Legislatura 18ª - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 41 del 10/10/2018

AFFARI ASSEGNATI 

 

(Doc. LVII, n. 1-bis) Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2018 - Allegati I, II, III e IV - Annesso

(Esame) 

 

            Il PRESIDENTE informa che il Governo, in relazione al documento in titolo, ha trasmesso un errata corrige.

 

Il relatore DELL'OLIO (M5S) illustra la Nota di aggiornamento del DEF sottolineando che essa rappresenta uno degli strumenti fondamentali del ciclo della programmazione finanziaria e di bilancio del Paese. L'articolo 7, comma 2, della legge di contabilità e finanza pubblica (legge n. 196 del 2009) ne prevede la presentazione alle Camere per le conseguenti deliberazioni parlamentari, mentre l'articolo 10-bis della medesima legge ne disciplina i contenuti.

Fa presente che alla Nota di aggiornamento risultano allegati: le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali, il rapporto programmatico recante gli interventi in materia di spese fiscali, il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, nonché la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva. È altresì annessa, ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge di contabilità e finanza pubblica, la Relazione al Parlamento di cui all'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012 che illustra l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo programmatico strutturale. Lo scenario macroeconomico internazionale illustrato nella Nota evidenzia una crescita dell’economia nel 2018 meno diffusa e solida di quanto ipotizzato nel DEF dello scorso aprile. Nella prima metà del 2018, infatti, la ripresa dell’economia internazionale è stata meno omogenea e sincronizzata rispetto allo scorso anno, con rallentamenti in alcune economie avanzate e prospettive di crescita disomogenee tra le economie emergenti. Osserva che il quadro delle variabili esogene sottostanti la Nota di aggiornamento risulta dunque, nel complesso, meno favorevole rispetto a quello presentato nel DEF. I rischi associati a un deterioramento ulteriore del quadro internazionale rileva che restano elevati, soprattutto in relazione alle crescenti tendenze protezionistiche derivanti principalmente dalle politiche dell'amministrazione statunitense. Elevati restano anche altri fattori di rischio globale, come la volatilità delle quotazioni del petrolio e l’incertezza relativa alla Brexit.

Per quanto attiene specificamente all'Italia, fa presente che nella prima metà del 2018 il PIL reale è aumentato a un ritmo congiunturale inferiore alle attese, con un tasso di crescita dello 0,3% nel primo trimestre e in decelerazione allo 0,2 per cento nel secondo trimestre. Il rallentamento della crescita è ascrivibile principalmente al venir meno del contributo positivo del settore estero, che aveva invece supportato la ripresa nel 2017. Di conseguenza, il prodotto interno lordo in termini reali non ha ancora recuperato il livello pre-crisi.

Rileva che la Nota di aggiornamento presenta quindi le previsioni aggiornate della finanza pubblica a legislazione vigente per il periodo 2018-2021, che indicano un rialzo della stima annua di indebitamento netto rispetto al DEF dello scorso aprile per tutti gli esercizi considerati.

Lo scenario tendenziale prefigura una crescita del PIL pari allo 0,9 per cento nel 2019, e all'1,1 per cento sia nel 2020 sia nel 2021. In particolare, per l’esercizio in corso, la previsione di indebitamento netto in rapporto al PIL, sia pure in calo sul precedente anno, registra un peggioramento di 0,2 punti percentuali rispetto al DEF di aprile, attestandosi all’1,8 per cento. La revisione delle stime comporta un peggioramento dei valori attesi del saldo anche per gli esercizi 2019-2021: dallo 0,8 all’1,2 per cento per il 2019, da una previsione di pareggio a un disavanzo dello 0,7 per cento per il 2020, da un avanzo dello 0,2 per cento ad un disavanzo dello 0,5 per cento per il 2021. Alla revisione del saldo di indebitamento netto, rispetto al precedente quadro tendenziale, contribuiscono sia l’andamento dell’avanzo primario sia la spesa per interessi. Complessivamente, nelle nuove previsioni, l’avanzo primario in rapporto al PIL conserva un profilo di crescita, ma meno accentuato rispetto al DEF di aprile, attestandosi al 2,4 per cento nel 2019, al 3,0 nel 2020 e al 3,3 per cento nel 2021. La Nota di aggiornamento 2018 aggiorna quindi il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2018-2021. Gli obiettivi di saldo netto da finanziare (SNF) programmatico del bilancio dello Stato in termini di competenza sono stabiliti nel limite massimo di 68,5 miliardi nel 2019, 56,5 miliardi nel 2020 e 45,5 miliardi nel 2021. Nella Relazione al Parlamento, il Governo illustra l’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di medio termine, che per l'Italia coincide con il pareggio di bilancio strutturale. Nello specifico, annuncia che il percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine riprenderà solo quando la crescita economica si sarà consolidata e, in particolare, quando il tasso di disoccupazione e il PIL pro capite in termini reali saranno tornati ai livelli pre-crisi. L’obiettivo programmatico di indebitamento netto è fissato quindi al 2,4% del PIL nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021, in coerenza con un obiettivo di saldo strutturale costante al -1,7% del PIL in ciascuno degli anni del triennio 2019-2021. Tale percorso viene giustificato da un incompleto recupero dei livelli di reddito pro capite rispetto ai valori pre-crisi, da persistenti squilibri territoriali, dalla revisione al ribasso della crescita effettiva nel primo semestre del 2018, dal deterioramento delle prospettive macroeconomiche internazionali, dal deprezzamento del tasso di cambio dei concorrenti internazionali, da previsioni al rialzo del prezzo dell’energia e del petrolio in particolare. Osserva pertanto che i tassi di crescita delineati nel quadro tendenziale a legislazione vigente sono ritenuti dal Governo inaccettabilmente bassi, così come quelli che deriverebbero dal perseguimento alla lettera degli obiettivi di indebitamento previsti dalle regole europee.

Il Governo ritiene, infatti, che una politica di bilancio restrittiva priverebbe il bilancio pubblico di risorse destinate a rilanciare la domanda e a migliorare le prospettive di crescita di medio periodo, nonché la sostenibilità sociale. Quest’orientamento è supportato dalla convinzione che l’economia italiana sia ancora ben lontana dalla piena occupazione delle risorse e che la persistente debolezza delle condizioni cicliche non sia adeguatamente colta dalle stime prodotte dalla metodologia ufficiale per la stima del prodotto potenziale e dell’output gap.

La Nota chiarisce inoltre che le maggiori risorse finanziarie rese disponibili dalla revisione del percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine verranno destinate, in primo luogo, a sostenere la crescita attraverso il rilancio e il potenziamento degli investimenti pubblici e privati allo scopo anche di ridurre i divari territoriali. Verranno effettuati maggiori investimenti pubblici, consistenti in particolare in un programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamento italiana. Il Governo intende inoltre favorire la ripresa degli investimenti pubblici tramite la messa a punto di una task force per migliorare la capacità delle amministrazioni pubbliche di preparare, valutare e gestire piani e progetti. Altro strumento per la ripresa degli investimenti sarà il coinvolgimento delle società partecipate o titolari di concessioni pubbliche, assicurando, in particolare, congrui livelli di investimento da parte di tali società.

Per quel che riguarda, invece, gli investimenti privati, rileva che solo un credibile e prolungato sostegno ai redditi, secondo il Governo, può migliorare le aspettative delle imprese e portare ad una più decisa ripresa dell'accumulazione. Con lo scopo, quindi, di migliorare tali aspettative, oltre che con quello di migliorare l’inclusione sociale e incentivare il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro anche allo scopo di potenziare le competenze necessarie all’innovazione, il Governo intende adottare due ambiziosi provvedimenti.

A tal proposito rileva che, il primo provvedimento è il reddito di cittadinanza, che ha in primo luogo lo scopo di aumentare la mobilità del lavoro, incentivando l'accumulazione di capitale umano attraverso la formazione della forza lavoro e l'adattamento delle capacità dei lavoratori a quelle richieste dai rapidi cambiamenti tecnologici, che cambiano le esigenze del mercato del lavoro. Ciò avverrà attraverso la ristrutturazione e il potenziamento dei Centri per l'Impiego. In secondo luogo, il reddito di cittadinanza andrà a contribuire al miglioramento della qualità della vita delle tante persone che vivono in condizioni di povertà assoluta e relativa.

Il secondo provvedimento consiste nel superamento della legge Fornero e nell'introduzione di forme di pensionamento anticipato. Ciò permetterebbe ai lavoratori anziani di andare prima in pensione e, contemporaneamente, favorirebbe il ricambio generazionale e l'inclusione dei giovani nel mondo del lavoro. Tale ricambio è fondamentale nell'ambito della transizione verso la cosiddetta Impresa 4.0, ovverosia il processo che porterà ad una produzione industriale sempre più automatizzata e interconnessa. Affinché il nostro Paese sia preparato a questo passaggio, è vitale che i giovani possano portare nel mondo del lavoro le conoscenze acquisite durante gli anni della loro formazione.

La Nota riferisce inoltre che gli aumenti di IVA e accise previste per il 2020 e 2021 verranno "parzialmente" neutralizzati, rinviandone ai prossimi esercizi finanziari la cancellazione completa.

Quanto infine al debito pubblico, osserva che, nella Nota il Governo dichiara di condividere l'obiettivo di riduzione del rapporto debito/PIL, pur ritenendo che il miglior modo di perseguirlo sia rappresentato dall'aumento del denominatore risultante da una accelerazione della crescita economica favorita dalla manutenzione del territorio e delle infrastrutture e dalla ripresa degli investimenti pubblici, anche in capitale umano e innovazione. Un'azione sul numeratore del rapporto attraverso una restrizione di bilancio, invece, potrebbe mettere a rischio, nella visione del Governo, la ripresa economica e la coesione sociale in un contesto di bassa crescita nominale, di lenta accelerazione dei salari, di rallentamento del commercio internazionale, di elevato tasso di disoccupazione − soprattutto giovanile − e di ridotti investimenti.

Nello scenario programmatico, quindi come conseguenza dei provvedimenti che il Governo intende adottare, la Nota profila un tasso di crescita del PIL dell'1,5 per cento nel 2019, dell'1,6 per cento nel 2020 e dell'1,4 per cento nel 2021. Tale maggior crescita contribuire al miglioramento degli indicatori relativi al rapporto debito/PIL. Nella Nota, infatti, si prevede per l'anno in corso una riduzione del rapporto debito/PIL al 130,9%, determinata dalla crescita nominale del PIL (2,5%) superiore alla crescita dello stock di debito (2,3%). La riduzione del rapporto debito/PIL appare ancora più marcata nel percorso programmatico fissato dal Governo per il triennio 2019-2021, nonostante il livello dello stock di debito presenti un andamento crescente di anno in anno. Nello specifico, il Governo intende ridurre il debito pubblico al 130% del PIL nel 2019, al 128,1% nel 2020 e al 126,7% nel 2021.

Per quanto riguarda la regola del debito prevista dalla governance economica europea e recepita nell'ordinamento nazionale con la legge n. 243 del 2012, rileva che la Nota indica che il valore di riferimento non verrebbe conseguito nella versione prospettica sia nel 2018, sia nel 2019, con un divario compreso tra il 3,1 e il 4,2% del PIL per il 2018 e compreso tra il 2,4 e il 3,9% per il 2019, a seconda che si consideri lo scenario tendenziale o quello programmatico. Il Governo pone tuttavia in evidenza come i fattori rilevanti che caratterizzano l'attuale congiuntura economica verranno necessariamente presi nella dovuta considerazione dalla Commissione europea nel valutare il rispetto della regola.

Venendo ora alle valutazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), segnala che l’UPB ha sottoposto a validazione le previsioni macroeconomiche pubblicate nella NADEF 2018, sia nello scenario tendenziale, cioè a legislazione vigente, sia nello scenario programmatico, che incorpora gli interventi di politica economica che il Governo intende attuare con la legge di bilancio. L’orizzonte della validazione concerne il periodo oggetto del Documento programmatico di bilancio (DPB), ossia, nel caso della NADEF 2018, il biennio 2018-19. Gli anni successivi (2020-21), non sono oggetto di validazione. LʼUPB ne valuta tuttavia il realismo della previsione del Governo al di fuori del processo di validazione.

Ricordo in questa sede che l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) è un organismo costituito nel 2014 con il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee, in attuazione della normativa europea sulla governance economica. La validazione è condotta dall’UPB basandosi sul confronto delle previsioni del MEF con quattro distinte previsioni fornite da tre istituti indipendenti (CER, Prometeia e REF.ricerche) e dal modello UPB-Istat, assumendo ipotesi comuni sulle variabili esogene internazionali e sulla manovra di finanza pubblica.

Rileva quindi che, nella lettera al MEF dello scorso 19 settembre, l’UPB ha validato il quadro macroeconomico tendenziale 2018-19, valutando positivamente la plausibilità delle stime del Governo per tale biennio, ma anche sottolineando i rilevanti fattori di rischio sia per il biennio di validazione sia per i due anni successivi. Quanto al quadro macroeconomico programmatico, nella mattinata di martedì 9 ottobre l’UPB ha trasmesso al MEF i propri rilievi critici, che evidenziano un eccessivo ottimismo delle previsioni ufficiali del 2019. Il giudizio negativo sul quadro macroeconomico programmatico della NADEF per il 2019 si fonda sui seguenti aspetti: a) i disallineamenti rispetto alle attese sulle principali variabili macroeconomiche del panel UPB e a quelle dei più accreditati previsori, nazionali e internazionali; in particolare, secondo l'UPB, l’attesa del MEF di una crescita del PIL dell’1,5 per cento per effetto delle misure programmate, implicherebbe un moltiplicatore d’impatto per il primo anno sostanzialmente unitario, poco coerente con l’evidenza empirica disponibile; b) le deboli tendenze congiunturali di breve termine, che rendono poco realistiche forti deviazioni al rialzo rispetto allo scenario tendenziale del prossimo anno (validato dall’UPB); c) il rischio che nelle attese degli operatori di mercato lo stimolo di domanda ingenerato dall’espansione dell’indebitamento venga limitato dal contestuale aumento delle turbolenze finanziarie.

I fattori di incertezza sulla crescita reale riguardano anche il biennio 2020-21, periodo al di fuori dell’orizzonte di validazione, quando lo stimolo di domanda associato all’espansione di bilancio sembrerebbe avere effetti elevati e persistenti.

A tale riguardo, riferisce brevemente i passaggi salienti dell'intervento del Ministro Tria nel corso dell'odierna audizione. Il Ministro Tria ha ribadito preliminarmente che le reazioni dei mercati finanziari appaiono ingiustificate in un contesto caratterizzato da solidi fondamentali dell'economia e della finanza pubblica italiana. La proposta di politica di bilancio del Governo appare equilibrata e caratterizzata da caute ipotesi sugli effetti che le misure potranno produrre sulla crescita. Su tale impatto si focalizza l'attenzione dell'UPB. Osserva inoltre che, il Ministro ha rilevato che le valutazioni dell'UPB non appaiono completamente coerenti con il contenuto della lettera di validazione del quadro tendenziale dello scorso 19 settembre. Quindi, delle due, l'una: o la manovra non potrà produrre alcun effetto, ovvero le stime sul tendenziale sono state riviste al ribasso dal 19 settembre ad oggi. Il Ministro rileva inoltre che, a differenza di quanto ipotizzato dall'UPB, il moltiplicatore delle misure diverse dalla disattivazione della clausola di salvaguardia risulta ben inferiore all'unità, e quindi compatibile con le principali risultanze scientifiche in materia e del tutto in linea con quello ottenuto dai principali modelli in uso nelle istituzioni internazionali.

Quanto alla tempistica delle misure, nella consapevolezza della necessità di attivare quanto prima gli investimenti e le misure di inclusione sociale previste per la tenuta del tessuto economico-sociale, il Governo interpreta le obiezioni dell'UPB come uno stimolo all'azione anziché un motivo per rivedere verso il basso le proprie previsioni e le proprie ambizioni. Il Ministro ha quindi concluso con un richiamo alla necessità di un quadro di pieno coordinamento istituzionale, evidenziando che gli interventi proposti si muovono nell'ambito degli strumenti messi a disposizione dalla governance economica europea per permettere ai Paesi membri di meglio adattare le proprie politiche ai mutati contesti macroeconomici.

 

Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.

 

Il senatore PICHETTO FRATIN (FI-BP), ponendo in evidenza l'utilità delle audizioni svolte sul provvedimento in titolo, ricorda che il Documento di economia e finanza 2018 era stato predisposto dal precedente Governo e si limitava al quadro tendenziale di finanza pubblica, peraltro deterioratosi nei mesi successivi. Assume, pertanto, una particolare importanza la Nota di aggiornamento in esame, con la quale il nuovo Governo ha definito gli obiettivi programmatici non solo per quest'anno, ma sostanzialmente per l'intera legislatura. A tale riguardo, Forza Italia non considera in modo completamente negativo il deficit previsto per il 2019 al 2,4 per cento del Pil, tuttavia considera preoccupante la previsione del Pil all'1,5 per cento. Pur nella consapevolezza dell'importanza di individuare misure di sostegno e di avviamento al lavoro per la parte più debole del Paese, dai primi elementi a disposizione, non possono che formularsi forti riserve sugli interventi programmati dal Governo in materia, in quanto l'effetto di tali misure potrebbe essere quello di disincentivare il lavoro e favorire la spesa improduttiva: a tale riguardo, saranno decisive le modalità di attuazione.

Un altro tema presente nella Nadef è quello previdenziale, con particolare riferimento agli interventi di modifica della legge Fornero, che la coalizione di centro-destra prima delle elezioni aveva già condiviso: tuttavia, anche in questo caso, saranno determinanti l'entità dell'intervento e le modalità di realizzazione.

In ogni caso, si tratta di due misure che hanno un impatto indotto ed artificiale sul Pil, risolvendosi in un effetto di corto respiro, mentre è necessario, perché sia assicurata una crescita strutturale e duratura dell'economia italiana, portare cambiamenti profondi nel sistema Paese, dal welfare alla sanità, che tengano conto anche dell'andamento demografico.

Dal provvedimento in titolo emergono, inoltre, forti elementi di preoccupazione con riguardo agli investimenti, in considerazione dell'incoerenza che sembra caratterizzare sul punto la compagine del Governo: da una parte, infatti, si punta sullo sviluppo degli investimenti, dall'altra sono stati lanciati chiari segnali di un blocco delle infrastrutture. A tale proposito, destano perplessità le previsioni circa l'impatto degli investimenti sulla crescita economica del 2019, che appaiono eccessive in relazione della ben nota lentezza e complessità burocratica nella progettazione e nella realizzazione degli interventi, di cui è un esempio il settore della banda larga.

Va invece considerata molto positivamente la cosiddetta "pace fiscale", una misura che cerca di affrontare alcune problematiche relative al sistema fiscale, che nella sua attuale inefficiente configurazione ha un effetto disincentivante sulle attività economiche, senza peraltro toccare efficacemente le rendite improduttive.

Al di là dei dati numerici e delle questioni metodologiche, la critica maggiore da muovere alla Nadef è che essa configura una manovra che non incide sui problemi strutturali del Paese. Un Governo che intende governare e non semplicemente gestire il Paese deve avere l'obiettivo di rafforzare le condizioni per una forte economia di trasformazione, in modo da proiettare anche all'estero l'immagine di un sistema governato e affidabile. Il cosiddetto "Governo del cambiamento" sta invece alimentando una situazione di estrema incertezza.

 

Il senatore FANTETTI (FI-BP), soffermandosi sul tema dell'evoluzione del commercio internazionale, contesta la tesi secondo cui negli ultimi mesi vi sarebbe stata una grave contrazione degli scambi commerciali, tesi confutata dalla firma, pochi giorni fa, di uno dei più grandi accordi commerciali, tra gli Stati Uniti, il Messico ed il Canada, l'Usmca, che sostituisce il Nafta. Nell'osservare come tale infondato argomento non possa essere utilizzato per giustificare la diminuzione delle esportazioni italiane, richiama l'attenzione sulla necessità che il settore degli scambi internazionali vada adeguatamente presidiato: se la quota delle esportazioni del nostro Paese sta calando, ciò è determinato principalmente dalla mancanza di coordinamento tra le numerose istituzioni e i soggetti pubblici che si occupano del tema, anche a seguito della soppressione del Ministero del commercio con l'estero. A tale riguardo, ricorda che un importante progetto, volto a creare una piattaforma tecnologica per favorire l'incontro tra domanda ed offerta negli scambi internazionali, mettendo a sistema tutti i soggetti coinvolti, è stato abbandonato nel corso della precedente legislatura, con un'ottica poco lungimirante.

Per quanto riguardo l'andamento dei tassi di interesse, ritiene fuorviante ed eccessiva l'attenzione rivolta al cosiddetto spread, anche perché, a suo parere, il prossimo superamento delle operazioni monetarie eccezionali portate avanti negli ultimi anni dalle banche centrali determinerà un aumento dei tassi per tutti i Paesi. Sottolinea, al contrario, la centralità dell'esigenza di accelerare la crescita economica, in mancanza della quale il Paese potrebbe correre, nei prossimi anni, gravi rischi.

 

Il senatore MANCA (PD) ritiene legittima la scelta politica operata da questo Governo di abbandonare la strada, seguita nella precedente legislatura, di tenere insieme il perseguimento della crescita economica con il rafforzamento della finanza pubblica, per intraprendere invece una politica che intende utilizzare l'indebitamento per incrementare la crescita. Quello che preoccupa, tuttavia, è che tale indirizzo politico si basa su previsioni del tutto inaffidabili, che pongono problemi di compatibilità con la normativa europea e con la Costituzione, e in assenza di un vero e proprio piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, ossia il pareggio di bilancio. Rimarca, inoltre, che il ricorso al deficit per fare spesa assistenziale e previdenziale, in base alla letteratura scientifica più accreditata, può produrre al più piccoli benefici a breve termine, ma ha pesanti ricadute sul lungo periodo. Anche con riguardo agli investimenti, alla luce delle tradizionali criticità del settore e della differenza di vedute all'interno del Governo, ritiene l'impatto delle misure sul Pil del tutto sovradimensionato, mentre risulta certo l'effetto negativo di queste previsioni sulla credibilità del Paese, con gravi rischi per i risparmi delle famiglie e per l'attività delle imprese. Giudica eccessivamente ottimistica, inoltre, la stima dell'impatto sulla crescita economica del reddito di cittadinanza: in realtà, appare chiaro che i problemi delle persone più fragili e deboli non verranno risolti da una misura di questo genere, richiedendosi, invece, una presa in carico e l'inserimento in un contesto di servizi sociali efficienti, oltre ai benefici economici.

Invita, infine, a non delegittimare le autorità indipendenti, come sembra emergere da alcuni interventi di esponenti della maggioranza, trattandosi di organismi che si sono limitati, nel caso in questione, ad esprimere legittime preoccupazioni sulle metodologie e sui dati in base ai quali il Governo ha elaborato le previsioni del quadro programmatico di finanza pubblica e che rappresentano, comunque, un presidio della credibilità dell'Italia. Consiglia, invece, di correggere, nella prossima legge di bilancio, le distorsioni quantitative emerse nel corso delle audizioni, abbandonando una strada che appare senza una visione strutturale, di corto respiro, di segno elettoralistico, che mette in gioco il futuro del Paese.

 

Il senatore MISIANI (PD) ritiene che la manovra prospettata nella Nota di aggiornamento tenta di rispondere a problemi reali in modo inefficiente. Il quadro programmatico, che già si inserisce in un contesto internazionale in via di indebolimento, è stato bocciato dall'Ufficio parlamentare di bilancio e criticato sostanzialmente dagli altri soggetti istituzionali auditi. Tale quadro, che evidenzia una marcata deviazione dal percorso di rientro verso il pareggio di bilancio, deve essere letto nella sua interezza: creano particolari preoccupazioni le previsioni relative al 2020, in quanto al deficit previsto, pari al 2,1 per cento del Pil, va realisticamente aggiunto lo 0,3 per cento derivante da proventi delle privatizzazioni che molto probabilmente non saranno portate a termine, oltre allo 0,7 per cento ulteriore necessario alla disattivazione della clausola di salvaguardia relativa alle imposte indirette prevista per quell'anno. Un disavanzo pari, in realtà, al 3,1 per cento del Pil, finirebbe infatti per ridurre al minimo gli spazi di bilancio necessari per affrontare una eventuale congiuntura negativa, tutt'altro che improbabile alla luce dell'andamento dell'economia negli ultimi anni, soprattutto negli Stati Uniti.

Sottolinea, inoltre, che il quadro programmatico, fondato su un significativo scostamento rispetto all'obiettivo di medio termine non prevede un vero e proprio piano di rientro.

Evidenzia poi l'ammontare dell'extra debito per il triennio considerato, pari a ben 80-90 miliardi, il cui uso appare del tutto discutibile, essendo diretto a finanziare una quota rilevante della manovra sia per il 2019 che per il 2020, e comunque sbilanciato sulla spesa di parte corrente, la cui composizione risulta ancora in gran parte indeterminata.

In merito alle singole misure previste, nel condividere l'importanza del sostegno alle persone più deboli, osserva che gli interventi di questo genere, se non accuratamente disegnati, possono avere un effetto disincentivante sul lavoro e sull'economia.

Con riguardo alla cosiddetta "quota 100", l'impostazione della Nadef appare ambigua, anche alla luce delle parole del Ministro Tria, che ha parlato di una possibile temporaneità della misura: in ogni caso, è decisivo come sarà modulato l'anticipo pensionistico, anche in considerazione della rilevanza delle risorse impiegate a tale fine, pari a 7 miliardi su 37 complessivi mobilitati dalla manovra, con il rischio peraltro di determinare un effetto di iniquità sociale.

Stigmatizza la scarsa attendibilità, in termini di implementazione pratica, del piano di investimenti che copre una parte minoritaria della manovra.

Altresì, si esprime in termini negativi sulla defalcazione delle risorse per le periferie e sulla predisposizione di un vero e proprio condono, sebbene ammantato dalla denominazione di "pace fiscale".

Nel complesso, esprime una valutazione nettamente negativa su una manovra che rappresenta uno scarso stimolo per la crescita e che rischia di far diminuire pesantemente la credibilità del sistema Paese, come peraltro testimoniato dal livello dello spread tra i buoni del tesoro decennali italiani e gli analoghi titoli di Stato tedeschi, attestatosi a circa 300 punti base rispetto ai 130 precedenti lo svolgimento delle consultazioni elettorali del marzo scorso.

Occorrerebbe quindi una manovra di bilancio diversa, più equilibrata e dotata di maggiore credibilità, evitando di finanziare, con operazioni dolorose, misure dagli effetti alquanto discutibili.

 

Il senatore STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)) evidenzia come, nel corso delle audizioni svoltesi congiuntamente con la Commissione bilancio della Camera, dei deputati, abbia percepito una similitudine tra la condizione del Paese e quella di un'automobile con i  pneumatici usurati. Dinanzi ad una tale situazione, il Governo sembra intenzionato a riempire il serbatoio di benzina, sperando che l'automobile riparta. Infatti, l'intendimento delle forze di maggioranza e dell'Esecutivo, rappresentato dal ministro Tria, è quello di impostare una manovra di bilancio espansiva con misure come il reddito di cittadinanza e la revisione della legge Fornero.

            Con riguardo alla prima misura, essa non si configura in realtà come un vero e proprio sussidio per contrastare la povertà, in quanto la relativa erogazione verrà condizionata ad una serie di requisiti.

            In merito, poi, alla revisione della legge Fornero, l'obiettivo di garantire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro potrebbe andare deluso.

            Sarebbe necessario, invece, intervenire sulle debolezze strutturali del Paese, attraverso un progetto organico al momento mancante. Occorre, inoltre, far fronte alla debolezza della credibilità internazionale dell'Italia, visto che il nostro Paese è inserito in un contesto globale e il benessere del popolo italiano dipende anche dal livello di coesione sociale esistente in Europa. Auspica, dunque, che l'impostazione della manovra venga rivista in sede di predisposizione della legge di bilancio, dal momento che l'impianto delineato dalla Nota di aggiornamento, privo peraltro di un piano di rientro verso il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine, non risulta credibile.

 

         Il senatore PRESUTTO (M5S), ricollegandosi ai rilievi formulati nel corso dell'esame del rendiconto di bilancio per il 2017, osserva come la struttura contabile del nostro Paese presenti forti criticità derivanti dalla situazione dei crediti attivi non riscuotibili dal fatto che circa il 30 per cento degli accertamenti e degli impegni sono rappresentati da operazioni di accensione e di rimborso di prestiti.

La maggioranza e il Governo hanno quindi ereditato una situazione contabile non sostenibile, come peraltro suffragato dalla circostanza che il rapporto debito pubblico/prodotto interno lordo è salito negli ultimi quindici anni dal 100 per cento circa al 132 per cento.

            Risulta, quindi, necessaria un'operazione coraggiosa che consenta di sfruttare pienamente le potenzialità del sistema Paese, uscendo dalla stagnazione esistente che, se protratta, ci obbligherebbe ad un pericoloso galleggiamento.

           

         Il senatore TURCO (M5S) ricorda come, dal 2012 ad oggi, i governi che si sono succeduti abbiano formulato previsioni di politica economica e di bilancio poi puntualmente disattese.

            Pur nella necessità di fare i conti con le tensioni sui mercati finanziari prodottesi in questi giorni, rimarca l'esigenza di un cambio di passo e auspica che vi sia una convergenza di tutte le forze politiche al fine di evitare che si alimentino allarmismi ingiustificati.

 

         Il senatore MARINO (PD), nel tratteggiare il clima nel quale si sono svolte le audizioni in seduta congiunta con la Commissione bilancio della Camera dei deputati, evidenzia il dualismo tra le opinioni espresse dai diversi Gruppi parlamentari da un lato e dall'altro i fatti estrapolabili dall'esame della Nota di aggiornamento oltre che dalle vicende di questi giorni.

            Innanzitutto, ricorda come la curva dei  rendimenti dei titoli di Stato poliennali sia salita ai livelli del 2013; inoltre, va registrato come l'aumento dei costi delle polizze credit default swap per prevenire il rischio di insolvenza del Paese tenda ad avvicinarsi pericolosamente a quelli greci, nonostante sia oggettiva la diversità dei fondamentali economici dell'Italia rispetto alla Grecia.

            E' evidente come quello che il presidente Draghi ha definito "il costo delle parole" abbia prodotto una percezione negativa dalla quale non si può prescindere.

            Rammenta, quindi, gli interventi svoltisi nel corso delle audizioni - tra i quali quelli dei deputati Brunetta, Crosetto e Marattin - volti a sottolineare la discrasia tra le misure previste dalla Nota di aggiornamento ed i tempi effettivi di realizzazione, con il rischio di compromettere l'innesco di quel circuito virtuoso auspicato dal ministro Tria.

            Nel soffermarsi sull'istituto del reddito di cittadinanza, la cui introduzione viene peraltro rimessa ad un disegno di legge collegato alla manovra di bilancio, e quindi dai tempi di approvazione non rapidissimi, paventa difficoltà nell'implementazione della misura. In merito, poi, alle pensioni di cittadinanza, esiste il rischio che una quota dei beneficiari sia rappresentata da persone che non hanno mai versato contributi, con conseguente aggravio di costi per le giovani generazioni.

            Nel chiedere al Governo di specificare il senso dell'affermazione del ministro Tria sul carattere strutturale o contingente della cosiddetta "quota 100", data dalla somma tra età anagrafica ed anzianità contributiva, passa poi ad affrontare il tema della cosiddetta flat tax, facendo presente che il sistema delineato non avrà una vera e propria aliquota piatta, bensì un insieme articolato di aliquote e di scaglioni.

            Reputa poi opportuno comprendere l'effetto normativo e finanziario della "pace fiscale", della quale non si può celare il carattere di condono, visto che si ipotizza di escludere la restituzione del capitale dovuto. Peraltro, il mero annuncio della "pace fiscale" sta producendo notevoli danni  in sede di applicazione del sistema della rottamazione bis delle cartelle esattoriali sia in relazione ai contribuenti che hanno pagato la prima rata entro lo scorso 31 luglio sia in termini di blocco del meccanismo di conciliazione tra l'Agenzia delle entrate e i contribuenti, senza tralasciare gli aspetti di criticità in merito ai destinatari delle cartelle esattoriali dal 1° ottobre 2017 ad oggi.

            Denuncia, quindi, una perdita di gettito già quest'anno oscillante tra i 3 e i 4 miliardi, causata dalle conseguenze dell'annuncio della "pace fiscale" e possibili effetti negativi anche sul gettito futuro.

 

         Il senatore ERRANI (Misto-LeU) chiede al Governo chiarimenti sulla composizione della manovra, in merito alla tipologia dei tagli di spesa per il 2019, quantificati in 6,2 miliardi di euro, e agli 8,1 miliardi di nuove entrate. Domanda, poi, a quanto ammonti l'impatto finanziario della flat tax.

 

            Non essendovi ulteriori richieste di intervento, il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

 

         Il relatore DELL'OLIO (M5S), intervenendo in sede di replica, evidenzia come una delle preoccupazioni principali, emersa nel corso delle audizioni svoltesi insieme alla Commissione bilancio della Camera dei deputati, sia rappresentata dal carattere espansivo della manovra di bilancio delineata dalla Nota di aggiornamento, che si discosta in questo dal carattere sostanzialmente restrittivo delle manovre degli anni scorsi. Nel ricollegarsi, poi, alla relazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, dà atto delle rassicurazioni fornite dal presidente Pisauro sulla prudenzialità utilizzata ai fini del calcolo delle previsioni, ma evidenzia altresì che, negli ultimi anni, sono state numerose le previsioni poi non realizzatesi, il che renderebbe necessaria una riflessione sulle metodologie utilizzate, anche alla luce di quanto affermato dallo stesso professor Pisauro che, in un passaggio della sua relazione, non ha escluso, in presenza di un quadro migliorativo, tassi di crescita anche dell'1,8 per cento.

            Ritiene, quindi, che la costruzione delle sensivity analysis debba essere costruita secondo meccanismi che tengano conto non solo dei fattori di rischio, ma anche di quelli virtuosi.

            In merito alle preoccupazioni sul blocco degli investimenti, sottolinea come il Governo stia monitorando il programma delle opere pubbliche, al fine di individuare i progetti effettivamente cantierabili, sulla base di un cronoprogramma indicato nella Nota di aggiornamento e il cui raggiungimento, anche solo per il 50 per cento, rappresenterebbe un importante elemento di cambiamento.

            Da ultimo, nel rivendicare la bontà dell'impianto espansivo della manovra finanziaria, ritiene che puntuali aggiustamenti, se necessari, possano sicuramente trovare spazio in sede di predisposizione e successivo esame parlamentare del disegno di legge di bilancio.

 

            Il sottosegretario GARAVAGLIA, nel riprendere la similitudine tratteggiata dal senatore Steger, ritiene indispensabile riempire di  benzina il serbatoio di un'automobile di grossa cilindrata, essendo inaccettabile che un paese come l'Italia sia all'ultimo posto in Europa per tassi di crescita del prodotto interno lordo.

            Procedendo per filoni tematici, affronta poi la tematica delle opere pubbliche, sottolineando la necessità di effettuare in tempi estremamente rapidi le dovute analisi costi-benefici, garantendo così un'accelerazione della spesa per investimenti ed eliminando gli ostacoli che si frappongono a tale obiettivo, tra i quali regole contabili ottuse e la presenza di crediti di dubbia esigibilità. Al riguardo, la cosiddetta "pace fiscale" può rappresentare un elemento ragionevole, per appianare contenziosi e infruttuosi tentativi di recupero di crediti erariali risalenti al 2000.

            Sul codice degli appalti, ricorda come l'attuazione della normativa europea abbia condotto a delineare un sistema normativo più complicato rispetto a quello comunitario, con conseguente blocco dei lavori: di qui l'esigenza di aggiustamenti puntuali, per esempio in tema di razionalizzazione delle centrali di committenza, consentendo ai comuni di utilizzare, per l'edilizia scolastica, le centrali appaltanti delle province. Altresì, occorre potenziare, compatibilmente con i vincoli finanziari, le risorse umane in quei settori amministrativi in sofferenza, come gli uffici provinciali preposti al contenzioso derivante dalle gare di appalto.

            In merito alle coperture finanziarie, rappresenta la necessità di razionalizzare la spesa per consumi intermedi non tanto a livello di enti locali, come fatto negli ultimi anni, bensì a livello centrale. Invece, per quanto riguarda le autonomie territoriali, andrebbe perseguito l'obiettivo di semplificare quel groviglio di moltiplicazioni di enti che, sovrapponendosi alla chiara tripartizione tra comuni, province e regioni delineata nella Carta costituzionale, costituisce un freno alla celerità delle procedure decisionali.

            Sul versante delle politiche tributarie, giudica estremamente positiva l'introduzione di un regime forfettario per le piccole imprese e i liberi professionisti fino a 65.000 euro, nonché la riduzione dal 24 al 15 per cento dell'aliquota IRES per gli utili di impresa destinati ad investimenti e nuove assunzioni.

            In merito alla riforma della legge Fornero, nel rammentare il carattere strutturale della "quota 100", fa presente che gli aspetti di dettaglio saranno ovviamente definiti nella legge di bilancio.

            Soffermandosi, quindi, sul reddito di cittadinanza, osserva come esso vada visto non tanto come un sussidio, bensì come strumento di affiancamento per l'avvio al lavoro, secondo il modello virtuoso adottato dalla regione Lombardia che, con l'utilizzo di fondi europei, consente di inserire centomila giovani all'anno nel mercato del lavoro.  In quest'ottica, istituti come il reddito di inclusione e la nuova assicurazione sociale per l'impiego (NASPI) sono destinati ad essere assorbiti ed accorpati in un nuovo istituto unitario, senza peraltro far venir meno la competenza regionale sul duplice versante della formazione e delle politiche attive del lavoro.

           

            Si passa quindi alle dichiarazioni di voto sul mandato al relatore.

 

         Il senatore MARSILIO (FdI) concorda con la necessità di cambiare radicalmente la struttura e il funzionamento dei centri per l'impiego, ponendo rimedio alla situazione fallimentare in cui molti di essi si trovano ad operare.

            Nel sottolineare che la divergenza di previsioni macroeconomiche tra il Governo e l'Ufficio parlamentare di bilancio rappresenti un elemento non così dirimente, invita l'Esecutivo e la maggioranza ad adottare una condotta prudenziale, evitando ogni tentazione illusoria di autosufficienza.

            Nel rammentare la propria esperienza di parlamentare nella XVI legislatura, fa presente come la mancata difesa del Paese nel 2011, anche da parte dei Gruppi dell'allora opposizione, abbia contribuito ad alimentare una spirale speculativa, con la conseguenza di favorire l'insediamento, per i successivi sette anni, di governi privi della legittimazione popolare.

            Occorre, quindi, che vi sia da parte di tutti la consapevolezza di difendere il sistema Paese.

            Con riferimento all'istituto del reddito di cittadinanza, ritiene che esso risponda prevalentemente a ragioni propagandistiche difficili da mantenere, determinando peraltro l'appostamento di risorse verso allocazioni poco produttive, che non favoriscono il dinamismo delle imprese private e la creazione di ricchezza.

            Nell'annunciare quindi il voto contrario, esprime scetticismo sull'efficacia e sui tempi d'implementazione di misure, come il reddito di cittadinanza, che rappresentano l'asse portante della manovra.

 

         Il senatore DAMIANI (FI-BP) annuncia il voto contrario del proprio Gruppo, giudicando erronea la composizione della manovra finanziaria che, oltre a risultare sbilanciata su misure, come il reddito di cittadinanza, che non porteranno effettivi benefici all'economia, appare priva di interventi adeguati a rispondere alle aspirazioni di quel Mezzogiorno d'Italia che vuole uscire dall'assistenzialismo e avviarsi su un percorso virtuoso.

 

         Il senatore ERRANI (Misto-LeU) osserva, preliminarmente, di essere favorevole a manovre espansive, ritenendo necessario invertire il segno restrittivo finora adottato in Italia e in Europa.

            Tuttavia, giudica priva di convincenti basi di equità la scelta di ricorrere all'indebitamento per finanziare interventi di spesa corrente, peraltro con il rischio di apportare decurtazioni della spesa sanitaria che non rispondono ad operazioni di redistribuzione sociale della ricchezza.

            Manca, quindi, nella manovra delineata nella Nota di aggiornamento, il segno dell'equità e, pur essendo ragionevole correggere le gravissime distorsioni della legge Fornero, appare illusorio far discendere da tale revisione un incremento del prodotto interno lordo di circa il 2 per cento. Dopo aver auspicato che anche gli esponenti della maggioranza, nella seduta dell'Assemblea programmata per il giorno successivo, stigmatizzino gli attacchi personali ai componenti dell'Ufficio parlamentare di bilancio registratisi nel corso dell'audizione presso la Camera dei deputati, in nome del rispetto dell'autonomia di giudizio delle autorità e degli organismi indipendenti, evidenzia la mancanza di una programmazione degli investimenti e il carattere aleatorio di una stima che punta a ricavare, nel prossimo biennio, 10 miliardi dalle privatizzazioni.

            Sempre in materia di investimenti, denuncia le complesse farraginosità applicative insite nella normativa sugli appalti, come testimoniato dalla tipologia di quesiti inviati dagli enti locali all'Autorità nazionale anticorruzione.

            Sul fronte delle politiche sociali, paventa le conseguenze negative correlate alla decurtazione delle detrazioni per spese sanitarie e la mancata individuazione degli oltre 8 miliardi di nuove entrate preventivate.

            Nell'esprimere il proprio favore verso misure di contrasto alla povertà concepite anche come strumento di sostegno sociale, a prescindere dall'avviamento al lavoro, denuncia l'assenza di un disegno strategico di cambiamento, ritenendo non appropriato l'esempio formulato dal sottosegretario Garavaglia sull'esperienza lombarda quale modello di applicazione del reddito di cittadinanza.

            Evidenzia, infine, con preoccupazione, la mancanza di ogni attenzione aal settore della scuola che più di altri ha pagato la crisi di questi anni, con conseguenze disastrose in termini di mancata formazione del capitale umano e delle professionalità specialistiche richieste dalle imprese.

            Alla luce di tali considerazioni, auspica che la legge di bilancio rechi un'effettiva inversione di marcia rispetto all'impostazione della Nota di aggiornamento, annunciando il proprio voto contrario.

 

          Il senatore MISIANI (PD), nel ribadire le considerazioni svolte nel corso della discussione generale, annuncia il voto contrario del proprio Gruppo.

 

         Il senatore Marco PELLEGRINI (M5S) ringrazia in via preliminare tutti i componenti della Commissione per la qualità degli interventi e l'elevato contributo al dibattito, dai quali si evince come, pur nella legittima differenza di ruoli, vi sia l'intendimento comune di perseguire il bene generale del Paese.

            Si sofferma, quindi, sui dati del rapporto tra disavanzo pubblico e prodotto interno lordo, oltre che tra debito pubblico e prodotto interno lordo, degli ultimi dieci anni, da cui si evince il fallimento inequivocabile delle politiche di austerità: infatti, lo scorso anno, il rapporto deficit/PIL si è attestato al 2,4 per cento, mentre il rapporto debito pubblico/PIL, dopo essere aumentato dal 102 per cento circa del 2008 fino al 131,8 per cento del 2014, è diminuito in misura irrisoria per attestarsi, nel 2017, al 131,2 per cento.

            Nell'annunciare il voto favorevole del proprio Gruppo, rivendica l'intenzione della maggioranza e del Governo di individuare soluzioni per risolvere la situazione problematica in cui versa il Paese senza presunzioni di infallibilità, ma con fiduciosa speranza nella bontà delle scelte intraprese.

 

         La senatrice FERRERO (L-SP-PSd'Az), anche alla luce del ciclo di audizioni svoltesi con la Commissione bilancio della Camera dei deputati, ribadisce la necessità di un deciso cambiamento di rotta reso ancor più necessario dalla difficile situazione dell'economia e dei conti pubblici a cui hanno condotto le manovre finanziarie restrittive degli ultimi anni, come peraltro suffragato dalle puntuali informazioni fornite poc'anzi dal senatore Pellegrini.

            Nel ringraziare i senatori intervenuti per l'alta qualità dei contributi forniti al dibattito, oltre al sottosegretario Garavaglia per i preziosi chiarimenti offerti alla Commissione, annuncia il voto favorevole del proprio Gruppo.

 

            Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato i senatori e i rappresentanti del Governo, pone quindi in votazione il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul Documento in esame, autorizzandolo, al contempo, ad avanzare al Presidente del Senato la richiesta di riferire oralmente.

 

            Verificata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva.