Legislatura 18ª - Commissioni 8° e 13° riunite - Resoconto sommario n. 5 del 08/11/2018
Azioni disponibili
IN SEDE REFERENTE
(909) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame sospeso nella seduta di ieri.
Interviene sull'ordine dei lavori il senatore MARGIOTTA (PD) per notare che, sebbene ieri fosse stata prospettata la possibilità di riunirsi lunedì pomeriggio per l'esame degli emendamenti, la Commissione bilancio, sulla base dell'informazione da lui raccolta, non potrà esprimere il proprio parere prima di martedì mattina alle 10 e bisognerà perciò votare in un momento successivo.
Chiede alla Presidenza di attivarsi affinché la 5a Commissione preveda una seduta straordinaria, posto che non gli risulta una prassi che preveda di proseguire senza tale parere. Precisa altresì che tale sollecitazione deriva dalla necessità, condivisa dalla propria parte politica, di concludere l'esame in tempo per la seduta d'Aula di martedì alle 16,30.
La presidente della 13a Commissione MORONESE (M5S) conferma l'intenzione di organizzare i lavori in modo da votare tra lunedì e martedì, auspicando l'espressione tempestiva dei pareri previsti. Nota tuttavia che vi è una prassi consolidata, già cristallizzata peraltro nella Circolare del presidente del Sento sull'istruttoria legislativa nelle commissioni del 10 gennaio 1997, circa la possibilità di non attendere i pareri delle commissioni consultate, compresa la Commissione bilancio, nel caso in cui il provvedimento sia calendarizzato per l'Aula, circostanza alla quale ritiene debba essere data la priorità.
Il senatore MARGIOTTA (PD) ribadisce l'intenzione di concludere l'esame prima della seduta d'Aula di martedì e che occorra adoperarsi affinché ciò possa avvenire previa espressione dei pareri nelle commissioni filtro, operando la forzatura prospettata solo in via residuale. Rinnova il suo appello alla Presidenza per un intervento in tal senso.
Il senatore MARTELLI (Misto) dichiara di aggiungere la propria firma a tutti gli emendamenti presentati dal senatore De Bonis.
Il PRESIDENTE comunica che alla scadenza del termine sono stati presentati 90 ordini del giorno e 407 emendamenti (pubblicati in allegato).
Dichiara quindi aperta la fase di illustrazione degli ordini del giorno e degli emendamenti.
Si procede con l'illustrazione degli ordini del giorno.
La senatrice NUGNES (M5S) illustra il proprio ordine del giorno G/909/3/8 e 13, finalizzato a porre l'attenzione, partendo dal crollo del ponte Morandi, sul tema del recupero e del reimpiego dei materiali edili, nell'ambito della delega di cui dispone il Ministro dell'ambiente in materia di economia circolare. Illustra poi l'ordine del giorno G/909/45/8 e 13, in materia di definizione delle procedure di condono nell'Isola d'Ischia.
Il senatore FERRAZZI (PD) si sofferma sui punti essenziali trattati dagli ordini del giorno di iniziativa del proprio Gruppo, lasciando poi gli aspetti di dettaglio a successivi interventi da tenere nel corso dell'esame. Questi hanno ad oggetto il potenziamento degli interventi a favore del territorio genovese, il rilancio dell'economia locale e il potenziamento della rete infrastrutturale, con particolare riferimento alla "zona arancione". Vi sono poi proposte che riguardano la realizzazione del Terzo valico e della Gronda, nonché alcune opere minori ma di vitale importanza per la città, da rimettere senza indugio in funzione.
Il senatore BRUZZONE (L-SP-PSd'Az) illustra l'ordine del giorno G/909/7/8 e 13 che, a motivo del carico eccezionale di lavoro conseguente la tragedia del 14 agosto, mira a consentire al personale del Comune di Genova di eccedere il tetto attualmente previsto per il lavoro straordinario.
Il senatore SANTILLO (M5S) interviene per precisare che, con riferimento al testo depositato dell'ordine del giorno a propria firma G/909/48/8 e 13, occorre operare una correzione, aggiungendo il riferimento al terremoto del 2017.
Le senatrici DI GIROLAMO (M5S) e RICCIARDI (M5S) aggiungono la propria firma all'ordine del giorno G/909/48/8 e 13.
La senatrice FAGGI (L-SP-PSd'Az) illustra due ordini del giorno a propria firma. Con l'ordine del giorno G/909/1/8 e 13 intende impegnare il Governo ad assicurare che tutto il personale facente capo alla struttura di supporto del Commissario straordinario non sia stato oggetto di sentenze di condanna, anche in primo grado, ovvero procedimenti penali in corso per delitti che possano influire sulle funzioni svolte. Con l'ordine del giorno G/909/37/8 e 13 intende invece assicurarsi che l'applicazione del contributo di cui all'articolo 16 del provvedimento - e fatta salva la possibilità di poter individuare forme alternative di finanziamento - non produca effetti distorsivi per le imprese di autotrasporto.
La senatrice LA MURA (M5S) si sofferma sugli ordini del giorno a propria firma G/909/71/8 e 13 e G/909/72/8 e 13, che affrontano il tema oggetto dell'articolo 41 ovvero l'utilizzo dei fanghi di depurazione, e impegnano il Governo ad adottare iniziative per rafforzare i controlli e impedire l'elusione delle norme e i fenomeni illeciti collegati alla materia, nella prospettiva comunque di una più puntuale e completa normazione in materia.
Il senatore D'ARIENZO (PD) dichiara di ritirare l'ordine del giorno G/909/75/8 e 13, in quanto identico al precedente ordine del giorno G/909/74/8 e 13, anch'esso a propria firma, che propone di disciplinare in maniera più completa l'intero fenomeno dei fanghi di depurazione e di rendere più efficaci i controlli al riguardo. Si sofferma poi sull'ordine del giorno G/909/31/8 e 13 volto a evitare che le circa duecento persone attualmente in servizio a Firenze presso l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF) vengano, quale conseguenza della soppressione di quest'ultima, trasferite d'imperio a Roma.
La senatrice SUDANO (PD) illustra l'ordine del giorno G/909/78/8 e 13 che chiede di adottare misure a supporto dei territori colpiti dagli eventi calamitosi verificatisi a seguito delle precipitazioni eccezionali occorse tra i mesi di ottobre e novembre di quest'anno.
Interviene il sottosegretario CRIMI per rendere noto che il Consiglio dei Ministri si appresta a riunirsi per decretare lo stato di emergenza in tutte le zone citate.
Il PRESIDENTE propone di passare all'illustrazione degli emendamenti riferiti all'Articolo 1.
Il senatore MARGIOTTA (PD) chiede di poter effettuare un solo intervento sul complesso degli emendamenti presentati, riservandosi poi di approfondire le singole proposte in sede di dichiarazione di voto.
Il PRESIDENTE, acconsentendo alla richiesta, propone quindi di svolgere un'unica discussione per l'illustrazione di tutte le proposte emendative.
Le Commissioni riunite unanimi convengono.
Il senatore MARGIOTTA (PD) si sofferma innanzitutto sul tema di Genova, apprezzando il fatto che il vice ministro Rixi abbia riconosciuto come il testo iniziale, la cui genesi peraltro non è stata immune da incertezze, avesse profili critici e come l'iter alla Camera abbia apportato correzioni e migliorie. A suo avviso tutta la gestione dell'emergenza è stata costellata di errori, che gli emendamenti del proprio Gruppo, incentrati sul merito delle questioni, sono intesi a correggere: infatti, ad oggi non è iniziata la demolizione, la procedura da seguire resta incerta, e i tempi prospettati per la ricostruzione sono assolutamente irrealistici.
Passando alle norme su Ischia, dà conto di emendamenti soppressivi dell'articolo 25. Precisa al riguardo, svolgendo le considerazioni che avrebbe voluto avanzare nella seduta di mercoledì se gli fosse stata data la parola che, mentre il sisma di Ischia rappresenta un'emergenza, tale non si può definire il condono, che può sì riguardare piccole e marginali situazioni su cui è necessario dare risposte, ma che corrisponde anche all'idea di abuso: ricorda al riguardo il caso dell'unico palazzo crollato, sopraelevato illegalmente di un piano. Quello dell'isola è stato un piccolo terremoto, che però ha provocato dei morti proprio a causa dell'abusivismo: il governo guidato dal proprio partito non ha adottato una norma come quella in discussione perché contrario ai condoni. Avrebbe preferito che si stabilisse l'impossibilità di condonare alcunché per dare un segnale all'Italia nel senso che abuso e rischio vanno di pari passo e l'unica soluzione sono le demolizioni: è sicuro peraltro che molti, nella maggioranza, la pensino come lui.
Circa il tema dei fanghi di depurazione di cui all'articolo 41, ne afferma l'indubbia rilevanza ma dissente nel merito della soluzione, perché, a suo avviso, certe soglie restano in ogni caso troppo elevate (il tema degli idrocarburi è particolarmente sensibile per la sua regione, la Basilicata) e il risultato è che, a seguito dell'emanazione del decreto, si possono legittimamente sversare più sostanze di quanto fosse consentito prima; per questo ha presentato un emendamento soppressivo dell'articolo. Condivide anche l'ordine del giorno presentato dai senatori La Mura e De Bonis che, se formulato in termini di emendamento, avrebbe senz'altro il proprio voto.
Illustra infine le proposte relative alla Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria (ANSF), invitando a tale riguardo il Governo ad assumere una linea univoca. Sono notizia di ieri infatti le dimissioni dell'amministratore delegato di Anas in polemica con la contrarietà dell'Esecutivo all'accorpamento tra la gestione di strade e ferrovie. Pur non condividendo tale linea, ne riconosce tuttavia la legittimità politica. Ciò però contrasta con quanto operato dal decreto-legge, laddove l'esistente agenzia in materia di sicurezza ferroviaria viene trasformata in un'agenzia, l'ANSFISA, competente anche in materia di strade e autostrade. Gli emendamenti del proprio gruppo, soppressivi o modificativi, sono volti a favorire la coerenza in particolare con l'istituzione di una separata agenzia per strade e autostrade, posto peraltro che l'ANSF non ha competenze per occuparsi anche di un settore le cui problematicità sono drammaticamente evidenti.
Il PRESIDENTE rende noto di avere ricevuto la richiesta di sospendere i lavori a motivo dell'imminente inizio della seduta di interrogazioni a risposta immediata in Aula.
Si svolge un breve dibattito all'esito del quale le Commissioni riunite unanimemente convengono di proseguire con l'illustrazione degli emendamenti, restando ferma la facoltà, per i senatori che lo desiderino, di assentarsi per partecipare alla seduta dell'Assemblea.
Il senatore FERRAZZI (PD) interviene in sede di illustrazione degli emendamenti a sua firma, soffermandosi innanzitutto sulle disposizioni del Capo I del decreto-legge in conversione relative agli interventi urgenti per il sostegno e la ripresa economica del comune di Genova a seguito della vicenda del crollo del ponte Morandi. A questo proposito sottolinea, in linea generale, come appaia a dir poco discutibile la scelta del Governo di inserire nel provvedimento di urgenza in titolo un numero così cospicuo e rilevante di disposizioni, che con la situazione genovese nulla hanno a che vedere, da far sì che queste disposizioni rappresentino più dei due terzi del decreto-legge. Tale scelta non solo risulta assolutamente non condivisibile nel merito, ma altresì contraddittoria rispetto al dichiarato intendimento di assicurare la massima rapidità possibile alla attuazione degli interventi per la città di Genova. Più in particolare gli emendamenti presentati dal suo Gruppo al citato Capo I sono volti a rafforzare l'efficacia e l'incisività delle previsioni del decreto in tema di tutela del diritto all'abitazione, di messa in sicurezza e gestione delle tratte autostradali, di sostegno alle imprese danneggiate e al reddito dei lavoratori, nonché al fine di rendere più funzionali e operativi gli interventi relativi alla zona logistica semplificata per il porto di Genova e all'istituzione della zona franca urbana.
Passando alle questioni relative all'articolo 25 del decreto-legge, sulle quali si è concentrata parte significativa del dibattito, il senatore Ferrazzi ribadisce la contrarietà della sua parte politica a qualsiasi intervento normativo che sia qualificabile come condono. A questo proposito richiama ancora una volta l'attenzione sulla differenza fra la nozione di condono in senso proprio e i provvedimenti di sanatoria previsti degli articoli 36 e 37 del Testo unico in materia edilizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, avendo questi ultimi provvedimenti portata più circoscritta ed essendo subordinati alla conformità alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dell'intervento sia al momento della presentazione della domanda. In questa prospettiva appaiono non condivisibili le modifiche apportate all'articolo 1-sexies del decreto-legge n. 55 del 2008 dall'articolo 39-ter del decreto-legge in titolo, in quanto tali modifiche finiscono per ampliare in modo significativo l'ambito di operatività della sanatoria ivi prevista in deroga alle disposizioni del citato Testo unico.
Per quanto riguarda poi la questione dei fanghi di depurazione oggetto delle previsioni di cui all'articolo 41, il senatore Ferrazzi fa presente che il suo Gruppo chiede la soppressione di queste previsioni in quanto, pur riconoscendo che le vicende legislative e giurisprudenziali in materia hanno evidenziato una lacuna normativa, a questa è necessario porre rimedio mediante un provvedimento organico e non in modo estemporaneo e parziale, come avviene con il provvedimento di urgenza in conversione.
Il senatore richiama infine l'attenzione sulle proposte emendative del suo Gruppo volte a ridefinire in modo più soddisfacente la disciplina del Fondo per le emergenze nazionali e a ripristinare le strutture di missione "Casa Italia" e "Italia sicura", risultando a quest'ultimo riguardo del tutto insoddisfacenti sul piano delle esigenze del coordinamento le misure previste dall'articolo 40 del decreto-legge in conversione.
La senatrice DE PETRIS (Misto-LeU), intervenendo in sede di illustrazione degli emendamenti a sua firma, si sofferma in primo luogo sulle disposizioni dell'articolo 1 del decreto-legge in conversione relative alla demolizione, alla rimozione, allo smaltimento e al conferimento in discarica dei materiali di risulta nella città di Genova, in relazione alla vicenda del crollo del ponte Morandi, sottolineando come dal punto di vista normativo su questo versante sembra che il Governo attualmente in carica sia riuscito addirittura a fare un passo indietro rispetto alle disposizioni del decreto-legge n. 189 del 2016. Con riferimento poi agli obblighi di pagamento che il comma 6 dell'articolo 1 pone a carico del concessionario del tratto autostradale alla data dell'evento, la senatrice segnala in particolare il suo emendamento 1.20, volto a preveder in caso di omesso versamento nel termine stabilito la revoca della concessione.
Passando alle questioni oggetto dell'articolo 25, ritiene che le previsioni relative alle procedure di condono pendenti nei comuni dell'isola di Ischia interessati dal sisma del 21 agosto 2017 siano inaccettabili laddove prevedono la generalizzata applicazione delle disposizioni più favorevoli di cui ai Capi IV e V della legge n. 47 del 1985. Si può infatti comprendere l'esigenza di chiudere queste procedure, alcune delle quali certo sono state tenute in sospeso per tempi del tutto ingiustificati, ma ciò non può in nessun caso legittimare la scelta di applicare le regole più favorevoli del cosiddetto "primo condono" del 1985, che consentirebbero l'accoglimento di istanze altrimenti non accoglibili sulla base delle normative previste per le istanze presentate sulla base della legge n. 724 del 1994 e del decreto-legge n. 269 del 2003. Ciò che appare al tempo stesso preoccupante e pericoloso non è soltanto l'irragionevole disparità di trattamento limitata alle istanze presentate nei comuni considerati, ma ancor di più il precedente che una simile scelta creerebbe e l'ulteriore invito che essa rappresenterebbe a non rispettare la legge. La sua parte politica propone quindi la soppressione dell'articolo 25 e, in subordine, l'eliminazione delle disposizioni derogatorie delle normative contenute nelle leggi sulla base delle quali sono state presentate le diverse istanze di condono.
Un giudizio fortemente negativo va infine espresso anche sull'articolo 39-ter del decreto-legge in conversione che, ampliando l'ambito di operatività dell'articolo 1-sexies del decreto-legge n. 55 del 2018, ha pregiudicato il punto di equilibrio che era stato individuato con la soluzione adottata nel testo vigente del citato articolo 1-sexies, con il rischio ancora una volta di costituire un altro pericoloso precedente suscettibile di pregiudicare le esigenze tutelate dalla normativa in materia edilizia.
Interviene brevemente il senatore PATUANELLI (M5S), relatore per la 13ª Commissione, e, nel rifarsi alle considerazioni già svolte in ordine all'articolo 25, sottolinea altresì come la procedura prevista da tale articolo sia volta anche ad evitare, in particolare sotto il profilo dell'accesso ai contributi, il rischio di ingiustificate disparità di trattamento fra soggetti che hanno presentato istanze di condono, a seconda del fatto che le stesse risultino ad oggi pendenti o già definite.
Per quanto riguarda invece le previsioni introdotte con l'articolo 39-ter del decreto-legge, il relatore Patuanelli sottolinea come la finalità di queste sia essenzialmente quella di semplificazione procedurale.
La senatrice GALLONE (FI-BP) interviene in sede di illustrazione degli emendamenti a sua firma, soffermandosi in particolare sull'emendamento 1.3 - volto ad estendere le competenze del Commissario straordinario anche agli interventi di rigenerazione urbana delle aree sottostanti il ponte Morandi - sull'emendamento 5.6 - con cui si prevede lo stanziamento fino a 5 milioni di euro a favore del comune di Genova per consentire il rinnovo del parco mezzi e il ripristino delle aree di stoccaggio dei rifiuti e degli impianti di lavorazione, così da favorire il ripristino del regolare svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti e di igiene urbana - nonché sull'emendamento 7.1, relativo alla disciplina della zona economica speciale prevista per il porto e il retroporto di Genova.
Il senatore D'ARIENZO (PD), intervenendo in sede di illustrazione degli emendamenti a sua firma, richiama in primo luogo l'attenzione su come le stesse modalità con le quali si è svolto l'esame del decreto-legge in conversione abbiano reso evidente la mancanza di una preparazione minimamente adeguata della parte del decreto-legge relativa agli interventi a favore del comune di Genova. Di ciò sono testimonianza sia le critiche e le perplessità del presidente della regione e del sindaco della città subito dopo l'emanazione del decreto-legge, sia soprattutto il fatto che questa parte del decreto-legge è stata riscritta e integrata in modo significativo nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati, tra l'altro recependo molte delle critiche e delle obiezioni che erano state sollevate rispetto al testo originale.
Con più specifico riferimento alla vicenda dei rapporti fra lo Stato e il concessionario del tratto autostradale interessato dall'evento del crollo del ponte Morandi, il senatore non può non stigmatizzare ancora una volta l'ingiustificabile condotta dell'Esecutivo che non ha esitato, senza attendere alcuna verifica, a preannunciare la revoca della concessione al concessionario medesimo, revoca della quale non vi è però traccia nel provvedimento di urgenza in titolo. È a tutti noto che questo comportamento incoerente ha causato anche significativi danni economici ai proprietari di azioni del concessionario, un esito questo palesemente ingiustificabile alla luce delle determinazioni successivamente assunte dal Governo.
Sempre con riferimento alla situazione di Genova, appare davvero inverosimile l'affermazione del Governo secondo la quale non sarebbe stato possibile effettuare interventi relativi all'attuazione della cosiddetta "Gronda" e del cosiddetto "terzo valico" per problemi di estraneità della materia. È invece assai più probabile che il motivo di tale inspiegabile carenza, che omette di affrontare una delle questioni centrali se si intende risolvere il problema della viabilità di Genova, dipenda dal fatto che una parte della maggioranza non è affatto d'accordo sulla realizzazione di queste opere.
Per quanto riguarda poi le problematiche attinenti all'articolo 25 del decreto-legge, il senatore D'Arienzo ribadisce come la sua parte politica sia assolutamente contraria ad intervenire con misure di condono, ritenendo che queste non possano mai costituire una soluzione rispetto a situazioni emergenziali.
Conclude auspicando infine la massima attenzione da parte del Governo circa le conseguenze dei gravi eventi atmosferici verificatisi nelle ultime settimane - fa presente che soltanto in Veneto parrebbero esservi danni per l'ammontare pari a circa 1 miliardo di euro - e sottolineando la necessità di interventi tempestivi finalizzati, tra l'altro, a sostenere imprese e lavoratori e ad assicurare misure di sospensione della tassazione analogamente a quanto accaduto in passato per situazioni di questo tipo.
Interviene il senatore MARTELLI (Misto) illustrando i motivi sottostanti la presentazione di un emendamento soppressivo dell'articolo 41 sulla gestione dei fanghi di depurazione. Premesso che la normativa e la giurisprudenza sui fanghi stratificatasi nel corso del tempo non consente in ogni caso soluzioni quali quelle prospettate dall'articolo 41, fa presente che la sentenza della Cassazione intervenuta in materia pone due punti di riferimento: che dallo spandimento dei fanghi sui terreni non deve comunque derivare un peggioramento dello stato fisico e chimico del suolo; che lo spandimento dei fanghi deve in qualche modo apportare un cambiamento positivo allo stato del terreno. Segnala che il limite di concentrazione relativo agli idrocarburi di 1.000 mg/kg tal quale, previsto dall'articolo 41, è stato per la prima volta individuato dalla normativa comunitaria e che, qualora i fanghi di depurazione vengano considerati rifiuti, ciò comporta l'attribuzione della relativa competenza alle Regioni. Evidenzia come in presenza di fanghi il cui limite di concentrazione degli idrocarburi è pari a 1.000 mg/kg tal quale è possibile il loro spargimento nei campi, mentre in presenza di una concentrazione leggermente maggiore, anche di appena 1 mg/kg, si rende necessario il conferimento in discarica: appare evidente pertanto come tale situazione non si risolva con le modalità e i limiti previsti dalla norma in commento. Segnala inoltre i rischi in cui si incorre qualora si decida di normare la presenza nei fanghi di alcune sostanze escludendone altre che presentano comunque livelli di pericolosità. Quale alternativa alla soppressione dell'articolo 41, il senatore Martelli illustra un'ulteriore proposta emendativa volta a prevedere l'azzeramento del valore presente nei fanghi di depurazione di alcune sostanze.
Anche con riferimento all'articolo 25, dedicato al condono nell'Isola d'Ischia, illustra le motivazioni sottostanti ad una propria proposta di soppressione. Se l'intendimento dell'articolo 25 è fornire una risposta a quei cittadini ischitani che hanno fatto istanza di condono senza ottenere una risposta dalle amministrazioni competenti, si domanda polemicamente per quale motivo non debba seguirsi lo stesso procedimento per sbloccare tutte le pratiche di carattere analogo che non hanno avuto un seguito in tutte le pubbliche amministrazioni di tutto il Paese. Altro problema che l'articolo citato viene a creare è la deroga all'applicazione della normativa vigente al momento della presentazione della domanda di condono, costituendo un gravissimo precedente per tutte le pratiche di condono pendenti in Italia. Ritiene peraltro che, se non fosse proprio possibile stralciare l'intero articolo, venga almeno eliminata tale previsione stabilendo viceversa l'obbligo di applicare la vigente normativa pro tempore. Illustra infine un'ulteriore proposta emendativa che prevede l'indicazione di un termine per le ordinanze di demolizione, da portare a conclusione obbligatoriamente entro sei mesi dalla conclusione della definizione delle pratiche di condono.
Interviene il senatore SANTILLO (M5S) rivendicando la ragionevolezza di quanto previsto dall'articolo 25. Precisa anzitutto che la disposizione si applica soltanto agli edifici danneggiati dal sisma che ha colpito l'Isola d'Ischia nell'agosto del 2017, in quanto soltanto tali immobili rientrano nella situazione emergenziale presa in considerazione dal decreto-legge. Dopo aver puntualizzato che trovarsi in presenza di un abuso edilizio non significa necessariamente che l'immobile sia privo dei requisiti di sicurezza previsti dalla legislazione, plaude all'iniziativa del Governo che si è adoperato per fronteggiare il disagio di quei cittadini che non sono riusciti ad ottenere risposte soddisfacenti dalle amministrazioni interessate. A chi paventa rischi per la sicurezza degli immobili, ricorda infine che sarà comunque necessaria una asseverazione tecnica da parte di qualificati soggetti specializzati per l'accoglimento delle istanze di condono.
Il senatore PAZZAGLINI (L-SP-PSd'Az) puntualizza in primo luogo che, contrariamente a quanto affermato da alcuni esponenti dell'opposizione, il provvedimento presenta i necessari presupposti di necessità e di urgenza anche con riferimento a quelle parti dell'articolato concernenti i territori dell'Italia centrale colpiti dai recenti fenomeni sismici, considerato come certe problematiche sono tuttora presenti e pressanti in quelle aree e per quelle popolazioni. Segnala i rischi in cui si incorre qualora, procedendo ad un progetto di ricostruzione per aggregato, ci si trovi in presenza anche di un solo immobile che, magari per una lievissima difformità, non presenti tutte le caratteristiche necessarie ai fini della ricostruzione: si domanda pertanto se, in tali ipotesi, appaia corretto bloccare l'intero iter della ricostruzione con tutte le ripercussioni negative che ciò comporta. Affronta quindi il caso delle modifiche alla volumetria degli immobili che, secondo alcuni, non dovrebbero in nessun caso essere sanabili: ricorda in primo luogo come in molte ipotesi tali modifiche non incidono comunque sulla staticità degli edifici; in secondo luogo, che molto spesso si è in presenza di minime modifiche della volumetria effettuate peraltro in situazione di necessità. Si chiede pertanto se anche in tali circostanze, in cui l'abuso riveste carattere irrisorio, sia logico impedire un intervento di ricostruzione complessivo. Prosegue contestando la tesi secondo cui un intervento in sanatoria aprirebbe la strada a molteplici altre ipotesi di condono, affermazione non vera se si considera che spesso, se ci si trova in presenza di immobili che presentano difformità, ciò deriva anche da oggettive situazioni di necessità del cittadino trovatosi nell'impossibilità di agire diversamente. Conclude esprimendo piena condivisione all'intervento in materia proposto dal Governo nel provvedimento, ribadendo che quello previsto non è in nessun caso qualificabile come condono e che vengono comunque fissati criteri generali di carattere oggettivo che saranno validi per tutti i cittadini.
La senatrice NUGNES (M5S) intende preliminarmente precisare che quanto previsto dall'articolo 25 non è assolutamente qualificabile come un condono e che è nel pieno diritto dei cittadini ischitani ottenere risposte alle istanze di sanatoria a suo tempo presentate. Si tratta pertanto di un intervento assolutamente doveroso. Senza entrare nel merito delle varie tipologie di abuso, ritiene, volendo essere legalitari, è necessario in ogni caso rispettare le regole seguendo tutte le prescrizioni normative previste, anche di carattere tecnico. Più nel dettaglio ritiene che il riferimento fatto dalla norma in esame alla normativa sul condono del 1985 sia un errore, essendo più corretto attenersi alla normativa del momento in cui è stata presentata l'istanza: in caso contrario, infatti, la norma presta facilmente il fianco a strumentalizzazioni e abusi. Ricorda peraltro come l'ultima normativa sui condoni prevista nel 2003 non è stata di fatto mai applicata nella regione Campania per un complesso di circostanze che non resero possibile alla fine definire le modalità di presentazione delle domande. Ulteriore esigenza su cui ritiene necessario richiamare l'attenzione riguarda l'adeguamento dei piani esecutivi di dettaglio, che risulta tanto più necessario considerato il lasso di tempo estremamente lungo trascorso dalla presentazione delle domande di condono, al fine di limitare il verificarsi fenomeni speculativi.
Interviene la senatrice TIRABOSCHI (FI-BP) sull'articolo 41, dedicato ai fanghi di depurazione, rilevando come sull'argomento si sono ascoltate, anche in sede di dibattito, posizioni assai articolate e spesso discordanti. Ricorda che comunque la disposizione riveste carattere transitorio ed è stata introdotta al fine di fronteggiare una situazione di emergenza venutasi a creare in alcune realtà territoriali. Alla luce di tali considerazioni, fa presente che allo stato attuale esistono tecnologie che consentono di intervenire sul tema in maniera più radicale e non estemporanea, ed auspica pertanto che si provveda a normare la materia in modo non farraginoso. Cita l'iniziativa denominata "Ecomondo" ed il summit europeo sul fosforo in cui sono state prese in considerazione ipotesi di transizione verso la cosiddetta green economy. In tali ambiti, è emerso come il fosforo sia una materia rara ma al tempo stesso molto utile e preziosa per i suoi molteplici utilizzi in agricoltura, e come andrebbero promosse iniziative legislative adeguate per la valorizzazione ed il recupero di tale sostanza. Ricorda le importanti esperienze portate avanti in Paesi come la Svizzera e la Germania per il recupero del fosforo dalle acque reflue quali esempi della possibilità di far ricorso a tecnologie in grado di recuperare materie prime dagli scarichi. Conclude auspicando la rimozione di quei limiti di carattere sia normativo che tecnocratico che impediscono il pieno utilizzo di certe tecnologie.
Il senatore QUARTO (M5S) esprime piena condivisione dell'intervento svolto dal senatore Pazzaglini e, per quanto concerne l'insieme delle disposizioni recate dal decreto-legge concernenti la città di Genova, sottolinea come il Governo, per la prima volta, in un decreto volto a fronteggiare una situazione emergenziale, sia riuscito ad occuparsi anche di prevenzione. In relazione all'articolo 25, condivide l'affermazione di coloro secondo i quali la norma non presenta in alcun modo i caratteri di un condono, trattandosi infatti di una definizione di pratiche già precedentemente presentate. Ricorda che si interviene in tutte quelle situazioni in cui si è in presenza di istanze già presentate dotate di tutti i requisiti previsti dalla legge, consentendo in questo modo la messa in sicurezza di immobili. Per quanto concerne l'articolo 41 sui fanghi di depurazione, fa presente che gli idrocarburi pesanti quali C10-C40 presi in considerazione dalla norma sono naturalmente presenti nel suolo e nella vegetazione. Esistono importanti studi, tra cui alcuni recenti dell'Università Ca' Foscari di Venezia e del CNR, da cui emerge che queste sostanze sono naturalmente presenti nei residui organici. Pertanto sono false le affermazioni di coloro che dichiarano che determinate sostanze non dovrebbero in ogni caso essere presenti nei fanghi e nei terreni. Ricorda che la norma è stata predisposta per fronteggiare una situazione di emergenza e che questo ne spiega la presenza in un provvedimento in cui vengono fronteggiate un complesso di situazioni emergenziali.
Il PRESIDENTE, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la fase di illustrazione degli emendamenti.
La presidente della 13a Commissione MORONESE (M5S), d'intesa con il PRESIDENTE, propone quindi di sconvocare la seduta già programmata per domani e aggiornare i lavori delle Commissioni alla prossima settimana.
Le Commissioni riunite convengono.