Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 235 del 25/06/2020
Azioni disponibili
Allegato A
INTERROGAZIONI
Interrogazione sull'inquinamento del tratto di mare tra l'isola d'Elba, Capraia e la Corsica
(3-01124) (06 agosto 2019)
Comincini, Stefano, Boldrini, Biti, D'Alfonso, D'Arienzo, Faraone, Fedeli, Ferrazzi, Garavini, Giacobbe, Iori, Laus, Magorno, Margiotta, Marino, Misiani, Rojc, Sbrollini, Valente, Verducci, Richetti. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -
Premesso che:
il 5 giugno 2019 l'associazione ambientalista "Greenpeace" denunciava e documentava, grazie ad una spedizione organizzata in collaborazione con il Cnr-Ias di Genova e l'Università Politecnica delle Marche nella zona di mare compresa tra l'Elba, la Corsica e Capraia, l'esistenza di una vera e propria "isola di plastica italiana" simile a quella presente nell'Oceano Pacifico, le cui impressionanti immagini hanno fatto il giro del mondo;
ingenti quantitativi di plastica sono stati ritrovati, nel Mediterraneo, anche in aree che, sulla carta, risultano protette, come il Santuario Pelagus, zona marina di 87.500 chilometri quadrati, che nasce da un accordo tra l'Italia, il Principato di Monaco e la Francia per la protezione dei mammiferi marini che lo frequentano;
la delegazione che ha partecipato alla spedizione ha avuto modo di constatare che nel tratto di mare tra l'Elba, la Corsica e Capraia, per una convergenza di correnti, si crea un hotspot di plastica, che si estende in uno spazio di alto valore naturalistico anche per la presenza di numerose specie di cetacei; la delegazione, grazie ai propri ricercatori, ha altresì potuto effettuare campionamenti a bordo, i cui risultati saranno noti nei prossimi mesi, per verificare la eventuale presenza di microplastiche nell'area,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le sue valutazioni in merito;
se il Governo italiano, a prescindere dagli impegni assunti in sede europea ed internazionale per il contrasto all'utilizzo dei materiali di plastica, intenda impegnare risorse concrete e importanti per ripulire il mare e le spiagge invase dalla plastica.
Interrogazione sul diritto degli assistenti bagnanti ad un sussidio per i danni economici da Covid-19
(3-01574) (12 maggio 2020)
Cangini. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali -
Premesso che:
a seguito dell'emanazione del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante "Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Proroga dei termini per l'adozione di decreti legislativi", gli assistenti bagnanti hanno potuto presentare domanda di sussidio, pari a 600 euro per il mese di marzo ai sensi dell'articolo 29;
molti assistenti bagnanti lavorano non per uno stabilimento balneare ma per imprese, cooperative o consorzi che forniscono il servizio del salvataggio ad uno stabilimento balneare;
è sorta una situazione di iniquo trattamento in quanto, mentre gli assistenti bagnanti assunti direttamente da uno stabilimento balneare hanno potuto richiedere il sussidio, gli assunti da un'impresa, cooperativa o consorzio ne sono stati esclusi, pur avendo svolto la medesima mansione, firmato uguale tipo di contratto ed essendo entrambi sottoposti all'applicazione del medesimo contratto collettivo nazionale di lavoro;
la disparità di trattamento ha origine dalla circolare INPS 30 marzo 2020 n. 49, che fornisce istruzioni amministrative in materia di indennità di sostegno al reddito, introdotte dal citato articolo 29, per il mese di marzo 2020, in favore di alcune categorie di lavoratori autonomi, liberi professionisti, collaboratori coordinati e continuativi e lavoratori subordinati, le cui attività lavorative sono colpite dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, nonché istruzioni relative alla proroga dei termini di presentazione delle domande di disoccupazione. La circolare individua tramite il codice statistico contributivo (CSC) e il codice ATECO specifiche categorie di datori di lavoro che consentono l'accesso a tale sussidio. In particolare la circolare individua le attività economiche riconducibili al settore degli stabilimenti balneari con il codice ATECO 93.29.20 ed omette, incomprensibilmente, il codice ATECO 96.09.09, riguardante "Altre attività di servizi per la persona", codice che non è infatti presente nelle tabelle delle attività economiche riconducibili ai settori del turismo e degli stabilimenti termali di cui al punto 3 della circolare. Si rammenta che è possibile ottenere il sussidio previsto dall'articolo 29 esclusivamente attraverso il portale dell'INPS;
l'omissione penalizza moltissimi lavoratori e, nello specifico, i bagnini di salvataggio che lavorano per conto di imprese, cooperative o consorzi,
si chiede di sapere quale iniziativa il Ministro in indirizzo intenda adottare tempestivamente per superare l'omissione compiuta dalla citata circolare dell'INPS e permettere anche ai lavoratori che rientrano nel codice ATECO 96.09.09 di ottenere quanto previsto dall'articolo 29 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18.
Interrogazione sulle criticità nella fruizione al pubblico del Castello reale di Racconigi (Cuneo)
(3-00838) (28 maggio 2019)
Taricco, Pinotti, Cucca, Laus, Pittella, Rossomando, Sbrollini, Iori, Fedeli, Magorno, Cirinnà, Boldrini, Rojc, Ferrazzi, Valente, Assuntela Messina, Marino, Giacobbe. - Al Ministro per i beni e le attività culturali -
Premesso che:
il castello reale di Racconigi, situato a Racconigi, in provincia di Cuneo, diventato di proprietà dei Savoia a partire dalla seconda metà del XIV secolo e polo culturale e museale altamente frequentato, fa parte del circuito delle residenze sabaude del Piemonte e dal 1997 è parte del sito seriale residenze sabaude compreso nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco;
dopo che il 14 agosto 2018, a causa di danni provocati da eventi atmosferici e dalla caduta di un albero (se ne contano oltre 2.000 all'interno del parco del castello di Racconigi), la direzione del polo museale del Piemonte, da cui oltre alla reggia di Racconigi dipendono tutte le ex residenze reali della regione, ha chiuso l'accesso all'area verde di circa 170 ettari delimitata da un muro di cinta lungo in totale 6 chilometri, per mettere in sicurezza tutto il percorso interessato, senza peraltro mai rispondere alle numerose sollecitazioni e richieste del Comune, della Regione Piemonte, di istituzioni e cittadini, lo stesso parco risulta inaccessibile a tutte le visite;
considerato che:
a fine aprile 2019, durante l'inaugurazione della mostra su Leonardo ai musei reali Torino alla presenza del presidente della Regione Sergio Chiamparino e dell'assessore per il turismo, che si erano interessati alla vicenda, il Ministro in indirizzo ha comunicato la previsione della riapertura nel mese di maggio di parte del parco del castello di Racconigi;
una grande mobilitazione si è manifestata negli ultimi mesi per sensibilizzare la collettività, ma soprattutto le istituzioni, sulla necessità di restituire ai racconigesi e a tutti i piemontesi quello che è un vero e proprio gioiello architettonico, storico e paesaggistico, con la raccolta in poche settimane di migliaia di firme, tutte appartenenti a persone che attendono la data precisa di riapertura del parco, oltre a richiedere la manutenzione programmata e continua,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dello stato di avanzamento della messa in sicurezza e dei lavori relativi a quanto esposto;
se non ritenga necessario intervenire per accelerare la messa in sicurezza del parco del castello, al fine di ripristinare l'area verde ed evitare così una diminuzione dei visitatori dell'intera zona turistica, evitando, quindi, di registrare una controproducente perdita economica e d'immagine del sito alla cittadina stessa, ponendo quindi un termine ultimo a questa situazione non più sostenibile;
se non ritenga utile comunicare una precisa data di riapertura per l'intero parco del castello, e non solo dare un orizzonte generico per una piccola parte dello stesso, anche chiedendo al gestore, il polo museale del Piemonte, una interlocuzione più stretta e costante con l'amministrazione comunale di Racconigi e la Regione Piemonte;
se non ritenga utile e necessario, per il raggiungimento di una gestione più organica e stabile nel tempo del castello e delle sue pertinenze, soprattutto alla luce del fatto che il principale problema da affrontare è quello strutturale, e che per questo la Regione Piemonte ha già da tempo proposto un ventaglio di possibili soluzioni, tra le quali una convenzione tra il castello ed il consorzio delle residenze reali sabaude e l'autonomia regionale per la valorizzazione dei beni culturali, come delega fondamentale per poter sviluppare le potenzialità del nostro patrimonio culturale nazionale, addivenire ad una rapida definizione della soluzione, nell'interesse della salvaguardia e della valorizzazione dello straordinario patrimonio storico, architettonico e ambientale che il castello rappresenta, di tutti i visitatori che amano la struttura e nello specifico di tutti i racconigesi.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO
Interrogazione sull'impegno italiano per la risoluzione della crisi libica
(3-01720) (24 giugno 2020)
Ferrara. - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale -
Premesso che:
a oltre un anno dall'offensiva lanciata dal generale Haftar verso la capitale libica e nonostante la conferenza di Berlino, la situazione in Libia rimane particolarmente preoccupante. I nuovi equilibri determinatisi sul territorio pongono nuovamente il rischio di una pericolosa escalation, che avrebbe nuovamente come vittima principale il popolo libico, che già versa in condizioni umanitarie preoccupanti. La situazione sul terreno continua ad essere resa ancora più complessa dalle ingerenze di attori esterni, che attraverso il costante afflusso di uomini e materiale in violazione dell'embargo ONU, continuano ad irrigidire le posture delle parti contrapposte;
l'Italia è sempre stata in prima linea nel sostegno internazionale alla ricerca di una soluzione politica alla crisi libica, ed è tra i Paesi più direttamente esposti agli effetti destabilizzanti della situazione nel Paese in termini di minaccia terroristica, sicurezza energetica e pressione migratoria;
l'impegno dell'Italia si è recentemente concretizzato in un intenso attivismo diplomatico nei confronti dei diversi attori libici, dei principali partner internazionali e regionali e in seno all'Unione europea, come testimoniato dai recenti contatti del Presidente del Consiglio dei ministri e del Ministro in indirizzo con il presidente libico Serraj e con il generale Haftar e da ultimo, dalla recente missione del ministro Di Maio in Turchia il 19 giugno 2020. L'impegno italiano si è ampiamente manifestato anche in seno all'Unione europea, dove l'Italia si è assicurata il comando dell'operazione "IRINI" finalizzata al monitoraggio del rispetto dell'embargo ONU sulle armi,
si chiede di sapere quali siano le azioni che l'Italia ha intrapreso o intende intraprendere nel prossimo futuro per sostenere gli sforzi dell'ONU per il raggiungimento di un cessate il fuoco, anche alla luce della recente riattivazione del dialogo in seno al comitato militare misto 5+5, e per rilanciare il negoziato per una soluzione politica stabile e duratura della crisi libica.
Interrogazione sulla necessità di una riforma tributaria
(3-01726) (24 giugno 2020)
Conzatti. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
l'effetto recessivo del lockdown sull'economia deve dare al legislatore e al Governo l'impulso per affrontare una delle riforme più annunciate: quella fiscale;
la riforma fiscale, per essere efficace, necessita sia di essere inserita tra le priorità del Governo e quindi nel piano nazionale delle riforme, sia di essere affrontata "nel suo complesso e non imposta per imposta" come affermato anche dal Governatore della Banca d'Italia Visco;
il momento drammatico che vive l'economia italiana non può fare a meno delle leve fiscali per puntare sulla rinascita. Il fisco, infatti, è parte della vita quotidiana di ciascuno: semplificarlo, renderlo più efficace e alleggerirlo significa migliorare la vita di milioni di famiglie e imprenditori e, di conseguenza, migliorare le entrate statali e minimizzare i comportamenti scorretti. L'alternativa ad una seria riforma fiscale è l'essere sommersi dalla crisi;
tutti i positivi interventi adottati, dal taglio del cuneo fiscale alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia dell'IVA, dalla sospensione di adempimenti e versamenti fiscali agli interventi sulla liquidità, hanno offerto sollievo a famiglie, preservando il lavoro e la sopravvivenza delle imprese così da rendere possibile la ripartenza economica, ma non hanno avviato processi di riforma;
oggi è necessario fare molto di più per rilanciare l'Italia: servono riforme strutturali. Una riforma fiscale complessiva è uno strumento efficace per fissare obiettivi strategici, plasmare comportamenti sociali e innescare mutamenti strutturali. Una riforma di tale portata deve occuparsi di lotta all'evasione fiscale, di incentivare i contribuenti onesti, di alleggerire la pressione fiscale in particolare sui redditi del ceto medio rivedendo le tax expenditure, di incentivare le imprese a investimenti sostenibili e innovativi, di rendere più competitivi i fattori produttivi a partire dal lavoro. E ancora deve semplificare le imposte indirette, riformare il catasto dei fabbricati, digitalizzare, specializzare il contenzioso tributario e incentivarne gli strumenti deflattivi e riequilibrare il rapporto tra fisco e contribuenti basandolo sulla reciproca fiducia. È un lavoro straordinario, ma è la grande occasione per ridisegnare il futuro dell'Italia;
l'orientamento al contribuente è peraltro già stato avviato e sta producendo risultati positivi, sia nel cambiamento dei comportamenti, sia in termini di recupero di imposte non versate. Nel 2018, la migliore compliance ha comportato maggiori entrate per 1,8 miliardi di euro, con una variazione in aumento del 38,5 per cento rispetto al risultato conseguito nel 2017;
l'obiettivo ultimo di un sistema fiscale equo è quello di far pagare tutti per pagare tutti meno,
si chiede di sapere:
quando verrà avviato il processo di riforma tributaria e quali saranno le priorità del Governo;
con riferimento al sommerso, quali specifici interventi il Ministro in indirizzo intenda intraprendere per il contrasto all'evasione tributaria e contributiva, stimata in 109.684 milioni di euro, di cui la sola evasione tributaria rappresenta 97.912 milioni di euro, al fine di una progressiva riduzione del tax gap e del miglioramento del sistema della riscossione;
con riferimento all'emerso, al fine di trasformare, in meglio, il rapporto tra il contribuente e il fisco, se ritenga di introdurre un regime premiale per i contribuenti che decidano spontaneamente di rendersi "fiscalmente trasparenti" generando un quadruplo effetto positivo: 1) introdurre un nuovo standard opzionale di dialogo tra fisco e contribuenti basato sulla "trasparenza digitale"; 2) la messa a disposizione per l'amministrazione finanziaria di larga parte della documentazione fiscalmente rilevante in via immediata e spontanea; 3) ottenere una spinta alla digitalizzazione e dematerializzazione delle attività amministrative delle imprese e dei consulenti sollevandoli da molti adempimenti; 4) implementare la capacità di analisi dei dati da parte dell'amministrazione finanziaria;
al fine di ridurre la pressione fiscale, se intenda procedere alla rivisitazione, più volte annunciata ma mai realizzata, delle 533 voci relative alle tax expenditure al fine di recuperare le risorse per aumentare il limite di reddito imponibile non soggetto ad imposte ("no tax area") per tutti i redditi da lavoro e al fine di ridurre le aliquote IRPEF per i redditi medio bassi;
quali strategie intenda mettere in campo per arginare la riduzione registrata negli ultimi anni di circa 560.000 partite IVA relative ai redditi di lavoro autonomo esercitati in forma individuale o associata e per riequilibrare il loro carico fiscale: infatti, come emerge dai dati statistici delle dichiarazioni fiscali presentate ai fini IRPEF nel 2019, nonostante tali contribuenti siano appena l'1,3 per cento del totale dei contribuenti, l'IRPEF netta complessivamente versata è pari al 5,6 per cento del totale. Inoltre, se ritenga di dare una risposta politica e quindi di incentivare chi crede nella crescita economica e non nella decrescita e chi decide di avviare un'attività economica in proprio, quale alternativa a un introvabile posto di lavoro ovvero al reddito di cittadinanza;
se non intenda ridurre i coefficienti di legge per la verifica della condizione di "società non operative": ogni anno, molte società vengono sottoposte ad un test di operatività, che verifica che nell'anno di valutazione l'ammontare dei ricavi effettivi non sia stato inferiore ai ricavi presunti, calcolati applicando agli asset patrimoniali dei coefficienti di legge che oggi, però, risultano essere fuori mercato e sarebbero, quindi, da modificare.
Interrogazione sugli "Stati generali dell'economia" e sulla pubblicazione di un piano di rilancio
(3-01722) (24 giugno 2020)
Ciriani, Fazzolari. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
il Parlamento, nei mesi scorsi, grazie anche alla fattiva collaborazione delle opposizioni, ha autorizzato lo scostamento di bilancio necessario per il varo dei provvedimenti recanti le misure economiche ritenute necessarie e urgenti per fronteggiare le drammatiche conseguenze, sul piano economico e sociale, derivanti dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 (si tratta, complessivamente, fino ad oggi, di circa 80 miliardi di euro);
in queste settimane il nostro Paese è impegnato, insieme agli altri Stati membri dell'Unione europea, in un'intensa e delicata fase di trattative e negoziati, a livello europeo, al fine di trovare un accordo sul complesso degli strumenti, di natura economico-finanziaria, da adottare per fronteggiare le drammatiche conseguenze, sul piano economico e sociale, derivanti dall'emergenza (meccanismo europeo di stabilità MES, strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza SURE, proposta della BEI di creare un fondo di garanzia paneuropeo, fondo per la ripresa economica recovery fund);
il Governo italiano, di fatto rinunciando a passare per un previo voto parlamentare che, in modo consapevole e responsabile, gli avrebbe fornito un atto di indirizzo chiaro e preciso, ha deciso in sostanza di presentarsi ai tavoli europei privo di un vero e proprio mandato, pieno e legittimante, che lo avrebbe di certo reso più forte e competitivo in quella sede;
inoltre, mancando di una visione complessiva e organica sulla strategia da adottare per la "ricostruzione" del Paese, il Governo, invece di attivarsi su un tavolo nazionale di confronto concreto cui presentare le proprie proposte da definire, implementare e attuare in tempi rapidi, ha preferito organizzare, nella splendida cornice di villa Pamphili, gli "stati generali dell'economia", per ricevere da tutti gli attori invitati, istituzionali e non, suggerimenti e proposte su come procedere per "progettare il rilancio";
ha così dimostrato, anche alle istituzioni europee (il primo giorno di incontri ha visto, infatti, la partecipazione del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del commissario europeo all'economia, Paolo Gentiloni, della Presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel), qualora ci fosse ancora bisogno di una conferma in tal senso, di non avere affatto idee chiare e risolute, di non disporre di alcun piano preciso e dettagliato, con un cronoprogramma quanto meno abbozzato, circa le finalità cui destinare le somme disponibili ovvero le priorità delle linee di intervento da attivare;
è evidente che tali incertezze e gli inaccettabili ritardi del Governo, che restituiscono l'immagine di un Paese privo di un progetto ambizioso per il suo futuro, determinano (e continueranno ad alimentare in futuro) un clima di sfiducia soprattutto da parte del mondo economico-produttivo, oltre a un grave danno per gli italiani proprio nella delicata fase dei negoziati in corso in sede europea, dove l'Italia si presenta piuttosto debole e confusa;
al di là dei toni trionfalistici e delle dichiarazioni in pompa magna utilizzati in questi giorni dai diversi rappresentanti del Governo, le uniche cose concrete che, alla fine di tale evento, restano sono le inutili passerelle di Ministri cui si è assistito, mentre il Parlamento era impegnato ad esaminare, anche se a rilento, quello che è stato definito il "decreto rilancio", la mancanza assoluta di contenuti e le risorse umane e finanziarie impegnate per la sua organizzazione, l'allestimento e la sicurezza;
nonostante le numerose task force di esperti e la "dieci giorni" di villa Pamphili, lo stesso Conte, nel corso della conferenza stampa conclusiva, a margine dei generici proclami lanciati, ha dovuto ammettere che serve ancora del tempo per fare sintesi e capire come in concreto "reinventare" e "far ripartire" l'Italia, che nulla è stato deciso ma che "fra un po' dovremo metterci intorno a un tavolo";
a conferma dell'inconsistenza di tale iniziativa, notizie di stampa riportano che da alcuni sondaggi emergerebbe addirittura che "due italiani su tre non hanno capito cosa fossero gli stati generali";
secondo le stime delle principali organizzazioni, anche internazionali, in uno scenario complessivo di forte recessione dell'economia mondiale, l'Italia è tra i Paesi che dovrebbero pagare il prezzo più alto, facendo registrare un andamento tendenziale particolarmente negativo; in questo quadro, il ritardo e soprattutto la lentezza, l'incertezza e la confusione con cui si sta intervenendo stanno drammaticamente pesando, anche dal punto di vista psicologico, sulle prospettive di ripresa;
a ciò si aggiunge che le misure prospettate ed introdotte fino ad oggi, del tutto insufficienti, non si sono comunque ancora tradotte in interventi concreti ed efficaci a sostegno del mondo economico, produttivo e sociale del nostro Paese, come dimostra il fatto che, per la maggior parte, si tratta di misure ancora prive dei necessari provvedimenti attuativi e di risorse che, nella sostanza, non sono state ancora immesse del tutto nel circuito produttivo-sociale reale,
si chiede di sapere se esista un documento ufficiale del piano di rilancio e, in ogni caso, quando esso sarà reso pubblico e messo a disposizione del Parlamento affinché tutte le forze politiche, economico-produttive e sociali del Paese possano averne contezza, valutarlo, confrontarsi e contribuire ad attuarlo.
Interrogazione sulla riforma degli strumenti di sostegno al reddito
(3-01721) (24 giugno 2020)
Laforgia, De Petris. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
a causa del lockdown, misura che si è resa necessaria per contrastare il dilagare del contagio da COVID-19, e della conseguente chiusura di molte parti del sistema economico e culturale di questo Paese, molti lavoratrici e lavoratori hanno subito una contrazione significativa del proprio reddito;
in questo quadro, non tutte le figure professionali sono state penalizzate allo stesso modo e la crisi, come è sempre accaduto nella storia dei sistemi economici, rischia di aumentare divari già esistenti;
la frammentarietà del mercato del lavoro italiano e l'esistenza di una molteplicità di tipologie contrattuali caratterizzate da intermittenza, precarietà e assenza di sistemi di protezione, oltre a bassi tassi di partecipazione che riguardano innanzitutto le donne e i più giovani, hanno reso il blocco delle attività ancora più drammatico e l'intervento sui sistemi di protezione e sugli ammortizzatori ancora più urgente;
nonostante le importanti iniziative governative e parlamentari volte a sostenere il reddito delle persone, a partire dai primi decreti per contrastare l'emergenza economica, le rivendicazioni, sindacali e non, che si registrano ormai quotidianamente, mostrano come le misure adottate rischiano di lasciare scoperte categorie e realtà economiche e culturali fondamentali per l'Italia;
vi è un mondo vasto che riguarda realtà differenti fra loro, a partire dai precari, disoccupati, esodati, persone costrette a lavorare in nero, titolari di partite IVA, autonomi, operatori di cooperative sociali, lavoratori stagionali, lavoratori dell'arte e dello spettacolo, solo per citarne alcune, che sono ancora poco tutelati dalle misure di sostegno;
la spirale tra lavoro povero e assenza o insufficienza dei sistemi di protezione rischia di avere un impatto negativo sull'economia oltre che sulla dignità delle persone;
l'analisi della fondazione studi "Consulenti del lavoro" segnala come per 3,7 milioni di persone sia venuta meno l'unica fonte di reddito familiare, e secondo cui "ad essere più colpite sono le coppie con figli (1.377 mila, 37%) e i genitori 'soli' (439 mila, 12%) con il rischio di non riuscire a fronteggiare le spese quotidiane. Un dato preoccupante se si considera che ben il 47,7% dei lavoratori dipendenti dei settori 'che hanno chiuso' guadagnava meno di 1.250 euro mensili e il 24,2% si trova addirittura sotto la soglia dei mille euro";
ad essere coinvolta, oltre ai ceti più deboli a rischio (o già in) povertà, è anche la vasta platea di lavoratori a reddito medio-basso, per la quale l'assenza di reddito anche per un solo mese può determinare una situazione di grave disagio;
in difficoltà poi sono "i giovani che hanno stipendi più bassi (oltre il 60% della popolazione tra i 25 e i 29 anni abitualmente non supera i 1.250 euro) e inferiore disponibilità di risparmio";
se si osserva la sottopopolazione degli occupati costretti a casa dall'emergenza sanitaria, si nota che "2,5 milioni di donne (in particolare le addette nelle attività di vendita e le occupate part-time) sono per 2/3 (65,8%) al di sotto di uno stipendio di 1.250 euro al mese contro il 36% dei maschi. Da un punto di vista territoriale è al Sud che si ha la maggiore concentrazione di disagio con una incidenza, tra i lavoratori dipendenti temporaneamente senza lavoro, dei monoreddito, pari al 49,6% (contro il 35,2% dei residenti del Centro e il 34,3% del Nord Italia)";
la situazione appare più critica tra gli autonomi: "non solo la quota di quanti non lavorano per effetto delle chiusure da Covid-19 è più alta (55% contro il 38,2% dei dipendenti), ma tra questi ultimi è più elevata anche la percentuale di chi vive in famiglie monoreddito (sono il 42% contro il 38% dei dipendenti), e dove pertanto nei mesi in questione viene a mancare l'unica fonte di reddito familiare";
la Banca d'Italia osserva che "l'esclusione degli iscritti alle casse professionali potrebbe comportare disparità di trattamento in quei casi in cui le casse stesse non dispongano di ammortizzatori sociali adeguati" e che "non è chiaro se possano richiedere il sostegno anche lavoratori autonomi di fatto inattivi anche prima dell'emergenza sanitaria". L'istituto guidato da Ignazio Visco, pur ritenendo i 25 miliardi di euro stanziati dal Governo adeguati in questa prima fase, chiede di potenziare la Naspi, cioè l'indennità di disoccupazione. "Considerato anche il temporaneo (per due mesi) blocco dei licenziamenti disposto dal decreto, i lavoratori a termine avranno ridotte possibilità di rimanere occupati alla scadenza del contratto e dovranno ricorrere alla Naspi, che tuttavia garantisce trattamenti di durata ridotta a disoccupati con carriere discontinue";
a parere degli interroganti è importante prevenire che un numero così alto di persone sia impattato dal lockdown, attraverso misure di sostegno come quelle già messe in campo dal Governo, come il sostegno al reddito dei lavoratori indipendenti e la cassa integrazione per i dipendenti, che però potrebbero non essere sufficienti;
l'"Alleanza contro la povertà", una coalizione di 35 associazioni, enti e soggetti sociali attiva sin dal 2013, ha dichiarato che "sarà necessario che il Reddito di cittadinanza sia rafforzato per raggiungere tutte le persone in condizioni di povertà con interventi mirati";
come si legge nel paper "Safeguarding Europe's livelihoods: mitigating the employment impact of COVID-19", "nel mirino delle misure di licenziamento, congedi non pagati, taglio delle ore lavorate e degli stipendi finiranno soprattutto i lavoratori impiegati nei settori vendite e customer service, retail, ristorazione e turistico-alberghiero, costruzioni, servizi alla comunità, arte e intrattenimento. Tra questi, a essere più colpiti saranno le persone che non hanno fatto studi universitari: senza laurea o dottorato, sono il doppio a rischiare di più rispetto a quelli che hanno completato il loro percorso accademico. Condividono simile sorte ragazzi e ragazze tra i 15 e i 24 anni, che hanno più probabilità di essere cacciati dal capo rispetto ai membri di altri gruppi di età (dai 25 anni in su)",
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda attivarsi, per quanto di competenza, per ripensare una forma di reddito universale, che assorba molte delle forme di sostegno esistenti e che vada oltre il "reddito di emergenza", per garantire un'esistenza dignitosa a tutti coloro che vivono condizioni di precarietà e che sono privi di forme di protezione.
Interrogazione sulle prospettive di una riforma fiscale e sulle sue caratteristiche
(3-01723) (24 giugno 2020)
D'Alfonso, Marcucci, Manca, Stefano, Ferrari. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
la diffusione del COVID-19 nel mondo ha causato una gravissima emergenza sanitaria e innescato una crisi economica che non ha precedenti nella storia moderna. In Italia, così come in altri Paesi, per contenere la pandemia è stato necessario limitare le libertà personali di movimento e di interazione sociale, sospendere le attività scolastiche, e chiudere temporaneamente molte attività produttive e commerciali con conseguenti gravi ripercussioni sulla crescita economica;
le previsioni macroeconomiche pubblicate il 5 giugno 2020 nell'ambito dell'esercizio coordinato condotto dall'eurosistema prefigurano un calo del PIL italiano del 9,2 per cento nel 2020. Tuttavia, qualora dovesse emergere la necessità di contrastare una seconda ondata del COVID-19 e nuovi focolai, la caduta del PIL potrebbe arrivare al 13,1 per cento;
la situazione di grave emergenza economica e sociale è stata da subito affrontata con una serie di provvedimenti, di cui l'ultimo, il decreto rilancio, porta in dotazione risorse per circa 55 miliardi di euro in termini di indebitamento netto che vanno ad aggiungersi ai 25 miliardi di euro del decreto "cura Italia";
accanto a questi interventi predisposti per rafforzare da subito l'economia, il Governo sta ponendo le basi per un disegno organico di riforme per il medio-lungo periodo, che per molti aspetti è già stato tracciato nei mesi precedenti all'emergenza da COVID-19 e che potranno beneficiare delle risorse del recovery fund che verranno messe a disposizione dall'Unione europea, a partire da quelle sotto forma di sovvenzioni;
per massimizzare i risultati, le risorse a disposizione dovranno essere indirizzate dove è possibile ottenere i rendimenti sociali più elevati: nel ritardo accumulato nelle infrastrutture tradizionali, da rinnovare e rendere funzionali, in particolare nelle aree del Mezzogiorno; nell'ambito del green deal; nella riforma della pubblica amministrazione, che dovrà essere realmente a servizio dei cittadini e delle imprese, migliorando la qualità e i tempi dei servizi offerti; nello sviluppo delle infrastrutture e dei settori ad alto contenuto innovativo; nel miglioramento della qualità del capitale umano, affrontando i problemi di fondo della scuola e dell'università; nella qualità della ricerca; nella salvaguardia del patrimonio culturale e storico-artistico e nel turismo, la cui caduta ha evidenziato la forte incidenza del settore sull'economia del nostro Paese;
le risorse pubbliche per finanziare questi interventi e favorire un impiego produttivo di quelle private possono venire da una ricomposizione del bilancio pubblico, da una riduzione del premio per il rischio sui titoli di Stato, da un uso pragmatico e accorto dei fondi europei e, non ultimo, da una forte azione di contrasto all'evasione fiscale e all'economia sommersa;
l'evasione fiscale, secondo le ultime stime, ammonta a circa 110 miliardi di euro, di cui 37,1 miliardi da evasione dell'IVA, mentre l'economia sommersa e le attività illegali si attesta a circa 211 miliardi di euro, in gran parte determinati da dichiarazioni di importo inferiore al dovuto (97 miliardi di euro) e all'utilizzo del lavoro irregolare (79 miliardi di euro);
proprio su tale ultimo aspetto il nostro Paese si differenzia dalle altre economie avanzate. L'incidenza dell'economia sommersa, dell'illegalità e dell'evasione fiscale si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole. Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese e generano rendite a scapito dell'efficienza del sistema produttivo;
a tal fine, appare opportuno accelerare sia sul fronte del contrasto all'evasione fiscale e all'economia sommersa sia su quello della riforma fiscale, attesa ormai da diversi anni, fondata su un profondo ripensamento della struttura della tassazione, che tenga conto del rinnovamento del sistema di protezione sociale e che abbia l'obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare, compatibilmente con la situazione in atto e le risorse a disposizione, per realizzare un'incisiva e complessiva riforma fiscale, e se intenda incentrare tale riforma su un profondo ripensamento della struttura della tassazione a carico dei contribuenti e sulla ricomposizione del carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi;
se intenda introdurre nella riforma fiscale misure orientate alla semplificazione degli adempimenti fiscali e tributari a carico di contribuenti ed imprese, all'accorpamento dei prelievi attualmente esistenti, al rafforzamento degli strumenti di dialogo fra fisco e contribuente e al potenziamento dei servizi delle agenzie fiscali al fine di fornire una consulenza mirata per tipo di contribuente in modo da risolvere dubbi interpretativi e incertezze applicative, deflazionando per tale via il contenzioso tributario;
se intenda introdurre, nell'ambito della riforma fiscale, misure premiali in favore dei contribuenti che adempiono correttamente alle proprie obbligazioni fiscali e che utilizzano strumenti di pagamento tracciabili;
se intenda, altresì, provvedere al riordino delle norme tributarie che risultano attualmente sparse in circa 800 leggi e regolamenti fino a farle confluire in un codice dei tributi;
se, nell'ambito della lotta all'evasione fiscale, intenda rafforzare gli strumenti di incrocio delle banche dati, anche delle amministrazioni locali, in particolare per contrastare l'evasione dell'IVA, implementare l'utilizzo dell'innovazione tecnologica e gli scambi automatici di informazioni fra amministrazioni e a livello internazionale;
come intenda affrontare la problematica legata ai rimborsi fiscali maturati dai contribuenti e quella relativa al magazzino dei carichi fiscali pendenti e se intenda concentrare le azioni di recupero sui crediti effettivamente esigibili;
quali misure intenda adottare per contrastare in modo ancora più incisivo l'economia sommersa e le attività illegali, che per la dimensione raggiunta produce effetti fortemente distorsivi che si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese e sull'efficienza del nostro sistema produttivo.
Interrogazione sul finanziamento delle infrastrutture tramite fondi europei
(3-01724) (24 giugno 2020)
Bernini, Malan, Giammanco, Pichetto Fratin, Fantetti, Ferro, Damiani, Saccone, Siclari, Schifani, Papatheu, Galliani, Rizzotti, Mangialavori, Caliendo, Berardi, Gasparri, Pagano, Caligiuri, Paroli, Gallone, Rossi, Moles, Barboni, Floris, Carbone, Perosino. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
il ponte sullo stretto di Messina è un'opera strategica, che garantirebbe non solo la continuità territoriale tra la Sicilia e il resto d'Italia, ma anche quella tra il nostro Paese e il resto d'Europa, comportando grandi vantaggi in termini di sviluppo economico e sociale;
il Mezzogiorno soffre di una grave carenza infrastrutturale, tra i principali motivi del costante perdurare del divario che lo divide dal resto del Paese;
l'Unione europea ha più volte sollecitato l'Italia a colmare tale divario, fino a giungere il 7 ottobre 2019 per voce del direttore generale per la politica regionale della Commissione UE alla pronuncia di un severo monito a causa dei mancati investimenti al Sud;
in un momento di grave depressione dell'economia, la realizzazione di opere infrastrutturali di tale portata consentirebbe non solo di creare nuovi posti di lavoro e di riattivare il tessuto economico, ma anche di attrarre investimenti per la crescita, trasformando la crisi attuale in una concreta opportunità di sviluppo;
la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina è stata all'attenzione di vari governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi 30 anni;
in particolare, l'ultimo Governo Berlusconi aveva presentato un progetto concreto corredato da analisi di fattibilità e da analisi del rapporto tra costi e benefici prevedendo un costo complessivo di 8,5 miliardi di euro per la realizzazione dell'importante opera strategica;
il Governo Monti nel 2012 decise di abbandonare il piano disponendo uno stanziamento di circa 300 milioni di euro da destinare al pagamento di penali conseguenti alla scelta di abbandonare il progetto e, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 aprile 2013, di liquidare SDM (Società stretto di Messina), costituita per l'allestimento dello stesso e partecipata per l'82 per cento da ANAS e il 13 per cento da Rete ferroviaria italiana (entrambe controllate da Ferrovie dello Stato e quindi dal Ministero dell'economia e delle finanze);
la Corte dei conti nel 2017, con la relazione allegata alla deliberazione 20 ottobre 2017, n. 14/2017/G, ha statuito che, dalla sola messa in liquidazione nel 2013 della società incaricata della realizzazione del ponte, la spesa è stata superiore a 1,5 milioni di euro all'anno;
nelle scorse settimane è stato presentato un esposto alle procure della Corte dei conti delle regioni Lazio, Sicilia e Calabria per promuovere ogni opportuna iniziativa volta ad accertare e perseguire i danni erariali derivanti dalla mancata realizzazione del ponte sullo stretto di Messina;
lo scopo dell'esposto è quello di sollecitare e coadiuvare le procure contabili in merito all'attività di accertamento dei danni erariali provocati dal dispendio (passato, presente e futuro) di ingenti risorse pubbliche per far fronte alla realizzazione di un'opera mai nata: il ponte sullo stretto di Messina;
si potrebbe evitare che le risorse finanziarie fino ad oggi spese per i progetti e la realizzazione dell'opera risultino vane e perdute, promuovendo un nuovo piano infrastrutturale che, sulla scia del completamento del piano per il Sud da 100 miliardi di euro presentato dal Governo, ricomprenda, in un'ottica di ammodernamento del Paese, la realizzazione del corridoio Berlino-Palermo;
in seno all'attuale maggioranza di Governo sono giunte da più parti proposte per la realizzazione dell'opera;
con l'adesione dell'Italia al recovery fund e la conseguente necessità di predisporre un piano di riforme per l'ammodernamento del Paese, si potrebbe immaginare un capitolo di spesa specificatamente destinato alla realizzazione di questa importante opera infrastrutturale;
nell'ambito del meccanismo per collegare l'Europa Connecting Europe facility (CEF), che sostituisce i programmi TEN-T, TEN-E e Marco Polo II in essere nel precedente periodo di programmazione europea (2007-2013) e che supporta lo sviluppo di reti transeuropee ad alte prestazioni, mirando a completare il mercato unico europeo delle reti di trasporto, di energia e digitali (a cui l'Italia ha già aderito durante il quadro finanziario pluriennale 2014-2020), si potrebbe realizzare un vero e proprio ammodernamento della rete infrastrutturale, a tutto vantaggio del Meridione;
l'allocazione finanziaria destinata al CEF è stata, nel periodo 2014-2020, pari a oltre 33 miliardi di euro e l'intenzione della Commissione europea sarebbe quella di rinnovare lo strumento al fine di velocizzare il processo di integrazione infrastrutturale europea;
il combinato disposto dei due fondi potrebbe consentire al nostro Paese, nel giro di pochi anni, di colmare il gap infrastrutturale con il resto dell'Europa,
si chiede di sapere:
se le risorse del recovery fund possano essere utilizzate per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali come il ponte sullo stretto di Messina;
se il Ministro in indirizzo non ritenga, anche in qualità di vice presidente del CIPE, di verificare la possibilità di utilizzare le risorse già stanziate per il rafforzamento delle opere collaterali propedeutiche alla realizzazione del ponte;
se non ritenga in sede ECOFIN di proporre, nell'ambito del dibattito ancora in corso sulle risorse da destinare al nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027, un ampliamento dei fondi destinati al Connecting Europe facility al fine di completare un'integrazione europea delle reti di trasporto;
se non ritenga di inserire nel piano delle riforme propedeutico all'assegnazione delle risorse del recovery fund anche un capitolo dedicato alla realizzazione di opere infrastrutturali necessarie allo sviluppo del Mezzogiorno e delle isole, con particolare riferimento al ponte sullo stretto.
Interrogazione sul finanziamento della spesa pubblica tramite ricorso al mercato
(3-01725) (24 giugno 2020)
Salvini, Bagnai, Romeo, Calderoli, Centinaio, Candiani, Stefani, Siri, Tosato, Faggi, Montani, Saponara, Alessandrini, Arrigoni, Augussori, Barbaro, Bergesio, Borghesi, Borgonzoni, Simone Bossi, Briziarelli, Bruzzone, Campari, Candura, Cantù, Casolati, Corti, De Vecchis, Ferrero, Fregolent, Fusco, Grassi, Iwobi, Lucidi, Lunesu, Marin, Marti, Nisini, Ostellari, Pazzaglini, Emanuele Pellegrini, Pepe, Pergreffi, Pianasso, Pillon, Pirovano, Pietro Pisani, Pittoni, Pizzol, Pucciarelli, Ripamonti, Riccardi, Rivolta, Rufa, Saviane, Sbrana, Testor, Urraro, Vallardi, Vescovi, Zuliani. - Al Ministro dell'economia e delle finanze -
Premesso che:
il 5 marzo il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alle Camere, ex art. 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, una relazione sullo scostamento dall'obiettivo programmatico strutturale in cui veniva previsto uno scostamento di 6,35 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 7,5 miliardi di euro di saldo netto da finanziare;
il 9 marzo ha emanato un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante "Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio", con cui le misure di contenimento del contagio venivano estese all'intero territorio nazionale;
l'11 marzo il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze hanno presentato un'integrazione alla relazione che portava gli scostamenti rispettivamente a 20 miliardi (indebitamento netto) e 25 miliardi di euro (saldo netto da finanziare);
in pari data il Governo invitava al ritiro la proposta di risoluzione (6-00103) Romeo alla relazione che chiedeva di "considerare nell'aggiornamento del piano di rientro verso l'OMT qualsiasi cifra dovesse rivelarsi necessaria alla realizzazione di tutti gli interventi in ambito sanitario ed economico-finanziario utili a fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid-19";
il 18 marzo la BCE ha annunciato il piano di acquisti per l'emergenza pandemica (PEPP), il 19 marzo la Commissione europea ha adottato il cosiddetto temporary framework sugli aiuti di Stato, e il giorno successivo la general escape clause sospendendo il patto di stabilità e di crescita;
l'8 aprile (20 giorni dopo l'adozione del temporary framework) il Governo ha emanato il decreto-legge n. 23 recante "Misure urgenti in materia di accesso al credito" (cosiddetto decreto "liquidità") che sfruttava le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo; il Governo francese aveva predisposto analoghe misure in materia di credito garantito con la legge n. 289/2020 del 23 marzo (promulgata 4 giorni dopo l'adozione del temporary framework);
il 16 aprile (circa un mese dopo l'annuncio del PEPP) il Ministro in indirizzo ha annunciato un'emissione di buoni poliennali del tesoro BTP Italia;
il 29 aprile (40 giorni dopo l'adozione della general escape clause) il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alle Camere una relazione richiedente un ulteriore ricorso all'indebitamento in misura pari a 55 miliardi di euro, sfruttando le opportunità offerte dal nuovo quadro normativo;
l'utilizzo di queste ulteriori risorse è stato disposto solo il 19 maggio con il decreto-legge n. 34 recante "Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19" (cosiddetto decreto "rilancio");
le dimensioni di questo provvedimento, a giudizio degli interroganti abnormi, erano legate alla necessità di correggere i decreti cura Italia e liquidità, rivelatisi inefficaci a causa delle esigue risorse poste a copertura dei provvedimenti, necessità cui venivano dedicati ben 80 articoli dei 265 articoli del provvedimento;
considerato che, a giudizio degli interroganti:
i ritardi nell'approfittare delle innovazioni normative adottate dalla Commissione europea segnalano una scarsa capacità di interlocuzione del Governo con le istituzioni dell'Unione;
in particolare, secondo lo Statistical data warehouse della BCE nel trimestre marzo-maggio 2020 le emissioni nette di titoli di Stato sono state pari a 57,9 miliardi di euro, a fronte di 62,9 di acquisti sul mercato secondario da parte della BCE (di cui 37,3 nell'ambito del PEPP), per cui il Governo non ha nemmeno sfruttato interamente il margine fornito dal "bazooka",
si chiede di sapere per quali motivi il Governo non abbia fatto un ricorso incisivo e tempestivo al mercato approfittando delle opportunità e quali misure intenda assumere, in particolare in termini di ulteriori scostamenti, per far fronte all'ulteriore deterioramento della situazione economica causato dai suoi ritardi .