita delle persone più indifese. È veramente insopportabile, per esempio, pensare che un genitore esca da casa e non vi torni più.

Questo clima di incertezza offende e ferisce. Credo quindi che il suo provvedimento e l'attenzione del Governo a questo tema siano un passo in avanti positivo e importante, anche se - come lei ha detto bene - non decisivo, perché si può e si deve sempre migliorare.

Signor Presidente, questa mattina sono molto lieto anche di essere vicino al presidente Zaffini, perché insieme abbiamo fornito al ministro per le disabilità Locatelli un nuovo strumento di valutazione dell'invalidità, del quale il lavoro e la salute sono parti importanti.

Sono stato definito, da qualcuno molto piccolo, come condizionato: sì, lo sono dal bene comune, dall'affetto che mi dà stare qui e anche dalla positività della lotta in difesa delle disabilità che, partendo da me, non finisce mai, ma che trova, come oggi, momenti di rappresentazione positiva.

Presidenza del vice presidente CENTINAIO (ore 11,35)

(Segue GUIDI). Signor Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi, concludo dicendo che esiste anche una forma di nocività lavorativa (e anche di morte, soprattutto psicologica) per centinaia di migliaia di persone con disabilità, che attendono, per tempi infinitamente dilatati, un lavoro che a volte non arriva mai o, se arriva, mortifica le loro capacità. Vede, Ministro, si può morire fisicamente, ma si può anche morire dentro, autocensurandosi, perché sembra che la società non dia risposte alla voglia di integrazione lavorativa di tante persone con disabilità. Su questo dovremmo riflettere ancora. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Paita. Ne ha facoltà.

PAITA (IV-C-RE). Signor Presidente, ringrazio la signora Ministra perché - e non sono stupita da ciò - ha fatto, anche oggi, una relazione molto tecnica e molto esaustiva rispetto ad alcuni dati importanti per affrontare organicamente la questione, e lo ha fatto scevra da ragionamenti politici di parte. È la sua cifra, Ministro, ed è la prima occasione nella quale posso riconoscerle questo merito, dal mio punto di vista, che è esaltato dal fatto che oggi stiamo parlando di una questione che riguarda tutti e che deve vedere tutti coinvolti con il massimo della sobrietà e della capacità di interlocuzione con gli altri. Si tratta di una piaga che oggettivamente per il nostro Paese è estremamente grave, per cui plaudo al fatto che il Governo le consenta di lavorare.

Se ho un rammarico è che - a mio modo di vedere - personalità come la sua dentro questo Governo non sempre sono messe nella condizione di fare tutto quello che potrebbero. Partiamo comunque dal dato che, oggettivamente, questo Governo ha messo in atto iniziative a supporto del contrasto agli infortuni sui luoghi di lavoro e della prevenzione, in coerenza e in continuità con i Governi precedenti. E anche questo, per me, è un fatto positivo.

Rimangono - ahimè - questioni ancora molto importanti che devono essere citate in questo dibattito. Innanzitutto mi allarma moltissimo l'aumento di circa l'11,7 per cento degli incidenti per le persone under 20. Il tema della fascia giovanile è molto importante e culturalmente non può che spronarci a cercare di essere più efficaci.

L'altra questione, che non è citata nella relazione - a mio avviso - apre tutta una tematica relativa non soltanto all'infortunistica. La relazione infatti è incentrata prevalentemente sul tema degli incidenti sui luoghi di lavoro e lei ha fatto dei passaggi anche sulla prevenzione, ma io reputo agghiacciante il dato sull'incidenza dei tumori, aumentati del 23,8 per cento in un solo anno. La sicurezza sui luoghi di lavoro è data non solo dal fatto che non ci siano incidenti, ma anche dal garantire, dentro i luoghi di lavoro, ambienti salubri, in grado di contrastare le tematiche di coinvolgimento ambientale e le conseguenze che da tutto ciò derivano.

Trovo abbastanza sconsolante che fino ad oggi non sia stata messa in campo un'iniziativa che agisca con un occhio rivolto a ciò che è avvenuto nel passato. Come sappiamo tutti perfettamente, questo è un Paese che è stato, in maniera chiarissima, sovraesposto nelle attività lavorative, per esempio, al rischio dell'amianto.

Penso alla mia città, La Spezia, dove c'è stato lo sviluppo di una cantieristica navale gigantesca e importantissima, che è un fiore all'occhiello. Ma quei lavoratori - e non solo, anche coloro che sono dovuti intervenire dentro quei cantieri - hanno lavorato in condizioni di enorme sovraesposizione all'amianto. Potrei fare esempi legati all'attività petrolifera e alle centrali ENEL. Tutti sappiamo perfettamente di cosa stiamo parlando.

Ricordo che il rischio dell'amianto riguarda non soltanto le persone che sono state coinvolte in quei cantieri, ma anche le famiglie che magari hanno visto arrivare a casa le tute da lavoro e le hanno lavate nei propri bagni e vasche.

Quando metteremo in campo una strategia di verifica e screening efficace anche sui familiari di quelle vittime che magari hanno avuto conseguenze gravissime, con perdita di vite umane?

Questo è un primo tema che le sottopongo. Ragioniamo sul tema degli incidenti sui luoghi di lavoro in termini più organici e proviamo a mettere in campo delle iniziative che riguardino anche il tema della salute delle persone e delle famiglie coinvolte. È una proposta che naturalmente deve vedere coinvolto anche il ministro Schillaci e le preannuncio che da parte nostra arriverà probabilmente una proposta di legge su questo punto.

Passo all'altra questione. Lei, Ministro, ha giustamente fatto riferimento a una serie di iniziative, ma ha omesso - spero non volontariamente - di far riferimento alle iniziative del suo stesso Governo, per opera di altri Ministri, che sono andate esattamente nella direzione opposta. Il codice degli appalti di Salvini, con la reintroduzione del massimo ribasso, non è un aiuto a frenare il tema degli incidenti sul luogo di lavoro. (Applausi). In un Paese... (Il microfono si disattiva automaticamente). ... così forte sulla questione del PNRR, quello doveva essere un criterio.

Chi le parla non la pensa come Lombardo, che ha detto che è più importante fare bene che fare velocemente. No: io penso che sia importante allo stesso modo fare le opere bene e anche velocemente, perché il nostro è un Paese che sconta il tema della modernizzazione. Tuttavia, ciò che non può essere messo in discussione è il tema della sicurezza e del controllo nei cantieri.

Termino con un'altra proposta perché il tempo, in questo caso, è davvero tiranno. Una delle cifre importanti del suo lavoro è stata aver rimesso al centro il tema della partecipazione agli utili e del coinvolgimento dei lavoratori dentro le aziende. Ovviamente a questo si deve guardare in chiave anche economica e nessuno vuole sottovalutare questo aspetto. C'è però un processo culturale più profondo nel coinvolgimento dei lavoratori che voglio mettere in evidenza e che può riguardare anche e soprattutto... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE.Senatrice, la prego di concludere perché le ho già concesso tre minuti in più.

PAITA (IV-C-RE). Grazie, Presidente.

Il controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro. Perché non istituire delle commissioni aziendali - è una proposta che copio, pari pari, da Oscar Giannino, che secondo me ha fatto un ragionamento giusto - all'interno delle aziende per fare in modo che i lavoratori possano segnalare, sulla base della loro esperienza, criticità come quelle, per esempio, relative ai macchinari che hanno ucciso Luana e altre lavoratrici? Lei sa perfettamente, Ministro, che su questo tema sono arrivati anche dei nostri emendamenti. E qui la critica. Lei li avrebbe approvati, ma alla fine, dentro la sua maggioranza, è prevalsa la volontà di farli ritirare. Quegli emendamenti avrebbero introdotto un blocco a quei macchinari che hanno ucciso quella ragazza e sarebbero oggi estremamente importanti al fine di garantire sicurezza sui luoghi di lavoro.

Quello che le chiedo, Ministro, e chiudo davvero è... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Senatrice Paita, ha finito. Le ho lasciato tre minuti in più. (Commenti della senatrice Paita).

No, senatrice Paita: è democratico togliere la parola dopo aver lasciato tre minuti in più, mentre tutti i suoi colleghi hanno parlato per cinque minuti. (Applausi). È molto democratico, perché - come mio uso e mia consuetudine - lascio sempre qualche minuto in più, per consentire ai colleghi di terminare e poter dire quello che pensano: tre minuti in più su otto minuti. (Commenti della senatrice Paita). La avevo anche avvisata del fatto che le lasciavo un minuto in più e lei mi ha detto che avrebbe terminato, e poi ha bisogno di altro tempo. Forse il suo è un argomento un po' troppo complesso rispetto al tempo a disposizione.

È iscritto a parlare il senatore Magni. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Io inizio quando finisce questa querelle. (Commenti della senatrice Paita).

PRESIDENTE.Senatrice, l'ho sentita. Dare dell'incivile al collega non le fa onore. (Commenti). Senatrice, le chiedo di sedersi e terminare questa polemica.

Prego, senatore Magni.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, intanto dispiace vedere l'Aula con una presenza così scarsa, visto il tema delicato che stiamo affrontando (Applausi) e questo vale per tutti.

Secondo problema: io sono molto sensibile, ho anche qualche responsabilità e quindi mi sento in colpa per alcune questioni non affrontate. Però voglio intervenire in modo chiaro rispetto alle cose che ho sentito prima, perché questo non mi impedisce di dire la mia su alcune cose che non condivido. Più che dire di non condividere, però, vorrei dare dei suggerimenti.

Ovviamente la Ministra ha spiegato le cose che sono state fatte, le norme che sono state cambiate o che sono in via di cambiamento, ma quello che non funziona, signora Ministra, è un dato: lei dice di aver coinvolto i sindacati e le parti sociali, ma io registro che alcuni sindacati importanti hanno dichiarato sciopero e associazioni datoriali importanti hanno dichiarato insoddisfazione. Quindi, di fronte a quello che è successo, il dato importante è cambiare le norme, ma il problema principale è costruire - a mio avviso - a livello non solo centrale, ma anche diffuso, un comitato di sicurezza nazionale sulla questione della sicurezza e dell'intervento sulla precarietà e sullo sfruttamento. Questo è il dato fondamentale. Solo dal confronto emergono le proposte.

Giustamente il senatore Lombardo segnalava che un conto è un'azienda con tre dipendenti, altro conto è quella che ha 100 o 1.000 dipendenti: non è la stessa cosa. Questo è il dato. Non tutti hanno la stessa possibilità di fare la formazione e di intervenire. È importante il coinvolgimento preventivo ed è ciò che manca. Per questo addirittura ci sono degli scioperi.

Secondo problema: è importante assumere - io l'ho sostenuto, lo sostengo e glielo riconosco - gli ispettori del lavoro, ma lei sa quanto me che quegli ispettori assunti dal Ministero, in questo caso a livello centrale, hanno uno stipendio di 1.500 euro, a differenza degli altri colleghi che ne prendono 2.000. Sono da considerare le condizioni economiche e il fatto che uno può essere trasferito da Caltanissetta a Lecco, per cui c'è anche il problema dei costi di trasferimento. Sono tutti aspetti che - come lei sa - magari inducono chi è in graduatoria a ritirarsi.

Quello che vorrei sottolineare e che invece non viene discussa è la governance, perché siamo di fronte a una materia in cui le ASL hanno alcune prerogative (la legge n. 81 dà loro il massimo potere), ma poi ci sono l'INAIL, l'INPS e l'Ispettorato del lavoro. Ma chi mette insieme questi soggetti per fare un'azione collettiva di intervento sul territorio? Il dato fondamentale è che manca totalmente la governance, tant'è che ho registrato in questa direzione la necessità di trovare un luogo in cui ci si confronti. È necessario intervenire: chi fa la formazione, che tipo di formazione si fa, a quale livello oppure in base alle dimensioni delle imprese. Per governare un processo bisogna costruire il luogo verso il quale ci si indirizza.

Faccio un esempio accaduto nel nostro Paese. A Milano, quando si fece la discussione sull'Expo - un grande intervento che ovviamente richiedeva grandi investimenti - un comitato permanente ha gestito tale questione, perché l'obiettivo era di avere zero morti sul lavoro. È andata in questo modo e in sostanza vi è stata una grande attenzione; è fondamentale andare in questa direzione, altrimenti diciamo delle cose ma poi rischiamo di non risolvere i problemi.

La terza questione concerne gli appalti. Le stragi di Brandizzo e Firenze sono lì a dimostrarci che lavoro somministrato, lavoro irregolare, lavoro precario e subappalti al massimo ribasso hanno portato all'attuale situazione. Tutti gli incidenti plurimi ci squadernano questo fatto. Dunque che fare? Intanto - come giustamente diceva lei - bisogna introdurre il concetto della responsabilità di impresa. L'azienda appaltatrice deve garantire lo stesso contratto di lavoro, la stessa formazione professionale, le stesse condizioni. Bisogna quindi ripristinare ciò che ha abolito la legge n. 30 del 2003. Torno indietro molto nel tempo, ma è questo il dato fondamentale: nessuno poteva derogare a determinate condizioni. Vuoi appaltare? Devi farlo a parità di salario, a parità di condizioni. È fondamentale andare in questa direzione.

Lei, signora Ministra, sa meglio di me che intervenire ad esempio sulla deroga sugli appalti, sulla deroga sui lavoratori somministrati, peggiora la situazione, perché facciamo una cosa positiva da una parte, mentre dall'altra ne facciamo una negativa. È necessario ricostruire un concetto forte, ricordando che il lavoro è fatto per realizzarsi da un punto di vista personale e per dare sostentamento a sé e alla propria famiglia. Occorre intervenire su molti di questi aspetti.

Per quanto mi riguarda, ho denunciato questi temi con molta sincerità. Ciò non fa venire meno la necessità di lavorare in modo collettivo e coordinato per rispondere ai problemi, perché - lo dico a partire da me - nessuno nasce "imparato" e nessuno ha la presunzione di avere la verità in tasca. Per questa ragione è importante il coinvolgimento dei soggetti, in particolare dei rappresentanti delle imprese e dei rappresentanti dei lavoratori. Se mancano questi elementi, manca sostanzialmente il collante per poter invertire questa tendenza. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Ternullo. Ne ha facoltà.

TERNULLO (FI-BP-PPE). Gentile Ministro, la ringrazio per le sue comunicazioni puntuali, precise, vere e concrete. Quello in esame è un argomento che non dovrebbe conoscere e non conosce - come ha detto lei - alcun colore politico. È un argomento importante e la ringrazio per il lavoro che sta facendo.

Oggi più che mai la sicurezza sul lavoro rappresenta un tema che va affrontato in maniera molto seria, dando regole puntuali che devono essere assolutamente rispettate. Solo così possiamo evitare nuovi incidenti. Non è più sopportabile - come ha detto qualcuno e come ha sottolineato anche lei - ascoltare sempre annunci di morti sul lavoro. L'idea di non tornare a casa a causa di un incidente sul lavoro che ha portato alla morte, e quindi non poter più vedere i propri affetti, è davvero una cosa insopportabile, ma soprattutto davvero impensabile. Non può esserci attività per la quale si deve o si possa morire. Oltretutto, i morti sul lavoro appartengono quasi sempre a quelle categorie che hanno contratti e ruoli con retribuzioni molto basse.

Questa è anche una condizione molto odiosa, mi permetta: lavorare per una paga modesta per la quale si può morire è intollerabile.

L'idea della patente a punti per le imprese, che è stata oggetto di un disegno di legge presentato dal Gruppo Forza Italia qui in Senato, di cui sono prima firmataria - ne sono molto contenta - è stata accolta immediatamente dal Governo. Molte disposizioni simili sono state introdotte nel decreto-legge n. 19 del 2024, che in questo momento è all'esame della Camera, in cui si prevedono norme per prevenire e contrastare il lavoro irregolare. È giusto che si aumentino i controlli, per cui trovo corretto incrementare il numero degli ispettori del lavoro che possono e devono verificare il rispetto delle regole sulla sicurezza.

È bene anche ricordare che il primo controllo deve essere effettuato dai responsabili della sicurezza di ogni azienda, che devono avere il quadro esatto sulle condizioni di salute e di tranquillità dei luoghi dove lavorano e, ovviamente, stare attenti che non ci siano dei rischi. In primis devono essere i lavoratori stessi a denunciare, qualora percepiscano di avere condizioni di non tranquillità. I lavoratori devono essere sempre i primi a poterlo dire e devono fermarsi per non rischiare la loro vita. Bisogna quindi mettere in campo iniziative serie e non solo formali, sempre a tutela dei lavoratori.

Mi preme l'obbligo di ricordare anche che la paga deve essere sempre adeguata alla tipologia di lavoro che si svolge; invece oggi, purtroppo - come ho detto poc'anzi - molti lavoratori hanno una paga inadeguata rispetto al rischio che corrono in quel momento nel luogo di lavoro dove si trovano. Signora Ministra, desidero quindi dirle che l'attività economica e la sicurezza sul lavoro devono diventare sinonimi: questo è un dato molto importante.

Avviandomi alla conclusione del mio intervento, l'appoggio di Forza Italia a ogni iniziativa che renda più sicuri il lavoro e la vita di chi lavora c'è, perché è proprio dal lavoro sicuro, dal lavoro in sicurezza, che deve prendere avvio ogni iniziativa economica. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pirro. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signora Ministra, siamo lieti che lei sia venuta per questa informativa che era urgente un mese fa, ma poi è stato necessario un po' di tempo per calendarizzarla. Tuttavia, siamo ormai abituati all'atteggiamento di questo Governo che chiude le stalle quando i buoi sono ormai scappati e si ritrova sempre a inseguire gli eventi, come ha fatto con i provvedimenti sui rave party, con il decreto-legge Caivano e anche con questo provvedimento solo di facciata, per risolvere qualcosa, ma alla fine non risolve niente. Le uniche norme che riuscite a tirar fuori dal cilindro sono repressive, non affrontano i problemi e hanno solo un carattere castigatorio nei confronti di chi contravviene, ma non si agisce mai sul vero tema che dovremmo affrontare: la prevenzione. (Applausi). Questo è proprio un termine che non vi piace. Non riuscite proprio ad abituarvi all'idea che, se agiamo prima, non dobbiamo rammaricarci dopo, quando gli incidenti accadono. Questo provvedimento che avete varato in fretta e furia non fa altro che attuare una repressione dopo.

Anche sulla patente a punti avete sprecato un'occasione, perché anche in quel caso i punti si perdono dopo, quando gli incidenti sono avvenuti, quando i morti ci sono stati. Addirittura un morto costa venti punti, come quelli della patente di guida. Dopo, per rimediare, si fa un corso di formazione.

Utile, peccato che le norme da oggi, anzi già da ieri, prima che varaste questo decreto, prevedevano che la formazione per i datori di lavoro dovesse essere norma di legge già dal 2022 e invece ancora aspettiamo il provvedimento della Conferenza Stato-Regioni su questo. (Applausi). Quando formiamo i datori di lavoro affinché capiscano che quello che investono nella sicurezza dei propri dipendenti è un valore aggiunto per le proprie imprese? Anche per i lavoratori autonomi la formazione è facoltativa - complimenti - nel mondo in cui viviamo di esternalizzazioni, un mondo in cui si fanno subappalti a cascata e poi magari l'ultimo anello della catena è quello più fragile, dove il lavoratore autonomo non è neanche obbligato ad essere formato sulla sicurezza. Neanche su questo siete intervenuti con questo provvedimento.

Le poche cose che si potevano fare erano provvedere a una formazione preventiva, rafforzare la formazione nelle scuole e anche in tal senso dei provvedimenti sono in discussione alla Camera; ma anche quelli li avete talmente alleggeriti che diventano inutili, proprio perché prevenire, formare, educare sono concetti a voi estranei. L'unica cosa che conoscete è reprimere, aumentare le pene, comminare multe, ma mai niente che possa agire prima per salvare quelle vite, e non dopo che le abbiamo perse. (Applausi).

Lei si è vantata anche in quest'Aula, oggi, come in altre occasioni, delle assunzioni all'Ispettorato del lavoro: 1.600 o 1.700 unità, ma 1.000 di esse arrivano dalla scorsa legislatura per merito anche del MoVimento 5 Stelle. Quindi, come in altre occasioni, vi fate belli delle cose previste da chi c'era prima di voi.

Ministra, agiamo in prevenzione, agiamo per salvare le vite, agiamo per formare chi deve avere la cultura della prevenzione e deve capire che ogni azione che compie può mettere in gioco la vita dei propri dipendenti. Cerchiamo di sollecitare il provvedimento alla Conferenza Stato-Regioni per la formazione dei datori di lavoro. Cerchiamo di dare un imprinting maggiore alla formazione dei nostri giovani sulla sicurezza. Se non cambiamo la mentalità sulla sicurezza fin da giovani, saremo sempre in quest'Aula a piangere qualche morto che bianco non è. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Murelli. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, ministro Calderone, colleghi senatori e senatrici, non si può morire per il lavoro, non si può uscire di casa e non ritornare più per un incidente sul lavoro nel 2024. Eppure, siamo ancora qui, dopo l'incidente di Brandizzo, dopo l'approvazione in quest'Aula della mozione votata all'unanimità, dopo varie tragiche morti ogni giorno - almeno tre, secondo le statistiche - e dopo la tragedia di Firenze. Nel primo mese del 2024 sono già 45 le vittime rispetto allo stesso mese del 2023, due in più. Non sono numeri, non sono statistiche, ma sono volti di persone, padri, madri, figli e figlie. Sono tragedie che colpiscono le famiglie.

L'esternalizzazione del lavoro e dei servizi in appalti e subappalti è pericolosa, perché permette di ridurre al minimo la responsabilità, che viene così distribuita tra una miriade di soggetti, rendendo più difficile la comunicazione interna. Al tempo stesso, i ritmi diventano insostenibili. I contratti a termine sono un cappio al collo che obbliga a rispettare determinati tempi. Questo risponde alla logica egemone di massimizzare l'efficienza aumentando i profitti, riducendo i costi a discapito dei diritti dei lavoratori e delle loro sicurezza fisica ed economica. Ne va della loro dignità. Per questo bisogna contrastare la molteplicità delle forme di lavoro irregolare e soprattutto vietare i contratti pirata o quelli che vengono applicati sebbene la mansione che la persona viene chiamata a svolgere non sia quella coperta dal contratto che ha sottoscritto. Per esempio, agli interventi che hanno una prevalente connotazione edile deve essere applicato uno dei contratti dell'edilizia sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. Il contratto dell'edilizia più di ogni altro prevede un sistema strutturato e territorialmente diffuso in materia di sicurezza e formazione; per non parlare del contratto alle cooperative spurie, che applicano condizioni contrattuali illecite e sono le stesse cooperative regolari che ci chiedono di intervenire. Ci vuole più responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti: committente privato, appaltatore principale, subappaltatore, lavoratori.

Spesso gli incidenti sono conseguenza di lacune progettuali, della mancanza di coordinamento delle lavorazioni, di tempistiche incompatibili con la natura e la complessità degli interventi. Proprio la rincorsa esasperata all'ultimazione delle opere costituisce frequentemente una criticità degli infortuni. Occorre una governance negli appalti sia privati che pubblici, prevalentemente in situazioni complesse, ma ugualmente indispensabile anche nei piccoli appalti per evitare interferenze anche a livelli inferiori. Solo attraverso l'utilizzo di organizzate procedure si garantiscono efficienza ed efficacia del sistema.

Come Commissione monocamerale sulla sicurezza sul lavoro stiamo portando avanti la nostra analisi e, oltre alla governance, è stato rilevato che la condotta umana non risulta mai causa esclusiva e principale dell'infortunio. Essa è piuttosto una concausa che trova spesso la propria origine nell'assenza in capo al lavoratore di un'adeguata formazione, anzi di una cultura della sicurezza. Manca un'acquisizione di consapevolezza da parte del lavoratore che possa individuare in autonomia il rischio e prevenirlo. Riteniamo quindi importante la divulgazione della cultura nella sicurezza sul lavoro a partire dalle scuole- come state facendo - in coordinamento con il Ministero dell'istruzione e del merito e il ministro Valditara.

In conclusione, la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere intesa non solo quale obbligo imposto da una disciplina normativa, ma anche quale condizione di un diffuso benessere che si propaga e si esplica in tutti i suoi aspetti positivi, nei confronti di tutti i soggetti del sistema.

È bene aumentare le forze degli ispettori sul lavoro, fare in modo di semplificare e sburocratizzare il loro lavoro per essere presenti e attivi non solo come sanzionatori, ma anche come formatori e controllori.

Ritengo altresì ottima la possibilità dei bandi di concorso regionali, che la Lega chiede da tempo su tutti i tipi di concorsi pubblici, per evitare sempre più vincitori che rinunciano a causa della lontananza delle sedi. (Applausi).

In conclusione, Presidente, ringrazio il ministro Calderone, il ministro Valditara e tutto il Governo per le attività che sono già state messe in piedi finora e che lei, Ministro, ci ha illustrato. Sicuramente deve essere fatto un lavoro collaborativo tra le due Commissioni monocamerali del Parlamento e il Governo per poter arrivare a ulteriori soluzioni efficaci ed efficienti per garantire la sicurezza sul lavoro.

La Lega è in prima fila a fianco di tutti i lavoratori perché non si può morire di lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Furlan. Ne ha facoltà.

FURLAN (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio la signora Ministra per la sua presenza. Sia io che lei veniamo non dalla politica, ma da esperienze sociali di rappresentanza del lavoro: io dei lavoratori, lei forse più da una rappresentanza vicino alle imprese, ma parliamo comunque di lavoro. Sono convinta che quanto dirò abbia attinenza con la sua esperienza e la sua professionalità e, quindi, lei ben comprenderà.

Quando parliamo di sicurezza, parliamo della priorità assoluta per tutti. Non c'è una parte che ha come priorità la sicurezza, perché parliamo del diritto alla vita delle persone. Ce lo dicono i dati che solo nell'ultimo anno ci forniscono una fotografia drammatica, e non solo per le oltre mille vittime del lavoro, ma anche per i 580.000 infortuni. Quest'ultimi li ricordiamo poco perché sono tanti i morti che gli infortuni, alle volte gravi e gravissimi, sembrano quasi nulla. È un bollettino di guerra che abbiamo costantemente ogni giorno. Dietro a questi numeri ci sono tante vite rubate. Si muore male per lavoro; si muore ustionati, schiacciati, tritati. Così si muore per lavoro. E si lasciano sole famiglie disperate e bambini orfani. È una sconfitta per l'umanità non solo nel nostro Paese, ma in modo particolare nel nostro Paese.

Le norme che lei ci ha descritto, signor Ministro, non sono sufficienti. Mi dispiace e apprezzo lo sforzo, ma su questo tema abbiamo un'occasione straordinaria, tutti insieme, di poter davvero finalmente scegliere una strada incisiva, reale, praticabile, che permetta di salvare tante vite.

Mancano alcuni aspetti fondamentali, a partire da come si è trasformato il concetto della patente: prima i punti, ora i crediti. Non è soltanto una definizione diversa rispetto a come era originariamente. Le do atto che dal 2008 lei è la prima che ci mette le mani, ma bisogna mettercele bene.

La trasformazione non è di poco conto. Non si tratta minimamente del tema di come cancellare la precarietà, uno dei fattori fondamentali per la sicurezza. Più avremo, in modo particolare in alcuni settori, lavoratori e lavoratrici precari, più morti continueremo a piangere. Non c'è nulla sull'eliminazione degli appalti a cascata. (Applausi).

Lo dico ai miei colleghi, anche a quelli che hanno sostenuto questo strumento: di appalto in appalto, da subappalto in subappalto, ci scappa il morto. È così. Prendete i numeri e le statistiche; se non volete, guardate le fotografie delle persone. Queste inquietano di più, ma già i numeri ci fanno capire, con grande chiarezza, che su tale materia va operato un cambiamento. Signora Ministra, facciamo insieme questa battaglia, per fare in modo che eliminare gli appalti a cascata aiuti a preservare la vita delle persone.

Sì, c'è il rispetto dei contratti nazionali: ci mancherebbe. Ma questa dicitura che ogni tanto compare non è una differenza lessicale: è una differenza di riconoscimento della rappresentanza tra organizzazioni comparativamente più rappresentative e il criterio del contratto maggiormente applicato. Se in un settore, o in un suo spicchio, ci fosse un contratto pirata, che cosa facciamo? Sono contratti che non garantiscono - come lei sa bene, signora Ministra - in termini di sicurezza, le stesse norme che i contratti, invece, dovrebbero prevedere.

Poi, mi permetta di rivolgerle una domanda: perché si interviene per decreto-legge? Su un tema così importante perché si interviene per decreto-legge, sedendosi anche davanti alle organizzazioni sindacali, quando è stato già fatto? Non era meglio discutere insieme di questi temi e insieme individuare quelle priorità che ci permettono davvero di essere incisivi? (Applausi).

Poi ci sono delle cose che, onestamente, signora Ministra, proprio non capisco. In agricoltura, uno dei settori purtroppo più colpiti, in modo particolare per gli infortuni e a volte anche per le morti, perché decurtare le casistiche? Alcune di queste, invece, sono fondamentali. Così peggioriamo la norma e lei sa bene tutto questo.

Inoltre, perché diminuire le sanzioni? Sono già così basse le sanzioni. Anzi, rispetto ad alcune regole, dobbiamo aspettare appalti a 500.000 euro per renderle operative. Signora Ministra, ma molto spesso è nei piccoli cantieri che la gente muore, dove davvero... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE.Senatrice Furlan, la invito a concludere.

FURLAN (PD-IDP). Continueremo così.

Tratto un ultimo aspetto, brevemente, perché avere solo cinque minuti per un argomento di questo tipo è scandaloso. Lei ha parlato di come rafforzare i controlli. Io, pur essendo genovese, sono stata eletta in una splendida città del Sud, Palermo. A Palermo abbiamo tre ispettori del lavoro: che cosa vogliamo che controllino? Ci sono le assunzioni? Signora Ministra, per carità, meglio poco che niente, ma in questo caso il detto non è efficace. Sono insufficienti 250 ispettori, quando nella pianta organica dell'ispettorato mancano - lei lo sa? - 2.362 persone. Aumentiamo il numero di assunzioni! Vale per gli ispettori come per le altre figure dell'Ispettorato.

La patente a punti, quest'ultimo aspetto... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Senatrice, purtroppo le devo togliere la parola, come ho fatto con la senatrice Paita. Ho dato tre minuti in più anche a lei. (Commenti. Applausi).

È iscritta a parlare la senatrice Mancini. Ne ha facoltà.

MANCINI (FdI). Signor Presidente, ministro Calderone, colleghi, a pochi mesi dalla mozione unitaria sulla sicurezza votata in quest'Aula riprendo la parola per ribadire, sicuramente, la necessità improrogabile di arrestare questo fenomeno che ci sconvolge ogni volta.

Gli interventi che mi hanno preceduto mi hanno lasciato perplessa. Molti di quelli che sono intervenuti sembrano non aver vissuto in questa Nazione e soprattutto non aver in essa governato negli ultimi vent'anni. (Applausi).

È innegabile che questo Governo - e lo ribadisco, indipendentemente dalle affermazioni di qualcuno, a cui voglio dire che i rave non si fanno più e che finalmente a Caivano c'è un po' di legalità (Applausi) - ha attenzionato il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro da subito, consapevole che le azioni da mettere in campo sono molteplici, ma conscio che in primis sia necessario mettere al centro il valore della sicurezza - come ha detto bene lei, Ministro - ovvero che si acquisisca e si promuova la consapevolezza su un tema a livello non solo sociale, ma anche individuale e, soprattutto, culturale; una consapevolezza che nasce proprio dai banchi di scuola, perché un numero elevato di infortuni - come abbiamo detto prima - riguarda gli under 20; in quelle scuole dove si apprende il concetto di diritti e doveri, e sottolineo doveri. Come diceva prima lei, Ministro, gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani, consapevoli di quanto il loro operare in ambito lavorativo possa incidere non solo su se stessi, ma anche sui loro colleghi. La formazione, quindi, deve essere alimentata continuamente; una formazione su misura, capillare, non formale, come spesso è avvenuto in questi anni, di cui forse tutti ci siamo dimenticati, ma sostanziale; una formazione adeguata che deve essere accompagnata dalla prevenzione e dal controllo; sì, quel controllo che va garantito da tecnici ispettori, grazie alle assunzioni che non sono avvenute con il Governo giallorosso e che - come ricordava - sono pari a 800 unità nel 2023, ulteriori 466 nel 2024, e saranno aumentate di oltre 350 nel triennio 2024-2026; esse riusciranno a garantire il 40 per cento in più delle ispezioni, che non è una cosa da sottovalutare.

La prevenzione avviene anche attraverso l'introduzione della lista di conformità dell'Ispettorato nazionale del lavoro per i soggetti che dimostrino comportamenti corretti e rispettosi delle regole: una sorta di bollino blu che faciliti la scelta dei partner più affidabili negli appalti. Finalmente, da ottobre 2024, dopo sedici anni dall'introduzione del testo unico n. 81 del 2008, quello che tutti conoscete come testo sulla sicurezza, si passerà attraverso una patente a crediti (non a punti, ma a crediti), ovvero un titolo obbligatorio il cui possesso abiliterà imprese e lavoratori autonomi a operare nei cantieri.

È una risposta dopo anni che, invece di incassare il plauso di tutte le parti sociali - com'era accaduto quando la proposta proveniva dal Governo di centrosinistra, e non dimentichiamo che la propose nel 2021 il ministro Orlando - oggi crea molti mal di pancia. Stamattina sui quotidiani il segretario della UIL la definisce indegna e il segretario della CGIL l'appella come strumento totalmente inadeguato e insufficiente. Non si riesce a capire cosa sia accaduto da allora, quando era il loro cavallo di battaglia. Non è cambiato molto in termini di fortuna.

Ma c'è una differenza: al Governo ci siamo noi, noi che abbiamo il coraggio delle nostre azioni (Applausi), credendo che questo sia uno strumento - come appena evidenziato - basato proprio sulla prevenzione e formazione; uno strumento di sicurezza conservativa e non punitiva che prevede decurtazioni in caso di illecito - sì - ma abilita al riacquisto dei crediti attraverso l'implementazione della formazione; formazione - lo dico per un collega che mi ha preceduto - che non può essere diversa per i lavoratori di aziende di tre dipendenti rispetto ai lavoratori che ne hanno 1.000. La formazione è formazione e deve essere adeguata per tutti. (Applausi); uno strumento che, pur garantista, proprio come sancito dalla nostra Costituzione, consente, nelle ipotesi di infortuni più gravi, di sospendere in via cautelativa la patente sino a dodici mesi.

Sì formazione, sì prevenzione, ma è anche necessario l'inasprimento delle sanzioni amministrative e penali di contrasto al fenomeno della somministrazione abusiva, dei distacchi illeciti e degli appalti fittizi; vale a dire di quei fenomeni patologici di decentramento produttivo in cui può annidarsi l'abbassamento delle soglie di sicurezza. Noi non abbasseremo mai la guardia verso queste forme illecite e patologiche che tolgono dignità al lavoro e dove la soglia di sicurezza non viene mai, - sottolineo mai - garantita.

Sono passi avanti importanti. È sicuramente necessario camminare insieme - e noi ci siamo - intervenendo in modo sistematico, coordinato su tutti gli strumenti utili al lavoro sicuro. Consapevolezza, formazione, prevenzione, conservazione e punizione, al fine di radicare nella coscienza individuale e sociale la cultura della sicurezza del lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sull'informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che ringrazio per la disponibilità.

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Leonardo da Vinci» di Napoli, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Sospendo la seduta fino alle ore 15.

(La seduta, sospesa alle ore 12,27, è ripresa alle ore 15,01).

Presidenza del vice presidente RONZULLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,01)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderanno il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro della cultura.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

La senatrice Minasi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01032 sugli interventi in tema di sicurezza stradale, per tre minuti.

MINASI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, i dati contenuti nell'ultimo rapporto sull'incidentalità nei trasporti stradali fanno emergere la necessità di interventi immediati e innovativi sul tema della sicurezza stradale. Lei già in questo senso sta promuovendo una serie di misure volte ad affrontare in modo organico la questione. Anche secondo gli ultimi dati pubblicati dalle associazioni, nel 2024 in Italia ci sono stati 350 morti e 280 feriti gravi, con un trend che non sembra invertirsi e tra questi un dato di rilievo riguarda i pedoni: da inizio anno ne sono morti 84 e la più alta incidenza di morti si riscontra proprio sulle strisce pedonali. Le principali cause sono la distrazione, spesso causata dall'uso del cellulare alla guida, l'uso di alcol o di stupefacenti, l'eccesso di velocità e norme attualmente troppo poco incisive nel tutelare gli utenti più vulnerabili della strada.

Fondamentale è anche il tema della ciclabilità. In molti Comuni le piste ciclabili sono state realizzate in zone altamente pericolose e spesso non sono accompagnate da una conforme segnaletica, creando delle difficoltà sia per i ciclisti, ma anche per gli automobilisti e per la Polizia municipale. Quindi occorre un approccio alla cosiddetta mobilità dolce che sia pragmatica e che tenga conto della situazione in cui attualmente versano le strade del nostro Paese. All'interno dei centri abitati è infine necessario intervenire sulla diffusione incontrollata dei dispositivi di micromobilità elettrica, che costituiscono un ulteriore elemento di pericolo e che andrebbero ulteriormente regolamentati al fine di frenare il vertiginoso aumento di incidenti in cui sono coinvolti.

Le chiediamo pertanto di sapere se e quali iniziative di competenza intenda adottare per implementare e garantire la sicurezza stradale di tutti gli utenti, al fine di arginare il drammatico aumento degli incidenti e delle vittime della strada. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signora Presidente, ringrazio la senatrice della Lega perché la sicurezza stradale è una delle priorità fin dal giorno del giuramento. Il vecchio codice della strada data 1992, quindi evidentemente dopo trentadue anni la mobilità è cambiata.

Sono contento di poter annunciare a quest'Assemblea e a chi ci segue da casa che proprio in queste ore la Camera ha concluso l'esame di tutti gli emendamenti riferiti al disegno di legge sulla sicurezza stradale e che rimangono solo gli ordini del giorno. Ci tengo a precisare che il nuovo codice della strada è il risultato di un lavoro che dura da mesi, che ha coinvolto più di 100 realtà associative di settore che hanno trasmesso più di 200 contributi un quarto dei quali è stato recepito nel testo, che è poi stato affidato al dibattito parlamentare che in oltre sei mesi si è confrontato sul disegno di legge, abbinato ad altre proposte. Sono stati considerati 760 emendamenti, 70 modifiche e 94 ordini del giorno che rimarranno da esaminare la settimana prossima. Penso, quindi, che nessuno, se non strumentalmente, possa accusarci di aver fatto le cose in fretta o sulla base di posizioni non condivise con tutti i soggetti che si occupano di sicurezza stradale.

Nel merito, parto da una questione fondamentale: il disegno di legge intende promuovere la sicurezza stradale intervenendo sia sulle sanzioni che sulla prevenzione. A quest'ultimo riguardo, si parla dell'educazione stradale vera sui banchi di scuola. Rispetto alle sanzioni, ricordo, fra le altre cose, la tolleranza zero nei confronti di chi si mette alla guida dopo aver assunto droghe o ecceduto nell'utilizzo di alcol; ricordo l'aggravamento delle sanzioni per chi usa il cellulare alla guida, visto che la prima causa di mortalità alla guida è, ahimè, la distrazione; ricordo la sospensione breve della patente di guida per diverse sanzioni, compreso l'abbandono degli animali lungo gli assi stradali.

Sul piano della prevenzione, è prevista la tutela dei vulnerabili, ci sono piste ciclabili dedicate alle biciclette e non solo strisce di bianco tirate sull'asfalto. Si interviene sui monopattini con obbligo di contrassegno, casco e assicurazione; si interviene a tutela dei motociclisti con i guardrail salvavita, su cui stiamo investendo decine di milioni di euro. Si interviene ad hoc finanziando 14 grandi Comuni per programmi per la sicurezza stradale riferiti ai pedoni, come l'interrogante richiamava. Stiamo lavorando con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali per altri 310 milioni per l'installazione di dispositivi di protezione per gli utenti deboli, comprese le due ruote.

La sicurezza, quindi, da genitore prima ancora che da Ministro, è all'attenzione del Ministero e dell'intera Assemblea; l'ideologia, però, che prevede il dilagare di zone a traffico limitato e zone a 30 chilometri all'ora penalizzanti per lavoratrici e lavoratori e autovelox installati in ogni dove, non per sicurezza ma per fare cassa, poco hanno a che fare con la sicurezza stradale. Quindi buon senso e concretezza senza ideologia. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Minasi, per due minuti.

MINASI (LSP-PSd'Az). Signora Presidente, ringrazio il Ministro per la sua puntuale e, come sempre, sollecita e dettagliata risposta. Alla luce di queste sue considerazioni, non comprendiamo le polemiche nate proprio di recente su una serie di norme volute dal Ministro che, a dire di coloro che le criticano, sarebbero poco incisive, soprattutto sul fronte degli incidenti causati dall'alta velocità e, in generale, dalla distrazione alla guida.

Quanto previsto dal Ministro, come ben sappiamo, è stato elaborato con l'ascolto e con l'intesa delle parti sociali, che hanno visto nei suoi provvedimenti un'importante e - ne siamo convinti - decisivo passo in avanti sul piano della sicurezza. È quindi fondamentale che il nuovo codice della strada, dal Ministro fortemente voluto, possa entrare finalmente e pienamente a regime con l'applicazione anche ferrea delle tante norme che il Governo ha voluto introdurre, tenendo come faro la sicurezza non solo di chi è alla guida dei veicoli, ma di chiunque si trovi sulla strada, compresi quindi i pedoni, i ciclisti, gli utilizzatori dei monopattini. Anzi, siamo proprio certi che la nuova disciplina che regolamenta l'uso dei dispositivi di micromobilità elettrica svolgerà un ruolo chiave per ridurre gli incidenti e salvare vite. Ciò che serve è proprio il rispetto di queste regole e che si vada avanti su questa strada.

Siamo certi, quindi, che previsioni come quelle in tema di consumo di alcolici da parte di chi si mette alla guida o di uso del cellulare da parte di chi sta al volante contribuiranno in modo determinante a salvare molte vite. Si completa, poi, questo quadro di interventi a tutela della sicurezza come ha già detto il Ministro, con una grande attenzione alla formazione, che è fondamentale, perché il primo ambito sul quale si deve agire è proprio e soprattutto un cambio culturale, un cambio di mentalità che consenta davvero di far capire a tutti, ma soprattutto ai più giovani, quanto anche una piccola distrazione possa essere fatale e quindi quanto sia indispensabile una responsabilizzazione personale anche sotto questo punto di vista, con il rispetto delle regole che vengono previste a tutela di tutti.

Ringrazio ancora il Ministro per la sua risposta, della quale possiamo ritenerci soddisfatti. (Applausi).

PRESIDENTE. La senatrice Paita ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01034 sulle criticità nel trasporto ferroviario, per tre minuti.

PAITA (IV-C-RE). Signor Ministro, le racconto un giorno di ordinaria follia dei pendolari in questo Paese. Il pendolare parte, cerca di prendere un treno, arriva a una stazione ed ecco lo scenario che si trova di fronte: furti, stazioni completamente degradate, ritardi con una media circa di sessanta minuti, a volte superiori, cancellazioni imminenti, degrado in ogni luogo. Poi, sceso dal treno, dopo questa odissea, va a cercare un taxi e non lo trova, non ce n'è nemmeno uno, perché naturalmente questo Governo non solo difende i taxi, ma cerca di cancellare la possibilità da parte dei noleggi con conducente di fare il loro lavoro. Affronta, quindi, una situazione di emergenza assoluta.

Ebbene, di fronte a tutto ciò, ci si sarebbe aspettati, da parte del Governo, dei provvedimenti magari per mettere in discussione i vertici di Ferrovie dello Stato e di Trenitalia che non funzionano e invece si consente a questi vertici di fare cose allucinanti, come organizzare un treno ad alta velocità in Liguria per portare i giornalisti Rai al Festival di Sanremo o far fermare un treno perché il ministro Lollobrigida è in ritardo per andare a un'iniziativa, o provare a mettere in campo un provvedimento assurdo per limitare l'utilizzo dei bagagli, salvo poi ritirarlo il giorno stesso perché è una cosa ridicola, senza alcun senso. Ecco quello che sta succedendo nel nostro Paese.

C'è poi il dramma più generale, quello che riguarda il futuro: cancellazione di opere previste dal PNRR (tratti della Palermo-Catania, tratti della Napoli-Bari, persino la strada europea detta Due mari, su cui avete costruito una recente campagna elettorale), ritardi nell'esecuzione delle opere (penso al Terzo valico nella mia Regione, che è molto in ritardo, checché voi ne diciate e sebbene voi organizziate ad ogni piè sospinto una finta inaugurazione per provare a mettere la polvere sotto il tappeto). Questa è la realtà.

Lei è quello della legalità, quello che doveva sistemare il Paese e mi sarei aspettata, da una destra che non ha diminuito le tasse, anzi ha aumentato gli sprechi (per esempio a Palazzo Chigi o al CNEL per quanto riguarda gli staff o per quanto riguarda l'agricoltura), che almeno una cosa di destra la facesse: far arrivare i treni in orario. E invece, non siete stati in grado di fare nemmeno l'unica cosa di destra che era nelle prerogative del suo Ministero. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio l'interrogante perché ci stimola a lavorare sempre di più e sempre meglio. Mi limito a puntualizzare alcuni dati assolutamente diversi rispetto a quelli da lei riportati, per fortuna di chi utilizza quotidianamente il servizio pubblico.

I dati di RFI aggiornati alla settimana scorsa per i servizi regionali parlano di una puntualità del 90,8 per cento; si può sempre far meglio. (Brusìo). Lei può sghignazzare, ma ci sono lavoratrici e lavoratori che garantiscono questo servizio ogni settimana ai cittadini. (Applausi).

PRESIDENTE. Senatrice Paita, mi scusi, lei avrà due minuti per la replica subito dopo.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Il rispetto per le lavoratrici e i lavoratori delle Ferrovie italiane penso sia dovuto.

I servizi di lunga percorrenza, puntualità dell'88,1 per cento, nell'alta velocità è dell'81,2 per cento.

Per quello che riguarda le opere del PNRR, vanno avanti e continuano i lavori con altre fonti di finanziamento. Stiano tranquilli i cittadini: per Palermo-Catania, Napoli-Bari e Terzo valico dei Giovi, l'obiettivo è di concludere i lavori come previsto entro il 30 giugno 2026. Quali siano le fonti di finanziamento ai pendolari interessa poco, a loro interessa semplicemente avere linee funzionanti.

Le altre opere finanziate dal PNRR procedono tutte in linea con i traguardi del Piano e con la rimodulazione di dicembre abbiamo in aggiunta previsto un potenziamento del parco ferroviario per servizio Intercity con 13 ulteriori treni bimodali rispetto ai 53 già previsti e 30 ulteriori carrozze notte. Ricordo che l'80 per cento dell'utenza viaggia su Intercity, treni regionali e locali. Domani sarò nel pomeriggio a Reggio Calabria a presentare alcuni di questi nuovi Intercity.

Concreti e tangibili sono gli interventi per rafforzare anche la sicurezza a bordo dei treni e all'interno delle stazioni, di nostra competenza. Ricordo i 1.000 militari in più della cosiddetta operazione "Strade sicure" che riguarderanno le stazioni ed anche il lavoro dei ragazzi e delle ragazze con la pettorina di FS security - che ringrazio - che arriveranno a una dotazione di organico di 1.500 persone che quotidianamente, soprattutto sulle linee più critiche, a rischio della propria sicurezza, garantiscono l'incolumità di lavoratori e passeggeri.

In conclusione sulla questione taxi e NCC, che lei ha giustamente richiamato, irrisolta da sei anni e da tutti i precedenti Ministri, da mesi stiamo lavorando per recuperare il ritardo che - ripeto - risale a sei anni fa. Nel nostro Paese, ad esempio, non esiste un dato certo sul numero di vettori taxi e NCC perché nessuno ha avuto il coraggio di andare avanti su scelte amministrative di buon senso, come il registro informatico nazionale degli operatori del settore. Confermo il nostro impegno; entro la prossima settimana porteremo in Aula alla Camera nell'ambito del disegno di legge sulla sicurezza stradale dei provvedimenti sul tema da lei richiamato, volti non ad aiutare l'una o l'altra categoria, ma piuttosto a creare ulteriori possibilità di lavoro sia per i taxisti che per gli NCC, recuperando - ripeto - i sei anni, di chi mi ha preceduto, di zero al quoto. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Paita, per due minuti.

PAITA (IV-C-RE). Signor Presidente, Ministro, intanto le do una notizia: lei in questi sei anni ha avuto per ben due volte due Vice Ministri alla guida di questo Ministero, come lei sa perfettamente. Potevate fare qualche cosa.

Ciò che mi interessa della sua risposta è la negazione della realtà. Secondo lei infatti funziona (come è cambiato il tempo in cui comunicativamente lei funzionava agli occhi degli italiani) rappresentare l'Italia come un Paese efficiente, cioè un Paese in cui non ci sono i ritardi dei treni, udite udite, non ci sono problemi ai taxi, udite udite, i treni sono puliti, udite udite, e va tutto bene, madama la marchesa. È cambiato il tempo in cui lei riusciva a raccogliere un po' di consenso da parte degli italiani perché magari raccontava delle cose che erano in sintonia con quello che il Paese davvero viveva.

I lavoratori a cui lei si richiama, quelli verso i quali lei mi dice io devo portare rispetto, sono anche quelli che prendono i treni tutti i giorni e magari devono prenderli per andarsi a curare o per andare a lavorare in una fabbrica vicina, e si ritrovano a viaggiare in condizioni disperate perché lei non è in grado di realizzare le infrastrutture che sono tutte in ritardo, perché lei non è in grado di garantire i soldi del PNRR.

Soprattutto però, Ministro, mi ha stupito che lei non abbia detto una parola quando il ministro Lollobrigida ha fermato quel treno, dimostrando un'arroganza incredibile nei confronti degli italiani, e quando Ferrovie ha organizzato un treno di alta velocità - beffa in Liguria, dove non c'è mai stata l'alta velocità - per portare i giornalisti Rai. Sa perché lei non l'ha fatto? Perché lei è un anello debole di questo Governo. Non c'è soltanto il fatto di non riuscire a realizzare le cose, c'è anche il fatto di non riuscire a farsi rispettare dentro questo Governo.

Io vedo un'unica possibilità; se lei non è in grado di farsi rispettare, se non è in grado di realizzare, può fare sempre una cosa: dimettersi. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Losacco ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01035 sul ripristino della tratta ferroviaria Caserta-Foggia dopo i recenti eventi franosi, per tre minuti.

LOSACCO (PD-IDP). Signor Presidente, il ministro Salvini sa che, se c'è una questione che più fotografa il divario tra Nord e Sud è quella dei collegamenti ferroviari.

Mentre, per andare da Roma a Milano, ci vogliono meno di tre ore, non è lo stesso per la Puglia. E dallo scorso 12 marzo, per raggiungere Bari, se va bene ce ne vogliono quasi sette di ore. Il drammatico aggravamento, in una situazione già difficile, come ben sa il Ministro, è per via della frana del tratto ferroviario tra Ariano Irpino e Montecalvo, che ha portato all'interruzione dei treni tra Foggia e Benevento.

Rete ferroviaria italiana ha detto che i lavori per il ripristino richiederanno trenta giorni, sempre che non emergano ulteriori complicazioni legate alla particolare complessità dell'intervento. Subito dopo l'interruzione del tratto, è sopraggiunto l'immancabile aumento dei prezzi dei biglietti aerei, cosa che ha spinto il Codacons a presentare un esposto all'Antitrust. Un volo tra Brindisi e Roma è arrivato a costare fino a 750 euro, ma rincari importanti si registrano anche sui percorsi ferroviari alternativi. Per un biglietto del treno tra Bari e Milano si spendono anche 305 euro.

Ad aggravare ulteriormente il quadro, la prevista interruzione anche di un tratto della linea adriatica, per lavori di ammodernamento che sono stati già programmati da Rete ferroviaria italiana. Mi auguro che quest'ultimo intervento venga posticipato alla fine dell'emergenza sulla tratta interessata dalla frana. Altrimenti, assisteremmo all'isolamento ferroviario della Puglia. In treno per la Puglia viaggiano professionisti, malati, studenti fuorisede ed un gran numero di turisti, anche stranieri. Si calcola che, tra Pasqua e 1° maggio, i turisti che intendono raggiungere la Puglia in treno siano oltre 80.000.

Signor Ministro, si chiede allora di sapere se la tempistica prevista per il ripristino della linea Benevento-Foggia sia realistica, tenuto conto della situazione di elevato rischio idrogeologico che sta emergendo e quali interventi si intende predisporre sulla mobilità alternativa, a partire dal potenziamento dei collegamenti sostitutivi nella tratta tra Foggia e Benevento, per garantire piena mobilità da e verso la Puglia.

Si chiede inoltre di sapere, quali iniziative urgenti si vogliono assumere per far fronte all'aumento dei costi, in particolare per calmierare l'incremento delle tariffe praticate dalle compagnie aeree e sui collegamenti ferroviari alternativi.

Infine, vorremo anche sapere quando e come saranno gestiti i lavori sulla tratta adriatica.

PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Salvini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SALVINI, vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio il senatore interrogante, perché mi permette di dare informazioni importanti, a lei e a tutti gli utenti della tratta dopo la frana all'interno della galleria Starza, lungo la linea Foggia-Napoli. Ho sentito i vertici di RFI pochi minuti fa, prima di venire in Aula. Potranno essere più precisi martedì prossimo, dopo i primi versamenti di cemento, ma l'obiettivo è di finire in anticipo i lavori rispetto al previsto: quindi, entro la prima metà del mese di aprile.

Colgo il suo spunto, per informare l'Assemblea ho dato indicazione proprio di evitare sovrapposizioni con i lavori sulla tratta adriatica, in modo da non creare un imbuto. Quindi, questo lo dia pure per assodato. La settimana prossima, se vorrà, dopo martedì, potrò essere più preciso sul fatto che i lavori, la cui conclusione e la conseguente riattivazione del servizio sono fissate al 14 aprile, possano guadagnare qualche giorno a vantaggio degli utenti.

In merito alle soluzioni di mobilità alternative al trasporto ferroviario, abbiamo lavorato fin da subito con Ferrovie dello Stato, che ha riprogrammato i servizi a lunga percorrenza, predisponendo anche un piano di collegamenti sostitutivi e di autobus. Ho chiesto, inoltre, che si possa sempre migliorare la qualità degli autobus sostitutivi, perché, onestamente, non è sempre all'altezza. Quindi, ho sensibilizzato Trenitalia affinché verifichi l'adeguatezza del programma di riprotezione dei passeggeri.

Con riferimento specifico ai prezzi dei biglietti aerei, condivido le opportune preoccupazioni, del senatore interrogante e di tanti cittadini che ci hanno scritto. Abbiamo invitato la direzione competente del Ministero ed ENAC a monitorare l'attività degli operatori del trasporto aereo, per verificare l'applicazione di pratiche commerciali eventualmente scorrette.

Alla luce di quanto accaduto, anche il Ministero dell'impresa e del made in Italy ha comunicato di aver esteso il monitoraggio dei prezzi delle tratte Roma-Bari, Milano-Bari, Roma-Brindisi e Milano-Brindisi nei periodi di interesse, in quanto originariamente non previste.

In chiusura, doverosamente ricordo che, con la rimodulazione del PNRR, le risorse relative ai collegamenti ferroviari sono aumentate di ben quaranta miliardi di euro, come ho avuto modo di ricordare nella risposta precedente.

Quanto agli interventi emergenziali sul dissesto idrogeologico, ricordo anche che i Presidenti di Regione - tutti - sono commissari per la materia, come previsto dall'ordinamento vigente. Il Governo è ovviamente al fianco degli enti territoriali per supportarli negli interventi che devono eseguire. In queste ore sono in contatto con il sindaco di Lovere, nell'alta Lombardia per una frana e con il sindaco di Maratea per la riattivazione della strada in tempi utili per la stagione turistica. Ovviamente sono eventi che non si possono prevedere: quello che è nostro onore e onere fare è garantire un servizio sostitutivo all'altezza e tempi certi per la riattivazione delle linee.

La ringrazio e spero di avere notizie ancora migliori a metà della prossima settimana.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Camusso, per due minuti.

CAMUSSO (PD-IDP). Signora Presidente, ringrazio il Ministro per le informazioni che ci ha dato. Se i lavori finissero una settimana prima, infatti, si sarebbe persa la Pasqua, ma si potrebbe sperare di recuperare sul 1° maggio, anche se, in ogni caso, i danni ci sono.

Siccome ultimamente ho un'alta frequentazione della stazione precedente a quella in cui si è determinata l'interruzione, vorrei dirle, signor Ministro, che si racconta un servizio che non c'è: è vero che ci sono gli autobus sostitutivi, ma non è stata comunicata l'esistenza degli stessi, per cui chi sta cercando quel treno a lunga percorrenza non ha le indicazioni, anche perché magari l'impiego di 90 minuti per recuperare una tratta di treno per cui ne sarebbero necessari molti meno non rende possibile fare quel giro.

Sto insistendo su questo profilo perché si tratta della seconda frana in meno di un anno in quella zona. Allora forse non c'è solo il problema di intervenire celermente nel momento in cui ci sono frane, ma c'è il problema di chiedersi se non sia necessario fare dei seri lavori infrastrutturali di tutela, visto anche il cambiamento climatico, che lei spesso nega, Ministro, e che invece ci attraversa, e cominciare a dire che l'investimento infrastrutturale nel Mezzogiorno deve essere davvero considerato una priorità del Governo. Così però non è. Il problema non è dire ai cittadini qual è la fonte del finanziamento in un caso o nell'altro; la questione è che continuiamo ad avere un servizio ferroviario tutto spostato sul Nord, in parte sull'asse adriatico, ma che non collega il Mezzogiorno, il che determina di per sé un tasso di minore possibilità di sviluppo e di minori risposte.

Bisognerebbe magari, invece di lanciarsi sui ponti, provare a mettere significativamente in funzione l'alta velocità per Bari e farlo rapidamente, oltre a mettere in funzione i tratti ferroviari in Sicilia, che non ci sono, e a rendere possibile la vita quotidiana delle persone che hanno bisogno dei treni e spesso non li trovano. (Applausi).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti del Liceo linguistico «Giovanni Falcone» di Bergamo, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi). Nella Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia il nome di questa scuola appare particolarmente significativo.

Ripresa dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata,
ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento
(ore 15,29)

PRESIDENTE. Il senatore Rosso ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01031 sulla conservazione e valorizzazione delle residenze sabaude in Piemonte, per tre minuti.

ROSSO (FI-BP-PPE). Signora Presidente, ministro Sangiuliano, come lei sa molto bene, il Piemonte è un territorio ricco di luoghi di cultura che attirano turisti da tutto il mondo, comprendendo ben quattro siti inseriti nel patrimonio mondiale dell'UNESCO. Tra questi le Residenze sabaude, un complesso costituito da 22 palazzi e ville di grande pregio storico ed architettonico, la metà delle quali situate nella città di Torino e l'altra metà realizzate con una pianificazione radiale intorno alla città fra il XVI e il XVII secolo, cioè uno straordinario esempio di pianificazione urbanistica e di costruzione di un'architettura monumentale iniziata da Emanuele Filiberto, duca di Savoia, dopo il trasferimento della capitale del ducato a Torino nel 1562, realizzate dai maggiori architetti e artisti dell'epoca.

Ebbene, nel 2023, il solo complesso della Reggia di Venaria, che ricordo circa vent'anni fa le giunte di sinistra volevano abbattere e fortunatamente, invece, ingenti investimenti hanno permesso di ristrutturare, ha registrato 446.000 visitatori, riuscendo ad abbinare le mostre temporanee alle visite all'importante patrimonio culturale permanente della Reggia, sede di grandi eventi. Basta ricordare che il prossimo 26 e 27 aprile si terrà presso la Reggia il G7 energia e ambiente.

Purtroppo, però, le altre residenze sabaude non hanno il successo di visitatori della Reggia, anche se sono state restaurate e sono aperte al pubblico, anche se hanno da offrire molto dal punto di vista culturale. Penso a Palazzo Reale, a Palazzo Carignano, a Villa della Regina, alla Palazzina di caccia di Stupinigi e al Castello di Racconigi.

Le chiediamo quindi, signor Ministro, quali sono le azioni che ha intrapreso e intende intraprendere per dare ulteriore valorizzazione alle residenze sabaude, soprattutto mettendole in rete, posto che sono inserite in un territorio unico, quello piemontese, che possiede anche la necessaria organizzazione per accogliere un numero sempre crescente di visitatori e turisti. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro della cultura, dottor Sangiuliano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SANGIULIANO, ministro della cultura. La ringrazio, senatore Rosso, per questa interrogazione e le do subito una notizia: domani sarò a Venaria e questa mia presenza non era stata certo prevista sapendo della sua interrogazione, ma è stata concordata da molto tempo. Tra l'altro, non è la prima volta che mi reco da Ministro a Venaria, perché ne ho ben presente l'importanza storica, architettonica, artistica, di grande valore per tutta l'identità nazionale.

Allora, seguendo il dettato dell'articolo 9 della Costituzione, che ci impone la valorizzazione di questa grande meraviglia, le do alcune informazioni: negli ultimi anni il Ministero della cultura ha destinato a Venaria oltre 127 milioni di euro ed è in corso di definizione un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro per vari interventi in palazzi, ville statali e non, che compongono appunto il sistema delle residenze reali. Domani annunceremo a Venaria l'arrivo della grande mostra di Capodimonte: la stessa che è stata esposta al Louvre a Parigi verrà esposta a Venaria, con opere di Tiziano, di Masaccio e altri grandissimi maestri.

Ancora, le voglio dire che domani, ai Musei reali di Torino - anche se i Musei reali non appartengono a questo sistema - è prevista l'inaugurazione della mostra su Guercino. Le dico anche che i Musei reali di Torino sono stati da me portati in prima classe. Stranamente la città di Torino, il Piemonte, non aveva un museo di prima classe. Adesso ce l'ha nei Musei reali di Torino, cosa che io ritengo assolutamente doverosa.

Inoltre, le dico che sempre ai Musei reali, il 27 marzo si inaugura la mostra «L'autoritratto di Leonardo. Storia e contemporaneità di un capolavoro», posta sotto l'Alto patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Piemonte, con l'esposizione di oltre 60 opere. Ma noi abbiamo un tavolo permanente con il Presidente della Regione e con il sindaco di Torino, perché siamo consapevoli che bisogna intervenire in termini infrastrutturali, sempre per il risanamento, per la cura e per la tutela di questi luoghi. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Rosso, per due minuti.

ROSSO (FI-BP-PPE). Signor Presidente, signor Ministro, sono ovviamente soddisfatto della sua risposta. Non ci siamo messi d'accordo sul fatto che lei venisse domani, però è testimonianza della vicinanza e dell'importanza che lei dà al patrimonio culturale torinese e piemontese.

Noi però possiamo fare un passo successivo e possiamo veramente andare a mettere in rete quelle residenze meno conosciute, i nostri gioielli culturali, con un approccio olistico, per poter ottenere successi che altri Paesi hanno ottenuto. Faccio un esempio: penso ai Castelli della Loira. Quando un turista li va a visitare, viene convinto, guidato, accompagnato a vederli tutti, attraverso la bigliettazione unica, le informazioni e le mappe presenti in tutti i siti. Un percorso che, senza accorgersene, diventa quasi obbligato. Sono sicuro, Ministro, che la nostra maggioranza e lei lavorerete sempre più efficientemente per mettere in rete le residenze sabaude, con l'obiettivo ulteriore di costruire un percorso sensoriale che si allarghi anche alle altre ricchezze culturali del Piemonte.

Si tratta di un patrimonio che non è solo architettura e opere d'arte, ma anche una cultura di eccellenze artigiane (penso per esempio alle ceramiche di Castellamonte), ed una cultura enogastronomica (penso al vino, al tartufo d'Alba, alla tradizione culinaria). Mettere in rete tutte queste culture può essere una grande risorsa per il Piemonte, che purtroppo gradualmente esce da una vocazione industriale legata all'automotive e deve trovare altri percorsi di crescita. Quello legato al turismo culturale è uno di questi e rappresenta un win-win, perché da una parte crea ricchezza e lavoro sul territorio e dall'altra mette a disposizione di milioni di persone un'esperienza culturale e sensoriale indimenticabile. (Applausi).

PRESIDENTE. Il senatore Pirondini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01036 sulle misure per aumentare i corpi di ballo stabili delle fondazioni lirico-sinfoniche, per tre minuti.

PIRONDINI (M5S). Signora Presidente, signor Ministro, da troppo tempo ormai assistiamo alla progressiva chiusura e allo smantellamento di gran parte dei corpi di ballo stabili nelle fondazioni lirico-sinfoniche, disperdendo così un grande patrimonio artistico e culturale nazionale. Attualmente, come lei sa, signor Ministro, permangono attivi solamente quattro corpi di ballo stabili, ovvero Milano, Roma, Napoli e Palermo. Proprio per questo motivo il MoVimento 5 Stelle ha depositato - ed è attualmente incardinato in Commissione cultura al Senato - il disegno di legge n. 568, che ha tra gli obiettivi proprio quello dell'apertura di nuovi corpi di ballo stabili nelle fondazioni liriche, eventualmente anche con la modalità della condivisione tra due fondazioni.

Il 19 marzo, ovvero pochi giorni fa, c'è stato un incontro al Ministero tra il sottosegretario Mazzi e vari operatori e lavoratori del settore. Al termine di questo incontro avete annunciato l'apertura di due nuovi corpi di ballo, uno in collaborazione tra le fondazioni di Verona, Venezia e Trieste, e un altro in collaborazione tra le fondazioni di Bologna e Firenze. La prima cosa che ci siamo domandati è perché escludere dal progetto città come Torino, Genova, Bari, Cagliari, visto che invece nel nostro disegno di legge prevediamo una modalità che coinvolgerebbe tutte le fondazioni liriche italiane; modalità questa che, a nostro avviso, dovrebbe essere considerata e perseguita.

Vengo alle domande, signor Ministro. Le chiediamo quante risorse volete investire in questo progetto. Le chiediamo quali saranno le garanzie contrattuali dei ballerini professionisti, cioè di artisti che ci invidia tutto il mondo e che come tali vanno trattati. Saranno dei dipendenti a tempo indeterminato di una fondazione, che sarà quindi la loro effettiva sede di lavoro, o saranno dei precari a vita costretti a migrare di città in città ad ogni produzione? Avete intenzione di prevedere nel FUS, oggi Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo (FNSV), dei requisiti per incentivare le fondazioni a realizzare produzioni di balletto con corpi di ballo stabili? Infine, signor Ministro, quali sarebbero i criteri per cui avete deciso l'esclusione delle fondazioni di diverse città da questo progetto? Perché a Firenze sì e a Torino no? Perché a Bologna sì e a Genova no? Quale sarebbe la logica? Non sarebbe forse meglio creare le condizioni per permettere a tutte le fondazioni liriche di poter disporre di un proprio corpo di ballo stabile, anche se in collaborazione con un'altra fondazione, così come prevede il nostro disegno di legge? (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro della cultura, dottor Sangiuliano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SANGIULIANO, ministro della cultura. Signor Presidente, senatore Pirondini, la ringrazio per questa domanda e le faccio subito una puntualizzazione. Gli altri hanno chiuso le fondazioni lirico-sinfoniche e i corpi di ballo presso le fondazioni lirico-sinfoniche. Ne sono rimaste soltanto quattro: il Massimo di Palermo, la Scala, il San Carlo, l'Opera di Roma. Noi intendiamo riaprirle. Proprio perché intendiamo riaprirle, vogliamo fare una politica di passi ponderati e saggi, quindi non promettere tutto a tutti, ma cominciare con una formula più elastica, più pratica, ossia quella di prevedere corpi di ballo che possano coprire più fondazioni: Venezia e Verona, che hanno una contiguità geografica; Firenze e Bologna, che pur essendo in Regioni diverse sono ben collegate. Nulla esclude che successivamente, negli anni a venire, possiamo allargare lo spettro e quindi coinvolgere ad esempio Genova. Del resto, lei è stato consigliere di amministrazione, anche in un macroscopico conflitto di interessi, della fondazione lirico-sinfonica di Genova. Non mi risulta che lei, da consigliere, abbia mai richiesto o segnalato la necessità di ricreare un corpo di ballo. Ha cambiato idea? Benissimo, le faccio i miei più vivi complimenti per aver aderito a quella che è la nostra posizione. Al tavolo del 19 marzo c'ero anche io.

Noi stiamo pensando ad un provvedimento normativo in cui sancire la nascita di questi due nuovi corpi di ballo, che - glielo ripeto - non precludono in futuro alla creazione di corpi di ballo a Genova, a Torino, a Bari e ovunque lo si creda. Lo faremo con un provvedimento normativo e stiamo ipotizzando per il 2025 l'istituzione di un ulteriore fondo da assegnare previa presentazione di progetti di sviluppo delle attività pluriennali, secondo i criteri definiti con apposito decreto del Ministero.

È ovvio che non dobbiamo creare alcuna forma di precariato. Ci atterremo scrupolosamente a quello che stabilisce il contratto di lavoro in questo ambito. I danzatori di questi nuovi corpi di ballo saranno trattati come quelli del Teatro alla Scala, del Teatro San Carlo o del Teatro dell'Opera di Roma: avranno il medesimo trattamento e questo mi sembra abbastanza scontato.

Noi stiamo dando grande attenzione alla danza, perché crediamo nell'espressività di questa forma di arte, che tra l'altro coinvolge - le do una notizia - tantissimi giovani. Sono tanti i giovani che oggi praticano la danza in Italia, ben venga, e siccome vogliamo cercare di offrire loro una prospettiva, magari una visione su dove finalizzare questo loro impegno e questa loro attitudine culturale, stiamo operando con grande impegno. Tra l'altro, io personalmente ho nominato alla Presidenza del Consiglio superiore dello spettacolo Eleonora Abbagnato, che è un'eccellenza di questo settore. (Applausi).

Presidenza del presidente LA RUSSA (ore 15,41)

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Pirondini, per due minuti.

PIRONDINI (M5S). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per la consueta polemica fuori luogo. (Applausi). Le do una notizia: nelle fondazioni liriche italiane non ci sono i consigli d'amministrazione, ma i consigli di indirizzo. Glielo dico perché lei è il Ministro della cultura e dovrebbe saperlo. Abbiamo capito che lei legge poco e vota cose che non ha letto, però alcune paginette, almeno per quello che riguarda le fondazioni di cui lei è Ministro, sarebbe meglio che le leggesse e le studiasse un po', visto che anche oggi si è dimostrato come al solito particolarmente impreparato. (Applausi).

Lei ha parlato di differenze. Gliene dico io una: la differenza tra noi e voi è che lei viene qua senza un testo di legge ma avendo già fatto un comunicato stampa; noi, invece, abbiamo depositato un disegno di legge. Lei capisce che parlare di fare un comunicato stampa su qualcosa che non esiste ancora, su un testo che non c'è, è come votare un libro che non si è letto, cioè è una cosa che veramente non ha senso, ma sappiamo che lei di questo è un esperto. (Applausi).

Mi fa piacere la parte finale del suo intervento. Purtroppo lei ha questa aggressività repressa, che probabilmente ha a che fare con la sua adolescenza, con la sua infanzia. Non lo so, però sarebbe meglio che non portasse ogni volta questa aggressività in quest'Aula, dove invece si portano delle proposte, signor Ministro. Noi ne abbiamo fatte e infatti c'è un disegno di legge che riguarda questo tema. Aspettiamo un vostro testo per poterlo discutere e, invece di fare polemica inutile come lei fa ogni volta, poter dar dignità a quei lavoratori e a quegli artisti che non ne hanno e per i quali è importante che tutti insieme ci si metta a lavorare, per dar loro dignità e restituire anche quella qualità professionale che non possono avere. La polemica che lei fa ogni volta, mi creda, non è all'altezza del ruolo che ricopre. (Applausi).

PRESIDENTE. Sull'aggressività mi pare che ci sia un clima quantomeno generalizzato.

Il senatore Marcheschi ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-01033 sull'ampliamento degli spazi museali, volto alla più ampia fruizione delle opere d'arte, per tre minuti.

MARCHESCHI (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, la presente interrogazione, a firma mia, del presidente Malan e di altri colleghi della 7a Commissione, chiede di riferire su alcune sue recenti dichiarazioni in merito all'ampliamento di sedi di alcuni grandi musei, quali gli Uffizi di Firenze, il Museo archeologico di Napoli e la Pinacoteca di Brera a Milano. Ovviamente l'ordine è solo casuale. L'interrogazione, tuttavia, è anche un'occasione per confermare il percorso che lei ha intrapreso nella riorganizzazione dei musei in questi quattordici mesi di Governo, a dimostrazione del fatto, a differenza degli Esecutivi precedenti, che questo Governo non vive sulla rendita del grande patrimonio culturale e artistico che ha la nostra Nazione.

Ha certamente come meta finale quella prevista dall'articolo 9, cioè la tutela e la conservazione come funzione primaria del suo Ministero, ma anche, ovviamente, la cultura come elevazione civica, intellettuale e spirituale. Soprattutto, la novità, visto che i Governi precedenti non hanno brillato in questo senso, è la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Basta guardare alcuni dati ed è palese che quel patrimonio risulta sottostimato e sottofinanziato. Se ci confrontiamo con gli altri Paesi e anche rispetto al PIL, le spese per la valorizzazione del patrimonio culturale sono molto inferiori.

Quello che ci preoccupa, però, non è tanto il fatto che noi esponiamo solo più o meno il 10 per cento delle opere (480.000 dei cinque milioni di opere che abbiamo), ma quello che ci preoccupa è quello che abbiamo ereditato, quello che lei ha ereditato nel Ministero, ovvero un'assenza totale di consapevolezza del valore economico, oltre che umanistico, del nostro patrimonio culturale, in sostanza che la cultura non è solo un costo, ma una risorsa, come lei sta dimostrando con alcune sue recenti iniziative. Ne cito solo un paio: quella del Pantheon qui a Roma, che è stata un'iniziativa di grande successo, ma anche le nuove 17 autonomie museali che lei ha saputo ridelineare, proprio per mettere in chiaro che per noi la cultura non è solo conservazione, non è solo un costo, ma è anche valorizzazione, dal punto di vista sia delle entrate dirette, sia del grandissimo indotto che si può generare per il Paese.

Per questo le chiediamo di descriverci quello che lei ha delineato come ampliamento di queste tre grandi strutture museali, sapendo che non saranno né le prime, né le ultime nel suo mandato, iniziato da appena sedici mesi. (Applausi).

PRESIDENTE. Il ministro della cultura, dottor Sangiuliano, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.

SANGIULIANO, ministro della cultura. Signor Presidente, ringrazio il senatore interrogante per questa domanda che mi consente, appunto, di raccontare quello che stiamo facendo. Ho detto che intendo raddoppiare lo spazio espositivo e le strutture di tre grandi siti museali italiani. Il primo progetto riguarda la Pinacoteca di Brera: posso annunciare che nel prossimo autunno apriremo palazzo Citterio, un edificio molto bello nel cuore di Brera, che fu acquistato nel 1972 dal Ministero della cultura e poi dopo, chissà per quale mistero, non si è riusciti mai a concretizzare il progetto. Ho dato personalmente impulso al progetto, recandomi sei volte all'interno di palazzo Citterio proprio per verificare l'andamento dei lavori e credo che finalmente in autunno potremo raddoppiare l'esposizione di Brera con questo edificio, dove troverà spazio tutta la collezione del Novecento.

Lo stesso stiamo facendo per quello che forse è il più prestigioso museo italiano, il Museo degli Uffizi: addirittura lì gli spazi saranno triplicati, con due nuove strutture, le due ville medicee di Careggi e di Montelupo Fiorentino. Nel caso di Careggi, i lavori sono quasi conclusi e quindi lì troveranno spazio le collezioni degli Uffizi che al momento non vengono esposte.

La terza tappa è Napoli, dove stiamo recuperando con i fondi del PNC l'ex Albergo dei poveri in Piazza Carlo III, monumentale edificio di 140.000 metri quadrati (per capirci, gli Uffizi si estendono per 90.000 metri quadrati) e lì raddoppieremo la presenza del Museo archeologico nazionale di Napoli, che è ritenuto uno dei più importanti musei archeologici al mondo, raccogliendo anche i tanti tesori che vengono dagli scavi che sono stati rifinanziati in legge di bilancio e che stiamo comunque portando avanti sia nell'area di Pompei, sia nell'area di Ercolano.

Non ci fermiamo soltanto a queste tre tappe, però, perché sta per aprire a Firenze il Museo della lingua italiana, a Milano stiamo lavorando per avviare - la struttura è già stata individuata - il Museo dell'arte digitale e poi ci sono i due grandi progetti del Museo della Shoah a Roma, che è stato appunto varato con leggi approvate all'unanimità dal Parlamento, e il Museo del ricordo, sul quale c'è un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri che fra poco approderà nelle Aule parlamentari. (Applausi).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Marcheschi, per due minuti.

MARCHESCHI (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, sono soddisfatto della sua risposta. Essa è un pezzo di un mosaico che ci ha già fatto intravedere, che non tutela solo la memoria storica e l'identità culturale, ma anche la valorizzazione e - perché no? - la scoperta di tutti quei talenti nascosti che sono nei magazzini dei nostri musei e la consapevolezza che questa valorizzazione sia un percorso affinché queste strutture riescano ad automantenersi. Quest'ultima infatti è la finalità che è sempre mancata nei Governi precedenti e che io invece vedo ben evidente nel suo percorso, che noi sosteniamo con grande consapevolezza. (Applausi).

PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

SENSI (PD-IDP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Io non sono sempre un amante degli interventi di fine seduta, ma se uno si chiama come un calciatore dell'Inter, come faccio a negarglielo?

Ne ha facoltà.

SENSI (PD-IDP). Signor Presidente, la comunità del Partito Democratico è stata colpita in questi giorni da due lutti non imprevisti, ma altrettanto dolorosi.

Vorrei maledire la malattia implacabile che si è portata via in poco tempo due dirigenti del nostro partito, Maurizio Chiocchetti e, ieri, Lino Paganelli, con i quali ho avuto il privilegio di collaborare al Nazareno. Potrei dire qualcosa delle vite di questi uomini, delle sigarette di Lino o del suo sguardo di sottecchi, ma non spetta a me, che non sono stato compagno; pare sempre di abusare, di dire un indicibile che può essere soltanto ricordato e tramandato come un sussurro. C'è stato il tempo della rabbia e dell'amarezza accanto a quello delle grandi responsabilità per entrambi, per Maurizio e per Lino. La sua Festa dell'Unità, dove festa e unità erano due parole che Paganelli aveva cuore e che dovremmo avere a cuore tutti noi che di politica siamo fatti. La politica come festa e come unità.

Presidente, ieri mattina al funerale c'erano tutti; Elly, Walter, Nicola, anche quelli - e voglio rendere loro onore - che con Lino hanno lavorato e che oggi guidano o militano in un altro partito, tra i quali Maria Elena e Francesco.

Vorrei però concludere in un "amaretto" personale recente il senso di queste parole qui al Senato per condividere con voi chi fossero questi uomini. Sono andato a trovare Lino Paganelli nella struttura dove era ricoverato qualche giorno fa, assieme al senatore Fina e alla segretaria del mio partito Elly Schlein. Era arrivato, stremato, con le mani strette nelle sue mani, Elly informava Lino delle ultime novità della campagna elettorale. Lui che era stato tra i più esperti nella balistica e nell'idraulica dell'organizzazione. Lino era sofferente e silenzioso, si addormentava ripetutamente, sembrava già altrove. Era bellissimo, anche tra quelle lenzuola, con i capelli nerissimi. Attorno la sua famiglia; lo splendido sorriso di Gaia e le persone che lo hanno amato. Un pensiero va a Gabriella.

A un certo punto, Presidente, Elly gli ha detto quanto il partito dovesse a lui per il suo lavoro, per l'impegno che aveva messo in tutti questi anni. Improvvisamente, aprendo gli occhi che erano stati chiusi fino a quel momento, Lino le ha risposto chiaro e secco, con un estremo fulmine benevolo nello sguardo: no, sono io che devo tutto al partito. Sono io che devo tutto al partito.

Ecco, Presidente, sono sicuro che lei mi comprenderà, come uomo delle istituzioni e di partito. Vorrei che anche lei, come ognuno di noi in quest'Aula, sentisse la dignità e la forza che vibra in questo testamento. Possiamo scontrarci aspramente, lo facciamo quotidianamente, essere in disaccordo su tutto, polemizzare. Ci mancherebbe. La voce che arriva però a quest'Aula, se ce ne è una residua, non è solo quella che promana dal voto dei cittadini, ma quella di questo strumento che fu potente e oggi è esile e celibe, che sono i partiti, che sono fatti di rappresentanti e dirigenti, di funzionari e militanti, di volontari e di persone, come Maurizio, Lino e come Mario Giachini, scomparso qualche mese fa, delle loro famiglie e delle loro esistenze, che ci restituiscono il senso del decoro, del dovere e del rispetto che ognuno qui, oggi, in quest'Aula, vorrei che sentisse. Uomini di partito, del Partito Democratico in questo caso, e non solo di parte, di una comunità viva, talvolta feroce e distratta, ma viva.

Concludo, Presidente, se avessi un cappello, me lo toglierei per Lino, se avessi ancora occhi, li chiuderei anche io, se avessi voce, ma è finita. (Applausi).

PRESIDENTE. A nome del Senato, mi unisco al suo ricordo toccante e assolutamente condiviso e condivisibile.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 26 marzo 2024

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica martedì, 26 marzo, alle ore 16,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 15,54).

Allegato A

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO

Interrogazione sugli interventi in tema di sicurezza stradale

(3-01032) (20 marzo 2024)

Minasi, Romeo. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            i dati contenuti nell'ultimo rapporto sull'incidentalità nei trasporti stradali fanno emergere la necessità di interventi immediati e innovativi sul tema della sicurezza stradale e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta promuovendo una serie di misure volte ad affrontare in modo organico la questione;

            anche secondo gli ultimi dati pubblicati dalle associazioni, nel 2024 in Italia, ad oggi, ci sono stati 350 morti e 280 feriti gravi, con un trend che allo stato attuale non sembra invertirsi. Tra questi, un dato di rilievo riguarda i pedoni: da inizio anno ne sono morti già 84 e la più alta incidenza di morti si riscontra proprio sulle strisce pedonali;

            le principali cause di incidentalità e di morti sulle strade rilevate sono la distrazione, spesso causata dall'utilizzo del cellulare alla guida, l'uso di alcol e di stupefacenti, l'eccesso di velocità e norme attualmente troppo poco incisive nel tutelare gli utenti più vulnerabili della strada;

            fondamentale è anche il tema della ciclabilità: in molti comuni le piste ciclabili sono state realizzate in zone altamente pericolose e, spesso, sono state accompagnate da una segnaletica non conforme alle norme, creando difficoltà per ciclisti, automobilisti e per la Polizia municipale. Occorre un approccio alla cosiddetta mobilità dolce, che sia pragmatico e che tenga conto della situazione in cui attualmente versano le strade del nostro Paese;

            all'interno dei centri abitati, infine, è necessario intervenire sulla diffusione incontrollata dei dispositivi di micromobilità elettrica, che costituiscono un ulteriore elemento di pericolo e che andrebbero ulteriormente regolamentati al fine di frenare il vertiginoso aumento di incidenti in cui sono coinvolti,

            si chiede di sapere se e quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare per implementare e garantire la sicurezza stradale per tutti gli utenti, al fine di arginare il drammatico aumento degli incidenti e delle vittime della strada.

Interrogazione sulle criticità nel trasporto ferroviario

(3-01034) (20 marzo 2024)

Paita, Enrico Borghi, Fregolent. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -

                    Premesso che:

            stazioni degradate, treni sovraffollati e fatiscenti, ritardi, assenza di aria condizionata e riscaldamento, parcheggi incustoditi preda di atti vandalici e danneggiamenti, furti, inaccessibilità per le persone a mobilità ridotta (sia sui treni che nelle stazioni) rappresentano vere e proprie sfide quotidiane con cui i cittadini devono interfacciarsi e da anni denunciate dalla stessa Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria;

            i ritardi e le cancellazioni, in particolare, sono all'ordine del giorno per tutti i pendolari: rappresenta una vera e propria onta per il Paese il fatto che le due delle principali arterie di collegamento della capitale del Paese (le tratte Roma-Lido e Roma-Viterbo), che rappresentano un servizio pubblico essenziale, a basso costo e fondamentale per garantire mobilità a cittadini, lavoratori e studenti, versino in condizioni tanto degradate e di inefficienza strutturale;

            anche per quanto riguarda i treni ad alta velocità, alcune rilevazioni indipendenti segnalano come i vettori viaggino con un ritardo medio tra i 10 e 15 minuti e come quasi un treno su quattro registri un ritardo tra i 20 e i 120 minuti, mentre sull'intera rete sono costanti guasti, ritardi, cancellazioni e disservizi;

            sulle tratte guasti, malfunzionamenti e incidenti sono all'ordine del giorno, con conseguenti disagi per i passeggeri che sono costretti a subire deviazioni, cancellazioni e ritardi che, troppo spesso, superano persino i 60 minuti;

            in questo contesto le priorità dei vertici di Ferrovie dello Stato sono state completamente differenti: a) limitare il numero di bagagli ammessi a bordo dei treni, limitarne le dimensioni e prevederne addirittura il pagamento a parte e in sovrapprezzo rispetto al biglietto (misura sospesa per le ragionevoli contestazioni mosse da più parti); b) autorizzare fermate illegittime di treni Frecciarossa in ritardo nell'esclusivo interesse di un membro del Governo; c) organizzare tratte ad alta velocità straordinarie, con tanto di livrea, per il festival di Sanremo, ad uso esclusivo di dirigenti, funzionari, dipendenti RAI e giornalisti accreditati; d) autorizzare esose sponsorizzazioni dal dubbio senso commerciale;

            l'approccio elitario ed esclusivo di Ferrovie dello Stato si accompagna alla cancellazione di lotti fondamentali delle tratte Palermo-Catania e Napoli-Bari (nella speranza di compensare con fondi nazionali le relative risorse del PNRR "perse") e della prospettiva di stralciare i circa 4 miliardi di euro di finanziamento del PNRR previsti per la realizzazione del terzo valico ferroviario dei Giovi, uno dei cantieri più importanti e strategici del Paese, che non può invece essere in alcun modo rinviato;

            i ritardi accumulati sul terzo valico e sulla quasi totalità delle opere del PNRR rappresentano un dramma per il Paese, posto che non si è effettuata alcuna reale semplificazione delle procedure volta ad accelerare i cantieri;

            le deficienze del sistema di trasporto riguardano persino l'esterno delle stazioni, dove file chilometriche di utenti in attesa di un taxi stanno tornando, dopo una brevissima pausa invernale, a rappresentare un elemento costante: non solo un vero e proprio "biglietto da visita" che rischia di vanificare gli importanti sforzi compiuti in questi anni per rilanciare il comparto turistico, ma un deciso pregiudizio per la vita di persone e famiglie che fanno affidamento sul trasporto pubblico locale per le proprie esigenze di vita;

            l'approccio del Ministro in indirizzo, anche sotto questo profilo, è stato ad avviso degli interroganti tutt'altro che risolutivo, dal momento che ha tutelato esclusivamente gli interessi dei tassisti e, si apprende, ora anche a pregiudizio dei servizi di noleggio con conducente, che rischiano di essere vessati da una nuova disciplina normativa di matrice ministeriale che altro effetto non ha se non quello di peggiorare le condizioni, già precarie, dei servizi di trasporto offerti ai cittadini;

            sul piano della sicurezza, con l'approvazione del piano nazionale di ripresa e resilienza del luglio 2021 era stato incluso, tra gli altri traguardi e obiettivi, lo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario, al fine di dotare 1.400 chilometri di linee ferroviarie del sistema ERTMS (European rail traffic management system);

            tale sistema di gestione, controllo e protezione del traffico ferroviario e segnalamento di anomalie rappresenta uno dei più sofisticati presidi di sicurezza per le ferrovie: il PNRR prevedeva, al fine di implementare l'ERTMS, lo stanziamento di circa 3 miliardi di euro;

            con la revisione del PNRR di quest'anno, si è concordato il definanziamento dell'intervento per un totale di quasi mezzo miliardo di euro di risorse;

            la cancellazione e il rinvio di interventi, target intermedi e obiettivi fondamentali per il PNRR, ma soprattutto per gli interessi del Paese, pregiudicano la tenuta, prima ancora che il rafforzamento, dell'infrastruttura ferroviaria italiana;

            non si comprende quali siano le ragioni per cui su un valore fondamentale, come quello della sicurezza, si ritenga di rinunciare a notevoli risorse finanziarie e accumulare ritardi, quando l'esigenza di garantire l'incolumità delle persone imporrebbe, viceversa, di attribuire carattere prioritario a simili interventi di rafforzamento del sistema di sicurezza ferroviaria;

            la situazione del trasporto ferroviario risulta dunque deficitaria sia sul piano della sicurezza che su quello dell'efficienza, con prospettive di miglioramento sempre più lontane a causa dei ritardi e rinvii dell'ultimo anno,

            si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per garantire il ripristino delle normali condizioni di servizio del trasporto ferroviario nazionale, scongiurando i continui ritardi, le carenze sul piano della sicurezza (sia in fase di viaggio che nelle stazioni) e riportando l'infrastruttura ferroviaria su un percorso di efficienza e di rafforzamento, al servizio esclusivo dei cittadini e delle imprese.

Interrogazione sul ripristino della tratta ferroviaria Caserta-Foggia dopo i recenti eventi franosi

(3-01035) (20 marzo 2024)

Boccia, Losacco, Valente, Irto, Fina, Camusso. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti

                    Premesso che:

            in seguito alla violenta frana verificatasi in data 12 marzo 2024 nel tratto ferroviario tra Ariano Irpino e Montecalvo, in Campania, è stata interrotta la circolazione dei treni sulla tratta ferroviaria tra Foggia e Benevento, con evidenti ricadute sulla mobilità dei cittadini pugliesi alle prese con disagi e difficoltà nel trovare alternative di trasporto sostenibili, e sulla viabilità in tutto il Mezzogiorno;

            la frana ha interessato un tratto di circa 250 metri e ha danneggiato uno dei pozzi di aerazione della galleria ferroviaria sita nel territorio irpino, rendendola del tutto inagibile;

            secondo quanto affermato da Rete ferroviaria italiana S.p.A., l'ente preposto alla gestione dell'infrastruttura ferroviaria nazionale, sarà necessario demolire e ricostruire il pozzo al fine di ripristinare la funzionalità del tratto di galleria danneggiata. Il tempo stimato dei lavori è di 30 giorni;

            allo stato attuale risultano già avviati i primi interventi sull'infrastruttura danneggiata dalla frana, con squadre e tecnici già sul sito, a cui faranno seguito i lavori di demolizione e di progressiva ricostruzione della galleria, con operazioni che dovranno essere eseguite con cautela per garantire la sicurezza dell'avanzamento del cantiere e per la conservazione delle parti strutturali non interessate dal dissesto;

                    considerato che:

            a risentire dell'interruzione del traffico ferroviario è soprattutto la Puglia, che si trova isolata dal resto del Paese a ridosso di un periodo di forte mobilità in occasione delle prossime festività di Pasqua. Una paralisi prolungata della tratta Foggia-Benevento, infatti, prefigura l'impossibilità per molti pugliesi di rientrare nei loro territori, oltre a comportare un brusco rallentamento dei flussi turistici a danno delle imprese operanti nel settore turistico. Grava, inoltre, la situazione esistente sulla linea ferroviaria adriatica nella quale sono programmati urgenti lavori di messa in sicurezza in alcuni tratti interessati da rischio idrogeologico;

            ad aggravare ulteriormente il quadro delineato è sopraggiunto l'aumento vertiginoso del prezzo dei biglietti aerei. Immediatamente dopo l'evento che ha interrotto la circolazione dei treni sulla tratta ferroviaria tra Foggia e Benevento, le compagnie aeree hanno operato incrementi di prezzo al limite della speculazione, arrivando nel caso della tratta aerea Brindisi-Roma da un prezzo base di 310 euro, fino a raggiungere la cifra di 750 euro;

            incrementi simili si registrano anche sui collegamenti ferroviari alternativi che permetterebbero di raggiungere la Puglia da altre mete. Il biglietto Milano-Bari, ad esempio, è arrivato a costare fino a 305 euro, in quanto unica opzione disponibile per i posti rimasti liberi. Sono cifre del tutto spropositate, che ledono il diritto alla mobilità dei cittadini;

            le misure adottate con l'articolo 1 del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, applicabili ai collegamenti nazionali, risultano del tutto inefficaci e non sono in grado di tutelare i cittadini pugliesi, i quali, a causa dell'esponenziale aumento delle tariffe in molti casi sono costretti a rinunciare al servizio;

            l'entità dei rincari è tale da aver spinto il Codacons a presentare un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato affinché quest'ultima apra un'istruttoria urgente sul caso e verifichi la legittimità degli aumenti imposti a vario titolo dagli operatori;

            il forte disagio causato dalla frana è solo uno dei numerosi risvolti negativi legati ai fenomeni atmosferici estremi che interessano, con cadenza sempre più regolare, la nostra penisola. In assenza di un'imponente politica di investimenti volta alla mitigazione del cambiamento climatico, è facile prevedere come il susseguirsi di eventi estremi possa indebolire ulteriormente il nostro sistema infrastrutturale, già duramente provato da disparità territoriali e una cronica carenza di manutenzione. Su tali aspetti pesa, inoltre, il definanziamento di importanti misure del PNRR relative alla gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (M2C4), e ai collegamenti ferroviari (M3C1),

            si chiede di sapere:

            quali misure il Ministro in indirizzo abbia adottato o intenda adottare per favorire il ripristino in tempi rapidi, e in totale sicurezza, della circolazione dei treni sulla tratta ferroviaria tra Foggia e Benevento, al fine di evitare pesanti ricadute sulla mobilità dei cittadini pugliesi alle prese con disagi e difficoltà nel trovare alternative di trasporto sostenibili e sulla viabilità in tutto il Mezzogiorno;

            quali misure intenda adottare, nelle more del ripristino della circolazione ferroviaria sulla tratta ferroviaria tra Foggia e Benevento, al fine di garantire ai cittadini pugliesi soluzioni di mobilità alternative al trasporto ferroviario; se, a tal fine, abbia predisposto interventi per il potenziamento di collegamenti sostitutivi (anche per quanto riguarda il versante adriatico sul quale sono programmati lavori di messa in sicurezza in alcuni tratti interessati da rischio idrogeologico) al fine di mitigare i disagi arrecati ai cittadini pugliesi e garantire il pieno diritto alla loro mobilità;

            quali iniziative urgenti intenda intraprendere per fare fronte all'aumento spropositato dei costi che le famiglie dovranno sostenere per spostarsi dal Nord al Sud del Paese e viceversa, e in particolare quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, per calmierare l'incremento delle tariffe praticate dalle compagnie aeree e sui collegamenti ferroviari alternativi, ivi compresi quelli sul versante adriatico.

Interrogazione sulla conservazione e valorizzazione delle Residenze sabaude in Piemonte

(3-01031) (20 marzo 2024)

Gasparri, Damiani, De Rosa, Fazzone, Galliani, Lotito, Occhiuto, Paroli, Ronzulli, Rosso, Silvestro, Ternullo, Zanettin. - Al Ministro della cultura -

                    Premesso che:

            il Piemonte è un territorio ricco di luoghi di cultura che attirano turisti da tutto il mondo, comprendendo ben quattro siti inseriti nel patrimonio mondiale dell'UNESCO. Tra questi le Residenze sabaude, un complesso costituito da ben 22 palazzi e ville di grande pregio storico ed architettonico, la metà delle quali situate nella città di Torino e l'altra metà realizzate con una pianificazione radiale intorno alla città fra il XVI e il XVII secolo, cioè uno straordinario esempio di pianificazione urbanistica e di costruzione di una architettura monumentale iniziata da Emanuele Filiberto, duca di Savoia, dopo il trasferimento della capitale del ducato a Torino nel 1562, realizzate dai maggiori architetti e artisti dell'epoca;

            va ricordato che durante il 2023 il solo complesso della reggia di Venaria ha registrato 446.000 visitatori, riuscendo ad abbinare mostre temporanee alle visite all'importante patrimonio culturale permanente della reggia, come la mostra di Turner organizzata insieme alla Tate Gallery, con un incremento del 30 per cento rispetto all'anno precedente;

            dal 26 al 27 aprile 2024 si svolge presso la reggia di Venaria il G7 Energia e ambiente;

            proprio questa sembra essere la chiave del successo di visitatori: attrarre un turismo culturale legato a mostre temporanee uniche e di grande attrattività, ad eventi unici, realizzati in luoghi di grande prestigio storico e architettonico, che peraltro necessitano di continui e onerosi lavori di restauro e conservazione,

            si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo, per quanto di propria competenza, intenda dare ulteriore valorizzazione alle Residenze sabaude, posto che sono inserite in un territorio unico, quello piemontese, che possiede anche la necessaria organizzazione per accogliere un numero sempre crescente di visitatori e turisti.

Interrogazione sulle misure per aumentare i corpi di ballo stabili delle fondazioni lirico-sinfoniche

(3-01036) (20 marzo 2024)

Pirondini. - Al Ministro della cultura -

                    Premesso che:

            da anni si assiste alla progressiva chiusura e smantellamento di gran parte dei corpi di ballo stabili delle fondazioni lirico-sinfoniche, così disperdendo un grande patrimonio artistico e culturale nazionale;

            attualmente permangono attivi solamente quattro corpi di ballo stabili (Milano, Roma, Napoli e Palermo) e questo nonostante il balletto sia nato in Italia e abbia fatto e faccia tuttora scuola nel mondo, con danzatori, coreografi e maestri di ballo di eccelsa qualità;

            nonostante l'affezione del pubblico e il successo degli spettacoli, la danza in Italia sta diventando sempre più una "Cenerentola" delle arti, con la progressiva migrazione dei danzatori italiani verso altre istituzioni coreutiche europee e internazionali;

            al fine di recepire le istanze del mondo della danza nazionale, la 7a Commissione permanente (Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato ha avviato l'esame del disegno di legge n. 568, recante "Disposizioni per la promozione, la tutela e la salvaguardia della produzione artistica e culturale della danza" per il quale sono in corso delle audizioni;

                    considerato che:

            a seguito dell'incontro tenutosi in data 19 marzo 2024 tra il sottosegretario Gianmarco Mazzi, gli artisti e gli operatori interessati dal nuovo codice dello spettacolo, è stata annunciata la creazione di due nuovi corpi di ballo condivisi tra le fondazioni lirico-sinfoniche, che coinvolgerebbero le città di Firenze-Bologna e Verona-Venezia con una diramazione su Trieste;

            rimarrebbero esclusi territori di grande rilevanza culturale tra cui Bari, Genova, Torino e Cagliari e risultano ancora non identificate e note le risorse con cui il Ministero della cultura attuerà tale progetto e nessuna sicurezza occupazionale per gli artisti e informazioni sul modello organizzativo dei nuovi corpi di ballo annunciati,

            si chiede di sapere:

            a seguito delle notizie diffuse dopo l'incontro del 19 marzo, come il Ministro in indirizzo intenda attuare quanto annunciato, quali saranno le garanzie lavorative per i ballerini, in particolare se saranno garantiti contratti di lavoro dipendente con le fondazioni lirico-sinfoniche con le tutele previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro di settore;

            se vi sia la previsione di inserire nei criteri del FUS (oggi "fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo") forme di incentivi per la produzione di spettacoli di danza con un corpo di ballo stabile;

            quali siano i criteri che hanno portato a individuare alcune città, escludendone altre, invece di comprendere tutte le fondazioni, anche con schemi di corpi di ballo condivisi, come previsto dal disegno di legge n. 568 in esame in Senato.

Interrogazione sull'ampliamento degli spazi museali, volto alla più ampia fruizione delle opere d'arte

(3-01033) (20 marzo 2024)

Marcheschi, Malan, Speranzon, Cosenza, Bucalo, Iannone, Fallucchi. - Al Ministro della cultura -

                    Premesso che:

            l'articolo 9 della Costituzione individua tra i principi fondamentali lo sviluppo della cultura e la tutela del patrimonio storico-artistico della nazione;

            il patrimonio artistico e culturale italiano è estremamente ricco e variegato ed i musei possono considerarsi dei veri e propri depositi della memoria storica e dell'identità culturale della nazione, strumento privilegiato per il contrasto alla povertà educativa oltre a costituire un'attrazione turistica a livello mondiale;

                    considerato che:

            la gestione di un patrimonio così importante non è stata finora adeguatamente sostenuta dalla finanza pubblica, con una spesa complessiva inferiore a quella dei principali Stati europei e scarsamente orientata agli investimenti;

            nonostante i quasi cinquemila istituti museali, sono esposte appena quattrocentottantamila dei cinque milioni di opere d'arte presenti sul territorio;

            il Ministro in indirizzo ha recentemente dichiarato di voler realizzare, tra gli obiettivi di breve termine, il raddoppio delle sedi di alcuni "grandi" musei, quali gli Uffizi di Firenze, il Museo archeologico nazionale di Napoli e la Pinacoteca di Brera a Milano;

            la realizzazione di questi nuovi e più ampi spazi museali rappresenta un grande traguardo, un'occasione per rivitalizzare il tessuto culturale e attrarre un pubblico internazionale desideroso di immergersi nell'arte e nella storia che solo l'Italia può offrire,

            si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo abbia già posto in essere ai fini dell'ampliamento delle sedi museali degli Uffizi di Firenze, del Museo archeologico nazionale di Napoli e della Pinacoteca di Brera a Milano e quali intenda avviare per garantire al pubblico e agli studiosi una migliore fruizione del patrimonio artistico ivi esposto.

 

Allegato B

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Bongiorno, Borgonzoni, Butti, Castelli, Cattaneo, Crisanti, De Poli, Durigon, Fazzolari, Garavaglia, La Pietra, Mirabelli, Monti, Morelli, Ostellari, Rauti, Rubbia, Scalfarotto, Segre e Sisto.

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Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Castellone, per attività di rappresentanza del Senato; La Marca, per partecipare a un incontro internazionale; Spinelli e Zampa per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Commissioni permanenti, trasmissione di documenti

È stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 10a Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), approvata nella seduta del 20 marzo 2024, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sulla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni, mutageni o a sostanze tossiche per la riproduzione durante il lavoro (sesta direttiva particolare ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE del Consiglio) (codificazione) (COM(2023) 738 definitivo) (Doc. XVIII, n. 10).

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

È stata trasmessa alla Presidenza la risoluzione della 4a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea), approvata nella seduta del 20 marzo 2024, ai sensi dell'articolo 144, commi 1-bis e 6, del Regolamento, sulla Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva (UE) 2015/637 sulle misure di coordinamento e cooperazione per facilitare la tutela consolare dei cittadini dell'Unione non rappresentati nei Paesi terzi e la direttiva (UE) 2019/997 che istituisce un documento di viaggio provvisorio dell'UE (COM(2023) 930 definitivo) (Doc. XVIII-bis, n. 18).

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 144, comma 2, del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Camera dei deputati nonché, ai sensi dell'articolo 144, comma 2-bis, del Regolamento, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea.

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, trasmissione di documenti

Il Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, in data 14 marzo 2024, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettere dd), della legge 2 marzo 2023, n. 22, i seguenti documenti approvati dalla Commissione nella seduta del 15 marzo 2024:

"Documento per la memoria di Don Giuseppe Diana. Pubblicazione di atti e documenti" (Doc. XXIII, n. 2);

"Relazione sulla situazione della criminalità organizzata nella provincia di Foggia. Risultanze della missione svolta a Foggia l'8 settembre 2023" (Doc. XXIII, n. 3).

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore Bergesio Giorgio Maria

Disposizioni sulla istituzione dell'Albo degli agromeccanici e sull'esercizio dell'attività professionale di agromeccanico (1073)

(presentato in data 20/03/2024);

senatore Zullo Ignazio

Disposizioni per il riconoscimento dell'obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente (1074)

(presentato in data 20/03/2024);

senatori Mennuni Lavinia, De Priamo Andrea, Matera Domenico, Rastrelli Sergio, Della Porta Costanzo, Farolfi Marta, Tubetti Francesca, Sigismondi Etelwardo, Rosa Gianni, Calandrini Nicola, Rapani Ernesto, Iannone Antonio, Silvestroni Marco

Istituzione del "Giorno dei caduti delle forze di polizia" (1075)

(presentato in data 20/03/2024);

senatore Silvestroni Marco

Qualificazione del professionista forense in ambito civile e penale (1076)

(presentato in data 20/03/2024);

senatore De Poli Antonio

Disposizioni concernenti la messa a dimora di un albero per ogni residente centenario (1077)

(presentato in data 21/03/2024);

senatori Bergesio Giorgio Maria, Cantalamessa Gianluca, Bizzotto Mara

Disposizioni relative alla definizione della relazione tecnica di competenza della professione regolamentata di tecnologo alimentare (1078)

(presentato in data 21/03/2024);

senatore Rosso Roberto

Istituzione di una zona franca extradoganale montana per lo sviluppo economico della Valle di Susa (1079)

(presentato in data 21/03/2024).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 21/03/2024 la 7ª Commissione permanente Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge: "Revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti" (924-bis)

(presentato in data 22/11/2023) Derivante da stralcio art. 3 del DDL S.924

Camera dei deputati, trasmissione di documenti

Il Presidente della Camera dei deputati, con lettera in data 19 marzo 2024, ha trasmesso il documento concernente la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1024/2021 e (UE) 2018/1724 per quanto riguarda determinati requisiti stabiliti dalla direttiva (UE) XXXX/XXXX (COM(2023) 636 final) e la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce requisiti armonizzati nel mercato interno sulla trasparenza della rappresentanza d'interessi esercitata per conto di paesi terzi e che modifica la direttiva (UE) 2019/1937 (COM(2023) 637 final), approvato, nella seduta del 13 marzo 2024, dalla XIV Commissione (Politiche dell'unione europea) della Camera dei deputati nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del Protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 28) (Atto n. 440).

Detto documento è depositato presso il Servizio dell'Assemblea a disposizione degli Onorevoli senatori

Governo, trasmissione di atti

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 21 marzo 2024, ha inviato, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni, la comunicazione concernente il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale al dottor Stefano Tomasini, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze.

Tale comunicazione è depositata presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 20 e 21 marzo 2024, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha trasmesso le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale, per l'esercizio 2021. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5ª e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 205);

della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, per l'esercizio 2021. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 206);

dell'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, per l'esercizio 2021. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 207).

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

La senatrice Camusso ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-01035 del senatore Boccia ed altri.

Risposte scritte ad interrogazioni

(Pervenute dal 15 al 21 marzo 2024)

SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 54

BORGHI Enrico: su alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa dal generale Vannacci (4-00758) (risp. CROSETTO, ministro della difesa)

CAMUSSO ed altri: sulla partnership tra FIGC e Acqua Lete (4-00944) (risp. ABODI, ministro per lo sport e i giovani)

CUCCHI: sulla morte nel carcere di Ancona di Matteo Concetti (4-00932) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

GASPARRI: sulle criticità nel processo all'ex deputato Landolfi (4-01008) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

PIRRO ed altri: sulla permanenza in Italia di bambini orfani giunti dall'Ucraina (4-00715) (risp. CIRIELLI, vice ministro degli affari esteri lavoro e della cooperazione internazionale)

SCALFAROTTO: sulla morte nel carcere di Ancona di Matteo Concetti (4-00941) (risp. NORDIO, ministro della giustizia)

Interrogazioni

MANCA, MISIANI, LORENZIN, NICITA, TAJANI, BASSO, CAMUSSO, MALPEZZI, FRANCESCHELLI, GIACOBBE, ZAMBITO, VALENTE, ROSSOMANDO, SENSI, LA MARCA, IRTO, GIORGIS, FURLAN, MARTELLA, D'ELIA, RANDO, ROJC, VERINI, ALFIERI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

l'articolo 20, comma 3, del decreto-legge n. 19 del 2024, recante "Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)", nell'ambito di una presunta "operazione di razionalizzazione e di riassetto industriale" delle partecipazioni dello Stato, ha attribuito le quote di capitale della società PagoPA, detentrice dell'omonima piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della pubblica amministrazione, rispettivamente all'Istituto poligrafico e zecca dello Stato, nella misura del 51 per cento, e a Poste S.p.A., nella misura del restante 49 per cento;

tale manovra, che si inserisce nel solco delle privatizzazioni annunciate dal Governo al fine di recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, ha sollevato forti critiche tra gli operatori di mercato e la netta contrarietà da parte di banche ed enti creditizi in ragione della non conformità dell'operazione con la normativa vigente in materia di concorrenza;

ad esprimersi in merito ai contenuti dell'articolo 20 del decreto-legge n. 19 è intervenuta anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che, tramite un comunicato ufficiale, ha formalizzato una serie di osservazioni sui contenuti e le modalità dell'operazione di cessione di PagoPA, affermando che la norma presenta "alcune criticità concorrenziali";

nella memoria dell'Autorità si precisa che: "in una prospettiva di garanzia del mercato e dei diritti degli operatori potenzialmente interessati, l'individuazione del cessionario della quota del 49% dovrebbe avvenire ad esito di un'asta competitiva o comunque di una procedura che valuti e metta a confronto più manifestazioni di interesse";

ad allertare l'Autorità sono state sia le modalità, considerate poco trasparenti, seguite per la cessione al mercato di una società pubblica, sia le caratteristiche specifiche del soggetto cessionario individuato dal legislatore. Nello specifico, ha osservato che l'ingresso di Poste italiane nel capitale sociale di PagoPA "potrebbe sollevare alcune rilevanti problematicità nel funzionamento del mercato, che investono in primis il settore dei pagamenti digitali e poi quello delle notifiche";

in tal senso, l'ingresso nel capitale della società pubblica di un operatore di mercato comporterebbe l'attribuzione in via diretta allo stesso operatore del privilegio riconosciuto alla piattaforma, con conseguente partecipazione alla relativa quota di profitti. Per questo motivo, secondo l'Autorità, si rende indispensabile l'adozione di modalità trasparenti e non discriminatorie per trasferire a un soggetto di mercato parte dei benefici connessi al godimento di un privilegio riconosciuto ex lege;

il comunicato ha messo, altresì, in luce come il programma tracciato dal Governo sia fondamentalmente incompatibile con le disposizioni di legge riguardanti le procedure di dismissione di partecipazioni dello Stato e degli enti pubblici in società per azioni, disciplinata dal decreto legislativo n. 332 del 1994;

la normativa prevede, infatti, che nei casi di cessione mediante trattativa diretta di partecipazioni in società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, il sistema prioritario sia il ricorso al mercato con procedura aperta, relegando in via residuale ed eccezionale la negoziazione diretta;

la cessione delle quote di PagoPA a Poligrafico e Poste per una cifra inferiore a quella di mercato costituirebbe anche una violazione della disciplina sugli aiuti di Stato. Pertanto, al fine di valorizzare al meglio i beni pubblici da alienare, è indispensabile che la cessione avvenga mediante una gara aperta, disciplinata secondo procedure trasparenti e non discriminatorie;

considerato che sulla spinta dei forti malumori emergenti tra i lavoratori di Poste italiane, le organizzazioni sindacali hanno manifestato preoccupazioni sul futuro della società, anche in ragione dei prevedibili riassetti organizzativi interni volti a favorire le operazioni in atto e le potenziali ricadute sugli equilibri economici e finanziari dell'azienda,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo intenda tempestivamente riconsiderare le disposizioni di cui all'articolo l'articolo 20, comma 3, del decreto-legge n. 19 del 2024, al fine di mantenere il pieno controllo delle quote del capitale di PagoPA;

in caso contrario, se intenda adottare tutte le misure necessarie per risolvere le problematiche concorrenziali rilevate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato in relazione alla cessione di PagoPA all'Istituto poligrafico e zecca dello Stato e a Poste italiane S.p.A.; in particolare, se non ritenga opportuno, in una prospettiva di garanzia del mercato e dei diritti degli operatori potenzialmente interessati, predisporre un'asta competitiva o comunque una procedura che valuti e metta a confronto più manifestazioni di interesse;

se non ritenga che la predisposizione dell'asta competitiva o comunque di una procedura che valuti e metta a confronto più manifestazioni di interesse garantisca anche il conseguimento di maggiori introiti per il bilancio pubblico rispetto alle indeterminate modalità previste nell'articolo 20 citato;

se intenda escludere che da tale cessione non derivi un disimpegno pubblico sul fronte dello sviluppo, della semplificazione, della qualità e della sicurezza dei servizi di pagamento in via digitale, con conseguente pregiudizio per la pubblica amministrazione e gli enti creditori che hanno finora utilizzato la piattaforma di PagoPA.

(3-01039)

MURELLI, CENTINAIO, BERGESIO - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. - Premesso che:

il 1° febbraio 2019 è entrato in vigore l'accordo di partenariato economico (EPA, Economic partnership agreement) UE-Giappone con l'obiettivo di favorire il rafforzamento del legame tra i due partner, attraverso un maggiore accesso ai rispettivi mercati per merci, servizi e appalti pubblici, l'eliminazione delle barriere non tariffarie (BNT), la tutela delle indicazioni geografiche e dei diritti di proprietà intellettuale, la protezione degli standard della UE, l'armonizzazione normativa tra le due economie;

l'agroalimentare è tra i settori oggetto dell'accordo, con il riconoscimento di 205 indicazioni geografiche europee che potranno beneficiare in Giappone dello stesso livello di tutela garantito nella UE; di queste, 45 sono italiane;

per l'Italia il Giappone è la seconda destinazione extra europea più importante per formaggi, con 11.000 tonnellate annue per un valore di oltre 100 milioni di euro, ed in constante crescita, tanto che nel 2023 il comparto è risultato tra quelli il cui export è maggiormente aumentato (14,9 per cento in più);

l'accordo prevede in particolare una specifica deroga per i formaggi con denominazione di origine protetta per i quali è consentita l'esportazione in forme intere ed il successivo porzionamento e confezionamento nel Paese di destinazione, sotto stretto controllo dei consorzi di tutela; la scadenza della deroga è fissata al 1° febbraio 2026;

nel periodo transitorio le imprese casearie italiane avrebbero dovuto adeguare le proprie produzioni alle richieste del mercato Giapponese con riguardo ai formati delle confezioni, ma gli accadimenti degli ultimi anni hanno ritardato gli investimenti in nuovi impianti che rispondessero ai canoni del mercato di destinazione;

sarebbe auspicabile un intervento da parte del Governo italiano finalizzato ad estendere il periodo temporale della proroga, evitando l'introduzione di aggravi per le imprese italiane e al contempo l'utilizzo degli impianti di confezionamento sul territorio giapponese per la produzione di prodotti non certificati, che vanno ad alimentare il fenomeno dell'Italian sounding,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della problematica esposta e se non ritenga di aprire prontamente un dialogo con le competenti istituzioni europee, al fine di giungere ad una soluzione nella sessione annuale di rinnovo dell'accordo EPA, che coincida con la necessità per il nostro Paese di adottare un più graduale adattamento delle imprese ai canoni produttivi richiesti dal mercato giapponese.

(3-01040)

MELCHIORRE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:

la Società degli autori ed editori (SIAE) è una società senza scopo di lucro che tutela il diritto d'autore e svolge, in regime di convenzione, servizi di controlli contestuali e documentali per conto non solo dell'amministrazione finanziaria, ma anche di organizzazioni private, come la SCF Italia S.r.l., il principale punto di riferimento in Italia per la raccolta e distribuzione dei compensi dovuti a produttori discografici e artisti in caso di diffusione di musica;

l'attività di vigilanza sull'applicazione della normativa a tutela del diritto d'autore e di raccolta degli incassi relativi è eseguita, per conto della SIAE, dalle 425 agenzie mandatarie dislocate su tutto il territorio nazionale per il tramite di professionisti, aventi un'età media di circa 45 anni, efficientemente formati, tanto sotto il profilo pratico quanto sotto quello teorico, dai funzionari dell'amministrazione finanziaria;

gli incassi relativi al diritto d'autore, i quali dipendono dalla capacità dimensionale e operativa delle agenzie mandatarie, sono gestiti direttamente dall'Agenzia delle entrate competente e costituiscono la principale remunerazione dell'opera dell'ingegno dei nostri autori ed editori;

dato che:

in data 23 ottobre 2020 si è perfezionata la convenzione tra l'Agenzia delle entrate e la SIAE, per mezzo della quale, oltre ad aver confermato la spesa di 104.31 milioni di euro per il triennio 2023-2025, è stata rinnovata, fino al 31 dicembre 2028, la collaborazione per lo svolgimento delle attività di cooperazione, accertamento e constatazione delle violazioni in materia di IVA e di imposta sugli intrattenimenti, quest'ultima non dovuta in occasione di musica dal vivo, e oggetto di ripetuta evasione da parte del contribuente;

inoltre, la SIAE ha concluso un'ulteriore convenzione con la SCF S.r.l., avente ad oggetto la definizione dei limiti operativi ed economici entro cui le agenzie mandatarie devono effettuare i controlli contestuali per conseguire i compensi dovuti agli operatori del settore musicale da chiunque diffonda musica in pubblico;

secondo quanto stabilito dalla seconda convenzione richiamata, infatti, i professionisti delle agenzie mandatarie pongono in essere l'attività di controllo durante lo svolgimento dell'evento e, diversamente dai funzionari dell'Agenzia delle entrate, in completa autonomia, senza essere accompagnati, cioè, da un collega terzo rispetto al territorio di competenza;

considerato che:

sia gli aspetti pensionistici che quelli retribuitivi dei professionisti operanti nelle agenzie mandatarie dovrebbero essere posti all'attenzione del legislatore, al fine di adeguarli, tra l'altro, alla tipologia di attività prestata, all'esperienza maturata e al monte ore di lavoro;

la remunerazione lorda per le attività di controllo "contestuale" e verifica, stabilita dalla direzione generale della SIAE, è pari a 40 euro, ridotti a 20 nei casi in cui il mandatario stesso richieda, per complessità delle attività, di essere affiancato da un collega di altra circoscrizione;

almeno il 40 per cento di quanto guadagnato con la realizzazione di un evento è destinato al soddisfacimento degli obblighi di natura tributaria in materia di imposta sugli intrattenimenti, IVA e diritto d'autore, al quale devono essere aggiunti i costi sopportati per la sua organizzazione e messa in scena,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, in virtù della funzione di vigilanza sulla SIAE e sulle convenzioni da quest'ultima concluse con l'amministrazione finanziaria, non intendano accertare e, se lo dovessero ritenere appropriato, aggiornare le modalità di utilizzo della spesa di 104,31 milioni di euro confermata in sede di definizione della convenzione tra l'Agenzia delle entrate e la SIAE;

se, per quanto di propria competenza, non intendano prendere in considerazione la possibilità di rivedere l'attuale normativa tributaria in tema di versamento dell'imposta sugli intrattenimenti e dell'IVA legata agli intrattenimenti, al fine di alleggerire il carico fiscale in capo agli organizzatori di eventi e di dissuaderli dalla condotta evasiva;

se, per quanto di propria competenza, non ritengano opportuno valutare l'adeguamento delle condizioni operative, retributive e pensionistiche dei lavoratori operanti all'interno delle agenzie mandatarie.

(3-01041)

AMBROGIO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

la linea SFM1 è parte del servizio ferroviario metropolitano della città di Torino e collega i comuni di Rivarolo Canavese e di Chieri;

il percorso e le stazioni intermedie (Feletto, Bosconero, San Benigno Canavese, Volpiano, Settimo, Torino Stura, Torino Rebaudengo Fossata, Torino Porta Susa, Torino Lingotto, Moncalieri e Trofarello) consentono la stretta interconnessione dei territori del canavese e del chierese al capoluogo e alle più importanti stazioni di interscambio, risultando una delle tratte pendolari più importanti per il trasporto pubblico locale e per migliaia di lavori e studenti;

il servizio navetta tra Rivarolo Canavese e Ceresole Reale, che ne amplia il raggio d'azione risalendo la valle Orco attraverso le fermate intermedie di Favria, Oglianico, Salassa, Valperga, Cuorgnè, Pont Canavese, Sparone, Locana e Noasca, connota altresì la linea SFM1 di una forte valenza turistica, poiché centrale nelle dinamiche, ormai di respiro internazionale, di accesso e fruizione del parco nazionale del Gran Paradiso;

considerato che:

la linea è gestita, per la tratta su rotaia, da RFI-Trenitalia, mentre, per la tratta su bus-navetta, da GTT-Gruppo torinese trasporti;

il titolare effettivo del contratto di servizio con RFI-Trenitalia è l'Agenzia della mobilità piemontese, ente responsabile per la pubblica amministrazione della mobilità collettiva su tutto il territorio piemontese che, dalla sua istituzione nel 2003, è partecipato dalla Regione Piemonte al 25 per cento, dagli enti del bacino della città metropolitana di Torino per il 36 per cento (di cui il 25 per cento è in capo alla città di Torino), dagli enti del bacino sud per 13 per cento, dagli enti del bacino nordest per il 15 per cento e dagli enti del bacino sudest per 11 per cento;

negli ultimi mesi ripetuti guasti, lavori di ammodernamento (che determinano la percorribilità di un solo binario nell'area della stazione di Volpiano) e alcuni atti vandalici hanno causato ritardi e cancellazioni, con ripercussioni molto gravi su pendolari e turisti;

la Regione Piemonte ha compiuto un intenso lavoro di sensibilizzazione e di sollecitazione, in seno alla partecipata Agenzia della mobilità e, a cascata, nei confronti di RFI-Trenitalia, nell'ottica di garantire un servizio adeguato e corrispondente alle esigenze degli utenti;

sembra auspicabile e utile un intervento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per monitorare la situazione e per coordinare al meglio una strategia che coniughi i programmati interventi di ammodernamento e un'idonea qualità del servizio,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della portata e durata degli interventi di ammodernamento necessari alla linea SFM1 Rivarolo-Chieri e, in tal caso, se stia monitorando gli effetti degli interventi spettanti a RFI-Trenitalia;

se l'attuale quadro consenta di garantire l'erogazione di un servizio all'altezza delle esigenze di cittadini, lavoratori, studenti e turisti;

se non ritenga necessaria o utile l'istituzione di un tavolo temporaneo di confronto, condivisione e coordinamento che, nel coinvolgere tutte le parti in causa, amministratori locali in testa, possa calmierare, se non superare completamente, le attuali criticità.

(3-01042)

LOREFICE - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. - Premesso che:

il 6 novembre 2014, a seguito del completamento della chiusura delle linee di produzione da fonte fossile della raffineria di Gela (Caltanissetta), l'allora Ministero dello sviluppo economico, la Regione Siciliana, ENI e le sigle sindacali, firmarono un protocollo d'intesa con la quale la società petrolifera si impegnava alla riconversione del sito in bioraffineria, all'avvio di nuovi progetti nell'area, al mantenimento dei livelli occupazionali e al risanamento ambientale dei luoghi inquinati in circa 50 anni di attività;

in data 20 maggio 2015, con decreto del Ministro dello sviluppo economico è stata istituita l'area di crisi industriale complessa di Gela, comprendente 23 comuni;

in data 23 ottobre 2018, a seguito del mancato rispetto da parte di ENI degli impegni assunti con il protocollo d'intesa del 2014, il Ministero dello sviluppo economico, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la Regione Siciliana, il Libero consorzio comunale di Caltanissetta, il Comune di Gela e l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia) firmavano un accordo di programma per il rilancio dell'area di crisi industriale complessa;

a seguito della firma dell'accordo di programma si è proceduto, con circolare direttoriale n. 37925 del 6 febbraio 2019, all'apertura del bando rivolto alle aziende per l'accesso agli aiuti per il rilancio dell'area di crisi industriale che ha visto la presentazione di 6 domande di finanziamento di cui solamente una è andata a buon fine per una somma pari a 3.075.898,93 euro;

successivamente, con decreto del Ministro dello sviluppo economico 23 aprile 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 22 giugno 2021, si è provveduto alla rimodulazione delle risorse stanziate in quanto quelle originariamente previste erano divenute inutilizzabili perché legate a fondi europei collegati alla programmazione 2014-2020;

il 23 ottobre 2021 è scaduto l'accordo di programma, per il cui rinnovo si è preferito aspettare l'inizio dell'anno 2022 in modo da usufruire delle norme previste per la nuova programmazione europea che consente una maggiore percentuale di aiuti alle imprese site in Sicilia in considerazione della drammatica situazione economica e industriale della regione;

il rinnovo è stato firmato dagli attori coinvolti e trasmesso alla Corte dei conti per il controllo preventivo di legittimità in data 20 settembre 2022, in grande ritardo rispetto la scadenza dell'atto originario e rispetto l'avvio della nuova programmazione europea, motivo per cui non si era proceduto immediatamente al rinnovo e, con ancora maggiore ritardo, è stato registrato presso la Corte dei conti in data 22 novembre 2022, n. 1170, con scadenza al 23 ottobre 2024;

a tal proposito, giova sottolineare come, dei 36 mesi di proroga sulla carta, ne corrispondano in realtà solamente 23, il che arreca un ulteriore danno ai territori beneficiari dell'intervento e appare, a parere dell'interrogante, come un'ulteriore beffa nei loro confronti;

in data 30 maggio 2023, dopo più di 8 mesi dalla stipula del rinnovo e dopo più di 6 mesi dalla registrazione in Corte dei conti, è stato pubblicato un secondo avviso per la concessione di agevolazioni ex lege n. 181 del 1989 per l'area di crisi industriale di Gela senza data di chiusura, secondo la procedura detta "a sportello";

considerato che:

a quanto risulta all'interrogante a seguito di ripetute richieste formulate a Invitalia (soggetto gestore), ad oggi, sono in totale 11 le domande di agevolazione pervenute tutte nel periodo che va dal 30 maggio al 29 settembre 2023, di cui 5 risultano non ammesse a finanziamento, mentre per le altre 6 è ancora in corso l'istruttoria;

l'interrogante si è nuovamente rivolto alla società chiedendo maggiori informazioni sull'iter che le domande di finanziamento stanno seguendo, in considerazione dell'ampia percentuale di domande che non sono state ammesse e del perdurare delle istruttorie per quelle che ancora non sono concluse, richiesta cui è seguito il diniego dell'Agenzia motivato con l'impossibilità di fornire i dati richiesti a soggetti ulteriori rispetto al Ministero delle imprese e del made in Italy e ai soggetti che hanno presentato domanda,

si chiede di sapere:

quale sia la situazione aggiornata per la concessione dei finanziamenti per l'area di crisi industriale complessa di Gela, con particolare riferimento alla richiesta di finanziamento approvata;

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno approfondire le ragioni che hanno provocato il rigetto, ad oggi, di ben 5 richieste di finanziamento;

se non ritenga doveroso verificare le ragioni che, a distanza di circa 10 mesi dalla riapertura del bando, non abbiano ancora consentito di portare a termine le istruttorie per le restanti 6 richieste di finanziamento;

quali azioni intenda intraprendere per assicurare che le risorse stanziate per il rilancio dell'area di crisi industriale complessa di Gela vengano utilizzate nel migliore dei modi e assicurando al territorio tempestive e reali opportunità di sviluppo.

(3-01043)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

CROATTI, SIRONI, FLORIDIA Barbara, NAVE, DAMANTE, BEVILACQUA - Ai Ministri dell'ambiente e della sicurezza energetica e della salute. - Premesso che:

nel cuore della pianura Padana, fino alla Romagna, la situazione dell'inquinamento è drammatica con dati, nei mesi di gennaio e febbraio 2024, mai registrati. Si respira dappertutto aria tossica;

è un'emergenza cronica per l'Italia che, secondo gli ultimi dati dell'Agenzia europea per l'ambiente è tra i primi Paesi in Europa per decessi attribuibili all'inquinamento atmosferico con circa 47.000 morti premature all'anno dovute al Pm2.5;

l'area della val Padana rimane chiusa tra le Alpi e gli Appennini: quando si verificano situazioni anticicloniche le polveri sottili non vengono ripulite dall'atmosfera e rimangono concentrate nelle zone dove le emissioni inquinanti sono maggiori;

nella giornata di domenica 18 febbraio 2024 a Milano sono stati registrati livelli di Pm2.5 di 118 microgrammi al metro cubo come media giornaliera: un valore 24 volte più alto dei livelli raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità su base annuale;

secondo il sito svizzero "IQAir", che rileva la qualità dell'aria basandosi sull'indice di qualità dell'aria degli Stati Uniti, il 18 febbraio Milano ha toccato il picco di una crisi di inquinamento i cui livelli non sono mai stati eguagliati dal gennaio 2017 e in quella giornata è risultata la terza città più inquinata al mondo, dietro a Dacca, in Bangladesh, e Chengdu, in Cina (secondo la classifica dell'IQAir, basata sull'indice AQI-air quality index che prende in considerazione 111 città con più di 300.000 abitanti);

considerato che:

ci sono diverse componenti dello smog che possono essere pericolosissime per la salute. Si tratta di tutte quelle particelle, gas e liquidi volatili che hanno origine dai processi di combustione. Particolarmente inquinanti sono le particelle sospese (o particolato totale sospeso) che comprendono polveri Pm10 (ossia con un diametro inferiore a 10 millesimi di millimetro), polveri sottili Pm2.5 e polveri ultrasottili. Queste ultime due sono gli inquinanti più dannosi per la salute: sono costituite da svariate sostanze tossiche (solfati, nitrati, metalli) e, grazie alle piccolissime dimensioni, vengono trasportate anche a lunga distanza e negli ambienti chiusi, penetrando facilmente nel tratto superiore dell'apparato respiratorio;

il peggioramento della qualità dell'aria comporta, quindi, un aumento generale dei problemi di salute (soprattutto nei soggetti più deboli, come i bambini e gli anziani) e una maggiore incidenza di malattie cardiocircolatorie, patologie respiratorie e tumori;

è soprattutto il particolato Pm2.5 ad essere associato ad effetti cardiopolmonari, in quanto le particelle più sottili riescono a raggiungere i polmoni e persino arrivare all'interno della circolazione sanguigna, dove causano infiammazione e contribuiscono allo sviluppo di complicazioni cardiache;

l'elevato livello di smog ha conseguenze rilevanti sulla qualità della vita dei cittadini. Chi ha allergie o patologie polmonari e respiratorie dev'essere particolarmente attento. Quando gli inquinanti superano la soglia di guardia è meglio evitare del tutto l'esercizio fisico o le attività che richiedono sforzo all'aria aperta e cercare di ridurre il tempo trascorso fuori casa;

secondo il professor Marcello Lanari, direttore del reparto pediatria dell'IRCSS policlinico "Sant'Orsola" di Bologna, per tutelare la salute dei bambini si dovrebbero tenere i minori, durante le ore di massima circolazione di auto e altri mezzi, negli ambienti chiusi e arieggiare casa prevalentemente nelle ore serali o notturne. In quelle ore calano il Pm10 e il Pm2.5, quest'ultimo ancora più pericoloso perché supera la barriera polmonare e può entrare in circolo, provocando danni anche a distanza di tempo;

preso atto che:

mentre l'allarme resta alto in Italia, le istituzioni UE rispondono rilanciando l'azione sul "green deal" con regole più severe contro l'inquinamento dell'aria. Dopo un ultimo round di negoziati a Bruxelles contraddistinto da uno spirito collaborativo, i Governi dei 27 Paesi membri e l'Europarlamento hanno raggiunto l'accordo sull'ultima direttiva che introduce alcune novità di rilievo per una stretta decisa ai livelli degli inquinanti più nocivi;

le misure messe a punto "dalla squadra di Ursula von der Leyen" nel pacchetto "Zero Pollution" stabiliscono limiti più severi per il 2030 per diversi inquinanti, tra cui il particolato (Pm2.5, Pm10), il biossido di azoto e il biossido di zolfo. Per i due inquinanti con il maggiore impatto documentato sulla salute umana, vale a dire le polveri Pm2.5 e biossido di azoto, i valori limite annuali dovranno essere più che dimezzati, passando rispettivamente dagli attuali 25 a 10 microgrammi per metro cubo e da 40 a 20 microgrammi per metro cubo, nel tentativo di ridurre di almeno il 55 per cento il numero di morti premature causate dalle polveri sottili. Sono inoltre previsti più punti di campionamento della qualità dell'aria nelle città. L'accordo politico introduce anche il diritto al risarcimento per i cittadini: chi subisce danni alla salute a causa dell'inquinamento atmosferico potrà essere risarcito in caso di violazione delle norme UE da parte dei Governi nazionali ("ansa.it", 21 febbraio 2024);

valutato che per una riduzione delle concentrazioni di smog servono misure strutturali ed integrate: un ripensamento della mobilità urbana, incrementando zone a basse e zero emissioni e ridisegnando lo spazio pubblico urbano con città a 30 chilometri orari e strade scolastiche; un investimento massiccio nel trasporto pubblico locale, nell'aumento delle ciclabili e nell'elettrificazione di tutti i veicoli; un ripensamento del riscaldamento domestico, dell'industria, dell'agricoltura e la zootecnia,

si chiede di sapere quali siano gli interventi straordinari di breve periodo e strutturali di medio-lungo periodo che si intende adottare per affrontare le criticità legate allo smog, proteggere la salute dei cittadini e raggiungere gli obiettivi eurounitari.

(3-01038)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

GERMANÀ, MINASI, POTENTI - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. - Premesso che:

nel villaggio di Mili Moleti (o villaggio Mili marina), in provincia di Messina, è in funzione dal 1994 il "depuratore di Mili", che si può considerare un "ecomostro";

da moltissime segnalazioni, risulta che frequentemente dall'impianto provengono odori nauseabondi e fuoriescono grandi quantitativi di liquami e liquidi che si riversano nel mare circostante, da cui dipenderebbe la progressiva desertificazione del fondale marino interessato, con evidenti ripercussioni negative sulla flora e sulla fauna marina;

a preoccupare la popolazione è anche l'aumento di casi di malattie respiratorie, allergie e forme tumorali, almeno da quanto risulta dagli studi dei medici di base della zona;

a seguito di ciò, cittadini, commercianti e imprenditori locali si sono fatti promotori di una petizione popolare costituendo una serie di comitati e raccogliendo migliaia di firme, manifestando la loro piena contrarietà, ed evidenziando sospetti di irregolarità amministrative, anomalie e criticità di impatto ambientale riguardanti sia il depuratore di Mili che la realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio;

inoltre è stato progettato, nei pressi del depuratore, quindi nel centro abitato, anche un "impianto per la raccolta e contestuale lavorazione della frazione umida": tale progetto risulta molto vicino a punti strategici del territorio, quali la strada statale 114 e il palasport, frequentato giornalmente da un cospicuo numero di persone, in particolare bambini e ragazzi, abitazioni e due scuole dell'infanzia con annesse elementari;

l'impianto avrebbe un impatto pesantissimo anche sulla viabilità, considerando che la strada statale 114 è l'unico collegamento di Mili Moleti con l'autostrada, che verrebbe verosimilmente invasa giornalmente da una grande quantità di veicoli leggeri e pesanti su gomma diretti verso l'area, con conseguente intralcio all'intervento dei mezzi di soccorso quali ambulanze dirette al pronto soccorso, mezzi dei Vigili del fuoco e delle forze dell'ordine,

si chiede di sapere quali interventi il Ministro in indirizzo, per quanto di propria competenza, ritenga necessario adottare al fine di verificare l'adeguatezza degli impianti citati e il rispetto di tutte le prescrizioni e autorizzazioni previste dalle normative vigenti regionali, nazionali ed europee, al fine di scongiurare rischi per l'ambiente e per la popolazione.

(4-01103)

SPERANZON - Al Ministro dell'università e della ricerca. - Premesso che:

il 4 marzo 2024, in occasione della morte della brigatista rossa Barbara Balzerani, condannata all'ergastolo per l'omicidio dell'ex sindaco di Firenze Lando Conti e dirigente di spicco della cosiddetta colonna romana delle Brigate Rosse, responsabile della strage di via Fani e del sequestro Moro, mai pentitasi ufficialmente degli efferati crimini compiuti con le BR, la professoressa Donatella Di Cesare, docente di Filosofia teoretica all'università "Sapienza" di Roma, ha pubblicato il seguente tweet, successivamente cancellato: "La tua rivoluzione è stata anche la mia, le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia addio alla compagna Luna";

questa dichiarazione, da parte di una docente universitaria, peraltro ben nota al pubblico per la sua frequente partecipazione a programmi televisivi, ha, a parere dell'interrogante, giustamente scatenato una reazione indignata da parte di molti esponenti politici, dei media, dell'opinione pubblica;

anche la rettrice dell'università, Antonella Polimeni, si è detta "sconcertata" per le parole utilizzate dalla docente e ha, sul punto, dichiarato: "L'altissimo tributo di sangue pagato dall'Università La Sapienza nella stagione del terrorismo conferma la ferma condanna di ogni forma di violenza e prende le distanze da qualsiasi dichiarazione di condivisione o vicinanza a idee, fatti e persone che non rispettano o hanno rispettato le leggi della Repubblica e i principi democratici espressi dalla Costituzione";

considerato che:

la professoressa Di Cesare non solo si è difesa dicendo di voler soltanto commemorare una persona scomparsa, ma ha, inoltre, sostenuto di aver sempre condannato la violenza, della quale lei stessa è stata vittima, tanto da dichiarare di aver "sperimentato la violenza di quegli anni in prima persona, quella di molti fascisti", come se non fosse esistito il terrorismo rosso, di cui la mai pentita Balzerani è stata esponente di punta, e come se questo non meritasse una condanna altrettanto ferma e netta;

le espressioni utilizzate dalla docente, quali, ad esempio, "la tua rivoluzione è stata anche la mia", "le vie diverse non cancellano le idee", "compagna Luna", non sembrano affatto una manifestazione di cordoglio per una persona scomparsa, quanto piuttosto l'elogio di una battaglia comune, quella del comunismo rivoluzionario, ideologia propria di Barbara Balzerani, sia pure combattuta con mezzi diversi da quelli della docente;

Barbara Balzerani non solo non si è mai dissociata dai crimini di cui si è macchiata, ma, in occasione dei 40 anni dalla strage di via Fani, ha persino pubblicato su "Facebook" il seguente post: "Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?", quasi trovasse divertente festeggiare l'anniversario della strage, senza rimorso né pietà per le vittime e i loro familiari;

dal momento che:

diversi collettivi universitari di sinistra, che oggi si appellano alla libertà di espressione per difendere la docente, sono i primi a limitare con la violenza fisica e l'intimidazione la libertà di espressione di professori e ospiti politicamente sgraditi, per il solo fatto di avere idee diverse dall'ortodossia progressista: come dimenticare le proteste contro l'intervento di papa Benedetto XVI nel 2007, il caso più recente di Daniele Capezzone e Fabio Roscani, quando gli studenti dei collettivi tentarono con la violenza di impedire una conferenza del giornalista e del deputato di Fratelli d'Italia in nome dell'antifascismo e dell'anticapitalismo e l'episodio che ha riguardato David Parenzo, certamente non associabile al mondo della destra;

diversi atenei, pubblici e privati, hanno adottato provvedimenti draconiani ed eccessivi contro docenti e studenti per alcuni commenti ironici, non di certo per elogi funebri di una terrorista. All'università degli studi di Milano, ad esempio, il professor Marco Bassani è stato sospeso per un mese senza stipendio per aver condiviso una vignetta satirica (meme), giudicata sessista, sulla Vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Ancora, all'università "Bocconi", tre studenti hanno ricevuto una sospensione di sei mesi per aver pubblicato, su una pagina "Instagram", dei commenti ironici sulla decisione dell'università di dotarsi di bagni gender neutral,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, pur nel rispetto dell'autonomia universitaria, intenda adottare provvedimenti nei confronti della professoressa Di Cesare, visti anche il ruolo pubblico che in quanto docente ricopre e la funzione educativa che svolge.

(4-01104)

MENIA - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Premesso che:

sono numerosi i beni (case e terreni) di cittadini italiani, esuli dall'Istria, Fiume e Zara, che la Repubblica di Croazia (come anche la Repubblica di Slovenia) succeduta alla Yugoslavia comunista, continua a fare propri o a trattenere come tali, insistendo questi sul proprio territorio: l'espropriazione continua a dimostrare una mai sopita discriminazione nei confronti degli italiani dell'Istria e viene promossa, in particolare, sulla base dell'accordo di Roma del 3 luglio 1965, che nazionalizza i beni degli optanti per la cittadinanza italiana (di fatto in cambio di uno sconto sui danni di guerra a favore della Yugoslavia), in violazione dell'allegato 14, punto 9, del trattato di pace del 1947;

questa nazionalizzazione dei beni da parte delle Repubbliche di Croazia e di Slovenia, basata sul principio di opzione della cittadinanza anche dopo la loro adesione all'Unione europea, contrasta con l'articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che proibisce ogni discriminazione in base alla nazionalità nell'applicazione dei trattati ("Nel campo di applicazione dei trattati, e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dagli stessi previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità");

la Repubblica di Croazia, Stato membro dell'Unione europea dal 1° luglio 2013, ha recepito l'accordo di Roma del 1965, venuto meno dopo la dissoluzione della Repubblica socialista federale di Jugoslavia nl 1992, senza il dovuto adeguamento al diritto europeo richiesto dall'articolo 351, primo e secondo comma, del TFUE;

assumono infatti rilievo per la questione i due commi del citato articolo 351: "Le disposizioni dei trattati non pregiudicano i diritti e gli obblighi derivanti da convenzioni concluse, anteriormente al 1° gennaio 1958 o, per gli Stati aderenti, anteriormente alla data della loro adesione, tra uno o più Stati membri da una parte e uno o più Stati terzi dall'altra. Nella misura in cui tali convenzioni sono incompatibili coi trattati, lo Stato o gli Stati membri interessati ricorrono a tutti i mezzi atti ad eliminare le incompatibilità constatate. Ove occorra, gli Stati membri si forniranno reciproca assistenza per raggiungere tale scopo, assumendo eventualmente una comune linea di condotta";

è palese che la Repubblica di Croazia agisce in contrasto con accordi dalla stessa ratificati, in quanto il suo precipuo interesse è quello di acquisire tutti i beni in Istria di proprietà degli italiani (proprietà legalmente acquisite e presenti nei tavolari), siano i proprietari dei beni ancora viventi o debbano essere riferiti ai loro eredi;

la parte italiana, a giudizio dell'interrogante, dimostra da decenni inerzia e sarebbe invece opportuno che intervenisse sulla questione dei diritti vantati dai cittadini italiani sui loro beni presenti nella Repubblica di Croazia. Vi sono casi per i quali la Repubblica di Croazia non contesta il mancato indennizzo di un bene nazionalizzato, ma ritiene che si tratti di un problema tra il soggetto che rivendica l'indennizzo e la Repubblica italiana;

sono ben noti al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale i casi di beni nazionalizzati in disapplicazione del trattato o non indennizzati da parte della Repubblica di Croazia. Tra questi il caso della signora D.O., cittadina italiana di madre istriana. La Repubblica di Croazia rivendica la proprietà della casa familiare costruita dai suoi avi nel 1902 nel territorio del comune di Mali Lošinj (Lussinpiccolo) nell'isola di Lussino rimasta in suo possesso sino al 2020, ma espropriata dalla Jugoslavia negli anni 1985-1986, a suo nonno, secondo il citato accordo di Roma. La nazionalizzazione non era stata eseguita in quanto errata, dal momento che il bene in realtà era della sua bisnonna (vale il proprietario del 1947), la cui opzione di cittadinanza non risultava, né all'Italia, né alla Jugoslavia. La Repubblica di Croazia ha però rinvenuto un'annotazione di opzione di una persona con nome simile a quello della sua bisnonna, ha rigettato la domanda di usucapione della casa, ritenendo il possesso illecito. Ha inoltre respinto la domanda di denazionalizzazione e, pur riconoscendo che la nazionalizzazione avverso il suo avo del 1985-1986 era errata nel 2017 ha ordinato di farne una nuova avverso l'ava;

avendo la signora D.O. perso la causa innanzi alle autorità croate, il Comune di Lussinpiccolo ha chiesto alla signora un risarcimento di danni di circa 40.000 euro per l'indebita occupazione della casa. Si precisa che la Repubblica italiana ha archiviato la domanda di indennizzo, non avendo rinvenuto l'opzione di cittadinanza italiana da parte della bisnonna e che ricorrere per un parere al contenzioso diplomatico non ciò è possibile per i soggetti privati;

per dirimere anche questa ultima questione è necessario che l'organo competente del Ministero degli affari esteri rilasci alla signora una dichiarazione da far valere in ogni sede ritenuta necessaria nella Repubblica di Croazia, che attesti che il mancato indennizzo da parte della Repubblica italiana testimonia il non rinvenimento della nazionalità italiana avvenuta per opzione da parte dell'ava, con la conseguente estraneità del patrimonio della stessa, proprietaria del bene nel 1947, alle disposizioni dell'accordo di Roma del 1965;

fino ad oggi il Ministero non ha ritenuto di istruire le pratiche degli esuli istriani in cui era palese la rilevanza pubblica, nazionale e non solo privata, e non è intervenuto in alcun modo sulle nazionalizzazioni, neppure quando sono contestate sotto il profilo della conformità dalle disposizioni contenute in accordi e in trattati,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo ritenga di intervenire per i cittadini italiani che vantano interessi legittimi in Croazia, e di assumere una posizione chiara a livello diplomatico, che presupponga il rispetto delle proprietà dei cittadini italiani, esuli istriani, da parte delle Repubbliche di Croazia e di Slovenia;

quali iniziative intenda porre in essere per dare una risposta concreta al caso specifico della signora D.O., e in generale per tutelare i diritti dei cittadini italiani esuli nel nome dell'italianità e della libertà.

(4-01105)

CUCCHI - Ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e della giustizia. - Premesso che:

parti importanti dell'opinione pubblica italiana sono rimaste fortemente colpite dalla morte di Mario Carmine Paciolla, avvenuta in circostanze tutte da chiarire in Colombia. Il suo corpo è stato trovato senza vita nel suo appartamento il 15 luglio 2020 da una collega;

Paciolla, nato nel 1987, è stato un giornalista, volontario e funzionario ONU napoletano e profondo conoscitore della Colombia;

dopo aver prestato servizio volontario per l'organizzazione non governativa "Peace brigades international" dal 2016 al 2018 in Colombia, dall'agosto 2018 inizia a operare come field officer per la UN Verification mission sempre in Colombia, missione ONU volta a verificare e monitorare la realizzazione degli accordi di pace tra FARC-EP (Esercito del popolo) e Governo colombiano;

Paciolla fu incaricato di elaborare report e documentare i fatti del 29 agosto 2019, quando le forze aeree colombiane avevano condotto un'operazione militare bombardando il villaggio di Aguas Claras del comune di San Vicente del Caguán. Nel villaggio viveva Rogelio Bolivár Córdova, detto "El Cucho", comandante delle cellule FARC, che avevano rifiutato gli accordi di pace per l'avvio del processo di disarmo e smobilitazione. Nel villaggio vivevano minori, alcuni sembra reclutati per combattere nell'organizzazione militare colpita. Il bombardamento causò la morte di alcuni di loro;

nel gennaio 2016, il Consiglio di sicurezza dell'ONU con la risoluzione n. 2261 decise di intervenire come osservatore per 12 mesi nel processo di pacificazione e disarmo a partire dalla firma dell'accordo finale di pace tra Governo colombiano e FARC-EP; nel settembre 2016, con la risoluzione n. 2307 viene data vita alla missione ONU in Colombia (UN Verification mission in Colombia);

risulta, come riporta il sito "Centro e studi rivista confronti" che Paciolla aveva richiesto un trasferimento di missione dopo esser venuto a sapere che il direttore della missione ONU, Raúl Rosende, aveva fatto avere i suoi rapporti al senatore del partito UN (partito dell'Unità nazionale, partito di centrodestra) Roy Barreras. Risulta altresì che i rapporti di Paciolla diffusi da Barreras portarono a due mozioni di sfiducia verso il Ministro della difesa, Guillermo Botero, responsabile di aver ordinato l'operazione militare dell'agosto 2019, e alle sue conseguenziali dimissioni;

sempre dalla stessa fonte viene evidenziato come dopo due settimane dallo scoppio dello scandalo, Paciolla e altri colleghi della missione subirono un attacco cibernetico. La fuga di notizie aveva provocato tensioni nel gruppo della missione e il timore di ritorsioni delle forze militari. Il senatore Botero nel 2019 aveva fatto pressione affinché non fosse rinnovata la missione ONU nel Paese;

considerato che:

Mario Paciolla aveva comunicato il suo imminente ritorno in Italia, anche in ragione della descritta situazione venutasi a creare nei suoi confronti e di altri operatori: precisamente sarebbe tornato a Napoli il 20 luglio, giorno in cui scadeva il contratto con la missione;

inizialmente le autorità colombiane accreditarono l'ipotesi che la morte dell'uomo fosse dovuta ad un suicidio;

famiglia, amici e operatori locali non hanno creduto a questa ipotesi, considerate le evidenze contestuali della sua morte e gli aspetti inspiegabili relativi alla dinamica stessa del decesso;

Mario Paciolla, infatti, è stato ritrovato impiccato con un lenzuolo e questo ha comportato la prima narrazione suicidiaria; solo in seguito a una mobilitazione generale e a nuovi elementi, le autorità colombiane hanno iniziato le indagini su quattro poliziotti, accusati di aver consentito ad alcuni funzionari delle Nazioni Unite di prelevare oggetti personali della vittima e di pulire con candeggina l'appartamento;

la procura di Roma ha aperto un fascicolo per chiarire la causa della morte del giovane attivista napoletano;

il 19 ottobre 2022 la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione del caso, confermando il suicidio, respinta il 9 novembre dell'anno successivo;

familiari e amici hanno subito dato vita a una mobilitazione per chiedere verità e giustizia;

la giornalista investigativa Claudia Julieta Duque ha pubblicato il 18 luglio 2023 un articolo per "El Spectador" dove ha riportato il risultato dell'autopsia svolta dal medico legale Vittorio Fineschi e dalla tossicologa forense Donata Favretto: alcune delle ferite riportate sul corpo di Mario Paciolla sarebbero state inferte in limine vitae o anche post mortem, eliminando così del tutto l'ipotesi di suicidio. Il padre e la madre di Paciolla, Giuseppe e Anna Maria, dopo l'appello rivolto al Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore Mario Draghi, hanno presentato una denuncia alla procura generale di Bogotà contro due funzionari delle Nazioni Unite e quattro agenti di polizia;

considerato infine che la procura di Roma ha chiesto di archiviare il caso Paciolla, ritenendo non esservi elementi sufficienti per provare che si trattò di omicidio. La morte di Paciolla sarebbe dovuta "a un gesto volontario",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti descritti;

quali azioni intendano attivare per arrivare alla verità sulla morte del nostro concittadino durante una missione di pace.

(4-01106)

IANNONE - Al Ministro della salute. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

il cardiochirurgo Enrico Coscioni, primario dell'ospedale "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno e direttore del dipartimento di cardiochirurgia dell'azienda ospedaliera, è stato interdetto per un anno dall'esercizio della professione medica;

i carabinieri del nucleo antisofisticazione e sanità di Salerno hanno eseguito, in data 6 marzo 2024, un'ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di Coscioni, consigliere per la sanità del presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e di altri quattro sanitari in servizio presso la stessa azienda;

dato che:

secondo quanto si apprende da fonti di stampa, i professionisti, componenti dell'équipe chirurgica presieduta e coordinata da Coscioni, sarebbero indagati nell'ambito del decesso di un paziente sottoposto ad un intervento chirurgico, il 20 dicembre 2021, di sostituzione valvolare aortica con bioprotesi e rivascolarizzazione coronarica;

in particolare, secondo l'impostazione accusatoria, in violazione delle linee guida di settore, non sarebbe stato convocato il cosiddetto heart team, il quale avrebbe dovuto prevedere le complicanze insite nell'intervento e orientare il trattamento verso una procedura di cardiologia interventistica, più che verso un intervento cardiochirurgico;

sotto il profilo strettamente operatorio, l'inatteso riscontro da parte dell'équipe medica di un'estesa calcificazione dell'aorta ascendente avrebbe dovuto suggerire, secondo le raccomandazioni della professione, di sospendere l'intervento, cosa ignorata o sottovalutata;

considerato che:

l'ordinanza cautelare ha evidenziato che, concluso l'intervento di sostituzione valvolare, l'équipe avrebbe dimenticato un lembo di garza di 8 centimetri, poiché non erano stati effettuati gli ulteriori accertamenti previsti dalle leges artis, e sarebbe stato fatto uscire il paziente dalla sala operatoria senza una corretta gestione delle consegne ai colleghi della rianimazione;

nella documentazione sanitaria, peraltro, non vi sarebbe traccia dell'effettiva scansione temporale verificatasi in sala operatoria, facendo così emergere, in capo a Coscioni, anche gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di falso ideologico aggravato;

considerato, inoltre, che, nonostante il grave quadro accusatorio, Coscioni continua a ricoprire la carica di presidente dell'AGENAS, ente pubblico non economico di rilievo nazionale ed organo tecnico scientifico del Servizio sanitario nazionale,

si chiede di sapere, accertata la fondatezza dei fatti esposti, se il Ministro in indirizzo non ritenga sussistano i presupposti per sospendere o rimuovere il dottor Enrico Coscioni dall'incarico di presidente dell'AGENAS.

(4-01107)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro):

3-01041 del senatore Melchiorre, sulla riscossione degli incassi relativi al diritto d'autore;

8ª Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica):

3-01042 della senatrice Ambrogio, sugli interventi di ammodernamento della linea ferroviaria SFM1 Rivarolo-Chieri;

9ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare):

3-01040 della senatrice Murelli ed altri, sulle regole di esportazione in Giappone del formaggio italiano;

3-01043 del senatore Lorefice, sui finanziamenti per l'area di crisi industriale complessa di Gela.

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 170a seduta pubblica del 19 marzo 2024, a pagina 75, sostituire il titolo: "Commissione parlamentare per la semplificazione della legislazione, convocazione" con il seguente: "Commissione parlamentare per la semplificazione, convocazione".

Contestualmente, alla seconda riga sotto il medesimo titolo, dopo le parole: "per la semplificazione" eliminare le seguenti: "della legislazione".