Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02197

Atto n. 3-02197 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 29 dicembre 2020, nella seduta n. 288

GIARRUSSO - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:

si apprende, da fonti di stampa, del blitz nella notte del 15 dicembre 2020 a Calatafimi Segesta, in provincia di Trapani, nell'ambito dell'operazione denominata "Ruina", coordinata dalla DDA di Palermo e condotta dal Servizio centrale operativo (SCO) della Polizia e delle squadre mobili di Trapani e Palermo, che ha visto l'arresto di tredici mafiosi vicini al boss superlatitante Matteo Messina Denaro e di venti indagati;

le accuse ipotizzate nei confronti degli indagati sarebbero, a vario titolo, associazione mafiosa, estorsione, furto, incendio, favoreggiamento personale, corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso; "un'organizzazione che operava sotto ogni punto di vista, anche politico amministrativo ed economico imprenditoriale";

tra gli arrestati dell'operazione antimafia, ci sarebbero il capo della famiglia mafiosa di Calatafimi, che fa parte del mandamento di Alcamo, Nicolò Pidone, ex operaio stagionale della Forestale, che era stato già arrestato nel 2012, e l'ex Presidente del Consiglio di amministrazione dell'azienda per i trasporti ATM di Trapani, già direttore generale della stessa compagine societaria a partecipazione pubblica;

in particolare, nell'ambito dell'operazione risulterebbe indagato anche il Sindaco di Calatafimi Segesta (dimessosi in data 21 dicembre 2020), Antonino Accardo, eletto alle amministrative del 2019; con l'ipotesi di accusa di reato di corruzione elettorale e tentata estorsione, con l'aggravante di mafia, in quanto dalle intercettazioni si parlerebbe di elargizione di somme di denaro, specie verso famiglie di soggetti con precedenti penali, in stato di disagio economico;

inoltre, dalle intercettazioni emergerebbe la figura di un enologo molto noto di Marsala (Trapani), Leonardo Urso, ex socio in affari del Sindaco di Calatafimi Segesta; quest'ultimo avrebbe chiesto l'intervento del pregiudicato Rosario Tommaso Leo e della famiglia mafiosa di Calatafimi per recuperare delle somme da Urso;

considerando che l'operazione denominata "Ruina" svelerebbe alcuni fatti che si intrecciano con il "far west dei parcheggi di Segesta" nell'ambito dell'operazione "Phimes", che ha portato agli arresti, nel 2019, dell'imprenditore Francesco Isca e del vice capo della Polizia municipale di Calatafimi, Salvatore Craparotta e che avrebbe coinvolto anche l'ex sindaco di Calatafimi Segesta Vito Sciortino e l'ex comandante della Polizia municipale Giorgio Collura ed altri quattro vigili urbani,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti narrati e quali provvedimenti di propria competenza intenda adottare a riguardo;

se non ritenga opportuno adottare, a tale scopo, adeguate iniziative per ripristinare la legalità in un territorio che ha visto negli ultimi anni, due sindaci dimessi in quanto coinvolti in inchieste giudiziarie, e nel 2014, un sindaco arrestato per favoreggiamento;

se non intenda valutare i presupposti per attivare la procedura, di cui all'articolo 141 e seguenti del Testo unico sugli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), al fine di verificare la sussistenza di violazioni di legge, nonché di fenomeni di infiltrazione mafiosa o elementi di condizionamento dell'amministrazione da parte di "Cosa nostra" e lo scioglimento del Consiglio comunale di Calatafimi Segesta.