Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04693
Azioni disponibili
Atto n. 4-04693
Pubblicato il 28 dicembre 2020, nella seduta n. 287
DE BONIS - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
Bonifiche Ferraresi S.p.A. è un'azienda agricola italiana attiva nella coltivazione e commercializzazione di prodotti agricoli. La società agricola, si legge sul sito on line, conta ad oggi un patrimonio di circa 7.750 ettari, affermandosi come il primo proprietario terriero in Italia. L'azienda entrò a far parte, a tutti gli effetti, delle principali aziende agricole italiane nel 1872, quando fu abilitata con regio decreto ad operare nel Regno d'Italia, con il nome di Società per la Bonifica dei Terreni Ferraresi. Successivamente, nel 1942, la Banca d'Italia diventò il maggiore azionista di Bonifiche Ferraresi e nel 1947 la società agricola approdò alla quotazione di Borsa;
considerato che:
nel mese di dicembre 2020 sono emerse informazioni circa le operazioni e i collegamenti societari che riguardano la Coldiretti, i consorzi agrari, Bonifiche ferraresi e società afferenti. In particolare, si pongono una serie di interrogativi, ai quali si spera che i Ministri in indirizzo vogliano dare delle risposte;
già il 12 febbraio 2020 un articolo de "il Fatto quotidiano" dal titolo "Bonifiche ferraresi: nuova Federconsorzi con i soldi di Cdp", riportava che "nei sottoscala del potere accadono cose spaventose che la politica finge di non vedere. Il caso delle Bonifiche Ferraresi è tipico: una girandola di milioni di euro pubblici, un titolo che strappa in Borsa come in una bisca, fondi previdenziali che ci scommettono i soldi delle pensioni degli agricoltori...e nessuno che fiata, fatta la doverosa eccezione per il deputato ex M5S Saverio De Bonis che ha rivolto un'interrogazione al Ministro dell'agricoltura, Teresa Bellanova. Il punto è cruciale: di nuove Iri è lastricata la via dell'inferno italiano. E mentre si discutono vizi e virtù dell'intervento statale c'è chi, in nome delle "filiere", si sistema gli affari...";
agli inizi di ottobre 2020 veniva annunciata sulla stampa la costituzione di CAI-Consorzi Agrari d'Italia, formato da Bonifiche Ferraresi, Consorzio Agrario dell'Emilia, dell'Adriatico, del Tirreno, del Centro-sud e da società consortile CAI. Una nuova struttura societaria che sembra richiamare nostalgicamente la vecchia Federconsorzi;
a distanza di trent'anni Bonifiche Ferraresi, i Consorzi agrari dell'Emilia, dell'Adriatico, del Tirreno e del Centro-sud e la Società Consortile CAI rendono operativa la nuova società Consorzi Agrari d'Italia, tanto simile alla Federconsorzi, senza che ciò sia stato deliberato da tutte le assemblee dei soci dei diversi consorzi agrari, che perseguono per legge evidenti scopi mutualistici;
l'articolo 2, comma 3 del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, prevede che i consorzi agrari possono partecipare a società per azioni solo qualora: (i) abbiano la maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria; (ii) le attività che le predette società per azioni esercitano a favore dei soci dei consorzi agrari siano svolte nel rispetto degli scopi mutualistici dei consorzi;
i patti parasociali CAI, benché prevedano che "il veto di Bonifiche ferraresi non potrà essere esercitato con riferimento a delibere aventi ad oggetto materie e interventi a finalità mutualistica", hanno per oggetto l'esercizio del diritto di voto nella società CAI, pongono limiti al trasferimento delle relative azioni e, soprattutto, hanno per oggetto o per effetto l'esercizio di un'influenza dominante di Bonifiche ferraresi su CAI;
il 15 maggio 2020 Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana e, in sua rappresentanza, membro del Cda del Consorzio del Tirreno (che ha espresso voto contrario all'operazione CAI) su un sito on line ha affermato che si tratta di una manovra che "cancellerebbe i fini mutualistici prevalenti e di sostegno reciproco, in cui vige il concetto dell'aiuto a chi è in difficoltà, e in cui l'unione dei piccoli conferisce loro la forza dei grandi senza l'assillo del raggiungimento del profitto a ogni costo, stella polare del Consorzio: tutto questo sarebbe spazzato via per sempre da un progetto concepito da società finanziarie e bancarie come Bonifiche Ferraresi, il cui fine è quello di realizzare profitti e che di mutualistico nel loro DNA hanno ben poco";
il 29 novembre 2020 Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, su "Avvenire", ha sostenuto, al contrario, che il progetto CAI potrà concretamente tutelare e aiutare il settore portando come esempio la concentrazione del mercato dei semi (il 63 per cento è nelle mani di tre multinazionali) che rischia di minare la competitività del settore, ma omette di riferire che nel caso del seme Cappelli l'alleanza SIS (partecipata da Bonifiche Ferraresi al 41,19 per cento, ma con misure di governance tali da assicurare l'acquisizione del controllo di fatto da parte di BF) e Consorzi agrari è stata oggetto di sanzioni dall'Antitrust per pratiche commerciali scorrette;
tenuto conto che:
l'interrogante, con atto di sindacato ispettivo 4-02595, pubblicato il 9 dicembre 2019, al quale il Ministro in indirizzo non ha ancora dato risposta, metteva in evidenza come ENPAIA, Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura, facesse investimenti per milioni di euro per aumentare il capitale di Bonifiche ferraresi, che a sua volta acquisiva la tenuta controllata da Federico Vecchioni, che è anche l'amministratore delegato della società;
le recenti dichiarazioni di Federico Vecchioni sono molto preoccupanti. Egli, rispondendo alla notizia di stampa riguardante un dossier anonimo, legato al mondo agricolo, denuncia addirittura una crisi istituzionale e un forte imbarazzo dell'Italia anche nei rapporti internazionali, a causa del clima che si sarebbe creato per queste attività volte, a suo dire, a danneggiare e fermare determinati progetti,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle citate operazioni e collegamenti societari che riguardano la Coldiretti, i consorzi agrari, Bonifiche ferraresi e società afferenti e dell'inchiesta del febbraio 2020, condotta dal giornale "Il Fatto quotidiano";
quali iniziative intendano intraprendere al fine di verificare la veridicità o meno di quanto esposto e delle conclusioni della relativa inchiesta giornalistica;
se non ritengano opportuno e urgente dare delle risposte agli interrogativi posti;
se lo scopo mutualistico sia entrato a pieno titolo nella fase redazionale dell'atto costitutivo e dello statuto CAI, oppure sia solo relegato nel patto parasociale come eventualità, mentre la legge richiede che gia dall'atto costitutivo risultino gli elementi qualificanti del rapporto mutualistico;
se non ritengano che il potere di controllo di Bonifiche Ferraresi, derivante dai patti parasociali, faccia venir meno gli scopi e le finalità mutualistiche dei consorzi agrari.