Legislatura 18ª - 13ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 38 del 13/12/2018

PROCEDURE INFORMATIVE 

Interrogazione   

 

            Il sottosegretario Vannia GAVA risponde all'interrogazione n. 3-00337, evidenziando, in via preliminare, che l’obiettivo principale dell’istituto dell’End of Waste è quello di generare percorsi virtuosi di transizione verso l’economia circolare la quale ha, tra i suoi obiettivi fondamentali, l’incentivazione alla sostituzione di materie prime vergini con materie provenienti da filiere di recupero. Nel contesto dell’economia circolare, l’istituto dell’End of Waste deve trovare massima diffusione poiché rappresenta una misura concreta per realizzare, secondo i principi del diritto europeo, la cosiddetta "società del riciclo e recupero".

L’ambizioso obiettivo europeo di realizzare una società del riciclo e del recupero emerge chiaramente sin dalle premesse della direttiva 2008/98/CE in materia di rifiuti, laddove si stabilisce che: "la direttiva dovrebbe aiutare l’Unione europea ad avvicinarsi a una «società del riciclaggio», cercando di evitare la produzione di rifiuti e di utilizzare i rifiuti come risorse" ed ancora: "Gli Stati membri dovrebbero sostenere l’uso di materiali riciclati … in linea con la gerarchia dei rifiuti e con l’obiettivo di realizzare una società del riciclaggio e non dovrebbero promuovere, laddove possibile, lo smaltimento in discarica …". La stessa direttiva qualifica il recupero e il riciclo quali obiettivi prioritari nella gerarchia dei rifiuti, rispetto allo smaltimento.

Ai sensi della richiamata direttiva, come modificata dalla direttiva (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 maggio 2018, n. 851, laddove non siano stati stabiliti criteri a livello di Unione sull’applicazione uniforme delle condizioni in base alle quali i rifiuti sottoposti a un’operazione di riciclo o di recupero cessano di essere considerati tali, gli Stati membri possono decidere caso per caso, per specifiche tipologie di rifiuti, i criteri da adottare al fine di verificare che determinati rifiuti abbiano cessato di essere tali, tenendo conto dei valori limite per le sostanze inquinanti e di tutti i possibili effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana.

A livello di ordinamento nazionale, come evidenziato dagli stessi interroganti, è l’articolo 184-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006 a prevedere la possibilità di individuare, con decreti del Ministro dell’ambiente, in mancanza di criteri comunitari uniformi, i criteri specifici "caso per caso", soddisfatti i quali un rifiuto cessa di essere tale.

In tale contesto si inserisce la situazione determinatasi in seguito alla decisione adottata dal Consiglio di Stato con la sentenza n. 1229 del 2018, secondo la quale solo i regolamenti ministeriali sono atti idonei ad intervenire ai fini della declassificazione "caso per caso" escludendo, dunque, che tale potere possa essere esercitato da altre amministrazioni o enti locali.

Tenuto conto delle considerazioni che precedono, si fa presente che il Ministero dell’ambiente sta lavorando alla predisposizione di un intervento normativo che disciplini le modalità ­­- alternative all’emanazione di specifici decreti ministeriali e immediatamente utilizzabili sino alla data di entrata in vigore di questi ultimi ­­- attraverso cui istituire meccanismi per la cessazione della qualifica di rifiuto "caso per caso", nel rispetto dell’uniformità e dell’armonizzazione di tali attività sull’intero territorio nazionale.

Tale ipotesi di intervento normativo, consentirebbe la massima diffusione dell’istituto dell’End of Waste, l’attuazione dei principi europei in materia di economia circolare e "società del recupero e riciclo" e la riduzione della produzione di rifiuti. In merito a quest’ultimo aspetto, l’intervento normativo in parola si presenta ulteriormente necessario alla luce delle recenti e sempre più diffuse criticità che stanno interessando la gestione dei rifiuti sull’intero territorio nazionale, con il verificarsi di fenomeni potenzialmente pericolosi per la pubblica incolumità e la salute dei cittadini e per l’ambiente. La proposta normativa in questione si inserisce, infatti, in un processo più ampio di riforma, che vede quale obiettivo primario quello di procedere rapidamente verso il superamento di un sistema di gestione basato sullo smaltimento in discarica, non più sostenibile.

 

La senatrice GALLONE (FI-BP) ringrazia il Governo per la risposta e si dichiara parzialmente soddisfatta.  E' chiaro infatti che una piena soddisfazione potrà essere espressa solo quando saranno finalmente emanati i decreti ministeriali necessari per risolvere la problematica in questione. Al riguardo, peraltro, ritiene importante sottolineare fin da ora come il quadro normativo vigente già individui i criteri necessari per l'adozione dei provvedimenti sopra richiamati e, dall'altro, che in prospettiva rimane comunque opportuno che i provvedimenti autorizzatori finali siano adottati dagli enti locali, al fine di evitare una eccessiva centralizzazione, che potrebbe risultare disfunzionale.

 

La seduta termina alle ore 9.