Legislatura 18ª - Commissioni 8° e 13° riunite - Resoconto sommario n. 4 del 07/11/2018
Azioni disponibili
IN SEDE REFERENTE
(909) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame sospeso nella seduta di ieri.
Interviene sull'ordine dei lavori il senatore MARGIOTTA (PD) per chiedere, a nome del proprio Gruppo, che l'esame del provvedimento prosegua sia nella giornata di giovedì sia in quella di venerdì come programmato. Preannuncia l'intenzione di effettuare interventi su ogni emendamento.
La PRESIDENTE propone di anticipare la convocazione di domani alle ore 10,30 per l'illustrazione degli emendamenti, nel rispetto dei tempi del dibattito previsti dall'articolo 100, comma 9, del Regolamento, e riprendere poi i lavori lunedì 12 novembre alle ore 14,30 per procedere alle votazioni.
Il senatore MARGIOTTA (PD) non si pronuncia negativamente sulla proposta, pur rilevando una limitazione dei tempi del dibattito, rispettosa del Regolamento, ma inusuale in Commissione. Chiede tuttavia di poter svolgere l'illustrazione delle proposte emendative solo a seguito dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni che verranno consultate.
La PRESIDENTE ribadisce la propria proposta, ricordando che i pareri sugli emendamenti non sono funzionali all'illustrazione ma alla votazione.
Il senatore BRUZZONE (L-SP-PSd'Az) fa notare che è interesse comune concludere speditamente l'iter del provvedimento e propone di tenere sedute delle Commissioni sia venerdì che lunedì.
La PRESIDENTE ricorda che è già in calendario una seduta per venerdì alle ore 9.
Intervengono a sostegno della proposta della Presidente e a nome dei rispettivi Gruppi i senatori SANTILLO (M5S), NUGNES (M5S) e PAZZAGLINI (L-SP-PSd'Az).
In risposta al senatore FERRAZZI (PD), che chiede conto di quando si possano ottenere i pareri prescritti dal Regolamento, la PRESIDENTE ricorda che si voterà in presenza dei pareri prescritti.
Anche il senatore NASTRI (FdI) ricorda l'importanza che le Commissioni consultate esprimano i propri pareri.
Il senatore MARGIOTTA (PD) osserva che a suo avviso, per anticipare la seduta di domani, sarebbe opportuno un consenso unanime. Si dichiara disponibile eventualmente anche ad illustrare gli emendamenti prima della trasmissione dei pareri, ma non ad anticipare la seduta di domani.
La PRESIDENTE, d'intesa con il Presidente dell'8a Commissione Coltorti, conferma allora la convocazione per domani alle ore 14.
Il senatore RUSPANDINI (FdI) nota come non sia necessario conformarsi alle prassi del passato, se queste comportano un allungamento dei tempi.
La PRESIDENTE rileva che il calendario delle Commissioni riunite deve in ogni caso partire dal presupposto che il provvedimento è calendarizzato in Aula per martedì 13.
Il senatore FERRAZZI (PD), notando come la fissazione del calendario delle sedute spetterebbe all'Ufficio di Presidenza, invita a coordinarsi con i Presidenti delle Commissioni consultate per dare tempi certi alle Commissioni riunite.
La PRESIDENTE ricorda che, ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento, la convocazione delle sedute rientra tra i poteri della Presidenza.
Constatato che nessun altro chiede di intervenire in discussione generale, si passa alle repliche.
Il vice ministro RIXI rileva preliminarmente che nel provvedimento non sono state inserite le norme sulla Gronda e sul Terzo Valico nel corso dell'esame alla Camera dei deputati perché al riguardo vi era un profilo di inammissibilità per materia, trattandosi di un decreto-legge. Peraltro, sul punto, sono stati accolti molti ordini del giorno della minoranza. Precisa anche che, allo stato attuale, non si registrano ritardi sulla realizzazione di nessuna delle due opere.
In via generale, spiega che tutte le misure previste inizialmente nel decreto sono state utilizzate come contenitori per approntare le necessarie dotazioni di bilancio, che poi è stato possibile anche rimodulare per utilizzarle a copertura di altre norme introdotte in sede di esame presso la Camera. Altre risorse saranno invece disponibili per gli anni successivi nella legge di bilancio. Per quanto riguarda il porto, non era possibile intervenire in questa sede senza togliere risorse ad altri porti italiani, ma assicura che ci sarà un finanziamento ad hoc. Anche per quanto riguarda l'autotrasporto, i periodi successivi saranno finanziati con la legge di bilancio. Del resto, trovandosi a fine anno, è normale che diverse coperture verranno individuate nel bilancio dei prossimi anni.
In altri casi, come per il sostegno alle attività produttive o gli indennizzi per gli immobili, a settembre non erano disponibili i dati per quantificare le somme da erogare: anche in questo caso si sono utilizzate le coperture del decreto riempiendole di contenuto in corso di conversione. Ricorda anche che, prima dell'emanazione del decreto-legge, il Governo aveva già stanziato importanti somme per l'emergenza e che sono state realizzate in tempi particolarmente ridotti infrastrutture ferroviarie e viarie finalizzate a ripristinare, per quanto possibile, la circolazione nell'area.
I tempi per la conversione sono comunque cruciali, non solo per la scadenza del termine costituzionale, ma anche perché dopo il 5 dicembre non sarà possibile richiedere erogazioni sui fondi riferiti al 2018.
Con il decreto si è anche inteso evitare che situazioni analoghe possano ripetersi su altre infrastrutture simili del territorio nazionale, in un Paese che è il primo in Europa per numero di viadotti e di ponti: anche nel caso del Ponte Morandi la tragedia non è dipesa dall'assenza di progetti di adeguamento, ma dalla tempistica inadeguata.
Si sofferma anche sulla cassa integrazione in deroga, che il decreto concede per un anno e non per tre anni come richiesto da alcuni portatori di interesse: l'obiettivo è il ripristino di una situazione competitiva e non l'assistenzialismo, dal momento che il porto di Genova è il primo contribuente del Paese e occorre mettere tutto il sistema produttivo e logistico che vi fa capo in condizione di ripartire al più presto.
Conclude reputando che fino ad ora sia stato svolto un lavoro proficuo con l'apporto di tutte le forze politiche e che, in particolare, vi sia stata una profonda condivisione con il territorio e con le associazioni di categoria.
Il sottosegretario di Stato CRIMI - dopo aver brevemente richiamato l'attenzione sulle previsioni di cui agli articoli 16-bis e 40-bis del decreto-legge, introdotte nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati e relative, tra l'altro, al Ponte San Michele sull'Adda a Paderno d'Adda e al viadotto del Sente - si sofferma sulle disposizioni di cui al Capo III del decreto-legge in conversione concernenti gli interventi nei comuni di Ischia interessati dagli eventi sismici dell'agosto del 2017. Al riguardo il rappresentante del Governo rileva in primo luogo come il terremoto di Ischia sia stato in passato trattato come un terremoto, per così dire, di serie B, poiché gli stanziamenti relativi alle emergenze conseguenti allo stesso non sono stati accompagnati né dalla definizione di un quadro complessivo di intervento, né dalla previsione di specifiche modalità attuative dello stesso. Le disposizioni del Capo III del decreto-legge in titolo intendono porre rimedio proprio a queste carenze e - con riferimento alle critiche sollevate circa la mancanza di un'adeguata attenzione ai profili di rischio sismico e idrogeologico - il Sottosegretario sottolinea in particolare come già nella definizione delle funzioni attribuite al Commissario si sia stabilito che lo stesso deve coordinare e realizzare la mappatura della situazione edilizia e urbanistica in modo da avere un quadro completo del rischio statico sismico e idrogeologico. Si è inoltre previsto che il Commissario straordinario deve assicurare una ricostruzione unitaria e omogenea nei territori colpiti dal sisma anche attraverso specifici piani di delocalizzazione finalizzati alla riduzione delle situazioni di rischio sismico e idrogeologico e alla tutela paesaggistica, programmando a tal fine l'uso delle risorse finanziarie e adottando le direttive necessarie per la progettazione ed esecuzione degli interventi.
Quanto alle previsioni di cui all'articolo 25 va ribadito innanzitutto che queste in nessun caso possono considerarsi come un nuovo condono e ciò per il semplice fatto che - come più volte evidenziato - le stesse si applicano solo alle istanze di condono già presentate ai sensi della legge n. 47 del 1985, della legge n. 724 del 1994 e del decreto-legge n. 269 del 2003, che siano pendenti alla data di entrata in vigore del decreto-legge. È quindi chiaro che nessuna nuova domanda di condono potrà essere presentata. Va inoltre sottolineato che il citato articolo 25 si applica solo alle istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, e quindi non a tutte le istanze di condono pendenti nei comuni interessati e cioè nei comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno. Passando poi a considerare l'aspetto che è stato più criticato, cioè l'applicabilità delle sole disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge n. 47 del 1985 alle istanze di condono presentate in particolare sulla base del decreto-legge n. 269 del 2003, successivo all'adozione del piano paesistico campano, il sottosegretario fa presente a titolo esemplificativo che, tenuto conto che nei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno risultano pendenti circa 5.500 istanze di condono, di queste soltanto 1.300 sono state presentate sulla base del citato decreto-legge del 2003. Poiché peraltro, come sopra precisato, la normativa di cui al citato Capo III si applica solo alle istanze di condono relative agli immobili danneggiati o distrutti, sulla base dei dati in possesso del Governo di queste 1.300 istanze quelle realmente interessate dovrebbero aggirarsi intorno alle 400 unità. Questi dati forniscono un'idea precisa delle dimensioni dell'intervento che si inserisce nel quadro sopra descritto, cioè quello di assicurare una ricostruzione che risponda in modo adeguato alle esigenze di tutela dal rischio sismico e idrogeologico e a quelle di tutela paesaggistica. Rispetto a tutto questo deve essere chiaro che l'alternativa era quella rinunciare alla prospettiva della ricostruzione.
Per quanto concerne poi le disposizioni dell'articolo 41 in materia di fanghi di depurazione, le ragioni dell'intervento normativo sono state chiarite nel corso del dibattito. Lo stesso prende le mosse da una situazione in cui limiti legislativi non esistevano fino al momento in cui un indirizzo giurisprudenziale ha ritenuto di poterli ricavare applicando i limiti previsti dal Codice dell'ambiente per l'individuazione dei terreni oggetto di bonifica. In tal modo si è però applicato un parametro non adeguato in quanto, come puntualizzato nel corso della discussione, non si è tenuto conto delle modalità di utilizzazione dei fanghi di depurazione e della circostanza che il limite del Codice dell'ambiente è riferito al terreno nel suo complesso e non ad una sostanza che viene sparsa sul terreno in quantità limitate e in un tempo determinato, essendo chiaro che la maggiore concentrazione di idrocarburi presente nei fanghi che vengono sparsi sul terreno risulta poi significativamente minore una volta che questi fanghi entrano a far parte di una massa più ampia e questa minore concentrazione assicura comunque il rispetto dei limiti del Codice dell'ambiente. L'intervento normativo ha inteso porre rimedio a questa problematica seppure in una prospettiva emergenziale. Al riguardo il sottosegretario ribadisce peraltro l'impegno del Governo a intervenire in modo più organico sulla materia a cominciare dall'adozione degli atti normativi secondari previsti dalla normativa vigente, nel procedimento di adozione dei quali vi sarà, tra l'altro, anche la possibilità di un adeguato coinvolgimento del Parlamento.
Il relatore RIPAMONTI (L-SP-PSd'Az) esprime il proprio apprezzamento per le parole del vice ministro Rixi, che ha puntualmente risposto alle osservazioni avanzate. Ricorda che quanto accaduto a Genova non è purtroppo frutto di una calamità naturale ma di responsabilità umane, che la magistratura avrà modo di chiarire. Replicando a quanto osservato in discussione generale dal senatore D'Arienzo sulla carenza di tempestività del Governo, ricorda come in pochi giorni si siano tenuti a Genova ben due Consigli dei ministri per dare risposte immediate, che la vicenda sia seguita da un vice ministro di Genova e che dell'emergenza sia stato dapprima investito il presidente della Regione Toti e poi il sindaco della città Bucci: il territorio è stato coinvolto ad un livello senza precedenti.
Dopo aver elencato le numerose misure a favore di diversi soggetti colpiti dal disastro contenute nel provvedimento, ricorda anche che vi sono ulteriori fondi nel decreto fiscale e nel disegno di legge di bilancio.
Conclude osservando che si tratta di un impianto che potrà essere migliorato con l'adozione successiva di ulteriori misure, nella consapevolezza che la città di Genova non può più aspettare.
Interviene brevemente in sede di replica anche il relatore per la 13a Commissione PATUANELLI (M5S), il quale si rifà alle considerazioni svolte dal sottosegretario Crimi limitandosi a rilevare come abbia ritenuto un eccesso politico la tesi dell'opposizione secondo la quale le disposizioni del Capo III del decreto-legge rappresentavano un nuovo condono per Ischia. L'esame delle stesse nel corso del dibattito ha reso evidente l'infondatezza di una simile affermazione. Analogamente manifesta tutta la sua perplessità a fronte di quegli interventi che hanno manifestato dubbi sulla sussistenza dei requisiti di necessità e urgenza per le misure del decreto relative a situazioni diverse da quelle riguardanti la città di Genova, come se non avessero natura urgente le esigenze e i problemi legati a situazioni come quella appunto di Ischia ovvero dei territori dell'Italia centrale colpiti dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.
La PRESIDENTE invita i senatori del Partito democratico a mantenere un atteggiamento rispettoso nei confronti degli oratori.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 17,10.