Legislatura 18ª - Commissioni 8° e 13° riunite - Resoconto sommario n. 3 del 06/11/2018
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IN SEDE REFERENTE
(909) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell'esame e rinvio)
Prosegue l'esame sospeso nella seconda seduta pomeridiana di ieri.
Interviene sull'ordine dei lavori il senatore FERRAZZI (PD), che ritiene necessario ed urgente organizzare un breve ciclo di audizioni su tutte quelle tematiche che esulano rispetto alla situazione emergenziale della città di Genova - quali ad esempio il condono nell'Isola d'Ischia ed i fanghi di depurazione - al fine di consentire un approfondimento ulteriore su tali importanti aspetti del decreto-legge.
La PRESIDENTE fa presente che, d'accordo con il presidente Coltorti, si è provveduto a organizzare il calendario dei lavori delle Commissioni riunite anche in funzione dei lavori di Assemblea: essendo previsto l'avvio in Aula della discussione per il prossimo martedì 13 novembre non sussistono i tempi necessari l'organizzazione delle audizioni, anche tenendo conto del fatto che è stato fissato per le ore 15 di domani il termine per la presentazione degli emendamenti. Ricorda inoltre che si è già provveduto a trasmettere ai commissari tutto il materiale depositato nel corso delle audizioni tenutesi presso la Camera dei deputati, al fine di facilitare la comprensione e l'approfondimento delle principali tematiche affrontate dal provvedimento.
Il senatore MARGIOTTA (PD) nota che il calendario delle convocazioni delle Commissioni riunite è particolarmente fitto: sarebbe perciò sufficiente posticipare di ventiquattro ore il termine per gli emendamenti per avere il tempo necessario per le audizioni. Sottolinea poi che reputarle superflue in quanto già state svolte alla Camera lo porta soltanto a ribadire quanto affermato ieri sulla pari dignità dei due rami del Parlamento. Il decreto affronta infatti materie, a partire da quella dello smaltimento dei fanghi, dallo spiccato carattere tecnico: il confronto con gli esperti ne faciliterebbe la comprensione. Senza incidere sui tempi complessivi dell'esame insiste perciò sulla richiesta avanzata dal senatore Ferrazzi. In alternativa resta valida la proposta di stralcio degli argomenti diversi dall'emergenza di Genova già avanzata ieri.
In via generale, auspica che possa ripetersi l'esperienza positiva della scorsa legislatura laddove, almeno per quanto riguarda la propria commissione di appartenenza, si è lavorato sempre con la massima concertazione, nel comune intento di comprendere le questioni sulle quali si era chiamati ad esprimersi.
La PRESIDENTE ribadisce l'impossibilità di procedere ad audizioni ricordando inoltre che l'organizzazione dei lavori delle Commissioni riunite è anche legata alla tempistica con cui vengono resi i pareri da parte delle Commissioni competenti.
Il senatore BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az) dichiara la propria contrarietà alla proposta di stralciare dal provvedimento in esame il complesso delle disposizioni concernenti l'Isola d'Ischia, ricordando che, se ne avesse avuto l'intenzione, il precedente Governo avrebbe avuto tutto il tempo per affrontare tale situazione emergenziale, visto il lasso di tempo intercorso tra l'agosto del 2017, in cui si è verificato il sisma a Ischia, ed il maggio del 2018, in cui è stato emanato l'ultimo decreto-legge del precedente Governo dedicato proprio a situazioni emergenziali. Ritiene in conclusione che la richiesta avanzata dal Gruppo Pd per l'organizzazione di un ciclo di audizioni sia da considerarsi superflua e dilatoria.
Il senatore FERRAZZI (PD) ritiene che la previsione di audizioni andava preventivamente considerata nel momento in cui venivano organizzati i lavori delle Commissioni riunite; in replica alle affermazioni del senatore Briziarelli specifica che il tema dei condoni non è stato mai considerato dal proprio gruppo politico un argomento da affrontare con urgenza, al contrario se ne è sempre considerato estraneo.
Riprende la discussione generale.
La PRESIDENTE, a seguito della richiesta di parola del senatore Margiotta, fa presente che, in discussione generale, l'articolo 86 del Regolamento consente a ciascun senatore, se non per questioni di carattere incidentale o per fatto personale, di intervenire una sola volta: in caso contrario dovrebbe dare questa possibilità a tutti i colleghi.
Il senatore ARRIGONI (L-SP-PSd'Az) rileva che il decreto-legge affronta un complesso di situazioni emergenziali ed è tra queste che va inquadrata la vicenda inerente il terremoto di Ischia, su cui il precedente Governo ha colpevolmente omesso di intervenire. Per quanto riguarda in particolare l'articolo 25, precisa innanzitutto che dalla procedura di condono sono escluse tutte le situazioni di abuso effettuate successivamente al 2003, venendo pertanto ad assumere rilievo soltanto le domande di condono rimaste inevase. Segnala poi che durante l'esame presso la Camera dei deputati sono state apportate importanti modifiche che hanno notevolmente circoscritto la portata della disposizione. In particolare, sono state escluse dalla possibilità di accedere alle procedure di condono le opere eseguite da soggetti condannati con sentenza definitiva per alcuni delitti, quali quello di associazione mafiosa e di riciclaggio; è stata resa necessaria la presenza di un'autorizzazione paesaggistica, escludendo pertanto dalla procedura di condono quegli immobili edificati in presenza di vincoli idrogeologici; è stato infine precisato che il contributo ai soggetti danneggiati dal sisma non spetta comunque per la parte relativa ad aumenti di volume oggetto di condono. Sempre con riferimento al sisma nell'Isola d'Ischia segnala un'ulteriore modifica apportata dalla Camera all'articolo 21, diretta ad impedire l'erogazione di contributi per la ricostruzione privata con riferimento ad immobili danneggiati oggetto di ordine di demolizione o ripristino impartito dal giudice penale.
Il decreto-legge in esame affronta inoltre anche una serie di problematiche relative ai recenti terremoti del Centro Italia, che il decreto-legge n. 55 del 2018 aveva trattato soltanto sotto il profilo finanziario. Con il provvedimento in esame vengono date pertanto risposte significative fortemente attese dai territori interessati, concernenti la governance del Commissario straordinario per la ricostruzione, l'inserimento nella Cabina di regia di coordinamento per la ricostruzione di un rappresentante dei comuni, l'individuazione delle Università come soggetti attuatori, l'indicazione di procedure per gli interventi sugli edifici di culto di competenza delle diocesi, nonché la possibilità per i tecnici ed i professionisti di poter beneficiare di anticipazioni del 50 per cento sui compensi dovuti per le prestazioni sugli interventi di edilizia mirata legati a progetti di ricostruzione. Segnala poi l'importante norma di semplificazione introdotta con l'articolo 39-ter che dà soluzione alla problematica delle lievi difformità edilizie e alle pratiche pendenti ai fini dell'accelerazione delle attività di ricostruzione e riparazione degli edifici privati, ai sensi dell'articolo 1-sexies del decreto-legge n. 55 del 2018. Ricorda infine quanto previsto dall'articolo 16-bis che affronta la problematica venutasi a creare a seguito della chiusura al traffico per motivi di sicurezza del ponte ferroviario e stradale di Paderno d'Adda: la Camera dei deputati, infatti, ha attribuito il relativo potere commissariale all'amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italia S.p.A. al fine di consentire la manutenzione straordinaria del ponte.
Il senatore D'ARIENZO (PD) si esprime preliminarmente sul tema del condono, non reputando che questo possa rappresentare una soluzione bensì solo una modalità per aggravare i problemi: le abitazioni condonate, ove ricostruite, sarebbero infatti esposte agli stessi rischi in caso di sisma.
Si sofferma poi sulla città di Genova, notando che a quasi tre mesi dalla tragedia restano ancora aperte molte questioni: mentre alcune disposizioni del decreto sono condivisibili, altre non danno le risposte sperate. Nel testo del decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, a fronte di quanto promesso, non si trovava infatti riscontro di quanto promesso né delle soluzioni prospettate.
In sede di esame alla Camera poi, mentre la parte riguardante Genova è stata praticamente riscritta, ben poche modifiche sono intervenute sugli altri capi del testo, a testimonianza di quale fosse la vera emergenza e di come quella tragedia sia stata utilizzata per sanare situazioni prive di tale carattere urgente.
Nota anche come il commissario sia stato nominato solo a seguito di vibranti proteste provenienti dal territorio e di come alcune questioni, come quella degli sfollati, siano state affrontate e risolte nel corso dell'esame alla Camera, mentre resta insoluta una parte importante delle emergenze createsi nel capoluogo ligure: sarebbe stato infatti opportuno affrontare, nell'ambito del decreto, la realizzazione della Gronda e del Terzo valico, opere necessarie per la città che invece si trovano a essere vittime di una visione ideologica e a proprio avviso errata propugnata dalla maggioranza di governo.
Si unisce alle critiche degli altri componenti del proprio Gruppo sulla mancata effettuazione di audizioni presso il Senato, ricordando che le norme su Genova sono state riscritte presso l'altro ramo del Parlamento proprio a seguito del ciclo di audizioni: sarebbe allora stato opportuno risentire quegli stessi soggetti per verificare la rispondenza del nuovo testo alle esigenze emerse in quella sede.
Il Gruppo del Partito democratico, pur ritenendo che nel provvedimento vi siano disposizioni condivisibili, esprime tuttavia il timore che il non aver affrontato il tema delle infrastrutture necessarie alla città produrrà un danno.
Ravvede infine l'opportunità di affrontare in questa sede anche altre emergenze, come quelle dei fenomeni meteo degli ultimi giorni, e si riserva di effettuare approfondimenti al riguardo.
La senatrice PINOTTI (PD), dopo aver incidentalmente sottolineato che la richiesta di audizioni avanzata dal Gruppo del Pd non è stata fatta per allungare i tempi della discussione dovendo comunque restare circoscritta nei tempi della procedura parlamentare prevista, fa presente che il decreto-legge originariamente approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso settembre è stato profondamente modificato dalla Camera, soprattutto nella parte concernente la città di Genova. Ricorda come il testo originariamente varato dall'Esecutivo risultasse in alcuni passaggi di difficile applicazione, citando a questo proposito il caso delle norme concernenti la demolizione e la rimozione delle macerie di ponte Morandi, e che soltanto a seguito delle correzioni approvate dalla Camera talune disposizioni sono state rese effettivamente operative. Sottolinea come l'urgenza di dettare norme di immediata applicazione per risolvere il complesso delle situazioni emergenziali della città di Genova sia enorme: esemplare a tale riguardo è la risoluzione dei problemi che incombono sul porto cittadino, caratterizzato da un enorme movimento di merci e che gioca un ruolo centrale non soltanto nell'economia regionale ma dell'intero territorio nazionale. Il porto, per poter svolgere appieno le sue funzioni, necessita di una viabilità adeguata, in assenza della quale si blocca l'economia dell'intera area. A tale riguardo, intervenire sulla viabilità in tempi rapidi è essenziale al fine di evitare che gli operatori economici possano prendere in considerazione l'ipotesi di spostare le proprie attività in altre realtà portuali più attrezzate da un punto di vista infrastrutturale. In un quadro di miglioramento del sistema viario della città di Genova ritiene importante la realizzazione di opere quali l'Autostrada di Gronda ed il Terzo valico. Sottolinea poi come manchino ancora tra le norme del provvedimento previste per la città di Genova alcuni importanti passaggi, quali ad esempio: la mancata indicazione di una zona arancione, che evidenzi come i disagi causati dal crollo del ponte Morandi si siano irradiati ad una fascia molto più ampia di quella della cosiddetta zona rossa; la limitatezza delle risorse stanziate per la Cassa integrazione guadagni, prevista per un solo anno; la mancata indicazione delle risorse necessarie per l'attuazione della zona franca urbana, della quale si individuano solamente gli strumenti; una chiara indicazione di cosa avverrà qualora la Società Autostrade non dovesse pagare i costi per la ricostruzione. In conclusione, segnala il rischio che, nonostante sia nel frattempo intervenuta la scelta del commissario, continuino a sussistere ancora molte situazioni di incertezza anche dopo l'approvazione definitiva del provvedimento in esame. Ciò costituirebbe un pericolo gravissimo per la città di Genova con conseguenti danni incalcolabili.
Il senatore MIRABELLI (PD) ritiene che il provvedimento in esame doveva mantenere l'impostazione originaria di costituire una risposta all'emergenza venutasi a creare con il crollo del ponte Morandi di Genova. Su tale questione il decreto-legge compie una serie di scelte, alcune condivisibili, altre più discutibili; sicuramente potevano essere effettuati interventi più coraggiosi su temi quali il porto cittadino, il sistema viario ed il sostegno alle imprese. Poiché l'emergenza nella città di Genova costituisce l'aspetto prioritario del provvedimento, il Gruppo del Partito Democratico è disponibile ad offrire la massima collaborazione su tale tematica, al fine di una sua definizione il più celere possibile. Rileva però come in realtà si sia approfittato dell'emergenza venutasi a creare con il crollo del ponte Morandi per inserire nel provvedimento altre tematiche, in particolare il condono nell'Isola d'Ischia, facendo notare come su 46 articoli di cui è composto il testo in esame ben 20 siano dedicati a tale condono. Nega che sussista una situazione emergenziale su tale disposizione; fa presente inoltre che, se da un lato la normativa sul condono nell'Isola d'Ischia non dovrebbe essere applicabile agli abusi effettuati precedentemente al 2003, è anche vero che è prevista l'applicazione delle norme varate per il condono del 1985 che, tra l'altro, non si occupano del dissesto idrogeologico. Ricorda come recenti vicende di cronaca abbiano messo in evidenza la centralità di un'efficiente gestione del territorio e che pertanto, in tale prospettiva, risulti essere del tutto fuori luogo affrontare in questa sede il tema del condono dell'abusivismo edilizio. Ritiene al riguardo che sia stato un errore il recente intervento effettuato su "Italia sicura" e "Casa Italia", due progetti di cui sono state recentemente cancellate le unità di crisi. Per quanto concerne la tematica dei fanghi di depurazione critica l'intervento effettuato ricorrendo ad un decreto-legge, uno strumento risultato contraddittorio e opaco, mentre sarebbe stato sufficiente utilizzare un decreto attuativo peraltro già previsto dalla normativa vigente. In conclusione, ritiene che sarebbe opportuno stralciare dal provvedimento tutte quelle parti da considerare ultronee rispetto all'emergenza di Genova, in particolare tutti gli articoli concernenti i condoni, le sanatorie e i fanghi di depurazione, al fine di dare avvio alla soluzione dei problemi effettivamente urgenti.
Il senatore BIASOTTI (FI-BP) ricorda che alla Camera il proprio gruppo ha espresso un voto di astensione, ciò che non lo esime dall'esprimere critiche sull'operato di alcuni membri del Governo a seguito del crollo del ponte Morandi. Si riferisce in particolare agli annunci di revoca delle concessioni autostradali, con le note conseguenze sui mercati finanziari e risparmiatori, che poi si è concretizzata soltanto nella revoca di un piccolo tratto. Richiama anche le promesse di approvazione immediata di un decreto-legge, con tanto di fogli mostrati in pubblico, quando invece il testo, approvato peraltro con ritardo, non conteneva nessuna delle misure promesse.
Fortunatamente alla Camera è stata affrontata e risolta la questione degli sfollati; tuttavia non è stata colta l'opportunità di prevedere l'obbligatorietà della realizzazione di grandi infrastrutture al servizio della città, in particolare la Gronda e il Terzo valico. Ricorda anche che il ponte crollato era a due corsie per senso di marcia e dovrà essere ricostruito - a suo avviso sarebbe stato opportuno far effettuare i lavori direttamente ad Autostrade per l'Italia - con quelle stesse caratteristiche, senza considerare che le attuali norme europee prevedono per le nuove autostrade almeno tre corsie per senso di marcia oltre alla corsia di emergenza. Sebene sia legittimo interrogarsi sul perché tali decisioni non siano state assunte negli scorsi anni dalla Giunta regionale e comunale di centro sinistra (quando l'oratore rivestiva la carica di presidente della Regione, aveva invece dato il proprio assenso alla Gronda), invita a cogliere l'occasione per giungere a una soluzione.
Si augura che sul provvedimento non sia apposta la fiducia e che perciò possano intervenire miglioramenti nel corso dell'esame in Senato. Nota anche come nel testo manchino risorse per le imprese: oggi Genova soffre perché la loro produttività è messa seriamente in discussione e secondo la Camera di Commercio vi sono ben quattordicimila aziende in difficoltà, alcune migliaia delle quali potrebbero presto chiudere. Anche il porto di Genova, che genera per lo Stato introiti annui per sei miliardi di euro, non è stato adeguatamente considerato: il decreto offriva invece l'occasione per consentire la realizzazione della nuova diga, che lo avrebbe messo al passo con i più grandi porti europei. Conclude auspicando che in Senato si possa intervenire su queste questioni.
Il senatore QUARTO (M5S) ritiene che il giudizio negativo sul complesso del provvedimento di urgenza in titolo, che emerge dagli interventi dei senatori di opposizione, sia del tutto incomprensibile.
Se si considerano le disposizioni relative agli interventi per il comune di Genova, con riferimento sia a quelle originali sia a quelle introdotte nel corso dell'esame alla Camera dei deputati, non vede infatti come non si possa non esprimere un giudizio positivo su previsioni come quelle all'articolo 1-bis - che reca misure per la tutela al diritto all'abitazione, tra l'altro determinando l'indennità per i proprietari degli immobili danneggiati in una misura che appare senz'altro adeguata - dell'articolo 1-ter - che reca interventi per la messa in sicurezza e la gestione delle tratte autostradali - degli articoli 3, 4 e 4-bis - che recano misure di sostegno agli operatori economici, delle quali si può anche auspicare un incremento ma non negare l'effettività - dell'articolo 4- ter - recante misure per il sostegno al reddito dei lavoratori - nonché degli articoli 7 ed 8 relativi rispettivamente all'istituzione di una zona logistica semplificata e di una zona franca urbana per il sostegno alle imprese colpite dall'evento.
Passando al Capo II del decreto-legge il senatore si sofferma sul rilievo delle previsioni di tale parte del provvedimento, sia sotto il profilo delle misure adottate sotto il versante organizzativo, sia più in particolare con riferimento all'istituzione dell'Archivio nazionale delle opere pubbliche.
Passando poi alle disposizioni del Capo III, è evidente l'infondatezza delle affermazioni di coloro che parlano di un nuovo condono. La lettera della disposizione è esplicita nel senso che essa si applica alle istanze di condono pendenti alla data di entrata in vigore del disegno di legge nei comuni interessati e presentate sulla base della legge n. 47 del 1985, della legge n. 724 del 1994 e del decreto-legge n. 269 del 2003. Come è stato evidenziato si tratta di pratiche il cui esame avrebbe dovuto essere concluso giù da tempo e il fatto di prevedere una procedura accelerata per la definizione delle stesse, subordinando alla conclusione positiva di tale proceduta l'erogazione dei contributi, è un modo corretto di gestire queste problematiche amministrative, rispetto al quale le critiche finora formulate appaiono davvero inspiegabili. Quanto alla possibilità che i provvedimenti di condono possano implicare rischi sul versante del dissesto idrogeologico deve essere chiaro che ciò non è possibile in quanto la normativa vigente subordina il condono, tra l'altro, al rispetto dei vincoli imposti dalle leggi statali e regionali, nonché dagli strumenti urbanistici, a tutela degli interessi paesistici, ambientali ed idrogeologici, nonché al rispetto dei vincoli imposti a difesa delle coste marine, lacuali e fluviali tutte le volte in cui questi vincoli comportino l'inedificabilità e siano posti prima dell'esecuzione delle opere interessate.
La PRESIDENTE invita i senatori del Gruppo del Partito Democratico a lasciare proseguire l'oratore.
Quanto alle problematiche sollevate in ordine all'articolo 41, il senatore QUARTO (M5S) sottolinea l'assoluta condivisibilità dei rilievi svolti nella seduta di ieri da parte del senatore Patuanelli. Il limite di 50 mg/kg previsto dal codice dell'ambiente con riferimento agli idrocarburi richiamati dal citato articolo 41 (C10-C40) è infatti previsto non rispetto ai fanghi ma rispetto al "sistema terra" nel suo complesso. Se si considera che per ogni ettaro possano essere utilizzati, fino ad un arco di tre anni, sino a 15 tonnellate di fanghi di depurazione e si considera altresì che la fascia di suolo interessato ha uno spessore non inferiore ai 30 centimetri, ne consegue che il livello di presenza degli idrocarburi interessati risulterebbe pari a circa 1,7 mg/kg tal quale che equivale a circa 10 mg/kg su sostanza secca, quindi ben al di sotto dei limiti fissati dal codice dell'ambiente. Per quanto concerne le altre sostanze indicate dall'articolo 41, è certamente vero che esse presuppongono prodotti e attività degli insediamenti industriali e che quindi non dovrebbero essere presenti nei fanghi provenienti da insediamenti civili, ma, a questo proposito, la disposizione tiene conto di una realtà in cui la gestione dell'ambiente nel suo complesso è sempre problematica, spesso in violazione della normativa, per cui una quantità di queste sostanze possono effettivamente essere rinvenute anche quando non dovrebbero essere presenti. Da questo punto di vista la disposizione cerca di tener conto di questa realtà ponendo dei limiti compatibile con l'esigenza di tutela della salute umana.
In conclusione il senatore ribadisce il suo giudizio positivo sul decreto-legge in conversione.
In considerazione dell'imminenza della ripresa dei lavori dell'Aula, la PRESIDENTE rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.
La seduta termina alle ore 16,30.