Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 092 del 21/02/2019
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
92a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO (*)
GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO 2019
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Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI
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(*) Include gli ERRATA CORRIGE pubblicati nei Resoconti delle sedute nn. 94 e 96 del 26 febbraio e 5 marzo 2019
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)
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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia-Berlusconi Presidente: FI-BP; Fratelli d'Italia: FdI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-LeU; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino: Misto-PEcEB; Misto-PSI: Misto-PSI.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 15,04).
Si dia lettura del processo verbale.
DURNWALDER, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 19 febbraio.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, al Presidente del Consiglio dei ministri (ore 15,08)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
Il senatore Steger ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00620 sulle misure per sostenere l'economia e la stabilità dei conti pubblici, per tre minuti.
STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, le stime di crescita contenute nell'ultima legge di bilancio si stanno rivelando decisamente ottimistiche rispetto ai dati sull'andamento reale dell'economia. I dati Eurostat sull'ultimo trimestre 2018 hanno indicato l'Italia come fanalino di coda nella crescita europea, nonché come unico Paese caratterizzato dal segno meno. I dati sulla produzione industriale dipingono un quadro allarmante, con la peggiore performance da dieci anni a questa parte. Anche le previsioni sul 2019 non lasciano presagire nulla di buono. La Commissione europea ha abbassato le stime di crescita del PIL italiano nel 2019 passando dall'1,2 per cento allo 0,2 per cento, rispetto all'1,3 per un cento di aumento medio dell'eurozona.
Tutto questo fisiologicamente impatta sulle previsioni di deficit. L'Ufficio parlamentare di bilancio, in audizione al Senato, ha ipotizzato un disavanzo del 2,3 per cento, che sale al 2,5 per cento nella previsione avanzata dall'agenzia internazionale Moody's.
Intanto, da più parti, continua a giungere una forte richiesta di una politica orientata alla crescita e allo sviluppo, che, secondo molti analisti, è stato il limite della manovra di bilancio. Quota 100 e reddito di cittadinanza impegnano grandissime risorse, ma probabilmente non generano sufficienti effetti stimolo sulla crescita e lo sviluppo.
Pertanto, signor Presidente del Consiglio, le chiedo di sapere se, considerati i continui aggiornamenti al ribasso dei saldi di finanza pubblica, non ritenga inevitabile un ulteriore intervento correttivo sulla manovra, sulla cui necessità, secondo quanto fatto trapelare dai giornali, non vi sarebbe alcun dubbio, né da parte delle istituzioni europee, né da parte di alcuni membri del suo stesso Governo.
Infine, signor Presidente del Consiglio, alla luce dei forti segnali di recessione, le chiedo di sapere dove il suo Governo intende reperire le risorse e quali siano gli interventi che vuole porre in essere per invertire l'andamento negativo e rilanciare la crescita economica dell'intero Paese tanto auspicata.
PRESIDENTE.Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, gentili senatrici e gentili senatori, rivolgo a voi tutti un cordiale saluto, ben lieto di rispondere alle vostre interrogazioni, anche in ragione del potere ispettivo e di controllo che è demandato alle Camere sulle attività di Governo.
Vengo alla risposta alla prima interrogazione. Abbiamo ben presente qual è il quadro macroeconomico che interessa non solo l'Italia e non solo l'Europa, all'interno di una congiuntura che vede l'intero continente europeo in fase di rallentamento temporaneo, anche a causa delle tensioni commerciali. Nonostante lo shock esterno che ha interessato anche il nostro Paese nella seconda metà dello scorso anno, i nostri fondamentali economici restano solidi. Anche per questo abbiamo impostato una linea di politica economica chiara, incentrata sugli investimenti e sulla crescita, senza dimenticarci però delle fasce più deboli e di chi si trova in difficoltà. Una linea di politica economica che rivendico e che stiamo portando avanti con determinazione.
Non intendiamo farci dettare l'agenda da ipotesi o previsioni di sorta; alle ipotesi rispondiamo con azioni concrete. Stiamo seguendo un percorso ben chiaro e non ci lasciamo distrarre da voci dissonanti che si levano dal dibattito politico ed economico. Abbiamo appostato miliardi di euro che vanno solo spesi, meglio e più velocemente rispetto al passato. Stiamo accelerando l'attuazione e l'applicazione delle varie misure approvate in questi mesi, affinché il più presto possibile possano dispiegare i propri effetti; effetti che contribuiranno a una crescita progressiva soprattutto nella seconda metà dell'anno. Stiamo lavorando a una inversione di rotta rispetto al segno meno degli ultimi mesi. Il Governo rimane fiducioso nelle proprie stime di crescita, perché valutiamo che il secondo semestre del 2019 sarà accompagnato da un allentamento delle tensioni commerciali e da condizioni più favorevoli alla crescita.
Grazie a un vero e proprio Patto per i cantieri, promosso insieme al ministro Toninelli qui presente e sostenuto dall'azione della cabina di regia Strategia Italia e dalla struttura di missione Investitalia, alle varie riforme e alle varie misure fiscali introdotte, saremo in grado di riportare il Paese verso una stagione di crescita e di maggiore equità sociale. D'altronde, la stagione dell'austerità ci ha mostrato che l'economia ha bisogno di respirare proprio nelle fasi in cui i consumi e gli investimenti privati rallentano. Non riteniamo pertanto necessaria alcuna manovra correttiva; dobbiamo solo continuare nel razionale ed efficace utilizzo delle risorse finanziarie già stanziate. Peraltro abbiamo già adottato alcune misure prudenziali che ci mettono al riparo da interventi correttivi.
A garanzia del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, vorrei ricordare che la legge di bilancio contiene misure di monitoraggio dei conti pubblici e in più uno specifico meccanismo di accantonamento di risorse fino a due miliardi di euro che potranno essere utilizzati o meno a seconda dello stato del ciclo economico. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Steger, per due minuti.
STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente del Consiglio, condividiamo in pieno il vostro obiettivo di crescita e di sociale. Ci preoccupa però molto la situazione attuale. Noi riteniamo che il quadro macroeconomico sia preoccupante e che non si tratti di una situazione passeggera.
Riteniamo inoltre, anche se lei dice che non è così, che una manovra sarà necessaria perché il quadro economico non è destinato a migliorare nei prossimi mesi. Spero che lei abbia ragione, però, signor Presidente, se lei guarda i dati delle grandi economie politiche in Europa, può vedere che è in atto una situazione congiunturale preoccupante, accompagnata anche dai problemi che abbiamo a livello di politica finanziaria, quindi rischiamo molto.
Spero stiate monitorando bene la situazione e che abbiate in mente, se fossero necessari interventi correttivi, misure che aiutino a sbloccare gli investimenti perché abbiamo bisogno di ulteriori semplificazioni. Dato che è presente anche il ministro Toninelli, voglio ricordare la necessità di lavorare sul codice degli appalti. Su questo fronte bisogna essere celeri perché il Paese ha bisogno che la crescita continui, o ricominci, nei prossimi mesi. Personalmente sono abbastanza preoccupato, signor Presidente del Consiglio.
PRESIDENTE. Il senatore Mallegni ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00625 sull'impulso all'attività di governo al fine di favorire il miglioramento del quadro economico e finanziario, per tre minuti.
MALLEGNI (FI-BP). Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto le vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà per ciò che è accaduto qualche giorno fa all'Europarlamento con l'intervento del deputato belga Verhofstadt, perché riteniamo che un comportamento del genere non debba mai verificarsi. (Applausi dai Gruppi FI-BP, M5S e L-SP-PSd'Az).
Noi come Forza Italia non l'abbiamo mai fatto e non ci siamo mai permessi di prevaricare e di valicare i confini dello Stato per andare ad insegnare qualcosa a qualcun altro.
Allo stesso tempo, però, Presidente, ci consenta una riflessione: lei purtroppo non esercita, in base all'articolo 95 della Costituzione, le sue prerogative. Lo sappiamo perfettamente che il 4 marzo è venuto fuori un risultato che non ha permesso la formazione di una maggioranza che potesse governare in funzione del risultato elettorale stesso e sappiamo bene che a giugno è venuto fuori un Governo che ha prodotto qualcosa di diverso da quello che gli elettori avevano deciso, cioè ha prodotto lei, signor Presidente del Consiglio. Che lei non sia nelle condizioni di poter svolgere il suo ruolo lo si vede dalle sue dichiarazioni, dalle sue prese di posizione, dalla questione del rapporto deficit-PIL della manovra economica (il 2,4 per cento invalicabile che poi è diventato il 2,04 andando in ginocchio davanti alla Commissione europea), dalla sua dichiarazione dopo l'approvazione della legge di bilancio: «il 2019 sarà un anno bellissimo», per chi ancora non l'abbiamo scoperto, sicuramente non per gli italiani. Ci dovevano essere meno tasse e non ci sono state, ci dovevano essere detrazioni per le imprese e non ci sono state, la disoccupazione galoppa e la produzione industriale cala dell'8 per cento.
E allora a noi viene spontanea una domanda, che è simile a quella del collega Steger di poco fa. Noi vogliamo sapere se la manovra economica-bis, che l'altro giorno il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti ha evocato, per poi rimangiarsela dopo qualche minuto, è una cosa che sarà all'attenzione del Parlamento, o se invece la scopriremo attraverso un tweet o un comunicato stampa. Come farete a sanare la questione dei 23 miliardi di clausole IVA per il 2020, visto che le azioni vanno messe in campo prima della fine dell'anno?
Insomma, signor Presidente del Consiglio, io non voglio parafrasare colui che abbiamo detto aver svolto una funzione sbagliata nei suoi riguardi al Parlamento europeo. Però le dico: faccia il Presidente del Consiglio, eserciti i suoi ruoli e ci dica finalmente come stanno le cose. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Gentile senatore, vorrei rassicurarla sul fatto che il sottoscritto e qualsiasi Ministro che compone questo Governo è nel pieno delle sue prerogative. Di questo può stare assolutamente tranquillo. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Tutti agiamo con la più ferma determinazione e abbiamo l'obiettivo di difendere gli interessi degli italiani; è l'unica ragione che ci ispira, è l'unica ragione che ci guida.
Quanto al merito dei quesiti specifici che ha posto, ritengo opportuno sottolineare che la strategia di politica economica messa in campo dal Governo affronta non solo la fase congiunturale, nella quale si osserva - come abbiamo già detto - un rallentamento economico dovuto a crescenti tensioni commerciali in tutto il continente europeo, ma soprattutto anche le ragioni per le quali il nostro Paese ha accumulato nell'ultimo decennio (non ieri o l'altro ieri) un ritardo strutturale nella crescita rispetto ai partner europei. Vorrei ricordare che, sul fronte della fiscalità, il Governo ha introdotto numerose forme di detassazione, volte a favorire gli investimenti e l'occupazione. Tra queste ricordo l'aliquota piatta al 15 per cento per le partite IVA e le piccole imprese con ricavi inferiori a 65.000 euro già nel 2019; la riduzione dell'Ires dal 24 al 15 per cento per le imprese che investono in beni strumentali e aumentano il numero di assunzioni stabili; la riduzione media del 32 per cento dei premi e contributi INAIL (stiamo parlando di un vero e proprio taglio del cuneo fiscale); il raddoppio dal 20 al 40 per cento della deducibilità dal reddito d'impresa dell'IMU pagata dalle imprese sui loro beni strumentali (e varie altre misure).
L'attenzione al mondo delle imprese quindi c'è, soprattutto al mondo delle medie e piccole imprese, con importanti provvedimenti, fra cui il rifinanziamento della "Nuova Sabatini" per l'acquisto di beni strumentali o le misure che sbloccano i pagamenti. Tutti gli imprenditori devono sapere (alcuni ancora non lo sanno) che hanno la possibilità di ottenere tempestivi pagamenti dalla pubblica amministrazione tramite la triangolazione con Cassa depositi e prestiti. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Abbiamo rifinanziato il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e i contratti di sviluppo. Abbiamo introdotto misure a sostegno dell'innovazione tecnologica, come il fondo per la blockchain e il cosiddetto «Internet delle cose», ovvero l'estensione della rete al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
Per quanto riguarda la manovra correttiva, l'ho già chiarito e lo ribadisco: non ravvisiamo nessuna necessità di discutere di una manovra correttiva (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az), anche in ragione delle misure prudenziali che abbiamo introdotto già nella legge di bilancio. Il Governo ribadisce infine la determinazione a disinnescare le clausole di salvaguardia dell'IVA per gli anni 2020 e 2021. Vorrei ricordare che lo ha già fatto per il 2019: nel corso del 2018, nel volgere di pochi mesi, abbiamo contrastato l'incremento dell'IVA per un valore pari a 12 miliardi e mezzo. Allo stesso modo ci stiamo adoperando per il corrente anno e per l'anno prossimo, confidando nelle varie misure di crescita economica e in specifici interventi di razionalizzazione della spesa pubblica.
Stiamo lavorando a una complessiva revisione del sistema di tax expenditures, volta anche a rimodulare le detrazioni fiscali in un'ottica di produttività ed efficienza. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE.Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Mallegni, per due minuti.
MALLEGNI (FI-BP). Signor Presidente del Consiglio, a Roma stare tranquilli non porta bene e io le potrei dire «stia sereno» che, secondo me, porta ancora meno bene. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Le devo dire un'altra cosa, Presidente; ancora una volta mi duole dover stigmatizzare che lei è completamente staccato dalla realtà, perché il mondo reale di quanto lei ha ricordato poco fa non se ne è ancora accorto. I numeri sono in calo vertiginoso, l'occupazione è veramente ad un livello allucinante (stamani siamo al 34 per cento dell'occupazione giovanile), le imprese che hanno a che fare tutti i giorni con gli enti locali, in funzione della norma che voi avete inserito nella legge di bilancio per lo sblocco delle tasse comunali, avendo strozzato sindaci e amministrazioni locali, saranno costrette ad aumentare le tasse su quelle che sono le produttività di tutti i giorni. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Inoltre le detrazioni, che lei evocava sulla questione dell'IMU, scompariranno assolutamente perché la pressione fiscale lieviterà a tal punto che non consentirà sollievo alcuno da parte delle imprese. Questa è la verità.
Noi l'attendiamo il 27 o il 28 maggio, decida lei il giorno, quando all'esito delle elezioni europee verrà sicuramente in Aula - forse, perché non sappiamo ancora quanto durerà questo Governo - a dirci che probabilmente sarà essenziale fare la manovra correttiva. Tutto quello che c'è prima delle elezioni europee infatti non esiste e ciò vale anche per quello che capita alle famiglie, comprese quelle con disabili. Ricordo che stiamo discutendo del reddito di cittadinanza dal quale è scomparsa ogni tipo di agevolazione per le famiglie con disabili e per quelle numerose. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Un reddito di cittadinanza nel quale è impedito alle minoranze di poter portare avanti il proprio punto di vista, tagliando i dibattiti, chiudendo le Commissioni e stralciando emendamenti da voi presentati in Commissione e, per paura, ritirati.
Questa è la condizione in cui si vive e allora, signor Presidente del Consiglio, le dico, con rispetto e con speranza, di esercitare il ruolo che la Costituzione le assegna in base all'articolo 95 e cerchi di non mettere gli italiani nelle condizioni di dar ragione all'eurodeputato belga, perché molti oggi la pensano così. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Vorrei salutare una rappresentanza di studenti della «Stanford University», sezione di Firenze. (Applausi).
Ripresa dello svolgimento di interrogazioni a risposta immediata,
ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento,
al Presidente del Consiglio dei ministri (ore 15,28)
PRESIDENTE. La senatrice De Petris ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00621 sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni nell'ambito del regionalismo differenziato, per tre minuti.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente del Consiglio, lei sa perfettamente che è la prima volta dal 2001, da quando è stata approvata la riforma del Titolo V, che in qualche modo diverse Regioni attivano richieste ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Si sta procedendo, a nostro avviso, in assenza di precedenti e di un quadro chiaro e definito entro il quale costruire le intese. Peraltro, a proposito della riunione del Consiglio dei ministri del 14 febbraio, abbiamo potuto soltanto leggere il comunicato in cui si dice semplicemente che dopo l'illustrazione delle intese raggiunte con le Regioni interessate da parte del Ministro competente, il Consiglio dei ministri ne ha preso atto e condiviso lo spirito. Si continua così a non avere gli elementi di chiarezza circa i parametri entro i quali ci si sta muovendo, nella totale e completa assenza di partecipazione e di informazione al Parlamento.
Signor Presidente del Consiglio, per quello che ci è dato sapere, conoscere e leggere, le richieste delle Regioni potrebbero comportare insieme alle nuove competenze, anche il trasferimento delle risorse ritenute necessarie, calcolate in base ai fabbisogni standard. In questo modo si determinerebbe di fatto una sperequazione con altre Regioni e, soprattutto, il livello dei diritti dei cittadini di quelle Regioni verrebbe garantito in base al reddito dei residenti. Quindi la cittadinanza e la possibilità di esercitare i propri diritti sarebbero legate di fatto alla residenza.
Signor Presidente del Consiglio,lei sa meglio di noi che l'articolo 117 della Costituzione stabilisce che lo Stato ha legislazione esclusiva sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire sul territorio. Quindi le chiediamo come intenda procedere il Governo, prima di arrivare al trasferimento di competenze ad una o più Regioni, per garantire preventivamente i livelli essenziali delle prestazioni e quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi offerti intende garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117 della Costituzione - ad oggi ancora disattesi, come lei sa - ancorando il trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle Regioni esclusivamente con parametri validi per l'intero territorio nazionale ed escludendo quindi ogni riferimento ad indicatori collegati all'introito fiscale.
Signor Presidente del Consiglio, dovrebbe essere ben cosciente del fatto che c'è un limite oggettivo nell'articolo 116, terzo comma, e nel trasferimento delle competenze, costituito dall'articolo 5 della Costituzione, sull'unità della Repubblica, dall'articolo 3, sull'uguaglianza dei cittadini, e dagli altri principi fondamentali della Costituzione, quali ad esempio l'articolo 9, sulla tutela dell'ambiente e dei beni culturali. Tra l'altro siamo molto preoccupati del fatto che si voglia procedere attraverso l'articolo 8 della Costituzione, che però non c'entra nulla, visto che esso si riferisce alle intese con le confessioni religiose. In questo caso stiamo parlando invece di un procedimento, che non ha nulla a che fare con la garanzia per le minoranze religiose.
Quindi, su questi aspetti esprimiamo la nostra preoccupazione e vorremmo avere risposte chiare dal Governo e da lei, signor Presidente del Consiglio. (Applausi dal Gruppo Misto).
PRESIDENTE. Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, gentile senatrice, l'interrogazione in oggetto mi consente di chiarire un passaggio, sicuramente molto significativo, che ci occuperà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
È opportuno evidenziare come il processo di attuazione dell'autonomia differenziata sia previsto dalla Costituzione - sembra scontato dirlo - con riferimento all'articolo 116, terzo comma, che assegna la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a Statuto ordinario. Gioverà ricordare anche l'ambito delle materie nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia, ovvero tutte quelle materie che l'articolo 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente e un ulteriore numero di materie riservate dallo stesso articolo 117, secondo comma, alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, ovvero l'organizzazione della giustizia di pace, le norme generali sull'istruzione e la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali. È disposto, come sapete, che le competenze siano attribuite con legge dello Stato, approvata a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di un'intesa tra lo Stato e la Regione interessata.
Ricordo che sin dalla redazione del contratto per il Governo del cambiamento è chiaramente evidenziato che il percorso del regionalismo differenziato dovrà tenere in considerazione non solo la peculiarità delle realtà territoriali, ma anche la piena realizzazione della solidarietà nazionale, nell'ambito della tutela dell'unità giuridica, di quella economica e dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali.
In questa fase, com'è noto, l'Esecutivo sta completando un'intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione, propedeutica alla redazione di un testo condiviso con le Regioni richiedenti. Il Governo è disponibile ad aprire un confronto con il Parlamento in merito al contenuto di questo progetto nelle forme che verranno nei prossimi giorni definite, nel rispetto delle prerogative del Parlamento. Il Governo è ben consapevole della centralità delle Camere nell'ambito di un processo di trasferimento di competenze legislative che assume un rilievo costituzionale e che vede il Parlamento necessariamente e doverosamente coinvolto.
Per quanto riguarda la richiesta di definire preventivamente i livelli essenziali delle prestazioni, informo che le bozze di intesa richiamano al loro interno sia i fabbisogni standard, sia i livelli essenziali delle prestazioni. La definizione dei fabbisogni standard, in attuazione dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione, non riguarda la spesa per l'esercizio delle funzioni delle Regioni, bensì la spesa sostenuta dallo Stato nelle Regioni per le funzioni oggi in capo allo stesso. Dunque, di fabbisogni su indicatori comuni a tutte le Regioni si tratterà e saranno definiti da un comitato paritetico composto da rappresentanti delle Regioni e dello Stato, rispondendo a criteri unitari per l'erogazione dei servizi in ogni angolo del Paese. Non è previsto in alcun modo il riferimento ad indicatori collegati all'introito fiscale. A riguardo, nell'ambito delle risorse finanziarie in conformità all'istruttoria svolta dal Ministero per gli affari regionali e le autonomie con il Dicastero dell'economia e delle finanze, posso sin d'ora precisare che il trasferimento avverrà in base al costo storico, cioè verrà individuato quanto lo Stato spende sul territorio della Regione interessata per la specifica materia da trasferire; la determinazione del costo sarà individuata da un'apposita commissione paritetica Stato-Regioni. Il costo così individuato sarà trasformato in parte di compartecipazione sui tributi erariali e stabilito con decreto del Presidente del Consiglio, sul quale saranno coinvolte le Commissioni parlamentari competenti e la Conferenza unificata. Le risorse finanziarie allocate dallo Stato nelle altre Regioni rimarranno invariate. Entro un anno dall'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dovranno essere individuati i fabbisogni standard delle competenze statali nelle singole Regioni (tutte, non solo quelle che hanno chiesto l'autonomia differenziata). A tal fine, sarà costituito un apposito comitato paritetico Stato-Regioni composto da rappresentanti delle amministrazioni statali e rappresentanti di tutte le Regioni a Statuto ordinario.
Posso assicurare che il complesso procedimento che si sta dipanando coniugherà, in piena conformità con la nostra architettura costituzionale, il rafforzamento, sì, dell'autonomia regionale ove richiesto, ma con la salvaguardia della solidarietà e della coesione nazionali. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE.Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Errani, per due minuti.
ERRANI (Misto-LeU). Con tutto il rispetto, la sua risposta è così generica da non rassicurarci. Ciò che noi temiamo di più, presidente Conte, è che, come dimostrano le sue parole o il testo del contratto di Governo, si affronti una questione che riguarda i diritti essenziali dei cittadini, cito solo la sanità e l'istruzione, che sono sistemi nazionali, e penso che nessuno, tanto meno lei, vorrà immaginare che ci siano insegnanti regionali o medici regionali. La sua risposta è insoddisfacente perché si finge di non vedere qual è il problema di fondo. Stiamo, ancora una volta, rovesciando il percorso: prima l'autonomia, poi si dovrebbero definire i livelli essenziali e i fabbisogni standard. Lei capisce che questa ipotesi non regge. E se aveste la pazienza di verificare quello che è successo dal 2001 col Titolo V della Costituzione, potreste verificare che - ahinoi - è stata la Corte costituzionale, meritoriamente, a definire i confini reali della legislazione nazionale e della legislazione regionale. Questo perché il Parlamento non è stato in grado di definire i livelli essenziali delle prestazioni e i principi fondamentali.
Se diamo più autonomia - certo, il terzo comma dell'articolo 116 è una disposizione costituzionale e noi siamo per applicarla, ma con tutte le garanzie - relativamente alle norme generali dell'istruzione, quali sono i principi fondamentali sull'istruzione che debbono essere garantiti dalle legislazioni regionali? (Applausi dal Gruppo PD). Questo è il punto, signor Presidente del Consiglio. E se si rovescia questo percorso, faremo confusione e avremo il federalismo fai da te, che è peggio del centralismo dello Stato, e peggio ancora saranno i centralismi regionali. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD). Di questo dovete prendere consapevolezza. Noi siamo pronti a fare una discussione di merito seria.
Allora sgombriamo il campo. Signor presidente Conte, io ho colto la sua attenzione sul coinvolgimento del Parlamento, ma - intendiamoci - il coinvolgimento del Parlamento non è una qualche audizione o un dibattito; coinvolgere il Parlamento vuol dire abbandonare il percorso dell'articolo 8 della Costituzione, che non c'entra niente con l'autonomia, e costruire un percorso affinché il Parlamento svolga la sua funzione legislativa.
PRESIDENTE.Senatore Errani, concluda, per cortesia.
ERRANI (Misto-LeU). Definisca i LEP, definisca i principi fondamentali. A quel punto, si può procedere; diversamente sarà confusione.
Signor Presidente del Consiglio, questo Paese ha già tantissimi problemi, e lei lo sa; sono convinto che lo sappia. Non costruiamo altri elementi di confusione e di conflitto, perché di questo il Paese non ha assolutamente bisogno. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD).
PRESIDENTE. Colleghi, a me non piace mai interrompere, però il tempo è stato sforato abbondantemente, e devo dire da parte di tutti. Quindi vi pregherei di attenervi ai tempi perché c'è una diretta televisiva.
La senatrice Rauti ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00622 sulla titolarità delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia, per tre minuti.
RAUTI (FdI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, l'Italia è il terzo Stato al mondo per consistenza di riserve auree, dopo gli Stati Uniti e la Germania, con 2.452 tonnellate d'oro, pari oggi ad una somma di circa 100 miliardi di euro. Le riserve auree italiane sono dunque fra le più cospicue al mondo e sono custodite prevalentemente nei caveau della Banca d'Italia, e in parte all'estero presso alcune banche centrali.
Le riserve auree hanno da sempre svolto una funzione essenziale e di garanzia dell'indipendenza e della sovranità del popolo italiano. Sulla base di studi di eminenti costituzionalisti, l'analisi della normativa vigente induce a ritenere che si tratti di beni pubblici di natura quasi demaniale destinati ad uso di utilità generale.
Si consideri che l'articolo 127, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che tra i compiti da assolvere tramite il Sistema europeo di banche centrali vi siano la detenzione e la gestione delle riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri, evidenziando nessuna supponibile ingerenza circa la proprietà e il titolo in forza del quale le banche centrali nazionali detengono tali riserve, ivi comprese quelle auree, lasciando così sul campo del diritto domestico la determinazione della questione.
Se ciò è vero, le norme relative all'attività di gestione devono interpretarsi nel senso che la Banca d'Italia gestisce e detiene, ad esclusivo titolo di deposito - lo sottolineo -, le riserve auree, rimanendo impregiudicato il diritto di proprietà dello Stato italiano su dette riserve, comprese quelle detenute all'estero. Allora, un'esplicita specificazione sulla proprietà dell'oro in questione in capo allo Stato italiano si rende necessaria, vista e considerata la natura ibrida assunta dalla Banca d'Italia nel corso degli anni in conseguenza dei numerosi interventi legislativi.
Il Gruppo Fratelli d'Italia chiede da tempo il pronunciamento chiaro e definitivo sulla titolarità delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia. L'argomento è divenuto, peraltro, estremamente attuale in considerazione anche delle recenti dichiarazioni di esponenti istituzionali della Banca d'Italia e rappresentanti autorevoli della maggioranza di Governo.
Atteso che Fratelli d'Italia ritiene che le riserve auree non possano essere utilizzate per coprire esigenze di bilancio, ma debbano rimanere quale riserva a garanzia della solidità del patrimonio nazionale, chiediamo di sapere, alla luce di quanto esposto, quale sia la posizione del Governo riguardo alla proprietà delle riserve auree italiane e se si intenda affermare in modo chiaro e inequivocabile che esse appartengono al popolo e allo Stato italiano e non alla Banca d'Italia. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE.Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Gentile senatrice, in relazione alla questione da lei posta, segnalo che le riserve auree sono sempre state in verità iscritte all'attivo della situazione patrimoniale della Banca d'Italia e che tra le operazioni di sua pertinenza sono sempre rientrate l'acquisto e la vendita di oro e di valute auree.
Anche dopo il superamento del gold standard, le Banche centrali hanno continuato a possedere riserve auree al fine di rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario e della moneta e di diversificare il valore delle loro attività di riserva per mantenerne equilibrato il valore.
Con il Trattato di Maastricht, per volontà degli Stati contraenti, sono state trasferite in maniera esclusiva all'Unione europea le competenze sovrane in materia di politica monetaria (è cosa nota, evidentemente). Di conseguenza, la detenzione e la gestione delle riserve valutarie, tra cui quelle auree, rientra ora tra i compiti fondamentali dell'eurosistema, composto dalla BCE e dalle Banche centrali nazionali degli Stati dell'area dell'euro. Le riserve auree nelle disponibilità delle Banche centrali nazionali possono essere utilizzate, oltre che per interventi sul mercato dei cambi, anche per adempiere agli impegni nei confronti di organismi finanziari internazionali o per espletare il servizio di debito in valuta del Tesoro.
Non sembra possibile, inoltre, che le riserve auree possano essere rivendicate dai partecipanti al capitale di Banca d'Italia, i cui diritti patrimoniali, come è noto, sono limitati al valore del capitale e agli utili netti annuali. Le Banche centrali nazionali debbono poter esercitare il loro potere di detenzione e gestione delle riserve in piena indipendenza; le autorità nazionali, legislative e di Governo, sono tenute al rispetto dell'indipendenza della BCE e delle Banche centrali nazionali, ai sensi dei trattati europei sottoscritti dagli Stati contraenti. Sotto il profilo dell'indipendenza istituzionale, le Banche centrali nazionali non possono essere destinatarie di prescrizioni vincolanti per quanto attiene allo svolgimento dei propri compiti istituzionali nelle materie di competenza del loro sistema, anche con specifico riguardo alle riserve valutarie: ce lo impongono l'articolo 130 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e l'articolo 7 dello statuto del Sistema europeo di Banche centrali (SEBC). Gli Stati devono, altresì, rispettare l'indipendenza finanziaria delle Banche centrali assicurando che essi abbiamo sufficienti risorse finanziarie per svolgere i propri compiti.
Gli Stati membri hanno deciso, infine, di vincolarsi al rispetto del divieto di finanziamento monetario: mi riferisco all'articolo 123 del Trattato. Esso impedisce alle Banche centrali nazionali, a tutela del perseguimento dell'obiettivo di stabilità dei prezzi e del mantenimento della disciplina fiscale, di erogare credito allo Stato e agli altri enti pubblici, incluso il finanziamento degli obblighi al settore pubblico nei confronti dei terzi. La Banca centrale europea ha precisato che il divieto comprende qualsiasi erogazione finanziaria, anche in assenza di un obbligo di restituzione, al fine di tenere conto della finalità ultima della norma. Per intenderci, un eventuale trasferimento non oneroso o comunque effettuato a prezzi inferiori a quelli di mercato di attività finanziarie dal bilancio della Banca d'Italia a quello dello Stato rientrerebbe pertanto in tale divieto.
Risulta quindi, dall'assetto normativo descritto, che la proprietà delle riserve auree nazionali è della Banca d'Italia, ente pubblico che svolge le funzioni di banca centrale della Repubblica Italiana: l'utilizzo della riserva aurea rientra tra le finalità istituzionali della banca a tutela del valore della moneta. Un intervento normativo volto a modificare gli assetti della proprietà aurea della Banca d'Italia, ancorché nell'ambito della discrezionalità politica del legislatore nazionale, andrebbe, quindi, valutato sul piano della compatibilità con i principi basilari che regolamentano l'ordinamento del Sistema europeo delle Banche centrali. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Rauti, per due minuti.
RAUTI (FdI). Signor Presidente del Consiglio, rispetto il suo ruolo ma, per sincerità politica, debbo dire con molta chiarezza che il Gruppo Fratelli d'Italia non solo non è affatto soddisfatto della sua risposta, ma è anche preoccupato perché, purtroppo, lei non solo ha eluso la domanda di fondo, ovvero l'effettiva titolarità delle riserve auree, ma è andato oltre, dichiarando esplicitamente che le riserve sono di Banca d'Italia. Questo, oltre a non avere precedenti, è in contraddizione con quanto dichiarato da autorevoli esponenti della maggioranza del Governo che lei presiede.
Noi continuano a ribadire, invece, che sia necessario - e non da valutare - un intervento legislativo per correggere un difetto oggettivo e per colmare un vuoto normativo. Continuiamo a pensare, coerentemente, che l'oro appartenga agli italiani e che questo principio non vada enunciato, ma vada certificato, precisando l'aspetto giuridico della proprietà legale dell'oro. Questo anche perché non vogliamo che l'oro della Banca d'Italia venga usato per altri fini, ovvero - mi consenta - per tappare i buchi di finanze pubbliche o per evitare manovre correttive, insomma, per correggere disastrose politiche economiche.
Sull'utilizzo, poi, delle riserve auree, è evidente - lo sappiamo - che esistono dei paletti: il già citato Trattato dell'Unione europea, ma anche i paletti imposti dalla Banca centrale europea, cui si appella anche il direttore generale di Bankitalia in cerca di una risposta che non c'è e che non arriva.
Noi siamo convinti, invece, Presidente, che il rafforzamento del Paese passi anche attraverso la proprietà pubblica di Banca d'Italia, e per questo abbiamo presentato un disegno di legge sulla nazionalizzazione della Banca d'Italia e sul ritorno alla Banca d'Italia delle risorse auree in questo momento custodite all'estero.
Chiediamo inoltre, con forza, che si voti in questa Assemblea la nostra mozione sulle riserve auree, sperando di avere anche il sostegno di quelle forze che si dicono sovraniste ma che, poi, alla politica dei fatti, in realtà, non concretizzano il sovranismo né ne pongono le basi.
L'oro detenuto da Bankitalia, a nostro avviso, è degli italiani e dello Stato; tutto il resto - mi consenta - è una retorica sovranista, se poi ci si piega, nella logica delle cose concrete, ai poteri forti e alla grande finanza invece di difendere l'autonomia monetaria e l'oro, che è della Patria e che non è e non può essere ritenuto delle banche. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. Il senatore Marcucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00626 sulle misure volte a fronteggiare il peggioramento dei dati congiunturali dell'economia, per tre minuti.
MARCUCCI (PD). Signor Presidente del Consiglio, la ringrazio per la disponibilità a essere oggi in Aula. Lei avrà ascoltato molti colleghi di diversi Gruppi preoccupati per la situazione alla quale state portando il nostro Paese e la nostra economia e oggi - almeno fino ad ora - esco da questa seduta ancora più preoccupato - il Partito Democratico esce ancora più preoccupato - perché o lei finge o lei non sa. La situazione è molto grave: state portando il Paese - e i dati lo dimostrano - in una situazione di una gravità senza precedenti.
In un accorato intervento che ebbi modo di fare davanti a lei a conclusione della discussione sulla legge di bilancio - discussione che in realtà non vi fu, perché non ci avete permesso di leggerla e di approfondirla - le rivolsi un appello, signor Presidente: quello di prendere coscienza e di valutare l'emergenza nella quale stavate portando il Paese. Ecco, lei ci rispose che dopo la manovra, per esempio, lo spread sarebbe calato. Poi ci spiegaste anche che lo spread non toccava i cittadini e neanche i conti pubblici: quei 2 miliardi di euro che avete accantonato basteranno a malapena a far fronte allo spread così alto, come voi lo avete determinato. (Applausi dal Gruppo PD). Oggi l'ultimo dato attesta che lo spread supera di nuovo i 270 punti. La Spagna, che per tanti anni di governo di centrosinistra ha avuto uno spread superiore a quello dell'Italia, oggi è a 107. Si tratta di 163 punti di differenza, che sono imputabili al vostro cattivo Governo e alla vostra cattiva gestione, che viene pagata con soldi pubblici e che gli italiani stanno pagando con gli interessi. (Applausi dal Gruppo PD).
State portando l'industria in situazioni allucinanti, con un crollo della produttività e della produzione. Ci sono dati incontrovertibili. Sapevate che il dato sul PIL che avete inserito nella legge di bilancio non era realizzabile, avete raccontato e continuate a raccontare bugie, come quella che non adotterete il provvedimento per risanare i conti a giugno o luglio, perché non ci sono le condizioni.
Lei, signor Presidente del Consiglio, si presentò agli italiani come l'avvocato degli italiani. Lei sa benissimo che il primo dovere di un avvocato è quello di essere serio, sincero e trasparente. Lei e il suo Governo non siete né seri, né sinceri, né trasparenti con gli italiani. (Applausi dal Gruppo PD. Commenti dal Gruppo M5S).
State continuando a dare i numeri - numeri sbagliati, che stanno portando l'Italia sul baratro - esclusivamente per avere un tornaconto elettorale, ma gli italiani non sono stupidi e se ne stanno accorgendo. Anche se oggi, qui, in Aula, il suo Governo non è giallo-verde, ma è diventato solo giallo, come evidenziato dalla presenza dei rappresentanti del Governo, tutto il Governo è responsabile di tutto quello che di male state facendo al nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, in merito alle questioni appena poste, ricordo che il Governo ha voluto predisporre una legge di bilancio di carattere espansivo proprio al fine di contrastare il rallentamento economico dovuto - sì - alle tensioni commerciali internazionali e che era possibile prevedere già dal terzo trimestre del 2018.
C'è stato il negoziato con le istituzioni europee, nel corso del quale il Governo ha avuto modo di far prevalere le proprie ragioni e gli interessi della nazione. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Tale negoziato si è concluso con esito positivo, evitando al Paese una procedura di infrazione che avrebbe - essa sì - pesato sulle prospettive di crescita future. Questa trattativa ha inoltre smentito una narrazione di cui il Governo è stato vittima nei primi mesi del suo mandato, in merito al posizionamento europeo del Paese, fugando le tensioni sui mercati obbligazionari.
Ho dichiarato e lo ribadisco che non è in preparazione alcuna manovra correttiva. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Ho già anticipato e lo ribadisco che questo Governo si è mosso in maniera prudente e ha introdotto misure prudenziali per il caso in cui i conti pubblici dovessero andare incontro a scenari meno favorevoli.
L'azione del Governo a sostegno della crescita si fonda, in realtà, su un corposo piano di investimenti pubblici, che aggiungerà 15 miliardi alle risorse già postate in bilancio per il prossimo triennio, e su un'attenta azione di rilancio degli investimenti sui territori.
Ricordo che ho firmato i due decreti che istituiscono la cabina di regia Strategia Italia e la struttura di missione Investitalia, che affiancheranno le amministrazioni centrali e gli enti locali nel rilancio delle opere pubbliche e nel riammodernamento delle infrastrutture. Proprio ieri ho firmato il decreto che avvia il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico. (Commenti della senatrice Malpezzi). È un passaggio fondamentale per sbloccare tutte le opere di messa in sicurezza di cui necessita il nostro territorio, che al contempo costituisce un ulteriore motore per l'attività economica. Nel piano appena approvato prevediamo vari interventi, distribuendo misure d'emergenza, di prevenzione, di manutenzione e ripristino, nonché di semplificazione. Il piano, pur essendo pluriennale, contiene un piano stralcio per il 2019 con investimenti sino a 3 miliardi di euro, da spendere immediatamente.
Nel complesso, i fondamentali economici del Paese restano ben solidi. A una condizione di stabilità del mercato del lavoro, testimoniata dagli indicatori sull'occupazione del dicembre 2018 rilasciati dall'Istat, corrisponde anche un quadro di stabilità del sistema bancario e della situazione patrimoniale delle famiglie, come riportato dalla medesima Banca d'Italia. Il livello dei tassi applicati dalle banche su nuove operazioni a famiglie e imprese non finanziarie resta stabile e, in alcuni casi, subisce una revisione al ribasso con differenze trascurabili su base annuale.
Al contempo, prosegue la massiccia cessione dei crediti deteriorati, dei quali 15 miliardi di euro sono stati cartolarizzati o ceduti nel solo mese di dicembre 2018. Se è vero che emerge un rallentamento del tasso di crescita dei volumi del credito, che resta comunque positivo, questo risulta coerente con una fase di rallentamento economico che, come detto, siamo fiduciosi di poter invertire grazie alle politiche disposte in manovra. (Commenti della senatrice Bellanova).
Senatore Marcucci, un'ultima riflessione: il Governo intende affrontare non soltanto le esigenze di breve periodo, ma anche invertire il trend strutturale di bassa crescita degli anni passati e che ci ha visto agli ultimi posti nella classifica della crescita su scala europea, nonostante le politiche monetarie poste in essere dalla BCE e un quadro economico internazionale ben più favorevole di quello attuale. (Prolungati applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Marcucci, per due minuti.
MARCUCCI (PD). Signor Presidente, le regole sui tempi in Parlamento valgano per tutti, anche per il Presidente del Consiglio. (Applausi dal Gruppo PD). A me dispiace anche per i Gruppi che dovrebbero intervenire dopo di noi, quindi mi permetto di sottolineare la questione.
PRESIDENTE. Continuo a dare i tempi, ma mi pare che nessuno oggi li abbia rispettati, mettendo in difficoltà anche la diretta televisiva. L'ho detto ripetutamente, ma non mi piace e non ho interrotto mai nessuno. Tutti hanno sforato.
MARCUCCI (PD). Signor Presidente, appunto: l'ha detto rivolgendosi ai Gruppi, ma forse lo dovrebbe dire anche al Governo. (Commenti dal Gruppo M5S).
Signor Presidente del Consiglio, lei ha detto che sarà un anno bellissimo, questo: lo sarà per lei e forse per tanti del MoVimento 5 Stelle e della Lega che hanno una posizione importante all'interno del Governo o una delle tante poltrone di sottogoverno che avete occupato. (Commenti dal Gruppo L-SP-PSd'Az). Forse sarà un anno bellissimo per voi e per questo, ma temo che sarà molto brutto per il nostro Paese e per gli italiani, per quello che di male state facendo.
Lei in Parlamento, dove ovviamente non è abituato a stare, perché non è nella sua esperienza personale, dovrebbe venire, parlare e ascoltare, perché certe volte leggere solo il compitino che le hanno preparato può non essere sufficiente né dare tutte le informazioni che servono. (Applausi dal Gruppo PD).
Cosa voleva dire allora, sostenendo che sarà un anno bellissimo? A pensar male, in questo caso, forse si fa la cosa giusta: può darsi che stiate realizzando gli obiettivi vostri e di questa maggioranza, ossia avere un Paese più insicuro, con più disoccupazione e che va verso la decrescita felice. (Applausi dal Gruppo PD). Un Paese nel quale il ministro Toninelli, correttamente posizionato al suo fianco, blocca tutti gli investimenti pubblici, dove voi, con la legge di bilancio, avete tolto gli incentivi per gli investimenti privati e per la nuova occupazione dei giovani.
MALPEZZI (PD). Bravo!
MARCUCCI (PD). Voi avete fatto un'azione che va dritta a mettere un'ipoteca grave sul futuro del nostro Paese e dei nostri giovani. (Applausi dal Gruppo PD). Vi state prendendo una grave responsabilità e dovreste avere almeno il coraggio della sincerità e della trasparenza: questo coraggio, oggi, in quest'Aula, da lei non l'ho ascoltato, signor Presidente del Consiglio. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Il senatore Bergesio ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00623 sulla salvaguardia del ruolo produttivo dello stabilimento Alstom di Savigliano, per tre minuti.
BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente del Consiglio dei ministri, io mi rivolgo a lei in merito alla situazione produttiva e occupazionale italiana della Alstom, un gruppo industriale francese operante nel settore della costruzione di treni e di infrastrutture ferroviarie, recentemente venuto alla ribalta della cronaca per la mancata autorizzazione alla fusione con la tedesca Siemens da parte della Commissione europea.
In Italia il gruppo opera tramite Alstom ferroviaria in tre stabilimenti, con un totale di circa 3.000 dipendenti ed un indotto che supera i 5.000. Alstom ferroviaria rappresenta un fiore all'occhiello del made in Italy grazie al centro di eccellenza di Savigliano, in provincia di Cuneo, dove si fabbricano i treni Pendolino, di conseguenza si tratta di commesse italiane. La produzione dei treni nel sito di Savigliano avviene in quota con un sito produttivo del gruppo Alstom localizzato in Polonia, quello di Katowice. Nel 2017 Alstom ferroviaria SpA ha attivato un progetto di ricerca e sviluppo concernente la nuova piattaforma di treni regionali. La Regione Piemonte ha partecipato al programma tramite lo stanziamento di 544.000 euro destinati al sito di Savigliano. A quanto ci risulta, negli ultimi mesi una quota crescente della produzione si starebbe spostando dal sito di Savigliano a quello polacco.
Noi vorremmo sapere se i fatti di cui abbiamo appreso dalle informazioni ottenute in un incontro avuto con le associazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie (RSU) aziendali siano veritieri e quali iniziative il Governo intenda intraprendere in merito alla salvaguardia occupazionale e produttiva dello stabilimento di Savigliano e di conseguenza di tutto il percorso dei dipendenti italiani (importante è la quota produttiva dello stabilimento di Savigliano), tenuto conto anche degli interventi pubblici erogati sia a livello regionale sia a livello statale con il Piano nazionale industria 4.0.
Sarebbe utile per noi, infatti, capire come e se sarà possibile intervenire anche alla luce delle recenti novità introdotte dal decreto dignità, approvato da questo Parlamento, in merito alle misure atte ad evitare la delocalizzazione produttiva di siti incentivati da risorse pubbliche. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az e della senatrice Donno).
PRESIDENTE.Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo è a conoscenza delle vicende riguardanti il gruppo Alstom nonché dell'attivazione, da parte della società, di un progetto di ricerca e sviluppo, tuttavia occorre effettuare qualche precisazione.
Dopo la notifica alla Commissione europea di una possibile operazione di fusione tra la Alstom ferroviaria e la Siemens, avvenuta come lei sa nel giugno 2018, il 28 gennaio scorso si è svolto un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico finalizzato a fare il punto in merito al citato processo di fusione e al suo impatto sullo stabilimento della società di Savigliano. Nel frattempo, la Commissione europea ha espresso il proprio parere negativo rispetto alla fusione tra Alstom e Siemens, riscontrando il rischio di una lesione della concorrenza nei mercati dei sistemi di segnalamento ferroviario e dei treni ad alta velocità. È stato evidenziato infatti che le misure prospettate dalla società all'esito dei primi dubbi circa il possibile impatto negativo dell'operazione sulla concorrenza e sul mercato interno dell'Unione non sarebbero state idonee per rimediare alle criticità emerse.
Questa decisione, tra l'altro, ha portato proprio in questi giorni (ed è cosa nota anche questa) Germania e Francia a proporre un manifesto, inteso a modificare le regole sulle concentrazioni e l'antitrust nell'Unione europea per favorire fusioni tra società europee. È un'iniziativa che mi permetto di giudicare abbastanza singolare, che si caratterizza per una impostazione ancora una volta bilaterale, nonostante miri ad affermarsi in un contesto europeo. È evidente infatti che per pervenire a una modifica delle regole europee in materia di concorrenza appaia inidoneo un manifesto di politica industriale bilaterale tra due pur autorevoli Paesi, ma occorre innanzitutto che si apra una preliminare discussione nelle sedi europee opportune, che miri a un sereno confronto tra tutti gli Stati membri per giungere a un progetto di riforma condiviso nel rispetto degli interessi di tutti i cittadini europei.
In definitiva, confermo l'impegno del Governo a monitorare le attività dell'Alstom, onde prevenire criticità nello stabilimento di Savigliano che rappresenta un'eccellenza nel settore ferroviario italiano. Preciso inoltre che il 7 aprile 2017 è stato sottoscritto un accordo di programma tra il MISE, la Regione Lombardia e la Regione Piemonte per il finanziamento di un articolato programma di ricerca e di sviluppo finalizzato alla messa a punto di tecnologie innovative per la costruzione di diverse tipologie di treni. Questo Governo, dunque, continuerà a porre la massima attenzione su questa vicenda, posto che rientra tra i principali punti dell'azione governativa frenare, anzi contrastare le delocalizzazioni che hanno caratterizzato per anni questo Paese.
A tal ultimo proposito evidenzio che uno dei primi provvedimenti normativi di questo Governo - lo ricorderete bene - è stato il cosiddetto decreto dignità che, attenzione, non sta solo modificando la struttura del mercato del lavoro in favore di rapporti più stabili (e mi riferisco agli ultimi dati appena diffusi dall'INPS). (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'AZ).
Il decreto dignità ha anche previsto l'obbligo per le aziende che abbiano ottenuto aiuti di Stato al fine di effettuare investimenti produttivi di non trasferire per cinque anni a Paesi extra Unione europea l'attività economica che ha beneficiato del sostegno pubblico. In caso contrario, si è altresì previsto la decadenza dal beneficio concesso, nonché l'irrogazione di una sanzione amministrativa. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'AZ).
PRESIDENTE.Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Bergesio, per due minuti.
BERGESIO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente del Consiglio, grazie per la disponibilità e soprattutto per i chiarimenti. Noi crediamo che la questione dell'Alstom di Savigliano, nella sua soluzione, possa essere l'inizio di una nuova politica di difesa - come ha detto bene prima - della produzione industriale italiana e di conseguenza dell'occupazione.
Quando lo abbiamo approvato eravamo convinti che il decreto dignità - la cui legge di conversione è stata approvata da questo Parlamento - non fosse solo il titolo di un decreto-legge, ma legittimasse, nella sua applicazione, la vera dignità, che è quella delle imprese e dei lavoratori, a cui il legislatore, in questo caso tutto il Governo, si è ispirato sin dall'inizio. Perciò auspichiamo che venga monitorata questo tipologia di intervento e soprattutto l'attività del gruppo in questione in favore dei suoi lavoratori, ma anche di tutto l'indotto, delle imprese che vi lavorano. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
PRESIDENTE. Il senatore Patuanelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00624 sull'avvio delle strutture di coordinamento per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio, per tre minuti.
PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, presidente Conte, intanto la ringrazio anche per le risposte pacate e precise che ha dato fino adesso. (Applausi dai Gruppo M5S e L-SP-PSd'Az).
Se coloro che oggi sono all'opposizione avessero riservato, quando erano maggioranza, la stessa attenzione e preoccupazione che hanno verso questo Governo nei confronti ci ciò che facevano i Governi della scorsa legislatura, avremmo evitato di trovarci con 5 milioni di poveri, con ponti che crollano e con fiumi che esondano ogni volta che piove. Quindi la ringrazio per aver dato risposte puntuali. (Applausi dai Gruppo M5S e L-SP-PSd'Az).
A proposito delle questioni che hanno attinenza con le infrastrutture e con il dissesto idrogeologico, lei ha citato diverse volte, nelle risposte agli interroganti che mi hanno preceduto, alcune azioni che il Governo ha previsto di porre in essere: dapprima attraverso l'approvazione del cosiddetto decreto Genova, con l'istituzione di una cabina di regia che ha il compito di verificare lo stato di attuazione dei piani e dei programmi di investimento infrastrutturale, nonché di verificare lo stato di attuazione degli investimenti connessi a fattori di rischio per il territorio, come il rischio idrogeologico, la vulnerabilità sismica e le situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica. Poi, con la legge di bilancio, il Parlamento ha approvato un testo che demanda al Presidente del Consiglio dei ministri l'istituzione di una struttura di missione per il supporto delle attività del Presidente del Consiglio relative al coordinamento delle politiche del Governo e dell'indirizzo politico-amministrativo dei Ministri in materia di investimenti pubblici e privati, denominata Investitalia. Investitalia dovrebbe quindi operare alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei ministri anche in raccordo con la cabina di regia Strategia Italia, di cui al citato articolo 40 del cosiddetto decreto Genova.
Considerato quindi che l'istituzione delle citate strutture di raccordo appare necessaria al fine di attuare un piano di messa in sicurezza del territorio, nonché di individuare soluzioni operative in materia di investimento e di ammodernamento delle infrastrutture e che risulta indispensabile, quindi, garantire equilibrio e sostenibilità al fragile assetto idrogeologico del territorio, attraverso soluzioni coordinate a livello nazionale delle citate strutture di raccordo, si chiede di sapere quale sia lo stato di avanzamento delle procedure per l'istituzione della cabina di regia di Investitalia e per l'approvazione dei relativi decreti al fine di poter disporre quanto prima delle medesime strutture.
Inoltre, si chiede di sapere quali iniziative si intendano attivare al fine di dare attuazione ai piani e ai programmi di investimento, nonché agli interventi connessi ai fattori di rischio per il territorio che prima citavamo: dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici e le situazioni di particolare degrado ambientale che necessitano di attività di bonifica. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Il presidente del Consiglio dei ministri, professor Conte, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CONTE, presidente del Consiglio dei ministri. Senatore Patuanelli, la ringrazio perché questa sua interrogazione mi consente di informare l'Assemblea sul lavoro costante di questo Governo in una materia che consideriamo fondamentale: gli investimenti.
L'ho già detto: il nostro obiettivo è tornare a crescere in una congiuntura economica che sappiamo essere non favorevole in tutta Europa, anche alla luce della guerra dei dazi che è in corso di combattimento, consentitemi questa espressione, nello spazio globale di mercato. Dinanzi a questa situazione non bisogna ritrarsi spaventati, bisogna invece imboccare con decisione e determinazione la strada della crescita e dello sviluppo, facendo degli investimenti il motore della crescita della nostra economia.
In questi giorni, lei lo ha ricordato e l'ho anticipato anch'io, ho firmato due decreti presidenziali con i quali vengono istituite due strutture che saranno sicuramente strategiche, collocate presso la Presidenza del Consiglio, per coordinare, gestire e accelerare gli investimenti e la costruzione di nuove opere da attuare nel Paese: Strategia Italia (una cabina di regia) e la struttura di missione Investitalia. Il loro compito specifico sarà di favorire la realizzazione di programmi di investimenti riguardanti le infrastrutture materiali e immateriali, di manutenzione e riammodernamento delle infrastrutture delle pubbliche amministrazioni. Dovranno anche verificare gli stati di avanzamento dei progetti infrastrutturali e supportare le pubbliche amministrazioni nella realizzazione dei piani e dei programmi di investimento.
Il nostro approccio alla realizzazione del piano di investimenti è basato su tre direttrici fondamentali: innanzitutto, è importante assicurare un flusso costante di risorse agli enti locali, onde evitare che l'attuazione delle opere venga bloccata anche quando l'iter normativo non presenta problemi. In secondo luogo, è necessario promuovere il cosiddetto capacity building a tutti i livelli della pubblica amministrazione, con particolare attenzione agli enti locali. Spesso, infatti, abbiamo riscontrato un deficit nella capacità di elaborare progetti. In terzo luogo, proviamo una decisa semplificazione degli adempimenti burocratici e degli ostacoli che in questi anni hanno impedito un armonico sviluppo delle opere pubbliche nel Paese, ed è anche per questa ragione che stiamo intervenendo con molta decisione per riformare il codice dei contratti pubblici, anzi anticipo che con il ministro Toninelli, qui presente, stiamo pensando di anticipare alcune misure di riforma del codice dei contratti pubblici, perché il Paese non può aspettare e la crescita economica non può tardare. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Come già ho anticipato, ieri ho firmato il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale, un piano di cui nei prossimi giorni presenteremo tutti i dettagli. È un progetto elaborato in piena sintonia e che coinvolge il ministro dell'ambiente Costa, il qui presente ministro Toninelli, il ministro per il Sud Lezzi e la medesima Protezione civile, perché razionalizza e definisce la strategia concreta di investimenti Regione per Regione, territorio per territorio, a valere già dal corrente anno e non in un futuro prossimo o futuribile. In questo modo rispondiamo - attenzione - anche al riconoscimento, che la Commissione europea ci ha riservato, della clausola di flessibilità nel rapporto deficit-PIL. Ricorderete infatti che il Governo ha chiesto alla Commissione europea l'attivazione della clausola di flessibilità ai fini di operazioni di prevenzione del dissesto idrogeologico e di manutenzione della rete stradale, per oltre 3 miliardi di euro, da spendere già nel 2019. L'Italia ha un territorio fragile, che dobbiamo e possiamo proteggere in primo luogo con la prevenzione e con interventi di messa in sicurezza diretti a neutralizzare il rischio di frane e alluvioni. Questo ovviamente non riguarda solo la crescita economica, ma riguarda anzi e ancor più la sicurezza dei cittadini. È questo il più significativo e urgente intervento pubblico di cui il nostro Paese necessita, la vera grande opera pubblica di cui l'Italia ha bisogno. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Patuanelli, per due minuti.
PATUANELLI (M5S). Signor Presidente, sarò molto più breve dei due minuti.
Sono pienamente soddisfatto della sua risposta, signor Presidente del Consiglio. Ritengo che molte volte in questo Paese ci si chiuda, rispetto agli investimenti, in una discussione che ha a che fare soltanto con gli stanziamenti. In realtà, sappiamo bene che ci sono 150 miliardi di euro in previsione nei prossimi dieci anni e che questo Governo ha incrementato di 15 miliardi l'importo degli investimenti per il prossimo triennio. Il problema è avere la capacità di spendere questi soldi, che molto spesso non vengono spesi, e soprattutto di spenderli per le opere di cui il Paese ha bisogno e certamente la messa in sicurezza del territorio e la messa in sicurezza sismica dei nostri edifici rientrano tra le priorità. Abbiamo la certezza che, attraverso queste strutture di raccordo, si riuscirà a far sì che i piani di investimento non restino soltanto sulla carta, ma diventino invece investimenti che finalmente potranno rimettere in moto l'economia del Paese. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
GRIMANI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRIMANI (PD). Signor Presidente, intervengo per denunciare un fatto accaduto alcuni giorni fa nella mia Regione, l'Umbria, in una scuola di Foligno, un importante centro della nostra Regione. Si è verificato, durante una lezione, che un insegnante ha costretto un alunno di colore a girarsi verso la finestra, invitandolo a fissare un punto esterno, accusandolo di essere troppo brutto per stare girato. Si è trattato quindi di un fatto gravissimo e vergognoso, che va denunciato anche nella nostra Aula del Senato. Tale gravissimo episodio è sicuramente estraneo alla cultura diffusa di rispetto che c'è nella terra umbra e che ha sempre caratterizzato la gente della mia Regione, un episodio gravissimo proprio nel dibattito complessivo del nostro Paese.
Auspico che venga fatta chiarezza. Notizie che giungono dalla Regione Umbria hanno evidenziato come il dirigente scolastico abbia chiesto un immediato intervento al direttore dell'Ufficio scolastico regionale e come siano in procinto di essere inviate delle relazioni al Ministero. Deve essere fatta chiarezza sulle gravissime responsabilità che un docente che si comporta in questo modo sicuramente ha.
Credo però che vada fatta anche una riflessione più generale, molto breve. Il docente ha spiegato che si trattava di un esperimento sociale, una cosa veramente incomprensibile, ma credo che questi comportamenti debbano farci riflettere su un aspetto: nel nostro Paese c'è un'eccessiva tensione, c'è un clima eccessivamente pesante, che porta spesso all'utilizzo di espressioni e di argomentazioni a sfondo razzista e discriminatorio, che purtroppo possono portare poi a generare fenomeni di questo tipo. È nostro dovere e dovere delle istituzioni creare le condizioni per cui non si verifichino più fatti di questa gravità. Verranno accertate le responsabilità, non siamo noi a doverlo fare, ma è importante che ci sia attenzione nell'utilizzo delle argomentazioni e dei termini, perché spesso quando si produce vento, esso porta alla tempesta. È necessario quindi evitare questi comportamenti e dal Parlamento deve venire un monito in tal senso. (Applausi dal Gruppo PD).
DE FALCO (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE FALCO (Misto). Signor Presidente, ringrazio per la cortesia istituzionale il presidente Conte, che ha ritenuto di poter rimanere con noi anche dopo lo svolgimento del question time.
Mi soffermo solo due minuti, per poche parole e una breve riflessione. Subito dopo il voto della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, riguardante la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, che ha approvato le conclusioni del relatore, senatore Gasparri, sono cessate le ostilità che in questi giorni avevano caratterizzato i rapporti all'interno della maggioranza.
La Lega è sempre stata pronta ad ostacolare, a rallentare e a minacciare, in modo ambiguo, ma evidente, l'alleato contraente, che non poteva nascondere la propria difficoltà. Basti ricordare come, nel suo primo passaggio parlamentare, il decreto-legge in materia di reddito di cittadinanza abbia rischiato di essere davvero stravolto e non già per l'assalto delle opposizioni, ma per quello della Lega, che ha tentato di metterne in discussione alcuni punti fondanti. I componenti del MoVimento 5 Stelle hanno evitato modifiche sostanziali, ma hanno dovuto accettare dei compromessi, che hanno reso ancora più complessa la burocrazia connessa al sussidio. A quanto pare però, miracolosamente, si è giunti ora ad una desistenza leghista su ulteriori emendamenti al decreto-legge, dopo una sorta di ostruzionismo di maggioranza, che ha rallentato i lavori dell'Assemblea della settimana appena trascorsa. Inoltre, si è poi improvvisamente trovato l'accordo sulle nomine INPS, in sospeso, e l'accordo su una mozione parlamentare unitaria del MoVimento 5 Stelle e della Lega, volta a continuare a non scegliere sulla questione TAV. Si tratta di un rapporto causa-effetto? Non lo posso affermare, però si è improvvisamente trovato l'accordo.
In un'altra epoca si sarebbe detto che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. È davvero casuale che queste nuove convergenze tra i firmatari del contratto siano intervenute dopo il voto della Giunta, favorevole al leader della Lega? Quel voto che ha tanto profondamente lacerato il MoVimento 5 Stelle? O non si è forse di fronte ad un evento tipico di un'epoca, che speravamo proprio di aver lasciato le spalle e invece troviamo molto, molto vicina? Non occorre tanta, troppa fantasia per immaginare che ci possa essere stato un rapporto di scambio tra gli alleati contraenti. Se così fosse, sarebbe vergognoso perché ci riporterebbe a prassi indegne, esecrate da tutti a parole: quelle della cosiddetta prima Repubblica. Il cambiamento non si può tradurre nel ritorno a quelle pratiche, tipiche appunto della peggiore prima Repubblica: pratiche di spartizione e immobilismo, volte ad assicurare la sopravvivenza a un Governo che ormai appare chiaramente fermo, in contrasto però con le esigenze e l'interesse del Paese, che invece non deve fermarsi e che necessita di un'azione politica di impulso all'economia fatta di scelte responsabili e coerenti. (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice De Petris).
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di lunedì 25 febbraio 2019
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica lunedì 25 febbraio, alle ore 10,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 16,29).
Allegato A
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione sulle misure per sostenere l'economia e la stabilità dei conti pubblici
(3-00620) (21 febbraio 2019)
STEGER, UNTERBERGER, DURNWALDER, LANIECE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che:
nell'ultima nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il Governo ha stimato una crescita del PIL dell'1,5 per cento per l'anno 2019, dell'1,6 per cento per il 2020 e dell'1,4 per cento per il 2021 e ha indicato, per il 2019, una manovra costruita attorno a un rapporto deficit/PIL del 2,4 per cento;
al fine di scongiurare una procedura d'infrazione in sede europea, il Governo ha indicato il 2,04 per cento come nuovo rapporto deficit/PIL, con una revisione delle attese di crescita per il prossimo triennio, che sono state abbassate all'1 per cento per il 2019, all'1,1 per cento per il 2020 e all'1 per cento per il 2021;
queste stime sono risultate decisamente ottimistiche rispetto ai dati sull'andamento reale dell'economia. Per il quarto trimestre 2018, l'Istat ha rilevato una contrazione dell'economia dello 0,2 per cento, che segue quello dello 0,1 per cento registrato nel periodo luglio-settembre dello stesso anno. Inoltre, i dati Eurostat relativi all'ultimo trimestre 2018 hanno indicato l'Italia come "fanalino di coda" nella crescita europea, nonché come unico Paese caratterizzato dal "segno meno";
gli ultimi dati sulla produzione industriale dipingono un quadro allarmante, quello cioè di un Paese sull'orlo di una nuova e profonda recessione economica: il fatturato dell'industria è diminuito del 3,5 per cento nell'ultimo trimestre 2018, con una diminuzione su base annua del 7,3 per cento, segnando il minimo storico degli ultimi dieci anni; il calo congiunturale del fatturato riguarda sia il mercato interno (2,7 per cento in meno) sia, in misura più accentuata, quello estero (4,7 per cento in meno);
anche le previsioni sull'andamento dell'economia per il 2019 non lasciano presagire nulla di buono: la Commissione europea ha abbassato le stime di crescita per il PIL italiano nel 2019, passando dall'1,2 per cento allo 0,2 per cento, rispetto all'1,3 per cento di aumento medio nell'Eurozona. L'agenzia di rating Fitch ha diramato un report piuttosto negativo sull'attività di sviluppo economico dell'Eurozona e sulle stime di crescita del PIL nel 2019 e il dato più allarmante è quello italiano: le previsioni attese sul prodotto interno lordo del 2019 vedono una riduzione dall'1,1 per cento allo 0,3 per cento;
tutto questo fisiologicamente impatta sulle previsioni relative al deficit: l'Ufficio parlamentare di bilancio, nel corso di un'audizione informale tenutasi in Senato, ha ipotizzato un disavanzo del 2,3 per cento, che sale al 2,5 per cento nella previsione avanzata dall'agenzia internazionale Moody's;
considerato altresì che:
stando a queste stime, per far tornare i conti e centrare l'obiettivo concordato con Bruxelles, secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, servirà una manovra correttiva da 6 miliardi di euro, mentre secondo la previsione di Moody's, di miliardi ne serviranno addirittura 9;
da più parti giunge forte la richiesta di una politica per la crescita e lo sviluppo che, a detta di molti osservatori, è stato l'enorme limite della manovra di bilancio, con l'allocazione di ingenti risorse a misure, quali il "reddito di cittadinanza" e "Quota 100", che però non generano alcun effetto-stimolo rispetto alla crescita, agli investimenti e al buon andamento complessivo dell'economia,
si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri, considerati i continui aggiornamenti al ribasso dei saldi di finanza pubblica, non ritenga che sia, a questo punto, inevitabile la richiesta da parte europea di un ulteriore intervento correttivo della manovra, sulla cui necessità, secondo quanto fatto trapelare dai giornali, non vi sarebbe alcun dubbio neppure da parte dei membri del suo stesso Governo, e dove intenda reperire le risorse necessarie per varare la correzione;
considerati i forti segnali di recessione in tutti i settori legati allo sviluppo, quali siano gli interventi mirati che il Governo intende concretamente porre in essere per invertire l'andamento negativo e rilanciare la crescita economica dell'intero Paese.
Interrogazione sull'impulso all'attività di governo al fine di favorire il miglioramento del quadro economico e finanziario
(3-00625) (21 febbraio 2019)
BERNINI, MALAN, MALLEGNI, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, PICHETTO FRATIN, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GASPARRI, GHEDINI, GIRO, MASINI, Alfredo MESSINA, MINUTO, MODENA, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, QUAGLIARIELLO, ROMANI, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN. - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che, per quanto a giudizio degli interroganti:
quanto accaduto pochi giorni fa presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, quando il deputato Guy Verhofstadt, leader del gruppo parlamentare Alde, ha definito il Presidente del Consiglio dei ministri Conte "un burattino nelle mani di Di Maio e Salvini" risulta essere del tutto inaccettabile;
il comportamento irrispettoso del deputato belga induce gli interroganti ad esprimere solidarietà al Presidente del Consiglio dei ministri per quanto accaduto;
i Gruppi parlamentari di Forza Italia, sia nel Parlamento italiano che in quello europeo, proprio per senso delle istituzioni e nel rispetto della sovranità di ciascun Paese membro dell'Unione europea, difendono da sempre il principio di non ingerenza fra Stati membri;
tuttavia, è dato di evidenziare che la scelta di indicare il professor Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio dei ministri è il risultato di un compromesso tra le parti politiche che sostengono questo Governo, piuttosto che il frutto di una manifesta volontà popolare;
le prerogative sancite dall'articolo 95 della Costituzione, secondo cui "Il Presidente del Consiglio dei ministri: dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando le attività dei Ministri", risultano spesso disattese nei fatti, considerato che, in più di un'occasione, soprattutto in ambito internazionale, l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri ha dovuto rinviare misure importanti ed assumere atteggiamenti contraddittori perché eccessivamente vincolato alle decisioni mutevoli dei vice presidenti Salvini e Di Maio;
le elezioni del 4 marzo 2018 hanno avuto un risultato complesso rendendo difficile la formazione del Governo, che ha richiesto 89 giorni, il periodo più lungo della storia repubblicana. Nel "contratto per il governo del cambiamento", l'anomala formula programmatica sulla quale si è basata la maggioranza Lega-M5S, le questioni inerenti alla politica economica sono risultate il frutto di un compromesso che ha portato nel giro di pochi mesi allo sforamento del rapporto deficit e Pil del 2,04 per cento;
la decisione del Governo di attuare un così imponente scostamento dei parametri di bilancio rispetto a quanto contenuto nel Def della primavera 2018 è stata giustificata dalla volontà di rilanciare i consumi interni attraverso misure di sostegno al reddito, i cui effetti sono alquanto discutibili;
in particolare, alcune misure attuate dal Governo attraverso iniziative legislative come i decreti-legge detti decreto dignità, decreto concretezza, decreto semplificazione e legge spazza corrotti non hanno comportato gli effetti benefici sperati dai proponenti;
inoltre, alcune iniziative proposte dal Governo nella legge di bilancio per il 2019 sono da considerarsi recessive e pericolose per la stabilità dei conti pubblici, in primis il reddito di cittadinanza, una misura costosissima e che andrebbe sostituita promuovendo un piano contro l'esclusione sociale che abbia l'obiettivo di ridurre la povertà attraverso una modularità di interventi sia di carattere monetario sia di carattere reale e che si fondi sull'introduzione di un reddito di dignità (imposta negativa sul reddito), che è dimostrato essere più efficace del reddito di cittadinanza, poiché non crea distorsioni nel mercato del lavoro, disincentiva comportamenti parassitari e implica una minore complessità burocratica, oltre ad essere culturalmente basato sul concetto di società attiva e non di società passiva;
il Governo italiano, il 18 dicembre 2018, rispondendo ai rilievi mossi dalla Commissione europea al disegno di legge di bilancio per il 2019, al fine di evitare l'avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, si è impegnato ad effettuare alcuni interventi utili a migliorare i saldi finali contenuti del bilancio dello Stato, in adesione ai rilievi formulati;
il Governo garantiva di poter recuperare consistenti risorse finanziarie, proprio basando le sue valutazioni tecniche sulla stima economico-finanziaria delle più qualificanti riforme a carattere sociale e previdenziale;
le modifiche introdotte a fine dicembre, quindi, hanno dovuto necessariamente tenere conto dell'evoluzione del quadro macroeconomico, che evidenziava un peggioramento conseguente anche al cattivo andamento del commercio internazionale;
il rallentamento del ciclo economico ha richiesto un aggiornamento delle previsioni di crescita dell'Esecutivo, passate dall'1,5 per cento all'1 per cento per il 2019, che incideva sui saldi di bilancio e sull'entità della correzione strutturale richiesta dal patto di stabilità e crescita;
nonostante le correzioni apportate a seguito delle richieste della Commissione europea, la manovra è finanziata largamente in deficit di bilancio, per il 2019 per 11,847 miliardi di euro, e quindi la Commissione europea provvederà ad ulteriori monitoraggi sul rispetto della regola del deficit, che potrebbe portare all'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia;
i titoli di Stato emessi da quando è in carica l'attuale Governo hanno visto crescere i tassi di interesse;
sulle emissioni successive al 1° giugno 2018 sono stati presi impegni per interessi per un ammontare di 8 miliardi di euro superiore ai tassi medi del 2017;
rispetto al quadro programmatico, le previsioni di crescita del Pil per il 2019 sono ulteriormente peggiorate, secondo il Fondo monetario internazionale e la Banca d'Italia, assestandosi tra lo 0,5 per cento e lo 0,6 per cento, la Commissione europea stima una crescita dello 0,2 per cento e che quindi al bilancio dello Stato verrebbero inevitabilmente a mancare tra i 4 e i 7 miliardi di euro di entrate;
alla luce della recessione in cui è entrato il nostro Paese e della necessaria revisione che andrà fatta dei conti pubblici per il 2019 e per gli anni successivi, in vista dei dati che continuano a registrare minori entrate rispetto alle previsioni, è improcrastinabile l'adozione da parte del Governo di provvedimenti urgenti volti alla neutralizzazione definitiva delle clausole di salvaguardia Iva finalizzati al contrasto del costo dei consumi che, qualora si verificassero, comporterebbero la contrazione degli stessi;
l'Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, ed è soggetta alla regola del debito;
in questo quadro, l'attività di bilancio (e non solo) del Governo dovrebbe porsi l'obiettivo di coniugare la sana gestione delle finanze pubbliche, soprattutto in questa particolare fase congiunturale, con l'adozione di politiche di sostegno alla ripresa economica e, nel medio termine, alle prospettive di crescita del nostro Paese;
un sistema economico solido e competitivo è infatti presupposto essenziale per finanze pubbliche sane e per un sentiero di riduzione del debito che sia sostenibile,
si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga che le politiche messe in atto dal Governo provochino gravi problemi al nostro Paese il quale, al contrario, necessita di strategie politico-economiche che consentano di attivare un circolo virtuoso, rappresentato da una significativa riduzione della tassazione, realizzata premiando i fattori produttivi, maggiori investimenti e consumi, maggiore crescita e minore deficit;
se non ritenga necessaria, come già accennato da autorevoli esponenti del Governo, una manovra aggiuntiva per porre rimedio al forte divario tra le previsioni e la realtà economica;
quando e come potranno essere neutralizzate le pesanti clausole di salvaguardia dell'Iva che ammontano ad oltre 23 miliardi di euro per il solo 2020, e che, quindi, a norme vigenti scatteranno tra 10 mesi.
Interrogazione sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni nell'ambito del regionalismo differenziato
(3-00621) (21 febbraio 2019)
DE PETRIS, ERRANI, GRASSO, LAFORGIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che:
l'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, prevede che possano essere attribuite "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" alle Regioni a statuto ordinario (autonomia cosiddetta differenziata o asimmetrica);
i diritti coinvolti, in particolare, nelle materie di cui alle lettere n) ed s) del secondo e del terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione (in primo luogo: salute, istruzione, tutela e sicurezza del lavoro, tutela dell'ambiente, mobilità locale) sono disciplinati, a livello di principi fondamentali, dalla legge dello Stato;
nella riunione del Governo del 14 febbraio 2019, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, dopo gli incontri bilaterali che ha avuto con i Ministri interessati, ha illustrato i contenuti delle intese raggiunte con le Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, che ne avevano fatto specifica richiesta. Il Consiglio dei ministri ne ha preso atto e condiviso lo spirito;
in assenza di un quadro chiaro e definito entro il quale costruire le intese, la richiesta delle Regioni che si sono attivate, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, potrebbe portare, insieme alle nuove competenze, anche il trasferimento delle risorse ritenute necessarie calcolate in base ai «fabbisogni standard», che tengano conto dei bisogni della popolazione e dei territori e soprattutto del gettito fiscale territoriale, determinando, di fatto, che il livello dei diritti dei cittadini di quelle regioni verrebbe garantito a seconda del reddito dei loro residenti, e quindi, per avere maggiori diritti non basterebbe essere cittadini italiani, ma cittadini italiani che abitano in una regione ricca;
pur nella differenza tra i percorsi amministrativi regionali avviati, la proposta di autonomia differenziata, di cui non si conosce con precisione il merito, mette a rischio il principio sancito dalla Carta costituzionale, all'articolo 5, ossia l'unità e indivisibilità della Repubblica. Altrettanto importante è la questione relativa alla redistribuzione delle risorse e dei costi standard, che va fatta in modo da garantire l'equilibrio delle diverse aree territoriali a partire da quelle più in difficoltà, come il Sud;
l'articolo 117 della Costituzione, alla lettera m), stabilisce che lo Stato ha legislazione esclusiva sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), concernenti i diritti civili e sociali da garantire sul territorio nazionale, ma dal 2001 nessun Governo ha mai proceduto alla loro definizione, creando un vuoto normativo dentro cui diventa più agevole immaginare forme di distribuzione delle risorse legate alla ricchezza territoriale e di fatto discriminatorie;
data la rilevanza costituzionale degli atti in discussione, non è accettabile l'opacità e l'indeterminatezza dei lavori avviati nel percorso di autonomia regionale differenziata, che esautora, di fatto integralmente, il Parlamento dalla necessaria funzione di discussione, decisione e controllo, anche in fase di verifica dell'attuazione e degli impatti. Si pone innanzitutto il problema del rispetto delle prerogative e del ruolo del Parlamento,
si chiede di sapere:
quale sia l'opinione del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla necessità insopprimibile del Parlamento di poter intervenire per definire il quadro complessivo dei principi di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, e, quindi, di correggere e modificare le leggi di approvazione delle intese, tutelando il complesso di garanzie, che poggia sui principi della rappresentanza e dell'ordinamento parlamentare;
se il Governo, prima di procedere a qualsiasi trasferimento di competenze a una o più Regioni, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, intenda definire preventivamente i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi offerti da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, e dalla legge delega n. 42 del 2009, ad oggi ancora in larga parte disattesa, ancorando il trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle Regioni esclusivamente con parametri validi per l'intero territorio nazionale, escludendo ogni riferimento a indicatori collegati all'introito fiscale, al fine di attuare in modo responsabile il principio del federalismo solidale, consentire l'esercizio dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e ridurre il differenziale con le aree più svantaggiate del Paese, in particolare del Sud.
Interrogazione sulla titolarità delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia
(3-00622) (21 febbraio 2019)
CIRIANI, RAUTI. (*) - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che:
l'Italia è il terzo Stato al mondo per consistenza di riserve auree (dopo Stati Uniti e Germania) con 2.451,8 tonnellate di oro, pari, oggi, ad una somma di circa 110 miliardi di euro, che, pur con qualche oscillazione, cresce tendenzialmente di anno in anno;
le riserve auree italiane sono, dunque, fra le più cospicue al mondo e sono custodite prevalentemente nei caveau della Banca d'Italia e, in parte, all'estero, presso alcune banche centrali;
le riserve auree hanno da sempre svolto una funzione essenziale e di garanzia dell'indipendenza e della sovranità del popolo italiano;
sulla base degli studi di eminenti costituzionalisti «l'analisi della normativa sinora vigente induce a ritenere che si tratti di beni pubblici di natura quasi demaniale, destinati ad uso di utilità generale»,
considerato che:
l'articolo 127, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che tra i compiti da assolvere tramite il SEBC (Sistema europeo di banche centrali) vi siano la detenzione e la gestione delle riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri, evidenziando nessuna supponibile ingerenza circa la proprietà e il titolo, in forza del quale le banche centrali nazionali detengono tali riserve, ivi comprese quelle auree, lasciando così sul campo del diritto domestico la determinazione della questione;
le norme relative all'attività di gestione devono interpretarsi nel senso che la Banca d'Italia gestisce e detiene, ad esclusivo titolo di deposito, le riserve auree, rimanendo impregiudicato il diritto di proprietà dello Stato italiano su dette riserve, comprese quelle detenute all'estero;
una specificazione esplicita sulla proprietà dell'oro in capo allo Stato italiano si rende necessaria, vista la natura ibrida assunta dalla Banca d'Italia nel corso degli anni, in conseguenza dei numerosi interventi legislativi stratificatisi;
il Gruppo Fratelli d'Italia chiede da tempo il pronunciamento chiaro e definitivo sulla titolarità delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia;
l'argomento è divenuto, peraltro, estremamente attuale in considerazione delle recenti dichiarazioni di esponenti istituzionali della Banca d'Italia e rappresentanti autorevoli della maggioranza e del Governo;
atteso che Fratelli d'Italia ritiene che le riserve auree non possano essere utilizzate per coprire esigenze di bilancio, ma debbano rimanere quale riserva a garanzia della solidità del patrimonio nazionale,
si chiede di sapere quale sia la posizione del Governo riguardo alla proprietà delle riserve auree italiane e se intenda affermare, in modo chiaro ed inequivocabile, che esse appartengano al popolo e allo Stato italiano e non alla Banca d'Italia.
________________
(*) Firma aggiunta in corso di seduta
Interrogazione sulle misure volte a fronteggiare il peggioramento dei dati congiunturali dell'economia
(3-00626) (21 febbraio 2019)
MARCUCCI, MALPEZZI, MIRABELLI, STEFANO, FERRARI, COLLINA, CIRINNA', BINI, VALENTE, MISIANI, MANCA, MARINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che:
le rilevazioni dei principali istituti internazionali, dell'Istat e la stessa Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2018 hanno evidenziato un andamento positivo nel 2017 di tutti gli indicatori macroeconomici e finanziari. Nel 2017 la crescita ha raggiunto la soglia dell'1,6 per cento, proseguendo su ritmi sostenuti anche nei primi due trimestri 2018. L'occupazione alla fine del secondo trimestre del 2018 ha raggiunto la soglia di oltre 23,3 milioni di unità di occupati, superando il picco massimo di occupazione registrato nel 2007;
il quadro macroeconomico e di finanza pubblica lasciato in eredità all'avvio della XVIII Legislatura al nuovo Governo Lega M5S beneficiava, pertanto, degli effetti positivi delle scelte adottate negli scorsi anni, periodo in cui gli interventi di politica economica sono riusciti a coniugare la stabilità della finanza pubblica e la fiducia dei mercati con interventi mirati allo sviluppo economico, alla decisa ripresa dell'occupazione e all'equità;
nel breve volgere di pochi mesi, il contesto è profondamente mutato e gran parte delle responsabilità sono, a giudizio degli interroganti, attribuibili non tanto all'andamento del contesto internazionale quanto all'azione del Governo in carica. L'abbandono del percorso costruito nella XVII Legislatura ha favorito, da subito, l'affermazione di un nuovo inatteso scenario caratterizzato da forte instabilità economica e di finanza pubblica. I primi provvedimenti adottati dal Governo, a partire dal "decreto dignità", appaiono aver scoraggiato gli investimenti delle imprese, favorito la fuga di capitali e aumentato l'indice di sfiducia delle imprese e dei consumatori;
i primi segnali di inversione di tendenza si sono da subito manifestati nel terzo trimestre 2018. Nel periodo luglio-settembre 2018 il prodotto interno lordo italiano ha segnato, per la prima volta dopo ben 14 trimestri consecutivi di crescita, un andamento negativo (0,1 per cento in meno): segnali che, si ritiene, avrebbero dovuto spingere il Governo ad una maggiore prudenza sul fronte dei conti pubblici e all'adozione di misure di reale impatto sulla crescita economica;
al contrario, la manovra di bilancio per il 2019, in linea con i primi interventi, è stata costruita in modo imprudente e difficilmente sostenibile, corredata da strumenti di politica economica finanziati in forte deficit, non solo non in grado di garantire risultati in termini di crescita ma neanche definiti nel dettaglio, accompagnati da interventi di soppressione, di revisione e di depotenziamento di strumenti messi in campo nella precedente Legislatura, che si erano rivelati di fondamentale impulso per la crescita attraverso il sostegno agli investimenti delle imprese e il rafforzamento del tessuto industriale, come nel caso del super-ammortamento e del credito di imposta per la ricerca;
tali scelte hanno portato l'Italia ad un isolamento senza precedenti in Europa e spinto la Commissione europea a bocciare il progetto di bilancio italiano, costringendo il Governo a presentare al Senato pesanti correzioni al testo approvato in prima lettura alla Camera dei deputati, pena l'avvio della procedura di infrazione per violazione della regola di riduzione del debito pubblico. Questa vicenda ha umiliato il Paese e compresso le prerogative del Parlamento, al punto che la stessa Corte costituzionale ha espresso pesanti rilievi nella pronuncia seguita al seguito del ricorso presentato dal Partito democratico;
nel frattempo, lo spread, che ad inizio del 2018 era stabilmente intorno ai 130 punti base, nel breve volgere di alcuni mesi è passato stabilmente al di sopra dei 250 punti base, con un picco di 325 punti nel mese di novembre 2018, provocando pesanti ricadute sulla spesa per interessi stimata in 4 miliardi di euro nel solo 2019;
i risultati di questi primi mesi di Governo iniziano ora a manifestarsi in modo palese e preoccupante;
la crescita del Pil, che nella Nota di aggiornamento al DEF 2018 veniva stimata all'1,5 per cento nel 2019, è stata successivamente corretta dal Governo durante la discussione sulla legge di bilancio all'1 per cento. Ora, sulla base delle prime stime per il 2019, il quadro appare ancora più grave del previsto. La Commissione europea ha recentemente tagliato la previsione di crescita del Pil italiano nel 2019 dall'1,2 per cento delle previsioni autunnali allo 0,2 per cento, dato che rende l'Italia il fanalino di coda dell'Unione europea. Analogo andamento è previsto dai principali organismi internazionali di rilevazione dell'andamento della crescita economica;
gli ultimi dati disponibili sul fatturato e gli ordinativi dell'industria confermano il forte rallentamento in atto. Secondo l'Istat, a dicembre 2018 il fatturato dell'industria è diminuito in termini congiunturali del 3,5 per cento e gli ordinativi dell'ultimo trimestre 2018 sono diminuiti del 2 per cento rispetto al precedente. Su base annua il fatturato diminuisce del 7,3 per cento e gli ordinativi del 5,3 per cento. Dati che sembrano confermarsi anche nell'avvio del 2019. A dicembre 2018 l'indice della produzione industriale è sceso dello 0,8 per cento su novembre e del 5,5 per cento su base annua;
il clima di fiducia delle imprese a gennaio 2019 mostra segnali di forte deterioramento confermando un trend negativo avviato a partire dal giugno 2018. La flessione risulta diffusa in tutti i principali settori economici;
anche i dati relativi all'occupazione evidenziano preoccupanti segnali di inversione di tendenza. Nel mese di dicembre 2018 il numero degli occupati a tempo indeterminato è diminuito di 35.000 unità ed è sceso il numero delle persone in cerca di occupazione. Nel periodo che va tra maggio e dicembre 2018, il numero degli occupati, in valori assoluti, è diminuito di 76.000 unità;
preoccupano anche i dati di finanza pubblica che mostrano un deciso peggioramento rispetto allo scorso anno. In particolare, desta forti preoccupazione l'andamento del debito pubblico che inverte il percorso di diminuzione e si avvia di nuovo verso livelli insostenibili,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Presidente del Consiglio dei ministri intenda adottare per invertire la tendenza in atto che, contrariamente ai recenti annunci, vede il nostro Paese scivolare rapidamente verso una preoccupante e duratura stagnazione economica;
se sia in preparazione una manovra correttiva di finanza pubblica e se intenda rendere noti gli ambiti settoriali verso i quali saranno indirizzati i tagli di spesa e gli interventi dal lato delle entrate per riportare in ordine i conti pubblici;
se, in considerazione del rallentamento della crescita in atto, intenda adottare con urgenza misure volte a rilanciare gli investimenti pubblici, a favorire l'avvio delle opere immediatamente cantierabili come la TAV, e a sostenere gli investimenti delle imprese invertendo il forte clima di sfiducia in atto;
quali iniziative intenda adottare al fine di tutelare i risparmi degli italiani, l'accesso al credito di famiglie e imprese, e le prospettive di sviluppo del nostro sistema economico, a fronte della crescita dello spread;
quali iniziative intenda adottare a fronte dell'aumento dei tassi d'interesse che rischiano di ripercuotersi negativamente sui conti pubblici, di indebolire i coefficienti patrimoniali delle banche e di tradursi in una stretta monetaria di proporzioni non sostenibili per il Paese.
Interrogazione sulla salvaguardia del ruolo produttivo dello stabilimento Alstom di Savigliano
(3-00623) (21 febbraio 2019)
BERGESIO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che:
Alstom è un gruppo industriale francese che opera nel settore della costruzione di treni e infrastrutture ferroviarie;
in Italia il gruppo opera tramite Alstom Ferroviaria;
Alstom Ferroviaria rappresenta un fiore all'occhiello del made in Italy, grazie al centro di eccellenza di Savigliano (Cuneo), dove si fabbricano i treni Pendolino;
la produzione dei treni nel sito di Savigliano avviene in quota con un sito produttivo del gruppo Alstom presso Katowice, in Polonia;
nel 2017 Alstom Ferroviaria SpA ha attivato un progetto di ricerca e sviluppo concernente la "Nuova Piattaforma di Treni Regionali";
la Regione Piemonte ha compartecipato al programma tramite lo stanziamento di 544.455 euro, destinati per il sito di Savigliano;
a quanto risulta all'interrogante, negli ultimi mesi una quota di produzione crescente si starebbe spostando dal sito di Savigliano a quello di Katowice,
si chiede di sapere:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero;
quali iniziative il Governo intenda intraprendere in merito allo stabilimento di Savigliano, al fine di salvaguardare la quota produttiva italiana, anche tenuto conto dei finanziamenti pubblici ricevuti dal gruppo.
Interrogazione sull'avvio delle strutture di coordinamento per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio
(3-00624) (21 febbraio 2019)
PATUANELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri -
Premesso che:
l'articolo 40 del decreto-legge 28 settembre 2019, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130 (cosiddetto decreto Genova), ha previsto l'istituzione di una cabina di regia con il compito di verificare lo stato di attuazione dei piani e dei programmi di investimento infrastrutturale nonché di verificare lo stato di attuazione degli interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici e situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica, anche al fine di prospettare possibili rimedi;
l'articolo 1, comma 179, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per il 2019), ha demandato ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri l'istituzione di una struttura di missione per il supporto alle attività del Presidente del Consiglio dei ministri relative al coordinamento delle politiche del Governo e dell'indirizzo politico e amministrativo dei Ministri in materia di investimenti pubblici e privati denominata "InvestItalia";
Investitalia, secondo quanto previsto in legge di bilancio, dovrebbe operare alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei ministri, anche in raccordo con la cabina di regia "Strategia Italia", di cui al citato articolo 40 del decreto Genova;
considerato che:
l'istituzione delle strutture di raccordo appare necessaria al fine di attuare un piano di messa in sicurezza del territorio nonché di individuare soluzioni operative in materia di investimento e di ammodernamento delle infrastrutture;
risulta indispensabile garantire equilibrio e sostenibilità al fragile assetto idrogeologico del territorio, attraverso soluzioni coordinate a livello nazionale dalle citate strutture di raccordo,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato di avanzamento delle procedure per l'istituzione della cabina di regia e di Investitalia e per l'approvazione dei relativi decreti al fine di disporre, quanto prima, delle medesime strutture;
quali iniziative si intendano attivare al fine di dare attuazione ai piani e ai programmi di investimento nonché agli interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici e situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica, anche al fine di prospettare possibili rimedi .
Allegato B
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Barachini, Bogo Deledda, Borgonzoni, Bossi Umberto, Candiani, Cattaneo, Cioffi, Cirinnà, Crimi, D'Angelo, De Poli, Fusco, Maffoni, Merlo, Monti, Napolitano, Ronzulli, Santangelo e Siri.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Anastasi e Paroli, per attività dell'Assemblea parlamentare della NATO; Casini, per attività dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo; Augussori, Castaldi, Ferrara, Taverna e Vattuone, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE; Verducci, per partecipare a incontri internazionali.
Senato, Ufficio di Presidenza del Consiglio di Garanzia
Il Consiglio di Garanzia, in data 20 febbraio 2019, ha proceduto all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza.
È risultato eletto Vice Presidente il senatore Ugo Grassi.
Commissioni permanenti, variazioni nella composizione
Il Presidente del Gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione, con lettera in data 20 febbraio 2019, ha comunicato le seguenti variazioni nella composizione delle Commissioni permanenti:
2a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore Pepe; cessa di farne parte il senatore Candura;
3a Commissione permanente: cessa di farne parte il senatore Centinaio, sostituito in quanto membro del Governo dalla senatrice Bonfrisco; entra a farne parte il senatore Candura;
8a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore Centinaio, sostituito in quanto membro del Governo dalla senatrice Bonfrisco; cessa di farne parte il senatore Pepe.
Commissioni permanenti, approvazione di documenti
Le Commissioni riunite 3a e 4a, nella seduta del 13 dicembre 2018, hanno approvato due risoluzioni, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento:
a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali nel periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXIV, n. 2);
a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° gennaio-30 settembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXIV, n. 3).
I predetti documenti sono inviati al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
Commissione parlamentare per la semplificazione, variazioni nella composizione
Il Presidente della Camera dei deputati, in data 19 febbraio 2019, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per la semplificazione il deputato Umberto Buratti in sostituzione del deputato Davide Gariglio, dimissionario.
Domande di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione, presentazione di relazioni
A nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, il senatore Gasparri ha presentato la relazione sulla domanda di autorizzazione a procedere in giudizio ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione nei confronti del senatore Matteo Salvini nella sua qualità di Ministro dell'interno pro tempore (Doc. IV-bis, n. 1-A).
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatrice Alderisi Francesca
Modifiche alla legge 20 maggio 1985, n. 222, in materia di destinazione di parte della quota dell'otto per mille del gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero (1074)
(presentato in data 19/02/2019);
senatore Crucioli Mattia
Soppressione dei Tribunali regionali e del Tribunale superiore delle acque pubbliche (1075)
(presentato in data 19/02/2019);
senatori Evangelista Elvira Lucia, Puglia Sergio, Vanin Orietta, Lanzi Gabriele, Trentacoste Fabrizio, Riccardi Alessandra, Botto Elena, Piarulli Angela Anna Bruna, Pirro Elisa, Buccarella Maurizio, Fenu Emiliano, Nocerino Simona Nunzia, Leone Cinzia, Accoto Rossella, Urraro Francesco, Lorefice Pietro, Romano Iunio Valerio, Castellone Maria Domenica, Corbetta Gianmarco, Giarrusso Mario Michele, Di Piazza Stanislao, De Lucia Danila, Ortolani Franco, D'Angelo Grazia, Angrisani Luisa, Dell'Olio Gianmauro, Anastasi Cristiano, Lomuti Arnaldo, Lucidi Stefano, Di Micco Fabio, Moronese Vilma, Lannutti Elio, Donno Daniela, Presutto Vincenzo, Gallicchio Agnese, Ortis Fabrizio, Croatti Marco, Vono Gelsomina, Fede Giorgio, Morra Nicola, Bottici Laura, Coltorti Mauro, Vaccaro Sergio, Turco Mario, Ferrara Gianluca, Matrisciano Susy, Gaudiano Felicia, Campagna Antonella
Introduzione dell'articolo 612-ter del codice penale in materia di pubblicazione e diffusione di immagini o video privati sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (1076)
(presentato in data 19/02/2019);
senatrice L'Abbate Patty
Disposizioni per la disciplina dell'economia dei beni usati e la promozione del settore del riutilizzo, nonché istituzione del Tavolo di lavoro permanente sul riutilizzo (1077)
(presentato in data 19/02/2019);
senatore Perilli Gianluca
Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela degli animali (1078)
(presentato in data 19/02/2019);
Ministro degli affari esteri e cooperazione internazionale
Ministro della difesa
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Mongolia sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 3 maggio 2016 (1079)
(presentato in data 21/02/2019);
senatori Damiani Dario, Caliendo Giacomo, Modena Fiammetta, Aimi Enrico, Dal Mas Franco, Berardi Roberto, Perosino Marco, Toffanin Roberta, Gallone Maria Alessandra, Masini Barbara, Minuto Anna Carmela, Rizzotti Maria
Modifiche all'articolo 415-bis del codice di procedura penale (1080)
(presentato in data 20/02/2019);
senatore Iannone Antonio
Introduzione dell'articolo 609-quater 1 del codice penale, in materia di omesso impedimento di atti sessuali con minori da chi esercita responsabilità genitoriale (1081)
(presentato in data 20/02/2019);
senatori Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo, Gallone Maria Alessandra, Pichetto Fratin Gilberto, Mallegni Massimo, Giammanco Gabriella, Malan Lucio, Aimi Enrico, Rizzotti Maria, Toffanin Roberta, Saccone Antonio, Berardi Roberto, Damiani Dario, Testor Elena
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali per fenomeni di infiltrazione mafiosa (1082)
(presentato in data 20/02/2019);
senatori Briziarelli Luca, Romeo Massimiliano, Arrigoni Paolo, Pazzaglini Giuliano, Bruzzone Francesco, Campari Maurizio, Pergreffi Simona, Faggi Antonella, Bonfrisco Anna Cinzia, Augussori Luigi, Bagnai Alberto, Barbaro Claudio, Bergesio Giorgio Maria, Borghesi Stefano, Bossi Simone, Calderoli Roberto, Candura Massimo, Cantu' Maria Cristina, Casolati Marzia, De Vecchis William, Ferrero Roberta, Fregolent Sonia, Fusco Umberto, Iwobi Tony Chike, Marti Roberto, Montani Enrico, Nisini Tiziana, Ostellari Andrea, Pellegrini Emanuele, Pepe Pasquale, Pianasso Cesare, Pillon Simone, Pirovano Daisy, Pisani Pietro, Pittoni Mario, Pizzol Nadia, Pucciarelli Stefania, Ripamonti Paolo, Rivolta Erica, Rufa Gianfranco, Saponara Maria, Saviane Paolo, Sbrana Rosellina, Solinas Christian, Tesei Donatella, Tosato Paolo, Vallardi Gianpaolo, Vescovi Manuel, Zuliani Cristiano
Modifiche ai decreti del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, in materia di edilizia in zone sismiche (1083)
(presentato in data 21/02/2019).
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni
Sen. Dessi' Emanuele
Disposizioni in materia di trasporto su strada delle merci per il miglioramento della sicurezza stradale e delle condizioni di lavoro degli operatori (1001)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo
Sen. Binetti Paola ed altri
Interventi volti a favorire la promozione del turismo giovanile, scolastico e sociale (967)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali)
(assegnato in data 21/02/2019);
11ª Commissione permanente Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale
Sen. Puglia Sergio ed altri
Disposizioni in materia di riscatto del periodo di corso di laurea (1004)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali)
(assegnato in data 21/02/2019);
12ª Commissione permanente Igiene e sanita'
Sen. Sileri Pierpaolo ed altri
Istituzione della giornata nazionale per l'aderenza alla terapia (1026)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali)
(assegnato in data 21/02/2019);
13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali
Sen. Turco Mario
Introduzione dell'obbligo della valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario nell'ambito della procedura di autorizzazione integrata ambientale (1011)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 12ª (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
Commissioni 2ª e 12ª riunite
Sen. Pittella Gianni
Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno (937)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
Commissioni 2ª e 13ª riunite
Sen. Dessi' Emanuele
Disposizioni in materia di emergenza abitativa (1006)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
In sede referente
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
Sen. Sileri Pierpaolo ed altri
Modifica all'articolo 117 della Costituzione relativa alla tutela della salute (1019)
previ pareri delle Commissioni 12ª (Igiene e sanita'), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
Commissioni 2ª e 12ª riunite
Sen. Cerno Tommaso
Norme per la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati, nonché delega al Governo per l'adeguamento delle disposizioni in materia di sostanze stupefacenti e di tossicodipendenza (935)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
Commissioni 9ª e 13ª riunite
Sen. Mollame Francesco
Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo (609)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea), Commissione parlamentare questioni regionali
(assegnato in data 21/02/2019);
Commissioni 9ª e 13ª riunite
Sen. Rossomando Anna
Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il contrasto al consumo di suolo (984)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
Ai sensi dell'articolo 35, comma 2, del Regolamento, già deferito in sede redigente, alla 13ª Commissione permanente (Ambiente), è stato rimesso alla discussione e alla votazione dell'Assemblea.
(assegnato in data 21/02/2019).
Disegni di legge, ritiro
Il senatore Verducci ha dichiarato di ritirare il disegno di legge: Verducci ed altri. - "Disposizioni di deroga al limite dei mandati per la carica di sindaco dei comuni colpiti dal sisma del 2016 nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria" (1048).
Governo, trasmissione di atti
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 14 febbraio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, la procedura di informazione attivata presso la Commissione europea dalla Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica del Ministero dello sviluppo economico, relativa allo "Schema di regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto dei prodotti assorbenti per la persona (PAP), ai sensi dell'art. 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152".
La predetta documentazione è deferita alla 13a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 187).
Governo, trasmissione di atti concernenti procedure d'infrazione
Il Ministro per gli affari europei, con lettera in data 20 febbraio 2019 ha inviato, in ottemperanza dell'articolo 15, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione sulla procedura d'infrazione n. 2018/2295, - avviata ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea - concernente la non conformità delle misure di attuazione della direttiva 2005/36/CE, quale modificata dalla direttiva 2013/55/UE, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a e alla 14a Commissione permanente (Procedura d'infrazione n. 30/1).
Autorità nazionale anticorruzione, trasmissione di atti. Deferimento
Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettere in data 14 febbraio 2019, ha inviato:
ai sensi dell'articolo 213, comma 3, lettere c) e d), del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, una segnalazione concernente "gli obblighi di comunicazione, pubblicità e controllo delle modificazioni del contratto ai sensi dell'articolo 106 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50". Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a Commissione permanente (Atto n. 185);
ai sensi dell'articolo 1, comma 2, lettera g), della legge 6 novembre 2012, n. 190, una segnalazione concernente "la previsione di una causa di esclusione dell'applicazione della disciplina sulle inconferibilità di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39". Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 12a Commissione permanente (Atto n. 186).
Commissario per la realizzazione del progetto sportivo dei campionati mondiali di sci alpino - Cortina 2021, trasmissione di atti
Il Commissario per la realizzazione del progetto sportivo dei campionati mondiali di sci alpino - Cortina 2021, con lettera in data 20 febbraio 2019, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 61, comma 2, della legge 24 aprile 2017, n. 50, la relazione annuale sulle attività svolte insieme alla rendicontazione delle spese sostenute, per la realizzazione del progetto sportivo delle finali di coppa del mondo e dei campionati mondiali di sci alpino, che si terranno a Cortina d'Ampezzo, rispettivamente, nel marzo 2020 e nel febbraio 2021.
Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 5a, alla 7a e alla 8a Commissione permanente (Atto n. 190).
Corte costituzionale, trasmissione di sentenze. Deferimento
La Corte costituzionale ha trasmesso, a norma dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, la sentenza n. 18 del 5 dicembre 2019, depositata il 14 febbraio 2019, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 714, della legge 28 dicembre 2015,n. 208, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)", come sostituito dall'articolo 1, comma 434, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019).
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Doc. VII, n. 31).
Corte dei conti, trasmissione di documentazione. Deferimento
Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 15 febbraio 2019, ha trasmesso la deliberazione n. 2/2019/G - Analisi degli indicatori delle note integrative al bilancio dei Ministeri della giustizia, dello sviluppo economico e dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
La predetta deliberazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a, alla 5a, alla 7a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 188).
Il Presidente della Sezione del Controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 18 febbraio 2019, ha inviato la determinazione n. 13/2019 relativa al programma dell'attività della Sezione stessa per l'anno 2019.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Atto n. 189).
Petizioni, annunzio
Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.
La signora Michela Kuan, a nome dell'Associazione LAV, e numerosissimi altri cittadini chiedono la predisposizione di un piano pluriennale di interventi per lo sviluppo e l'applicazione di metodi di ricerca senza uso di animali, destinandovi una quota non inferiore al 50% dei fondi stanziati per la ricerca in ambito biomedico e sanitario (Petizione n. 315, assegnata alla 12a Commissione permanente);
il signor Alessandro Comandini da Pesaro chiede una revisione del regime fiscale agevolato forfettario di cui all'articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 204, n. 190, come modificato dalla legge del 30 dicembre 2018, n. 145 (Petizione n. 316, assegnata alla 6a Commissione permanente);
il signor Daniele Carofei da Roma, a nome dell'Associazione Protezione civile Nostrum, chiede l'istituzione di un sistema di soccorso basato sull'utilizzo di sistemi di comunicazione alternativi su frequenza PMR446 (Petizione n. 317, assegnata alla 8a Commissione permanente);
il signor Renato Lelli da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona) chiede:
modifiche alla normativa relativa alle attività di vigilanza e controllo di Banca d'Italia e CONSOB (Petizione n. 318, assegnata alla 6a Commissione permanente);
l'abrogazione della legge 21 febbraio 2014, n. 10, in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria (Petizione n. 319, assegnata alla 2a Commissione permanente);
modifiche alla legge 3 agosto 1998, n. 269, recante norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori (Petizione n. 320, assegnata alla 2a Commissione permanente).
Interrogazioni, apposizione di nuove firme
La senatrice Testor ha aggiunta la propria firma all'interrogazione 4-01097 dei senatori Berutti e Mallegni.
La senatrice Riccardi ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 4-01281 del senatore Puglia ed altri.
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 13 al 21 febbraio 2019)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 21
CASINI ed altri: sulla salvaguardia della filiera italiana dello zucchero (4-00445) (risp. CENTINAIO, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il turismo)
CONZATTI: sullo svolgimento delle funzioni di curatore, commissario giudiziale e liquidatore da parte dei consulenti del lavoro (4-01215) (risp. BONAFEDE, ministro della giustizia)
DE BERTOLDI, URSO: sui tagli all'agricoltura previsti dalla proposta di bilancio 2021-2027 della Commissione europea (4-00109) (risp. CENTINAIO, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il turismo)
DE BONIS ed altri: sull'assegnazione in esclusiva dei diritti di moltiplicazione e commercializzazione delle sementi del grano duro "Cappelli" (4-00861) (risp. CENTINAIO, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il turismo)
DE PETRIS: sulla coltivazione di mais OGM da parte di un agricoltore in Friuli-Venezia Giulia (4-00953) (risp. CENTINAIO, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il turismo)
QUAGLIARIELLO: sull'importazione di olio d'oliva dalla Tunisia (4-00928) (risp. CENTINAIO, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il turismo)
RAUTI ed altri: sulle conseguenze sull'agricoltura del maltempo del 15-16 luglio 2018 nel mantovano (4-00530) (risp. CENTINAIO, ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ed il turismo)
Mozioni
LUCIDI, FERRARA, MAIORINO, LANZI, ANGRISANI, PARAGONE, ANASTASI, TURCO, ROMANO, CORRADO, DONNO, TRENTACOSTE, CORBETTA, LANNUTTI - Il Senato,
premesso che:
le statistiche dell'Osservatorio economico del Ministero dello sviluppo economico, basate su dati Istat aggiornati a ottobre 2018, mostrano che nel 2018 l'Italia occupava la nona posizione a livello mondiale per le quote di mercato in base all'export, e l'undicesimo per l'import;
a novembre 2018 la stima dell'interscambio complessivo fra import ed export italiano ammontava a circa 817.892 milioni di euro;
considerato che:
i Paesi con cui si ha il rapporto più intenso sotto il punto di vista commerciale sono principalmente quelli europei, tra cui la Germania, la Francia, il Regno Unito, la Spagna; e gli Stati Uniti come principale partner commerciale extraeuropeo;
fra i principali Paesi destinatari dell'export nazionale nel mondo, figurano anche Paesi con situazioni politiche, sociali ed economiche con caratteristiche degne di attenzione come: Polonia, Cina, Turchia, Russia, Emirati Arabi Uniti, la Regione speciale di Hong Kong, Giappone, Arabia Saudita, Corea del Sud;
allo stesso tempo, fra i Paesi protagonisti nell'import italiano ve ne sono alcuni, quali: Cina, Polonia, Austria, Turchia, India, Libia, Iraq, Arabia Saudita, Corea del Sud, Algeria ed Azerbaigian, per i quali sarebbe necessario prestare una particolare attenzione;
considerato ancora che:
i rapporti economici e commerciali rappresentano una componente fondamentale delle relazioni fra Stati e, inevitabilmente, compongono il metro di giudizio del generale rapporto con altri Paesi, spesso influenzando, a seconda del peso della relazione economica, il profilo internazionale e diplomatico del Paese stesso anche sotto altri aspetti, quali quello sociale, umanitario e giurisdizionale;
è proprio la dinamica appena esposta una delle principali motivazioni che induce i Paesi a redigere preventivamente degli accordi internazionali negli ambiti ritenuti di maggior rilevanza internazionale quali l'assistenza giudiziaria, la cooperazione giudiziaria, norme per l'antiriciclaggio ed altre materie di rilievo;
dai dati dell'Osservatorio economico del Ministero dello sviluppo economico si evince chiaramente che l'imponente volume dell'interscambio commerciale dell'Italia, oltre ai numerosi legami bilaterali già in essere, rende necessario e prioritario conoscere lo stato dell'arte degli impegni del nostro Paese coperti da trattati e accordi internazionali, al fine di consolidare i rapporti esistenti e di colmare le lacune normative;
a mero titolo d'esempio, solo nel 2017 l'interscambio con l'Egitto è stato pari a 4,743 milioni di euro. Un rapporto economico di sostanziale rilievo, che però non è accompagnato da un'adeguata copertura diplomatica, data dalla mancanza di trattati che, come si è avuto modo di scoprire, non garantiscono ad esempio un'adeguata ed efficace cooperazione giudiziaria, lacuna emersa purtroppo durante la recente vicenda dell'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni;
altro esempio lo si ritrova con l'India, per la vicenda dei fucilieri di marina italiani a bordo della petroliera "Enrica Lexie", durante la quale si avvicendarono momenti di alta tensione diplomatica fra i due Paesi;
sembra quasi superfluo citare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, per i quali vi sono svariati dubbi a livello internazionale in materia sociale ed economica, in particolar modo nel settore dell'export di armi;
considerato infine che ulteriore esempio è costituito dalla cooperazione culturale dell'Italia con Paesi terzi, attuata, fra l'altro, tramite l'internazionalizzazione del sistema di formazione superiore, la cooperazione internazionale fra atenei e gli accordi di mobilità studentesca. Secondo i dati dell'Agenzia nazionale "Erasmus+ Indire", nell'anno accademico 2017/2018, solo per il programma Erasmus+, sono stati stanziati fondi per finanziare la mobilità di 32,109 studenti italiani, con proiezioni di crescita fino al 40 per cento. Anche in quest'ambito, la frammentazione normativa gioverebbe di una mappatura dei trattati ed accordi, a fornire un quadro chiaro dei punti su cui, potenzialmente, intervenire,
impegna il Governo:
1) a verificare l'adeguatezza delle disposizioni pattizie e dei conseguenti impegni internazionali alla luce degli sviluppi del panorama internazionale, con particolare considerazione per gli accordi concernenti materie di pubblico interesse quali l'assistenza giudiziaria, la cooperazione giudiziaria e le norme antiriciclaggio, con i Paesi con i quali l'Italia intrattiene importanti rapporti commerciali ed economici, sociali e culturali, valutando periodicamente la condizione sociale degli Stati citati e la loro stabilità politica;
2) a valutare la stipula urgente di nuovi trattati con i principali Paesi partner commerciali, per colmare le lacune esistenti nei settori di maggiore rilevanza per il nostro Paese, al fine di garantire un equilibrio bilaterale fra l'Italia e gli Stati menzionati, e dotarsi di una più adeguata copertura pattizia volta ad evitare criticità politiche e commerciali internazionali;
3) a continuare a monitorare periodicamente l'andamento geopolitico internazionale, ed a proseguire il rafforzamento dei legami con gli Stati partner anche mediante trattati ed accordi internazionali e quindi a presentare alle commissioni parlamentari competenti, una relazione annuale sull'efficacia, sullo stato di implementazione ed eventuale necessità di revisione degli atti pattizi internazionali dei quali l'Italia è parte.
(1-00081)
Interrogazioni
MISIANI, ALFIERI, ASTORRE, BOLDRINI, CIRINNA', CUCCA, D'ALFONSO, D'ARIENZO, FEDELI, FERRARI, FERRAZZI, GARAVINI, GIACOBBE, GINETTI, IORI, LAUS, MAGORNO, MALPEZZI, MANCA, MARGIOTTA, MARINO, NANNICINI, PARENTE, PARRINI, PATRIARCA, PINOTTI, PITTELLA, ROSSOMANDO, SBROLLINI, STEFANO, TARICCO, VATTUONE, VERDUCCI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
la legge n. 163 del 2016 ha introdotto nel nostro ordinamento importanti modifiche al contenuto della legge di contabilità pubblica, rese necessarie per allineare e adeguare il nostro ciclo di bilancio e gli strumenti della programmazione economica e finanziaria alla nuova governance europea e alle disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio del bilancio, ai sensi dell'articolo 81, sesto comma, della Costituzione, introdotte dalla legge n. 243 del 2012;
fra le innovazioni più rilevanti introdotte dalla legge n. 163 del 2016 si segnalano in particolare quelle relative all'introduzione degli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) tra gli strumenti di programmazione della politica economica nazionale. In particolare, l'articolo 1, comma 6, lettera g), della legge n. 163 del 2016 ha previsto che: a) in apposito allegato al DEF, predisposto dal Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati forniti dall'ISTAT, siano riportati l'andamento, nell'ultimo triennio, degli indicatori di benessere equo e sostenibile selezionati e definiti dal comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile, istituito presso l'ISTAT, nonché le previsioni sull'evoluzione degli stessi nel periodo di riferimento, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica e dei contenuti dello schema del programma nazionale di riforma; b) con apposita relazione, predisposta dal Ministro dell'economia, sulla base dei dati forniti dall'ISTAT, da presentare alle Camere per la trasmissione alle competenti Commissioni parlamentari entro il 15 febbraio di ciascun anno, sia evidenziata l'evoluzione dell'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile, sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso;
considerato che:
la relazione che il Ministro deve presentare alle Camere entro il 15 febbraio di ciascun anno si configura come un aggiornamento di medio periodo all'interno del ciclo annuale di programmazione economico-finanziaria avviato con la pubblicazione, ad aprile di ogni anno, del Documento di economia e finanza. In particolare, la relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile (relazione BES) aggiorna la previsione degli indicatori BES sulla base degli effetti della legge di bilancio per il triennio in corso, nonché del quadro macroeconomico aggiornato;
nel 2018 è stata predisposta la prima relazione che, in coerenza con l'esercizio sperimentale condotto in occasione della presentazione dell'allegato BES al DEF 2017, ha riportato l'andamento di quattro indicatori di benessere equo e sostenibile ivi considerati, i quali costituiscono un sottoinsieme dei dodici indicatori BES: 1) reddito medio disponibile aggiustato pro capite; 2) tasso di mancata partecipazione al lavoro (con relativa scomposizione per genere); 3) indice di disuguaglianza del reddito disponibile; 4) emissioni di anidride carbonica e altri gas clima alteranti pro capite;
la seconda relazione sull'evoluzione dell'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile, contrariamente a quanto avvenuto con il precedente Governo, non è stata depositata entro il termine del 15 febbraio e non si hanno notizie di un suo imminente arrivo,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda depositare e in che tempi, la relazione sull'evoluzione dell'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile prevista dall'articolo 1, comma 6, lettera g), della legge n. 163 del 2016;
quali siano le ragioni che hanno finora impedito la presentazione della suddetta relazione entro i termini previsti.
(3-00617)
URSO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che:
il "decreto semplificazioni" (decreto-legge n. 135 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 12 del 2019), all'art. 11-ter disciplina l'approvazione e l'adozione del "Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee"(PTESAI) al fine di individuare un quadro definito di riferimento delle aree ove è consentito lo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale;
il PTESAI incide sui diritti dei titolari di titoli concessori già conferiti con efficacia retroattiva sugli stessi, potendo comportare la revoca di titoli concessori già conferiti e impedire la presentazione di istanze di proroga di concessione alterando così, ex post, il regolamento concessorio sul quale società ed investitori esteri hanno fatto affidamento nell'effettuare ingenti investimenti in attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio nazionale;
il citato articolo 11-ter prevede, altresì, un considerevole incremento dei canoni, pari ad oltre il 3.500 per cento, che rende, dunque, notevolmente più onerose le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel territorio italiano e potrebbe configurarsi, pertanto, come una misura volta a bloccare definitivamente lo svolgimento di dette attività nel territorio italiano;
considerato che:
l'articolo 5 della legge n. 9 del 1991, recante norme per l'attuazione del nuovo Piano energetico nazionale, prevede che "il permesso di ricerca è accordato a soggetti italiani o di altri Stati membri della Comunità economica europea, nonché, a condizioni di reciprocità, a soggetti di altri Paesi";
la maggiore azienda petrolifera italiana, Eni SpA, opera in tutti i Paesi di origine delle società e degli investitori esteri, che sono destinatari delle svantaggiose previsioni di cui al citato articolo 11-ter;
il Presidente del Consiglio dei ministri, proprio in concomitanza con l'approvazione delle misure sulle trivelle, si trovava negli Emirati Arabi Uniti per partecipare alla cerimonia di firma di un accordo, in cui l'Eni acquisiva una quota importante della quarto complesso di raffineria al mondo;
l'Eni opera nel Mediterraneo in diversi impianti onshore, tra i quali quello in Egitto, di straordinaria importanza;
nel mar Adriatico vi sono giacimenti comuni con altri Paesi, che si guardano bene dal fermare ricerca e trivellazioni, i quali estrarranno dal bacino comune anche gli idrocarburi presenti nelle nostre acque territoriali, con la conseguenza che oltre al danno certo (economico) vi sarebbe anche la probabile beffa (ambientale),
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo abbia valutato il potenziale danno che Eni SpA potrebbe subire nel caso in cui i Paesi di origine delle società e degli investitori esteri, che hanno subito un pregiudizio a causa del citato articolo 11-ter del decreto-legge n. 135 del 2018, applichino nei loro Paesi alle società italiane misure simili, per sanzionare la violazione del principio di reciprocità perpetrata;
se abbia anche considerato, per coerenza con la propria politica nel campo della ricerca e della coltivazione di idrocarburi, di bloccare lo svolgimento di dette attività da parte di Eni SpA al di fuori del territorio italiano, attività, peraltro, spesso svolte proprio nel comune mar Mediterraneo.
(3-00618)
COMINCINI, MALPEZZI, ALFIERI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
la convenzione unica sottoscritta in data 7 novembre 2007 e approvata con decreto-legge 8 aprile 2008, n. 59, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2008, n. 101, ricomprende, tra gli interventi previsti, l'opera di mitigazione acustica lungo la A 50 nel territorio del Comune di Buccinasco (Milano);
la Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA, con sede in Assago (Milano), concessionaria dell'ANAS sulla base dei contenuti della menzionata convenzione unica, la quale disciplina la costruzione e l'esercizio di alcune tratte autostradali, tra cui la A 50 autostrada Tangenziale Ovest, ha ricompreso nel suo piano finanziario l'opera di mitigazione acustica menzionata;
sulla base di quanto contemplato all'art. 22 della convenzione unica, la Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA è delegata, ai sensi della normativa vigente, a compiere tutte le operazioni relative, previste dal decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327;
in data 21 luglio 2011 è divenuto efficace il provvedimento dell'ANAS SpA (n. CDG - 0103991 - P), di conferimento della delega provvisoria ai sensi dell'art. 6, comma 8, ed art. 15 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, e che sulla base di tale provvedimento la Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA è delegata, ai sensi dell'art. 6, comma 8, del decreto del Presidente della Repubblica, a svolgere tutte le attività prodromiche e strumentali del procedimento espropriativo, previste dagli artt. 15 e 16 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica, atte precipuamente a consentire l'immissione nell'area interessata, nonché allo svolgimento degli adempimenti previsti dalla legge 7 agosto 1990, n. 241;
il progetto dell'opera ha conseguito tutte le autorizzazioni previste dalla vigente normativa e necessarie ai fini realizzativi;
la Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA ha provveduto ad attivare e a completare le operazioni preliminari preparatorie contemplate dall'art. 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327;
considerato che, a quanto risulta agli interroganti:
il sindaco di Buccinasco, Rino Pruiti, in data 16 gennaio 2018 (prot. n. 1642) chiedeva tramite missiva alla società Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA di procedere alla realizzazione dell'opera di intervento di mitigazione acustica nel comune di Buccinasco, tangenziale ovest di Milano A 50. La missiva restava inevasa e il sindaco procedeva con ulteriori sollecitazioni;
in data 19 febbraio 2018 (prot. n. 18/3541) la società Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA con riferimento alle ultime sollecitazione del sindaco, confermava: a) che il progetto esecutivo delle opere era stato presentato dalla stessa società al concedente Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'approvazione in data 20 dicembre 2012 e che l'investimento totale era pari a 4.545.000 euro, di cui 3.880.515 per i lavori a base d'asta (comprensivi di 291.960 euro per oneri della sicurezza) e 664.485 euro per somme a disposizione; b) che il 21 marzo 2014 era stata sottoscritta la convenzione tra il Comune di Buccinasco e la società concessionaria che, in massima sintesi, prevedeva l'impegno di quest'ultima a realizzare le opere di mitigazione a propria cura e spese, attivando la procedura di affidamento delle stesse entro 180 giorni dall'avvenuta approvazione da parte del concedente; c) che il 31 dicembre 2014 il Ministero delle infrastrutture, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, aveva emanato un decreto per la calmierizzazione delle tariffe autostradali e che in base a tale decreto veniva alterato l'equilibrio finanziario del piano quinquennale della società concessionaria approvato dal Cipe nell'agosto del 2014, tanto che lo stesso concedente ne aveva richiesto la revisione; d) che il nuovo piano di investimenti aveva previsto lo stralcio delle opere di mitigazione acustica descritte, ed era stato approvato dal CIPE nell'agosto 2015, con la prescrizione che gli investimenti "sospesi" sarebbero stati inseriti nel piano economico finanziario per il successivo periodo regolatorio (2018-2022); e) che l'approvazione da parte del Ministero del progetto esecutivo era intervenuta con decreto prot. 6238 del 23 giugno 2015, che aveva anche definito il tempo utile contrattuale per l'esecuzione dei lavori in 488 giorni naturali e consecutivi e che tale approvazione si era quindi palesata dopo il rinvio al 2018 dell'investimento, non rendendo quindi possibile alla società concessionaria procedere alla pubblicazione del relativo bando per l'appalto; f) che tutto quanto descritto, e nel rispetto della prescrizione espressa dal CIPE nel 2015, l'investimento sarebbe stato reintrodotto nel piano economico-finanziario relativo al periodo 2018-2022, e che avrebbe potuto procedere alla pubblicazione del bando per la realizzazione non appena avesse acquisita l'efficacia dello stesso, presumibilmente entro la fine dell'allora anno corrente;
il sindaco di Buccinasco in data 15 gennaio 2019 (prot. n. 1774) ritornava a sollecitare la società Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA;
la società Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA in data 4 febbraio 2019 (prot. n. 19/2314) confermava al sindaco di Buccinasco che l'intervento di mitigazione acustica previsto nel suo Comune era stato reintrodotto nel piano economico-finanziario relativo al periodo 2018-2022 e che lo stesso era stato presentato, secondo i termini di concessione, al Ministero delle infrastrutture nel luglio 2018 ed è tuttora in corso di approvazione da parte del medesimo Ministero. Nella stessa, la società confermava che, acquisita l'efficacia del suddetto piano (presumibilmente nel primo semestre del 2019) occorrerà ottenere nuovamente l'approvazione del progetto esecutivo dell'intervento, successivamente alla quale sarà possibile attivare la procedura di affidamento dei lavori di esecuzione delle opere entro i 180 giorni stabiliti dalla convenzione in essere con il Comune stesso;
la Prefettura di Milano, in data 24 gennaio 2019 (prot. n. 2018-1764), con riferimento alle note pervenute in data 16 gennaio 2018 e 17 gennaio 2019, con le quali il Comune di Buccinasco chiedeva conto della tempistica con cui verrebbero installate le barriere antirumore lungo il tratto di tangenziale ovest, che interessa il loro territorio comunale, pregava di essere messa a conoscenza di aggiornate notizie circa l'eventuale cronoprogramma dei lavori deliberati dalla società Milano Serravalle Milano Tangenziali SpA,
si chiede di sapere:
quali orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto in premessa;
quali iniziative stia intraprendendo affinché venga finalmente approvato il piano finanziario economico presentato dalla società Milano Serravalle - Milano Tangenziali SpA e quali tempistiche richiederà tale esercizio;
se non intenda adoperarsi efficacemente per la realizzazione di un'opera attesa da troppi anni e importante per le istituzioni e i cittadini di Buccinasco.
(3-00619)
STEGER, UNTERBERGER, DURNWALDER, LANIECE - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
nell'ultima nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il Governo ha stimato una crescita del PIL dell'1,5 per cento per l'anno 2019, dell'1,6 per cento per il 2020 e dell'1,4 per cento per il 2021 e ha indicato, per il 2019, una manovra costruita attorno a un rapporto deficit/PIL del 2,4 per cento;
al fine di scongiurare una procedura d'infrazione in sede europea, il Governo ha indicato il 2,04 per cento come nuovo rapporto deficit/PIL, con una revisione delle attese di crescita per il prossimo triennio, che sono state abbassate all'1 per cento per il 2019, all'1,1 per cento per il 2020 e all'1 per cento per il 2021;
queste stime sono risultate decisamente ottimistiche rispetto ai dati sull'andamento reale dell'economia. Per il quarto trimestre 2018, l'Istat ha rilevato una contrazione dell'economia dello 0,2 per cento, che segue quello dello 0,1 per cento registrato nel periodo luglio-settembre dello stesso anno. Inoltre, i dati Eurostat relativi all'ultimo trimestre 2018 hanno indicato l'Italia come "fanalino di coda" nella crescita europea, nonché come unico Paese caratterizzato dal "segno meno";
gli ultimi dati sulla produzione industriale dipingono un quadro allarmante, quello cioè di un Paese sull'orlo di una nuova e profonda recessione economica: il fatturato dell'industria è diminuito del 3,5 per cento nell'ultimo trimestre 2018, con una diminuzione su base annua del 7,3 per cento, segnando il minimo storico degli ultimi dieci anni; il calo congiunturale del fatturato riguarda sia il mercato interno (2,7 per cento in meno) sia, in misura più accentuata, quello estero (4,7 per cento in meno);
anche le previsioni sull'andamento dell'economia per il 2019 non lasciano presagire nulla di buono: la Commissione europea ha abbassato le stime di crescita per il PIL italiano nel 2019, passando dall'1,2 per cento allo 0,2 per cento, rispetto all'1,3 per cento di aumento medio nell'Eurozona. L'agenzia di rating Fitch ha diramato un report piuttosto negativo sull'attività di sviluppo economico dell'Eurozona e sulle stime di crescita del PIL nel 2019 e il dato più allarmante è quello italiano: le previsioni attese sul prodotto interno lordo del 2019 vedono una riduzione dall'1,1 per cento allo 0,3 per cento;
tutto questo fisiologicamente impatta sulle previsioni relative al deficit: l'Ufficio parlamentare di bilancio, nel corso di un'audizione informale tenutasi in Senato, ha ipotizzato un disavanzo del 2,3 per cento, che sale al 2,5 per cento nella previsione avanzata dall'agenzia internazionale Moody's;
considerato altresì che:
stando a queste stime, per far tornare i conti e centrare l'obiettivo concordato con Bruxelles, secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, servirà una manovra correttiva da 6 miliardi di euro, mentre secondo la previsione di Moody's, di miliardi ne serviranno addirittura 9;
da più parti giunge forte la richiesta di una politica per la crescita e lo sviluppo che, a detta di molti osservatori, è stato l'enorme limite della manovra di bilancio, con l'allocazione di ingenti risorse a misure, quali il "reddito di cittadinanza" e "Quota 100", che però non generano alcun effetto-stimolo rispetto alla crescita, agli investimenti e al buon andamento complessivo dell'economia,
si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri, considerati i continui aggiornamenti al ribasso dei saldi di finanza pubblica, non ritenga che sia, a questo punto, inevitabile la richiesta da parte europea di un ulteriore intervento correttivo della manovra, sulla cui necessità, secondo quanto fatto trapelare dai giornali, non vi sarebbe alcun dubbio neppure da parte dei membri del suo stesso Governo, e dove intenda reperire le risorse necessarie per varare la correzione;
considerati i forti segnali di recessione in tutti i settori legati allo sviluppo, quali siano gli interventi mirati che il Governo intende concretamente porre in essere per invertire l'andamento negativo e rilanciare la crescita economica dell'intero Paese.
(3-00620)
DE PETRIS, ERRANI, GRASSO, LAFORGIA - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
l'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, prevede che possano essere attribuite "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" alle Regioni a statuto ordinario (autonomia cosiddetta differenziata o asimmetrica);
i diritti coinvolti, in particolare, nelle materie di cui alle lettere n) ed s) del secondo e del terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione (in primo luogo: salute, istruzione, tutela e sicurezza del lavoro, tutela dell'ambiente, mobilità locale) sono disciplinati, a livello di principi fondamentali, dalla legge dello Stato;
nella riunione del Governo del 14 febbraio 2019, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Erika Stefani, dopo gli incontri bilaterali che ha avuto con i Ministri interessati, ha illustrato i contenuti delle intese raggiunte con le Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, che ne avevano fatto specifica richiesta. Il Consiglio dei ministri ne ha preso atto e condiviso lo spirito;
in assenza di un quadro chiaro e definito entro il quale costruire le intese, la richiesta delle Regioni che si sono attivate, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, potrebbe portare, insieme alle nuove competenze, anche il trasferimento delle risorse ritenute necessarie calcolate in base ai «fabbisogni standard», che tengano conto dei bisogni della popolazione e dei territori e soprattutto del gettito fiscale territoriale, determinando, di fatto, che il livello dei diritti dei cittadini di quelle regioni verrebbe garantito a seconda del reddito dei loro residenti, e quindi, per avere maggiori diritti non basterebbe essere cittadini italiani, ma cittadini italiani che abitano in una regione ricca;
pur nella differenza tra i percorsi amministrativi regionali avviati, la proposta di autonomia differenziata, di cui non si conosce con precisione il merito, mette a rischio il principio sancito dalla Carta costituzionale, all'articolo 5, ossia l'unità e indivisibilità della Repubblica. Altrettanto importante è la questione relativa alla redistribuzione delle risorse e dei costi standard, che va fatta in modo da garantire l'equilibrio delle diverse aree territoriali a partire da quelle più in difficoltà, come il Sud;
l'articolo 117 della Costituzione, alla lettera m), stabilisce che lo Stato ha legislazione esclusiva sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), concernenti i diritti civili e sociali da garantire sul territorio nazionale, ma dal 2001 nessun Governo ha mai proceduto alla loro definizione, creando un vuoto normativo dentro cui diventa più agevole immaginare forme di distribuzione delle risorse legate alla ricchezza territoriale e di fatto discriminatorie;
data la rilevanza costituzionale degli atti in discussione, non è accettabile l'opacità e l'indeterminatezza dei lavori avviati nel percorso di autonomia regionale differenziata, che esautora, di fatto integralmente, il Parlamento dalla necessaria funzione di discussione, decisione e controllo, anche in fase di verifica dell'attuazione e degli impatti. Si pone innanzitutto il problema del rispetto delle prerogative e del ruolo del Parlamento,
si chiede di sapere:
quale sia l'opinione del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla necessità insopprimibile del Parlamento di poter intervenire per definire il quadro complessivo dei principi di attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, e, quindi, di correggere e modificare le leggi di approvazione delle intese, tutelando il complesso di garanzie, che poggia sui principi della rappresentanza e dell'ordinamento parlamentare;
se il Governo, prima di procedere a qualsiasi trasferimento di competenze a una o più Regioni, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, intenda definire preventivamente i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi offerti da garantire su tutto il territorio nazionale, come sancito dall'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, e dalla legge delega n. 42 del 2009, ad oggi ancora in larga parte disattesa, ancorando il trasferimento di risorse sulle materie assegnate alle Regioni esclusivamente con parametri validi per l'intero territorio nazionale, escludendo ogni riferimento a indicatori collegati all'introito fiscale, al fine di attuare in modo responsabile il principio del federalismo solidale, consentire l'esercizio dei diritti fondamentali di tutti i cittadini e ridurre il differenziale con le aree più svantaggiate del Paese, in particolare del Sud.
(3-00621)
CIRIANI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
l'Italia è il terzo Stato al mondo per consistenza di riserve auree (dopo Stati Uniti e Germania) con 2.451,8 tonnellate di oro, pari, oggi, ad una somma di circa 110 miliardi di euro, che, pur con qualche oscillazione, cresce tendenzialmente di anno in anno;
le riserve auree italiane sono, dunque, fra le più cospicue al mondo e sono custodite prevalentemente nei caveau della Banca d'Italia e, in parte, all'estero, presso alcune banche centrali;
le riserve auree hanno da sempre svolto una funzione essenziale e di garanzia dell'indipendenza e della sovranità del popolo italiano;
sulla base degli studi di eminenti costituzionalisti «l'analisi della normativa sinora vigente induce a ritenere che si tratti di beni pubblici di natura quasi demaniale, destinati ad uso di utilità generale»,
considerato che:
l'articolo 127, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabilisce che tra i compiti da assolvere tramite il SEBC (Sistema europeo di banche centrali) vi siano la detenzione e la gestione delle riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri, evidenziando nessuna supponibile ingerenza circa la proprietà e il titolo, in forza del quale le banche centrali nazionali detengono tali riserve, ivi comprese quelle auree, lasciando così sul campo del diritto domestico la determinazione della questione;
le norme relative all'attività di gestione devono interpretarsi nel senso che la Banca d'Italia gestisce e detiene, ad esclusivo titolo di deposito, le riserve auree, rimanendo impregiudicato il diritto di proprietà dello Stato italiano su dette riserve, comprese quelle detenute all'estero;
una specificazione esplicita sulla proprietà dell'oro in capo allo Stato italiano si rende necessaria, vista la natura ibrida assunta dalla Banca d'Italia nel corso degli anni, in conseguenza dei numerosi interventi legislativi stratificatisi;
il Gruppo Fratelli d'Italia chiede da tempo il pronunciamento chiaro e definitivo sulla titolarità delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia;
l'argomento è divenuto, peraltro, estremamente attuale in considerazione delle recenti dichiarazioni di esponenti istituzionali della Banca d'Italia e rappresentanti autorevoli della maggioranza e del Governo;
atteso che Fratelli d'Italia ritiene che le riserve auree non possano essere utilizzate per coprire esigenze di bilancio, ma debbano rimanere quale riserva a garanzia della solidità del patrimonio nazionale,
si chiede di sapere quale sia la posizione del Governo riguardo alla proprietà delle riserve auree italiane e se intenda affermare, in modo chiaro ed inequivocabile, che esse appartengano al popolo e allo Stato italiano e non alla Banca d'Italia.
(3-00622)
BERGESIO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
Alstom è un gruppo industriale francese che opera nel settore della costruzione di treni e infrastrutture ferroviarie;
in Italia il gruppo opera tramite Alstom Ferroviaria;
Alstom Ferroviaria rappresenta un fiore all'occhiello del made in Italy, grazie al centro di eccellenza di Savigliano (Cuneo), dove si fabbricano i treni Pendolino;
la produzione dei treni nel sito di Savigliano avviene in quota con un sito produttivo del gruppo Alstom presso Katowice, in Polonia;
nel 2017 Alstom Ferroviaria SpA ha attivato un progetto di ricerca e sviluppo concernente la "Nuova Piattaforma di Treni Regionali";
la Regione Piemonte ha compartecipato al programma tramite lo stanziamento di 544.455 euro, destinati per il sito di Savigliano;
a quanto risulta all'interrogante, negli ultimi mesi una quota di produzione crescente si starebbe spostando dal sito di Savigliano a quello di Katowice,
si chiede di sapere:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero;
quali iniziative il Governo intenda intraprendere in merito allo stabilimento di Savigliano, al fine di salvaguardare la quota produttiva italiana, anche tenuto conto dei finanziamenti pubblici ricevuti dal gruppo.
(3-00623)
PATUANELLI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
l'articolo 40 del decreto-legge 28 settembre 2019, n. 109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018, n. 130 (cosiddetto decreto Genova), ha previsto l'istituzione di una cabina di regia con il compito di verificare lo stato di attuazione dei piani e dei programmi di investimento infrastrutturale nonché di verificare lo stato di attuazione degli interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici e situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica, anche al fine di prospettare possibili rimedi;
l'articolo 1, comma 179, della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per il 2019), ha demandato ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri l'istituzione di una struttura di missione per il supporto alle attività del Presidente del Consiglio dei ministri relative al coordinamento delle politiche del Governo e dell'indirizzo politico e amministrativo dei Ministri in materia di investimenti pubblici e privati denominata "InvestItalia";
Investitalia, secondo quanto previsto in legge di bilancio, dovrebbe operare alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei ministri, anche in raccordo con la cabina di regia "Strategia Italia", di cui al citato articolo 40 del decreto Genova;
considerato che:
l'istituzione delle strutture di raccordo appare necessaria al fine di attuare un piano di messa in sicurezza del territorio nonché di individuare soluzioni operative in materia di investimento e di ammodernamento delle infrastrutture;
risulta indispensabile garantire equilibrio e sostenibilità al fragile assetto idrogeologico del territorio, attraverso soluzioni coordinate a livello nazionale dalle citate strutture di raccordo,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato di avanzamento delle procedure per l'istituzione della cabina di regia e di Investitalia e per l'approvazione dei relativi decreti al fine di disporre, quanto prima, delle medesime strutture;
quali iniziative si intendano attivare al fine di dare attuazione ai piani e ai programmi di investimento nonché agli interventi connessi a fattori di rischio per il territorio, quali dissesto idrogeologico, vulnerabilità sismica degli edifici pubblici e situazioni di particolare degrado ambientale necessitanti attività di bonifica, anche al fine di prospettare possibili rimedi.
(3-00624)
BERNINI, MALAN, MALLEGNI, GALLIANI, GALLONE, GIAMMANCO, LONARDO, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI, PICHETTO FRATIN, AIMI, ALDERISI, BARACHINI, BARBONI, BATTISTONI, BERARDI, BERUTTI, BIASOTTI, BINETTI, CALIENDO, CANGINI, CARBONE, CAUSIN, CESARO, CONZATTI, CRAXI, DAL MAS, DAMIANI, DE POLI, DE SIANO, FANTETTI, FAZZONE, FERRO, FLORIS, GASPARRI, GHEDINI, GIRO, MASINI, MESSINA Alfredo, MINUTO, MODENA, PAGANO, PAPATHEU, PAROLI, PEROSINO, QUAGLIARIELLO, ROMANI, ROSSI, SACCONE, SCHIFANI, SCIASCIA, SERAFINI, SICLARI, STABILE, TESTOR, TIRABOSCHI, TOFFANIN - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che, per quanto a giudizio degli interroganti:
quanto accaduto pochi giorni fa presso la sede del Parlamento europeo di Strasburgo, quando il deputato Guy Verhofstadt, leader del gruppo parlamentare Alde, ha definito il Presidente del Consiglio dei ministri Conte "un burattino nelle mani di Di Maio e Salvini" risulta essere del tutto inaccettabile;
il comportamento irrispettoso del deputato belga induce gli interroganti ad esprimere solidarietà al Presidente del Consiglio dei ministri per quanto accaduto;
i Gruppi parlamentari di Forza Italia, sia nel Parlamento italiano che in quello europeo, proprio per senso delle istituzioni e nel rispetto della sovranità di ciascun Paese membro dell'Unione europea, difendono da sempre il principio di non ingerenza fra Stati membri;
tuttavia, è dato di evidenziare che la scelta di indicare il professor Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio dei ministri è il risultato di un compromesso tra le parti politiche che sostengono questo Governo, piuttosto che il frutto di una manifesta volontà popolare;
le prerogative sancite dall'articolo 95 della Costituzione, secondo cui "Il Presidente del Consiglio dei ministri: dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando le attività dei Ministri", risultano spesso disattese nei fatti, considerato che, in più di un'occasione, soprattutto in ambito internazionale, l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri ha dovuto rinviare misure importanti ed assumere atteggiamenti contraddittori perché eccessivamente vincolato alle decisioni mutevoli dei vice presidenti Salvini e Di Maio;
le elezioni del 4 marzo 2018 hanno avuto un risultato complesso rendendo difficile la formazione del Governo, che ha richiesto 89 giorni, il periodo più lungo della storia repubblicana. Nel "contratto per il governo del cambiamento", l'anomala formula programmatica sulla quale si è basata la maggioranza Lega-M5S, le questioni inerenti alla politica economica sono risultate il frutto di un compromesso che ha portato nel giro di pochi mesi allo sforamento del rapporto deficit e Pil del 2,04 per cento;
la decisione del Governo di attuare un così imponente scostamento dei parametri di bilancio rispetto a quanto contenuto nel Def della primavera 2018 è stata giustificata dalla volontà di rilanciare i consumi interni attraverso misure di sostegno al reddito, i cui effetti sono alquanto discutibili;
in particolare, alcune misure attuate dal Governo attraverso iniziative legislative come i decreti-legge detti decreto dignità, decreto concretezza, decreto semplificazione e legge spazza corrotti non hanno comportato gli effetti benefici sperati dai proponenti;
inoltre, alcune iniziative proposte dal Governo nella legge di bilancio per il 2019 sono da considerarsi recessive e pericolose per la stabilità dei conti pubblici, in primis il reddito di cittadinanza, una misura costosissima e che andrebbe sostituita promuovendo un piano contro l'esclusione sociale che abbia l'obiettivo di ridurre la povertà attraverso una modularità di interventi sia di carattere monetario sia di carattere reale e che si fondi sull'introduzione di un reddito di dignità (imposta negativa sul reddito), che è dimostrato essere più efficace del reddito di cittadinanza, poiché non crea distorsioni nel mercato del lavoro, disincentiva comportamenti parassitari e implica una minore complessità burocratica, oltre ad essere culturalmente basato sul concetto di società attiva e non di società passiva;
il Governo italiano, il 18 dicembre 2018, rispondendo ai rilievi mossi dalla Commissione europea al disegno di legge di bilancio per il 2019, al fine di evitare l'avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, si è impegnato ad effettuare alcuni interventi utili a migliorare i saldi finali contenuti del bilancio dello Stato, in adesione ai rilievi formulati;
il Governo garantiva di poter recuperare consistenti risorse finanziarie, proprio basando le sue valutazioni tecniche sulla stima economico-finanziaria delle più qualificanti riforme a carattere sociale e previdenziale;
le modifiche introdotte a fine dicembre, quindi, hanno dovuto necessariamente tenere conto dell'evoluzione del quadro macroeconomico, che evidenziava un peggioramento conseguente anche al cattivo andamento del commercio internazionale;
il rallentamento del ciclo economico ha richiesto un aggiornamento delle previsioni di crescita dell'Esecutivo, passate dall'1,5 per cento all'1 per cento per il 2019, che incideva sui saldi di bilancio e sull'entità della correzione strutturale richiesta dal patto di stabilità e crescita;
nonostante le correzioni apportate a seguito delle richieste della Commissione europea, la manovra è finanziata largamente in deficit di bilancio, per il 2019 per 11,847 miliardi di euro, e quindi la Commissione europea provvederà ad ulteriori monitoraggi sul rispetto della regola del deficit, che potrebbe portare all'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia;
i titoli di Stato emessi da quando è in carica l'attuale Governo hanno visto crescere i tassi di interesse;
sulle emissioni successive al 1° giugno 2018 sono stati presi impegni per interessi per un ammontare di 8 miliardi di euro superiore ai tassi medi del 2017;
rispetto al quadro programmatico, le previsioni di crescita del Pil per il 2019 sono ulteriormente peggiorate, secondo il Fondo monetario internazionale e la Banca d'Italia, assestandosi tra lo 0,5 per cento e lo 0,6 per cento, la Commissione europea stima una crescita dello 0,2 per cento e che quindi al bilancio dello Stato verrebbero inevitabilmente a mancare tra i 4 e i 7 miliardi di euro di entrate;
alla luce della recessione in cui è entrato il nostro Paese e della necessaria revisione che andrà fatta dei conti pubblici per il 2019 e per gli anni successivi, in vista dei dati che continuano a registrare minori entrate rispetto alle previsioni, è improcrastinabile l'adozione da parte del Governo di provvedimenti urgenti volti alla neutralizzazione definitiva delle clausole di salvaguardia Iva finalizzati al contrasto del costo dei consumi che, qualora si verificassero, comporterebbero la contrazione degli stessi;
l'Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, ed è soggetta alla regola del debito;
in questo quadro, l'attività di bilancio (e non solo) del Governo dovrebbe porsi l'obiettivo di coniugare la sana gestione delle finanze pubbliche, soprattutto in questa particolare fase congiunturale, con l'adozione di politiche di sostegno alla ripresa economica e, nel medio termine, alle prospettive di crescita del nostro Paese;
un sistema economico solido e competitivo è infatti presupposto essenziale per finanze pubbliche sane e per un sentiero di riduzione del debito che sia sostenibile,
si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga che le politiche messe in atto dal Governo provochino gravi problemi al nostro Paese il quale, al contrario, necessita di strategie politico-economiche che consentano di attivare un circolo virtuoso, rappresentato da una significativa riduzione della tassazione, realizzata premiando i fattori produttivi, maggiori investimenti e consumi, maggiore crescita e minore deficit;
se non ritenga necessaria, come già accennato da autorevoli esponenti del Governo, una manovra aggiuntiva per porre rimedio al forte divario tra le previsioni e la realtà economica;
quando e come potranno essere neutralizzate le pesanti clausole di salvaguardia dell'Iva che ammontano ad oltre 23 miliardi di euro per il solo 2020, e che, quindi, a norme vigenti scatteranno tra 10 mesi.
(3-00625)
MARCUCCI, MALPEZZI, MIRABELLI, STEFANO, FERRARI, COLLINA, CIRINNA', BINI, VALENTE, MISIANI, MANCA, MARINO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
le rilevazioni dei principali istituti internazionali, dell'Istat e la stessa Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2018 hanno evidenziato un andamento positivo nel 2017 di tutti gli indicatori macroeconomici e finanziari. Nel 2017 la crescita ha raggiunto la soglia dell'1,6 per cento, proseguendo su ritmi sostenuti anche nei primi due trimestri 2018. L'occupazione alla fine del secondo trimestre del 2018 ha raggiunto la soglia di oltre 23,3 milioni di unità di occupati, superando il picco massimo di occupazione registrato nel 2007;
il quadro macroeconomico e di finanza pubblica lasciato in eredità all'avvio della XVIII Legislatura al nuovo Governo Lega M5S beneficiava, pertanto, degli effetti positivi delle scelte adottate negli scorsi anni, periodo in cui gli interventi di politica economica sono riusciti a coniugare la stabilità della finanza pubblica e la fiducia dei mercati con interventi mirati allo sviluppo economico, alla decisa ripresa dell'occupazione e all'equità;
nel breve volgere di pochi mesi, il contesto è profondamente mutato e gran parte delle responsabilità sono, a giudizio degli interroganti, attribuibili non tanto all'andamento del contesto internazionale quanto all'azione del Governo in carica. L'abbandono del percorso costruito nella XVII Legislatura ha favorito, da subito, l'affermazione di un nuovo inatteso scenario caratterizzato da forte instabilità economica e di finanza pubblica. I primi provvedimenti adottati dal Governo, a partire dal "decreto dignità", appaiono aver scoraggiato gli investimenti delle imprese, favorito la fuga di capitali e aumentato l'indice di sfiducia delle imprese e dei consumatori;
i primi segnali di inversione di tendenza si sono da subito manifestati nel terzo trimestre 2018. Nel periodo luglio-settembre 2018 il prodotto interno lordo italiano ha segnato, per la prima volta dopo ben 14 trimestri consecutivi di crescita, un andamento negativo (0,1 per cento in meno): segnali che, si ritiene, avrebbero dovuto spingere il Governo ad una maggiore prudenza sul fronte dei conti pubblici e all'adozione di misure di reale impatto sulla crescita economica;
al contrario, la manovra di bilancio per il 2019, in linea con i primi interventi, è stata costruita in modo imprudente e difficilmente sostenibile, corredata da strumenti di politica economica finanziati in forte deficit, non solo non in grado di garantire risultati in termini di crescita ma neanche definiti nel dettaglio, accompagnati da interventi di soppressione, di revisione e di depotenziamento di strumenti messi in campo nella precedente Legislatura, che si erano rivelati di fondamentale impulso per la crescita attraverso il sostegno agli investimenti delle imprese e il rafforzamento del tessuto industriale, come nel caso del super-ammortamento e del credito di imposta per la ricerca;
tali scelte hanno portato l'Italia ad un isolamento senza precedenti in Europa e spinto la Commissione europea a bocciare il progetto di bilancio italiano, costringendo il Governo a presentare al Senato pesanti correzioni al testo approvato in prima lettura alla Camera dei deputati, pena l'avvio della procedura di infrazione per violazione della regola di riduzione del debito pubblico. Questa vicenda ha umiliato il Paese e compresso le prerogative del Parlamento, al punto che la stessa Corte costituzionale ha espresso pesanti rilievi nella pronuncia seguita al seguito del ricorso presentato dal Partito democratico;
nel frattempo, lo spread, che ad inizio del 2018 era stabilmente intorno ai 130 punti base, nel breve volgere di alcuni mesi è passato stabilmente al di sopra dei 250 punti base, con un picco di 325 punti nel mese di novembre 2018, provocando pesanti ricadute sulla spesa per interessi stimata in 4 miliardi di euro nel solo 2019;
i risultati di questi primi mesi di Governo iniziano ora a manifestarsi in modo palese e preoccupante;
la crescita del Pil, che nella Nota di aggiornamento al DEF 2018 veniva stimata all'1,5 per cento nel 2019, è stata successivamente corretta dal Governo durante la discussione sulla legge di bilancio all'1 per cento. Ora, sulla base delle prime stime per il 2019, il quadro appare ancora più grave del previsto. La Commissione europea ha recentemente tagliato la previsione di crescita del Pil italiano nel 2019 dall'1,2 per cento delle previsioni autunnali allo 0,2 per cento, dato che rende l'Italia il fanalino di coda dell'Unione europea. Analogo andamento è previsto dai principali organismi internazionali di rilevazione dell'andamento della crescita economica;
gli ultimi dati disponibili sul fatturato e gli ordinativi dell'industria confermano il forte rallentamento in atto. Secondo l'Istat, a dicembre 2018 il fatturato dell'industria è diminuito in termini congiunturali del 3,5 per cento e gli ordinativi dell'ultimo trimestre 2018 sono diminuiti del 2 per cento rispetto al precedente. Su base annua il fatturato diminuisce del 7,3 per cento e gli ordinativi del 5,3 per cento. Dati che sembrano confermarsi anche nell'avvio del 2019. A dicembre 2018 l'indice della produzione industriale è sceso dello 0,8 per cento su novembre e del 5,5 per cento su base annua;
il clima di fiducia delle imprese a gennaio 2019 mostra segnali di forte deterioramento confermando un trend negativo avviato a partire dal giugno 2018. La flessione risulta diffusa in tutti i principali settori economici;
anche i dati relativi all'occupazione evidenziano preoccupanti segnali di inversione di tendenza. Nel mese di dicembre 2018 il numero degli occupati a tempo indeterminato è diminuito di 35.000 unità ed è sceso il numero delle persone in cerca di occupazione. Nel periodo che va tra maggio e dicembre 2018, il numero degli occupati, in valori assoluti, è diminuito di 76.000 unità;
preoccupano anche i dati di finanza pubblica che mostrano un deciso peggioramento rispetto allo scorso anno. In particolare, desta forti preoccupazione l'andamento del debito pubblico che inverte il percorso di diminuzione e si avvia di nuovo verso livelli insostenibili,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Presidente del Consiglio dei ministri intenda adottare per invertire la tendenza in atto che, contrariamente ai recenti annunci, vede il nostro Paese scivolare rapidamente verso una preoccupante e duratura stagnazione economica;
se sia in preparazione una manovra correttiva di finanza pubblica e se intenda rendere noti gli ambiti settoriali verso i quali saranno indirizzati i tagli di spesa e gli interventi dal lato delle entrate per riportare in ordine i conti pubblici;
se, in considerazione del rallentamento della crescita in atto, intenda adottare con urgenza misure volte a rilanciare gli investimenti pubblici, a favorire l'avvio delle opere immediatamente cantierabili come la TAV, e a sostenere gli investimenti delle imprese invertendo il forte clima di sfiducia in atto;
quali iniziative intenda adottare al fine di tutelare i risparmi degli italiani, l'accesso al credito di famiglie e imprese, e le prospettive di sviluppo del nostro sistema economico, a fronte della crescita dello spread;
quali iniziative intenda adottare a fronte dell'aumento dei tassi d'interesse che rischiano di ripercuotersi negativamente sui conti pubblici, di indebolire i coefficienti patrimoniali delle banche e di tradursi in una stretta monetaria di proporzioni non sostenibili per il Paese.
(3-00626)
LAFORGIA, DE PETRIS, ERRANI, GRASSO - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politiche sociali e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:
in data 14 febbraio 2019, sul canale "La7", nel corso del programma denominato "PiazzaPulita" è andata in onda un'inchiesta di Sara Giudice riguardante Sesto San Giovanni, comune in provincia di Milano, dove, in seguito ad una rigida applicazione del regolamento regionale, la Giunta comunale ha bloccato l'assegnazione degli immobili popolari alle famiglie di origine straniera;
nel corso del servizio televisivo venivano riportate delle testimonianze che mostravano come fosse impossibile reperire dai Paesi di partenza la documentazione necessaria per ottenere o mantenere dal comune l'alloggio popolare;
Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni, ha spiegato che la Giunta applica in maniera rigida il regolamento regionale, il quale esclude alcuni stranieri dall'assegnazione delle case popolari;
i servizi abitativi pubblici in Lombardia sono regolati dalla legge regionale 8 luglio 2016 n. 16;
con delibera della Giunta regionale 7004 del 31 luglio 2017 è stato emanato il regolamento regionale 4/2017 recante "Disciplina della programmazione e dell'offerta abitativa pubblica e sociale e dell'accesso e permanenza nei servizi abitativi pubblici" in attuazione di quanto disposto dall'art. 23 della legge regionale 8 luglio 2016, n. 16;
con il regolamento regionale n. 4 del 2017 sono state introdotte alcune novità relative ai bandi, alle modalità di presentazione della domanda e di assegnazione degli alloggi pubblici;
con delibera della Giunta regionale n. 7316 del 30 ottobre 2017 la Giunta regionale, ai sensi dell'art. 27, comma 1, del regolamento regionale n. 4/2017, ha dato avvio alla sperimentazione delle nuove modalità di assegnazione degli alloggi pubblici, che si è svolta dal 27 novembre 2017 al 5 gennaio 2018;
la lettera d) del comma 1 dell'articolo 7 del citato Regolamento regionale recita: "assenza di titolarità di diritti di proprietà o di altri diritti reali di godimento su beni immobili adeguati alle esigenze del nucleo familiare, ubicati nel territorio italiano o all'estero. I cittadini di stati non appartenenti all'Unione europea devono possedere in sede di verifica dei requisiti di accesso, la documentazione di cui all'articolo 3, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), che attesti che tutti i componenti del nucleo familiare non possiedono alloggi adeguati nel Paese di provenienza";
considerato che in svariati Paesi extra Ue è materialmente impossibile reperire una documentazione in lingua originale, e successivamente tradotta dai consolati, comprovante l'assenza di titolarità di diritti di proprietà nei Paesi di origine, poiché sono assenti uffici del catasto, in grado di fornire le informazioni che il regolamento regionale richiede,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se e come intendano intervenire, con azioni di competenza, al fine di rimuovere degli ostacoli burocratici che rischiano di rendere particolarmente difficoltosa l'assegnazione di alloggi popolari a famiglie di origine straniera in Italia.
(3-00627)
RIZZOTTI - Ai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
la legge di bilancio per il 2017 (legge n. 232 del 2016), con l'art. 1, commi 400, 401 e 405, ha stanziato per gli anni 2017, 2018 e 2019, 500 milioni di euro annui per i farmaci innovativi e 500 milioni di euro annui per i farmaci innovativi oncologici, così come qualificati in base ai criteri predisposti da AIFA;
nel 2017, la spesa annuale per i farmaci innovativi non oncologici è stata di 308 milioni di euro e per quelli oncologici di 409 milioni;
sulla base della normativa vigente, laddove le risorse previste nei fondi non siano totalmente impiegate per le finalità evidenziate, queste confluiscono nella quota di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard senza alcun particolare vincolo di destinazione;
la legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018) non prevede modifiche al riguardo, lasciando inalterata la consistenza e la finalità dei predetti fondi, e non prevedendo alcuna estensione degli stessi per gli anni successivi al 2019;
nel triennio 2019-2022 sono prossime ad entrare nel mercato italiano nuove terapie fortemente innovative, cosiddette "trasformative" (ossia capaci di trasformare la naturale storia patologica di un paziente) che offrono soluzioni one-shot paziente-specifiche o per nicchie di pazienti, ad alto costo. Il riferimento è, in particolare, alle nuove "terapie geniche" appartenenti al novero delle terapie avanzate, che per loro intrinseche caratteristiche possono essere somministrate solo in centri di riferimento altamente specializzati;
è diventato, dunque, emergenziale garantire ai pazienti immediato accesso alle suddette terapie trasformative;
sarebbe opportuno creare in via sperimentale un fondo dedicato per le terapie geniche, nel quale vengano definiti anche gli standard che i centri di riferimento dovrebbero avere per poter accedere direttamente a tale fondo che, infatti, non dovrebbe rispondere alla logica dell'allocazione delle risorse regionali su base pro capite , piuttosto dell'attribuzione delle risorse a chi effettivamente compra il farmaco e somministra la terapia,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, per quanto di loro competenza, ritengano necessario:
garantire una copertura finanziaria alle terapie geniche, attraverso modelli di finanziamento a medio-lungo periodo, con vincolo di destinazione, attraverso il rifinanziamento nel 2020 dell'attuale fondo per i farmaci innovativi non oncologici e per i farmaci innovativi oncologici;
creare dei raggruppamenti omogenei di diagnosi (DRG) dedicati alle terapie geniche.
(3-00628)
IORI, BOLDRINI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
la legge n. 3 del 2018 recante la "Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute" ha stabilito che per l'esercizio di tali professioni sia necessaria l'iscrizione al rispettivo albo;
con il decreto ministeriale 13 marzo 2018 sono stati costituiti gli albi delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione e, a decorrere da tale data, tutti i professionisti sono stati tenuti a presentare la domanda di iscrizione;
l'esercizio di una professione sanitaria in assenza dell'iscrizione al relativo albo si configura come abusivo, perseguibile ai sensi dell'art. 348 del codice penale, così come modificato dall'art. 12 della legge n. 3 del 2018;
il comma 539 dell'articolo 1 della legge n. 145 del 2018 ha stabilito che i diplomi e gli attestati, indicati nella tabella allegata al decreto del Ministro della salute 22 giugno 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 196 del 22 giugno 2016, ottenuti a seguito di corsi regionali o di formazione specifica ed iniziati tra il 1997 e il 2000, o comunque conseguiti entro il 2005, sono equipollenti al diploma universitario, rilasciato a seguito di completamento del corso di laurea nella classe L/SNT2, di educatore professionale socio-sanitario ai fini dell'esercizio professionale, dell'accesso alla formazione post base e dell'iscrizione all'albo della professione sanitaria di educatore professionale, istituito ai sensi della legge 11 gennaio 2018, n. 3;
tale riferimento temporale risulta creare diversi problemi relativamente al riconoscimento dell'equipollenza dei titoli di chi ha sostenuto il corso in data successiva al 2005 e in particolare, per quanto riguarda la Regione Piemonte, rimangono esclusi da tale riconoscimento i soggetti con titoli ottenuti con i corsi di qualifica regionale finanziati e sostenuti dal 2006 al 2012;
tali corsi di qualifica regionale, tuttavia, per durata e piano di studi, sono identici a quelli sostenuti fino al 2005;
da un'analisi condotta dalla Cgil Piemonte, tale situazione risulta interessare circa 700 persone su tutto il territorio regionale, che non hanno la possibilità di iscriversi ai relativi albi di riferimento per poter esercitare la professione per la quale sono già stati formati;
queste persone, nonostante titoli di studio e anni di esperienza, rischiano di perdere il lavoro: si tratta di educatori professionali che operano in scuole, case famiglia, centri psichiatrici, case di riposo e tante altre realtà accanto a bambini, adolescenti e anziani;
ma anche l'utenza che beneficia del loro lavoro rischia di non essere tutelata e di vedere compromessa la continuità educativa necessaria e garantita fino ad oggi,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questa particolare situazione di disagio, che sta mettendo a rischio il lavoro qualificato di tante persone e quali iniziative di sua competenza intenda avviare per sanare tale vulnus, salvaguardando le professionalità maturate tra il 2006 e il 2012.
(3-00629)
IORI, BOLDRINI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della salute. - Premesso che:
da notizie apparse sulla stampa sembra che un bambino di due anni e mezzo sia stato rifiutato da una scuola dell'infanzia statale del reggiano, perché diabetico: il bimbo è ammalato da un anno e sarà insulino-dipendente per tutta la vita;
in tal senso, i genitori si sono impegnati con la pediatria diabetologa di Reggio Emilia per dotare il piccolo dei più recenti ausili tecnologici per controllare adeguatamente questa malattia. In particolare, un microinfusore per evitare le iniezioni di insuline con penne e un sensore per rilevare, anche in remoto tramite una "app" (dai luoghi di lavoro dei genitori, ad esempio), le glicemie in tempo reale;
il personale della scuola, incaricato di occuparsi del bambino, ha svolto un corso specifico, tenuto dai diabetologi dell'ospedale e con la comunità pediatrica locale, che rilascia un attestato, in base al quale possono seguire i bambini diabetici anche se, in ultima istanza, viene lasciata loro la libera scelta;
in tal senso, dopo il mese di prova regolarmente svolto, il personale scolastico ha formalizzato la sua indisponibilità a seguire il bambino, poiché ha ritenuto troppo complesso prendersene cura nel modo adeguato;
per questo i genitori, vista l'indisponibilità della scuola, hanno iscritto il bambino in un altro istituto più distante da casa e che, con un maggior aggravio di spese per la famiglia, ha accolto il bambino, il quale, tuttavia, è stato strappato ai suoi amici del paese e all'ambiente nel quale si era inserito;
la difformità di comportamento tra scuole pone il problema di una normativa unitaria; trovare l'umana accoglienza per un bambino dovrebbe essere un preciso dovere delle scuole e, pertanto, quanto accaduto rende evidenti alcune carenze del sistema che andrebbero affrontate in termini di informazione e formazione del personale educativo e docente, che opera in tutte le istituzioni educative;
per somministrare l'insulina occorre la formazione specifica prevista dal corso, ma soprattutto l'alleanza tra la scuola e la famiglia è un atto di volontariato che permette ai bambini un inserimento scolastico in sicurezza e senza discriminazioni;
in Italia sono 20.000 i bambini e ragazzi che soffrono di diabete di tipo 1, una malattia che non rende diversi e che non è contagiosa;
oltre ai familiari di bambini diabetici, sono sempre di più le famiglie che si presentano a scuola chiedendo agli insegnanti di somministrare farmaci (antibiotici o semplici antistaminici) ai propri figli e sono sempre di più le insegnanti, che ritengono necessario aiutare le famiglie in questo senso per favorire l'accoglienza di tutti, far sentire anche i bambini con patologie cliniche uguali agli altri e evitare odiose discriminazioni;
sarebbe quindi auspicabile che la tutela della sicurezza professionale degli operatori non impedisse il rispetto del diritto allo studio e a una scelta formativa che favorisca la serenità e il benessere del minore, anche se affetto da una patologia clinica,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza delle difficoltà dei bambini diabetici nell'inserimento scolastico e quali misure intendano mettere in atto per garantire il diritto allo studio di tutti i minori che hanno necessità di farmaci durante l'orario scolastico.
(3-00630)
VERDUCCI, ALFIERI, CUCCA, FARAONE, FEDELI, GARAVINI, MALPEZZI, TARICCO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che secondo quanto risulta agli interroganti:
nella giornata di domenica 3 febbraio 2019, durante una manifestazione di raccolta firme organizzata dalla Lega ad Ascoli Piceno, due agenti della Polizia di Stato hanno partecipato in uniforme, solidarizzando con l'iniziativa del partito;
il fatto risulta dalla pubblicazione sui propri social network, da parte di un senatore della Lega, di una fotografia che ritrae i due agenti nell'intento di firmare un appello proposto dal partito; la notizia è stata rilanciata dalle principali agenzie di stampa;
nelle stesse ore, un fatto simile, avveniva a un analogo evento presso Partinico, in provincia di Palermo;
considerato che sia la Questura di Ascoli Piceno, sia la Questura di Palermo, hanno comunicato di aver aperto un'inchiesta amministrativa per l'accertamento dei fatti;
tenuto conto che:
la Polizia di Stato è stata riformata dalla legge n. 121 del 1981, che all'articolo 24 ne definisce i compiti, affermando che: "la Polizia di Stato esercita le proprie funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini sollecitandone la collaborazione. Essa tutela l'esercizio delle libertà e dei diritti dei cittadini; vigila sull'osservanza delle leggi, dei regolamenti e dei provvedimenti della pubblica autorità; tutela l'ordine e la sicurezza pubblica; provvede alla prevenzione e alla repressione dei reati; presta soccorso in caso di calamità ed infortuni";
l'articolo 81 della medesima legge, concernente le norme di comportamento politico alle quale i componenti della Polizia di Stato devono attenersi, specifica che "gli appartenenti alle forze di polizia debbono in ogni circostanza mantenersi al di fuori delle competizioni politiche e non possono assumere comportamenti che compromettano l'assoluta imparzialità delle loro funzioni";
in particolare, secondo la legge "agli appartenenti alle forze di polizia è fatto divieto di partecipare in uniforme, anche se fuori servizio, a riunioni e manifestazioni di partiti, associazioni e organizzazioni politiche o sindacali". È, infine, "fatto altresì divieto di svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni, organizzazioni politiche o candidati ad elezioni",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario definire un codice deontologico per le forze di polizia, anche in virtù dei nuovi mezzi di comunicazione, aggiornando le disposizioni contenute nella legge n. 121 del 1981, per scongiurare il ripetersi di simili comportamenti in violazione della legge da parte di singoli appartenenti alle forze di polizia, producendo un gravissimo danno all'immagine di imparzialità e professionalità della Polizia di Stato;
se il Ministro, tuttora titolare della carica partitica di segretario federale della Lega, non ritenga oggi più che mai indispensabile astenersi dall'indossare in pubblico uniformi, divise ed insegne di corpi dello Stato che, alla luce di quanto è avvenuto, può rivelarsi gravemente pregiudizievole dell'immagine di imparzialità che la Polizia, come gli altri corpi dello Stato, devono avere per assicurare che lo svolgimento delle loro essenziali funzioni di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica avvenga nelle migliori condizioni e nell'esclusivo interesse del dettato costituzionale, delle istituzioni democratiche e di tutti i cittadini.
(3-00631)
Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento
BERTACCO - Ai Ministri per la famiglia e le disabilità e della giustizia. - Premesso che, secondo quanto risulta all'interrogante:
da mesi le istituzioni e l'intera comunità di Verona sono mobilitate su una vicenda particolarmente delicata concernente il destino del "piccolo Marco";
il bambino (il nome utilizzato è di fantasia, per tutelarne, ovviamente la privacy), a soli tre anni, per effetto di una decisione del Tribunale dei minori di Venezia dell'ottobre 2018, dopo che ne è stato riconosciuto lo «stato di adottabilità», è stato tolto alla famiglia affidataria, con cui ha vissuto da quando aveva 8 mesi, e trasferito in una comunità, pur avendo due nonni ancora in un'età tale da potergli garantire tutte le cure e le attenzioni necessarie;
per giustificare tale scelta, che ha, di fatto, stravolto la vita del bambino, privandolo anche di quelle piccole certezze che aveva, si è sostenuto che, in questo modo, avrebbe maturato più facilmente il distacco e si sarebbe abituato all'adozione;
lo scorso 18 gennaio, la Corte di appello di Venezia, Sezione per i minorenni, ha, invece, disposto una consulenza tecnica d'ufficio sulla famiglia affidataria, i nonni e la mamma stessa del bambino, riaprendo, dunque, la strada per un "possibile" rientro nella famiglia naturale;
successivamente il 13 febbraio, il Tribunale per i minorenni di Venezia, nel riconoscere che il tempo di attesa della definizione del giudizio pendente inerente allo stato di adottabilità del bambino può pregiudicare il minore, che, invece ha bisogno di un «contesto familiare che possa offrire carattere di stabilità», ha disposto l'interruzione degli incontri e dei contatti con la famiglia affidataria e ha, invece, autorizzato, i contatti tra il minore e la nuova famiglia individuata come possibile affidataria in vista dell'adottabilità;
viceversa la medesima Corte di appello, lo scorso 15 febbraio, ha ribadito che «al fine di preservare gli esiti della c.t.u.» che deve essere espletata a breve, è necessario che «la situazione rimanga sostanzialmente immutata, salvi gli interventi dei servizi volti ad agevolare ed estendere gli incontri del minore con la famiglia degli affidatari»;
il protrarsi di questa triste vicenda, a colpi di pronunce giurisdizionali ravvicinate (anche discordanti), rischia di compromettere seriamente l'efficace e tempestivo perseguimento dell'interesse supremo del minore;
sarebbe, invece, assolutamente urgente e necessario adottare, in maniera chiara e coerente, tutte le misure volte a garantirgli la massima serenità e stabilità psicofisica,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano di intraprendere tempestivamente, ciascuno per quanto di competenza, ogni iniziativa (anche di natura ispettiva) volta a fare chiarezza su una questione particolarmente sensibile e a garantire l'effettiva tutela, anche psicologica, del minore.
(3-00616)
VERDUCCI, CUCCA, GARAVINI, GIACOBBE, GINETTI, GRIMANI, TARICCO - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
alcuni organi di stampa nazionale e locali delle Marche, il 21 e il 22 gennaio 2019, hanno riferito che il sindaco di Visso, uno dei comuni più importanti del cratere del terremoto verificatosi nel centro Italia tra l'agosto e l'ottobre 2016, è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Macerata per il delitto di peculato di cui all'articolo 314 del codice penale. Secondo quanto riportato dagli organi di stampa, un'azienda di rivendita di motocicli e il gruppo di motociclisti "New riders", a seguito dell'organizzazione di una iniziativa di beneficenza denominata "In moto per ricostruire", avvenuta in data 14 maggio 2017, per raccogliere fondi da donare per le casette nell'area dei laghetti di Visso, avrebbero consegnato in contanti la somma di 11.800 euro al sindaco di Visso;
in seguito a un esposto, la Procura della Repubblica di Macerata ha avviato le indagini, affidandole alla Guardia di finanza della tenenza di Camerino, che ad oggi non avrebbe ricevuto alcuna rendicontazione sulle modalità di spesa delle predette somme;
inoltre, secondo quanto riportato dal quotidiano "il Fatto Quotidiano", in data 22 gennaio 2019, mancherebbero all'appello anche due consistenti donazioni di Emil Banca di Bologna;
oltre al sindaco di Visso sarebbe sottoposto ad indagini preliminari anche il presidente pro tempore del comitato locale della Croce Rossa di Visso, cui sarebbero contestati diversi delitti contro la pubblica amministrazione, le cui specifiche contestazioni non sono ad oggi ancora note;
a quanto detto si aggiunga che, secondo quanto riportato da un articolo del quotidiano "il Fatto Quotidiano", in data 4 febbraio 2018, il sindaco di Visso e il citato presidente del comitato locale della Croce Rossa di Visso avrebbero costituito la società Sibyl Project, tra le cui attività figurava il confezionamento di cesti con prodotti tipici acquistati dai produttori locali per essere successivamente rivenduti sul mercato. Ebbene, i predetti pacchi secondo il quotidiano riportavano la scritta "Ripartiamo da qui. Pacco solidale Sisma", una dicitura potenzialmente ingannevole, poiché avrebbe potuto indurre ad un acquisto considerato solidale, ma il cui ricavato invece, sarebbe stato destinato alla società Sibyl Project;
considerato che:
l'articolo 4 del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016, ai commi 3, 4 e 5 dispone che: "3. Al Commissario straordinario è intestata apposita contabilità speciale aperta presso la tesoreria statale su cui sono assegnate le risorse provenienti dal fondo di cui al presente articolo destinate al finanziamento degli interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione di opere pubbliche e beni culturali, realizzazione di strutture temporanee nonché alle spese di funzionamento e alle spese per l'assistenza alla popolazione. Sulla contabilità speciale confluiscono anche le risorse derivanti dalle erogazioni liberali ai fini della realizzazione di interventi per la ricostruzione e ripresa dei territori colpiti dagli eventi sismici. Sulla contabilità speciale possono confluire inoltre le risorse finanziarie a qualsiasi titolo destinate o da destinare alla ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi sismici di cui all'articolo 1, ivi incluse quelle rivenienti dal Fondo di solidarietà dell'Unione Europea (...) 4. Ai Presidenti delle Regioni in qualità di vice commissari sono intestate apposite contabilità speciali aperte presso la tesoreria statale per la gestione delle risorse trasferite dal Commissario straordinario (...). 5. Le donazioni raccolte mediante il numero solidale 45500 e i versamenti sul conto corrente bancario attivato dal Dipartimento della protezione civile (...) che confluiscono nella contabilità speciale di cui al comma 3, sono utilizzate nel rispetto delle procedure previste all'interno di protocolli di intesa, atti, provvedimenti, accordi e convenzioni diretti a disciplinare l'attivazione e la diffusione di numeri solidali, e conti correnti, a ciò dedicati";
tuttavia, le raccolte fondi per eventi di solidarietà avvengono spesso in modalità informale e, qualora effettuate da singoli cittadini, rischiano di eludere il controllo da parte degli organismi preposti, rimanendo prive, inoltre, di qualunque forma di rendicontazione idonea a dimostrare l'effettivo utilizzo di tali somme a favore di interventi legati alla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2016,
si chiede di sapere se il Presidente del consiglio dei ministri sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative necessarie e urgenti intenda assumere, anche alla luce del fatto che il Dipartimento della protezione civile è una struttura della Presidenza del Consiglio, al fine di disciplinare le modalità di raccolta fondi versati in contanti dai privati, la loro tracciabilità, nonché rendicontazione, allo scopo di impedire il verificarsi di illeciti amministrativi legati a vicende che hanno colpito così drammaticamente i cittadini del centro Italia.
(3-00632)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
FERRAZZI, D'ARIENZO, SBROLLINI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge regionale n. 39 del 2017 pubblicata nel BUR n. 104 del 3 novembre 2017, recante "Norme in materia di edilizia residenziale pubblica", che di fatto abroga la legge precedente in vigore, come si legge all'articolo 54 della stessa;
all'articolo 50 sono fatte salve "le graduatorie predisposte ai sensi della legge regionale 2 aprile 1996, n. 10 "Disciplina per l'assegnazione e la fissazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica" e successive modificazioni, purché non scadute da oltre dodici mesi. L'assegnazione degli alloggi ai richiedenti utilmente collocati in tali graduatorie può essere effettuata solo dopo aver verificato in capo al nucleo familiare il possesso dei requisiti previsti dall'articolo 25";
tra i requisiti del suddetto articolo 25 rientra in particolare il comma e), il quale stabilisce che la situazione economica del nucleo familiare, è rappresentata dall'ISEE-ERP, che viene calcolato secondo le disposizioni contenute nell'articolo 27 della stessa legge, il quale prevede inoltre che "il valore dell'ISEE-ERP ai fini dell'accesso all'edilizia residenziale pubblica è fissato in euro 20.000,00 ed è aggiornato annualmente dal responsabile della struttura regionale competente, in base all'indice definito dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI)";
a fine gennaio 2019, in base all'art. 32 della nuova legge regionale n. 39, ventiquattro mesi prima dello scadere del contratto di locazione e senza alcuna possibilità di proroga, gli inquilini di questa stessa tipologia che superano la soglia hanno ricevuto dall'ATER una lettera con valenza di sfratto esecutivo;
questa situazione che si è venuta a creare, senza alcun preavviso, ha generato una condizione di apprensione e di vera preoccupazione da parte dei soggetti destinatari delle lettere inviate dall'ATER, i quali per la maggior parte risultano essere disoccupati, pensionati o persone molto anziane, sino ad arrivare addirittura al caso di una persona 93enne;
la nuova legge prevede che si può fare scattare lo sfratto per il semplice superamento della soglia di 20.000 euro anche quando, ad esempio, tale limite viene superato a seguito dal possedimento di una somma in banca derivante da un'equivalente liquidazione da lavoro dipendente;
la legge precedente prevedeva che chi superava i redditi convenzionali previsti per il canone sociale, peraltro sempre molto bassi e quindi facilmente superabili anche da chi aveva un reddito da lavoro dipendente, risultava decaduto dal Comune, ma poteva comunque stare dentro all'alloggio con contratti di affitto maggiorati in proporzione al reddito, che si continuava a presentare annualmente, fino a un massimale di guadagno e, tra l'altro, senza che venissero posti dei limiti di tempo al rinnovo di tali contratti;
considerato che:
alle circa 100 lettere inviate da ATER Venezia si sommeranno anche quelle che analogamente verranno inviate da tutti gli altri Comuni della Regione, compreso il Comune di Venezia;
sorge un ulteriore problema per la zona del centro storico di Venezia, dove i prezzi degli affitti di mercato costituiscono parte già di un altro grave problema sociale, che riguarda la dinamica dello spopolamento in atto in quell'area;
visto che gli ordini di sfratto esecutivo che verranno emanati dal Comune colpiranno principalmente pensionati ed anziani, che sono anche i principali residenti dell'area del centro storico, la dinamica dello spopolamento sarà ancor più aggravata dagli effetti prodotti da questi sfratti;
il rischio che le ATER si ritrovino quindi ad operare come delle vere e proprie agenzie immobiliari una volta che questi immobili verranno messi all'asta, quindi al di là di quelle che dovrebbero essere le prerogative e le funzioni che questi particolari organi sono chiamati a svolgere, è alto così come lo è il rischio di assistere a degli esodi di massa di persone anziane e pensionate, visto l'elevato numero di ordini esecutivi che sono già stati inviati;
le persone che hanno già ricevuto le lettere con l'ordine di sfratto esecutivo si sono rivolte alle strutture delle stesse ATER per avere dei chiarimenti, ma non sarebbero riusciti ad ottenere né alcuna proposta di maggiorazione del canone, né di eventuale vendita dell'alloggio, né qualsiasi altra soluzione;
la possibilità di far ricorso da parte di questi cittadini è davvero limitata dato che l'unico strumento perseguibile al momento risulta essere il ricorso alla Corte costituzionale, perché venga dichiarata incostituzionale la legge regionale n. 39, ricorso che ovviamente può avvenire esclusivamente in due modi, o per via incidentale per il tramite di un giudice, o per via diretta da parte degli organi dello Stato, quest'ultima ipotesi pertanto alquanto inverosimile, sobbarcando quindi dell'onere dell'azione legale i singoli cittadini;
considerato inoltre che, a giudizio degli interroganti:
è fuor di dubbio che ci fosse bisogno di una nuova legge regionale per l'edilizia residenziale pubblica, così come è fuor di dubbio che la nuova sia fatta male e colpisca indiscriminatamente i veneziani e le categorie più svantaggiate;
tutte le previsioni negative che i consiglieri regionali del Partito democratico avevano sollevato durante la scrittura della legge si stanno purtroppo avverando: centinaia di sfratti indiscriminati che colpiscono principalmente anziani e pensionati, un calcolo ISEE troppo stringente e nessuna progressività;
la responsabilità è da attribuirsi anche all'amministrazione comunale di Venezia, la quale si sarebbe completamente disinteressata del provvedimento sin dalla fase di audizione e non avrebbe inviato alcun contributo alla Regione in fase di elaborazione della legge,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto descritto e quali atti abbia adottato, o intenda adottare, affinché ci si attivi presso tutti gli organi competenti per trovare un'immediata soluzione a quanti rischiano di perdere non solo il diritto a vivere in un alloggio di edilizia residenziale pubblica, ma addirittura a ritrovarsi in una situazione che va in contrasto con i diritti sanciti costituzionalmente della dignità e della possibilità di sviluppo della vita dell'individuo.
(4-01290)
URSO - Al Ministro dello sviluppo economico. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
nel corso della conferenza stampa "Ortona live" del 3 febbraio 2019, tenutasi al teatro "Tosti" di Ortona (Chieti), il Ministro in indirizzo ha dichiarato che solo il 7 per cento del petrolio estratto in Italia rimane nelle nostre disponibilità, essendo destinato il più alle multinazionali francesi, americane e australiane, che possono comprarlo a prezzi bassissimi e versando tasse irrisorie all'Italia;
il Ministro, sempre nel corso della stessa conferenza stampa, ha affermato che le multinazionali straniere concessionarie delle trivellazioni pagano all'Italia appena 4 euro a chilometro quadrato per le trivellazioni e che "è molto più intelligente in una fase storica di transizione energetica come questa e di tensione internazionale, tenerlo lì a riserva il petrolio che abbiamo evitando di trivellare ovunque ed estrarlo";
ha, inoltre, spiegato che fermare le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel nostro Paese avrebbe creato risparmio da destinare a incentivi e sgravi sulle nuove energie rinnovabili,
si chiede di sapere:
se i dati ufficiali in possesso del Governo confermino che gli idrocarburi nazionali prodotti siano tutti esportati e non usati nel nostro Paese, se non per una quota del 7 per cento;
se risponda al vero che sia lo Stato a vendere, a prezzi irrisori, gli idrocarburi alle multinazionali;
se siano i canoni l'unica tassa pagata dalle società che effettuano la ricerca e la coltivazione di idrocarburi nel nostro Paese e quale sia stato il gettito totale annuo medio degli ultimi 10 anni relativo a tali attività svolte nel territorio nazionale;
se il Governo, nell'esprimere il parere favorevole all'emendamento parlamentare che ha imposto la moratoria sulle attività di ricerca, abbia effettuato un'analisi costi/benefici;
che cosa intenda il Ministro in indirizzo con l'espressione citata in premessa "tenere a riserva il petrolio che abbiamo evitando di trivellare ovunque ed estrarlo";
a quanto ammonti il risparmio, di cui alla dichiarazione citata, che verrebbe generato dalla decisione di fermare le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi nel nostro Paese e, nello specifico, da quali fenomeni di minori spese o maggiori entrate, sia esso determinato.
(4-01291)
BATTISTONI, BERUTTI, BERARDI, LONARDO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. - Premesso che:
le manifestazioni di questi giorni e le drammatiche immagini del latte versato in Sardegna riportano alla luce il problema che affligge da tempo i produttori sardi di latte ovicaprino, costretti a vendere il prodotto ad un prezzo inferiore del 20 per cento rispetto ai costi medi di produzione, in molti casi non riuscendo a coprire neanche le spese per l'alimentazione del bestiame. A causa della sovrapproduzione di pecorino romano e della conseguente saturazione del mercato, il prezzo del prodotto è crollato e l'industria di trasformazione ha fatto ricadere le perdite sul primo anello della filiera, offrendo ai produttori sardi un prezzo che non supera attualmente i 50-60 centesimi al litro contro l'euro al litro di gennaio 2015;
tali situazioni spingono all'abbandono dell'attività e alla chiusura degli ovili in una Regione in cui si alleva il 40 per cento delle pecore presenti in Italia, garantendo la produzione di quasi 3 milioni di quintali di latte, destinato per il 60 per cento alla produzione di pecorino romano Dop;
l'articolo 62 del decreto-legge n. 1 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27 del 2012, prescrive per i contratti di cessione dei prodotti agricoli e alimentari stringenti requisiti di forma e contenuto, stabilisce termini di pagamento del prezzo dei medesimi e significativi interessi di mora in caso di ritardo, individua fattispecie di pratiche commerciali sleali e sanzioni pecuniarie, alla cui irrogazione è preposta l'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
in attuazione del comma 11-bis del citato articolo 62, con il decreto ministeriale n. 199 del 2012, è stato emanato il regolamento di attuazione che, nel definire le modalità di applicazione dell'articolo 62 e integrare le disposizioni ivi previste, ha di fatto esteso di molto le "rigide maglie" prescritte dal legislatore con il fine di tutelare il contraente debole. Lo stesso, infatti, prevede che gli elementi essenziali del contratto di cessione possono essere indicati anche in altri documenti, quali gli scambi di comunicazioni e di ordini, antecedenti alla consegna dei prodotti e consente di sostituire il contratto scritto con i documenti di trasporto, di consegna o le fatture, a condizione che tali documenti riportino la seguente dicitura: "Assolve gli obblighi di cui all'art. 62, comma 1°, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni dalla legge 24 marzo 2012, n. 27";
secondo quanto previsto dall'articolo 2 del decreto-legge n. 51 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 91 del 2015, i contratti stipulati o eseguiti nel territorio nazionale aventi ad oggetto la cessione di latte crudo, stipulati obbligatoriamente in forma scritta, ai sensi del citato articolo 62, devono avere una durata non inferiore a dodici mesi, salvo rinuncia espressa formulata per iscritto da parte dell'agricoltore cedente e i costi medi di produzione del latte crudo sono elaborati mensilmente dall'ISMEA. La determinazione di un prezzo inferiore ai costi medi di produzione praticato da un soggetto in posizione dominante è qualificata pratica commerciale sleale ai sensi dell'articolo 4 del citato decreto ministeriale 19 ottobre 2012;
le relazioni contrattuali nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari sono disciplinati a livello europeo dall'articolo 148 del regolamento (UE) n. 1308/2013, che ha lasciato facoltà agli Stati membri di decidere di rendere obbligatoria la forma scritta dei contratti di cessione; qualora lo Stato si avvalga di tale possibilità, il contratto deve essere stipulato secondo le disposizioni del medesimo articolo tra le quali: la stipula prima della consegna; una durata minima dei contratti tra agricoltore e primo acquirente di latte crudo, con la possibilità per l'agricoltore di rifiutare per iscritto la durata minima;
a fronte dell'introduzione delle disposizioni, di cui al decreto-legge n. 51 del 2015, risulta di forte evidenza la dicotomia tra gli intenti del legislatore di imporre per questo settore contratti di durata minima con la definizione di un prezzo superiore ai costi medi di produzione, intenti rispondenti alle esigenze di pianificazione dell'attività economica di produzione, e le ragioni di flessibilità operativa che hanno spinto il Ministero delle politiche agricole a riconoscere la possibilità di indicare gli elementi essenziali dei contratti di cessione dei prodotti agricoli (tra cui prezzo e quantità) anche in atti tipicamente unilaterali relativi alle singole partite di prodotto, quali la fattura o il documento di trasporto e consegna;
l'apposizione di una mera dicitura sui documenti di trasporto e consegna o sulle fatture, per assolvere agli obblighi di legge sui requisiti essenziali, prevista dal decreto ministeriale del 2012, vanifica le finalità di tutela del contraente debole in una realtà settoriale in cui è noto lo sbilanciamento delle posizioni di forza tra gli operatori in ragione della natura altamente deperibile del latte e delle caratteristiche dimensionali e organizzative delle imprese di allevamento,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che il decreto ministeriale n. 199 del 2012, nella parte in cui consente di sostituire il contratto scritto di cessione del latte con i documenti correlati all'esecuzione del rapporto contrattuale (quali fatture e documenti di trasporto e consegna dei prodotti), purché contenenti la ricordata dicitura, sia in contrasto con le norme di legge europea e statale specificamente riferite a tali contratti e, in tal caso, se non ritenga di prescrivere che essi siano necessariamente stipulati per iscritto prima dell'inizio dell'esecuzione del rapporto contrattuale con obbligatoria indicazione della durata minima e di un prezzo di cessione superiore ai costi medi di produzione elaborati mensilmente da ISMEA;
se intenda fornire risposte celeri ai produttori di latte ovino, attraverso l'adozione e l'applicazione di regole certe, che tutelino il contraente debole garantendo rapporti contrattuali che permettano la programmazione dell'attività produttiva e prezzi di vendita del latte remunerativi del lavoro degli allevatori, alla base del successo dei prodotti finali.
(4-01292)
PUGLIA, VACCARO, DONNO, SILERI, LANZI, LANNUTTI, GRANATO, COLTORTI, PELLEGRINI Marco, PISANI Giuseppe, MORONESE, CORBETTA, L'ABBATE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che l'ENAV (Ente nazionale di assistenza al volo), come disposto dalla legge n. 665 del 1996, modificata dalla legge n. 144 del 1999, è una società per azioni a socio unico, controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, vigilata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dalla Corte dei conti. La società espleta i servizi della navigazione aerea, ai sensi dell'art. 691-bis del codice della navigazione di cui al regio decreto n. 327 del 1942, e successive modificazioni e integrazioni, e si occupa dei servizi di assistenza al volo, dei servizi della navigazione aerea in Italia e all'estero;
considerato che, per quanto risulta agli interroganti:
ENAV SpA ha indetto nel novembre 2009 un concorso per la selezione di piloti per radiomisure. Il bando risultava essere pubblico in quanto rinvenuto sul sito web dell'ENAV, sezione "lavora con noi", con scadenza prorogata al 19 dicembre 2009. Tale bando non sarebbe stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e dopo poco tempo sarebbe stato cancellato dal sito dell'ENAV. Alcuni candidati convocati alla prova di selezione in data 27 gennaio 2010, in possesso dei requisiti tecnico-professionali riconosciuti a livello internazionale, non sono stati ammessi nell'aula ed è stata negata loro la possibilità di sostenere il test. In data 11 febbraio 2010, l'ufficio risorse umane di ENAV ha informato che le ragioni dell'esclusione erano motivate dalla mancanza di alcuni requisiti necessari per l'accesso all'iter selettivo;
solo a seguito di successive sollecitazioni, l'ufficio risorse umane di ENAV ha risposto per iscritto precisando che le cause di esclusione al concorso consistevano nella circostanza di essere nati anteriormente al giorno 1° gennaio 1977 e di non essere collocati in cassa integrazione, condizioni queste assolutamente discriminatorie;
con i suddetti due requisiti e, in particolare, con il requisito dell'età fissato arbitrariamente da ENAV, si corre il rischio di escludere persone competenti e dotate di esperienza. La data del 1° gennaio 1977 non ha alcuna logica ed ENAV non ha offerto alcuna motivazione valida per giustificare la scelta di tale requisito che non trova precedenti, né giustificazioni a livello normativo. La Direzione generale giustizia della Commissione europea, "Direzione D. Uguaglianza, Unità D.2: Normativa sulla 'parità di trattamento'", si è espressa sul caso in data 19 maggio 2011 dichiarando che "il Trattato che istituisce la Comunità Europea prevede che quest'ultima può prendere provvedimenti opportuni per combattere la discriminazione basata su diversi motivi, compresa l'età (art. 13 Trattato CE). Su questa base, il Consiglio dei ministri dell'Unione europea ha adottato la direttiva 2000/78/CE che definisce, materia di occupazione e lavoro, la parità di trattamento. Essa prevede in particolare che sia vietata negli Stati membri ogni discriminazione diretta e indiretta basata sull'età" (Bruxelles, CHAP (2011)1309 D-3);
considerato che, a parere degli interroganti:
risulta anomala e non conforme allo stesso codice etico di ENAV e contraria all'orientamento indicato dall'Unione europea la decisione di escludere alcuni candidati per il superamento del limite di età;
l'altra causa di esclusione dal concorso, relativa alla circostanza di non trovarsi in cassa integrazione guadagni straordinaria, appare una scelta assolutamente arbitraria. Inoltre, favorendo esclusivamente questa ipotesi di mobilità e non la disoccupazione in generale si crea un discrimine tra potenziali candidati negando ai disoccupati che non si trovano in cassa integrazione di partecipare al concorso. Lo stesso art. 4 del codice etico riconosce l'importanza delle pari opportunità affermando che la società "intende valutare il personale da assumere nel rispetto delle esigenze aziendali e nel rispetto delle pari opportunità per tutti i soggetti interessati";
occorre altresì evidenziare che il regolamento (CE) n. 216/2008, recante regole comuni nel settore dell'aviazione civile e che istituisce un'Agenzia europea per la sicurezza aerea, non prevede alcun limite massimo di età per le procedure di selezione dei piloti. Tale situazione è stata anche oggetto di un esposto rivolto al Presidente della Repubblica in data 11 novembre 2015 da parte del pilota Salvatore Rizzo, già aviere scelto presso la 46a brigata aerea dell'Aeronautica militare e attualmente pilota civile di linea, che scriveva anche a nome di altri piloti che si trovano nella medesima situazione di esclusione al concorso indetto da ENAV nel 2009;
in data 28 gennaio 2014 il concorso era già stato oggetto dell'interrogazione 4-01560 presentata al Senato, e rivolta ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti. E successivamente il 14 gennaio 2016, sulla medesima vicenda, veniva presentato un ulteriore atto di sindacato ispettivo (4-05066) al fine di indurre alle opportune verifiche circa le dinamiche interne a ENAV;
ENAV è una società che si occupa di un fondamentale e delicato servizio pubblico, e strategico (il controllo del traffico aereo italiano), gestito con criteri assolutamente discrezionali ma sul quale lo Stato a parere degli interroganti sembrerebbe non vigilare in maniera efficace;
ENAV è stata oggetto di diverse indagini da parte della Procura della Repubblica di Roma e, a seguito degli scandali seguiti al caso degli appalti Selex, il 22 novembre 2011 il Governo Monti, appena insediato, nominava Massimo Garbini amministratore unico di ENAV. E ancora, il settimanale "L'Espresso" del 18 marzo 2013 riportava che "Quattro giorni prima l'inchiesta della procura di Roma sugli appalti a Selex (Gruppo Finmeccanica) aveva portato agli arresti domiciliari il potente amministratore delegato Guido Pugliesi e travolto i vertici dell'azienda";
la nuova gestione di Massimo Garbini avrebbe dovuto riportare ordine e trasparenza ma il citato articolo evidenzia che "È di febbraio la notizia di un bando di selezione per controllori di volo che, partito due anni fa, sta portando all'assunzione del secondogenito ventiquattrenne di Massimo Garbini, Andrea". L'inchiesta giornalistica, verificando i nomi presenti nell'organico di ENAV, ha individuato una corposa lista di figli di dirigenti assunti nel corso della gestione Pugliesi, con Garbini direttore generale, e riferisce che "Quando un manager andava in pensione o c'era la volontà di sostituirlo, la prassi in aggiunta alla buonuscita era quella di assumergli il figlio", voce che scivola fuori dai corridoi del palazzo di via Salaria",
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano attivarsi, affinché siano verificate le eventuali violazioni della direttiva europea, in materia di parità di trattamento, nella procedura di selezione del personale per piloti per radiomisure da parte di ENAV per il concorso indetto nel 2009.
(4-01293)
MODENA - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
il progetto della "strada delle Tre valli" fu inserito tra i "sistemi stradali e autostradali" con la delibera CIPE n. 121 del 2001 durante il Governo Berlusconi e l'opera venne compresa nell'intesa generale quadro fra il Governo e la Regione Umbria del 24 ottobre 2002;
il collegamento fra Eggi (Spoleto) ed Acquasparta (circa 20 chilometri) permetterebbe a Spoleto di tornare a svolgere un ruolo baricentrico rispetto ai territori umbri e costituirebbe, come era nelle motivazioni iniziali dell'opera, una trasversale completa dall'Adriatico al Tirreno divenendo infatti una naturale trasversale est-ovest che potenzierebbe le relazioni e i traffici tra le aree della costa tirrenica e quella adriatica. Parti del progetto iniziale del tracciato risalgono addirittura al 1971 (come ad esempio il tratto Eggi-San Sabino, poi inaugurato nel 2012). Un'opera, quindi, di cui si dibatte da tempo e che da oltre 20 anni è ritenuta strategica per lo sviluppo del territorio dalle istituzioni locali dalle rappresentanze imprenditoriali e sindacali;
l'infrastruttura, tanto attesa dalla comunità locale e regionale, ha visto la redazione della progettazione finale ed è stata finanziata interamente dalla Cassa di risparmio di Spoleto, dalla fondazione Cassa di risparmio e da alcuni imprenditori umbri. Proprio per questo stupisce che un'opera di tale rilevanza strategica abbia subito un iter burocratico così lungo e tortuoso;
nel 2005, il CIPE, con delibera n. 146, ha approvato il progetto preliminare dell'intervento strada delle Tre valli: tratto Eggi-Acquasparta, del costo allora stimato pari a 615,886 milioni di euro, e sempre lo stesso CIPE ha incluso tale opera nella delibera n. 130 del 2006 che rivisitava il programma delle infrastrutture strategiche;
il 1° agosto 2008 è stata ribadita la ferma volontà di realizzare questa importante opera con la sottoscrizione del secondo atto aggiuntivo all'intesa generale quadro tra Governo e Regione Umbria tramite il quale si conferma l'inserimento della realizzazione della strada tra gli interventi della legge n. 443 del 2001;
nella seduta del 4 novembre 2010, la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo n. 281 del 1997 ha sancito l'accordo sull'allegato infrastrutture relativo all'opera "strada Tre valli - tratto Flaminia (Eggi)/E45 (Acquasparta): variante alla SR 418 Spoletina" riportata nelle tabelle: "1: Programma delle Infrastrutture Strategiche - Aggiornamento 2010"; "3: Programma Infrastrutture Strategiche - Opere non comprese nella tabella 2"; "4: Opere di valenza regionale realizzabili entro il 2013"; "5: Stato attuativo dei progetti approvati dal CIPE 2002-2010". L'opera è rimasta inserita negli allegati infrastrutture del DEF 2011 e 2012 risultando pure completata la progettazione definitiva del tratto Acquasparta-Spoleto, primo stralcio: Firenzuola-S.Giovanni di Baiano a 2 corsie. Si è avuta tale conferma anche per gli allegati infrastrutture al DEF 2013 e 2014;
il CIPE, con delibera n. 63 del 6 agosto 2015, ha espresso parere favorevole in merito allo schema di contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Anas SpA relativo all'anno 2015 e al piano pluriennale degli investimenti 2015-2019. Il primo stralcio è riportato nell'allegato B "Schema di piano pluriennale degli investimenti 2015-2019", con un importo di 82.508.988 euro, interamente da finanziare, con appaltabilità 2018;
il CIPE, con delibera n. 54 del 1° dicembre 2016, ha approvato il piano operativo infrastrutture, di competenza del Ministero, in applicazione dell'art. 1, comma 703, lettera c), della legge n. 190 del 2014 (legge di stabilità per il 2015) e della delibera CIPE n. 25/2016, che ha ripartito le risorse del FSC 2014-2020 tra le aree tematiche nazionali e gli obiettivi strategici. La dotazione finanziaria del piano è pari a 11.500 milioni di euro ed è posta a valere sulle risorse FSC 2014-2020 destinate all'area tematica «1 Infrastrutture» dalla delibera n. 25/2016. Nello stesso piano, asse tematico A: interventi stradali, linea di azione interventi di adeguamento e razionalizzazione della rete stradale, regione Umbria, è inserito l'intervento: strada statale 685 - Spoleto-Acquasparta: primo stralcio Madonna di Baiano-Firenzuola, con un ammontare di un milione di euro di risorse assegnate;
il 27 dicembre 2017, con decreto interministeriale Ministero delle infrastrutture e dei trasporti-Ministero dell'economia e delle finanze n. 588, è stato approvato il contratto di programma 2016-2020 tra il Ministero e Anas SpA, sottoscritto in data 21 dicembre 2017, che recepisce le prescrizioni indicate nella delibera CIPE n. 65 del 7 agosto 2017 di approvazione dello schema di contratto al cui interno è contenuta anche tale opera nell'allegato 2 "altre fonti" con la seguente descrizione: strada delle Tre valli umbre: nel 2019 è previsto l'avvio nel tratto Spoleto-Acquasparta del primo stralcio "Madonna di Baiano-Firenzuola" per un importo di circa 83 milioni di euro,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga strategica e fondamentale la realizzazione nel più breve tempo possibile di questa importante opera;
se, come annunciato dal precedente Governo, i lavori per il primo stralcio Madonna di Baiano-Firenzuola inizieranno i primi mesi del 2019 e, in caso negativo, quali siano le cause del ritardo;
come intenda, insieme ad Anas, reperire i fondi necessari (circa 800 milioni di euro complessivi) al completamento di tutta l'opera e in quanti stralci ed annualità si pensi di realizzarla.
(4-01294)
ASTORRE, PARRINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che, quanto risulta all'interrogante:
l'immobile occupato abusivamente dal 2003 da "CasaPound Italia", formazione politica chiaramente ispirata al fascismo, rientra tra quegli immobili da sgomberare. Sin dal 2003 le autorità competenti, governative, essendo lo stesso immobile consegnato per uso governativo al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dal 1963, fino al 2003, anno dell'occupazione, hanno segnalato all'Agenzia del demanio l'urgenza di un immediato recupero dell'immobile. Tali segnalazioni sono state reiterate negli anni successivi;
il Comune di Roma, già nel 2007, aveva previsto un piano di assegnazione di alloggi popolari, stabilendo che alcuni di tali alloggi avrebbero trovato ubicazione in immobili storicamente occupati, tra cui l'immobile di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino di Roma;
nel 2016 il commissario straordinario del Comune di Roma ha disposto di dare attuazione a tale programma di assegnazione degli immobili. Il tavolo tecnico, appositamente costituito, ha definito l'elenco degli immobili da destinare ad alloggi di edilizia popolare, tra i quali figura l'immobile sito in via Napoleone III, in una posizione prioritaria;
negli anni 2017 e 2018 l'Agenzia del demanio ha ribadito al Prefetto di Roma l'esigenza di recuperare la disponibilità dell'immobile per altra destinazione, sollecitando un intervento diretto di sgombero dell'immobile chiedendo di fornire l'esito del censimento degli occupanti per porre in essere nei loro confronti azioni di risarcimento danni a tutela degli interessi erariali;
la corrispondenza tra gli enti si è arricchita con un'ulteriore lettera, inviata, a quanto si apprende dalla stampa, dal capo di gabinetto del Ministero dell'economia e delle finanze al sindaco di Roma, con la quale si ammette la non urgenza di uno sgombero di tale immobile, in quanto sono assenti problemi legati alla staticità e all'igiene, nonché problemi di carattere giudiziario;
il Consiglio comunale di Roma capitale alcuni giorni addietro ha approvato una mozione con la quale si impegna il sindaco ad intervenire presso il Ministero dell'interno, il prefetto e il questore al fine far attivare l'iter per il recupero di detto immobile,
si chiede di sapere:
se quanto riportato corrisponda al vero;
se il Ministro in indirizzo non reputi inopportuno e grave ritardare lo sgombero di un immobile, occupato abusivamente da una formazione politica che si dichiara, attraverso il suo leader, fascista;
se non reputi necessario un intervento finalizzato a conferire priorità allo sgombero dell'immobile sito in via Napoleone III.
(4-01295)
ARRIGONI, PILLON - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
sin dall'inizio della sua attività nel 2005, la piscina delle Saline di Senigallia (Ancona) è stata data in gestione dal Comune al comitato UISP, rinnovando periodicamente la concessione, senza aver mai svolto alcun tipo di gara pubblica;
per legge la gestione di un impianto sportivo a rilevanza economica, come nel caso di specie, può avvenire o direttamente da parte dell'ente locale proprietario della struttura oppure da parte di un soggetto terzo, individuato tramite gara pubblica;
la vicenda trae origine dalla missiva del 14 maggio 2015, su carta intestata del Comune di Senigallia e regolarmente protocollata, con cui il sindaco Mangialardi (a due settimane dalle elezioni amministrative del 31 maggio 2015) informava il comitato locale della UISP di aver dato mandato al dirigente preposto di rinnovare la convenzione per la gestione della piscina comunale:
nel caso di specie nel 2015 non vi è stata alcuna gara e successivamente alla citata missiva è intervenuta la delibera di Giunta n. 151 del 30 luglio 2015 con cui effettivamente veniva data la gestione della piscina per anni due a favore del comitato locale della UISP;
il 18 marzo 2017 è stato presentato presso il commissariato di Polizia di Senigallia un esposto-denuncia sulla gestione della piscina comunale da parte del consigliere comunale Giorgio Sartini;
successivamente, gli organi di stampa locali hanno dato notizia dell'attività della Polizia di Stato che avrebbe acquisito numerosi documenti preso gli uffici del Comune;
a distanza di ben 24 mesi dalla presentazione dell'esposto-denuncia non si hanno notizie sulle decisioni assunte dal pubblico ministero titolare dell'inchiesta;
a seguito di rigetto della richiesta depositata ex art. 335 del codice di procedura penale, il consigliere Sartini ha inoltrato a mezzo PEC istanza di avocazione al procuratore generale presso la Corte d'appello di Ancona in data 30 gennaio 2019;
la totale assenza di seguiti sul piano penale (rinvio a giudizio o archiviazione) appare agli interroganti minare la fiducia nella giustizia da parte dei cittadini,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare alla luce di quanto esposto e se non ritenga utile valutare l'attivazione dei propri poteri ispettivi, al fine di considerare possibili mancanze nella gestione degli uffici giudiziari indicati.
(4-01296)
DE BERTOLDI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
nel corso delle settimane precedenti due argomenti hanno posto in risalto sulla carta stampata una serie di rilevanti osservazioni sulla tematica dell'indipendenza della Banca Centrale e più in generale sui rapporti tra politici e banchieri: le riserve auree della Banca d'Italia e le responsabilità della vigilanza nelle crisi bancarie;
le polemiche alimentate dai partiti della maggioranza, in relazione all'autonomia di Banca d'Italia, in relazione all'attività di vigilanza nei casi di default bancari, ad avviso dell'interrogante, dovrebbero far riflettere sulla reale situazione nell'assetto proprietario di Banca d'Italia e al riguardo, occorre evidenziare la risposta del Ministero dell'economia ad un'interrogazione parlamentare presentata nella XVII Legislatura, nella quale il Governo Renzi confermò che le maggiori azioniste di Banca d'Italia con 265 voti su 529, ( attraverso le sub deleghe conferite allo studio legale Trevisan di Milano) risulterebbero una decina di fondi petroliferi, nonché società di intermediazione finanziaria con a capo finanzieri di origine georgiana e arzebajana;
da informazioni in possesso dell'interrogante, inoltre, risulterebbe che le citate società finanziarie sarebbero indagate dalle Procure internazionali e avrebbero sostenuto fortemente lo sviluppo degli hedge fund (unici fondi al mondo autorizzati a compiere immorali e per alcuni versi, illegittime vendite allo scoperto);
l'attività finanziaria di tali società avveniva tramite la presa in prestito di titoli di società terze, per venderli al fine di provocare un crollo della quotazione della borsa di Milano, per poi acquistarli a prezzi minimi; da quando dal 1992 fu abolita in Italia la separazione bancaria tra banche di prestito e banche speculative, a causa del decreto legislativo n. 481 del 1992 firmato da Amato e Barucci e dal decreto ministeriale del Ministero del Tesoro n. 98 del 1999, che stabilì la definizione di fondi speculatori, l'interrogante evidenzia come le complessità in materia siano aumentate, in particolare in relazione alle attività di finanza speculativa, che ha determinato una serie di effetti altamente negativi per l'economia reale;
a tal fine, l'interrogante evidenzia, altresì, come i decreti comprovassero l'avvento in Italia dal 1992 e 1993 di questi fondi speculatori con sede legale nella City of London, ma fiscale nel Deleware, come dimostrato dalla relazione della SEC (Securities and Exchange Commission, organo di vigilanza della borsa degli Stati Uniti , indipendente dal 2001);
si tratta di fondi speculatori che il sito governativo britannico ha dimostrato appartenere alla banca d'affari TRUSHELFCO, DIKAPPA e a sette famiglie kazake, georgiane/azere di antica origine tedesca: Rothshild , J.P. Morgan, Warburg , Walker Bush, Rockfeller, Jeferson Clinton, Johnson;
nell'ambito delle valutazioni legate all'autonomia della Banca d'Italia, al riguardo, l'interrogante evidenzia la necessità di ritornare al controllo pubblico dell'assetto proprietario, concordando nella scelta di nominare la dirigenza, rispettando le norme di legge previste, definendo tuttavia la separazione tra banche di prestito e speculazione finanziaria, così come prevedeva la legge bancaria del 1936, superata dal decreto legislativo n. 481 del 1992,
si chiede di sapere:
quali valutazioni il Governo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa;
se al riguardo intenda confermare le informazioni in possesso dell'interrogante relative al numero delle società bancarie e finanziarie che risulterebbero, anche se non direttamente, le maggiori azioniste della Banca d'Italia;
quale sia l'orientamento del Governo in relazione alla necessità di prevedere un ritorno al controllo pubblico della Banca d'Italia, nonostante quanto stabilito dallo statuto all'articolo 1, comma 1, considerato che l'indipendenza dalle banche azioniste, anche a seguito delle note vicende e degli scandali bancari e finanziari, avvenuti nel corso degli ultimi anni, dimostrano, in realtà, profondi interessi, anche se non direttamente e ufficialmente collegabili a soggetti di natura privata.
(4-01297)
DE BERTOLDI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
secondo quanto risulta da articoli di stampa recentemente pubblicati, le riserve nazionali in valuta e oro detenute e gestite dalla Banca d'Italia, risultano essere nuovamente oggetto di interesse da parte del legislatore, attraverso la presentazione al Parlamento di due proposte di legge, finalizzate a indirizzare la proprietà allo Stato, a differenza di quanto prevede attualmente l'art. 127 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (ex art. 105 del TCE), che attribuisce alle riserve auree delle Banche centrali parte integrante delle riserve dell'Eurosistema;
al riguardo gli articoli di stampa rilevano che dal punto di vista legale l'operazione di una eventuale cessione avrebbe implicazioni legali ed economiche, in quanto l'operazione mina l'indipendenza patrimoniale di un istituto di diritto pubblico, le cui riserve auree sono iscritte nel bilancio, oltre che dal punto di vista economico, considerato che le stesse riserve di oro garantiscono la stabilità del sistema finanziario;
a giudizio dell'interrogante l'effettiva titolarità delle riserve auree unitamente all'indipendenza e all'autonomia della Banca centrale, rappresentano una questione politico-monetaria di rilevante interesse e importanza, in relazione all'attuale situazione economico e finanziaria del Paese ed in particolare in relazione agli orientamenti futuri del Governo nello specifico, che anche per questa circostanza, stando a quanto evidenziano gli articoli di stampa, confermano contrapposizioni e pareri discordanti in merito agli indirizzi dell'Esecutivo, sugli scenari futuri della Banca d'Italia;
a tal fine l'interrogante rileva come, sebbene le attuali funzioni della Banca d'Italia, di vigilanza e di elaborazione di studi, stime e ricerche sull'andamento economico, nonché di detentore di significativi titoli del debito pubblico italiano dimostrino come l'istituto sia ancora fondamentale per la vita economica e politica italiana, tuttavia l'effettiva titolarità delle riserve nazionali in oro solleva più di qualche perplessità normativa in merito alla legittimità;
sulla base degli studi di alcuni costituzionalisti, l'analisi della normativa vigente induce infatti a ritenere che si tratti di beni pubblici di natura quasi demaniale, destinati ad uso di utilità generale, che la Banca d'Italia non avrebbe più titolo per detenere, essendo la sua funzione monetaria confluita in quella affidata ormai alla Banca centrale europea;
ad avviso dell'interrogante, risulta pertanto urgente e necessario definire un quadro regolatorio, volto a stabilire con chiarezza quale sia l'orientamento del Governo sull'attività di gestione delle riserve auree della Banca d'Italia, considerato, fra l'altro, il numero di stratificazioni di interventi legislativi intervenuti nel corso degli anni, che non stabiliscono la titolarità delle riserve nazionali; fermo restando che si ritiene importante che le riserve auree non rientrino nelle disponibilità dei Governi, ma che abbiano un percorso pubblico ma mediato e condiviso dai diversi poteri e autorità dello Stato,
si chiede di sapere quali valutazioni il Governo intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa e se al riguardo non ritenga urgente e necessario un intervento normativo ad hoc, volto a stabilire l'effettiva titolarità dello Stato italiano delle riserve auree detenute dalla Banca d'Italia.
(4-01298)
MANTOVANI, ANASTASI, ANGRISANI, CORRADO, DI GIROLAMO, DONNO, LANNUTTI, LANZI, LEONE, PRESUTTO, RIZZOTTI, TRENTACOSTE - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e della giustizia. - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
con la deliberazione n. 150 del 27 ottobre 2006, il Comune di Correggio (Reggio Emilia) ha costituito la società unipersonale a responsabilità limitata En.Cor Srl, partecipata al 100 per cento dall'ente medesimo, con un capitale sociale per un importo minimo di 10.000 euro, alla quale sono affidate l'attività di produzione e distribuzione energetica derivante da fonti rinnovabili, attraverso biomassa e biogas e lo sviluppo del teleriscaldamento;
nell'ambito della sua attività, la società En.Cor ha finanziato, nel corso degli anni, diverse operazioni che hanno gravato sul patrimonio societario, non raggiungendo i risultati prefissati. Tali operazioni sono state sostenute contraendo debiti bancari coperti con lettere di patronage emesse dal Comune di Correggio;
tra gli investimenti effettuati, si cita, ad esempio, l'acquisto di 6 motori navali CKD di produzione ceca, per un importo pari a circa 411.386 euro, con l'obiettivo di riconvertirli al servizio di una centrale a biocombustibile. Tale acquisto non ha tenuto conto dell'aumento del costo dell'olio combustibile, che non ha reso profittevole l'investimento realizzato;
la relazione svolta dagli advisor il 6 febbraio 2013 ha segnalato il deficit cronico dei bilanci di En.Cor a partire dal 2008. Per quanto riguarda la fornitura di olio combustibile proveniente dalla Romania, per cui era stato realizzato un contratto con la Pieffe Trade, gli advisor hanno evidenziato la mancata consegna della fornitura, senza che ci fosse alcuna garanzia rispetto al pagamento già realizzato, pari a circa 700.000 euro, e senza che sia stata attivata la risoluzione del contratto e il recupero del credito;
secondo gli advisor non risulta esserci nessun supporto documentale sulle operazioni effettuate in merito a un altro investimento realizzato in Senegal da En.Cor e da una società controllata, per un importo pari a circa 1.200.000 euro, al fine di coltivare in proprio vegetali in modo da ricavare l'olio combustibile;
infine, dalla ricostruzione documentale fatta dagli advisor, non risulta esserci stato alcun beneficio dalla cessione a Soer Correggio srl di un ramo d'azienda di En.Cor per euro 1,3 milioni, contabilizzati come plusvalenza nel bilancio della società, in quanto a fronte dell'incasso del prezzo per tale cessione, En.Cor ha pagato al partner privato aggiudicatario della gara un anticipo sul contratto di fornitura di pari importo;
considerato che:
sulla base della suddetta relazione degli advisor e in applicazione dell'articolo 14, comma 32, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, della legge n. 122 del 2010 e successive modificazioni, in materia di società partecipate dai comuni, il Consiglio comunale di Correggio ha deciso di dismettere En.Cor entro il 30 settembre 2013 tramite gara pubblica;
la gara, svoltasi in data 27 maggio 2013, è stata aggiudicata alla Amtrade Italia srl, società interamente controllata dalla società svizzera Amtrade Holding Ag e costituita pochi giorni prima della delibera consiliare sulla gara d'appalto. Stante la legge elvetica, di tale società non sono noti composizione dell'azionariato, né i bilanci. Dal 7 agosto 2013, essa risulta amministrata dal signor Matteo Coveri, cittadino svizzero, residente a Zurigo che, secondo notizie riportate dalla stampa locale, sarebbe stato arrestato dalle forze dell'ordine italiane lo scorso giugno sulla base di un mandato di cattura internazionale diramato dall'Interpol, essendo ricercato a Panama per il reato di truffa;
considerato inoltre che:
il 29 novembre 2013, il sindaco di Correggio, nel corso della seduta del Consiglio Comunale che aveva in discussione una mozione di sfiducia nei suoi confronti proprio sulla vicenda Encor, ha rassegnato le dimissioni portando al commissariamento del Comune;
nel contempo, il procuratore capo pro temporedi Reggio Emilia, Giorgio Grandinetti, ha dichiarato alla stampa che sarebbero stati acquisiti tutti gli articoli usciti sulla complessa vicenda En.Cor, in modo da valutare la possibile apertura di un'indagine preliminare;
il comitato "Via La Nebbia" di Correggio, composto da cittadini locali, ha segnalato alla Procura regionale della Corte dei Conti le irregolarità nella gestione del patrimonio pubblico in connessione alla vicenda En.Cor;
come evidenziato anche dallo stesso comitato, la governance della società prevedeva fin dalla sua costituzione la presenza di un amministratore unico, che era coincidente con la figura del direttore generale del comune controllante, lasciando quindi presupporre un improprio conflitto di interessi;
uno dei membri del collegio dei revisori del Comune di Correggio ricopriva al contempo anche la carica di sindaco effettivo della San Felice 1983 Banca popolare, uno degli istituti che è stato risarcito sulla base delle sentenze del Tribunale di Reggio Emilia;
nel corso della sua attività di controllo, il collegio non ha ravvisato necessario segnalare agli organi giurisdizionali competenti, alla Corte dei Conti e alla Ragioneria Generale dello Stato, le difficoltà economiche e contabili dell'ente, nonostante le irregolarità che a parere del comitato "Via la Nebbia" e dell'interrogante risultano evidenti;
il 24 gennaio 2014, il Tribunale di Reggio Emilia ha dichiarato il fallimento di En.Cor. Con diverse sentenze nel 2016 e nel 2017, il Tribunale ha condannato il Comune di Correggio a pagare un debito di circa 30 milioni di euro a tre diversi istituti bancari, in parte ridotto successivamente attraverso alcuni accordi con le banche creditrici. Il Tribunale ha inoltre evidenziato la gestione non adeguata di En.Cor da parte del Comune che non è stato in grado di garantire la solvibilità nei confronti dei relativi fornitori,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti inerenti alla vicenda En.Cor e quale sia la loro valutazione in merito;
se, con riferimento alle dichiarazioni del procuratore capo pro tempore di Reggio Emilia, risulti che siano state realizzate o siano ancora in corso indagini e acquisizioni di documenti, al fine di appurare le responsabilità penali e accertare l'effettivo danno erariale subito dal Comune e sostenuto dai cittadini di Correggio.
(4-01299)
RIZZOTTI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
il 2 febbraio 2019, a Torino, un neonato di 20 giorni, Giacinto, è morto a causa di una broncopolmonite "ab ingestis", provocata da un virus entrato nei bronchi assieme a una piccola quantità di latte andato probabilmente "di traverso", come talvolta accade ai bambini piccoli;
il piccolo era stato visitato all'ospedale Maria Vittoria di Torino, accompagnato dai genitori, lo scorso 31 gennaio, per forti attacchi di tosse e svenimenti e i medici che l'hanno visitato, gli hanno prescritto un aerosol dimettendolo;
sul referto medico c'era scritto "rinite" e si raccomandavano "lavaggi nasali, aerosol, umidificazione dell'ambiente, pasti frequenti e frazionati" con un controllo del medico curante "entro le prossime 48 ore";
purtroppo, però, com'è noto, quelle 48 ore, il bambino non è riuscito a viverle. L'autopsia, eseguita dal medico legale, ha stabilito le cause della morte;
la Procura di Torino ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti a seguito della morte del bambino;
per stabilire nel dettaglio le cause del decesso, già individuate dall'autopsia, saranno necessari gli esiti dei campionamenti su cui verrà fatta una lunga serie di analisi, anche per capire l'adeguatezza delle cure, a cui il neonato è stato sottoposto. L'ospedale Maria Vittoria ha avviato un'inchiesta interna;
secondo la professoressa Susanna Esposito, ordinario di Pediatria all'Università di Perugia e presidente di "Waidid", associazione mondiale malattie infettive e disordini immunologici, sarebbe stato opportuno il ricovero, considerata l'età e i sintomi. Infatti le linee guida internazionali e nazionali prevedono comunque il ricovero nel primo mese a fronte di sintomi respiratori anche lievi, perché soprattutto nei mesi invernali, una semplice rinite può rappresentare l'esordio di una bronchiolite o di una polmonite,
si chiede di sapere quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Ministro in indirizzo intenda assumere per far luce sulle cause dell'episodio di cui in premessa, anche sul piano organizzativo e professionale, inclusi gli aspetti legati al rispetto della qualità dell'assistenza sanitaria dell'ospedale Maria Vittoria di Torino, al fine di verificare, altresì, la tutela dei livelli essenziali di assistenza nei reparti nella fattispecie coinvolti.
(4-01300)
MALAN - Al Ministro della giustizia. - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
nello 2018 il Tribunale civile di Torino ha condannato il Ministero della giustizia a risarcire circa un milione di euro alla famiglia dell'ispettore della Polizia penitenziaria, Giampaolo Melis, ucciso nel carcere "Le Vallette" il 17 dicembre 2013 dall'assistente Giuseppe Capitano, suicidatosi poco dopo;
per il Tribunale la tragedia è frutto del clima di un ambiente teso e avvelenato da rancori professionali;
nonostante le ripetute denunce inviate dal sindacato Osapp sul difficile contesto ambientale, la situazione di grave malessere tra gli agenti di servizio in quella struttura non aveva trovato rimedio;
secondo quanto riportato dal quotidiano "la Repubblica" il 21 ottobre 2018, un ispettore di Polizia penitenziaria, a lungo in servizio presso il carcere "Le Vallette", già sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari e successivamente condannato alla pena di mesi 10 di reclusione per concussione, avrebbe in seguito beneficiato di avanzamenti di carriera; lo stesso ispettore, ora funzionario, risulta rivestire il ruolo di vice comandante e di comandante nell'Istituto penitenziario di Torino, e sarebbe stato oggetto di più di un procedimento disciplinare; secondo un articolo del medesimo quotidiano del 24 gennaio 2018, già nel 1998, quando era ispettore a Le Vallette, era finito agli arresti domiciliari per tre mesi, perché accusato di pretendere una percentuale dai fornitori, il 5 per cento, in denaro o in merce; chi non cedeva, entro un paio di mesi veniva depennato dall'elenco dei fornitori; già nel novembre 2016, continua il quotidiano, lo stesso agente era stato rimosso dall'incarico di coordinatore del Nucleo traduzioni e piantonamenti di Torino per aver attuato disparità di trattamento dei suoi sottoposti circa i turni e gli straordinari,
si chiede di sapere:
se i fatti citati corrispondano al vero;
in caso affermativo, come i rilevanti avanzamenti di carriera dell'agente menzionato, che necessitano di valutazioni positive da parte dei suoi superiori, siano compatibili con le citate vicende giudiziarie e disciplinari e con gli incarichi specifici a lui assegnati nelle medesime strutture, nelle quali sono avvenuti i fatti per cui è stato condannato;
come sarà pagato il milione di euro alla famiglia del defunto Melis;
quali provvedimenti siano stati presi o si intendano prendere per porre rimedio alla grave situazione di disagio presso il carcere de Le Vallette.
(4-01301)
DE PETRIS - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che da organi di stampa risulterebbe che, nei giorni scorsi, presso una scuola primaria di Foligno (Perugia) un maestro avrebbe costretto un bambino nero a voltarsi verso la finestra additandolo a tutta la classe come "troppo brutto" per essere guardato in viso e che lo stesso docente si sia giustificato parlando di un esperimento sociale inspirato ad altri che si trovano in rete;
considerato che a parere della interrogante:
l'articolo 34 della Costituzione garantisce a tutti i cittadini il diritto all'istruzione e affida alla Repubblica il dovere di rendere effettivo questo diritto. Perché questo sia realizzabile, lo Stato, nell'articolo 3, si assume il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana;
se le notizie riportate risultassero vere, significherebbe tradire le "buone pratiche" sperimentate in questi anni dalla scuola italiana, sempre fondate sulla condivisione delle differenze;
ritenuto che le notizie pubblicate dai quotidiani sono indecorose e indegne, ancor di più se non si ponesse fine a questo atteggiamento,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover appurare i fatti descritti;
se non ritenga di dover effettuare un'indagine nella scuola primaria in questione, per verificare i regolamenti e le pratiche in uso;
se non ritenga di assumere ogni iniziativa di propria competenza contro i ripetuti episodi di stampo razzista nei confronti degli immigrati
(4-01302)
TESTOR - Ai Ministri per gli affari europei e per gli affari regionali e le autonomie. - Premesso che:
il programma "Interreg" è uno degli strumenti chiave dell'Unione europea a sostegno della cooperazione trasfrontaliera, attraverso il finanziamento di progetti di diversa natura con l'obiettivo di affrontare congiuntamente le sfide comuni e trovare soluzioni condivise in settori come la salute, l'ambiente, la ricerca, l'istruzione, i trasporti, l'energia sostenibile;
il programma è uno dei due obiettivi della politica di coesione dell'UE nel periodo 2014-2020 ed è finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR);
il programma europeo Interreg Italia - Austria fa parte dei progetti di cooperazione territoriale europea tesi a promuovere lo sviluppo equilibrato e sostenibile e l'integrazione armoniosa nell'area di confine tra Italia e Austria;
la Provincia Autonoma di Trento non ha fatto parte del V° programma Interreg Italia-Austria;
in queste settimane si sta discutendo del nuovo programma di finanziamento FESR per il periodo 2021-2027 e, di conseguenza, del programma VI Interreg Italia-Austria;
la Provincia Autonoma di Trento dista poche decine di chilometri dal confine austriaco, nazione con la quale vi è un legame storico e culturale sedimentato da secoli;
la Provincia Autonoma di Trento racchiude all'interno del suo territorio peculiarità uniche al mondo, che necessitano di attività di tutela e valorizzazione, tra tutte, la comunità ladina;
la Provincia Autonoma di Bolzano ha l'autorità di gestione del programma per il periodo 2014-2020;
il regolamento (UE) n. 1299/2013 concede la possibilità all'autorità di gestione di accettare che un'operazione sia attuata, in maniera totale o parziale, al di fuori della parte dell'Unione nell'area di programma, a patto che vengano rispettati i requisiti previsti dall'art. 20.2.a/b/c;
nella programmazione 2014-2020 sono state accolte nel programma, con conseguente finanziamento di decine di progetti nella propria area di competenza, zone NUTS-3 (province) ben più distanti dal confine con l'Austria della Provincia Autonoma di Trento. A titolo di esempio si citano Vicenza, Treviso, Trieste;
la Provincia Autonoma di Trento è uno dei fondatori del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT) detta "European Region Tyrol-South Tyrol-Trentino", dotato di una propria rappresentanza presso la Commissione europea sin dal 1995. Sul sito internet ufficiale dell'ente vi è scritto: "..In tale contesto assume un ruolo fondamentale la politica regionale dell'UE, che persegue tra gli altri l'obiettivo della cooperazione territoriale europea, da realizzarsi tramite soluzioni condivise volte alla collaborazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale (ad es. i progetti INTERREG). L'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino è espressione diretta di tale collaborazione transfrontaliera, in quanto promuove la cooperazione tra i tre territori nei più diversi ambiti",
si chiede di sapere:
se esistano ragioni ostative alla partecipazione della Provincia Autonoma di Trento al VI° programma Interreg Italia-Austria;
in caso contrario, quali iniziative intendano perseguire i Ministri in indirizzo affinché la Provincia Autonoma di Trento sia ammessa nel VI° Programma Interreg Italia-Austria.
(4-01303)
TOSATO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
ai sensi dell'articolo 3 del decreto ministeriale 8 agosto 1994, recante recepimento della direttiva del Consiglio n. 91/439/CEE del 29 luglio 1991 concernente le patenti di guida, la patente di guida della categoria B consente di condurre autoveicoli con massa massima autorizzata non superiore alle 3,5 tonnellate, ai quali può essere eventualmente agganciato un rimorchio la cui massa massima autorizzata non superi 750 chilogrammi;
per il Codice della strada (art. 56 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285), i "rimorchi" sono i «veicoli destinati ad essere trainati» e pertanto, come specificato dalla Direzione generale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione del Ministero in indirizzo nella nota prot. n. 7187/4630 del 17 dicembre 1997, «i veicoli in avaria, ancorché trainati da autoveicoli speciali per soccorso stradale, non possono essere considerati rimorchi;
considerato, tuttavia, che, stando ad alcune segnalazioni pervenute da operatori di soccorso, le forze di polizia (ed in particolare la Polizia stradale) non tengono sempre conto dell'interpretazione, resa dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, comminando numerose sanzioni ed effettuando il sequestro dei carri attrezzi condotti da soggetti possessori di patente B/C,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno adoperarsi affinché un nuovo e più esaustivo chiarimento sulla questione descritta sia reso, nel solco di quanto già asserito nel 1997, così da fugare qualunque dubbio ed evitare che gli organi di polizia contestino violazioni che tali non sono.
(4-01304)
QUAGLIARIELLO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
il giorno 21 dicembre 2018 il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ha pubblicamente sottoscritto quattro atti di riconoscimento di "figli di coppie omogenitoriali";
i figli riconosciuti alla nascita dal genitore biologico sarebbero stati registrati come figli anche dell'altro partner omosessuale;
preso atto che rispondendo al Vescovo locale, Mons. Enrico Solmi, che aveva stigmatizzato l'accaduto, il sindaco avrebbe rivendicato la legalità degli atti sottoscritti;
considerati i numerosi tentativi di ricevere spiegazioni avanzati da rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali, tra i quali: il Consiglio comunale parmigiano, il 18 gennaio 2019, che tramite il consigliere Francesco Pezzuto ha avanzato la medesima richiesta a mezzo di un'interrogazione rimasta senza risposta; l'ex senatore Carlo Giovanardi, che in occasione di una conferenza stampa avrebbe chiesto al primo cittadino dettagli su quale fosse l'atto amministrativo attraverso il quale avrebbe proceduto al riconoscimento di quei quattro bambini, richiesta liquidata da Pizzarotti attraverso l'invito ad una formale richiesta di accesso agli atti, effettuata e rimasta anch'essa senza riscontro;
tenuto conto che:
secondo il vigente ordinamento di stato civile, gli atti di nascita si formano e si scrivono nei relativi registri, indicando, quali genitori, la madre partoriente e il padre biologico;
lo stesso Ministro in indirizzo aveva affermato, commentando i casi analoghi di Torino, Bologna e Roma, che i primi cittadini di queste città avrebbero agito andando "oltre la legge";
considerato inoltre che a parere dell'interrogante qualora alcune delle coppie che hanno partecipato alla celebrazione presso il Palazzo municipale di Parma siano composte da due uomini, la registrazione avrebbe come ulteriore risultato la legittimazione indiretta della pratica illegale dell'utero in affitto,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto accaduto a Parma;
se siano state assunte iniziative in merito, anche con riferimento ai casi di Torino, Bologna e Roma e altri;
se risulti quali atti amministrativi siano stati posti in essere dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Pizzarotti dopo le firme apposte dal sindaco davanti alla stampa cittadina e se tali eventuali atti siano compatibili con la normativa vigente.
(4-01305)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo 147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:
5ª Commissione permanente (Programmazione economica, bilancio):
3-00617 del senatore Misiani ed altri, sull'introduzione degli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) tra gli strumenti di programmazione di politica economica nazionale;
8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni):
3-00618 del senatore Urso, sull'adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PTESAI);
12ª Commissione permanente (Igiene e sanità):
3-00628 della senatrice Rizzotti, sulla garanzia di una copertura finanziaria per le terapie geniche;
3-00629 delle senatrici Iori e Boldrini, sulla necessità dell'iscrizione agli albi per l'esercizio delle professioni sanitarie tecniche.
Interrogazioni, ritiro di firme
La senatrice L'Abbate ha dichiarato di ritirare la propria firma dall'interrogazione 4-01278, del senatore Dessì ed altri.
Avviso di rettifica
Nel Resoconto stenografico della 91ª seduta pubblica del 19 febbraio 2019, alla pagina 62, nella presentazione del disegno di legge n. 1064, alla sesta riga, sostituire le parole: "14/02/2019" con le seguenti: "13/02/2019".