Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 118 del 05/06/2019

RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,37).

Si dia lettura del processo verbale.

DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta.

La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito che nella seduta odierna, senza orario di chiusura, avrà luogo la votazione degli emendamenti presentati al decreto-legge sblocca cantieri.

Alle ore 20 saranno discusse le mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici.

La votazione di eventuali emendamenti residui al decreto-legge proseguirà, sempre nella seduta odierna, dopo la discussione delle mozioni.

Le dichiarazioni di voto e il voto finale del decreto avranno luogo nella seduta di domani, con inizio alle ore 10.

L'ordine del giorno della seduta di domani prevede inoltre la discussione delle mozioni su Radio Radicale.

Il question time già previsto per questa settimana non avrà luogo.

Resta confermato che la prossima settimana sarà dedicata prevalentemente ai lavori delle Commissioni. È stata peraltro prevista una seduta dell'Assemblea mercoledì 12 giugno, dalle ore 9,30 alle ore 20, per la discussione dei seguenti provvedimenti già previsti nel calendario di questa settimana: disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica concernente la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni; disegno di legge sul contrasto alla circonvenzione degli anziani; ratifica con il Kenya sul Centro spaziale Luigi Broglio; risoluzione della Commissione agricoltura sull'invasione della cimice marmorata asiatica. (Brusio).

Colleghi, vi chiederei però un po' di silenzio, perché da qui si fa fatica con questo brusio.

Il seguito della discussione di tali argomenti, ove non conclusi, avrà luogo nella settimana dal 18 al 20 giugno, dopo l'esame del decreto-legge sul servizio sanitario della Regione Calabria e le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno.

Restano confermati gli altri provvedimenti in calendario.

Calendario dei lavori dell'Assemblea, variazioni

Mercoledì

5

giugno

h. 9,30

- Seguito disegno di legge n. 1248 - Decreto-legge n. 32, Sblocca cantieri (scade il 17 giugno)

- Mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici (mercoledì 5, ore 20)

- Mozioni su Radio Radicale

Giovedì

6

"

h. 10

Mercoledì

12

giugno

h. 9,30-20

- Disegno di legge n. 920-B - Concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni (approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (collegato alla manovra di finanza pubblica) (voto finale con la presenza del numero legale)

- Disegni di legge nn. 980 e 885 - Contrasto alla circonvenzione degli anziani

- Disegno di legge n. 1088 - Ratifica con il Kenya sul Centro spaziale Luigi Broglio

- Doc. XXIV, n. 5 - Risoluzione della 9ª Commissione sull'invasione della cimice marmorata asiatica

La settimana dal 10 al 14 giugno sarà dedicata prevalentemente ai lavori delle Commissioni.

Martedì

18

giugno

h. 16,30-20

- Disegno di legge n. 1315 - Decreto-legge n. 35, Misure urgenti per il servizio sanitario della Regione Calabria (approvato dalla Camera dei deputati) (ove concluso dalla Commissione) (scade il 1° luglio)

- Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno 2019 (mercoledì 19, ore 9,30)

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

- Disegno di legge n. 310 e connessi - Salario minimo orario (ove conclusi dalla Commissione)

- Disegno di legge n. 897 e connessi - Videosorveglianza (approvato dalla Camera dei deputati) (ove concluso dalla Commissione)

- Disegno di legge n. 1144 e connessi - Distacco comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e aggregazione alla regione Emilia-Romagna (approvato dalla Camera dei deputati) (ove concluso dalla Commissione)

- Sindacato ispettivo

- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 20, ore 15)

Mercoledì

19

"

h. 9,30-20

Giovedì

20

"

h. 9,30-20

Il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 1315 (Decreto-legge n. 35, Misure urgenti per il servizio sanitario della Regione Calabria) sarà stabilito in relazione ai lavori della Commissione.

I termini per la presentazione degli emendamenti ai disegni di legge n. 310 e connessi (Salario minimo orario), n. 897 e connessi (Videosorveglianza) e n. 1144 e connessi (Distacco comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e aggregazione alla regione Emilia-Romagna) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.

Martedì

25

giugno

h. 16,30-20

- Eventuale seguito argomenti non conclusi

- Disegno di legge n. ... - Decreto-legge n. 34, Crescita economica (ove trasmesso dalla Camera dei deputati) (scade il 29 giugno)

- Votazione per l'elezione di due componenti del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali (votazione a scrutinio segreto mediante schede) (mercoledì 26, ore 9,30)

- Disegno di legge n. 944 - Legge di delegazione europea 2018 (approvato dalla Camera dei deputati) (ove concluso dalla Commissione) (voto finale con la presenza del numero legale)

- Doc. LXXXVI, n. 2 - Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2019 (ove concluso dalla Commissione)

- Doc. LXXXVII, n. 2 - Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2018 (ove concluso dalla Commissione)

- Ratifiche di accordi internazionali definite dalla Commissione affari esteri

- Disegno di legge costituzionale n. 214-515-805-B - Riduzione del numero dei parlamentari (approvato in prima deliberazione dal Senato; approvato senza modificazioni in prima deliberazione dalla Camera dei deputati) (seconda deliberazione del Senato) (voto finale con la maggioranza assoluta dei componenti del Senato)

- Disegno di legge costituzionale n. 1089 - Disposizioni in materia di iniziativa legislativa popolare e di referendum (approvato dalla Camera dei deputati) (ove concluso dalla Commissione)

- Disegno di legge n. 1200 e connessi - Tutela vittime violenza di genere (dalla sede redigente) (approvato dalla Camera dei deputati) (ove concluso dalla Commissione)

- Sindacato ispettivo

- Interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (giovedì 27, ore 15)

Mercoledì

26

"

h. 9,30-20

Giovedì

27

"

h. 9,30-20

Il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. ... (Decreto-legge n. 34, Crescita economica) sarà stabilito in relazione ai tempi di trasmissione dalla Camera dei deputati.

I termini per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 944 (Legge di delegazione europea 2018) e al disegno di legge costituzionale n. 1089 (Disposizioni in materia di iniziativa legislativa popolare e di referendum) saranno stabiliti in relazione ai lavori delle Commissioni.

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1248
(Decreto-legge n. 32, Sblocca cantieri)

(10 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori

1 h.

Governo

1 h.

Votazioni

1 h.

Gruppi 7 ore, di cui:

M5S

1 h.

40'

FI-BP

1 h.

10'

L-SP-PSd'Az

1 h.

8'

PD

1 h.

4'

FdI

42'

Misto

39'

Aut (SVP-PATT, UV)

35'

Dissenzienti

5'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 920-B
(Concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni)

(5 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori

1 h.

Governo

30'

Votazioni

30'

Gruppi 3 ore, di cui:

M5S

43'

FI-BP

30'

L-SP-PSd'Az

29'

PD

28'

FdI

18'

Misto

17'

Aut (SVP-PATT, UV)

15'

Dissenzienti

5'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 1315
(Decreto-legge n. 35, Misure urgenti per il servizio sanitario
della Regione Calabria)

(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori

1 h.

Governo

30'

Votazioni

30'

Gruppi 5 ore, di cui:

M5S

1 h.

12'

FI-BP

50'

L-SP-PSd'Az

49'

PD

46'

FdI

30'

Misto

28'

Aut (SVP-PATT, UV)

25'

Dissenzienti

5'

Ripartizione dei tempi per la discussione sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo
del 20 e 21 giugno 2019

(2 ore e 30 minuti, incluse dichiarazioni di voto)

Governo

30'

Gruppi 2 ore, di cui:

M5S

29'

FI-BP

20'

L-SP-PSd'Az

20'

PD

18'

FdI

12'

Misto

11'

Aut (SVP-PATT, UV)

10'

Dissenzienti

5'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. ...
(Decreto-legge n. 34, Crescita economica)

(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori

1 h.

Governo

30'

Votazioni

30'

Gruppi 5 ore, di cui:

M5S

1 h.

12'

FI-BP

50'

L-SP-PSd'Az

49'

PD

46'

FdI

30'

Misto

28'

Aut (SVP-PATT, UV)

25'

Dissenzienti

5'

Ripartizione dei tempi per la discussione del disegno di legge n. 944
(Legge di delegazione europea 2018)
e dei connessi Doc. LXXXVI, n. 2 e Doc. LXXXVII, n. 2
(Relazioni programmatica e consuntiva
sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea)

(7 ore, escluse dichiarazioni di voto)

Relatori

1 h.

Governo

30'

Votazioni

30'

Gruppi 5 ore, di cui:

M5S

1 h.

12'

FI-BP

50'

L-SP-PSd'Az

49'

PD

46'

FdI

30'

Misto

28'

Aut (SVP-PATT, UV)

25'

Dissenzienti

5'

Seguito della discussione del disegno di legge:

(1248) Conversione in legge del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici (Relazione orale)(ore 9,41)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1248.

Ricordo che nella seduta del 29 maggio i relatori hanno svolto la relazione orale, è stata respinta una questione pregiudiziale e hanno avuto luogo la discussione generale e le repliche dei relatori e del rappresentante del Governo.

La 5a Commissione ha appena terminato i lavori. Chiedo al senatore Pesco di informarci sul loro esito e di dirci, poiché non è ancora arrivato il parere scritto, se possiamo iniziare a votare l'articolo 1.

PESCO (M5S). Signor Presidente, i lavori sono finiti circa dieci minuti fa e purtroppo serve del tempo per elaborare il parere.

Sono soddisfatto per il lavoro svolto e ringrazio i colleghi e i funzionari che ci hanno aiutato. Servirebbero almeno due ore per concludere. Sospendendo la seduta d'Assemblea fino alle ore 11,30 circa avremmo il tempo utile per riuscire a portare in Aula un lavoro ben fatto.

Inversione dell'ordine del giorno

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, la Conferenza dei Capigruppo aveva stabilito all'unanimità un calendario che prevedeva una sospensione alle ore 20 per la trattazione delle mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici.

Proporrei un'inversione di questo passaggio in modo da impiegare adesso quelle circa due ore e mezza che avremmo impegnato questa sera. In questo modo, appena finita la discussione sulle mozioni, saremmo pronti per iniziare a votare gli emendamenti al decreto-legge sblocca cantieri giacché la Commissione bilancio avrebbe intanto il tempo di collezionare testi.

Se non ci sono osservazioni, potremmo procedere in questo modo.

CIRIANI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CIRIANI (FdI). Signor Presidente, mi dispiace ma non posso accogliere la proposta del collega Patuanelli.

In sede di Conferenza dei Capigruppo abbiamo fatto una scelta, peraltro molto forzata, cui abbiamo aderito - come sempre - soltanto per il nostro senso di responsabilità nei confronti delle istituzioni.

Voglio, però, ricordare che l'emendamento risolutivo, almeno per la maggioranza, relativo alla modifica del codice degli appalti - quindi non è una barzelletta, ma una cosa molto complicata - a me è arrivato ieri sera alle ore 21. Noi abbiamo impegnato la notte e la mattina per decidere come votare perché dovevamo analizzare il testo. Pertanto, queste due ore che la Commissione chiede per sé per elaborare il parere definitivo noi le vorremmo utilizzare per verificare il testo che è stato consegnato, peraltro in grave ritardo.

La procedura, secondo noi, è molto inusuale: ci sono stati subemendamenti riscritti, gli emendamenti sono stati riformulati varie volte e con un artificio tecnico si è voluto impedire a noi di proporre subemendamenti al testo della maggioranza. C'è un limite anche alla pazienza e al far finta di non vedere che c'è un Regolamento che non viene rispettato. Adesso basta: due ore di tempo le vogliamo impiegare per leggere ciò che ci avete consegnato ieri sera alle ore 21.

Per quanto ci riguarda, le mozioni relative ai cambiamenti climatici si discuteranno un'altra volta e non per responsabilità nostra, ma della maggioranza che governa. (Applausi dal Gruppo FdI).

MARCUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCUCCI (PD). Signor Presidente, non è questo un intervento su come siamo arrivati in questa situazione, sui ritardi, gli scontri interni della maggioranza e le contraddizioni, in qualche caso anche umilianti, per il Parlamento. A questo punto, però, credo che la proposta del senatore Patuanelli sia ragionevole e rispetti le decisioni che sono state prese all'interno della Conferenza dei capigruppo. Il parere del Partito Democratico è pertanto favorevole alla proposta di partire dalle mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici.

Tra l'altro, oggi è una giornata particolarmente importante: abbiamo molto insistito affinché le mozioni su questo tema potessero essere discusse nella giornata mondiale dell'ambiente e, quindi, siamo ben lieti di cominciare da esse, visto che per noi sono così rilevanti. (Applausi dal Gruppo PD).

BERNINI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BERNINI (FI-BP). Signor Presidente, anche noi non faremo perdere tempo all'Assemblea, che ne ha perso purtroppo già tanto per colpa dei dissidi continui della maggioranza. Tra l'altro, l'aspetto più fastidioso, non solamente per i lavori del Parlamento, ma soprattutto per la mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, è che non si è tenuto conto del lavoro svolto in Commissione. Devo dire che anche l'emendamento è fortemente preclusivo di tutti gli emendamenti e subemendamenti che sono stati elaborati, a volte anche con il consenso di una buona parte, se non dell'unanimità, dei componenti della Commissione. Vogliamo infatti lasciare a verbale - non solo per noi, ma per tutti quelli che ci ascoltano, che mi auguro siano tanti - che abbiamo cercato di trarre il meglio dal provvedimento al nostro esame, seppur non ne condividiamo la versione definitiva, affinché il settore delle costruzioni e il settore immobiliare possano finalmente aprire i cantieri che dovrebbero far ripartire la crescita. Tuttavia, avendo già stigmatizzato gli aspetti più negativi, cioè la perdita di tempo e la mancanza di considerazione delle ragioni della minoranza, che comunque rappresenta una parte significativa del nostro Paese, non possiamo avallare un'ulteriore perdita di tempo e quindi accettiamo la proposta ragionevole del presidente Patuanelli di discutere prima le mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici e, successivamente, esaminare gli emendamenti relativi al provvedimento sblocca cantieri. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, devo dire che siamo un po' esterrefatti perché ormai ci stanno abituando ad un cambio continuo di scenario, con un livello di responsabilità elevatissimo. Lei, Presidente, mi è testimone che questa era la nostra proposta; avevamo infatti proposto di discutere questa mattina le mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici, anche perché prevedono dei tempi molto precisi, ma la maggioranza non ha accettato tale proposta. Adesso invece ci arriviamo.

Riteniamo importante discutere le mozioni nella giornata di oggi perché la giornata mondiale dell'ambiente non è soltanto una celebrazione rituale, ma presuppone che finalmente i decisori politici e, quindi, anche noi, diano indicazioni precise in Assemblea per combattere la crisi ambientale e i relativi cambiamenti climatici.

Pertanto anche noi accediamo alla proposta di iniziare a discutere le mozioni sul contrasto ai cambiamenti climatici.

STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, non voglio soffermarmi sul metodo con cui abbiamo affrontato il provvedimento in Commissione bilancio. Ricordo che ieri sera abbiamo ricevuto un emendamento, che io vorrei chiamare un super emendamento, all'articolo 1, che sarebbe necessario studiare molto bene perché è molto complicato.

Nonostante ciò, ritengo ragionevole la proposta avanzata dal senatore Patuanelli: non abbiamo da perdere altro tempo e penso che la tematica di cui adesso vogliamo parlare sia estremamente importante; quindi, anche noi siamo d'accordo che si inizi adesso l'esame delle mozioni sui cambiamenti climatici.

CIRIANI (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CIRIANI (FdI). Signor Presidente, non posso non notare che evidentemente c'è stato un accordo precedente all'inizio della seduta di Assemblea tra le forze politiche, per il quale noi non siamo stati interpellati (Commenti). Dunque prendo atto che la Conferenza dei Capigruppo non serve assolutamente a nulla e che i diritti dei Gruppi più piccoli non vengono tenuti in considerazione, anche rispetto alla nostra procedura interna, sugli interventi e sulla possibilità di intervenire, che in questo momento ci vede penalizzati, perché il senatore del nostro Gruppo che sarebbe dovuto intervenire questa sera in questo momento non è in Aula.

Signor Presidente, faccio quindi appello a lei, perché quanto deciso in Conferenza dei Capigruppo venga mantenuto. Altrimenti le chiedo una sospensione, per presentare un testo 2 ad un emendamento di Fratelli d'Italia sul decreto-legge sblocca cantieri e le chiedo anche la possibilità di subemendare o di riscrivere subemendamenti. Voglio capire se mi nega questa possibilità o la consente a me, come l'ha consentito ai colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega. Voglio capire se c'è un solo Regolamento o se ce n'è uno che funziona per la Lega e la maggioranza e un altro che funziona per le opposizioni. Quindi, signor Presidente, la invito a darmi una risposta: vorrei presentare un testo 2 ad un emendamento presentato da Fratelli d'Italia. Mi consente il tempo di presentarlo e mi consente la possibilità di depositarlo? Perché questo è quello che è avvenuto per la maggioranza ieri e i giorni precedenti.

PRESIDENTE. Anzitutto vorrei dirle, senatore Ciriani, che non permetto a lei, come a nessuno, di dire che qui si fanno trattamenti dispari, a seconda che si tratti della maggioranza o dell'opposizione (Applausi dai Gruppi M5S, L-SP-PSd'Az e FI-BP).

Questo non glielo consento, avendo lavorato per tutta la settimana a verificare le ammissibilità e avendolo fatto con un bilancino, che significa legge uguale per tutti. (Applausi dai Gruppi M5S, L-SP-PSd'Az e FI-BP). Fatta questa doverosa premessa, lei dovrebbe conoscere meglio di me l'articolo 56 del Regolamento del Senato, che al comma 3... (Commenti del senatore Ciriani). Permetta: io l'ho lasciata parlare. Che, come dicevo, al comma 3 prevede esattamente la possibilità dell'inversione della trattazione degli argomenti all'ordine del giorno, seguendo determinate regole, che osserverò in maniera pedissequa.

Fatta questa premessa, la inviterei a ritirare le affermazioni che lei imprudentemente ha manifestato o a chiedere scusa per esse. (Applausi dai Gruppi M5S, L-SP-PSd'Az e FI-BP).

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, anche io ho difficoltà ad accettare che ci sia una lesione del principio di correttezza tra i Presidenti dei Gruppi, come è stato appena affermato dal presidente Ciriani. Non ho avuto alcuna interlocuzione e lo possono confermare la senatrice Bernini, il senatore Marcucci, la senatrice De Petris e altri Presidenti, se non con il presidente Romeo che, ovviamente, essendo parte della maggioranza, ho sentito tre minuti fa al telefono prima di avanzare quella proposta: ovviamente lo faccio con il collega di maggioranza. Non c'è stata alcun'altra interlocuzione con i Capigruppo, altrimenti lo faccio con tutti, come sempre e come sempre ho fatto in questo anno di legislatura. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Ho avanzato una proposta all'Assemblea ed è una proposta che mi sarebbe piaciuto portare avanti all'unanimità, perché non mi sembrava lesiva di alcun diritto. Dopodiché c'è l'articolo 56, comma 3, del Regolamento e quindi voteremo la proposta. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).

PRESIDENTE. "Ai sensi dell'articolo 56, comma 3, del Regolamento del Senato i sottoscrittori della presente chiedono l'inversione dell'ordine dei lavori, con la discussione delle mozioni sui cambiamenti climatici, prima della votazione relativa al disegno di legge n. 1248".

Qui c'è la sottoscrizione degli otto senatori, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 56, comma 3, del Regolamento del Senato.

Posto che dobbiamo raccogliere tutte le adesioni di coloro che intendono intervenire, sospendo la seduta per un quarto d'ora, per dare modo ai vari Gruppi di presentare l'elenco degli iscritti a parlare.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 9,56, è ripresa alle ore 10,19).

Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO

Discussione delle mozioni nn. 85 (testo 3), 97, 122 e 135 sul contrasto ai cambiamenti climatici (ore 10,20)

Approvazione della mozione n. 135 (testo 2). Reiezione delle mozioni nn. 85 (testo 3), 97 e 122

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni 1-00085 (testo 3), presentata dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, 1-00097, presentata dalla senatrice Gallone e da altri senatori, 1-00122, presentata dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 1-00135, presentata dalla senatrice L'Abbate e da altri senatori, sul contrasto ai cambiamenti climatici.

Dopo l'illustrazione delle mozioni, ciascun Gruppo avrà a disposizione venti minuti, comprensivi dei tempi della discussione e delle dichiarazioni di voto. Poiché ciascun Gruppo ha ovviamente ripartito i tempi a sua disposizione, per agevolare i lavori dell'Aula, sarà cura della Presidenza ricordare ai senatori che dovranno intervenire.

Ha facoltà di parlare il senatore Ferrazzi per illustrare la mozione n. 85 (testo 3).

FERRAZZI (PD). Signor Presidente, colleghe senatrici e colleghi senatori, oggi è la giornata mondiale per il clima, particolarmente dedicata all'inquinamento climatico, all'inquinamento atmosferico e alla crisi climatica.

Il nostro pianeta si trova di fronte a profondi mutamenti climatici e, in assenza di azioni concrete, tali fenomeni ci potrebbero portare entro pochi anni a un punto di non ritorno. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico ha ripetutamente illustrato la situazione e lanciato l'allarme sugli effetti irreversibili dei cambiamenti climatici, invitando gli Stati ad assumere decisioni urgenti. I mutamenti in corso riguardano anche il nostro Paese - come si è drammaticamente visto nelle devastazioni dell'autunno 2018, per molti versi senza precedenti - e rendono non più sufficienti le sole politiche di mitigazione, e perciò richiedono anche politiche di adattamento sia nei territori che nelle città.

Secondo il Gruppo intergovernativo vi è una stretta relazione tra l'attività umana e il cambiamento climatico. Con il ritmo attuale entro il 2030 la temperatura media globale rischia di aumentare di 1,5 gradi centigradi. Tale incremento produrrebbe lo scioglimento del permafrost, l'innalzamento dei mari, la scomparsa di vaste zone costiere, la propagazione di malattie infettive, l'insorgere di nuove patologie, nonché danni ecosistemici per foreste e zone umide, l'aumento della desertificazione e la riduzione dell'acqua potabile a disposizione.

La risposta deve essere immediata e non può transigere dalla necessità di ridurre progressivamente le emissioni di gas serra. Alla Conferenza sul clima di Parigi del dicembre 2015, 195 Paesi hanno adottato il primo Accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale. L'Accordo ha definito un piano d'azione globale per non superare l'aumento medio della temperatura di un grado centigrado e mezzo e ha fissato l'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura globale ben al di sotto dei due gradi centigradi. Pur importante negli intendimenti, l'Accordo non ha finora prodotto misure adeguate a livello globale per dare concreta attuazione agli impegni assunti e risultare dunque decisivi per intervenire e invertire la tendenza in atto. (Brusio. Richiami del Presidente).

Il 27 maggio scorso la Pontificia accademia delle scienze ha organizzato una conferenza internazionale dal titolo «Climate change and new evidence from science, engineering, and policy». In quell'occasione il Papa è intervenuto con una relazione su un piano comune per la sopravvivenza del pianeta. Negli interventi di tutti gli scienziati presenti, a proposito degli accordi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e quelli sul clima nella conferenza COP21 di Parigi, è emerso che in realtà ad oggi, anche quest'anno e nei due anni precedenti, gli investimenti sui combustibili fossili continuano a crescere. Nel frattempo, signor Presidente, l'Agenzia internazionale dell'energia ha recentemente dimostrato che gli investimenti in energia pulita sono diminuiti per il secondo anno consecutivo. Il risultato - per dirne una - è che la concentrazione del diossido di carbonio, tra le maggiori cause del riscaldamento globale, ha raggiunto le 415 parti per milione, il livello più elevato mai raggiunto nel nostro pianeta.

Un passaggio importante, dunque, per la lotta al cambiamento climatico globale sarà, in ambito UE, l'approvazione, nella versione definitiva, entro dicembre di quest'anno, del piano nazionale integrato per l'energia e il clima. In una risoluzione legislativa separata il Parlamento europeo ha disposto che nel 2030 la quota di energie rinnovabili deve essere pari al 35 per cento del consumo energetico dell'Unione europea.

Il documento - come prevede il regolamento 2018/1999/UE sulla governance dell'Unione dell'energia - sarà oggetto in questi mesi di una larga discussione a Bruxelles a fronte delle proposte di piano inviate dagli Stati membri. L'Italia in quell'occasione avrà la possibilità di aggiornare, perfezionare e migliorare target e obiettivi per renderli uniformi a quelli previsti dal piano approvato dal Parlamento europeo e dall'Accordo di Parigi.

Per quanto riguarda il nostro Paese, cogliere la centralità della crisi climatica significa innanzitutto accelerare la transizione energetica verso l'utilizzo di fonti rinnovabili e l'efficienza energetica con un graduale superamento dei combustibili fossili. Occorre con slancio proseguire il processo di decarbonizzazione che richiede interventi impegnativi, sostenuti con misure di carbon tax progressive da coniugare a meccanismi di compensazione e tutela sia della competitività (la border tax) che della sostenibilità sociale, e con una graduale riallocazione dei sussidi esistenti dannosi per l'ambiente e per i territori.

Al contempo, Presidente, appare necessario e urgente avviare un piano di adattamento al cambiamento climatico. Non è più sufficiente la mitigazione, ossia la riduzione delle emissioni, perché ormai il clima risulta strutturalmente modificato. Occorre quindi adottare una politica per i territori che rivisiti e renda più incisive le politiche di prevenzione e mitigazione dei rischi e dei danni prodotti - ad esempio - dalle frane e dalle alluvioni. Il dissesto idrogeologico deve essere affrontato con una gestione del territorio che tenga conto del nuovo contesto climatico, in modo tale che rischi e danni possano essere prevenuti e mitigati. In questo contesto, particolare attenzione deve essere riservata ai temi della rigenerazione urbana e a norme più incisive sul consumo del suolo, nonché a tutti gli interventi, in una logica infrastrutturale, di ripristino degli habitat e delle reti idrografiche.

Signor Presidente, è del tutto evidente che le città sono e saranno sempre più centrali in termini demografici e di sviluppo e, dunque, saranno, anche per questi motivi, i luoghi più energivori e inquinanti. Pertanto in esse e per esse sarà essenziale una particolare attenzione.

La gestione dell'acqua, in ragione delle sempre più frequenti precipitazioni alluvionali e delle perduranti fasi di siccità, deve poter contare su una legislazione puntuale che, riaffermando la natura pubblica del bene idrico, consenta economie di scala, assicuri qualità omogenea e garantisca sicurezza degli approvvigionamenti.

Ora non c'è tempo di dilungarsi, ma nel testo che ovviamente consegneremo è specificata una definizione sulla base delle tariffe.

Le carenze delle risorse idriche e la crisi dei raccolti sono solo alcuni degli effetti immediati che la crisi climatica in atto genera, soprattutto in alcune zone del mondo, dove innumerevoli persone sono ridotte in carestia e spinte verso fenomeni migratori di massa, i quali, nel lungo periodo, assumono dimensioni di una portata incontrollabile. L'Assemblea di Nairobi dello scorso mese ha parlato di migrazioni climatiche come evento traumatico del presente e del futuro.

La green economy, Presidente, non è una questione settoriale per sensibili al tema, ma un vero e proprio approccio integrato, capace tanto di visione di insieme, quanto di interventi mirati in tutto il processo produttivo e di consumo. L'economia circolare è un pilastro fondamentale della green economy. Bisogna fare di più, senza ulteriori rinvii e tentennamenti, e l'azione deve essere rapida, decisiva e congiunta. Vi è l'obbligo collettivo e morale nei confronti delle generazioni future di fare tutto ciò che è umanamente possibile per fermare i cambiamenti climatici e per rispondere ai loro drammatici effetti.

Signor Presidente, concludo. L'Italia in tale processo può assumere un ruolo guida nel mondo. Per tutti questi motivi, Presidente e senatori, chiediamo di dichiarare lo stato di emergenza ambientale e climatica del Paese e di operare, insieme al Parlamento, per giungere a un cambio di direzione in tutti i settori della nostra economia, tale da consentire, in tempi rapidi e certi, nel rispetto delle indicazioni scientifiche e degli accordi internazionali, la transizione energetica necessaria che spinga il nostro Paese verso la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e la progressiva decarbonizzazione dell'economia. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il senatore Berutti per illustrare la mozione n. 97.

BERUTTI (FI-BP). Signor Presidente, l'Accordo di Parigi, approvato il 12 dicembre 2015 nella XXI sessione della Conferenza delle parti della convenzione sul clima (COP21), è stato un importante passo avanti di un percorso ancora molto lungo e accidentato per contrastare il surriscaldamento globale.

Nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (convenzione sul clima, UNFCCC), l'Accordo ha compreso elementi per una riduzione progressiva delle emissioni globali di gas serra e si è basato, per la prima volta, su princìpi comuni validi per tutti i Paesi senza distinzione tra Paesi industrializzati e Paesi in via di sviluppo.

Uno degli obiettivi principali è stato quello di orientare i flussi finanziari privati e statali verso uno sviluppo a basse emissioni di gas serra e a migliorare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. Successivamente a quest'importante tappa, si sono svolti in ordine: la Conferenza di Marrakech nel 2016 (COP22), la Conferenza di Bonn nel 2017 (COP23) e per ultima, nel dicembre 2018, la Conferenza di Katowice (COP24), nella quale sono state stabilite delle regole per mettere in pratica entro il 2020 quanto deciso durante la COP21, la Conferenza sul clima di Parigi del 2015. In particolare, sono stati decisi i criteri con cui misurare le emissioni di anidride carbonica e valutare le misure per contrastare il cambiamento climatico delle singole nazioni. Alla Conferenza hanno partecipato i rappresentanti di 196 Paesi, compresi gli Stati Uniti, nonostante il presidente Donald Trump abbia ritirato gli Stati Uniti d'America dall'Accordo di Parigi.

Il principale contrasto emerso durante la Conferenza ha riguardato l'ultimo rapporto dell'Intergovernmental panel on climate change (IPCC) delle Nazioni Unite, che si occupa di analizzare scientificamente l'andamento del clima e di produrre modelli sulla sua evoluzione. Nel rapporto, l'IPCC ha confermato che un aumento medio della temperatura globale di almeno 1,5 gradi centigradi sui livelli preindustriali è ormai inevitabile - avverrà nei prossimi dodici anni - e che per tenersi entro i tre gradi centigradi di aumento complessivo sarà necessario tagliare le emissioni di anidride carbonica del 45 per cento entro il 2020. In mancanza di azioni radicali, la temperatura media aumenterà oltre i due gradi centigradi portando a eventi climatici più estremi e cambiando il clima di intere aree geografiche, con conseguenze per milioni di persone.

Sebbene due tra i maggiori Paesi al mondo (Stati Uniti e Russia) abbiano espresso notevoli perplessità sulle scelte da assumere in relazione al futuro del pianeta, sono state adottate delle decisioni tecniche sul modo in cui i diversi Paesi, a seconda del proprio livello di sviluppo, dovranno ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica.

I cambiamenti climatici, quale causa e moltiplicatore di rischi, rappresentano una sfida importante per l'umanità e tutti i Paesi e gli attori a livello mondiale devono fare del loro meglio per contrastarli mediante azioni individuali incisive.

In questo quadro, gli impegni assunti dall'Italia in occasione degli importanti appuntamenti internazionali sono sempre stati chiari e netti nella volontà di contribuire a un miglioramento delle condizioni climatiche ed ambientali. È recente, infatti, la notizia che la Commissione europea ha deferito il nostro Paese alla Corte di giustizia dell'Unione europea per la ripetuta violazione dei limiti annuali di biossido di azoto nell'aria delle città e per il mancato adeguamento alle norme UE dei sistemi di trattamento delle acque di scarico di oltre 700 agglomerati e 30 aree sensibili dal punto di vista ambientale.

In quest'ottica, bisogna avere ben presente che, senza modificare profondamente l'attuale sistema produttivo, non sarà possibile mitigare il riscaldamento globale. Va da sé che il sistema produttivo si modifica solo con interventi a monte, in primo luogo con una nuova politica energetica che favorisca l'utilizzo di tecnologie e fonti energetiche a basse emissioni di carbonio e definisca una vera e propria road map di decarbonizzazione che riguardi tutti i settori, attraverso investimenti pubblici, incentivi fiscali e semplificazione.

Risulta evidente che oggi le fonti fossili costituiscono un problema e tra alcuni decenni bisogna arrivare al loro superamento, rispetto alla semplice riduzione di oggi, per rispettare i livelli di emissioni che sono stati decisi a Parigi.

Queste sono scelte di programmazione del territorio volte a favorire uno sviluppo economico in chiave di sostenibilità, in alternativa a un modello basato sui combustibili fossili e su cui l'attuale Governo ha il dovere di dare segnali chiari e coerenti.

Un altro grande tema sul quale è importante porre attenzione è una nuova fiscalità ambientale quale imperativo delle prossime politiche economiche. Solo così l'Italia può collocarsi pienamente dentro il processo europeo disegnato con la nuova direttiva sull'economia circolare, spostando la tassazione dal lavoro all'inquinamento dei processi produttivi e dei prodotti dopo e durante il loro uso.

Un capitolo fondamentale riguarda, inoltre, la fiscalità ambientale in materia di beni e prodotti. In questo ambito la direzione è quella di una revisione dell'imposta sul valore aggiunto, con l'obiettivo di orientare il mercato verso modi di produzione e consumo sostenibili, prevedendo - ad esempio - un regime dell'imposta agevolato per i manufatti realizzati con una percentuale di materiale riciclato, spostando cioè la tassazione dal lavoro all'inquinamento.

L'8 gennaio 2019 è stata resa nota la proposta di Piano nazionale integrato per l'energia e il clima inviata a Bruxelles dal Ministero dello sviluppo economico in concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

Come previsto dal Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio dell'Unione europea, il documento sarà oggetto di discussione in sede europea nei prossimi mesi per arrivare a una versione definitiva entro la fine del 2019.

Il Piano contiene gli obiettivi per l'energia e il clima che gli Stati membri si impegnano a raggiungere entro il 2030. Il documento dovrebbe anche indicare gli strumenti (le politiche, le misure e le relative coperture economiche) attraverso i quali - credibilmente - si intende raggiungere tali obiettivi.

Cogliere questa possibilità non significa rallentare il processo infrastrutturale e tecnologico - come molti vorrebbero - quanto piuttosto un impegno dinamico finalizzato a concepire gli investimenti in grandi opere, come il treno ad alta velocità e l'ammodernamento della rete ferroviaria, più concorrenziali e più convenienti, sotto il profilo dell'impatto ambientale, del trasporto su gomma, soprattutto per quanto riguarda le merci.

L'obiettivo deve essere quello di realizzare un'energia sicura, economica, efficiente e sostenibile; un'economia in espansione e, allo stesso tempo, sempre più decarbonizzata; un approccio neutrale nei confronti di tutte le fonti energetiche, che parta da un'analisi dell'intero ciclo di vita e che premi le fonti effettivamente in grado di assicurare i maggiori vantaggi per l'ambiente, per la salute dei nostri cittadini e per l'economia del nostro Paese.

Per ogni chilogrammo di risorsa consumata il nostro Paese genera (a parità di potere d'acquisto) 4 euro di PIL, contro una media europea di 2,2 e valori tra 2,3 e 3,6 di tutte le altre grandi economie continentali, come stima l'Istituto di ricerche ambiente Italia. Il nostro è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urbani, industriali e così via, inclusi quelli minerari) e questo anche grazie a modalità innovative di gestione dei rifiuti e sistemi avanzati per il loro recupero.

Diverse sentenze giurisprudenziali, ultima delle quali la sentenza del Consiglio di Stato n. 1229/2018, hanno fornito un'interpretazione molto restrittiva in relazione alla possibilità per l'autorità competente (Regione o Provincia da questa delegata) di valutare «caso per caso» la sussistenza delle condizioni previste dalla norma.

Arrestare questo processo virtuoso, anche attraverso la mancata possibilità di consentire alle Regioni di definire i criteri per la cessazione di qualifica di rifiuto «caso per caso», getta un'ombra di incertezza sulle numerose autorizzazioni ordinarie integrate che oggi abilitano il recupero di rifiuti non disciplinati a livello comunitario e ministeriale.

Chiediamo dunque al Governo di impegnarsi a farsi carico, tra i Paesi partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, dell'adozione di un codice che esiga un livello elevato di trasparenza, con solide norme vincolanti per tutte le parti al fine di misurare accuratamente i progressi e consolidare la fiducia tra le parti che partecipano al processo internazionale.

PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore.

BERUTTI (FI-BP). Ancora qualche minuto, Presidente.

PRESIDENTE. Un minuto, senatore «Qualche» è un po' complicato.

Prego, continui.

BERUTTI (FI-BP). La ringrazio.

Si impegna altresì il Governo ad adottare con urgenza interventi per favorire la riduzione dei limiti di biossido di azoto, anche per non incorrere in procedure di infrazione da parte dell'Unione europea.

Chiediamo, inoltre, al Governo di impegnarsi a proporre con la massima urgenza una norma transitoria nelle more dell'applicazione della direttiva, che consenta agli impianti al momento costruiti ma fermi di funzionare regolarmente onde evitare di destinare ingenti quantità di rifiuti alle discariche; a garantire l'autonomia finanziaria degli enti locali che impegnano le risorse derivanti dalla tassazione alle imprese; a prevedere un piano di investimenti pubblici finalizzato a: promuovere un nuovo modello energetico-ambientale; dotare gli edifici pubblici, a partire dalle scuole, di impianti fotovoltaici e di efficienza energetica; garantire il completamento del capacity marketing, finalizzato a una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il sostegno alla fonte idroelettrica rinnovabile e programmabile al tempo stesso. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Giovan Battista Odierna», di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione delle mozioni nn. 85 (testo 3), 97, 122 e 135
(ore 10,42)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la senatrice De Petris per illustrare la mozione n. 122.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, oggi - lo abbiamo detto in molti - è la giornata mondiale per l'ambiente e credo che dovremmo tutti quanti fare uno sforzo per uscire dal rituale delle celebrazioni.

Presidente, colleghi, è arrivato infatti il momento delle decisioni: non si può più continuare a far finta di niente, perché l'evidenza dei cambiamenti climatici e delle minacce alla specie umana che essi producono è ormai un dato acquisito dalla comunità scientifica.

Vorrei ricordare rapidamente i dati. Nell'ultimo rapporto sul riscaldamento climatico, pubblicato proprio nell'ottobre del 2018 dal Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC), si dice con chiarezza che limitare il riscaldamento a 1,5 gradi richiede decisioni rapide e cambiamenti urgenti, immediati e lungimiranti in tutti gli aspetti della società. Si tratta di trasformazioni assolutamente necessarie perché siamo a un punto che rischia di essere di non ritorno. Siamo già praticamente oltre. Essendo già nel 2019, abbiamo undici anni di tempo per riuscire a contenere rapidamente l'aumento della temperatura.

L'Accordo di Parigi - certamente è stato un importante punto in avanti - non ha prodotto però quei cambiamenti, con l'assunzione di responsabilità da parte dei singoli Paesi, che fanno sperare nell'assunzione di decisioni sulle trasformazioni urgenti, su una transizione, soprattutto energetica, e una vera e propria rivoluzione industriale, assolutamente necessaria. Purtroppo, anche la recente Conferenza sul clima tenutasi a Katowice in Polonia nel dicembre del 2018 ha confermato una scarsa efficacia dell'assunzione di impegni cogenti.

Credo sia assolutamente necessario rendersi conto anche di un'altra questione che, soprattutto nel nostro Paese e in Europa, non viene considerata nella sua interezza, che vorrei ricordare rapidamente. Vi è un trend pericolosissimo osservato proprio nell'area mediterranea. Noi siamo stati abituati a sentire nella narrazione che i cambiamenti climatici possono avere un effetto più drammatico magari fuori da questa area e, invece, è proprio nell'area mediterranea che si è osservato non genericamente, ma con dati scientifici, ampiamente confermati anche dal nostro Consiglio nazionale delle ricerche, l'incremento maggiore.

Noi abbiamo registrato nell'area mediterranea un incremento dell'1,58, molto al di sopra - pericolosamente al di sopra - della media dell'aumento della temperatura di un grado. Credo allora, in misura ancora maggiore, che l'Italia debba non solo rendersi protagonista di una campagna e di un'iniziativa efficaci in Europa per accelerare sugli obiettivi di riduzione delle emissioni, ma anche assumere delle decisioni. La mozione che presentiamo oggi propone la dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale, perché serve fare delle cose rapidamente, non solo andare alle manifestazioni o ricevere - come abbiamo fatto al Senato - Greta Thunberg. Bisogna immediatamente attivarsi perché si avviino i processi veri per accelerare la transizione energetica.

La prima questione è la seguente: bisogna farla finita con i sussidi ai fossili (Applausi dal Gruppo Misto-LeU), e non solo perché quelle risorse ci servono per poterle investire nella transizione energetica, nelle rinnovabili e in un piano di sostenibilità accelerata. Bisogna farlo perché ciò significa non mettere in discussione e chiudere una volta per sempre con l'economia fossile. Non abbiamo più tempo: bisogna accelerare e prevedere un piano di adattamento. Non serve soltanto una grande conversione ecologica, introdurre tutti gli elementi per il piano di mitigazione e, quindi, contenere fortemente e ridurre le emissioni. Bisogna altresì modificare tutte le attività umane e l'agricoltura, investendo sul piano di adattamento in ogni settore: un green new deal.

Presidente, discutiamo ormai da mesi, del cosiddetto sblocca cantieri. Noi dobbiamo sbloccare l'Italia per investire in una grande rivoluzione verde ed ecologica della nostra economia. Da lì non arriveranno solamente le possibilità di nuova occupazione e di una spinta fortissima all'economia. Lo dobbiamo fare perché abbiamo un obbligo, anzitutto etico e morale, verso le future generazioni. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la senatrice L'Abbate per illustrare la mozione n. 135.

L'ABBATE (M5S). Signor Presidente, colleghi, illustrerò la mozione n. 135, che avrà una riformulazione negli impegni 2 e 8, il cui testo consegnerò in seguito alla Presidenza.

Premetto che nel 1988 è stato costituito il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, l'Intergovernmental panel on climate change (IPCC), foro scientifico internazionale per lo studio e la valutazione dei cambiamenti climatici istituito dall'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) e dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP), con lo scopo di fornire una visione scientifica sullo stato delle conoscenze sul cambiamento climatico e sui suoi potenziali impatti ambientali e socio-economici.

Fin dal suo primo rapporto di valutazione elaborato nel 1990, l'IPCC ha rivelato come l'anidride carbonica e gli altri gas climalteranti come il protossido di azoto, il metano e i clorofluorocarburi, contribuiscano ad aumentare l'effetto serra naturale e come le attività antropiche siano tra le principali cause dell'aumento della concentrazione dei gas serra nell'atmosfera.

Nel 2018 la NASA e l'Ente americano per le ricerche sull'atmosfera e gli oceani hanno affermato che i precedenti cinque anni sono stati in assoluto i più caldi dell'ultimo secolo.

Secondo i dati rilevati e analizzati dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche, il 2018 è stato l'anno più caldo mai registrato in Italia dal 1800, con un'anomalia sopra la media di 1,58 gradi, rispetto al periodo di riferimento che va dal 1971 al 2000.

L'impatto ambientale negativo di emissioni climalteranti generate da attività antropiche contribuisce al riscaldamento globale, cosiddetto global warming, e ha come conseguenza l'aumento in intensità e frequenza di fenomeni meteorologici estremi, quali temperature eccessivamente elevate o estremamente rigide - come accaduto nell'ultimo mese - soprattutto fuori stagione, nevicate a bassa quota, venti eccezionalmente forti, bombe d'acqua e intense grandinate, alternate a periodi di forte siccità.

Con l'incremento dei fenomeni climatici estremi aumentano anche i rischi di fenomeni di dissesto idrogeologico e, quindi, i danni alla nostra agricoltura, alle infrastrutture e al territorio; si tratta di impatti che causano insicurezza nelle nostre città e in termini di salute dei cittadini.

Attualmente, anche i costi correlati al dissesto idrogeologico del territorio italiano sono elevati: si stimano circa 2,5 miliardi di euro all'anno, ma la cifra potrebbe aumentare nel corso dei prossimi decenni, come anche i costi legati al contenimento degli incendi e alla messa in sicurezza dei territori.

L'aumento della temperatura media a livello globale comporta lo scioglimento dei ghiacciai, provocando un innalzamento del livello del mare, che potrebbe giungere a valori particolarmente severi nel giro di pochi decenni, con impatti disastrosi in particolare per le regioni insulari e per quei territori che hanno sviluppato la loro economia e gli insediamenti urbani sulle coste.

Nell'ottobre 2018, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) ha presentato il suo report speciale che, per la prima volta, ha valutato gli impatti del cambiamento climatico sul target di 1,5 gradi centigradi di aumento delle temperature globali. Il documento ha dimostrato che il riscaldamento globale è già aumentato di un grado centigrado rispetto ai livelli preindustriali e che sta crescendo approssimativamente di 0,2 gradi centigradi a decade.

Nell'ultima conferenza delle parti, tenutasi nel dicembre 2018 a Katowice, in Polonia, si è avviato quello che viene definito il dialogo facilitativo per promuovere nuovi impegni di riduzione delle emissioni. La conferenza si è conclusa con l'approvazione del manuale operativo per l'attuazione dell'accordo di Parigi. Il manuale operativo (rulebook) ha stabilito, fra l'altro, l'utilizzo delle nuove linee guida nella valutazione dei gas climalteranti emessi e la redazione da parte degli Stati membri di un inventario delle emissioni, con scadenza biennale.

Occorre considerare che il Governo italiano ha elaborato una proposta di strumento fondamentale per la politica energetica e ambientale del nostro Paese per i prossimi dieci anni, quale il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) sottoposto a consultazione pubblica dal 19 marzo 2019. Inoltre, nell'aprile scorso il Parlamento europeo ha disposto, con un regolamento, che per il settennato 2021-2027 il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione non possono finanziare investimenti legati ai combustibili inquinanti come il petrolio e gli idrocarburi.

Si ritiene che riuscire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico - in particolare i conseguenti impatti sull'ambiente naturale, antropizzato e urbanizzato - e a governarne le cause sia non solo un dovere morale nei confronti delle future generazioni (che tutti i venerdì hanno manifestato nelle nostre piazze), ma anche una priorità strategica per l'economia nazionale italiana.

Per tali motivi, nella Giornata mondiale dell'ambiente chiediamo al Governo di assumersi alcuni impegni. Chiediamo di adottare, nell'ambito delle proprie competenze, ogni iniziativa finalizzata alla decarbonizzazione dell'economia, comunque garantendo una sicurezza del sistema energetico del Paese, fissando come obiettivo la strategia a lungo termine dell'Unione europea per la riduzione delle emissioni di gas serra. Mi riferisco alla comunicazione COM(2018) 773 del 28 novembre 2018.

Inoltre, chiediamo di attuare ogni misura che favorisca la transizione dalle fonti energetiche fossili alle fonti rinnovabili e dall'economia lineare all'economia circolare, favorendo l'investimento nella ricerca e nelle ecoinnovazioni.

Chiediamo altresì di promuovere lo sviluppo di sistemi ecoefficienti di produzione, ricorrendo alla bioeconomia e all'ecodesign. Inoltre, al fine di ridurre gli sprechi energetici, intendiamo impegnare il Governo a potenziare ulteriormente il percorso di ecoefficienza energetica da applicare al patrimonio pubblico e privato, anche attraverso sinergie con il mondo produttivo per una costante formazione degli operatori di tutti i settori.

Impegna inoltre il Governo a porre in essere anche ogni iniziativa volta a favorire l'autoproduzione distribuita di energia dalle fonti fossili (quindi il consumatore è anche produttore, un prosumer); a promuovere, in sinergia con gli enti locali, campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte ai cittadini, sulle buone pratiche ambientali finalizzate alla mitigazione dei cambiamenti climatici, anche mediante l'introduzione dell'educazione ambientale nelle scuole di ogni grado; a promuovere politiche di sviluppo infrastrutturale e interventi finalizzati alla promozione di iniziative virtuose di mobilità urbana ed extraurbana sostenibile, incluso il trasporto intermodale a beneficio diretto dell'ambiente e degli ecosistemi, ma anche della salute e del benessere dell'uomo; a promuovere, di concerto con le Regioni e gli enti locali e le Autorità di bacino distrettuali, nell'ambito delle proprie competenze, interventi finalizzati alla prevenzione del rischio idrogeologico, nonché misure per l'utilizzo responsabile del suolo; ad attuare, nell'ambito delle proprie competenze, tutte le misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi di riduzione di gas ad effetto serra concordate a livello internazionale ed europeo (in particolar modo con il cosiddetto accordo di Parigi), tenendo conto dei benefici ambientali, sociali ed economici connessi alla riduzione delle emissioni. (Applausi dal Gruppo M5S).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.

È iscritto a parlare il senatore Martelli. Ne ha facoltà.

MARTELLI (Misto). Signor Presidente, vorrei velocemente ricordare un paio di elementi, prima di entrare nel cuore del discorso: i clorofluorocarburi sono stati banditi dal 1988, quindi come gas ad effetto serra non ci sono più da più di trent'anni; il biossido di azoto (NO2) invece non ha alcun potere climalterante, mentre ad averlo è l'ossido di diazoto (N2O, chiamato anche protossido di azoto, secondo la vecchia nomenclatura chimica).

Detto questo, devo dire di essere rimasto depresso da due aspetti: il primo è stato vedere i presentatori leggere le loro mozioni, come a significare di non avere da dire niente di più di quanto hanno scritto; il secondo è che il dibattito su quest'argomento si è ridotto a due ore, rubate al decreto-legge cosiddetto sblocca cantieri, quando questo è il dibattito, è il tema, mentre tutto il resto sono scorie, sono niente. Il prossimo futuro economico, energetico e climatico è su questo punto: parlando in termini di soldi, le aziende che li faranno in futuro saranno quelle che se ne occuperanno (mentre le altre sono grandi unicorni, come dicono a Wall Street, destinati a scomparire o a diventare marginali).

Tanto premesso, da quest'Assemblea - che dovrebbe riunire le migliori teste pensanti per fare il meglio per questa Nazione - mi aspetterei qualcosa di diverso da ricette vecchie di decenni. Quando sento parlare ancora di mobilità sostenibile, economia circolare, mobilità elettrica o promozione delle fonti energetiche rinnovabili in condizione di grid parity solo se convengono, mi sembra di ritornare agli anni '70.

È proprio il cambio di mentalità a mancare: quando sentiamo ancora la Commissione europea dire di no alle plastiche monouso, ma le bottigliette dell'acqua continuano ad esserci anche se gli involucri costituiscono il 95 per cento del costo totale, mentre solo il cinque per cento è dovuto all'acqua, mi dico che anche economicamente il cervello è evaporato. Sentiamo ancora parlare di economia circolare nell'accezione di raccolta differenziata e recupero della materia. Abbiamo inondato il pianeta di residui che alla fine non vengono riciclati, perché abbiamo un eccesso di rifiuto, che, a dispetto di tutto quanto viene detto, ha un problema di recuperabilità. Non a caso, i fautori della raccolta differenziata e punto, che andava bene quarant'anni fa, secondo i quali la plastica è riciclabile all'infinito, si stanno scontrando con la dura realtà che essa ci torna indietro da chi non la vuole più (Cina, Indonesia e India).

Manca completamente la parte sull'agricoltura: l'IPCC ha detto chiaramente che da sola - azzerando tutto il resto - essa ci porta fuori dal percorso di 1,5 gradi; la domanda quindi è di cosa si sta parlando. Parliamo ancora di transizione al vettore elettrico invece che al motore a scoppio, che è del 1880 e sarebbe anche ora di pensionarlo. Signori, tutti gli studi dicono però che una sostituzione uno a uno non è neanche economicamente intelligente.

Passare a un parco circolante di vetture alimentate unicamente da batterie, in questo momento e anche per il futuro, è una scelta perdente. La carenza dei materiali, il costo energetico e la filiera dello smaltimento del litio (che sappiamo tutti essere un problema, come nel caso di tutti gli elementi della sua colonna nella tavola periodica) sono tutti problemi non affrontati. Poiché la tecnologia delle batterie sarà questa per vent'anni, cioè litio, polimeri di litio o litio allo stato metallico, noi sappiamo che questo creerà solamente dei problemi.

Lo so, vado un po' di fretta, perché cinque minuti sono veramente inimmaginabili. Chiudo con un altro flash. C'è un punto qualificante in una sola di queste mozioni: il punto 4 della mozione n. 122, a prima firma della senatrice De Petris, che riguarda gli incentivi diretti e indiretti alle fonti fossili. Non è possibile che i Governi che si sono succeduti abbiano parlato esclusivamente di ridurre gli incentivi alle rinnovabili, che è l'unico modo per permettere ai piccoli produttori di entrare nel mercato. Dicono che bisogna ridurli, perché costano troppo, ma poi abbiamo l'elefante nella stanza dei 18 miliardi di sussidi diretti e indiretti ai quali nessuno vuole mettere mano. Il Ministero dell'ambiente fa ogni anno il catalogo dei sussidi, che poi riprende Legambiente. Mi chiedo: perché glielo facciamo fare? Perché vogliamo farci del male? Ignoriamolo, continuiamo a ignorare il problema finché il problema non sarà così grande (come lo è già adesso) che si occuperà di noi. Questo è l'unico percorso che ci aspetta.

Pertanto, o si mettono soldi sul tappeto e si fanno investimenti a debito (il debito in questo caso sarebbe virtuoso) oppure fare una mozione che è una generica dichiarazione di intenti (che veramente sarebbero da leggere, per fare l'esegesi del testo e per capire esattamente cosa c'è scritto) è una cosa che secondo me è depressiva e squalificante per tutta l'Assemblea. (Applausi dal Gruppo Misto).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Messina Assuntela. Ne ha facoltà.

MESSINA Assuntela (PD). Signor Presidente, onorevoli senatori, l'unico motivo per cui il riscaldamento globale sembra inarrestabile è che non abbiamo ancora provato a fermarlo. Per quanto diano l'impressione di un'inedita presa di coscienza rispetto all'urgenza del tema, ora ancor di più ci rendiamo conto di come tutti gli impegni finora presi a livello internazionale siano insufficienti a mettere in campo un'azione unitaria, decisiva e risolutiva che contrasti concretamente i cambiamenti climatici. Il fenomeno che ci troviamo ad affrontare non ha pari in termini di natura, dimensioni e conseguenze, per portata e per complessità. Il punto di partenza di un ragionamento maturo rispetto all'emergenza ambientale non può che essere la necessità di dare vera centralità al tema del cambiamento climatico: conoscere e avere conoscenza della questione restano gli unici indispensabili fondamenti non solo per dare, ma per organizzare una risposta globale all'emergenza climatica. Questo processo di azione e consapevolezza non può prescindere da una politica che ha il dovere di riappropriarsi del proprio ruolo, guidando il cambiamento e smettendo di ragionare secondo le logiche dell'emergenza; una politica che scelga piuttosto di agire e non solo di rimediare.

Mi preme anche considerare come i cambiamenti climatici siano un grave rischio per la salute e la vita delle persone e come tutto questo comporti una rilettura della questione che attiene e colpisce i diritti degli esseri umani, soprattutto quelli delle comunità più esposte agli eventi calamitosi, quelle che vivono nelle zone più povere del pianeta, i soggetti più fragili, le realtà più vulnerabili, che forse hanno meno responsabilità in termini di produzione di emissioni inquinanti. Dobbiamo allora entrare nell'ottica di una reazione coesa, fondata su una razionalità di sistema, con investimenti concreti. Il percorso delineato dalla nostra mozione, la mozione del Partito Democratico, nasce appunto dall'adozione di un approccio sistemico e multidimensionale. È importante considerare la dimensione sociale, ma anche e soprattutto quella economica e culturale delle soluzioni che vengono prospettate.

L'Italia deve ritagliarsi un ruolo da protagonista, impegnandosi per dare maggiore impulso alla transizione ecologica solidale verso un'economia verde, una cultura di tutela e rispetto per l'ecosistema.

La nostra mozione traccia le linee guida fondamentali per intraprendere questo percorso. Accelerare la transizione energetica, ma soprattutto fare leva sulle nuove tecnologie e sulle innovazioni ecologiche per dare vita a una vera green economy che investa e trasformi tutti i settori dell'economia: l'industria, l'agricoltura e i servizi.

Questa nostra mozione si presenta, allora, come il necessario recupero di una pratica di regolamentazione ambientale. In ciò, l'azione legislativa si pone come umano intervento rivolto ad una prospettiva di conservazione e di difesa dell'ambiente. Occorre agire secondo questo importante valore, un rinnovato principio di democrazia della terra, per dirla anche con Vandana Shiva, che coinvolga i singoli e le istituzioni nel circuito della cura del Creato, attraverso una disciplina che sappia armonizzare l'umano operare all'esigenza di sostenibilità, nella consapevolezza che il mondo che governiamo non appartiene solo a noi stessi, ma a chi verrà.

Proprio per questo, abbiamo la responsabilità di gestire e governare il più radicale dei cambiamenti, di rafforzare i presupposti di una economia green, per una green society, invertendo la rotta e realizzando il coraggio di immaginare un futuro diverso. (Applausi dal Gruppo PD).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea una delegazione di studenti dell'Università di Innsbruck, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione delle mozioni nn. 85 (testo 3), 97, 122 e 135
(ore 11,08)

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, al quale chiedo di esprimere il parere sulle mozioni presentate.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sulla mozione 1-00135 (testo 2), presentata dalla senatrice L'Abbate e da altri senatori, e contrario sulle restanti mozioni.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione delle mozioni.

UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UNTERBERGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, alcune settimane fa qui in Senato abbiamo tutti applaudito le parole di Greta Thunberg, in cui invitava la politica, il mondo dei grandi, a smetterla con le parole e a passare, finalmente, ai fatti.

Purtroppo, l'Italia è un Paese dove la sensibilità ambientalista non ha ancora portato a un radicale cambiamento dei comportamenti. Pensiamo all'utilizzo massiccio dei pesticidi in agricoltura, al fatto che in interi territori la raccolta differenziata stenta a raggiungere numeri accettabili e non si riesce a chiudere il ciclo dei rifiuti, ma anche alla debolezza dei servizi pubblici di trasporto e al ricorso di tutti all'automobile.

Eppure, l'Italia non è esente dalle negative conseguenze del cambiamento climatico. Le devastazioni che hanno interessato diverse Regioni lo scorso autunno hanno messo in ginocchio interi settori dell'economia agricola. Gli apicoltori denunciano da tempo il cattivo stato di salute delle api, per via della minore disponibilità di acqua, delle trasformazioni nelle fioriture e dell'utilizzo massiccio dei pesticidi. Sulle Alpi, alcune specie di salici stanno raggiungendo altitudini che mai avevano conosciuto prima. Il gufo e la civetta si riproducono in anticipo e anche le rondini hanno modificato il loro arrivo in Paesi come l'Italia e la Spagna.

Siamo davanti a un impoverimento delle specie vegetali e animali, ad un aumento esponenziale dei rischi di catastrofe naturale, cui seguiranno vere e proprie migrazioni forzate dai Paesi del Sud a quelli a Nord del mondo. Senza dimenticare le morti legate all'inquinamento dell'aria, 7 milioni di decessi prematuri e una spesa enorme per l'assistenza sanitaria.

Si sta cioè alterando l'armonia della natura e, come spiegano gli scienziati, se entro pochi anni non si invertirà la rotta, quest'alterazione diverrà irreversibile.

Per questo anche l'Italia deve fare la sua parte con azioni concrete e immediate per consentire la conversione ecologica dell'intera economia: più investimenti per le energie rinnovabili e per le tecnologie verdi, più risorse per superare gradualmente i combustibili fossili e rafforzare l'impegno per la decarbonizzazione anche attraverso meccanismi di compensazione per tutelare la competitività e la sostenibilità sociale nella fase di transizione. Bisogna cioè sensibilizzare i cittadini e dotarsi di una strategia complessiva che non metta a repentaglio il sistema produttivo, ma lo accompagni in un'opera di ammodernamento.

La questione ambientale è il grande tema degli anni a venire; se l'Italia vuole dire la sua a livello europeo e mondiale, deve anzitutto mostrarsi come un Paese virtuoso. Per questo chiediamo che venga stabilito subito un piano con azioni concrete e immediate, con un cronoprogramma di obiettivi da raggiungere nel tempo. Non c'è più molto da aspettare, abbiamo il dovere di passare dalle parole ai fatti. Esprimiamo quindi voto favorevole alla mozione n. 85, a prima firma del senatore Ferrazzi. (Applausi dal Gruppo Aut (SVP-PATT, UV)).

DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, nell'illustrare la mozione n. 122 a mia prima firma avevo cercato, forse sommessamente, di fare un appello a non svolgere una discussione rituale, ma ad assumere decisioni che possano anche indicare nelle mozioni la strada volta a non perdere più tempo. Invece, evidentemente, lo slogan che tutti i ragazzi per fortuna ci ricordano, quello secondo il quale non c'è più tempo, non è arrivato in quest'Aula e forse anche alla maggioranza, considerando i pareri espressi. Mi riferisco cioè a quel richiamo forte che, torno a ripeterlo, è rivolto ad una assunzione di responsabilità.

Signor Presidente, è molto chiaro quanto abbiamo di fronte e non lo dico perché vogliamo soltanto essere dei catastrofisti, come molti ci accusano. Torno infatti a chiedere cos'altro dobbiamo attendere. I dati scientifici sono chiarissimi, come anche quello che viviamo nella quotidianità: ormai anche nella percezione dei cittadini è chiaro che ci troviamo di fronte a mutamenti climatici che non solo stanno cambiando profondamente l'ecosistema, ma hanno effetti immediati sulla nostra vita, sulla nostra esistenza.

Torno a ripetere che abbiamo undici anni. Questi sono i dati che ci consegnano il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) e tutte le comunità scientifiche per cambiare rotta in modo rapido. Ciò significa non solo cambiare mentalità, ma assumersi la responsabilità di una vera e propria rivoluzione copernicana; significa avere il coraggio e la lungimiranza di metter mano innanzitutto al superamento rapido e con un'assunzione di decisioni immediate della nostra dipendenza dai combustibili fossili.

In questa sede vi chiedo ancora una volta - ora è stata modificata anche una parte della mozione di maggioranza - se, sottolineando il fatto che bisogna contenere gli aumenti e gli oneri di sistema, vi rendete conto di qual è il nostro metodo: i sussidi ai combustibili fossili non li vede nessuno, sennonché il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pubblica l'elenco, invece gli incentivi alle fonti rinnovabili li avete messi in bolletta. Anche questo è significativo. Bisognava innanzitutto metter mano a questo, togliere quei sussidi e fare in modo che sulla fiscalità generale, che deve cambiare perché bisogna introdurre quella ambientale, ci siano gli oneri per la transizione energetica. Su questo bisogna spingere (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

Lo vogliamo capire o no che non si può più perdere tempo? Lo vogliamo capire o no che serve una vera e propria rivoluzione? L'ecosistema è completamente alterato. Noi, come specie umana, e le attività umane siamo la prima causa, nonostante ciò che i negazionisti alla Trump continuano ad affermare. Le attività umane, il nostro modello produttivo, il nostro sistema produttivo ha creato una situazione che rischia di essere quasi senza ritorno. Negli ultimi anni, negli ultimi decenni sono scomparse l'83 per cento delle specie animali e vegetali. Noi viviamo all'interno dei cicli naturali, non siamo una cosa a parte. La specie umana può continuare a vivere solo all'interno di un sistema armonico, all'interno della biodiversità che ci permette di sopravvivere.

Il pianeta si salva da solo perché il pianeta sopravvive senza di noi. È la vita su questo pianeta che rischia di morire. Si deve investire su questa rivoluzione, sulla transizione energetica, su un modello che finalmente modifichi e riduca radicalmente le emissioni. Si deve investire, anche nel nostro Paese, sul piano di mitigazione, il che significa investire nell'agricoltura, modificare il modo di produrre in agricoltura, significa investire sui sistemi di allevamento, significa investire su un green new deal.

Parlate di sblocca cantieri, ma noi dovremmo sapere quanti posti di lavoro potrebbero crearsi se investissimo nel risanamento del territorio, nel preservare la risorsa acqua e tutto quanto ha fatto grande e bellissimo il nostro paesaggio, nella tutela e nella conservazione. Questo era il nostro sbloccacantieri per fare un'operazione che non possiamo più rimandare.

Invece, ancora una volta, si tratta la questione come se fosse ordinaria, ma questo non è più il modo di andare avanti. Non è una questione ordinaria. È necessario, lo ripeto, un'assunzione di responsabilità per tracciare un piano preciso. Invece, nella mozione di maggioranza è tutto edulcorato. Sono nove mesi che stiamo discutendo nelle Commissioni ambiente e agricoltura di un disegno di legge per azzerare il consumo del suolo, per ridurre il consumo del suolo e nella mozione di maggioranza troviamo l'utilizzo responsabile del suolo. Questo per farvi capire quanto è inadeguata la risposta che viene data dalla maggioranza alle questioni poste.

Perché abbiamo chiesto che sia dichiarato lo stato di emergenza? Lo ha fatto un Paese come la Gran Bretagna - è stata approvata una mozione - perché siamo in emergenza. Fate commissari straordinari per tutte le opere e non vi rendete conto che bisogna dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale. Fate i commissari straordinari per le opere e non vi assumete la responsabilità di fare in modo che tutte le energie del Governo e delle istituzioni siano impiegate per fronteggiare questa emergenza e quindi si attivino per intervenire rapidamente.

Tante cose si possono sicuramente fare. È necessario cambiare il modello produttivo, i modelli di consumo, il modello di mobilità. Non è più il tempo della sola e generica sostenibilità. Ce lo vogliamo mettere in testa o no? Serve un cambiamento radicale e per questo motivo abbiamo presentato anche una mozione che sostiene una cosa semplice. Siamo in emergenza e dobbiamo dichiarare lo stato di emergenza.

Presidente, so che lei è molto sensibile all'argomento.

Come ho detto in sede di illustrazione della mozione, molti si sono illusi in tutto questo tempo che i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale impattassero, magari, sulle Maldive, che sarebbero state sommerse, o sulle isolette; impattano, invece, direttamente sulla culla della civiltà, pesantemente e più direttamente sul Mediterraneo, con tutto quanto comporta: l'aumento, ad esempio, dei profughi ambientali, che continuano a non essere nominati. I cambiamenti climatici impattano fortemente sul nostro Paese. Qual è, nel Mediterraneo, il Paese che avrà l'impatto maggiore? L'aumento di temperatura registrato nell'area del Mediterraneo, dell'1,58 superiore alla media planetaria, significa che noi siamo il Paese più a rischio, anche per come ci inseriamo all'interno di quest'area; siamo i più esposti, considerata l'estensione delle nostre coste.

A maggior ragione, credo che sia assolutamente necessario non solo prendere coscienza del fenomeno, come tutti fanno finta di fare, ma anche assumere le relative decisioni, proclamare lo stato di emergenza e fare almeno un atto: tagliamo i sussidi ai fossili, per dimostrare che facciamo sul serio, per emanciparci definitivamente e incamminarci verso un'economia che non sia dipendente dai combustibili fossili.

Per tutti questi motivi, voteremo a favore della nostra mozione e della mozione a prima del senatore Ferrazzi. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

NASTRI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NASTRI (FdI). Signor Presidente, il Gruppo Fratelli d'Italia, pur non avendo presentato una propria mozione, è del tutto consapevole del grave problema costituito dai cambiamenti climatici di origine antropogenica. Molte cose sono state dette e scritte nelle mozioni oggi in esame. I principi enunciati sono sicuramente condivisibili e, del resto, i dati scientifici sono ormai largamente condivisibili.

Sono stati sottoscritti in questi anni tanti protocolli internazionali per il contenimento delle emissioni climalteranti, ma dal punto di vista del Gruppo Fratelli d'Italia è ora importante porre un punto fermo, con una dichiarazione di principio che fissi le priorità per un percorso di riduzione sostenibile delle emissioni.

All'interno di questo processo, è importantissimo porre l'accento sul tema della sovranità. Troppo spesso accordi internazionali al ribasso legano le mani alla nostra Nazione, l'Italia, che dal punto di vista dell'efficienza energetica e dei processi produttivi è sicuramente leader in Europa. Occorre rilevare che le regole europee, che necessariamente devono mediare tra le Nazioni più virtuose e le Nazioni che invece basano la propria generazione elettrica sulle fonti fossili, possono solo deprimere le iniziative delle Nazioni più virtuose, come in questo caso l'Italia.

Considerando ciò, il Gruppo Fratelli d'Italia, consapevole di coniugare ambiente e sviluppo, voterà a favore della mozione a prima firma della senatrice Gallone, si asterrà su quella presentata dal senatore Ferrazzi e da altri senatori nonché su quella a prima firma della senatrice L'Abbate e voterà contro la mozione a prima firma della senatrice De Petris.

FEDELI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDELI (PD). Signor Presidente, trovo curioso ascoltare in Assemblea ciò che ho ascoltato qualche minuto fa. In primo luogo, credo che ci sia un punto di serietà di un Paese che ha partecipato alla costruzione dell'Agenda 2030 dell'ONU e che l'ha firmata nel settembre del 2015 con un contributo trasversale. Abbiamo altresì partecipato - insisto, come Paese, come Parlamento e come Governo - in modo attivo alla definizione della COP21 a Parigi.

L'affidabilità, la serietà e l'autorevolezza di un Paese sono esattamente anche questo: sapere che quando si prendono degli impegni a livello europeo e internazionale bisogna saperli portare avanti. In particolare, sul tema del clima vorrei chiedere, banalmente, se c'è qualcuno che può pensare che il clima lo si possa chiudere nei confini nazionali. (Applausi dal Gruppo PD). Io credo che questo sia impraticabile come visione, come ragionamento e come attesa.

C'è un dato della logica, sì, ma c'è anche un altro dato, che è il modo in cui abbiamo partecipato, con serietà e impegno e con le mediazioni necessarie, a costruire quelle agende.

La seconda riflessione di questa natura, dalla quale voglio partire, è che avendo partecipato e sottoscritto quegli impegni, si è aperto nel nostro Paese da tempo un rapporto con tutti i soggetti dell'economia, i soggetti istituzionali, dell'impresa, del lavoro, dei servizi, della formazione e dell'istruzione pubblica. Noi abbiamo aperto, di conseguenza, una riflessione e ci siamo assunti un impegno. Nella nostra economia - ricordo che la nostra è la seconda manifattura europea e quindi una realtà importante - è stato chiesto impegno alla politica, quello di agire e di affrontare il tema degli investimenti sulla transizione. Come giustamente afferma la nostra mozione, infatti, noi dobbiamo fare i conti con questa transizione, assumerci la responsabilità di calibrare gli investimenti per governare questo cambiamento, che è trasversale all'insieme dei settori dell'economia reale e dei servizi, cioè di quello che noi tanto declamiamo complessivamente e qualitativamente come il nostro made in Italy. La richiesta ci viene anche da lì.

Terzo elemento: noi abbiamo una responsabilità in più. Io non so come vi rapportiate quando siete qui dentro e quando siete fuori e parlate con le vostre figlie, i vostri figli e i vostri nipoti, con le ragazze e i ragazzi che sono scesi in piazza. Loro ci hanno detto una cosa importante, oltre al merito: ci hanno detto che loro sono troppo giovani e non sono seduti nelle sedi politiche e istituzionali per decidere in prima persona oggi quello che bisogna fare. (Applausi dal Gruppo PD). Badate bene che è un impegno intergenerazionale fondamentale. Sono ragazze e ragazzi di tutto il mondo, sono ragazze e ragazzi italiani che hanno avuto una capacità straordinaria di collegamento, di visione e di impegno.

Mi dispiace molto - glielo dico francamente, Sottosegretario - il fatto che il Governo abbia dato l'indicazione di votare contro la mozione e le mozioni che parlano di assumere la dichiarazione di stato di emergenza climatico-ambientale come stanno già facendo altri Paesi. Questo dispiace molto ed è un errore, dal nostro punto di vista, strategico e politico, perché se dichiariamo questa emergenza significa che noi assumiamo un vero impegno a riconvertire, a cambiare e a governare questa transizione. Se non assumiamo questo impegno, il resto è chiacchiera, equivale esattamente a scrivere il nulla, il vuoto. (Applausi dal Gruppo PD). Significa che scriviamo ancora meno di quanto abbiamo votato e sottoscritto nelle sedi deputate dalla nostra rappresentanza.

Io lo considero davvero un elemento di gravità politica enorme. Vi chiedo di ripensarci. Ve lo dico così: una buona parte di noi, a partire da me, questa mattina si è presentata in Aula per discutere questa e le altre mozioni assolutamente convinta che avremmo potuto operare per scrivere finalmente oggi, nella Giornata mondiale del clima, una pagina di buona politica di questo Governo, di questo Parlamento e di questo Senato. (Applausi dal Gruppo PD). Eravamo convinti che avremmo scelto di votare insieme una mozione che, determinando questa emergenza, avrebbe determinato anche le indicazioni, le priorità, il sostegno economico all'inizio della riorganizzazione e delle riconversioni ecologiche. Chiudo su questo. Una parte della nostra economia reale se lo aspettava.

Penso che questo sia un altro degli elementi non utili - e chiudo - alla sana competitività di questo Paese: l'unica condizione per dare lavoro, occupazione e futuro credibile all'Italia. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, la mia generazione è cresciuta guardando in televisione Piero Angela che spiegava l'esistenza di un rischio tremendo, quello del buco dell'ozono, richiamato dal collega Martelli. Correva l'anno 1988 quando i clorofluorocarburi (CFC) furono vietati.

Qual è la situazione oggi? Si calcola che con un recupero del 3 per cento annuo il buco dell'ozono possa chiudersi nel 2060, al netto della riduzione di questa progressione determinata da un aumento delle emissioni da parte della Cina. Di certo non abbiamo ottenuto questo risultato vietando le bombolette spray. Non vorrei essere irrispettoso nei confronti di quest'Assemblea, ma faccio questo esempio emblematico per dire che incartarsi in uno scontro fra negazionismo e catastrofismo, ciò che sta avvenendo anche qui oggi, è peggio che non fare niente.

La responsabilità che ci appartiene come Parlamento, di fronte alle ondate emotive che ciclicamente si susseguono su vari temi nell'arco dei decenni è proprio quella di guardare alla situazione e trovare però soluzioni sostenibili. Quando si parla di sviluppo sostenibile, in sintesi si tratta di cercare di contemperare le esigenze dell'attuale generazione con quelle delle future. Sarebbe dunque facile cedere oggi a questo andazzo, citando magari il collega Rubbia che, dall'alto di un'esperienza accademica riconosciuta a livello mondiale, dissente su tantissime cose che sono state sostenute. Si potrebbe polemicamente dire che sono arrivate la pioggia, il freddo e che il maggio che abbiamo affrontato, nonostante la presenza e i richiami di Greta anche in questo ramo del Parlamento, è stato sicuramente diverso da quello degli ultimi anni. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).

DE PETRIS (Misto-LeU). Ma si confonde il meteo con il clima: ma di che cosa stiamo parlando?

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Si potrebbe fare questo gioco, ma come Gruppo Lega non vogliamo prestarci e faccio solo un ultimo richiamo. Non si può ad esempio, com'è avvenuto, assecondare una spinta emotiva che ha portato il Paese a rinunciare all'energia nucleare e, nel contempo, chiudere gli occhi sull'acquisto dalla Francia di energia prodotta da centrali nucleari: si deve fare di più.

Per questo nella mozione che abbiamo presentato, più che concentrarci sulle premesse, abbiamo voluto lavorare convintamente, fianco a fianco, con il MoVimento 5 Stelle sulla parte dispositiva, perché a tutti noi servono fatti concreti e non semplicemente dichiarazioni di intento. Pertanto, nei nove punti sui quali si impegna il Governo - e mi avvierò poi a concludere - abbiamo sì voluto offrire delle dichiarazioni di principio, ma abbiamo voluto farlo in maniera tale che il nostro Paese non si avvii a un suicidio tecnologico-energetico a danno dell'attuale popolazione. Si può e si deve decarbonizzare l'economia, ma va comunque fatto garantendo la sicurezza del sistema energetico del Paese. Si può e si deve lavorare verso la mobilità sostenibile e si può e si deve andare verso la sostenibilità complessiva, ma va fatto - come indicato, ad esempio, al punto 6.a) - promuovendo politiche di sviluppo infrastrutturale e interventi finalizzati alla promozione di iniziative virtuose di mobilità urbana ed extraurbana sostenibile. Lo si deve fare perché altrimenti - permettetemi una forzatura - potremmo tranquillamente avviarci all'estinzione del genere umano, se non al ritorno all'età della pietra, e certamente impatteremmo di meno.

Diceva la collega Fedeli che sicuramente le azioni e l'attività umana condizionano il pianeta; ci mancherebbe altro! Ma allora dobbiamo trovare il modo di poter garantire lo stile di vita puntando sull'innovazione tecnologica e sulla ricerca e non guardando a una decrescita felice. Con il dispositivo della mozione che abbiamo presentato abbiamo voluto guardare in questa direzione.

Concludo dicendo che questo dispositivo cade nella Giornata mondiale dell'ambiente ma soprattutto dopo un anno di attività del Governo che, nei piccoli e nei grandi provvedimenti, ha cercato di andare in questa direzione e basterebbe fare degli esempi che ci competono. È vero che il clima non si ferma ai confini, ma noi a livello nazionale dobbiamo guardare a questi. Quando nella manovra di bilancio abbiamo individuato risorse aggiuntive per la rete idrica in Basilicata - e sappiamo tutti in quali situazioni versa - abbiamo investito risorse sull'efficientamento energetico, abbiamo dato la possibilità ai Comuni di agire per la prevenzione del dissesto idrogeologico, abbiamo agito e scelto di allocare risorse in questa direzione. Questo ci compete: non semplicemente dichiarazioni di principio ma azioni conseguenti e responsabili da soggetti che devono governare il Paese. Lo stesso abbiamo fatto con il provvedimento sbloccacantieri, che voteremo fra poche ore, all'interno del quale ci sono state scelte coraggiose, frutto di discussione e di confronto.

Dopo un anno è stata individuata una soluzione ragionevole e condivisa dai Gruppi Lega e MoVimento 5 Stelle sul problema dell'end of waste. Sapete benissimo quale fosse la situazione relativa al blocco delle autorizzazioni degli impianti; ebbene, per la prima volta, dopo un confronto di un anno, anche su questo abbiamo dato una risposta. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az). A noi, infatti, compete non semplicemente indicare dei problemi ma trovare soluzioni concrete, attuabili ed immediate perché i grandi principi si perseguono con le piccole azioni. Questo è ciò che a noi compete; questo è ciò che stiamo facendo e per questo convintamente il Gruppo Lega voterà a favore della propria mozione, che indica una strada concreta, e contro le altre che fanno di una battaglia ideologica solo un'occasione di scontro, senza dare concrete soluzioni per il nostro Paese. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az e del senatore Croatti).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea gli studenti dell'Università degli studi di Teramo del corso di laurea in biotecnologie della riproduzione, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Ripresa della discussione delle mozioni nn. 85 (testo 3), 97, 122 e 135 (ore 11,39)

GALLONE (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FI-BP). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, l'economia tradizionale non teneva in conto, considerandole illimitate, il costo di alcune materie essenziali: l'aria, l'acqua, il suolo e la terra, elementi da cui traiamo tutto ciò che ci occorre, o meglio, tutto ciò che ci è indispensabile per vivere. Crescendo e progredendo nel tempo ci siamo dovuti rendere conto che la terra non è una prateria sconfinata ma è forse più simile a un'astronave, lanciata nello spazio con un equipaggio di 7 miliardi di persone che devono imparare a conservare ciò che c'è, a difendere l'unico ambiente di vita e a riciclare tutto ciò che si può. Se finissero infatti le scorte, nessuno potrebbe certo mandarci una navetta di salvataggio.

Sui cambiamenti climatici per onestà intellettuale è doverosa una precisazione in premessa, proprio perché siamo cresciuti con «Superquark»: l'uomo ha sicuramente contribuito ad accelerare un processo climatico, che però deriva sicuramente anche da evidenti elementi naturali. Ce lo dice la storia della terra: da sempre ere di desertificazione si sono succedute a ere di glaciazione. Ciò non toglie che ai giorni nostri manca troppo spesso il rispetto ambientale, che non ci sono ancora completa conoscenza del problema e consapevolezza, che vanno ingenerate usando ogni strumento possibile da parte di chi governa e amministra, con leggi e regolamenti mirati e con il sostegno a ogni attività virtuosa realizzata dalle agenzie e dalle associazioni operanti a ogni livello per arrestare un processo che sembra inarrestabile.

Come ogni anno, oggi, 5 giugno, si celebra la Giornata mondiale dell'ambiente promossa dall'Assemblea generale delle Nazioni unite, che quest'anno dedica l'edizione proprio ai temi dell'inquinamento atmosferico e della crisi climatica. Lo slogan è proprio beat air pollution: sconfiggere l'inquinamento atmosferico. Il focus è sulle azioni, anche individuali, per favorire una risposta comunitaria e impegnare i Governi nella lotta per salvare il pianeta. Gli eventi ufficiali saranno ospitati dalla Cina, Paese dall'altissimo tasso di inquinamento atmosferico, che comincia però ad essere - speriamo tutti - anche laboratorio di iniziative per una conversione verde. Cosa che ci auguriamo perché la maggior parte dei problemi nasce proprio in Asia e, senza criteri di reciprocità delle regole, anche i processi di scambio e collaborazione commerciale diventerebbero problematici (la famosa apertura alla Via della seta).

Mi fa piacere che anche l'Assemblea celebri un argomento che si sta inserendo sempre più al centro del dibattito mondiale, perché proprio dai soggetti decisori e dal legislatore deve partire ogni azione di sostegno e di rispetto ambientale (diventando il Parlamento per primo soggetto attivo e di esempio, stimolo continuo per l'azione di chi governa), soprattutto partendo da forme di sostegno e azioni educative, passando per gli incentivi in ogni forma e misura per le imprese virtuose e in particolare all'applicazione di ogni forma possibile di semplificazione burocratica, fino ad arrivare ad accordi bilaterali.

Mi ha colpito quello che Susanna Tamaro ha scritto qualche giorno fa sul «Corriere della domenica», denunciando l'ingerenza burocratica che allontana chi vuole occuparsi di questo tema, per esempio, nell'agricoltura. Ne trarremo spunto allora per le azioni politiche future perché le azioni, la crisi climatica, la tutela dell'ambiente e le azioni conseguenti sono sì scelte necessarie alla sopravvivenza umana, ma soprattutto rappresentano una straordinaria opportunità per creare lavoro e generare una nuova economia sostenibile. La scelta e il dovere di sostenere la cosiddetta green economy, l'economia verde, fa bene soprattutto al mercato occupazionale. Siccome Forza Italia del lavoro fa la sua battaglia, farà la sua battaglia anche sulla green economy mirata al mercato occupazionale. In Italia già si registrano due milioni di green job, di lavori verdi, che rappresentano circa il 13 per cento dell'occupazione complessiva nazionale.

Ho scelto di far parte della Commissione ambiente per il profondo convincimento che da sempre, oggi più che mai, tutto parta da qui, dalla natura e dai suoi elementi. La Commissione ambiente, che era un tempo un po' snobbata e sottovalutata, oggi dovrebbe invece diventare una Commissione perno intorno alla quale tutto dovrebbe ruotare: i temi dell'economia e del lavoro, la salute, il turismo, l'agricoltura, le infrastrutture, la casa, la crescita e lo sviluppo sostenibile, passando per l'educazione, l'istruzione e la cultura.

La figura di Greta Thunberg ha suscitato clamore e reazioni a livello mondiale, perché ha toccato soprattutto la sensibilità dei più giovani. Io che sono però meno giovane, mi sono trovata di fronte ad una sorta di déjà vu. Quasi trenta anni fa, infatti, in occasione del Summit della terra, tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, già un'altra ragazza aveva catalizzato l'attenzione della politica e dei media; aveva solo dodici anni e salì sul palco come rappresentante di una delegazione di ragazzi che lottavano per l'ambiente. Il suo nome era Severn Cullis - Suzuki, ma i più la ricordano come «la bambina che zittì il mondo per sei minuti», tenendo un incredibile discorso di fronte alle Nazioni unite, in cui reclamò, per la sua e le future generazioni, il diritto inalienabile alla vita. Pose l'accento, tra gli altri temi, sui drammatici effetti che l'azione dell'uomo stava causando all'ambiente e sul cambiamento climatico. Ci volevano davvero gli interventi di due ragazzine, a distanza di trent'anni, per innestare un processo di consapevolezza sulle questioni ambientali e climatiche a livello mondiale? Davvero noi adulti decisori, in possesso di tutti gli strumenti utili a favorire un cambiamento di tendenza atto a preservare le risorse naturali non riusciamo a porre in essere un'azione coordinata e sinergica? Prova ne è oggi quest'Assemblea, con una serie di mozioni di cui soltanto una approvata e le altre non considerate. Oggi mi sarei invece aspettata che in quest'Aula tutti guardassero nella stessa direzione. (Applausi dal Gruppo FI-BP). in quest'Aula

Non è infatti un problema personale o di partito, ma è un problema di tutti, di ogni singolo cittadino e, soprattutto, è un problema dei nostri figli. Come ho già detto, siccome per stimolare le azioni a volte ci vuole anche la concretezza, torno a ripetere che i temi della tutela ambientale rappresentano nuove opportunità economiche dal punto di vista dell'occupazione, dello sviluppo di tecnologie pulite e dell'innovazione. La sfida climatica, da vincolo, deve trasformarsi in opportunità di crescita economica, promuovendo un nuovo sviluppo economicamente sostenibile.

Ecco perché invertire la tendenza è importante, ponendo ad esempio attenzione a una nuova fiscalità ambientale, quale imperativo delle prossime politiche economiche. Solo così l'Italia può collocarsi pienamente dentro il processo europeo, spostando la tassazione dal lavoro all'inquinamento dei processi produttivi e dei prodotti, dopo e durante il loro uso. Il cambiamento deve iniziare con urgenza e incentivare sistemi fiscali che avvantaggino l'uso di risorse ambientali rinnovabili e sostenibili e in questa prospettiva l'Italia può svolgere una funzione trainante, anche a livello europeo.

Attenzione: accelerare la transizione non significa rallentare il processo infrastrutturale e tecnologico, come molti vorrebbero, quanto piuttosto un impegno dinamico, finalizzato a concepire gli investimenti in grandi opere, come il treno ad alta velocità, l'ammodernamento della rete ferroviaria, nuovi sistemi di trasporto all'avanguardia (più concorrenziali, efficienti e convenienti, sotto il profilo dell'impatto ambientale, del trasporto su gomma, soprattutto per quanto riguarda le merci).

Arriviamo al tema dei rifiuti, altra questione importantissima per l'ambiente e per il clima. L'Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (urbani, industriali e minerari) e questo anche grazie a modalità innovative di gestione dei rifiuti e sistemi avanzati per il loro recupero. Caro collega Briziarelli, spero che finalmente oggi riusciremo a portare a casa un risultato per il quale Forza Italia si batte dal primo giorno di questa legislatura, attraverso un emendamento presentato in occasione dell'esame di ogni provvedimento utile, quello sull'end of waste, ovvero sulla fine della qualifica di rifiuto.

Mi avvio alla conclusione. Per onorare la Giornata mondiale dell'ambiente, come dicevo in precedenza, avrei voluto annunciare il voto favorevole a tutte le mozioni, ma alla luce delle dichiarazioni del rappresentante del Governo, che invita a votare soltanto la mozione di maggioranza, voteremo a favore della sola nostra proposta e semplicemente ci asterremo sulle altre, soltanto per una questione di dignità e non per altri motivi, perché ci crediamo fermamente. Chiedo al Presidente soltanto un minuto, per concludere con le parole di quella bambina di quasi trent'anni fa - non di Greta - che commossero i potenti. Ella disse: «A scuola, persino all'asilo, ci insegnate come ci si comporta al mondo. Ci insegnate a non litigare con gli altri, a risolvere i problemi, a rispettare gli altri, a rimettere a posto tutto il disordine che facciamo, a non ferire altre creature, a condividere le cose, a essere generosi. Allora perché voi fate proprio quelle cose che ci dite di non fare? (…) So che siamo tutti parte di una famiglia che conta 5 miliardi di persone, in realtà è una famiglia che conta 30 milioni di specie. E nessun Governo, nessuna frontiera potrà cambiare questa realtà. Noi siamo i vostri figli, voi state decidendo in quale mondo e in quale modo dovremo crescere. (…) Siamo davvero nella lista delle vostre priorità? (…) Voi continuate a dire che ci amate, ma io vi lancio una sfida: per favore, fate che le vostre azioni riflettano le vostre parole!». (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).

MORONESE (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MORONESE (M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, il contrasto alle drammatiche conseguenze derivanti dal cambiamento climatico necessita di un'azione forte ed incisiva, che tenga conto in maniera olistica di tutti gli interventi attuabili per incidere in maniera efficace nella prevenzione e nel graduale annullamento di tutte quelle fonti emissive, che stanno letteralmente soffocando il nostro pianeta. È tempo di agire e di agire in fretta, perché ciò che abbiamo chiamato sviluppo negli ultimi due secoli ha pregiudicato irrimediabilmente gli equilibri naturali dei millenni precedenti e minaccia oggi le speranze delle nuove generazioni e di quelle che verranno dopo di loro.

Il cambiamento climatico è già in atto, è la natura che si ribella, è un fenomeno a catena che riguarda tutte le regioni del mondo, le cui conseguenze catastrofiche provocate da fenomeni meteorologici estremi stanno mettendo in ginocchio vaste aree del mondo e mietendo vittime tra le popolazioni, Italia compresa. Sappiamo che serve un impegno corale e globale perché l'impegno di una singola nazione non basta. Infatti, anche quando sembra che tutti gli Stati e tutte le comunità del mondo intero siano d'accordo nell'adottare politiche di contrasto del cambiamento climatico, ecco che da una parte e dall'altra degli oceani spuntano voci di distinguo, prese di distanza, talvolta autentici ripensamenti e dinieghi.

Fintantoché si tratta di enunciare buoni propositi, magari da propagandare in occasioni elettorali o agitare al cospetto di un avversario, tutti riescono a trovare le parole e le immagini capaci di affascinare e anche di convincere. Così facendo, si può anche attribuire un Nobel agli scienziati dell'IPCC, ammirare la tenacia di Greta, convocare una solenne conferenza mondiale all'anno o chiedere lo stato di emergenza ambientale e climatica del Paese, come fatto dal Regno Unito e recentemente scopiazzato in casa nostra dal Partito Democratico e anche dalla senatrice De Petris nelle loro mozioni (cosa che serve solo a far leva mediaticamente).

Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI (ore 11,52)

(Segue MORONESE). Dai discorsi si deve passare ai fatti, dalle parole alle azioni. Vogliamo evitare di assistere a quel carnevale di contraddizioni che, nella sostanza, serve a mantenere le cose come stanno.

La questione planetaria è ancora di supremazia, dominio e spartizione dei ruoli tra Nord e Sud del pianeta, tra Est e Ovest, tra economie mature fino all'opulenza ed economie emergenti sempre più aggressive. Lo scontro del momento, quello sui dazi, altro non è che un capitolo della stessa commedia e per troppi aspetti anche le politiche di salvaguardia dell'ambiente globale sono giocate e scambiate sullo stesso tavolo di una partita che, talvolta, ha il sapore di essere smaccatamente truccata.

La Cina, prima potenza economica del mondo, non ritiene di dover assumere impegni nel risparmio di combustibili fossili, nell'abbattimento delle emissioni in atmosfera e nella correzione del suo modello di sviluppo da riorientare in senso più rispettoso degli equilibri naturali. Eppure, quell'economia, insieme a quella del continente europeo, è la massima responsabile delle alterazioni climatiche degli ultimi due secoli.

Se il modello di successo - quello che ha stabilito il primato dell'Occidente e garantito benessere a quasi un miliardo di persone - continua a essere quello che ha rotto gli equilibri naturali, depauperato e sperperato le risorse primarie, inquinato, desertificato e antropizzato crescenti porzioni di terra, come sarà possibile negare gli stessi benefici a quei popoli delle economie in sviluppo, che quello stesso modello hanno adottato e vogliono perseguire? Non saranno di certo solenni paternali ambientaliste a dissuadere quei popoli dal ricercare il proprio benessere.

La vita sul pianeta - globalizzazione o no - è irrimediabilmente interdipendente. Non sarà il muro ungherese a evitare che le piogge acide cadano su Budapest e non sarà la muraglia messicana a evitare l'innalzamento degli oceani sulle coste americane. Così come l'Occidente ha battezzato e nutrito quel vecchio modello di sviluppo, di cui ora viviamo tutte le nefaste conseguenze, ora tocca allo stesso inaugurare un nuovo inizio, creare fiducia in un diverso sviluppo e offrire la speranza del benessere in un pianeta che avrà futuro per l'umanità e tutte le specie viventi.

Il Protocollo di Kyoto, padre di tutte le intese per la salvaguardia dell'ecosistema planetario, ha quasi trent'anni. Non pare proprio che sia riuscito negli intenti, se guardiamo agli allarmi attuali e allo stato del pianeta. Tuttavia, non esiste alternativa all'impegno incessante, quotidiano e risoluto di persuasione, convincimento e responsabilizzazione. Non esiste alternativa al dover decidere, ora e qui, quali misure adottare, quali azioni innescare, quali progetti e quali strategie inverare. L'inerzia sarebbe una colpa imperdonabile. Le scorciatoie e le furbizie potrebbero forse tacitare sul momento la coscienza più approssimativa, ma rivelerebbero presto la loro fragilità. Dichiarare lo stato di emergenza climatica, come ha fatto il Regno Unito, rinviando al 2050 il conseguimento di tangibili risultati di mitigazione degli effetti devastanti procurati dal sistema produttivo di quel Paese, assomiglia molto a una perfida promessa da marinaio. Sarebbe molto incoraggiante apprendere invece che, ad esempio, il Governo britannico ha vietato l'esportazione di rifiuti urbani che per milioni di tonnellate e da quasi dieci anni solcano il Mare del Nord per essere inceneriti in tutti i Paesi europei. Se il Regno Unito volesse davvero proporsi come pioniera dell'economia circolare, proprio nella gestione dei suoi rifiuti urbani troverebbe davvero una grande occasione di dimostrare una leadership.

Mi permetto poi di osservare che noi italiani conosciamo bene lo stato d'emergenza, soprattutto per i danni che ci hanno lasciato gli innumerevoli stati di emergenza proclamati dopo terremoti, alluvioni, incendi, siccità e pure per la gestione dei rifiuti. Ognuno di essi ci ha lasciato un conto di miliardi di euro spesi in deroga alle leggi ordinarie, con provvedimenti straordinari spesso obliqui e inefficaci, con lobby e cricche che hanno pascolato bellamente sulle rovine (peraltro rimaste intonse alla fine dello stato d'emergenza). Non è questa la strada, non è questo il modo e non è più questo il tempo della straordinarietà: è il tempo della cocciuta, ostinata e tenace mobilitazione quotidiana per cambiare davvero le cose nel concreto e nel profondo.

Ecco perché la mozione quest'oggi in discussione, presentata dal MoVimento 5 Stelle e da tutto il Gruppo di maggioranza, vuole formalmente impegnare il Governo a mettere in campo azioni serie e concrete, finalizzate alla decarbonizzazione dell'economia, fissando come obiettivo la strategia per un'economia moderna e climaticamente neutra, contenuta nella comunicazione della Commissione europea COM(2018) 773 del 28 novembre 2018.

Proprio sulla decarbonizzazione ieri il ministro dell'ambiente Sergio Costa, al quale va riconosciuta senza alcun dubbio un'azione seria, concreta e incisiva, ha sottoscritto con la Commissione europea, i Comuni e le Regioni italiane il Piano d'azione per il miglioramento della qualità dell'aria, che prevede azioni concrete in tema di razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi, abbattimento delle emissioni da biomassa, micromobilità cittadina, limitazioni per gli impianti di riscaldamento inquinanti e a gasolio e molto altro. Tutto questo verrà fatto coinvolgendo gli enti territoriali e verranno investiti 400 milioni di euro l'anno. I Comuni avranno dunque anche la copertura economica per svolgere queste azioni.

Signor Presidente, la mozione risponde con fermezza e pragmatismo al richiamo della Commissione europea che impegna tutti gli Stati membri ad attuare una profonda trasformazione economica, energetica e sociale, allo scopo di soddisfare efficacemente gli obiettivi di contenimento della temperatura concordati durante la Conferenza sul clima di Parigi COP21 nel dicembre 2015. Essa invita inoltre i Parlamenti nazionali a individuare le componenti strategiche che consentano di raggiungere l'obiettivo di un'Europa climaticamente neutra entro il 2050. Non sarà una mozione a rendere migliore domani mattina la qualità della nostra vita, ma certo è che quella in discussione, ancorata ad obiettivi condivisi in Europa e nei consessi internazionali, incalza e promuove in maniera precisa e puntuale l'adozione di norme e azioni cogenti, che domani mattina potrebbero cominciare a migliorare la qualità della nostra vita quotidiana.

In conclusione, signor Presidente, oggi affidiamo forse uno dei compiti più ardui della legislatura a questo Governo, che siamo certi vorrà rispettarlo, perché qui non si tratta di questioni politiche di parte ma della vita dei nostri figli e del futuro delle prossime generazioni.

Dichiaro pertanto a nome del MoVimento 5 Stelle il voto favorevole alla nostra mozione a prima firma L'Abbate e contrario a tutte altre. (Applausi dal Gruppo M5S).

BONINO (Misto-PEcEB). Domando di parlare per dichiarazione di voto in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

BONINO (Misto-PEcEB). Signor Presidente, signori colleghi, al di là della mozione della maggioranza, che non mi trova d'accordo, desidero solo annunciare il mio voto di astensione su tutte le altre: in ognuna di esse trovo alcuni elementi positivi e condivisibili e altri velleitari, per non parlare di quelli ambigui. Per questo, al di là della mozione di maggioranza, mi asterrò sulle altre.

Penso che in tale dibattito sia mancata la dimensione europea per affrontare questo problema, che non ha soluzione adeguata a livello nazionale; ma penso altresì che non si debbano rincorrere le mode del momento. Vedete, lo dico senza polemica, amici, però impegnare il Governo a dichiarare lo stato di emergenza ambientale e climatica ha chiare conseguenze nel nostro sistema istituzionale e legislativo, che io non condivido. Capisco che voi la vedete come una dichiarazione politica, ma ciò che qualcuno ci ha fatto notare è che le parole pesano. So perfettamente che l'ha approvata Macron e chi altro volete; ma noi dovevamo constatare a mio avviso un'emergenza e chiedere l'applicazione di tutte le politiche italiane ed europee che possono farvi fronte. Fare solo una dichiarazione di stato d'emergenza trovo che sia ambiguo e velleitario. Senza polemica, questa è l'opinione che sento di dover esprimere.

Per il resto, spero che questo sia l'inizio di un dibattito serio su questo tema, che non può essere risolto in una cacofonia di mozioni: se solo le leggete, capirete che non andremo francamente da nessuna parte.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione, avverto che, in linea con una prassi consolidata, le mozioni saranno poste ai voti secondo l'ordine di presentazione.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 85 (testo 3), presentata dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 97, presentata dalla senatrice Gallone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 122, presentata dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della mozione n. 135 (testo 2), presentata dalla senatrice L'Abbate e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Ripresa della discussione del disegno di legge n. 1248 (ore 12,03)

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

La Presidenza dichiara improponibili, ai sensi dell'articolo 97, comma 1, del Regolamento, gli emendamenti 1.0.3, 1.0.4, 1.0.9, 1.0.10, 2.0.2, 4.24, 4.201 (già 20.0.1 testo 2), 5.27, 5.0.25, 5.0.26, 5.0.27, 5.0.28, 5.0.29, 5.0.30, 5.0.31, 5.0.41, 5.0.42, 5.0.43, 5.0.44, 5.0.45, 5.0.46, 5.0.47, 5.0.48, 5.0.49, 5.0.50, 5.0.51, 5.0.52, 5.0.54, 5.0.55, 21.0.13, 21.0.14, 21.0.15, 21.0.16, 23.0.9, 24.0.5, 28.10, 28.11, 28.12, 28.13, 28.14, 28.100 e 28.200, già dichiarati improponibili durante l'esame in sede referente per estraneità all'oggetto del decreto-legge.

La Presidenza dichiara, inoltre, inammissibili gli emendamenti 1.693, 5.4 (limitatamente al capoverso 5-duodecies) e 28.2, che modificano disposizioni contenute in atti normativi non aventi forza di legge, nonché la proposta 1.240, che risulta invece priva di portata modificativa.

Con riferimento ai subemendamenti presentati, la Presidenza dichiara infine inammissibili le proposte 1.7 (testo 2)/423, 1.17 (testo corretto)/100, 1.17 (testo corretto)/101, 1.750/100, 1.750/102, 1.851/108, 4.43/101, 4.851/101, 4.851/103, 4.853/101, 4.853/102, 4.853/103, 4.853/104, 4.853/105, 5.0.851/100, 16.850/100, 19.0.1(testo 3)/101, 23.750/100, 23.750/101, 23.750/102, 23.750/103, 24.0.851/100, 24.0.851/101, 24.0.851/102 e 25.500/100, in quanto non incidono sul testo dell'emendamento al quale si riferiscono ovvero introducono disposizioni estranee per materia.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Procediamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che si intendono illustrati.

Sospendo brevemente la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 12,11, è ripresa alle ore 12,25).

Invito i relatori ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, se posso mi limiterei a pronunciarmi esclusivamente in merito agli emendamenti su intendo esprimere parere favorevole.

Esprimo quindi parere favorevole sull'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 2), con le seguenti correzioni: al punto 2) della lettera o), dopo la parola «successivamente», inserire le parole «alla data di entrata in vigore»; espungere il punto 23) (lettera a) e lettera b)) e al punto 24-ter, dopo le parole «le offerte», inserire le parole «o i preventivi».

PRESIDENTE. Questa indicazione è sua o della Commissione bilancio?

SANTILLO, relatore. È su mia iniziativa, in qualità di relatore.

Esprimo inoltre parere favorevole sull'emendamento 1.7 (testo 2)/462 e sull'emendamento 1.7 (testo 2)/463, limitatamente al comma 20-ter, ultimo periodo del capoverso 11-ter, dalle parole «Sono altresì iscritte» alle parole «n. 122.».

PRESIDENTE. Quindi è favorevole solo al comma 20-ter, capoverso 11-ter, dalle parole «Sono altresì iscritte» fino alle parole «n.122.»?

SANTILLO, relatore. Si, signor Presidente, della parte 20-ter sono favorevole solo a questo ultimo periodo del capoverso 11-ter.

Esprimo quindi parere favorevole sull'emendamento 1.7 (testo 2)/464, con l'aggiunta, infine, del seguente comma, del cui testo do lettura e che posso eventualmente consegnare: «20-quinquies. Per l'esecuzione dei lavori per la costruzione, il completamento, l'adeguamento e la ristrutturazione dei centri di cui all'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, resta fermo quanto previsto dall'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132».

PRESIDENTE. Se può consegnare il testo, senatore, lo distribuiremo.

SANTILLO, relatore. Certamente, Presidente.

Quanto ai restanti emendamenti, invito i presentatori a ritirarli; diversamente, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore, il parere è contrario anche sull'emendamento 1.7 (testo 2)?

SANTILLO, relatore. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sto parlando dell'emendamento 1.7 (testo 2), presentato dalla senatrice Pergreffi.

SANTILLO, relatore. Esprimo parere favorevole sull'emendamento. (Commenti dal Groppo Misto-LeU).

PRESIDENTE. Le chiedo ora di indicare espressamente gli emendamenti rispetto ai quali formula l'invito al ritiro, perché lei deve dirci, non soltanto quelli rispetto ai quali esprime parere contrario, ma anche quelli rispetto ai quali c'è un invito al ritiro.

SANTILLO, relatore. L'invito al ritiro è su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Dunque, l'invito al ritiro riguarda tutti gli emendamenti; diversamente il parere è contrario. È così?

SANTILLO, relatore. Esattamente.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.1, presentato dalla senatrice Sudano, identico all'emendamento 1.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/101, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/102, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «di manutenzione».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/103 a 1.7 (testo 2)/106.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/108, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/111, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «prestazioni da fornire».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/109 e 1.7 (testo 2)/110.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/112, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «e paesaggistica».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/113 e 1.7 (testo 2)/114.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/115, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «del demanio».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/116.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/117, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «sono soppresse».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/118.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/119, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/121, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/122, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «sono soppressi».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/123.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/124, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/125, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/126, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/127, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/128, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/129, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/130, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «all'articolo 35».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/131.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/132, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «della prestazione».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/133.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/134, presentato dal senatore Mirabelli e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/135, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/136, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/137, presentato dai senatori D'Alfonso e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/138, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/139, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «commi da 1».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/140 e 1.7 (testo 2)/141.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/142, presentato dal senatore Coltorti.

(Segue la votazione. Il senatore Coltorti fa cenno di voler intervenire).

Annullo la votazione.

COLTORTI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COLTORTI (M5S). Signor Presidente, ritiro l'emendamento 1.7 (testo 2)/142.

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/143, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/144, presentato dai senatori Mallegni e Gallone, fino alle parole «con le seguenti:».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/145 e 1.7 (testo 2)/146.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/147, presentato dalla senatrice Sudano, sostanzialmente identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/148, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/149, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.7 (testo 2)/150, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 1.7 (testo 2)/151, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/152, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.7 (testo 2)/153, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 1.7 (testo 2)/154, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/155, presentato dai senatori Mallegni e Gallone, identico agli emendamenti 1.7 (testo 2)/156, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, 1.7 (testo 2)/157, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 1.7 (testo 2)/158, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 2).

MARGIOTTA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, siamo in un periodo nel quale la comunicazione prevale sulla verità, qualche volta inducendo anche ad errori e incidenti, come quelli cui abbiamo assistito prima, quando abbiamo respinto all'unanimità l'emendamento del senatore Coltorti, che doveva essere ritirato, ma non lo è stato nei tempi giusti, o ad un attimo di confusione del bravo relatore su un parere al testo 2 dell'emendamento 1.7 della senatrice Pergreffi, perché la comunicazione ha fatto passare l'idea che l'emendamento della senatrice Pergreffi sospendesse il codice degli appalti. Non era vero, sospendeva cinque aspetti del codice degli appalti.

Anche nel caso dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161(testo 2) si dice che esso sospenda il codice degli appalti, mentre non è vero, perché sospende soltanto tre dei cinque aspetti; peraltro, li sospende ritornando al testo del decreto originario e i due che invece teoricamente sarebbero sospesi sono riscritti esattamente come lo erano nel testo originario del decreto.

Insomma, tanto rumore per nulla; è accaduto soltanto che siamo tornati al punto di partenza, non vi è alcuna sospensione e si continua a lavorare in maniera assolutamente normale, salvo che ognuno si venderà la questione come vuole nella comunicazione. La Lega dirà che hanno sospeso il codice e non è vero; il MoVimento 5 Stelle dirà che non è vero che l'hanno sospeso, che hanno tenuto il punto e, come spiegherò, non è vero neanche questo.

L'emendamento di cui stiamo parlando, che è certamente migliorativo rispetto a quello della senatrice Pergreffi, continua a contenere alcune previsioni aberranti.

I tre punti in cui incide sono i seguenti: nessuna riduzione e qualificazione del numero delle stazioni appaltanti, nessun ricorso per le commissioni giudicatrici a commissari esterni selezionati dall'ANAC (ognuno può nominare chi vuole) e, soprattutto, il ripristino totale dell'appalto integrato, per cui il sottosegretario senatore Cioffi mi guarda perplesso, ma di cui parlerò nel corso dell'esame dell'emendamento successivo.

Voglio ora parlare dei primi due temi: si ha l'illusione che il codice abbia bloccato i lavori, ma i numeri dicono che non è vero, tanto che il Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell'edilizia (Cresme) sostiene che l'anno scorso sono stati appaltati più lavori che in passato. Quel che è vero è che non si è messo mano alla cosa più importante, al vulnus più serio del settore, che è quello relativo alla qualificazione e alla riduzione delle stazioni appaltanti. Invitalia, che è una buona stazione appaltante, ha fatto 221 gare a codice vigente, con solo il 7 per cento di ricorsi e di contenziosi. L'Anas e RFI hanno continuato a fare gare e ad appaltare lavori. È la carenza di qualità e di qualificazione delle piccole stazioni appaltanti che blocca il sistema, e voi che fate? Abolite persino l'obbligatorietà del ricorso alle centrali di committenza, tornando praticamente a 35.000 stazioni appaltanti nel Paese.

Questo però non vi basta, fate un'altra cosa, questa sì, aberrante: ritenete che le commissioni giudicatrici possano essere cucinate a casa. Per intenderci, un sindaco o un responsabile unico del procedimento (RUP) può scegliere esattamente i commissari che vuole, non ha l'obbligo di ricorrere all'albo dell'ANAC, né di chiedere i requisiti di professionalità e moralità, ma può scegliere chi vuole: il fratello, la cugina, il fidanzato della sorella o cose di questo tipo. Il combinato disposto dell'aumento delle stazioni appaltanti e della possibilità di scegliere le commissioni giudicatrici come si vuole determina quelle che autorevoli protagonisti del settore hanno definito norme criminogene. Non vi offendete, ma di questo si tratta. A chi giova non si capisce, ma questo è quel che fate con la vostra proposta emendativa: tornate ad un sistema che determinerà tantissimi problemi nel Paese.

Degli altri aspetti negativi parlerò quando discuteremo l'emendamento 1.7 (testo2) della senatrice Pergreffi. (Applausi dal Gruppo PD).

DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, non so se ci troviamo di fronte a un gioco delle parti, a una commedia dell'arte o alla drammatizzazione di dichiarazioni, che annunciano una cosa e poi ne accade un'altra. Sta di fatto, signor Presidente, che l'emendamento in esame, a prima firma del senatore Patuanelli, apporta qualche modifica rispetto al testo uscito dalla Commissione, in particolare rimane il 30 per cento con riferimento alla valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma sostanzialmente tanto tuonò, che non piovve: alla fine, in qualche modo, si è tornati a quello, ma le dichiarazioni di sospensione del codice e tutto il resto rimangono.

Ovviamente questo non significa che diamo una valutazione positiva; anzi, rimangono tutte le questioni assolutamente e ferocemente critiche, che abbiamo espresso rispetto al testo uscito dalla Commissione. Certamente è diverso rispetto all'emendamento della senatrice Pergreffi, che proponeva la totale liberalizzazione dei subappalti (forse Salvini, quando parla di rispetto della direttiva europea, parla solo e unicamente della vicenda della procedura). Di fatto, però, con il testo in esame si torna ad una sorta di mediazione del 40 per cento, che comunque riteniamo assolutamente grave, perché l'aspetto del subappalto, così come il fatto di non attingere più ai commissari esterni e il fatto di tornare alla moltiplicazione delle stazioni appaltanti, senza nessun lavoro sulla qualificazione, farà sì che, nel nostro sistema, queste norme rischiano di essere criminogene: le chiamo per quello che sono.

È inutile che continuate a far finta di niente. Tutte queste norme renderanno l'intero sistema degli appalti permeabile a infiltrazioni molto pesanti. Non mi venite a raccontare che la misura sbloccherà i cantieri; ne riparleremo tra qualche tempo, quando ci ritroveremo - ancora una volta - in una situazione di totale blocco.

C'è un ulteriore elemento grave, contenuto già nell'emendamento della senatrice Pergreffi. L'emendamento sottoscritto dal senatore Patuanelli riscrive anche il comma 24, in tema di rifiuti. Onestamente questa norma è migliorativa rispetto al comma 24, ma - lo dico al senatore Patuanelli - c'è una cosa che mi dovete spiegare. Anzitutto, avreste dovuto garantire, una volta per tutte, che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare adotti i decreti ministeriali e, soprattutto, per fare un'operazione seria, avreste dovuto prevedere non soltanto che tutte le autorizzazioni rilasciate dalle varie autorità e dalle Regioni debbano essere inviate al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ma anche che quest'ultimo possa intervenire e correggere per fare in modo che nel nostro Paese ci sia un'applicazione omogenea delle norme sui rifiuti e non legata alle diverse Regioni e autorità che rilasciano le autorizzazioni.

Detto questo, ovviamente il nostro voto non potrà che essere contrario a quest'altro maxiemendamento. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

PRESIDENTE. Senatore Patuanelli, è favorevole alle correzioni richieste dal relatore?

PATUANELLI (M5S). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE.Senatore Romeo, è d'accordo con le correzioni richieste dal relatore?

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3), presentato dai senatori Patuanelli e Romeo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/159 a 1.7 (testo 2)167 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

L'emendamento 1.7 (testo 2)/168 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/169, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

NUGNES (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUGNES (M5S). Signor Presidente, nel corso della precedente votazione ho sbagliato a esprimere il mio voto, che voleva essere favorevole.

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/170, presentato dalla senatrice Sudano, fino alle parole «Entro il».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/171.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/172, presentato dalla senatrice Sudano, fino alle parole «31 dicembre del 2019».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/173.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/174, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «con le seguenti:».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/175 e 1.7 (testo 2)/176.

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/177 a 1.7 (testo 2)/213 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/214, presentato dal senatore Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/215, presentato dal senatore Ferrazzi, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/503, presentato dal senatore Steger e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/216, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/217, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi, fino alle parole «può procedere».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/218 a 1.7 (testo 2)/220.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/221, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/222, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/223 a 1.7 (testo 2)/232 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/233, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/234, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/235, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/236, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/237 a 1.7 (testo 2)/239 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/240, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/241, presentato dal senatore Mirabelli e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/242, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «sono soppresse».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/243.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/244, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.7 (testo 2)/245 e 1.7 (testo 2)/246 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/247, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti a 1.7 (testo 2)/248 a 1.7 (testo 2)/252 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/253, presentato dal senatore Margiotta, fino alle parole «sono soppresse».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/254 e 1.7 (testo 2)/255.

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/256 a 1.7 (testo 2)/259 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/260, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/261 a 1.7 (testo 2)/263 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/264, presentato dal senatore D'Arienzo.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/265, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/266, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «procedura di gara».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/267.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/268, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/269 a 1.7 (testo 2)/272 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

L'emendamento 1.7 (testo 2)/273 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/274, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/275, presentato dai senatori Mallegni e Gallone, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/276, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/277, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «del rilascio».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/278.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/279, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/280, presentato dai senatori Taricco e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.7 (testo 2)/281 e 1.7 (testo 2)/282 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/283, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/284, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/285, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «del contratto».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/286.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/287, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/288, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/289, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/290, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/291, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/292 a 1.7 (testo 2)/296 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/297, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «lettera d)».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/298.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/299, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «delle offerte ».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/300.

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/301 a 1.7 (testo 2)/322 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/323, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/324, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/325, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/326, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/327, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/328, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/329, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/330, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «il subappalto ».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/331 a 1.7 (testo 2)/333.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/334, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «all'articolo 80».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/335.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7(testo 2)/336 presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «è abrogato».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7(testo 2)/337.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/338, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/339, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/340, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/341, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/342, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/343, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/344, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/345, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/346, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/347, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/348, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/349, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 1.7(testo 2)/350 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.7(testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/351, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.7(testo 2)/352 e 1.7(testo 2)/353 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7(testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/354, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/355, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/356, presentato dal senatore Mirabelli.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/357, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7(testo 2)/358, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/359, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/360, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/361, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/362, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/363, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/364, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/365, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/366, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/367, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/368, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.7 (testo 2)/369, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 1.7 (testo 2)/370, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/371, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/372, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/373, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/374 a 1.7 (testo 2)/382 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/383, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/384, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/385, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/386, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.7 (testo 2)/387 e 1.7 (testo 2)/388 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/389, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «"sessanta giorni"».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 1.7 (testo 2)/390 e 1.7 (testo 2)/391.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/392, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/393, presentato dai senatori D'Arienzo e Sudano, fino alle parole «"sessanta giorni"».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/394.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/395, presentato dalla senatrice Sudano, fino alle parole «con le seguenti».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/396 a 1.7 (testo 2)/398.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/399, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/400, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/401, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/402, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/403, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/404, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, sostanzialmente identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/405, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/406, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/407, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/408, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, sostanzialmente identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/409, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/410, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/411, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/412, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/413, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/414, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/415, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Ricordo che gli emendamenti 1.7 (testo 2)/416 e 1.7 (testo 2)/417 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/418, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/419, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/420, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/421, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/422, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 1.7 (testo 2)/423 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/424, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/425, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/426, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/427, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/428, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/429, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/430, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/431, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/432, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/433, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/434, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/435, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/436, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/437, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/438, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/439, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/440 a 1.7 (testo 2)/444 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.7 (testo 2)/445, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori, fino alle parole «vigili del fuoco volontari».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.7 (testo 2)/454. L'emendamento 1.7 (testo 2)/446 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/447, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 1.7 (testo 2)/448, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/449, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/450, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/451, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/452, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/453, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/455 a 1.7(testo 2)/457 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/458, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/459, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.7 (testo 2)/460 e 1.7 (testo 2)/461 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/462.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intervengo per sollecitare una valutazione più attenta sull'emendamento 1.7 (testo 2)/462 - sul quale, ricordo, è stato espresso parere favorevole da parte dei relatori - dal momento che, così come formulato, potrebbe contrastare in parte con l'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3), presentato da me e dal senatore Patuanelli, che abbiamo approvato poco fa.

Sono a chiederle, dunque, l'accantonamento dell'emendamento o un'eventuale sospensione dei lavori per una possibile riformulazione dello stesso.

Lascio a lei la valutazione, signor Presidente, anche in considerazione del fatto che in sede di Conferenza dei Capigruppo si era deciso che, ad un certo punto, si sarebbero sospesi i lavori così da consentire di poter rinvigorire le forze di tutti i senatori e proseguire i lavori con un pathos maggiore, perché vedo l'Assemblea un po' spenta. (Applausi).

PRESIDENTE. Colleghi, sospendo i lavori fino alle ore 14,30, così da consentire anche di fare una pausa pranzo.

La seduta è sospesa.

(La seduta, sospesa alle ore 13,33, è ripresa alle ore 14,34).

La seduta è ripresa.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, i relatori dovrebbero avere il testo della riformulazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/462. Approfitto di questo intervento per ritirare l'emendamento 1.7 (testo 2)/463.

SANTILLO, relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, do lettura della citata riformulazione. All'emendamento 1.7 (testo 2)/462, il comma 20-bis è sostituito con il seguente: «Per il periodo di vigenza del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, sono fatti salvi gli effetti dell'articolo 1, comma 912, della legge 30 dicembre 2018, n.145, per i soli Comuni che, alla data di entrata in vigore dello stesso decreto-legge, hanno avviato l'iter di progettazione per la realizzazione degli investimenti di cui all'articolo 1, comma 107, della legge n.145 del 2018 e non hanno ancora avviato l'esecuzione dei lavori».

PRESIDENTE. Chiedo al relatore di consegnare il testo scritto, affinché possa essere distribuito.

CALIENDO (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALIENDO (FI-BP). Signor Presidente, ho ascoltato la riformulazione del comma 20-bis e voglio chiedere al relatore come si coniuga con il comma 20-ter, dal momento che ne ripete e ne incorpora la parte generale. Chiedo infatti se valga ancora la pena mantenere il comma 20-ter, dal momento che entrambi fanno riferimento all'articolo 1, comma 107, della legge n. 145 del 2018 e alla condizione di non aver avviato l'esecuzione dei lavori.

Quella che chiedo è solo una spiegazione.

PRESIDENTE. Invito il relatore a pronunziarsi al riguardo.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, il comma 20-ter continua a valere.

PRESIDENTE. Per verificare in modo migliore la compatibilità tra il comma 20-bis, così come proposto nella riformulazione, e il comma 20-ter, ritengo sia preferibile accantonare l'emendamento 1.7 (testo 2)/462 (testo 2). Forse le valutazioni del senatore Caliendo potrebbero essere esatte, visto che il comma 20-bis, così come riformulato, prevede che: «Per il periodo di vigenza del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, sono fatti salvi gli effetti dell'articolo 1, comma 912, della legge 30 dicembre 2018, n.145, per i soli Comuni che, alla data di entrata in vigore dello stesso decreto-legge, hanno avviato l'iter di progettazione per la realizzazione degli investimenti, di cui all'articolo 1, comma 107, della legge n.145 del 2018, e non hanno ancora avviato l'esecuzione dei lavori». Nel comma 20-ter è poi scritto che: «Per i soli Comuni che (...) abbiano avviato la progettazione per la realizzazione degli investimenti, di cui all'articolo 1, comma 107, della legge 30 dicembre 2018, n.145, ma non abbiano avviato l'esecuzione dei lavori (...)».

Chiedo dunque quale sia la differenza fra questi due commi.

SANTILLO, relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, chiedo di accantonare l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Ne dispongo quindi l'accantonamento, per effettuare una verifica.

L'emendamento 1.7 (testo 2)/463 è stato ritirato.

Chiedo al senatore Barbaro se conviene sulla proposta di riformulazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/464, riguardante l'inserimento del comma 20-quinquies.

BARBARO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, accetto la proposta di riformulazione, ma, visto che non ne siamo in possesso, chiedo cortesemente che venga distribuito il nuovo testo.

PRESIDENTE. La proposta di riformulazione è stata avanzata questa mattina.

BARBARO (L-SP-PSd'Az). Accetto la proposta di riformulazione, ma chiedo cortesemente che il testo venga distribuito, a beneficio dei colleghi. Se invece non dovesse servire, va bene così.

PRESIDENTE. Senatore Barbaro, do lettura della proposta di riformulazione, che si propone di aggiungere il seguente comma 20-quinquies: «Per l'esecuzione dei lavori e per la costruzione, il completamento, l'adeguamento e la ristrutturazione dei centri di cui all'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, resta fermo quanto previsto dall'articolo 2, comma 2, del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132».

BARBARO (L-SP-PSd'Az). Va bene, e la ringrazio, signor Presidente.

PRESIDENTE. Invito il Presidente della Commissione bilancio, senatore Pesco, a esprimersi al riguardo.

PESCO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la modificazione è di carattere ordinamentale e, quindi, non ha impatti finanziari.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/464 (testo 2), presentato dal senatore Barbaro.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/465, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti dal 1.7 (testo 2)/467 all'1.7 (testo 2)/475 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/476.

DE BERTOLDI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE BERTOLDI (FdI). Signor Presidente, questo è uno di quei classici emendamenti che mi permetterei di definire di buon senso, sul quale mi piacerebbe ci fosse una condivisione trasversale, in quanto volto sostanzialmente a semplificare davvero la vita alle imprese e a quei funzionari e dipendenti pubblici che lavorano nel campo degli appalti.

Sappiamo che l'amministrazione, in determinate situazioni e con determinati fornitori, ha facoltà di sospendere l'obbligo della cauzione, peraltro anche con dei guadagni in termini di prezzo. Con l'emendamento in esame proponiamo che per legge venga stabilito che le cauzioni di modesto o modestissimo importo (ossia fino a 500 euro) non siano dovute. Sostanzialmente, vorremmo evitare che i Comuni, le Province e, in generale, i funzionari pubblici impazziscano nel produrre documentazione per cauzioni fino a 500 euro (ossia di importo magari pari a 100, 200 o 300 euro).

Ritengo che prevedere che le cauzioni fino a 500 euro non siano dovute sia veramente una norma di buon senso, che risponde alle esigenze sia dei dipendenti pubblici, che di quelle imprese che, per cifre irrisorie, hanno costi e oneri amministrativi assurdi.

Mi appello pertanto a tutti i colleghi affinché una norma di buon senso, che comporta una piccola variazione per ottenere una maggiore semplificazione, possa essere accolta.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/476, presentato dal senatore De Bertoldi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.7 (testo 2)/477 e 1.7 (testo 2)/478 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/479, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 1.7 (testo 2)/480 a 1.7 (testo 2)/493 risultano preclusi dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/494, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/495, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/496.

MORONESE (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MORONESE (M5S). Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. L'emendamento 1.7 (testo 2)/497 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/498, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 1.7 (testo 2)/499 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/500, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/501.

LONARDO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LONARDO (FI-BP). Signor Presidente, vorrei gentilmente richiamare l'attenzione dei colleghi su quest'emendamento.

Vi è un'opera, stanziata per il valore di 48 milioni di euro, che rimane praticamente bloccata non essendo stato nominato il commissario straordinario per il completamento dei lavori, e si tratta dell'asse Benevento-Caserta. Il mio emendamento tende a fare in modo che questo commissario sia nominato e indica anche la via attraverso la quale bisogna farlo.

Mi sembra che si tratti di un emendamento proprio calzante per questo decreto-legge sblocca cantieri. Rivolgo pertanto il mio appello a tutto il Senato, affinché possa approvarlo, per dare il via a una strada molto importante per la Regione Campania, soprattutto per Benevento, Avellino e Caserta. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/501, presentato dalla senatrice Lonardo.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/502, presentato dal senatore Steger e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 1.7 (testo 2)/504 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3).

Passiamo all'emendamento 1.7 (testo 2)/462, precedentemente accantonato, poiché sulla compatibilità era stato posto un quesito al relatore, cui chiedo di rispondere.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, chiedo che rimanga ancora accantonato, perché sono tuttora in corso le opportune verifiche.

PRESIDENTE. Dobbiamo pertanto accantonare anche l'emendamento 1.7 (testo 2).

Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli ordini del giorno e sui restanti emendamenti.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole su tutti gli ordini del giorno presentati e formulo un invito al ritiro o altrimenti esprimo parere contrario su tutti i restanti emendamenti.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G1.1, G1.2, G1.3 e G1.4 non verranno posti ai voti.

L'emendamento 1.0.1 è accantonato.

Passiamo all'emendamento 1.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.0.3 e 1.0.4 sono improponibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.5, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori, identico all'emendamento 1.0.70, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.6, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.7, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.8, presentato dal senatore Durnwalder e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 1.0.9 e 1.0.10 sono improponibili.

L'emendamento 1.0.11 è accantonato.

Passiamo all'emendamento 1.0.12, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.12, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Siamo pronti a sciogliere la riserva sull'emendamento 1.7 (testo 2)/462, senatore Santillo?

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, per scegliere una formulazione che sia la più chiara possibile, al termine della formulazione prima dichiarata, che ho poc'anzi letto si aggiungono le seguenti parole: «per gli stessi Comuni:» e tutta la parte del 20-ter che sono i punti a), b) e c).

PRESIDENTE. Dunque lei ha modificato il comma 20-bis, aggiungendo le parole «per gli stessi Comuni:», ed ha eliminato il primo capoverso del comma 20-ter, aggiungendo al comma 20-bis le lettere a), b) e c). Il comma 20-quater rimane invece invariato, diventando però 20-ter.

SANTILLO, relatore. È esatto.

PRESIDENTE. Allora, provo a ripetere quanto ho capito e lei mi dirà se corrisponde o se ho sbagliato.

Il capoverso 20-bis è sostituito con il seguente: «Per il periodo di vigenza del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, sono fatti salvi gli effetti dell'articolo 1, comma 912, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, per i soli Comuni che, alla data di entrata in vigore dello stesso decreto-legge, abbiano avviato l'iter di progettazione per la realizzazione degli investimenti di cui all'articolo 1, comma 107, della legge 30 dicembre del 2018, n. 145, e non hanno ancora avviato l'esecuzione dei lavori.

Per gli stessi Comuni:

a) il termine di cui all'articolo 1, comma 109, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, è differito al 10 luglio 2019;

b) il termine di cui all'articolo 1, comma 111, primo periodo, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, è differito al 31 luglio 2019;

c) il termine di cui all'articolo 1, comma 111, ultimo periodo, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, è differito al 15 novembre 2019.

Il capoverso 20-quater diventa 20-ter e rimane invariato: «Il Ministero dell'interno provvede, con proprio decreto, all'attuazione delle disposizioni di cui al comma 3-bis, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio dello Stato».

Chiedo al relatore se tale formulazione è corretta.

SANTILLO, relatore. Sì, signor Presidente, è corretta.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2)/462 (testo 2), presentato dalla senatrice Pirovano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 1.7 (testo 2)/466 risulta pertanto assorbito.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 (testo 2), precedentemente accantonato.

MARGIOTTA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, siamo all'emendamento al quale ho accennato già in precedenza a proposito dell'emendamento 1.7 (testo 2)/161 (testo 3) del collega Patuanelli. È il famoso emendamento 1.7 (testo 2), a firma della senatrice Pergreffi, che, nella comunicazione, è passato come la sospensione del codice degli appalti. Esso conteneva tutta una serie di punti piuttosto negativi, alcuni molto negativi, alcuni dei quali sono stati emendati dal collega Patuanelli e di questo gli do atto.

Faccio un esempio a proposito dell'offerta economicamente più vantaggiosa, si ripristina il tetto di trenta punti su cento per aggiudicare la gara. Ma per me rimane tutta intera in questo emendamento, o in quel che resta di esso, perché è un testo sul quale andrebbero fatte molte cancellature per capire ciò di cui stiamo parlando, la parte più negativa del decreto-legge n. 32 del 2019, cioè quella in cui si decide di sospendere il divieto del ricorso all'affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione dei lavori. In pratica si demolisce in modo devastante il cardine principe del codice: la centralità della progettazione, la terzietà del progettista rispetto all'impresa, la qualità della progettazione. Queste erano tutte cose - per questo prima ho richiamato il collega della scorsa legislatura nella mia Commissione, senatore Cioffi - sulle quali nella precedente legislatura avevamo lavorato con i 5 Stelle in modo assolutamente unanime, in sintonia totale. Infatti, tornare all'impresa che fa il progetto, cioè all'appalto integrato sulla base del definitivo, significa dar vita a quanto abbiamo assistito (varianti incredibili, ricorsi e contenziosi, riserve quotidiane) senza alcuna tutela della qualità della progettazione, a vantaggio soltanto, non delle imprese (che neanche lo vogliono questo emendamento), ma delle imprese scorrette, facendo venir meno ancora una volta un elemento sul quale eravamo quasi tutti d'accordo nella scorsa legislatura, punendo i progettisti, mettendoli alla mercé delle imprese. Questa è l'operazione che si fa.

Francamente mi dispiace che non ci sia il ministro Toninelli, perché ho la sensazione che gli sfugga la portata della famosa lettera b) del primo comma dell'emendamento della collega Pergreffi. Sono convinto che se ci avesse messo un po' di attenzione sarebbe stata d'accordo con le cose che sto dicendo, perché è una norma che ci porterà esattamente a tutte le devastanti, disastrose negatività che con il codice avevamo provato a cancellare. Altro che norma criminogena, è peggio.

L'ho detto prima in italiano e lo dirò con la meravigliosa sintesi di cui solo i latini erano capaci: davvero mi chiedo cui prodest, perché si fa questo emendamento? La risposta, signor Presidente, è inquietante, qualsiasi essa possa essere. (Applausi dal Gruppo PD).

NENCINI (Misto-PSI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NENCINI (Misto-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'emendamento 1.7 (testo 2) è il simbolo di come si vada a compiere una perfetta controriforma. Io conservo memoria della discussione nella 8a Commissione del Senato della passata legislatura - la ricordava ora il senatore Margiotta - e rammento che nella vecchia dizione prevista nel codice, cioè nel decreto legislativo n. 50 del 2016, sia la Lega sia il MoVimento 5 Stelle fecero valere le loro giuste ragioni per sostenere che l'appalto integrato andava completamente revisionato, anzi andava cancellato per restituire dignità e centralità alla progettazione.

La controriforma si compie oggi ed è la dimostrazione di come si possa cambiare idea senza avere un fondamento per il quale lo si possa fare. Infatti, nel corso di questi anni non c'è stata una prova di alcun genere, di alcuna natura, di come la riforma abbia incontrato, rispetto al passato dell'appalto integrato, delle controindicazioni. Non so se le ragioni che riportano alla preistoria siano quelle ricordate dal senatore Margiotta; in primo luogo so che questo tentativo non produrrà alcun tipo di farina, cioè non ci sarà accelerazione nell'apertura dei cantieri; in secondo luogo, alimentiamo al contrario tutti i rischi per i quali nella precedente legislatura la norma venne modificata. Le ragioni per le quali la trasparenza in campo di grandi infrastrutture e di lavori pubblici veniva a cadere erano essenzialmente due: la prima riguarda il massimo ribasso, che si recuperava con delle varianti esose. Uno studio del tempo ricordava che nell'82 per cento dei casi (quindi in quasi tutti i casi) veniva recuperato con varianti corrispondenti esattamente al ribasso che veniva messo in campo e il ribasso riappare.

L'altra ragione di scarsissima trasparenza si legava, appunto, all'appalto integrato.

Ho concluso, Presidente, e colgo l'occasione per ringraziarla pubblicamente perché i dati che ora cito li abbiamo conquistati, letteralmente, grazie anche al fatto che lei, da parte sua, ha interpretato correttamente il ruolo che ricopre. Per questo la ringrazio pubblicamente. La possibilità di accelerare i lavori la si deve, sì, alle norme, ma la modifica delle norme doveva essere a monte in una serie di procedure che generano un eccesso di ostacoli che complicano l'esecuzione e l'apertura del cantiere.

C'è un altro fattore conclusivo: i fondi che si mettono a disposizione. Scopriamo, quasi per caso, che 203 opere in capo ad ANAS vengono posticipate di due o tre anni in media per un totale di 16 miliardi e 200 milioni di euro. Quindi, voi approvate un decreto sbloccacantieri e, al contempo, posticipate di due anni l'apertura di cantieri per 16 miliardi di valore. Forse conviene dire intanto all'Assemblea quale sia la verità, perché le due questioni assieme non si tengono. (Applausi dal Gruppo PD).

GALLONE (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FI-BP). Signor Presidente, per un attimo, per un giorno avevamo creduto, cari amici della Lega, che foste tornati finalmente ad applicare il programma del Centrodestra. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Ci avevamo creduto davvero, al punto da pensare che da un momento all'altro anche il Governo avrebbe scricchiolato e sarebbe caduto, partendo dal premier Conte che ha annunciato le dimissioni, e noi sappiamo benissimo che le dimissioni non si annunciano ma si danno. In quel momento abbiamo avuto un soprassalto di gioia, di felicità, anche perché leggendo quella sorta di maxiemendamento arrivato in zona cesarini, un attimo prima che si votasse, quando stavamo quasi per entrare in Aula, abbiamo pensato che l'Italia ripartisse, che finalmente, al posto di un contenitore pieno di cianfrusaglie, forse l'iter per realizzare il vero codice degli appalti avrebbe potuto cominciare a ripartire, e lo sbloccacantieri avrebbe potuto diventare davvero uno sbloccacantieri visto che conteneva un sogno, il Paese che volevamo e che sognavamo. Una moratoria di due anni del codice degli appalti avrebbe fatto in modo che l'Italia ricominciasse a correre per superare quella legge n. 50 del 2016 di Renzi che aveva bloccato tutto. Per un attimo non ho creduto ai miei occhi, anche oggi, quando il collega Briziarielli ha parlato dell'end of waste e dello sblocco di un sistema che invece sta bloccando un altro "cantiere" importantissimo che è quello del riciclo dei rifiuti. Tutto questo è contenuto nell'emendamento Romeo-Patuanelli, ma il provvedimento è comunque annacquato. Ho visto adesso, e mi fa piacere, un'agenzia di stampa del ministro Costa che si impegna ad attuare l'end of waste entro tre mesi e mi voglio fidare. Ci vogliamo fidare. Il nostro emendamento era più completo. Il nostro emendamento conteneva una utile elencazione caso per caso per poter emanare le autorizzazioni. Il nostro emendamento, l'emendamento Mallegni, avrebbe risolto il problema di tutti i balneari d'Italia sul tema dei rifiuti, consentendo di considerare le alghe, il cosiddetto lavarone, un rifiuto speciale da poter smaltire nella maniera più corretta. È stato semplicemente saltato, bypassato, ci abbiamo posto un fregio, non ce ne siamo neanche accorti mentre lo stavamo votando.

È la solita politica del gambero: un passo avanti, tre passi indietro. Ci dispiace veramente, perché per l'ennesima volta, mentre, dopo tanto strepitare, pensavamo che la Lega finalmente si sarebbe liberata e avrebbe ricominciato a fare davvero il bene del Paese, vi è stata una frenata repentina, con addirittura il MoVimento 5 Stelle che, a nostro avviso, prende il sopravvento - un'altra volta - su questo provvedimento.

È chiaro, quindi, che abbiamo avuto una delusione. Ricordatevi che le delusioni fanno più male dei no: se mi dicono di no subito, io mi metto il cuore in pace; ma se si illude il Paese e poi si dà al Paese una delusione, le delusioni si pagano. (Applausi dal Gruppo FI‑BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo 2), presentato dalla senatrice Pergreffi.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi i restanti emendamenti riferiti all'articolo 1, nonché gli emendamenti 1.0.710 e 1.0.1.

L'emendamento 1.0.11 risulta assorbito dall'approvazione dell'emendamento 1.7 (testo 2)/462 (testo 2).

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.4 e 2.850. Esprimo parere contrario sui restanti emendamenti. Esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G2.1 e G 2.2 (testo 2). Esprimo infine parere favorevole sull'emendamento 2.0.1, a condizione che sia modificato come segue: al comma 1 sopprimere le lettere a), c) e d); alla lettera b), sostituire alle parole «ed anche assistiti» le parole «anche se assistiti» ed infine sopprimere il comma 3. Sui restanti emendamenti aggiuntivi esprimo parere contrario.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei far presente che dell'emendamento 2.0.1 è stato presentato un testo 3, incluso nell'annesso, che già dovrebbe parzialmente recepire le indicazioni poc'anzi fornite dal relatore, senatore Santillo.

SANTILLO, relatore. In questo caso, esprimo parere favorevole all'emendamento 2.0.1 (testo 3).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.1, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.2, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 2.3 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 2.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.5, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.6, presentato dal senatore Steger e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.850, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.7, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.8, presentato dal senatore De Bonis.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.9, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.10, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.11, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 2.12 risulta precluso dall'approvazione dell'emendamento 2.850.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.13, presentato dalla senatrice Sudano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G2.1 e G2.2 (testo 2) non verranno posti ai voti.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.0.1 (testo 3).

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Mi scusi, signor Presidente, se non ricordo male, sul comma 4 di questo emendamento la 5a Commissione aveva espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

PRESIDENTE. Esattamente. Il parere della Commissione bilancio era condizionato alla soppressione del comma 4.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Ne accetto l'espunzione.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.0.1 (testo 4), presentato dal senatore Arrigoni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 2.0.200.

L'emendamento 2.0.2 è improponibile.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 3.1 (testo corretto), 3.2, 3.7, 3.9, 3.11 e 3.13. Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello dei relatori.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.1 (testo corretto), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.2, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 3.4 e 3.5.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.3, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.6, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.7, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.8, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.9, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.10, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.11, presentato dai senatori Coltorti e Fede.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 3.12.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.13, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.14, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.15, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.16, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 3.17, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.17, presentato dai senatori Berardi e Mallegni.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 3.0.850 e 3.0.1 sono stati ritirati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.0.2, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori, identico all'emendamento 3.0.3, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 3.0.60 è stato ritirato.

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

PERGREFFI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, chiedo la trasformazione dell'emendamento 4.6 (testo 2) in ordine del giorno.

FUSCO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, intendo trasformare l'emendamento 4.39 in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.

GALLONE (FI-BP). Signor Presidente, ritengo che la richiesta di trasformazione di due importanti emendamenti, il 4.6 (testo 2) e il 4.39, in ordini del giorno sia un'altra delusione, perché l'emendamento della collega Pergreffi ci piaceva, tanto che avevamo predisposto anche un subemendamento. Tale emendamento di fatto riapriva in maniera concreta la possibilità di continuare a studiare e realizzare l'opera madre di tutti i cantieri, cioè il treno ad alta velocità. Penso rimarranno altresì molto delusi gli abitanti umbri e laziali perché un'altra opera viaria importante viene inserita non in un emendamento e, quindi, nello sblocca cantieri, ma in un semplice ordine del giorno e sappiamo questo cosa vuole dire. Pertanto, dopo aver aperto il libro dei sogni, lo richiudiamo e andiamo avanti.

CONZATTI (FI-BP). Signor Presidente, vorrei soffermarmi su una questione preliminare. L'emendamento 4.43/101 è stato dichiarato inammissibile, che è sullo stesso tema dell'emendamento 4.854 presentato dai relatori. In questo senso mi preme molto chiedere ai relatori un surplus di riflessione sul loro emendamento. Chiedo l'attenzione dei relatori in quanto tale misura prevede in tre parole l'esproprio del Fondo ferrovia, istituito dalla legge n. 449 del 1997 per la società autostrade A22. La legge citata prevedeva la facoltà della società di non distribuire gli utili, ma di accantonarli in uno specifico fondo per realizzare la ferrovia. È un fondo dedicato previsto dalla legge ed ora, con tre parole, se ne prevede l'esproprio dalla società a favore dello Stato.

Credo sia questo l'emendamento da dichiarare inammissibile e quindi chiedo un surplus di riflessione. Tra le altre cose, l'emendamento 4.43/100, che è sullo stesso tema di quello dichiarato inammissibile, dà la soluzione, prevedendo per la società A22 di recepire finalmente in Italia la direttiva specifica, che stabilisce che le società in house possano avere soci privati fino al limite del 20 per cento. Questa è la soluzione che il Governo stesso si è impegnato a percorrere nel decreto semplificazioni, approvando uno specifico emendamento, accolto come raccomandazione dal Governo.

Quindi chiedo ovviamente e con forza un surplus di riflessione, perché qui si sta facendo non solo un esproprio, ma un provvedimento contra legem.

PRESIDENTE. Senatrice Conzatti, sembra che ci sia stata un po' di sovrapposizione.

L'emendamento 4.43/100, diventato sull'Annesso II 4.430, è stato semplicemente spostato a pagina 53 del fascicolo, quindi non è stato dichiarato inammissibile, mentre l'emendamento successivo sì.

CONZATTI (FI-BP). Il contenuto dell'emendamento 4.43/100 è stato fra l'altro assorbito...

PRESIDENTE. Non è stato assorbito, è stato spostato ed è stato dichiarato ammissibile: è un po' diverso.

CONZATTI (FI-BP). Sì, signor Presidente, ma troviamo il suo contenuto anche nel testo dell'emendamento 4.854, dei relatori...

PRESIDENTE. Ne abbiamo spostati una serie, perché erano inammissibili e spostandoli li abbiamo resi ammissibili, di tutti i segni e di tutti i Gruppi parlamentari: lo dico per precisione.

CONZATTI (FI-BP). Certamente, signor Presidente. La mia preoccupazione riguarda l'aggiunta, ad opera dei relatori, che di fatto espropria un fondo previsto ex lege e prevede che questo fondo, che è nel bilancio... (Brusio).

PRESIDENTE.Colleghi, c'è un grande brusìo: non riesco a sentire nulla.

CONZATTI (FI-BP). L'emendamento dei relatori prevede che il fondo del 1997...

PRESIDENTE.Senatrice Conzatti, le chiedo di far riferimento alle pagine del fascicolo, per seguire meglio.

CONZATTI (FI-BP). Mi riferisco all'emendamento 4.854, dei relatori, a pagina 53 del fascicolo, che prevede che il fondo di cui alla legge 27 dicembre 1997, n. 449, diventi di esclusiva competenza dello Stato. Ritengo che questo passaggio, che è innovativo ed è contra legem, perché è contrario alla legge istitutiva, debba essere sottoposto ad ulteriore riflessione.

PRESIDENTE.Ricordo ancora una volta che l'emendamento della senatrice Conzatti è stato spostato a pagina 53 del fascicolo e infatti deve essere votato successivamente. Diversamente sarebbe stato inammissibile.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, intervengo solo per comunicare il ritiro dell'emendamento 4.42 (testo 2) a pagina 46 del fascicolo.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.

Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 4.1, identico agli emendamenti 4.2 e 4.3, 4.4 e 4.5. Invito ad accogliere l'ordine del giorno derivante dalla trasformazione dell'emendamento 4.6 (testo 2), purché venga specificato che si tratta soltanto di tratte nazionali.

Il parere è contrario sugli emendamenti 4.8, 4.9, 4.10, 4.11, 4.12 testo 2), 4.800, 4.16, 4.18, 4.19, 4.20, 4.22 e 4.23, mentre è favorevole sugli emendamenti 4.7 (testo 2), 4.13 e 4.15 (testo 2), identico all'emendamento 4.17. Quanto all'emendamento 4.21, il parere è favorevole limitatamente alla lettera c).

Invito a ritirare l'emendamento 4.530.

Sugli emendamenti 4.25, 4.26, 4.27, 4.28, 4.801, 4.29, 4.31, 4.32, 4.850/100, 4.850/101, 4.850/102, 4.850/103, 4.850/104 e 4.850/105 il parere è contrario, mentre è favorevole sugli emendamenti 4.30 (testo 3), 4.500 e 4.501.

Quanto all'emendamento 4.850, ne chiedo l'accantonamento per un approfondimento.

Il parere è contrario sugli emendamenti 4.851/100, 4.851/102 e 4.851/104. L'emendamento 4.851 è ritirato.

Sull'emendamento 4.201 il parere è favorevole.

PRESIDENTE. L'emendamento 4.201 è improponibile.

SANTILLO, relatore. La ringrazio, signor Presidente.

Sugli emendamenti 4.33 (testo 3) e 4.36 il parere è favorevole.

Sugli emendamenti 4.34, 4.35, 4.37, 4.38, 4.41 e 4.43/100 il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno G4.39 il parere è favorevole, purché si introduca l'espressione «a valutare l'opportunità di» prima delle parole «apportare le seguenti modificazioni».

Chiedo che gli emendamenti 4.852 e 4.40 siano accantonati.

Sugli emendamenti 4.43 e 4.853/100 il parere è favorevole.

Chiedo che l'emendamento 4.853 e 4.854 siano accantonati.

Sugli emendamenti 4.44, 4.45, 4.855/100 e 4.855/101 il parere contrario.

Sull'emendamento 4.855 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al capoverso «12-bis,» dopo le parole «sono in ogni caso escluse», inserire le parole "per ogni profilo". Quindi sostituire le parole da «sono emanati» fino alla fine del periodo con le seguenti: «siano stati vistati e registrati dalla Corte dei conti in sede di controllo preventivo di legittimità svolto su richiesta dell'amministrazione procedente».

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.856. Esprimo parere contrario sull'emendamento 4.857/100 e parere favorevole sull'emendamento 4.857, che riformulo espungendo la lettera b).

Il parere è altresì contrario sugli emendamenti 4.46, 4.0.850/100 (identico al 4.0.850/101), 4.0.850/103 (identico al 4.0.850/102) e 4.0.850/104 (identico al 4.0.850/105). Risulta poi assorbito l'emendamento 4.0.850/106.

PRESIDENTE.Assorbito da che cosa?

SANTILLO, relatore. Dal 4.0.850.

PRESIDENTE. Ma dobbiamo ancora votarlo; l'assorbimento eventualmente lo vedremo dopo.

SANTILLO, relatore. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 4.0.850/106, 4.0.850/108, 4.0.850/109 e 4.0.850/110 e parere contrario sugli emendamenti 4.0.850/107 e 4.0.850/111. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.0.850, che riformulo ai sensi del parere condizionato espresso dalla Commissione bilancio, come pure sugli emendamenti 4.0.3 (testo 2) e 4.0.4 (testo 3).

Il parere è contrario sugli emendamenti 4.0.70, 4.0.100, 4.0.110, 4.0.120, 4.0.851/100, 4.0.851/101 e 4.0.851/102, mentre è favorevole sull'emendamento 4.0.851, accogliendo le richieste di riformulazione della Commissione bilancio.

Sugli emendamenti 4.0.853/100 e 4.0.853/101 il parere è contrario.

Chiedo infine l'accantonamento dell'emendamento 4.0.853.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore. Anche in relazione all'emendamento 4.0.6, che è stato ritirato e trasformato in ordine del giorno, concordiamo con la richiesta del relatore circa la precisazione che si tratti esclusivamente delle tratte nazionali.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1, identico agli emendamenti 4.2 e 4.3.

PICHETTO FRATIN (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PICHETTO FRATIN (FI-BP). Signor Presidente, originariamente il nostro Gruppo aveva apprezzato una serie di emendamenti della maggioranza che, nella giornata di ieri, andavano nella direzione dello sblocco dei cantieri. Questa direzione era data, in particolare, anche dall'emendamento 4.6, che è stato testé ritirato. Con stupore ho accolto anche il parere di relatore e Governo rispetto all'emendamento 4.6, ritirato, che è diventato un ordine del giorno. Lo stupore nasce da un motivo semplice: questo emendamento riguarda sostanzialmente tratte internazionali. Rimane il porto di Pescara. Per i tratti alpini, dall'altra parte delle Alpi, sicuramente ci sono altri Stati e non più l'Italia, salvo che si possa fare una galleria continuata fino a Campione d'Italia, ma anche il porto di Pescara, probabilmente, serve ad andare verso l'estero.

Proprio nel momento in cui si dovrebbe dare l'avvio e sbloccare, sono stati ritirati gli emendamenti riguardanti gli impegni per tutti cantieri, cioè vendiamo lo sbloccacantieri: a questo punto, sopprimiamo l'articolo 4! (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Tra l'altro, ciò riguarda non solo gli emendamenti che costano, dove si potrebbe dire che dobbiamo ancora fare una valutazione rispetto alle coperture complessive, ma anche emendamenti come il 4.6, che contengono tratte come quella della TAV, per la quale nella giornata di ieri è arrivata la comunicazione dalla coordinatrice Radicova sullo stanziamento aggiuntivo di 1,3 miliardi da parte dell'Unione europea, riducendo quello che è lo stanziamento della Repubblica italiana. Anche questo emendamento, noi lo togliamo. A questo punto, sembra il gioco del Risiko; sembra una partita a scacchi tra i due Vice Presidenti del Consiglio dei ministri. Ci vorrebbe chiarezza, ma la chiarezza, purtroppo, c'è solo nel titolo, del decreto sbloccacantieri, e non certo all'articolo 4.

Ecco perché, a questo punto, non ci rimane che votare a favore degli emendamenti identici 4.1. 4.2 e 4.3, che chiedono addirittura la soppressione dell'articolo 4, proprio perché il Governo possa ripensarci e valutare qual è l'interesse del Paese. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

DAMIANI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DAMIANI (FI-BP). Signor Presidente, ho chiesto prima la parola, in relazione all'emendamento 4.46, relativo a una tratta ferroviaria già interessata da lavori.

PRESIDENTE. Senatore, magari ne possiamo parlare quando ci arriveremo.

DAMIANI (FI-BP). Vorrei chiedere di trasformare in ordine del giorno l'emendamento 4.46, per questo volevo intervenire in sede di espressione dei pareri. Vorrei trasformare l'emendamento, che riguarda questo intervento di carattere nazionale, perché Rete ferroviaria italiana ha già un progetto e dei finanziamenti, in ordine del giorno, in modo tale che il Governo possa accoglierlo.

PRESIDENTE. Quando ci arriveremo, chiederemo il parere del Governo.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, visto che alcuni emendamenti importanti sono stati accantonati, chiederemmo di sospendere i nostri lavori per un'ora. (Brusio).

PRESIDENTE. Siccome la seduta non prevede comunque un orario di chiusura, possiamo dare un'ora di tempo per risolvere tutti i problemi che accompagnano gli emendamenti accantonati.

Sospendo pertanto la seduta fino alle ore 17.

(La seduta, sospesa alle ore 16,03, è ripresa alle ore 17).

Presidenza del vice presidente LA RUSSA

PATUANELLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, poiché alcuni aspetti delle riformulazioni connesse al parere della Commissione bilancio sono ancora in fase di analisi e redazione, con i relatori occupati su questo fronte, chiediamo un'ulteriore mezz'ora di pazienza per arrivare fino alla fine senza più interruzioni.

PRESIDENTE. La pazienza potrebbe anche essere venuta meno, ma noi naturalmente concediamo questa mezz'ora, non ne possiamo fare a meno.

Non facendosi osservazioni, sospendo la seduta fino alle ore 17,30.

(La seduta, sospesa alle ore 17,01, è ripresa alle ore 17,31).

Presidenza del vice presidente CALDEROLI

Colleghi, data la necessità di procedere con i lavori, la Presidenza dispone l'accantonamento momentaneo dell'articolo 4.

Passiamo pertanto all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

NUGNES (M5S). Signor Presidente, probabilmente il decreto-legge al nostro esame avrebbe dovuto occuparsi soltanto di ricostruzione a seguito di eventi sismici, visto che in Parlamento sono già in discussione due disegni di legge molto importanti: il primo, sulla revisione del codice degli appalti, che avrebbe evitato frammentazioni e riprese parziali del codice; il secondo, sulla rigenerazione urbana, che da nove mesi è in discussione nelle Commissioni riunite ambiente e agricoltura.

Ho tuttavia presentato emendamenti all'articolo 5 perché mi hanno detto che, dal momento che l'articolo sulla rigenerazione urbana oramai c'è, avremmo dovuto in qualche misura contenerlo. Ciò a causa di un problema dovuto a una sentenza del TAR, di oltre dieci anni fa, sulla quale si è espresso a settembre 2017 il Consiglio di Stato. In relazione al decreto ministeriale n. 1444 del 1968 - che la giurisprudenza costante ritiene un riferimento di diritto non derogabile a garanzia di esigenze collettive connesse all'igiene e alla sicurezza - si specifica quella che era la preoccupazione di molti, ovvero che in centri storici, consolidati o meno, l'abbattimento e la ricostruzione, quindi un'azione fondamentale della rigenerazione urbana, potessero comportare la necessità di mantenere la distanza di 10 metri, così come prevista dall'articolo 9, commi 1 e 2, del medesimo decreto. Il Consiglio di Stato si era già pronunciato nella sentenza del settembre 2017 dicendo che, per quanto riguarda il decreto in questione, l'articolo 9 si riferisce solo alla nuova pianificazione del territorio, e quindi a nuovi edifici, non ad abbattimenti e ricostruzioni, e specifica che quando si tratta di abbattimento e ricostruzione non è proprio raccomandabile valutare una diversa distanza da quella preesistente, perché l'arretramento della sagoma dell'edificio potrebbe comportare altri tipi di problemi, come la chiusura di spazi interstiziali o comunque l'invasione di altra proprietà.

Quindi, negli emendamenti di cui sono firmataria ho riportato pedissequamente quello che il Consiglio di Stato specifica nella sentenza perché, anche se chiaramente le sentenze fanno giurisprudenza, probabilmente è giusto che i legislatori pongano un punto di riflessione, che tuttavia non costituisca una deroga, come invece si è tentato di fare con altri emendamenti, volta a limitare l'operatività dell'articolo 9 solo a particolari aree (zonizzazioni).

Volendo approfittare, però, di questo articolo, che si riferisce alla rigenerazione urbana, ho voluto fare anche un riferimento a una legge già esistente. Ripeto che sono nove mesi - con centinaia di audizioni e dodici disegni di legge all'esame delle Commissioni riunite agricoltura e ambiente - che si discute di un disegno di legge importante e di un testo di riordino generale, visto che già abbiamo una certa confusione con oltre venti leggi regionali.

La legge n. 10 del 14 gennaio 2013 prevede norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. Il comma 2 dell'articolo 6 recita che: «Ai fini del risparmio del suolo e della salvaguardia delle aree comunali non urbanizzate, i Comuni possono …» ed elenca quattro punti atti a «prevedere particolari misure di vantaggio volte a favorire il riuso e la riorganizzazione degli insediamenti residenziali» e a prevedere opportuni strumenti di intervento sul patrimonio esistente e sulle aree verdi. Nel mio emendamento 5.15 ho semplicemente sostituito «possono» con «devono», vista l'urgenza che il consumo del suolo indiscriminato sta causando al nostro territorio, anche in termini di clima alterato e di aumento dell'inquinamento.

Volendo approfittare ancora, ho aggiunto un altro comma b-bis) relativo alla banca dati del patrimonio immobiliare esistente non utilizzato e delle aree dismesse, che è esigenza primaria e non più derogabile per proseguire a costruire sul costruito.

Gli emendamenti in questione sono tre e invito l'Assemblea, che stamattina ha discusso le mozioni relative ai cambiamenti climatici, a fare una riflessione sul fatto che derogare al decreto ministeriale n. 1444 del 1968 significa derogare ai diritti costituzionali, così come la narrativa ci insegna da oltre cinquant'anni.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 5.5 (testo 2), 5.33, 5.0.3, 5.0.850, 5.0.851, 5.0.852 (testo 2) e 5.0.22 (testo 3), a condizione che sia introdotta la clausola di invarianza finanziaria della Commissione bilancio.

Esprimo parere contrario su tutti gli altri emendamenti.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.1, identico agli emendamenti 5.2 e 5.3.

MARTELLI (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARTELLI (Misto). Signor Presidente, l'emendamento 5.1 è soppressivo dell'articolo per ragioni che sono state espresse egregiamente dalla collega Nugnes: un articolo di questo tipo, per il quale non c'è nessuna evidenza di necessità e urgenza, non doveva essere presente in un decreto-legge. Non solo; che cosa fa l'articolo 5 di pericoloso, oltre a tutte le cose che sono già state annunciate? Basta andare al primo comma, lettera a) che, parlando della facoltà delle Regioni di introdurre delle normative specifiche in materia urbanistica, afferma che le parole «possono prevedere» della normativa vigente sono sostituite dalla seguente: «introducono». In tal modo si dà facoltà alle Regioni di introdurre delle legislazioni che superano la normativa nazionale in materia di consumo e di rigenerazione del suolo e urbanistica. A tal proposito bisogna prima di tutto osservare che per quanto riguarda il consumo di suolo, in effetti, questo risulta coerente con una delle proposte che erano inserite negli impegni della mozione di maggioranza, in cui si parlava di misure per l'utilizzo responsabile del suolo, che è come dire di giocare con moderazione, oppure di bere il meno possibile. Considerato che ci sono dodici disegni di legge che parlano di azzeramento e di stop al consumo di suolo, sentir parlare di consumo ragionevole del territorio mi ricorda la pubblicità del gioco d'azzardo. Questa è la prima osservazione.

La seconda è che non esiste ancora una nozione condivisa di rigenerazione urbana. Ci sono filoni che puntano il faro parlando di rigenerazione urbana e rigenerazione del tessuto urbanistico inteso come edificato e c'è un filone che invece parla di rigenerazione come visione della rigenerazione dal punto di vista dell'essere umano, che ricorda molto la divisione che c'è in questo momento relativamente al restauro: filologico, alla Viollett-le-Duc e restauro non restauro. Nel momento in cui non c'è una chiara definizione sulla quale appoggiarsi per parlare di rigenerazione urbana, la cosa più pericolosa che si può fare è metterci mano e dare facoltà alle Regioni di legiferare separatamente sulla materia. Queste due motivazioni, messe insieme, dovrebbero suggerire un minimo di prudenza perché non possiamo ragionare con l'idea che le Regioni siano tutte virtuose. Il principio è: non voglio sapere qual è lo spirito buono della legge, ma capire quali cose negative una legge ti permetterebbe di fare. Con tutta la buona volontà del mondo e visto cosa è successo a livelli di tessuto urbanistico nazionale, una legislazione di questo tipo è come far uscire tutti i buoi e poi andarli a cercare di notte. Secondo noi questo è un problema, che può diventare ancor più importante, e questo è il motivo per cui l'articolo 5 andrebbe espunto. (Applausi della senatrice Nugnes).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.1, presentato dai senatori Martelli e De Petris, identico agli emendamenti 5.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 5.3, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.4, per la parte ammissibile.

FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRAZZI (PD). Signor Presidente, ho già avuto modo di spiegare dettagliatamente durante l'illustrazione della relazione di minoranza come l'articolo 5, che dovrebbe rilanciare il nostro Paese sulla rigenerazione urbana, sia invece del tutto vuoto. Sono rimasti il titolo e il primo comma dell'articolo 5, che spiega quello che l'articolo avrebbe dovuto fare; dopodiché il nulla del nulla, perché non c'è nessun nesso alcuno tra il titolo e l'articolato.

E allora, Presidente, con l'emendamento 5.4 facciamo una cosa molto semplice: riempiamo l'articolo di contenuti. E lo facciamo con una visione complessiva, tenendo conto di due prerequisiti fondamentali per fare rigenerazione: l'equilibrio e la sostenibilità ambientale; l'equilibrio e la sostenibilità economica. Chi perde di vista uno di questi due elementi parla a vanvera perché nei Paesi in cui si fa rigenerazione c'è attenzione alla rigenerazione dal punto di vista ambientale, culturale e sociale e c'è l'incentivazione per poterla fare. La rigenerazione si fa infatti con fondi pubblici, ma si fa soprattutto attraverso investimenti privati. Il nostro emendamento va esattamente in questa direzione: grande attenzione all'ambiente, alla cultura, al risanamento, alla sicurezza urbana, creando contemporaneamente le condizioni affinché questi interventi si possano davvero fare.

In sintesi c'è una definizione molto chiara di cosa intendiamo per rigenerazione urbana, di quelle che devono essere le risorse e le competenze, tra Stato, Regioni ed enti locali. Si definisce un concetto fondamentale, che è quello di interesse pubblico - i territori o le aree delle città che sono definite di interesse per la rigenerazione urbana sono cioè di interesse pubblico - e c'è la dichiarazione di pubblica utilità e di conseguenza si può intervenire anche secondo il codice degli espropri. Questo vale per singoli immobili, per complessi edilizi e per interi isolati ed è applicabile per ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica, rottamazione - ovvero quello che attualmente la normativa urbanistica chiama sostituzione edilizia, cioè abbattimento e ricostruzione - e adeguamento antisismico.

C'è ovviamente un'attenzione forte alla tutela dei beni culturali e dei centri storici. C'è tutta la questione della centralità degli investitori istituzionali e quindi i fondi pensioni, i fondi delle casse professionali e i fondi immobiliari. C'è poi la rimodulazione del decreto ministeriale n. 1444 del 1968, perché nel nostro Paese abbiamo il paradosso di una legge-quadro dell'urbanistica del 1942, la cui normativa applicativa è del 1968. Occorre rimettervi mano, perché l'urbanistica espansiva di quegli anni non deve più avere nulla a che fare con l'urbanistica rigenerativa di oggi. Faccio un esempio: bisogna rimodulare i costi di costruzione e gli oneri di urbanizzazione, perché non è la stessa cosa costruire uno schifo, in classe energetica G, oppure fare riqualificazione, con classe energetica A. Occorre rimodulare i costi di costruzione, fino all'abbattimento.

Con l'emendamento in esame c'è anche grande attenzione alla qualità della progettazione nei concorsi pubblici. Infine, c'è tutta l'attenzione sull'incentivazione fiscale e in particolare su Tasi, Tari, abbattimento fino al 50 per cento di tributi e canoni di qualsiasi tipo, diminuzione del contributo per rilascio a costruire, imposta di registro ipotecaria e catastale fissa. Ovviamente stiamo parlando sempre delle aree che il Comune definisce di rigenerazione urbana e che quindi il Consiglio comunale, vota per il bene della città. Si prevedono inoltre la detrazione del 65 per cento, stabile, per la ristrutturazione edilizia, la riqualificazione energetica e antisismica e la rottamazione e una detrazione del 50 per cento dell'imposta lorda relativa all'importo corrisposto per l'acquisto di un'unità immobiliare in classe B e, da ultimo, incentivi per gli interventi di retrofit energetico.

Signor Presidente, concludo dicendo che inseriamo anche il concetto di continuità amministrativa, ovvero, una volta definito l'interesse pubblico, l'amministrazione successiva non può cancellare la programmazione di rigenerazione, ma deve dimostrare, nel farlo, che c'è un interesse pubblico prevalente (Applausi dal Gruppo PD). Chiediamo a tutti i senatori di votare l'emendamento, perché con l'emendamento in esame si fa rigenerazione e senza questo emendamento si fanno chiacchiere. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della parte ammissibile dell'emendamento 5.4, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

NUGNES (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NUGNES (M5S). Signor Presidente, voglio specificare che mi sono astenuta sull'emendamento appena posto ai voti per quanto avevo detto in precedenza e per la non opportunità di trattare in questa sede tale argomento, altrimenti avrei votato a favore.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.6, presentato dai senatori Martelli e De Petris, identico agli emendamenti 5.7, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, e 5.10, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 5.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.8, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, fino alle parole «del Fondo».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 5.9.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.11, presentato dal senatore Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.5 (testo 2), presentato dalla senatrice Moronese e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.12 è pertanto assorbito e risultano preclusi gli emendamenti da 5.15 a 5.14 (testo 2).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.18, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.19 (testo 2), presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.20, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.21, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.22 (testo 2) è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 5.23, identico agli emendamenti 5.24 e 5.25, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

DE BERTOLDI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE BERTOLDI (FdI). Signor Presidente, intervengo sull'emendamento 5.23 con uno spirito differente da quello con cui mi sono espresso su un precedente emendamento, sul quale sono intervenuto appellandomi soprattutto al buon senso che avrebbe dovuto vederci tranquillamente uniti nel semplificare un certo tipo di percorso. Sull'emendamento 5.23 intervengo soprattutto in un'ottica politica e mi rivolgo alla gran parte di quest'Assemblea e delle forze politiche. Anche in virtù del voto espresso recentemente, questo emendamento vedrebbe favorevole la stragrande maggioranza degli italiani su certe posizioni. L'emendamento in oggetto finanzia un fondo per la rigenerazione urbana, quindi avente anche caratteristiche di tutela ambientale e di promozione delle energie rinnovabili; il che si sposa, peraltro, con la giornata odierna. Il finanziamento sarebbe reso possibile dalla circostanza che si pone fine alla moratoria sulle trivellazioni che, di fatto, è stata approvata nei mesi scorsi.

Con questa logica, vogliamo capire se ciò che si fa in questa sede corrisponde a quello che si dice al di fuori di quest'Assemblea, nelle piazze e nei convegni. Vedo qui il senatore Arrigoni, che al convegno di Fare Ambiente del 15 maggio scorso - se non sbaglio - ricordo aver sostenuto queste tesi (io l'ho apprezzato). Mi rivolgo ai colleghi perché è ora di dire chiaramente se stiamo dalla parte degli investimenti o del loro blocco. Non si possono recitare due parti nella medesima commedia, signor Presidente. Siamo no TAV, no trivelle, no TAP o siamo sì TAV, sì TAP e sì TRIV? Dobbiamo essere chiari. Per Fratelli d'Italia questo emendamento ha la funzione di richiamare ciascuno di noi alla chiarezza. O votiamo contro questo emendamento - e allora ci assumiamo le responsabilità di essere contro lo sviluppo e non possiamo poi più andare in giro a dire che siamo per lo sviluppo - oppure votiamo a favore e ci schieriamo chiaramente, come ha detto il 74 per cento degli elettori italiani, per la TAV, le trivelle e le operazioni che significano sviluppo per il Paese. Questo è un emendamento che peraltro dice come l'oil and gas possa, da una parte, garantire lo sviluppo e, dall'altra, proteggere l'ambiente.

Vorrei ricordare agli stimati amici del Movimento 5 Stelle che i verdi in Europa vincono, o comunque ottengono grandi risultati, perché sono contro l'importazione degli idrocarburi e non contro la loro produzione. Questi sono i verdi in Europa. Essere ambientalisti vuol dire ostacolare non già la produzione, ma - casomai - l'importazione. Le trivelle rispondono a questa logica e, comunque sia, ci vuole chiarezza.

Con l'emendamento in oggetto Fratelli d'Italia chiede chiarezza al Parlamento. Si rivolge agli amici della Lega e al senatore Arrigoni, chiedendo che ci sia coerenza tra quello che si dice nelle piazze e nei convegni e ciò che si vota in quest'Aula. Lo vogliamo vedere con un voto, su cui siamo pronti a dare battaglia. (Applausi dai Gruppi FdI e FI-BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.23, presentato dal senatore De Bertoldi e da altri senatori, identico agli emendamenti 5.24, presentato dal senatore Collina, e 5.25, presentato dal senatore Vitali.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.28, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.26, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.27 è improponibile.

Passiamo all'emendamento 5.29, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.29, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 5.30, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

GALLONE (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FI-BP). Signor Presidente, intervengo velocemente soltanto per ricordare cosa contiene quest'emendamento, per noi molto importante. Con esso si chiede la trasformazione del Comitato per la valutazione dei progetti di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate in Comitato nazionale permanente per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate e la riduzione dei fenomeni di marginalità e degrado sociale dei minori.

Con la proposta emendativa in esame si garantirebbe ai Comuni che vogliono riqualificare aree urbane degradate, indirizzando gli edifici a servizi di utilità sociale per i minori e i più giovani, un contributo significativo da parte dello Stato, sempre per promuovere un tema a noi particolarmente caro.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.30, presentato dalla senatrice Gallone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.36, presentato dalla senatrice Messina Assuntela.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 5.31, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.31, presentato dalla senatrice Messina Assuntela.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.32 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.33, presentato dalla senatrice Pergreffi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.34 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.35 (testo 2), presentato dal senatore Margiotta, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.1, presentato dal senatore Margiotta, identico all'emendamento 5.0.2, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0.3.

COMINCINI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. È sorpreso per il parere favorevole, senatore Comincini? Ne ha facoltà.

COMINCINI (PD). Signor Presidente, non sono sorpreso, ma tenevo a dire due brevi parole.

Si tratta di un emendamento che, recuperando una norma prevista dalla legge di bilancio, che era stata recepita dal Governo su mia proposta, permette di sbloccare l'investimento legato a quelle che erano state definite autostrade ciclabili, termine che non è ricompreso nella legislazione italiana e che quindi viene riformulato.

Viene spostato anche il termine per permettere al MIT di procedere con il bando.

Essendo presente il ministro Toninelli, mi auguro non solo che si proceda celermente a questo bando e alla progettazione di tali ciclovie interurbane, ma che con la prossima legge di bilancio vengano anche finanziati i progetti relativi. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.3, presentato dal senatore Comincini.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.0.4 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 5.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.5, presentato dalla senatrice Gallone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.9 (testo 2), presentato dal senatore Margiotta, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.850/100, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.850/101, presentato dal senatore Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.850/102, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.850, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 5.0.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.0.13, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori, fino alle parole «entro il 31 ottobre».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 5.0.14 a 5.0.18.

Passiamo all'emendamento 5.0.15, identico all'emendamento 5.0.16, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.15, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori, identico all'emendamento 5.0.16, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.0.851/100 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.851, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.852 (testo 2)/100, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.852 (testo 2), presentato dai relatori, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.19, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 5.0.20 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.22 (testo 4), presentato dal senatore Arrigoni e da altri senatori, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.23, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.24, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.32, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 5.0.25 a 5.0.31 sono improponibili.

Passiamo all'emendamento 5.0.33, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.0.33, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori, fino alle parole «gli interventi».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 5.0.34 a 5.0.38.

Passiamo all'emendamento 5.0.39, identico all'emendamento 5.0.40, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.39, presentato dal senatore Gasparri e da altri senatori, identico all'emendamento 5.0.40, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 5.0.41 a 5.0.54 sono improponibili.

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 6 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 6.1 e 6.2 e sugli ordini del giorno G6.1 e G6.100.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 6.1.

FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRAZZI (PD). Signor Presidente, questo emendamento è molto semplice, ma secondo noi anche molto opportuno. Attraverso di esso si propone che i commissari provvedano assicurare anche la riparazione e la ricostruzione, attraverso appositi e specifici piani di riparazione e di ricostruzione degli edifici danneggiati, e non soltanto la trasformazione e la delocalizzazione. Cosa vogliamo dire? Vogliamo dire che innanzitutto bisogna lavorare per (o anche per) mantenere nel luogo le comunità locali colpite dal terremoto e non solamente per la delocalizzazione. È una questione di assoluto buonsenso, che sottoponiamo al voto di tutta l'Assemblea.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.1, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.2, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G6.1 e G6.100 non verranno posti ai voti.

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 7 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 7.3 (testo 2), 7.2 e 7.4 e sugli ordini del giorno G7.1 e G7.2. Esprimo parere contrario sull'emendamento 7.1.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.1, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.3 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.2, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.4, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G7.1 e G7.2 non verranno posti ai voti.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 8 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione dell'emendamento 8.3, per il quale il parere è favorevole.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.1, identico all'emendamento 8.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

SUDANO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SUDANO (PD). Signor Presidente, intervengo su questo articolo perché, finalmente, a distanza di cinque mesi dal terremoto a Catania del 26 dicembre 2018, interveniamo in Aula stanziando i fondi per la ricostruzione.

In un primo momento, si era detto che sarebbero stati stanziati 300 milioni di euro. Invece, nel decreto ne troviamo quasi 237. Quindi, io presentato un emendamento, insieme ai colleghi del Gruppo, proprio per ripristinare lo stanziamento iniziale. A nessuno sfugge la difficoltà che vivono i territori etnei. Una parte della maggioranza di Governo, proprio perché spesso ha confidato nella forza dell'Etna contro il popolo siciliano, sa quanto sia a rischio sismico il nostro territorio e, quindi, quanti investimenti servano per la ristrutturazione, la prevenzione e la ricostruzione antisismica.

Si tratta di un emendamento di buon senso e quest'Assemblea non può fare finta di non capire quanto sia importante investire nella prevenzione in questo territorio. Anche perché, così come oggi sono stati tolti questi soldi, non vorremmo poi scoprire in futuro quello che è stato scoperto relativamente agli altri stanziamenti che erano stati destinati alla Sicilia. Il senatore Nencini, in Commissione, con la sua determinazione e la sua competenza, grazie alla presidente Alberti Casellati, ha potuto scoprire che l'ANAS ha tolto 16 miliardi di euro all'Italia e ai cantieri italiani e che ha tolto ben 1,5 miliardi di euro ai cantieri siciliani.

Quello che chiedo a questo Governo è di fare chiarezza e di dire se veramente vuole sbloccare le infrastrutture oppure se vuole bloccarle, togliendo di nascosto 1,5 miliardi di euro alla Sicilia. Mi rivolgo a lei, signor Presidente, per rivolgermi al Ministro per il Sud, che ha sottratto tanti soldi al Mezzogiorno. È soltanto attraverso le infrastrutture che il Sud potrà ricrescere e, di certo, non con i vari provvedimenti che vengono fatti, quali il reddito di cittadinanza. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.1, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico all'emendamento 8.2, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.3, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 8.4, identico agli emendamenti 8.5 e 8.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.4, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico agli emendamenti 8.5, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori, e 8.6, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 8.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.7, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 9 del decreto-legge, che si intende illustrato e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 9.1.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.1, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 10 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 10.6 e 10.10. Invito a ritirare gli emendamenti 10.2 (testo 2), 10.9, 10.11 (testo 2) e 10.110. Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice. Chiedo solo conferma del parere sull'emendamento 10.7.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, sull'emendamento 10.7 il parere è contrario.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, concordo con la relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 10.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.1, presentato dalla senatrice Sudano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Senatore Romeo, accoglie la proposta di invito al ritiro dell'emendamento 10.2 (testo 2)?

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE.L'emendamento 10.2 (testo 2) è quindi ritirato.

Passiamo all'emendamento 10.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.3, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 10.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.4, presentato dalla senatrice Sudano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 10.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.5, presentato dalla senatrice Sudano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.6, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.7, presentato dalla senatrice Sudano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 10.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.8, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.9, presentato dalle senatrici Nugnes e De Petris.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.10, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Senatrice Drago, accoglie la proposta di ritirare gli emendamenti 10.11 (testo 2) e 10.110?

DRAGO (M5S). Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 10.11 (testo 2) e 10.110 sono quindi ritirati.

Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 11 del decreto-legge, che si intende illustrato e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, sull'emendamento 11.1 esprimo parere favorevole.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.1, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 12 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti 12.1 e 12.3, mentre è contrario su tutti i restanti emendamenti.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.1, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.3, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 12.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.4, presentato dalla senatrice Sudano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.5, presentato dal senatore Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 13 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 13.1, 13.2, 13.3 (testo 2)/100, 13.3 (testo 2) e, con riformulazione, sull'emendamento 13.4. Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Qual è la riformulazione dell'emendamento 13.4?

FAGGI, relatrice. Al punto a), al comma 8, dopo le parole: «anche mediante apposita conferenza di servizi», aggiungere le parole: «ai sensi degli articoli 14 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 241».

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.1, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.2, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.3 (testo 2)/100, presentato dal senatore Coltorti, che ottempera ad una condizione posta dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.3 (testo 2 emendato), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.4 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.5, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico all'emendamento 13.6, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 14 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 14.1 (testo 2) e 14.0.850 (testo 2).

Esprimo parere contrario sull'emendamento 14.0.850/100.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 14.1 (testo 2), presentato dai senatori Romeo e Patuanelli.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 14.0.850 (testo 2)/100, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 14.0.850 (testo 2), presentato dai relatori, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 16 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 16.850.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. L'emendamento 16.850/100 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16.850, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 17 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 17.1 (testo 2) e 17.3 (testo 2).

Il parere è contrario sull'emendamento 17.4.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 17.1 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 17.3 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 17.4.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 18 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 18.1. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 18.2 (testo 3), 18.3, 18.5 (testo corretto) e 18.4.

Esprimo infine parere contrario sugli emendamenti 18.0.1 e 18.0.2.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 18.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.1, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.2 (testo 3), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.3, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.5 (testo corretto), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.4, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 18.0.1, identico all'emendamento 18.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.0.1, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori, identico all'emendamento 18.0.2, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 19 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 19.1 (testo 2) e 19.850 e parere contrario sull'emendamento 19.0.1 (testo 3)/100. Sull'emendamento 19.0.1 (testo 3) il parere è favorevole, ma si chiede il ricollocamento, per materia, al Capo I.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice. Sull'emendamento 19.0.1 (testo 3), lasciamo al drafting e al coordinamento il compito di individuare la collocazione corretta.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 19.1 (testo 2), presentato dal senatore Patuanelli e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 19.850, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 19.0.1 (testo 3)/100, presentato dai senatori Ronzulli e Damiani.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 19.0.1 (testo 3)/101 è inammissibile.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 19.0.1 (testo 3).

GIAMMANCO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMMANCO (FI-BP). Signor Presidente, stiamo per votare un emendamento che ho sottoscritto con i colleghi della Commissione affari costituzionali, che prevede lo stanziamento di 160 milioni di euro per l'installazione di sistemi di video sorveglianza in asili nido, scuole materne, strutture per anziani e per disabili. Voglio ringraziare la maggioranza che l'ha sostenuto, perché finalmente ciò che sollecito dal 2009 con una mia proposta di legge sembra possa realizzarsi. Da dieci anni a questa parte, infatti, propongo tale misura di tutela a favore non solo dei soggetti più deboli (bambini, anziani e disabili), ma anche degli operatori e degli insegnanti che quotidianamente lavorano con grande abnegazione e grande professionalità all'interno di queste strutture (asili nido, scuole materne e strutture per anziani e disabili).

Naturalmente, per stabilire i tempi e le modalità di attuazione con cui articolare questa misura, sarà quanto mai imprescindibile e necessaria l'approvazione del disegno di legge sulla videosorveglianza di cui sono relatrice e che è attualmente in discussione presso la Commissione affari costituzionali.

Mi auguro, quindi, che non si perda altro tempo e che, dopo l'approvazione di questo emendamento, il passaggio successivo sia proprio quello di approvare questo disegno di legge che non prevede - lo voglio ricordare - solo la videosorveglianza nei luoghi che ospitano i soggetti più fragili e vulnerabili, ma anche tanto altro, diverse misure per prevenire e contrastare il fenomeno dei maltrattamenti a danno di bambini, anziani e disabili, come quelle riguardanti la formazione. Si tratta ormai di un'emergenza sociale, con la quale facciamo quotidianamente i conti. È di oggi l'ennesima notizia di abusi che sarebbero avvenuti in una scuola dell'infanzia dell'avellinese, dove sono stati arrestati quattro insegnanti, accusati di ripetuti maltrattamenti nei confronti dei loro alunni. Grazie a delle telecamere nascoste, installate a gennaio, si è visto cosa effettivamente è successo in queste aule. Si sarebbe potuto risparmiare molto tempo se ci fossero state già le videocamere installate, ma tanto tempo è trascorso ed è emerso che questi insegnanti arrestati esercitavano vessazioni fisiche e psicologiche sui bambini di cui, invece, avrebbero dovuto prendersi cura. Uno di questi insegnanti è addirittura accusato di violenza sessuale. «Stai zitto, non piangere, ti devo impiccare»: questa è solo una delle tante frasi pronunciate nei confronti di queste piccole vittime dagli insegnanti e sicuramente queste piccole vittime avranno bisogno di un supporto psicologico perché rimarranno segnate a vita da questa esperienza.

Io credo che non possiamo più permettere che continuino a susseguirsi cronache come questa. Da legislatori è nostro dovere dare delle risposte concrete, delle risposte efficaci che possano realmente porre un argine a questo triste fenomeno e per fare ciò è necessario che questa Assemblea approvi al più presto il disegno di legge che da svariati anni propongo. Questo emendamento dovrà essere il primo step verso questo prossimo comune obiettivo, se non vogliamo che questo emendamento che ci accingiamo a votare rimanga lettera morta e sia solo uno specchietto per le allodole, per attrarre consenso. Andiamo avanti, quindi, siamo nella direzione giusta, ma presto si arrivi ad approvare questo mio disegno di legge sull'argomento che darà una risposta alle tantissime famiglie che ce lo chiedono. (Applausi dai Gruppi FI-BP e M5S).

BRESSA (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRESSA (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto contrario su questo emendamento, perché pone un problema serio, ma lo pone nel peggiore dei modi. Dobbiamo trovare un bilanciamento tra il diritto alla tutela e il diritto alla riservatezza. In questa proposta non c'è nemmeno un accenno al diritto alla riservatezza, che è un diritto inviolabile, garantito dall'articolo 2 della nostra Costituzione. In mancanza di un bilanciamento di questo tipo, il mio voto non può che essere convintamente e decisamente contrario.

SAPONARA (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SAPONARA (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, questo che ci accingiamo a votare è un emendamento molto importante, è la base per la conclusione di un disegno di legge che già da alcuni mesi è all'esame della Commissione affari costituzionali. Abbiamo audito diversi soggetti e mi sento veramente di affiancarmi alla senatrice Giammanco, perché questo disegno di legge deve essere portato a conclusione. Con l'istituzione di questo fondo, sicuramente si pongono delle basi importanti. Per ripercorrere brevemente l'iter di questo emendamento, esso è partito dalla Commissione affari costituzionali come proposta del Gruppo Lega, firmato dalla sottoscritta e condiviso e firmato dagli altri componenti della Commissione appartenenti alle altre forze politiche. C'è stata, quindi, una piena condivisione di questo emendamento, che poi nel suo percorso ha visto dei perfezionamenti e degli aggiustamenti, per ricevere infine un parere assolutamente favorevole nelle Commissioni riunite che lo hanno esaminato. Auspico pertanto che questo emendamento sia votato a maggioranza e che veramente il disegno di legge possa essere portato a conclusione.

Siamo in attesa del parere del MEF, che automaticamente ci obbliga ad aspettare ulteriore tempo per concludere l'esame del disegno di legge, che più che mai si rende necessario. Lo dico anche alla luce del fatto che in questi giorni ho ricevuto diverse telefonate da vari amministratori che chiedono quando potrà essere attuato perché loro sono già pronti nei Comuni ad attuarlo.

L'emendamento 19.0.1 (testo 3) è sicuramente una base importante dalla quale auspico la conclusione dell'esame del disegno di legge sulla videosorveglianza. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).

MALPEZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALPEZZI (PD). Signor Presidente, vorrei solo fare un po' di chiarezza.

Anche quando la relatrice ha presentato il provvedimento complessivo ha detto che finalmente all'articolo 19 abbiamo l'emendamento che inserisce la videosorveglianza nelle scuole. In realtà, l'emendamento 19.0.1 (testo 3) inserisce un fondo, e infatti il comma 3 ci dice che tale fondo dovrà essere normato da una particolare legge, ovvero quella che veniva illustrata poco fa. Questo perché in realtà il disegno di legge - che è in seconda lettura qui al Senato, fermo in 1a Commissione - era già stato approvato alla Camera, ma senza risorse. Ciò cosa significava? Che i costi del provvedimento, così come approdato qui da noi, sarebbero ricaduti sulle spalle delle scuole, in modo particolare delle scuole paritarie, visto che c'era l'obbligatorietà, e degli enti locali.

Il citato emendamento crea il fondo per evitare che enti locali e scuole paritarie, di fronte all'obbligatorietà, si trovino in difficoltà non potendo, appunto, avere risorse autonome per provvedere. Ad ogni modo, il disegno di legge è molto più complesso, fortunatamente, e non può essere limitato solo ed esclusivamente alla videosorveglianza che, ripeto, qui è presente perché si prevede un fondo di garanzia per poter portare a casa il provvedimento, che però è costruito per tutto un articolo - ciò è molto importante - sulla formazione.

Colleghi, la prevenzione - e di questo siamo convinti - si fa prima di tutto investendo sulla formazione, su misure per i nostri insegnanti, facendo in modo di prevenire il più possibile la sindrome da burnout e tutelando sempre la comunità educante. A tal proposito devo dire che, con il lavoro fatto in maniera seria dalla 1a Commissione, e grazie a un lavoro di revisione complessiva del testo altrettanto serio da parte della relatrice, ci siamo riusciti. Quindi, questo non può essere utilizzato solo ed esclusivamente come uno spot elettorale liquidandolo con un «abbiamo messo la videosorveglianza nelle scuole» perché non rispecchierebbe lo spirito di quella norma - a cui questo stesso emendamento si rifà al comma 3 - che, lo ribadisco, vede invece un lavoro approfondito.

Abbiamo finalmente il coraggio di dire che la prevenzione si fa prima di tutto investendo sulla formazione, sulla preparazione dei lavoratori, sul fatto che vengano rivisti gli accreditamenti per le strutture. Spesso, infatti, abbiamo verificato, anche nel corso di questi anni, che alcuni episodi di violenza nei confronti degli anziani e dei disabili si sono verificati perché quelle strutture non potevano stare lì e le forme di accreditamento non erano valide.

C'è quindi una serietà di lavoro e, vista la collaborazione con cui il provvedimento è stato affrontato in 1a Commissione, mi è molto dispiaciuto quando è stato liquidato come puro slogan elettorale, come una sorta di «abbiamo finalmente la videosorveglianza nelle scuole».

Non funziona così, colleghi. Nel momento in cui si ha bisogno di una videocamera significa che già qualcuno ha subito un abuso, una violenza. Per prevenire bisogna partire da altro e - lo ripeto - grazie al lavoro serio fatto in 1a Commissione oggi abbiamo un testo che tiene conto in maniera forte di tutta la parte relativa ai lavoratori, alla loro formazione e preparazione.

Lo dico da mamma: io non voglio che le mie figlie vadano in una scuola semplicemente perché ci sono le videocamere. Voglio che vadano tranquille a scuola perché sanno di avere insegnanti preparati e validi. (Applausi dal Gruppo PD).

ERRANI (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERRANI (Misto-LeU). Signor Presidente, voglio esprimere con chiarezza il mio voto contrario all'emendamento perché si affronta un problema molto serio e importante con una risposta semplicistica e assolutamente inadeguata.

Colleghi, vorrei che pensassimo ai nostri figli o ai nostri genitori e, se i problemi gravissimi che le colleghe e i colleghi hanno citato in queste ore fossero affrontati semplicemente con la videosorveglianza, noi non risolveremmo nessun problema e andremmo a ledere il diritto alla privacy e - penso agli anziani non autosufficienti - la dignità.

Sono, pertanto, contrario e valuterò attentamente questo provvedimento che verrà discusso in materia, ma qui dobbiamo parlare di formazione, accreditamento delle strutture pubbliche e private, dei controlli che non ci sono, del mercato che si fa per i bambini e, soprattutto, per anziani non autosufficienti. Non mi convince; rischia di essere demagogia che non risponde ai problemi.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 19.0.1 (testo 3), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

FERRARI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRARI (PD). Signor Presidente, le chiederei di considerare, visto anche lo spirito di adattamento e di flessibilità che abbiamo dovuto tenere nei nostri lavori per cercare di farli evolvere su questo provvedimento, la possibilità di rinumerare e, quindi, rimettere in votazione il subemendamento 19.0.1 (testo 3)/101 della senatrice Bellanova, che riguarda i lavoratori del porto di Taranto.

È del tutto evidente che è stata una motivazione tecnica che ci ha indotto a fare dell'emendamento un subemendamento all'articolo 19-bis. Non pensavamo che ci fossero degli articoli aggiuntivi. Nel momento in cui è stato trovato un accordo sulla presentazione di un articolo aggiuntivo 19-bis, non eravamo più nelle condizioni di proporre un nuovo emendamento per l'Assemblea perché erano scaduti i termini. Tuttavia, riteniamo che questo argomento sia degno della discussione tanto quanto molti altri argomenti presi in considerazione in questo provvedimento e, quindi, chiederei di rinominarlo, di considerarlo come un articolo 19-ter e rimetterlo in votazione.

PRESIDENTE. Senatore Ferrari, essendo stata pronunciata dalla Presidenza l'inammissibilità, devo recepire l'inammissibilità pronunciata.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 20 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 20.0.2 e favorevole sull'emendamento 20.0.850.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 20.0.2, presentato dai senatori Modena e Mallegni.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 20.0.850, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 21 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 21.4, 21.5 e 21.9 (testo 2). Esprimo parere contrario sui restanti emendamenti.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 21.12, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

PAGANO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGANO (FI-BP). Signor Presidente, intervengo su una serie di emendamenti firmati da me e dal collega Quagliariello, in relazione alle problematiche che riguardano la città di L'Aquila, altri Comuni del cratere, nonché una serie di altre emergenze che riguardano le imprese che operano e hanno operato nel periodo immediatamente successivo al terremoto del 2009, nei cui confronti, purtroppo, sono state elevate delle osservazioni e la richiesta di restituzione delle imposte, che erano state sospese ai tempi del terremoto e del Governo Berlusconi, che impresse un periodo di sospensione delle tasse.

Ebbene il Governo ha espresso parere contrario su tutti questi emendamenti, ma è giusto che si sappia che queste richieste provengono da quel territorio, dall'amministrazione comunale di L'Aquila, dagli uffici per la ricostruzione post terremoto, che non riguardano solo la città di L'Aquila, ma tutti i Comuni partecipanti al cratere. Ancora una volta, purtroppo, non vengono date delle risposte adeguate alle esigenze di quel territorio, che non riesce a uscire fuori, a distanza di dieci anni, dai danni incalcolabili derivanti da quel sisma così devastante.

Aggiungo che era sembrato essere stata avviata una timida iniziativa da parte del Governo in relazione almeno alla possibilità di riassunzione di tutto il personale qualificato, degli ingegneri di Fintecna e di altre società che avevano già collaborato per la loro riassunzione a tempo determinato con gli uffici di ricostruzione post terremoto. Purtroppo, però, anche sotto questo aspetto, vi è stata un'assenza di risposta da parte dell'attuale Governo.

È giusto allora che in occasione di questa votazione si rammenti oggi in Assemblea, ancora una volta, una mancata risposta a una popolazione che ha subito enormi danni da quell'evento tragico, dal quale non riesce a venire fuori perché a quella domanda non vengono date risposte e, ancora una volta, registriamo oggi una mancata risposta da parte del Governo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.12, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.1, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.4, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto assorbiti gli emendamenti da 21.8 (testo 2) a 21.3.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.5, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 21.6 e 21.7.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.9 (testo 2), presentato dal senatore Romeo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.10, identico all'emendamento 21.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.10, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano, identico all'emendamento 21.11, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 21.0.1, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, fino alle parole «retta del proprietario».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 21.0.2 e 21.0.3.

Passiamo all'emendamento 21.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.4, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.5, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.19, identico all'emendamento 21.0.20, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.19, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 21.0.20, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.7, identico all'emendamento 21.0.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.7, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 21.0.8, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.9, identico all'emendamento 21.0.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.9, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 21.0.10, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.11, identico all'emendamento 21.0.12, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.11, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 21.0.12, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 21.0.13 a 21.0.16 sono improponibili.

Passiamo all'emendamento 21.0.17, identico all'emendamento 21.0.18, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.0.17, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 21.0.18, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 21.0.21, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 21.0.21, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano, fino alle parole «territorialmente competente».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 21.0.22 e 21.0.40.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 22 del decreto-legge, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

*VERDUCCI (PD). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, presenterò tutti i nostri emendamenti, che riguardano la ricostruzione del Centro Italia e che ricalcano la proposta di legge organica, che abbiamo presentato a marzo, per sbloccare il vostro immobilismo, per rimettere al centro un'idea di sviluppo dei paesi delle aree interne, che in questo anno avete cancellato dall'agenda politica. Avete utilizzato il decreto-legge in esame come un pretesto - uno dei tanti - per regolare i conti tra di voi. Avete rinviato per settimane, perché interessati solo alla campagna elettorale, a insultarvi dalla mattina alla sera, sui social media o in TV, e a fare teatrino. Avete sprecato tempo e giorni: per voi un giorno non è niente, ma per un'impresa o per un lavoratore che aspetta, un giorno può essere tutto. Di questo parlano i nostri emendamenti, di come sostenere strumenti per creare e difendere lavoro e servizi, visto che voi non aggiungete un solo euro a quanto stanziato da noi nella scorsa legislatura.

Si tratta di emendamenti su come trovare le ragioni per rimanere nei nostri territori, per ripopolarli, per difendere servizi vitali come l'istruzione. Chiediamo che venga confermato l'intervento per le scuole dei piccoli Comuni del cratere, affinché non perdano insegnanti e affinché non chiudano. Questo è il bisogno dei bambini, delle famiglie, di chi vive là dove tutto è più difficile, dove una pluriclasse non significa solo identità condivisa, ma significa un luogo in cui progettare il proprio futuro. Durante tutti questi giorni, i sindaci, con le fasce tricolori, non hanno mai smesso di protestare, mentre facevate l'ennesima sceneggiata e non hanno mai smesso di far sentire la propria voce, per provare a riaccendere quei riflettori, che in tutti questi mesi avete spento.

Un sindaco mi ha detto: per loro il sisma non merita neanche il titolo di una legge. Ha ragione, non potete negarlo.

Vi abbiamo chiesto un provvedimento ad hoc, specifico sul Centro Italia, che dovrebbe essere il più grande cantiere d'Europa, ma che voi per un anno avete tenuto paralizzato per indifferenza e presunzione. Avete infamato le nostre leggi, ma sapete perfettamente che i decreti adottati hanno permesso di proteggere il reddito e la tenuta morale, perché nessuno è stato lasciato solo e nessuno è stato lasciato indietro, sono stati investiti miliardi e - per la prima volta - è stata prevista una copertura totale anche per le seconde case. Soprattutto, la ricostruzione è stata legata a un progetto economico sociale più ampio per pensare il ruolo delle aree appenniniche per i prossimi decenni.

Da parte vostra, invece, non ci sono un'idea, né una strategia e anche il provvedimento di oggi è assolutamente insufficiente.

Sottosegretario Crimi, vedo che è impegnato al telefono, ma dov'è il decreto shock di cui si è vantato? Non può essere questo, perché avete ignorato la quasi totalità delle richieste delle Regioni votate in sede di Conferenza unificata, nonostante ben due volte su due fosse assente il ministro Toninelli.

Servivano micro accorgimenti tecnici per velocizzare un impianto normativo che funziona; si tratta di accorgimenti senza oneri, ma non li avete inseriti nel provvedimento. Allo stesso modo, non ci sono strumenti per far rientrare la delocalizzazione delle attività produttive, né la possibilità di utilizzare i risparmi di spesa per proseguire i contratti di lavoro negli uffici speciali per la ricostruzione e nei Comuni.

Da un anno vi chiediamo un intervento per affrontare criticità che nel 2016 non potevamo conoscere, ma non lo avete fatto e avete trasformato la ricostruzione in un'ulteriore emergenza. È vero, signor Presidente, nella nostra impostazione c'erano rigidità eccessive, dettate però da un'esigenza che ha un forte valore politico, ossia evitare infiltrazioni criminali e stoppare tentativi illeciti che, in altri casi, hanno bloccato i lavori e fatto danni enormi. Noi diciamo guai ad abbassare la guardia anche oggi, perché ne va della tenuta delle nostre comunità. Per questo motivo abbiamo presentato un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri sull'opportunità di norme più trasparenti e sulle importantissime donazioni di solidarietà e beneficenza dei privati, anche alla luce delle indagini della magistratura che riguardano il Comune di Visso.

Signor Presidente, signori del Governo, provate a parlare con i sindaci del cratere: vi diranno che nell'ultimo anno sono stati abbandonati e che questo clima di distacco tra Comuni e Governo crea umiliazione e frustrazione tra i tecnici, nel personale e tra i cittadini, che invece dovrebbero essere spinti a reagire. Vi diranno che parlare con il commissario Farabollini è come parlare a vuoto con un muro di gomma. Alcune cose che oggi, con ritardo, inserite noi le abbiamo chieste per mesi e oggi le sosteniamo, anzi le rivendichiamo anche come un nostro merito. Penso alle assunzioni del personale, al prolungamento della busta paga pesante, alla scelta diretta nella ricostruzione privata per i piccoli lavori, che è importantissima, ma che vi chiediamo avvenga nel rispetto delle norme di trasparenza del codice degli appalti.

Tuttavia molto, molto ancora manca. Per questo vi chiediamo di approvare i nostri emendamenti, al fine di equiparare l'edilizia produttiva a quella abitativa, dare maggior ruolo ai professionisti e tutela ai lavoratori con l'obbligo dell'applicazione dei contratti collettivi nazionali, nonché sostenere le piccole imprese del cratere perché accedano ai lavori della ricostruzione.

Soprattutto - e concludo - vi chiediamo questo per far sì che torni centrale la questione delle aree interne del nostro Appennino. Colleghi, facciamone tutti insieme, di nuovo, una grande e imprescindibile questione nazionale. (Applausi dal Gruppo PD).

ZAFFINI (FdI). Signor Presidente, colleghi, vorrei concentrarmi sul fatto che è difficile - anzi, assolutamente impossibile - non dare ragione al collega Verducci, che ha fatto un riepilogo preciso e puntuale, pur con toni diversi da quelli che avrei usato io, anche se i problemi sono gli stessi.

Aspettavano e attendevamo, collega Crimi, un provvedimento con il titolo "terremoto", com'era stato annunciato a più riprese, e lo aspettiamo ancora. Non so se adesso abbia ancora intenzione di presentare un provvedimento organico sulla ricostruzione.

Mi pare abbastanza logico, colleghi, affermare che il primo cantiere da sbloccare evidentemente sia la ricostruzione del Centro Italia: su questo credo siamo tutti veramente d'accordo.

Mi vorrei concentrare invece sulle tempistiche delle pratiche che giacciono presso gli uffici speciali della ricostruzione, in modo che le conosciate, le quali sono state documentate, a beneficio del sottosegretario Crimi e anche di tutti noi, colleghi. In buona sostanza, per i danni lievi occorrono da nove a undici giorni di istruttoria, mentre per quelli gravi da quattordici a diciotto giorni.

Parlo dell'Umbria, perché, trattandosi della mia Regione, è la situazione che conosco meglio, avendola seguita da vicino, per quanto possibile. Ad oggi, queste sono le pratiche licenziate presso gli uffici: in Umbria l'USR regionale, che ha circa venti tecnici, in questo periodo ha evaso 500 pratiche, 110 delle quali sono state chiuse. Le domande giacenti, colleghi, sono 1.200 e sono attese oltre 8.000 domande. Secondo quanto vi ho riferito poco fa, si tratta di tempi scaglionati in giorni, mezze giornate e ore e di una tempistica assolutamente precisa e puntuale. Secondo le tempistiche che abbiamo riferito, dunque, con venti istruttori, presso l'Ufficio speciale per la ricostruzione dell'Umbria, si licenziano 500 pratiche in un anno. Ciò significa, colleghi - «sapevatelo», che, anche se non è italiano, è il linguaggio di Facebook - che con questo personale, al quale il provvedimento in esame non aggiunge nulla, perché mette 200 persone per 136 Comuni, più gli USR, e con questa tempistica le 8.000 pratiche verranno evase in sedici anni, e lo sottolineo. (Applausi dal Gruppo FdI). Poi non dite che non sapevate che ci vogliono sedici anni per evadere 8.000 pratiche di ricostruzione in Umbria (poi ci sono il Lazio, le Marche e l'Abruzzo), e questo non per eseguire i lavori di ricostruzione, ma per licenziare le pratiche presso gli USR regionali.

Ecco il quadro della ricostruzione, il primo, più grande vergognoso cantiere italiano. (Applausi dai Gruppi FdI e FI-BP).

DRAGO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DRAGO (M5S). Signor Presidente, faccio riferimento alla mia giovinezza politica. Abbiamo già superato l'articolo 10, al quale era riferito l'emendamento 10.11 (testo 2), del quale si chiedeva il ritiro in base alla contrarietà espressa dalla Commissione bilancio, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione. In quella occasione non mi sono espressa e siamo andati avanti: se ce n'è la possibilità, chiederei di trasformarlo in un ordine del giorno, del quale depositerei il testo. Rimetto però tutto chiaramente nelle sue mani.

Ricordo che l'emendamento 10.11 (testo 2) riguarda la possibilità di intervenire economicamente per gli amministratori di condominio che dovranno occuparsi di ricostruzione e ristrutturazione degli immobili nelle zone post sisma, in particolare nella Provincia di Catania.

PRESIDENTE. Intendo che non abbia insistito per la votazione e pertanto la votazione non c'è stata.

DRAGO (M5S). Appunto, e quindi è possibile la sua trasformazione in ordine del giorno?

PRESIDENTE. Così è a posto, se non si fanno osservazioni.

I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 22.100, 22.2, 22.3, 22.6, 22.7 (testo 2), 22.8, 22.9, 22.10, 22.11 e 22.17 (testo 2). Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 22.4 (testo 3), 22.5 (testo 2) e sugli emendamenti identici 22.12, 22.13 e 22.14.

PRESIDENTE. Su questi ultimi emendamenti c'è il parere contrario della 5a Commissione, senatrice Faggi. Io lo sostituirei con un invito al ritiro.

FAGGI, relatrice. Invito al ritiro? Chiedo al Governo.

PRESIDENTE. Mi scusi, senatrice Faggi. Lei ha espresso parere favorevole sugli emendamenti 22.4 (testo 3) e 22.5 (testo 2). Poi arriviamo agli emendamenti 22.12, 22.13 e 22.14, che sono identici, su cui sarebbe opportuno un invito al ritiro, avendo espresso la 5a Commissione parere contrario, anche se ritengo verranno votati.

Abbiamo poi gli emendamenti 22.15 e 22.16, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario. Poi abbiamo il subemendamento 22.900/100. Il parere su questo è contrario?

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, chiedo l'accantonamento degli emendamenti 22.900/100 e 22.900 ed esprimo parere favorevole sull'emendamento 22.18 (testo 2).

PRESIDENTE. Qui adesso entriamo in un campo un po' minato. Bisogna vedere che cosa accade con il precedente emendamento, che però è premissivo, mentre questo è sostitutivo e, quindi, possiamo mantenerlo.

Poi abbiamo gli emendamenti 22.19, 22.20, 22.29, 22.21, 22.22, 22.23, 22.24, 22.25 e 22.26, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario.

FAGGI, relatrice. Sull'emendamento 22.26 formulo un invito al ritiro.

PRESIDENTE.Senatore Romeo, ritira l'emendamento 22.26?

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Sì, signor Presidente, lo ritiro.

FAGGI, relatrice. Esprimo parere contrario sull'emendamento 22.27/100 ed esprimo parere favorevole sull'emendamento 22.27. Esprimo parere contrario sugli emendamenti 22.28 e 22.30. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 22.31, a patto che venga accolta la seguente riformulazione: "Dopo il comma 4, aggiungere il seguente: «4-bis. Al comma 5, terzo periodo, dell'articolo 67-ter, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, le parole: ''al personale in servizio al 30 settembre 2018'' sono sostituite dalle seguenti: "al personale assegnato a ciascun Comune nell'ambito del contingente di cui al presente comma"»".

PRESIDENTE.Sull'emendamento 22.33 c'è il parere contrario della 5a Commissione, così come sull'emendamento 22.34.

FAGGI, relatrice. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 22.32 (testo 2) e 22.35 (testo 2).

PRESIDENTE. Su entrambi c'è il parere contrario della 5a Commissione.

FAGGI, relatrice. Il Governo mi aveva dato indicazioni differenti.

PESCO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PESCO (M5S). Signor Presidente, sull'emendamento 22.13 è intervenuto il parere di nulla osta della 5a Commissione.

PRESIDENTE. Quindi, gli emendamenti 22.12, 22.13 e 22.14, identici, non sono improcedibili ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione?

PESCO (M5S). È esatto, signor Presidente.

PRESIDENTE.Senatore Pesco, ma io ho qui il testo del parere espresso dalla 5a Commissione, dal quale essi risultano improcedibili.

PESCO (M5S). Signor Presidente, la invito a leggere l'ultima pagina dell'ultimo parere prodotto dalla Commissione bilancio. Io non so se sia rimasto un refuso dal testo precedente, ma garantisco che sugli emendamenti 22.12, 22.13 e 22.14, identici, vi è parere di nulla osta.

PRESIDENTE. Senatore Pesco, effettivamente gli Uffici mi hanno appena comunicato che c'è stata una rettifica sul parere espresso all'emendamento 22.13 e, di conseguenza, anche agli emendamenti 22.12 e 22.14, ad esso identici.

La Presidenza ne prende atto e invita la relatrice a proseguire nell'espressione dei pareri sugli emendamenti all'articolo 22.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario sull'emendamento 22.34, mentre è favorevole sugli emendamenti 22.32 (testo 2) e 22.35 (testo 2).

PRESIDENTE. Chiedo al Presidente della 5a Commissione, senatore Pesco, se rispetto a questi due emendamenti il parere della Commissione resta contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, come risulta dal testo del parere.

PESCO (M5S). Signor Presidente, su quei due emendamenti il parere resta contrario.

PRESIDENTE. Senatrice Faggi, la invito a prendere atto del permanere del parere di improcedibilità della 5a Commissione su questi due emendamenti e a modificare il parere espresso.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, ne prendo atto e invito, pertanto, al ritiro degli emendamenti 22.32 (testo 2) e 22.35 (testo 2). Il parere è contrario sugli emendamenti 22.1, 22.0.1, 22.0.2 e 22.0.3.

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, invito al ritiro degli emendamenti 22.0.5 e 22.0.6.

PRESIDENTE. Chiedo al senatore Arrigoni se accetta l'invito al ritiro di questi due emendamenti.

ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Sì, signor Presidente, li ritiro.

PRESIDENTE. Gli emendamenti 22.0.5 e 22.0.6 sono quindi ritirati.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, il parere è contrario sugli emendamenti 22.0.7 e 22.08, mentre è favorevole sugli emendamenti 22.0.9 (testo 3)/100 e 22.0.9 (testo 3).

Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, invito al ritiro dell'emendamento 22.0.10.

PRESIDENTE. Chiedo al senatore Romeo se accetta l'invito al ritiro.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

Pur esprimendo la mia perplessità sul parere di improcedibilità nei confronti degli emendamenti 22.32 (testo 2) e 22.35 (testo 2), ne prendiamo atto.

FARAONE (PD). Signor Presidente, ma che vuol dire?

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ho detto che ne prendo atto. Non posso?

I pareri di improcedibilità li esprime la 5a Commissione e non il Governo! Commenti della senatrice Bellanova).

PRESIDENTE. Colleghi, non spetta al sottosegretario Crimi esprimere valutazioni ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Passiamo all'emendamento 22.100, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.100, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.2, sostanzialmente identico all'emendamento 22.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.2, presentato dal senatore Verducci, sostanzialmente identico all'emendamento 22.3, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.4 (testo 3), presentato dalle Commissioni riunite, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.5 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.6, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.7 (testo 2), su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.7 (testo 2), presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.8, identico all'emendamento 22.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.8, presentato dal senatore Verducci, identico all'emendamento 22.9, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.10, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.11, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.17 (testo 2), su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.17 (testo 2), presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.12, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico agli emendamenti 22.13, presentato dai senatori Patuanelli e da altri senatori, e 22.14, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.15, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.15, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.16, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.16, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 22.900/100 e 22.900 sono accantonati.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.18 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 22.19.

Passiamo all'emendamento 22.20, identico all'emendamento 22.29, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.20, presentato dal senatore D'Alfonso, identico all'emendamento 22.29, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.21, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.21, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.22, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.22, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.23, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.23, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.24, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.24, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.25, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.25, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 22.26 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.27, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.28, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.28, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.30, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.31 (testo 2), presentato dal senatore Patuanelli e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.33, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.33, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.34, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.34, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.32 (testo 2), identico all'emendamento 22.35 (testo 2), su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.32 (testo 2), presentato dal senatore Quagliariello e da altri senatori, identico all'emendamento 22.35 (testo 2), presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.1, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.0.1, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.0.2, identico all'emendamento 22.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.0.2, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 22.0.3, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 22.0.5 e 22.0.6 sono stati ritirati.

Passiamo all'emendamento 22.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.0.7, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 22.0.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.0.8, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.0.9 (testo 3)/100, presentato dal senatore Romeo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.0.9 (testo 3 emendato), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 22.0.10 è stato ritirato.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 23 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, rispetto all'emendamento 23.0.850 dei relatori, dato che si sta lavorando a una riformulazione ed ovviamente non c'è tempo per farla, propongo di ritirare l'emendamento e di trasformarlo in ordine del giorno. In questo modo, la norma in esso contenuta potrebbe essere inserita in un prossimo provvedimento, magari già in quello in discussione alla Camera sulla crescita che potrebbe essere il mezzo giusto per questo emendamento riformulato.

PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.

Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 23.4 (testo 2), 23.13, 23.22 (testo 3), con una riformulazione richiesta dalla 5a Commissione, e 23.750.

Invito al ritiro dell'emendamento 23.39.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se intendono ritirarlo.

CASTALDI (M5S). Sì, signor Presidente, lo ritiro.

FAGGI, relatrice. Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 23.751 e 23.75, nonché sull'emendamento 23.81 (testo 2), condizionato a riformulazione.

Invito al ritiro dell'emendamento 23.91.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori se intendono ritirarlo.

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, lo ritiro.

FAGGI, relatrice. Mi risulta un testo 3 dell'emendamento 23.95, su cui però la Commissione bilancio ha espresso parere contrario, mentre vi sarebbe un testo 2 su cui poter esprimere il parere.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, accetto l'invito a riformulare il testo 3 dell'emendamento, ripristinando quanto contenuto nel testo 2 e al contempo accogliendo le condizioni poste dalla Commissione bilancio, che ha già espresso il proprio parere favorevole condizionato.

FAGGI, relatrice. Esprimo pertanto parere favorevole sull'emendamento 23.95 (testo 4).

L'emendamento 23.0.850 è stato trasformato in un ordine del giorno, su cui esprimo parere favorevole.

Invito al ritiro dell'emendamento 23.0.2.

Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice, con le seguenti osservazioni.

Sull'emendamento 23.22 (testo 3) il Governo chiede una riformulazione volta a spostare la specificazione «entro novanta giorni» alla fine. Se la Presidenza mi autorizza, depositerei il testo della proposta di riformulazione.

PRESIDENTE. Poiché su questo emendamento c'era il parere condizionato della 5ª Commissione, devo chiedere al presidente Pesco se la riformulazione del sottosegretario Crimi possa comportare o meno ulteriori spese.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, ne do lettura. Resta uguale da «Al fine di scongiurare fenomeni di abbandono» fino a «è consentita»; poi prosegue direttamente con le parole «l'installazione di strutture temporanee ed amovibili, sul terreno ove si trovano i medesimi immobili o su altro terreno di proprietà ubicato nel territorio dello stesso Comune con qualsiasi destinazione urbanistica o su terreno anche non di proprietà o su altro terreno su cui si vanti un diritto reale di godimento» con l'aggiunta delle parole «previa acquisizione della dichiarazione di disponibilità da parte della proprietà». Prosegue poi identico da «dichiarato idoneo per tale finalità da apposito atto comunale» fino alla fine. Si aggiunge infine: «Entro novanta giorni dall'emanazione dell'ordinanza di agibilità dell'immobile distrutto o danneggiato, i soggetti di cui al primo periodo provvedono alla demolizione o rimozione delle strutture temporanee amovibili di cui al presente articolo e al ripristino dello stato dei luoghi». Viene così meglio esplicitato il vincolo temporale: entro novanta giorni dalla dichiarazione di agibilità deve essere ripristinato lo stato dei luoghi ed è ovviamente a carico della proprietà, quindi senza alcun onere per la finanza pubblica.

PRESIDENTE. Invito il presidente Pesco ad esprimersi sulla riformulazione testé illustrata.

PESCO (M5S). Non c'è alcun problema. L'unica cosa è che venga tenuto conto anche della proposta di riformulazione che abbiamo già fatto all'epoca. C'era già una richiesta di integrazione sul testo, giusto?

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, credo che sia già incorporata in questo.

PRESIDENTE. Bisogna confrontare la riformulazione proposta dalla 5a Commissione con la sua integrazione.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, eventualmente potrebbe essere accantonato per il voto.

PRESIDENTE. Se il suo con alla fine le parole «con oneri a loro carico» lo accoglie...

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il comma 2 rimane, non avendolo toccato.

Sull'emendamento 23.0.3, a prima firma del senatore Verducci, sul quale la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ho una proposta di riformulazione, che depositerei, con la preghiera di valutare se tale contrarietà possa essere superata. Chiederei una valutazione, riunendo la Commissione nelle modalità che riterrà opportune.

PRESIDENTE. È il presidente Pesco a doverlo valutare. Per il momento, visto che si tratta di un emendamento aggiuntivo, ne dispongo l'accantonamento per trasmetterne il testo al presidente Pesco e andare avanti su tutto il resto.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.2 (testo 2), presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori, identico agli emendamenti 23.100 (testo 2), presentato dal senatore Errani e da altri senatori, e 23.93 (testo 2), presentato dal senatore Verducci, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

LUCIDI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIDI (M5S). Signor Presidente, nella formulazione dei pareri non ho colto quello espresso sul mio emendamento 23.0.5, sul quale c'era l'accordo di riformularlo oppure di votarlo insieme all'emendamento 23.95 del senatore Briziarielli.

PRESIDENTE. Viene assorbito dall'emendamento 23.95 nella sua ultima formulazione. Deve ancora accadere ma, quando ci arriveremo, sarà così. Se accetta un suggerimento, sottoscriva l'emendamento del senatore Briziarelli, così porta a casa il risultato.

LUCIDI (M5S). Se il senatore Briziarelli è d'accordo, lo sottoscrivo.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Sì, sono d'accordo.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, c'era anche l'emendamento 23.410 del senatore Lucidi, nell'annesso, già 21.4/100, sul quale si esprime parere favorevole se riformulato analogamente al 23.95, come da ultimo riformulato: siccome è molto simile a questo emendamento, da parte del Governo ci sarebbe un parere favorevole condizionato a una riformulazione che lo rendesse ad esso identico.

PRESIDENTE. A questo punto, se il senatore Lucidi ha sottoscritto l'emendamento di cui è primo firmatario il collega Briziarelli, essendo sostanzialmente identico, ritira il 23.410. (Applausi dal Gruppo PD).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.3, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.4 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 23.5, 23.6 (testo 2) e 23.7 (testo 2).

Passiamo all'emendamento 23.8, identico all'emendamento 23.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.8, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 23.9, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.10, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.11, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.12, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.13, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.14, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.15, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.16, identico agli emendamenti 23.17 e 23.18, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.16, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico agli emendamenti 23.17, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, e 23.18, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.19, identico agli emendamenti 23.20 e 23.21, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.19, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico agli emendamenti 23.20, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, e 23.21, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.53 (testo 2), presentato dal senatore Astorre, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 23.22 (testo 4).

PESCO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PESCO (M5S). Signor Presidente, durante l'istruttoria e l'analisi in Commissione abbiamo fatto una richiesta in relazione alla parte riferita ai terreni non di proprietà del richiedente l'installazione delle strutture amovibili. Quella parte sarebbe da eliminare. Chiedo se vada per forza lasciata.

PRESIDENTE.Sottosegretario Crimi, vuole intervenire?

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, rispondo al presidente Pesco. La ratio del togliere quella parte era volta - ma vorrei capire se l'interpretazione è corretta - a evitare che potesse diventare una autorizzazione generale a installare strutture temporanee su terreni altrui. Quindi, per superare questo pericolo abbiamo introdotto nella riformulazione proposta la dicitura «previa acquisizione della disponibilità della proprietà», in quanto trattasi di strutture temporanee da realizzare in aree totalmente distrutte dove ci sono aree perimetrate (le famose zone rosse) nelle quali non è facile che chi ha avuto la casa distrutta abbia la disponibilità di un terreno, mentre è possibile, per usufrutto piuttosto che per comodato d'uso, affitto o secondo modalità che possono essere concordate, ottenere il terreno altrui, di cui si ha un diritto di godimento ovviamente subordinato all'acquisizione della disponibilità, come si fa in qualunque attività che si esercita su un terreno altrui. Non è cioè un'autorizzazione generale; è l'autorizzazione urbanistica da parte del Comune che prevede questa norma, fatto salvo che la proprietà autorizzi l'istallazione di una struttura temporanea presso il proprio terreno.

È una norma molto importante per le aree che oggi hanno visto un'alta devastazione, come Amatrice, Accumoli, Arquata, e potremmo elencarne tante altre.

PESCO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PESCO (M5S). Signor Presidente, mi scuso con tutti, ma leggo (Commenti del senatore Faraone): «o su terreno anche non di proprietà o su altro terreno su cui si vanti un diritto reale di godimento, previa acquisizione della dichiarazione di disponibilità da parte della proprietà». Non è un diritto reale di godimento avere solo questa dichiarazione e, quindi, la perplessità resta.

PRESIDENTE. Dispongo l'accantonamento dell'emendamento 23.22 (testo 4) e ne riparliamo dopo che abbiamo riflettuto. Voglio vedere un testo scritto per poterlo commentare e valutare.

Passiamo all'emendamento 23.23, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.23, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.24, presentato dalla senatrice Modena e da altri senatori, identico agli emendamenti 23.25, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori, e 23.86, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.27, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 23.27, presentato dal senatore Verducci, fino alle parole: «a c)».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 23.26 a 23.33.

Passiamo all'emendamento 23.29, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 23.29, presentato dai senatori D'Alfonso e Verducci, fino alle parole: «marzo 2015».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 23.30 a 23.70.

Gli emendamenti da 23.750/100 a 23.750/103 sono inammissibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.750, presentato dal Governo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi gli emendamenti 23.31 e 23.32.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.35, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, identico all'emendamento 23.36, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Devo comunicarvi che i relatori hanno presentato un emendamento all'articolo unico del disegno di legge di conversione, che credo abbiate già visionato. Se volete subemendarlo, è in distribuzione e avete tempo fino alle ore 20.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.37, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.38, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.38, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 23.39 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.40, presentato dai senatori Astorre e D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.41, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.41, presentato dal senatore Astorre.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.42, presentato dal senatore Verducci, identico agli emendamenti 23.43, presentato dai senatori D'Alfonso e Verducci, 23.44, presentato dalla senatrice Modena e da altri senatori, e 23.45, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.46, identico agli emendamenti 23.48, 23.47 e 23.92, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.46, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico agli emendamenti 23.48, presentato dal senatore Verducci, 23.47, presentato dal senatore D'Alfonso, e 23.92, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.49, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.49, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.51, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.51, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.52, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 23.50 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 23.54, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.54, presentato dal senatore Astorre.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.751, presentato dal Governo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.55, presentato dai senatori Astorre e D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.56, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 23.56, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, fino alle parole «n. 50».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 23.72 e 23.57.

Passiamo all'emendamento 23.58 (testo 2), su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.58 (testo 2), presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.59, presentato dai senatori D'Alfonso e Astorre.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.60, identico all'emendamento 23.61, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.60, presentato dalla senatrice Modena e da altri senatori, identico all'emendamento 23.61, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.62, identico agli emendamenti 23.63, 23.64 e 23.65, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.62, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano, identico agli emendamenti 23.63, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, 23.64, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, e 23.65, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.66, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.66, presentato dai senatori D'Alfonso e Astorre.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.67, presentato dai senatori D'Alfonso e Verducci, identico all'emendamento 23.73, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.68, identico all'emendamento 23.69, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.68, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, identico all'emendamento 23.69, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.74, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.74, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.75, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 23.76, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, fino alle parole «contributiva (DURC)».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 23.77 e 23.78.

Passiamo all'emendamento 23.79, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.79, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Senatore Patuanelli, ritira l'emendamento 23.80?

PATUANELLI (M5S). Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.81 (testo 3), presentato dalle Commissioni riunite, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.82, identico all'emendamento 23.83, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.82, presentato dai senatori Quagliariello e Pagano, identico all'emendamento 23.83, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 23.84 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 23.85, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.85, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.87, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.87, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.88, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.89, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, della prima parte dell'emendamento 23.89, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori, fino alle parole «sostituita da».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 23.90 (testo 2).

L'emendamento 23.91 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 23.94, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.94, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 23.95 (testo 4).

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, l'emendamento in esame ci permette di rispondere con i fatti alle accuse infondate del collega Verducci in merito al nostro atteggiamento nei confronti dei sindaci dei Comuni del cratere. Non solo diamo risposte, come in questo caso, ai problemi derivanti dal terremoto, ma anche a quelli che derivano dalla cattiva amministrazione del PD, come nel caso del Comune di Spoleto. (Commenti del PD. Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Ci sono Comuni in disavanzo. Potete documentarvi: il Comune di Spoleto, per esempio, ha 15 milioni di buco che deve ripianare in trenta anni, ereditati da amministrazioni del PD, e ha bloccato il bilancio. Grazie all'emendamento al nostro esame, questo e altri Comuni potranno utilizzare l'avanzo di amministrazione, cosa che diversamente non sarebbe possibile, per interventi di somma urgenza per le strade e le infrastrutture.

Quindi, noi crediamo che le attuali amministrazioni e i cittadini, soprattutto nel cratere, non possano pagare colpe non loro e con questo emendamento diamo risposte. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.95 (testo 4), presentato dal senatore Briziarelli e da altri senatori, che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto assorbiti gli emendamenti 23.0.5 e 23.0.270.

L'emendamento 23.410 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.1, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 23.0.850/100, 23.0.850/101 e 23.0.850/102 sono decaduti.

Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G23.0.850 non verrà posto ai voti.

Chiedo al senatore Verducci se intende ritirare l'emendamento 23.0.2 e accogliere la riformulazione dell'emendamento 23.0.3, che è stata proposta.

VERDUCCI (PD). Signor Presidente, ci ha mosso, in Commissione e qui in Assemblea, un atteggiamento assolutamente costruttivo. La ricostruzione non è un vessillo di partito, ma è un obiettivo politico e dovrebbe essere tale per tutti noi. Lo sanno i rappresentanti del Governo, che hanno seguito il mio lavoro in Commissione lo sa gran parte dei colleghi e mi dispiace per il collega Briziarelli, in questo caso. A testimonianza di questo fatto, abbiamo votato tutti gli emendamenti utili e ci siamo battuti per la loro approvazione.

In merito alla sua sollecitazione, signor Presidente, accolgo la richiesta di riformulazione dell'emendamento 23.0.3, avanzata dal sottosegretario Crimi e dico anche che il sì a tale emendamento a mia firma, che il Senato può fare proprio approvandolo, è atteso da tanti mesi dai sindaci e dalle famiglie, che a più riprese hanno interpellato il Ministro competente. Constato, con rammarico, che il Governo chiede invece di mettere da parte l'emendamento 23.0.2, che avrebbe permesso opportunità anche per i nuovi corsi degli istituti di secondo grado. La priorità è certamente però la deroga, che permette di non perdere scuole, insegnanti e addetti per gli istituti dei piccoli Comuni del nostro cratere.

Quindi, accolgo la riformulazione dell'emendamento 23.0.3 che è stata proposta e voglio anche correttamente ringraziare il sottosegretario Crimi, per avere da subito risposto positivamente alle mie e alle nostre sollecitazioni e per aver lavorato insieme su questo tema, così sentito e importante, in questa settimana.

PRESIDENTE. L'emendamento 23.0.2 viene dunque ritirato.

Senatore Verducci, apprezzo i suoi ringraziamenti in merito all'emendamento 23.0.3, ma mi sembra stia facendo i costi senza l'oste, perché la riformulazione è arrivata solo ora e quindi ne dispongo l'accantonamento, per poterla sottoporre all'attenzione del Presidente della Commissione bilancio.

Passiamo all'emendamento 23.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.0.4, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 23.0.5 e 23.0.270 risultano assorbiti dall'approvazione dell'emendamento 23.95.

Passiamo all'emendamento 23.0.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.0.6, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.0.7, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 23.0.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.0.8, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 23.0.9 è improponibile.

Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 24 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 24.1 e parere contrario sull'emendamento 24.2. Invito ad accogliere l'ordine del giorno G24.1.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

Quanto all'ordine del giorno G24.1 il parere è favorevole a condizione che venga riformulato con le parole: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di».

PRESIDENTE. Invito i relatori e il rappresentante del Governo a esprimersi anche sui restanti emendamenti.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, ritiro gli emendamenti 24.0.850 e 24.0.851. Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 24.1, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 24.2, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

I firmatari accettano la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G24.1. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G24.1 (testo 2) non verrà posto ai voti.

L'emendamento 24.0.850/100 è decaduto.

Gli emendamenti 24.0.850 e 24.0.851 sono stati ritirati.

Gli emendamenti 24.0.851/101, 24.0.851/100 e 24.0.851/102 sono inammissibili.

Passiamo all'emendamento 24.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 24.0.1, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori, fino alle parole «la sospensione».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 24.0.2.

Passiamo all'emendamento 24.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 24.0.3, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 24.0.4, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 24.0.5 è improponibile.

Passiamo all'emendamento 24.0.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 24.0.6, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 24.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 24.0.7, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 25 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, il parere è favorevole sugli emendamenti 25.2 e 25.500. Sui restanti emendamenti il parere è contrario.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. L'emendamento 25.1 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.2, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 25.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.3, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 25.500/100 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.500, presentato dalle Commissioni riunite, che ottempera ad una condizione posta dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 25.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.4, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 25.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 25.5, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori, fino alle parole «presente articolo».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 25.6.

Passiamo all'emendamento 25.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.0.2, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 26 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 26.750, 26.5 e 26.0.4 (testo 2), mentre su tutto il resto è contrario.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.1, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.2, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 26.750/100, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.750/100, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.750/101, presentato dal senatore Errani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.750/102, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.750, presentato dal Governo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 26.3.

Passiamo all'emendamento 26.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.4, presentato dal senatore Astorre.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.5, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 26.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

PINOTTI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINOTTI (PD). Signor Presidente, mi dispiace molto aver ricevuto parere contrario su questi emendamenti, che si riferiscono al crollo del ponte Morandi e alle esigenze della città di Genova in particolare, una delle quali è relativa anche al porto di Savona, che pure ha avuto problemi, a seguito di tutti i disagi che ci sono stati. Si tratta di emendamenti molto puntuali, studiati esattamente sui problemi indicati in questo momento dalla cittadinanza, dalle imprese o dai commercianti. Si trattava quindi di richieste minime, come la piccola estensione del fondo che viene già stabilito nel decreto-legge, perché in realtà ci sono molti disagi anche per quanto riguarda le esplosioni che stanno avvenendo per distruggere il ponte.

C'era un emendamento che chiedeva di inserire nel fondo di garanzia della Cassa depositi e prestiti 5 milioni per le micro e piccole imprese, che molto hanno patito.

C'è anche un emendamento che chiede di spostare al 30 aprile - e non all'entrata in vigore del decreto-legge - la possibilità di avere rimborsi rispetto al decremento di fatturato. Perché tale data? Soltanto quel giorno, infatti, la strada che era rimasta bloccata nella zona del Campasso, sotto il ponte Morandi, per i rischi connessi a eventuali ulteriori crolli, ha creato l'esigenza per tutti di compiere percorsi lunghissimi. Anche su questo c'era una piccola richiesta di ristoro per tutti coloro che, dovendo allungare molto il tragitto, hanno speso di più (quindi non solo per gli autotrasportatori che erano già previsti nel decreto-legge precedente).

Si tratta quindi di esigenze puntuali e non certo di bandiere ideologiche, studiate su reali situazioni e problematiche che la città di Genova sta vivendo e anche la richiesta economica era molto contenuta.

Sono qui a rappresentare quindi un dispiacere relativo al fatto che questo disagio i cittadini di Genova continueranno a viverlo. (Applausi dal Gruppo PD).

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Senatrice Pinotti, concordo con le problematiche evidenziate in questi tre emendamenti, che hanno bisogno di un approfondimento e di una verifica, in particolare per quanto riguarda anche il calcolo e la riduzione del fatturato. Un cambiamento di quei dati e di quei periodi in cui si fa la valutazione potrebbe anche avere effetti negativi, addirittura escludendo anziché favorendo qualcuno. Si tratta di una questione che ci eravamo già posti ai tempi dell'emanazione del decreto-legge.

Pertanto, poiché si tratta di un tema che sicuramente richiede la verifica dei fondi ancora necessari, anche con l'apporto del commissario straordinario, e poiché il commissario stesso in teoria già potrebbe attivare alcuni di questi interventi, utilizzando i fondi e le risorse che può risparmiare (e io credo che in alcune attività, per come le sta svolgendo, potrebbe ottenere un buon risparmio), le chiedo la disponibilità a trasformare questi emendamenti in un ordine del giorno, per consentire al Governo di attivarsi nella direzione da lei richiesta.

PRESIDENTE. Senatrice Pinotti, accoglie la richiesta del Governo di trasformare gli emendamenti 26.6, 26.7, 26.8 e 26.9 in un ordine del giorno?

PINOTTI (PD). Sì, signor Presidente, sono favorevole e trasformo gli emendamenti in un ordine del giorno complessivo (G26.6), che tenga insieme tutte le problematiche.

PRESIDENTE. Invito la relatrice e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno G26.6.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G26.6.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE.Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G26.6 non verrà posto ai voti.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.10, presentato dal senatore Errani e da altri senatori, identico all'emendamento 26.100, presentato dai senatori D'Alfonso e Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 26.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.0.1, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 26.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.0.2, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 26.0.3 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.0.4 (testo 3), presentato dalle Commissioni riunite, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto assorbiti gli emendamenti 26.0.110 e 26.0.250.

Passiamo all'emendamento 26.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 26.0.5, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori, fino alle parole «2020 e 2021».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 26.0.6 e 26.0.7.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 27 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, formulo un invito al ritiro o altrimenti esprimo parere contrario sugli emendamenti 27.0.1 e 27.0.2.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 27.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 27.0.1, presentato dal senatore De Siano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 27.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

LONARDO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LONARDO (FI-BP). Signor Presidente, cari colleghi, vorrei fare un appello speciale a proposito del depuratore mancante nella città di Benevento. Voglio ricordare a questa Assemblea che noi paghiamo 100.000 euro al giorno di infrazione con l'Europa e che sarebbe quindi forse il caso di attenzionare le città che, come nel caso della città di Benevento, non hanno ancora un depuratore. In effetti il ministro Costa, ricevendo nei suoi uffici una delegazione del Comune di Benevento, presente anche il commissario di Governo Rolle, si è impegnato a stanziare la somma di 20 milioni di euro. È evidente che, fino a questo momento, questi soldi non sono arrivati e anche oggi mi pare di capire che non arriveranno. L'appello forse non sarà raccolto, ma io ci tenevo tanto che questa Assemblea e chi sta fuori da questa Assemblea sapessero quello che questo Governo sta mettendo in campo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 27.0.2, presentato dalla senatrice Lonardo.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 28 del decreto-legge, che si intendono illustrati e su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 28.1 (testo 2), 28.500, 28.7 (testo 3) e 28.0.3. Esprimo parere contrario su tutti i restanti emendamenti.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice. Chiedo, però, se è già disponibile il testo 4 dell'emendamento 28.7 (testo 3).

PRESIDENTE. No, signor Sottosegretario, al momento la Presidenza dispone solo di un testo 3.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, su tale emendamento il parere è favorevole, condizionato a una riformulazione, appunto un testo 4. (Commenti del senatore Faraone).

PRESIDENTE.Senatore Faraone, la invito ad abbassare i toni!

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, la proposta di modifica è di espungere, alla lettera c), le parole «e N». In questo testo 4, il parere sull'emendamento 28.7 è favorevole.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.1 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 28.2 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.3, presentato dal senatore Margiotta, identico all'emendamento 28.4, presentato dal senatore Ferro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 28.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.5, presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 28.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.6, presentato dal senatore Ferro.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.500, presentato dalle Commissioni riunite, che ottempera ad una condizione posta dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti 28.8 e 28.9 sono stati ritirati.

Chiedo al senatore Pesco se la 5a Commissione ha rilevato profili di improcedibilità sull'emendamento 28.7 (testo 4), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

PESCO (M5S). No, signor Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.7 (testo 4), presentato dalla senatrice Bonfrisco.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Gli emendamenti da 28.10 a 28.14 sono improponibili.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 28.0.3, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 29.0.1.

Passiamo all'emendamento 28.0.850, presentato dai relatori, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Chiedo alla relatrice Faggi, se insiste per la sua votazione.

FAGGI, relatrice. No, signor Presidente, lo ritiriamo.

PRESIDENTE.Colleghi, avendo esaurito l'esame degli emendamenti del fascicolo e al fine di organizzare l'esame di quelli precedentemente accantonati, sospendo la seduta fino alle ore 20,30.

(La seduta, sospesa alle ore 20,10, è ripresa alle ore 20,38).

Riprendiamo l'esame degli emendamenti accantonati riferiti all'articolo 22 del decreto-legge, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

Ricordo che sull'emendamento 22.900 vi è un parere favorevole della 5ª Commissione condizionato a una riformulazione.

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 22.900 (testo 2)/100 e parere favorevole sull'emendamento 22.900 (testo 2).

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.900 (testo 2)/100, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.900 (testo 2), presentato dai relatori, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti accantonati riferiti all'articolo 23 del decreto-legge, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

Sull'emendamento 23.22, divenuto testo 4 per effetto della riformulazione del Governo, vi è anche il parere favorevole della Commissione bilancio condizionato all'aggiunta delle formule: «senza corresponsione di alcun tipo di indennità o rimborso da parte della pubblica amministrazione» e: «con oneri a loro carico».

FAGGI, relatrice. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento riformulato.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.22 (testo 5), presentato dalle Commissioni riunite, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo agli emendamenti 23.0.2 e 23.0.3, sul quale era stata proposta una riformulazione.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, sull'emendamento 23.0.2 il parere è contrario. Sulla riformulazione dell'emendamento 23.0.3, che è stata consegnata prima è che in possesso della Commissione bilancio e del presidente Pesco, mi sembra che ancora non sia stato dato parere. Essendo il 23.0.3 un emendamento che serve a garantire il funzionamento delle istituzioni scolastiche nelle aree terremotate anche in presenza di un numero di studenti inferiore al numero minimo necessario per garantire la continuità della classe, tema che so essere ampiamente condiviso da tutte le forze politiche, qualora la Commissione bilancio e il presidente Pesco non siano in grado di dare un parere o comunque non vi riescano entro stasera, chiedo alla Presidenza l'eventuale disponibilità ad accantonarlo anche per domani mattina, come ultimo emendamento, prima dell'inizio delle dichiarazioni di voto. Il mio è un appello all'Assemblea e una richiesta alla Presidenza.

PRESIDENTE. Sicuramente ci sarà l'entusiasmo della Commissione bilancio che dovrà convocarsi stanotte. Prego il senatore Pesco di esprimersi al riguardo.

PESCO (M5S). Va bene, faremo il possibile per fare le verifiche e domani mattina daremo il parere.

PRESIDENTE. Poi a un certo punto ci sarà il voto finale. Mettiamo ai voti l'emendamento 23.0.2 e domani mattina vedremo se questa notte avrà portato le risorse, oltre che il consiglio.

Passiamo all'emendamento 23.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.0.2, presentato dal senatore Verducci.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Se l'Assemblea conviene all'unanimità, metteremo in votazione l'emendamento 23.0.3 prima dell'inizio delle dichiarazioni di voto domani mattina. Qualche volta solleciterei il contrario, ma mi piego al vostro volere.

Passiamo all'esame dell'emendamento x1.1, presentato al disegno di legge di conversione.

Il parere dei relatori, visto che lo hanno firmato, sarà favorevole, quindi chiedo al rappresentante del Governo di pronunziarsi su di esso.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello dei relatori.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento x1.1, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo agli emendamenti accantonati riferiti all'articolo 4 del decreto-legge. Mi soffermerò su quelli sui quali non è stato espresso il parere e nel frattempo metterò in votazione quelli su cui il parere, invece, è stato espresso.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico agli emendamenti 4.2, presentato dai senatori Martelli e De Petris, e 4.3, presentato dal senatore Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.4, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.5, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Ricordo che l'emendamento 4.6 (testo 2) è stato trasformato in ordine del giorno. Chiedo ai relatori e al rappresentante del Governo conferma che sia stato accolto.

SANTILLO, relatore. Sì, Presidente, il parere è favorevole all'accoglimento.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, in relazione alla trasformazione di questo emendamento in ordine del giorno c'era la richiesta di inserire il riferimento esclusivo alle tratte nazionali. Quindi, è bene ribadirlo in questa fase.

PRESIDENTE. Lo ricordo perfettamente e glielo confermo.

PICHETTO FRATIN (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PICHETTO FRATIN (FI-BP). Signor Presidente, vorrei esprimere una dichiarazione in riferimento all'ordine del giorno testé accolto dal Governo, perché in questo modo si annulla completamente il senso originario dell'emendamento e si dice in modo esplicito che gli attraversamenti transfrontalieri che riguardano la Svizzera, la Francia (con il TAV) e altri Paesi non costituiscono una priorità. Rimane solo il porto di Pescara, sul quale siamo certamente d'accordo, anche se potrebbe servire per andare all'estero.

È veramente un affronto al Parlamento e a cosa viene detto in questo momento in tutta Italia dal Governo in riferimento al TAV. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.6 non verrà posto ai voti.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.8, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.7 (testo 2).

MARGIOTTA (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, intanto devo apprezzare il lavoro dei relatori e dello stesso Governo nell'aver voluto dare parere favorevole a questo mio emendamento, che dà risposta a uno dei tre problemi, dal punto di vista mio personale e del PD seri, sottesi alla materia dei commissariamenti.

Non siamo contrari di per sé ai commissariamenti, ma, per come il testo è scritto, si può commissariare qualsiasi opera. Anche io, come il senatore Pichetto Fratin - e la senatrice Pergreffi lo sa, perché ne abbiamo parlato in Commissione - mi rammarico del ritiro del suo emendamento; lo avrei fatto mio, insieme a tutto il Gruppo, e lo avremmo votato positivamente perché in quel testo erano enumerate una serie di opere, tra cui il TAV, e a me sembrava serio uscire da quest'Aula con un'indicazione chiara.

L'emendamento 4.7 (testo 2), però, aiuta, perché dice di darci delle priorità nello stabilire quali opere debbano usufruire del commissariamento, e aggiunge: previo parere delle Commissioni parlamentari, che, per chi crede ancora nella democrazia parlamentare come me, non è cosa da poco. Voglio quindi dare atto al Governo e al Ministro, che è spesso critico, di aver voluto questa volta accogliere l'emendamento.

Rimangono due gravi problemi ancora: non si dice nulla sui requisiti professionali e morali che deve avere il commissario né su come egli debba procedere, ma di questo parlerò quando arriveremo alla votazione del 4.27, mentre, anche per riconoscenza, ritiro la firma dall'emendamento 4.10.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.7 (testo 2), presentato dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.9, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.10, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.11, presentato dal senatore Nencini.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Chiedo ai relatori se confermano il parere favorevole sull'emendamento 4.13 (testo 2).

SANTILLO, relatore. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Relatore, ho un problema: sull'emendamento 4.13 (testo 2) il parere è favorevole, però lei ha espresso parere favorevole anche sugli emendamenti 4.15 (testo 2) e 4.17, che verrebbero assorbiti dall'emendamento 4.13 (testo 2).

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, resta il parere favorevole sull'emendamento 4.13 (testo 2) e gli altri risultano assorbiti.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.13 (testo 2), presentato dalla senatrice Granato e da altri senatori.

(Segue la votazione). (Il senatore Pesco fa cenno di voler intervenire).

Annullo la votazione.

PESCO (M5S). Signor Presidente, il parere della Commissione bilancio è non ostativo su tutti i restanti emendamenti, fatta eccezione per le proposte 4.42, 4.0.1, altri e anche sull'emendamento 4.13 (testo 2).

Forse c'è un refuso e chiedo gentilmente ai funzionari di verificare.

PRESIDENTE. Noi non abbiamo un parere contrario; risulta un parere non ostativo sul testo 2. Il parere è non ostativo su vari emendamenti, tra cui l'emendamento 4.13 (testo 2). Vi è la sua firma, nella seconda pagina.

PESCO (M5S). Sì, scusate.

MALAN (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI-BP). Signor Presidente, visto che il relatore ha dato parere favorevole, oltre che sull'emendamento 4.13 (testo 2), anche sugli emendamenti 4.15 (testo 2) e 4.17, vorrei suggerire al relatore di proporre ai proponenti dell'emendamento di togliere le parole: «e delle Province autonome», recependo così entrambi i suoi pareri. L'emendamento 4.13 (testo 2) resta così, tranne per quanto riguarda la soppressione delle parole: «e delle Province autonome», come richiesto dagli emendamenti 4.15 (testo 2) e 4.17.

PRESIDENTE. Sono d'accordo. I relatori e il rappresentante del Governo esprimono parere favorevole sull'emendamento 4.13 (testo 3).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.13 (testo 3), presentato dalla senatrice Granato e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi gli emendamento 4.12, 4.18, 4.19 e 4.20 e assorbiti gli emendamenti 4.800, 4.16, 4.15 (testo 2) e 4.17

L'emendamento 4.14 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.21 (testo 2), presentato dal senatore Castaldi.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.22, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.23, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Sull'emendamento 4.530 c'è un invito al ritiro.

PESCO (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PESCO (M5S). Signor Presidente, il parere è stato rivisto perché è puramente ordinamentale e, quindi, è di nulla osta.

PRESIDENTE. Invito pertanto il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 4.530.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, chiedo di aggiungere la firma, insieme al senatore Arrigoni.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.530, presentato dalla senatrice Moronese e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.24 è improponibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.25, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.26, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.27.

MARGIOTTA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, avevo preannunciato che sarei intervenuto sull'emendamento 4.27. Trovo di una gravità assoluta il comma 3 dell'articolo 4, che afferma anzitutto che i commissari straordinari possono essere abilitati ad assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante. Ciò, a mio avviso, è già sbagliato, perché i commissari straordinari dovrebbero essere coloro i quali fanno andare spedite le opere, ma non necessariamente facendo anche loro gli appalti. Inoltre, nel comma è scritto che possono appaltare le opere in deroga alle leggi vigenti: questo francamente mi pare una forzatura estrema. Intendiamoci, è quello che è accaduto per Genova, ma quella era un'emergenza assoluta e alla fine abbiamo tutti condiviso che non si potessero aspettare i tempi normali di una procedura di gara. Non si può pensare che questo istituto divenga utilizzabile in maniera indiscriminata, perché, lo ripeto, il provvedimento non precisa quali siano le opere su cui applicare l'istituto. Se si dice che il commissario può di fatto assegnare il lavoro a chi vuole, perché questo significa operare in deroga alle leggi sui contratti pubblici, facciamo un'enormità altro che criminogena, un'enormità della quale temo dovremo pentirci tutti come sistema Paese, cadendo peraltro anche in una contraddizione palese. Se infatti le modifiche che state apportando al codice con il provvedimento sblocca cantieri al nostro esame sono positive, funzionano e snelliscono le procedure, perché mai è necessario che il commissario possa operare in deroga alle stesse leggi che adesso voi dite che sono buone, efficaci ed efficienti? Fate una legge e poi, contemporaneamente, dite che il commissario però può andare avanti senza utilizzarla e senza applicarla, in deroga, di fatto scegliendo intuitu personae, l'impresa che deve fare i lavori. Questo, in teoria, su 100, 1.000, 2.000 o 3.000 opere, perché non ci sono né un tetto, né un criterio stringente, e senza che ci sia alcuna precisazione di come si debba operare. Francamente, quando ne ho parlato la prima volta in Commissione, ero convinto che di fronte a queste argomentazioni fossero tutti d'accordo; è infatti così evidente che si tratta di una stortura devastante - utilizzo ancora una volta questo termine - e mi aspettavo saggezza da parte del Governo e dei relatori.

Non riesco a comprendere come si possa andare avanti su una questione che può avere effetti disastrosi sul nostro sistema, sulla trasparenza, sull'onestà e, alla fine, sulla stessa qualità delle opere che si vanno a realizzare.

So che non è tempo di ripensamenti, ma avevo veramente l'esigenza di lasciare agli atti queste mie dichiarazioni, perché altrimenti sembra che tutto passi in cavalleria e che non ci rendiamo conto di ciò che stiamo votando. E qui non posso che dirvi che quando il presente Pesco aveva detto che vi era un parere contrario sull'emendamento 4.13, aveva pensato: viva Dio! Questo perché l'emendamento 4.13 dice che l'approvazione di un progetto da parte di un commissario supera qualsiasi altro nulla osta e autorizzazione, cioè la sovrintendenza archeologica, quella ambientale o qualsiasi altra cosa. Se il commissario approva il progetto, si mette un punto e non si deve esprimere più nessuno. Ragazzi miei, mettete insieme quello e quest'altro e capite che state facendo. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.27, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.28, presentato dal senatore Fazzolari e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.801.

GRASSO (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRASSO (Misto-LeU). Signor Presidente, non posso che essere pienamente d'accordo con l'intervento del senatore Margiotta. Ormai siamo alla fine e abbiamo compreso che questo provvedimento, che sta per diventare legge, ha ben poco a che vedere con lo scopo dichiarato di sbloccare i cantieri.

Sembra più riguardare in generale un allentamento delle regole di trasparenza e vigilanza, una sottovalutazione del rigore necessario per le autorizzazioni, così diminuendo la tutela dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, e infine un ridimensionamento sistematico e ingiustificato del ruolo e delle funzioni dell'Autorità nazionale anticorruzione. Questo ritorno al vecchio regime, antecedente al codice degli appalti, viene completato dalla riesumazione dei commissari straordinari. Per carità, ci saranno pure dei casi in cui ciò è necessario e lo abbiamo visto nel caso di Genova. Considerata però l'ampiezza dei poteri di deroga riconosciuti ai commissari, sarebbe quantomeno opportuno, con l'emendamento in esame, che ritengo di buon senso, prevedere l'obbligo di motivazione delle deroghe, in maniera tale da consentire anche un eventuale controllo giurisdizionale da parte della magistratura amministrativa, sotto il profilo della motivazione di quei provvedimenti. Pensate che, come già è stato detto, il comma 3 dell'articolo 4 attribuisce ai commissari straordinari le funzioni di stazione appaltante per l'esecuzione degli interventi previsti. Quindi i commissari straordinari derogano alle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici e in tale ambito viene fatto salvo soltanto il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.

Ancora una volta, vi invito a considerare l'ampiezza dei poteri derogatori delle disposizioni di legge in materia di contratti pubblici. Dunque mi pare di buon senso quantomeno imporre la motivazione delle deroghe alle leggi: facciamo un commissario straordinario fuorilegge.

Con l'emendamento in esame, si introduce semplicemente l'obbligo di motivazione. Peraltro, devo ricordare che il parere reso dalla Commissione giustizia al disegno di legge che stiamo esaminando, come risulta dal resoconto sommario del 9 maggio 2019, contiene proprio questa segnalazione alle Commissioni competenti, che però non ne hanno tenuto conto. Mi aspetterei per coerenza un voto favorevole almeno da parte dei componenti della Commissione giustizia, che hanno votato quel parere.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.801, presentato dal senatore Grasso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.29 (testo 2), presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.30 (testo 3), presentato dalla senatrice Moronese e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.500, presentato dalle Commissioni riunite, che ottempera ad una condizione posta dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.31, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.31, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.32, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.32, presentato dalla senatrice Sudano e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.501, presentato dalle Commissioni riunite, che ottempera ad una condizione posta dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.850/100.

FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRAZZI (PD). Signor Presidente, il subemendamento in esame è molto semplice, ma secondo noi rilevante. Nell'emendamento 4.850 si prevede che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con una serie di soggetti, è nominato il commissario straordinario. Ora, tra questi soggetti - e noi ne siamo molto felici - sono stati inseriti anche gli enti locali, quindi la Città metropolitana, il Comune e la Regione (che non è esattamente un ente locale, ma di prossimità). Questo è positivo, però c'è un problema: in questa decisione vengono coinvolti Ministeri importanti (mi riferisco al Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e al Ministero per i beni e le attività culturali), ma manca il Ministero e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Questo è un paradosso, perché è del tutto evidente che essendo il MOSE un sistema per la salvaguardia della laguna, se ci deve essere un Ministro sentito nella nomina del Commissario, così come per qualsiasi tipo di iniziativa relativamente al MOSE, quello è il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Per questo motivo, con l'emendamento in esame ne chiediamo l'inserimento.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850/100, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850/101, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850/102, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850/103, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.850/104.

FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRAZZI (PD). Signor Presidente, l'emendamento 4.850/104 ha anch'esso a oggetto il MOSE. Nel richiamato capoverso 6-ter è scritto che con la costituzione della struttura pubblica cessa ogni competenza nella realizzazione e gestione del sistema MOSE in capo ad altri organismi.

Il MOSE è stato ideato e progettato come sistema integrato, che non ha solamente a che fare con attività ingegneristica di livello elettromeccanico, ma opera anche all'interno di un ecosistema complesso, in cui tutti gli elementi della laguna, anche di carattere naturalmente idraulico, vanno tenuti in considerazione. Ci sono tre società importanti che storicamente hanno ideato, pensato, progettato e seguito tutta la lavorazione (mi riferisco al consorzio Venezia Nuova, Thetis e Comer).

Con questo provvedimento, signor Presidente, 250 risorse verrebbero di fatto spedite a casa. In questo modo non solamente 250 famiglie perderebbero lo stipendio (cosa di per sé piuttosto grave), ma tutto il sistema MOSE perderebbe tutta quella competenza, ideazione e capacità di gestione dell'opera stessa e dell'ordinaria e straordinaria manutenzione necessaria.

Pertanto, con due emendamenti (signor Presidente, se lei è d'accordo mi permetto di fare un unico intervento, soffermandomi sugli emendamenti 4.850/104 e 4.850/105) chiediamo di inserire tali risorse all'interno del sistema, o comunque di questa struttura pubblica (se poi c'è una nuova riformulazione, che mi pare di aver letto, del relatore di maggioranza, sarà il commissario a potersi avvalere di strutture competenti per il settore medesimo), in modo tale che vengano assicurati gli stipendi per 250 famiglie e, ancor di più, mantenuta tutta quella competenza assolutamente essenziale per la manutenzione ordinaria e straordinaria e la gestione di questo sistema.

Signor Presidente, voglio ricordare che nel caso in cui la manutenzione o la gestione non dovessero essere all'altezza, si porrebbe un problema serissimo per una città come Venezia, la sua laguna, l'ecosistema e gli abitanti.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850/104, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850/105, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell''emendamento 4.850.

SANTILLO, relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, al testo riformulato con l'accoglimento delle condizioni della Commissione bilancio, appongo le seguenti correzioni. Al capoverso «6-bis» dopo le parole «attività culturali», chiedo di inserire le parole «dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare». Sempre al medesimo capoverso, chiedo di espungere l'ultimo periodo.

PRESIDENTE. Mi scusi, signor relatore, ma abbiamo appena bocciato i subemendamenti proposti dal senatore Ferrazzi (le proposte emendative 4.850/103 e 4.850/104), in cui veniva riproposto «il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare»; adesso lei non può propormi una riformulazione dopo che il Senato si è espresso in senso contrario sulla stessa. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

SANTILLO, relatore. È una forma letterale diversa, signor Presidente, non c'è «il Ministro».

FERRAZZI (PD). È uguale. (Commenti del senatore Malan).

PRESIDENTE. Dov'è la differenza?

SANTILLO, relatore. Il modo in cui è descritta la forma, signor Presidente.

MARCUCCI (PD). Che vuol dire? Non capisco.

PRESIDENTE. Se mi date un testo, posso leggerlo.

SANTILLO, relatore. Proponiamo di inserirlo dopo, senza la parola «Ministro»; prima c'era, ma messo in posizione diversa.

PRESIDENTE. Dove?

SANTILLO, relatore. Dopo la parola «culturali».

PRESIDENTE. Ripartiamo da zero: non ci può far pervenire questa riformulazione, così possiamo leggerla?

SANTILLO, relatore. Sì, signor Presidente, eccola qui.

PRESIDENTE. Siccome l'inserimento del primo punto comporta una formulazione assolutamente identica, dispongo l'annullamento della votazione dell'emendamento 4.850/100 e chiedo nuovamente il parere al relatore, invitandolo ad esprimerne uno favorevole, e al rappresentante del Governo.

SANTILLO, relatore. Esprimo parere favorevole, signor Presidente. (Applausi dal Gruppo M5S. Applausi ironici dai Gruppi FI-BP e PD).

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850 (testo 2)/100, presentato dal senatore Ferrazzi e dal senatore Margiotta.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Dopodiché, signor relatore, avete proposto di espungere dall'emendamento la frase «Il Commissario, entro tre mesi...», eccetera?

SANTILLO, relatore. Esatto, signor Presidente, l'ultimo periodo del comma 6-bis.

PRESIDENTE. Chiedo conferma al Presidente della Commissione bilancio, senatore Pesco, che nulla osti a questo.

PESCO (M5S). Non comporta oneri toglierlo, Presidente, ma sarebbe stato utile mantenerlo; pertanto, nulla osta.

PRESIDENTE. A questo punto, annullo anche la votazione dell'emendamento 4.850/101 (proteste dal Gruppo PD), presentato dalla senatrice De Petris, che prevede di sopprimere l'ultimo periodo del comma 6-bis dell'emendamento 4.850, e su cui a questo punto presumo vi sia il parere favorevole del relatore e del Governo. Provi a verificare anche lei, senatrice de Petris, ma immagino che questo le dia grande soddisfazione.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850 (testo 2)/101, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.850 (testo 2 emendato), presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.851 è stato ritirato. Sono conseguentemente decaduti tutti i relativi subemendamenti.

L'emendamento 4.201 è improponibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.33 (testo 3), presentato dal senatore Campari.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.34, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.35, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.35, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.36, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.37, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico all'emendamento 4.38, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Senatore Santillo, conferma il parere favorevole sull'ordine del giorno G4.39?

SANTILLO, relatore. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Il parere del Governo è conforme?

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE.Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.39 non verrà posto ai voti.

Invito il relatore a pronunziarsi sull'emendamento 4.852.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, riformulo l'emendamento 4.852, sostituendo al comma 7-ter, le parole «30 milioni» con le altre «10 milioni».

PRESIDENTE. Il senatore Pesco non può che esserne contento. La invito a pronunziarsi anche sull'emendamento 4.40, senatore Santillo.

SANTILLO, relatore. Mi risulta che sia assorbito dall'approvazione dell'emendamento 4.30 (testo 3).

CALIENDO (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALIENDO (FI-BP). Signor Presidente, se ho capito bene, è stata formulata dal presidente Pesco (che stimo) un'eccezione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione. Il relatore improvvisamente riduce l'onere finanziario del suo emendamento 4.852 da 30 a 10 milioni di euro; ma il problema della copertura va rivisto dalla Commissione bilancio, non è che si può fare così, con una trattativa privata. (Applausi dai Gruppi FI-BP, PD e Misto).

PRESIDENTE. Era coperto già nella prima versione, senatore Caliendo.

GALLONE (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GALLONE (FI-BP). Signor Presidente, un'altra volta rimaniamo perplessi, perché questo è un emendamento che andrebbe proprio nella direzione di favorire i progetti di realizzazione di reti e infrastrutture e di ricarica dedicate ai veicoli alimentati ad energia elettrica. Sono valori che immediatamente divengono irrealizzabili. Con dieci milioni di euro, ovviamente, mettiamo un "pannicello" e non facciamo nulla. Quindi, siccome abbiamo il piacere di avere con noi il ministro Toninelli, che è uno dei sostenitori delle auto elettriche pur viaggiando su un diesel, volevo capire il motivo di questa retromarcia anche su un emendamento che dovrebbe segnare il passo verso l'ambientalismo e verso la mancanza di inquinamento.

Proprio oggi, nella Giornata mondiale dell'ambiente, questo emendamento poteva essere una decisione simbolo. Invece, questa è una decisione simbolo dell'incoerenza di questo Governo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.852 (testo 2), presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.40 risulta assorbito dall'approvazione dell'emendamento 4.30 (testo 3).

Gli emendamenti 4.41 e 4.42 (testo 2) sono stati ritirati.

L'emendamento 4.43/101 è inammissibile.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.43, presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.44, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

LONARDO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LONARDO (FI-BP). Signor Presidente, l'ora è tarda e siamo stanchi, ma l'energia non manca per portare l'attenzione sui nostri territori. A Benevento c'è un ponte, che si chiama ponte San Nicola, il cui architetto è lo stesso che ha costruito il ponte Morandi. Quindi, all'indomani della caduta del ponte, il sindaco di Benevento ha dovuto chiaramente chiudere al traffico il ponte. (Commenti dal Gruppo M5S). Qui parliamo di persone. Abbiate un po' di rispetto, almeno per le vittime del ponte Morandi.

All'indomani della caduta del ponte a Genova, città alla quale va tutta la nostra solidarietà, ancora una volta, come anche alle famiglie che hanno perso tanti cari, il vostro Ministro - lo preciso visto che vedo un po' di ilarità da parte vostra - ha inviato nota a tutti i Comuni, chiedendo di fare una radiografia di tutti i ponti. Quindi, il Comune di Benevento ha fatto un'attenta radiografia del ponte Morandi a Benevento, con la relativa analisi del costo dei fondi necessari per riparare questo ponte. Una richiesta del Ministro, attenzione. Il Comune ha inviato questa relazione, ma questi fondi non sono mai arrivati. Quindi cosa c'è di più giusto, per un senatore, che presentare un emendamento a questo decreto-legge? Mi dicono che verrà bocciato. Io, ancora una volta, faccio appello alla vostra sensibilità e mi riporto ai tanti Comuni nella stessa situazione di Benevento, che è dissestato. 120 milioni di euro di debito ereditati dalla precedente gestione e, di conseguenza, non ci sono i soldi per fare questa opera.

È ovvio che bisogna stare attenti ad una comunità, come quella della contrada Capodimonte, che viene praticamente tagliata fuori dalla città se si chiuderà il ponte. Vi chiedo quindi di ripensarci. Se non lo farete, pazienza: ci ho provato.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.44, presentato dalla senatrice Lonardo.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.853/101 è inammissibile.

Senatore Santillo, sull'emendamento 4.853/100 lei aveva espresso un parere favorevole. La riformulazione dell'emendamento 4.853, richiesta dalla Commissione bilancio, fa sparire il riferimento cui agganciare il subemendamento; le chiedo quindi se riesce a riformularlo.

SANTILLO, relatore. Ne chiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Senatrice Pergreffi, con la riformulazione richiesta all'emendamento 4.853 viene meno il punto in cui si agganciava il subemendamento 4.853/100 a sua prima firma. Per il momento lo accantoniamo, affinché lei lo riformuli in modo che possa essere introdotto nel testo, perché il parere del relatore è favorevole.

Gli emendamenti 4.853/102, 4.853/103, 4.853/104 e 4.853/105 sono inammissibili.

L'emendamento 4.853 e 4.45 sono accantonati.

Passiamo all'emendamento 4.854, precedentemente accantonato, su cui chiedo al relatore e al rappresentante del Governo di pronunziarsi.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole con una riformulazione volta a sopprimere le parole da «"fondo"» fino a «dopo le parole».

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.854 (testo 2).

D'ARIENZO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'ARIENZO (PD). Signor Presidente, io chiedo al Governo e ai relatori di riflettere bene su questo emendamento.

Noi siamo favorevoli alle opere, anche a quelle tre che sono importanti per implementare l'asse del Brennero, ma non è comprensibile perché vengano inserite in una norma primaria anziché nel piano finanziario, come è sempre stato. Quelle tre opere sono anche attualmente nella concessione scaduta nell'aprile 2014, nella parte relativa al piano finanziario, e non sono state completate. Adesso, con una norma primaria, si inseriscono sul territorio in maniera anche abbastanza invasiva. Nel protocollo d'intesa che era stato fatto tra il Ministero, la A22 e i soci nel gennaio 2016 era stato inserito - mi riferisco in particolare all'interporto di Isola della Scala, in Provincia di Verona - un accordo per realizzare questo interporto con un altro già esistente nella città di Verona, primo interporto in Europa. In primo luogo, doveva essere studiato un accordo per evitare concorrenza tra interporti a 20 chilometri di distanza e, in secondo luogo, doveva essere valutata la sostenibilità di un interporto che dovrebbe nascere in una località dove le infrastrutture sono quelle delle strade provinciali a due corsie. Immaginiamo quindi che i tir escano dalla A22 Nogarole-Rocca e si rechino a centinaia, se non migliaia, a Isola della Scala in stradine con due corsie. Nessun altro impegno sulla concessionaria A22. La domanda è: cosa sblocchiamo? Non sono stati in grado di farle finora perché non c'è mai stata, sul territorio, la condivisione necessaria. Adesso, se inseriamo queste opere nella norma primaria, queste rientreranno in maniera invasiva nella competenza del Comune, della Provincia e della Camera di commercio di Verona, che sono i titolari dell'interporto pubblico che verrebbe danneggiato da quello di Isola della Scala.

Chiedo pertanto ai relatori e al Governo di riflettere perché non ce n'è alcun bisogno. Avrebbe avuto un senso nella formulazione originaria: lo Stato si prendeva il fondo e si salvavano almeno le opere a carico dello stesso. Ma adesso? (Applausi del senatore Ferrazzi).

PRESIDENTE. Chiedo un attimo di attenzione da parte del relatore: se lei modifica, come richiesto, l'emendamento 4.854, tale emendamento diventa identico al 4.430 a firma della senatrice Conzatti, su cui la 5a commissione permanente ha espresso contrarietà ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

SANTILLO, relatore. Ne chiedo l'accantonamento. (Applausi ironici dal Gruppo FI-BP. Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatore Pesco, la proposta di riformulazione fatta dal relatore - dopo affrontiamo gli altri aspetti però consideriamo almeno l'aspetto tecnico - porta ad un testo che sarebbe identico all'emendamento, che lei trova nel fascicolo annesso, a firma della senatrice Conzatti e su cui la sua Commissione aveva espresso parere contrario ex articolo 81.

PESCO (M5S). Signor Presidente, è necessaria una verifica.

ERRANI (Misto-LeU). Domando di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERRANI (Misto-LeU). Signor Presidente, mi sembra che continuare così sia abbastanza, per usare un eufemismo, complicato.

MALAN (FI-BP). È accanimento terapeutico.

ERRANI (Misto-LeU). Visto allora che dobbiamo accantonare ancora, riprogrammiamo i lavori: vediamoci domattina alle 9, finiamo il provvedimento e poi facciamo le dichiarazioni di voto. Ma votare così, «a gratis» come direbbe Totò, non è la cosa migliore.

PRESIDENTE. Siccome abbiamo accantonato l'emendamento del senatore Verducci, possiamo anche fare un altro accantonamento. Chiedo però al relatore di rivalutare la questione rispetto al testo. Il resto del lavoro, però, lo finiamo.

SANTILLO, relatore. Accantoniamolo Presidente.

PRESIDENTE. Dispongo l'accantonamento degli emendamenti 4.854 (testo 2) e 4.430. (Commenti della senatrice Conzatti).

Senatrice Conzatti, se lo accantoniamo non è contenta? Il senatore Pesco ci ha detto che non è in grado di modificare in questo momento il parere, che è di contrarietà. Quindi, se va male, glielo conferma domani, ma magari è possibile che riveda la sua posizione.

CONZATTI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CONZATTI (FI-BP). Signor Presidente, intervengo per rassicurare la 5ª Commissione, che dovrà lavorare questa notte, che il mio emendamento è coperto perché è a carico del fondo destinato al rinnovo della infrastruttura ferroviaria in questione.

PRESIDENTE. Ma non deve dirmelo lei.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.855 (testo 2)/100, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.855 (testo 2)/101.

CALIENDO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALIENDO (FI-BP). Signor Presidente, questi sono subemendamenti all'emendamento 4.855 (testo 2). Vorrei capire innanzitutto come questo è stato inserito, perché è stato accolto soltanto in parte.

Durante la discussione della settimana scorsa questo emendamento mi fu presentato da alcuni colleghi come emendamento ad personam; leggendolo mi sono reso conto che non era ad personam, ma che era rivolto a una categoria speciale: è un provvedimento fotografia o norma provvedimento, perché svolge un'attività di tutela di determinati interessi specifici.

Se resta allora l'emendamento 4.855 con la sola correzione del testo 2 - bravo, senatore Margiotta - diventa inutile, Presidente. Io ho chiesto di intervenire perché in futuro mi si potrebbe accusare di essere stato presente e di aver votato. Come si fa a far votare al Parlamento italiano una norma che dice che «La gravità della colpa - credo che ognuno di voi sappia cos'è la colpa, ossia la negligenza nei comportamenti - e ogni conseguente responsabilità sono in ogni caso escluse se il fatto dannoso trae origine da decreti che determinano la cessazione anticipata, per qualsiasi ragione, di rapporti di concessione autostradale, allorché - se ho capito bene, così viene modificato il testo con la riformulazione - detti decreti siano vistati e registrati alla Corte dei conti in sede di controllo preventivo di legittimità»? Signor Presidente, ma se il controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti ha stabilito che è tutto corretto, mi vuol dire come è possibile pensare e discutere di responsabilità? L'emendamento doveva essere dichiarato inammissibile, per come è scritto ora. Come era scritto prima, «in conformità al parere favorevole sulla legittimità dello schema di atto esaminato, reso dall'Avvocatura generale dello Stato», riguardava, né più, né meno, un interesse specifico. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Relatore, ferma restando una parte che comunque è diversa, l'emendamento 4.855 (testo 2)/101 presentato dal senatore Margiotta non ricalca parzialmente la sua riformulazione?

SANTILLO, relatore. Sì, signor Presidente, ricalca parzialmente la riformulazione. Possiamo cercare di unificarli. Esprimo quindi un parere favorevole sull'emendamento 4.855 (testo 2)/101.

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimersi sull'emendamento in esame, così come riformulato.

CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.855 (testo 2)/101 (testo 2), presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.855 (testo 2 emendato).

GRASSI (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GRASSI (M5S). Signor Presidente, vorrei rapidamente intervenire con una dichiarazione di voto in ordine all'emendamento che introduce un profilo di tutela del funzionario pubblico chiamato ad assumere una decisione di revoca di eventuali provvedimenti concessori. Mi riferisco, in particolare, alle concessioni autostradali, tanto per intenderci. Ricordate che vi è stata una stagione in cui in questo Paese si è sostenuta la supremazia dell'azione del privato anche nella gestione di beni e servizi di rilevanza pubblica. L'intervento del privato - è bene ricordarlo - in settori dove per ragioni strutturali è impossibile dar vita ad un libero mercato crea, in realtà, un regime di monopolio. Esempio paradigmatico dell'uso distorto dell'attività privatistica è proprio dato dalle concessioni autostradali e tutti ricordiamo che i contratti che sono stati stipulati - ed è un dato che è emerso anche in ambito giornalistico - in sede concessoria contengono delle vere e proprie clausole vessatorie a danno dello Stato. In questi casi, la revoca della concessione, la risoluzione del rapporto concessorio è oggettivamente a vantaggio dello Stato, ma capite anche che, proprio a causa del tenore di questi contratti, i funzionari pubblici sono restii, preoccupati, intimoriti, perché sanno bene di avere dall'altra parte delle grandi imprese in grado, sicuramente, di creare uno stato che potremmo definire di metus, cioè di timore nell'azione. Proprio al fine di sollevare il funzionario pubblico chiamato a questi provvedimenti, abbiamo introdotto questa norma che prevede un controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti sull'atto del funzionario, cioè sull'atto di revoca. Non vi è alcuna incongruenza dal punto di vista giuridico, perché il controllo di legittimità della Corte dei conti serve ad esonerare da responsabilità il funzionario. Voi sapete bene che, malgrado il controllo di legittimità della Corte dei conti, ancorché preventivo, per l'autonomia dei giudici e degli ordini giurisdizionali ben potrebbe darsi che in separata sede si giunga ad un giudizio di responsabilità. Il funzionario pubblico deve essere protetto, deve essere lasciato nelle condizioni di agire con la massima serenità e questo per il raggiungimento del miglior interesse pubblico. (Applausi dal Gruppo M5S).

MALAN (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MALAN (FI-BP). Signor Presidente, questo emendamento è volto a tutelare la possibilità da parte del Governo di revocare le concessioni autostradali. C'è molto da fare nel settore, il Ministro ne ha parlato molto, ma devo dire che abbiamo visto molto poco e adesso la prima cosa concreta che vediamo è la richiesta di impunità in determinati casi.

Il senatore Caliendo e il senatore Grassi in modi diversi hanno esposto i vari profili. Il senatore Caliendo ha evidenziato l'inutilità del provvedimento, ma quello che dico io è che su questo settore, se si vuole fare ordine, innanzitutto bisognerebbe applicare la legge e non demandare le decisioni ai funzionari dicendo che i funzionari non sono punibili. La legge dice che due anni prima che scada una concessione autostradale bisogna indire la gara. Ci sono concessioni scadute da anni, il Governo è in carica da un anno e quattro giorni e non ha fatto nulla per le concessioni autostradali scadute. Anzi, una cosa ha fatto: mentre tutti gli altri Governi entro settembre - e ciò sarebbe avvenuto anche lo scorso settembre - pubblicavano una relazione sullo stato delle concessioni autostradali, il Governo attuale, dopo nove mesi di ritardo rispetto ai più lenti fra tutti gli altri, ancora non ha pubblicato nulla. Non facciamo allora queste norme inutili, ma approviamo quelle utili. Il Governo non deve fare cose strane, deve applicare la legge. Ho sentito tanto parlare di legalità, ma la legalità vale anche per il Governo, non è che ci si deve preoccupare per rendere impunibili i funzionari: applichiamo la legge, signor Ministro (glielo dico visto che è presente). Ci sono delle concessioni scadute da anni; alcune hanno richiesto la modalità in house, ma anche su quelle non è stato fatto alcun passo avanti, e delle altre non abbiamo notizia. Alle interrogazioni lei non risponde e lo Stato, anzi gli automobilisti, gli utenti della strada, le imprese che devono usare le autostrade perdono ogni giorno due milioni di euro a favore di concessionari scaduti, i quali in alcuni casi non vorrebbero essere scaduti, ma vorrebbero avere qualche certezza per il futuro, per poter fare degli investimenti. Applichiamo la legge, faccia il suo dovere, signor Ministro. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.855 (testo 2 emendato), presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.856, presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.857 (testo 2)/100, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.857 (testo 2), presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.46 è stato trasformato in ordine del giorno. Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, mi rimetto al Governo.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo accoglie l'ordine del giorno previa riformulazione: a valutare l'opportunità di, compatibilmente con la fattibilità tecnica e compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica.

PRESIDENTE. Chiedo al senatore Damiani se accoglie la richiesta di riformulazione testé avanzata.

DAMIANI (FI-BP). Sì, Presidente, accolgo la riformulazione, anche perché ribadisco - quindi faccio presente al Governo - che esiste già un progetto, fatto da Rete Ferroviaria Italiana, che però non riguarda l'intero tratto della linea ferroviaria, che è di 60 chilometri, ma soltanto 20 chilometri. Quindi, c'è già un finanziamento. Poi ci sono i fondi di coesione che possono essere utilizzati: il Mezzogiorno ne ha tanto bisogno per rimodernarsi e soprattutto per rimodernare importanti tratte ferroviarie. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.46 non verrà posto ai voti.

L'emendamento 4.47 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/100, identico all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/101, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

PAGANO (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGANO (FI-BP). Signor Presidente, il tema di queste proposte è quello del traforo del Gran Sasso che è assurto agli onori delle cronache recentemente.

Sull'emendamento dei relatori - che prevede comunque di intervenire con la nomina di un commissario - sono stati proposti, sentito il Presidente della Regione, e sentiti i tecnici che si dovranno occupare della vicenda, una serie di subemendamenti che tendono sostanzialmente a considerare le problematiche gravi, importanti, imponenti - perché competono anche alla qualità delle acque che forniscono gli acquedotti che dal Gran Sasso portano fino a tutta la costa teramana - con una posizione analoga in relazione, per esempio, al ponte Morandi. Ciò significa che il commissario che dovrà essere nominato per mettere in atto le opere necessarie per rendere possibili tutti i lavori concernenti anche la qualità delle acque del Gran Sasso dovrebbe essere retribuito e le risorse economiche dovrebbero essere collocate nel modo migliore per poter fare questo.

Ci auguriamo pertanto che le proposte emendative possano essere accolte dalla maggioranza.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/100, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori, identico all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/101, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/102, identico all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/103, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/102, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori, identico all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/103, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/104, identico all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/105, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/104, presentato dal senatore Ciriani e da altri senatori, identico all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/105, presentato dalla senatrice Bernini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/106, presentato dai senatori Castaldi e Di Girolamo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/107, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.

DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, considerato il parere favorevole espresso sul subemendamento precedente dei senatori Castaldi e Di Girolamo, mi sarei aspettata che si tematizzasse - e quindi si comprendesse - il senso del nostro subemendamento. Esso riguarda una delle questioni su cui varie volte, proprio sulla vicenda del Gran Sasso e anche rispetto alla vecchia esperienza di commissariamento, vi era stato un impegno, tra l'altro anche ribadito in sede di discussione all'interno della Regione Abruzzo. Mi riferisco alla partecipazione all'informazione della cittadinanza e, soprattutto, al coinvolgimento dell'osservatorio, che in tutti questi anni ha posto con forza tutte le criticità di sicurezza ambientale del bacino idrico.

Il subemendamento è molto semplice: chiede che nella cabina di regia, di coordinamento, ci sia anche un rappresentante dell'osservatorio. Nell'altra parte affronta un'altra questione e, all'interno di questa norma sul commissariamento (su cui ho l'impressione che si stiano già riprendendo le vecchie strade), pone l'assoluta priorità ai fini della messa in sicurezza e della tutela del bacino acquifero, della delocalizzazione delle sostanze pericolose che ci sono all'interno dei laboratori. Questa è una delle questioni fondamentali su cui mi sarei aspettata anche che nell'emendamento sul commissario straordinario del Gran Sasso ci fosse traccia.

L'altra questione riguarda le risorse. Qui ci sono solo 20 più 100 milioni. Sappiamo tutti da moltissimo tempo - sono stati quantificati - che vi era stato un impegno perché fossero almeno appostati circa 172 milioni, che erano quelli legati alla messa in sicurezza minima per avviare i lavori.

Sono molto stupefatta del fatto che la parte sull'osservatorio e nemmeno quella sull'indicazione della delocalizzazione di sostanze pericolose all'interno dei laboratori di fisica non siano state assolutamente prese in considerazione.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/107, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/108, presentato dai senatori Castaldi e Di Girolamo.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Relatore, ho i subemendamenti 4.0.850 (testo 2)/109 e 4.0.850 (testo 2)/110 su cui lei ha espresso un parere favorevole, però ho il parere contrario della Commissione bilancio.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, invitiamo i presentatori a ritirare gli emendamenti.

PRESIDENTE. I proponenti ritirano i subemendamenti in esame.

Passiamo all'emendamento 4.0.850 (testo 2)/111, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2)/111, presentato dal senatore D'Alfonso.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.850 (testo 2 emendato), presentato dai relatori, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.0.1 è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.3 (testo 2), presentato dalle Commissioni riunite.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.4 (testo 4), presentato dalla senatrice L'Abbate e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 4.0.5 è stato ritirato.

Passiamo all'emendamento 4.0.70, identico agli emendamenti 4.0.100 e 4.0.110, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.70, presentato dai senatori Ferrazzi e Margiotta, identico agli emendamenti 4.0.100, presentato dal senatore Iannone e da altri senatori, e 4.0.110, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.0.120, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.120, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.102, presentato dalla senatrice Gallone e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.851 (testo 2)/100, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.851 (testo 2)/101, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.851 (testo 2), presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.0.853/100, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.853/100, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.0.853/101, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.853/101, presentato dai senatori Margiotta e Ferrazzi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.0.853, sui cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

SANTILLO, relatore. Signor Presidente, il parere è favorevole sostituendo le parole «10 milioni» con «5 milioni».

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Senatore Pesco, è favorevole alla modifica?

PESCO (M5S). Signor Presidente, il parere è favorevole alla modifica perché si riduce l'onere.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.853 (testo 2), presentato dai relatori.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Senatore Romeo, avete trovato una soluzione per l'emendamento 4.853/100?

ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, l'emendamento 4.853/100 viene ritirato, perché dobbiamo votare secondo la riformulazione della Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.853 (testo 2), presentato dai relatori, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento 4.45.

Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

Comunico che gli interventi di fine seduta, essendo una seduta senza fine, non si possono tenere.

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 6 giugno 2019

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 6 giugno, alle ore 10, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 22).