Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 068 del 06/12/2018
Azioni disponibili
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------
68a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 6 DICEMBRE 2018
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Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO,
indi del vice presidente CALDEROLI
N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia-Berlusconi Presidente: FI-BP; Fratelli d'Italia: FdI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-Leu; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino: Misto-PEcEB; Misto-PSI: Misto-PSI.
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RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 9,33).
Si dia lettura del processo verbale.
PISANI Giuseppe, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Seguito della discussione e approvazione, con modificazioni, del disegno di legge:
(920) Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (Collegato alla manovra finanziaria) (Votazione finale qualificata, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento) (ore 9,41)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 920.
Ricordo che nella seduta di ieri i relatori hanno svolto le relazioni ed è stata respinta una questione pregiudiziale.
Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il senatore Ruspandini. Ne ha facoltà.
RUSPANDINI (FdI). Signor Presidente, noi di Fratelli d'Italia siamo molto preoccupati per questo disegno di legge che avete chiamato concretezza.
La nostra è una Nazione che deve tutto alla nostra istituzione più prossima, che è quella dei Comuni. Ecco perché noi di Fratelli d'Italia siamo preoccupati: riteniamo che le ricadute sui Comuni di questo provvedimento siano davvero nefaste. La nostra è la Nazione dei mille campanili, delle mille patrie, delle mille diversità che si articolano, si consolidano e crescono attorno ai nostri meravigliosi Comuni. È per questo che siamo al fianco degli amministratori locali, dei sindaci, di tutti coloro che vivono la missione di stare al fianco dei cittadini nei Comuni, che sono gli avamposti di civiltà più prossimi e più identificati dai cittadini come i difensori dei loro interessi.
Io non so gli amici della Lega, con i quali pure condividiamo questo tipo di impostazione anche a livello di impalcatura istituzionale, si rendono conto che non si possono gravare i Comuni di altra burocrazia. Noi dobbiamo andare nella direzione opposta: sburocratizzare, liberare i nostri enti locali dalla burocrazia; delle vessazioni quotidiane dal punto di vista legislativo gravano fortemente sui Comuni.
Piano paesaggistico, piano sicurezza, piano trasparenza, piano anticorruzione: serviva anche un altro piano, il piano concretezza? Tra l'altro, pensate che il fantomatico Nucleo della concretezza, composto da 53 persone, dovrebbe addirittura passare il proprio tempo a individuare una sorta di - cito testualmente - black list delle amministrazioni meno virtuose. È l'ennesimo tassello che non serve a nessuno.
Evito di parlare poi di altre trovate come le misure biometriche - ne parleranno i miei colleghi - per punire la piaga, pur sicuramente esistente, dell'assenteismo in Italia. Mi verrebbe da dire qualcosa anche sulle dinamiche di questa trovata, ma lo faranno gli altri colleghi. Io dico che, se avessimo voluto dare un'accelerata e andare nella direzione giusta, avremmo dovuto investire, trovare le risorse per il ricambio generazionale, quello sì quanto mai necessario alla pubblica amministrazione. Ci sono dipendenti in Italia che sono entrati in servizio negli anni Cinquanta, negli anni Sessanta. Alcuni non sanno neanche utilizzare il computer; al massimo alcuni dipendenti conoscono il pacchetto Office, ma la formazione tecnologica deve essere continua, perché i meccanismi in questa contemporaneità procedono velocissimi.
Ecco, su questo ci saremmo voluti confrontare. Non abbiamo potuto farlo, per cui, come Fratelli d'Italia (che è il Gruppo che sta a fianco degli amministratori locali), siamo molto delusi del provvedimento concretezza. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Botto. Ne ha facoltà.
BOTTO (M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, il provvedimento in discussione ha l'obiettivo di individuare soluzioni concrete - e sottolineo concrete - per garantire l'efficienza della pubblica amministrazione, il miglioramento immediato dell'organizzazione amministrativa e l'incremento della qualità dei servizi erogati ai cittadini.
Nel corso degli ultimi anni i cittadini e le imprese hanno chiesto alla pubblica amministrazione di agire in maniera semplice, snella, efficace e attiva; hanno chiesto provvedimenti celeri in tempi certi, nonché un'analisi e una verifica dei reali bisogni, senza un ulteriore carico di oneri burocratici.
Il disegno di legge concretezza risponde proprio a queste esigenze, con misure pensate per contrastare le cattive prassi e rendere le pubbliche amministrazioni davvero "case di vetro", trasparenti, efficienti e virtuose, dove il cittadino è in grado di verificare l'andamento e la qualità dei servizi.
In particolare, il primo articolo prevede l'istituzione, presso il Dipartimento della funzione pubblica, del Nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, anche detto "Nucleo della concretezza" che, in collaborazione con l'Ispettorato della funzione pubblica, dovrà svolgere sopralluoghi e visite presso le singole amministrazioni. Con tali visite si potranno così, finalmente, verificare l'organizzazione e il buon funzionamento della pubblica amministrazione, individuando e proponendo eventuali misure correttive con l'indicazione dei tempi di realizzazione.
L'inosservanza del termine per l'attuazione delle misure correttive comporta l'inserimento della pubblica amministrazione in un elenco che attribuirà maggiori responsabilità ai dirigenti pubblici, che saranno maggiormente vigili e attenti.
Un altro punto di forza del provvedimento è l'inserimento di strumenti utili a contrastare l'assenteismo nelle pubbliche amministrazioni, piaga del nostro Paese. Conosciamo tutti il caso del disonesto, ormai noto con l'aggettivo "furbetto", che si presenta al mattino giusto per passare il badge e subito se ne va via e si rivede soltanto a fine servizio per timbrare l'uscita; o il caso in cui lascia la tessera a un collega, non prendendosi nemmeno la briga di alzarsi la mattina; sappiamo anche del disonesto che viene sorpreso al casinò, in osteria, oppure a fare shopping, la spesa, in palestra, ovunque, ma non al suo posto, non nel suo ufficio, come se avesse sviluppato una sorta di allergia alla scrivania e al lavoro, lavoro che rappresenta un servizio pubblico necessario alla cittadinanza.
Talvolta la truffa è circoscritta a un singolo dipendente; in altre situazioni, invece, più colleghi sono in combutta per una truffa solidale. È successo così all'ufficio delle dogane di Arezzo, dove è partita un'indagine penale che ha coinvolto 8 dipendenti.
E ancora: è notizia del 27 novembre la vicenda di una vera e propria banda di 42 soggetti, sgominata a Palermo, all'assessorato della salute. Secondo la procura, gli indagati si aiutavano e coprivano a vicenda: tramite lo scambio di cartellini e l'utilizzo improprio dei PC aziendali riuscivano sistematicamente ad attestare le false presenze. I dipendenti, mentre risultavano in servizio, erano soliti occuparsi di faccende private, come appunto fare la spesa o andare dal parrucchiere. E potrei continuare per ore.
È, dunque, impossibile tracciare un identikit unitario del "furbetto" o, meglio, del disonesto del cartellino: da Nord a Sud, dalle più alte istituzioni all'ultimo dei presidi pubblici, dalle università alle agenzie, da chi truffa in solitaria a chi agisce in cordata, con complici.
L'assenteismo è un fenomeno odioso, che danneggia fortemente la qualità del servizio pubblico, creando ritardi nell'erogazione delle prestazioni, inutili girovagare in cerca di addetti assenti, comprensibile frustrazione nei cittadini che non si vedono erogare un servizio a cui hanno diritto e hanno diritto che venga effettuato nei modi e nei tempi di un Paese civile. Da qui viene l'idea d'introdurre sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza, per evitare che qualcuno strisci il cartellino per altri o che, dopo aver timbrato, se ne vada via.
Per quanto riguarda i profili di protezione dei dati personali, il Garante della privacy, con parere favorevole dell'11 ottobre 2018, ne ha ritenuto l'utilizzo ben giustificato dall'esigenza di verificare l'osservanza dell'orario lavorativo.
Inoltre, il provvedimento in parola prevede lo sblocco totale dei turnover nel 2019 per le amministrazioni centrali, con l'obbligo di reclutare in via prioritaria figure professionali con elevate competenze in materia di digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi amministrativi, qualità dei servizi pubblici, gestione dei fondi strutturali e capacità d'investimento, contrattualistica pubblica, controllo di gestione e attività ispettiva.
Riteniamo che l'innovazione cominci proprio dalle persone. Le competenze certificate delle risorse umane rappresentano la base della strategia di rinnovamento delle pubbliche amministrazioni. Le tante persone oneste che lavorano alacremente per sopperire alle mancanze dovute ai deplorevoli comportamenti di cui abbiamo parlato poc'anzi hanno diritto di essere sollevate da quest'ingiusto peso e di vedere riequilibrato e redistribuito il carico di lavoro; è giusto che vedano finalmente riconosciuto il loro merito, anche tramite un sistema che le valorizzi, mettendo finalmente uno stop a questi vergognosi fenomeni.
Intendiamo lanciare un segnale forte e trasmettere una volontà di cambiamento ben percepibile, che motivi le tante risorse di qualità presenti nel nostro Paese e nella pubblica amministrazione a esprimersi al meglio, in un ambiente stimolante e con l'iniezione di nuove e necessarie competenze.
Solo così si potrà avviare un nuovo capitolo della storia delle pubbliche amministrazioni, che ci porterà finalmente al livello degli altri Paesi europei, per un cambiamento non solo teorico, ma finalmente anche concreto. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rauti. Ne ha facoltà. (Brusio).
Invito i colleghi ad abbassare sensibilmente il tono della voce, perché è molto difficile seguire ciò che dice chi interviene.
RAUTI (FdI). Signor Presidente, la ringrazio per questa richiesta e sarò grata anche ai colleghi che la vorranno accogliere, diminuendo il brusio.
Il mio collega, senatore Ruspandini, ha aperto il suo intervento dicendo che il Gruppo Fratelli d'Italia è preoccupato per il disegno di legge in esame; aggiungo la parola «indignazione» alla preoccupazione, e spiegherò brevemente perché.
Nell'ambito del disegno di legge n. 920, recante misure per il contrasto dell'assenteismo, intervengo in merito all'articolo 2, che prevede misure biometriche per la rilevazione della presenza dei lavoratori statali. Il provvedimento prevede, infatti, l'utilizzo generalizzato di sistemi d'identificazione biometrica e di videosorveglianza per rilevare le presenze e il rispetto dell'orario. Si tratta quindi - usando un linguaggio non più brutale, ma più diretto e sincero - di impronte digitali per i dipendenti pubblici. Voglio dirlo senza mezzi termini: quest'argomento è offensivo. Si tratta di un strumento regressivo, nella nostra opinione.
Premetto che il Gruppo Fratelli d'Italia - è evidente - condivide una dichiarazione di guerra ai cosiddetti furbetti del cartellino, a tutti i «fannulloni» e all'assenteismo, nonché una rilevazione delle presenze, del rispetto degli orari e di una sorta di senso del dovere e civico, oltretutto. Ci sono però sistemi di rilevazione automatica in corso e anche altri strumenti, oltre a quelli proposti che - a nostro avviso - sono offensivi e regressivi. Vorrei anche dire che con questa definizione si indicano sistemi informatici per identificare una persona in base a una o più caratteristiche biologiche e comportamentali - non lo dico io, ma questi sono i princìpi della biometria - e poi i dati vengono confrontati con quelli presenti in un database del sistema.
È interessante ricordare che la biometria nasce con Bertillon, alla fine dell'Ottocento, con un metodo di identificazione scientifico, appunto biometrico, inizialmente utilizzato nelle carceri e poi nelle prefetture di Parigi per schedare i detenuti; questa tecnica viene successivamente messa a sistema dalla polizia scientifica per l'identificazione dei criminali. Quando si legge l'articolo 2, vorrei che si pensasse anche all'origine storico-scientifica di questo metodo, perché rientra nella definizione di cui ho parlato di metodo regressivo e offensivo.
Oggi, aggiornando la tecnica, si tratta di un sistema computerizzato di riconoscimento, di commisurazione di caratteristiche biologiche. Bene, anzi male: il disegno di legge non reca i numeri per stimare i costi: non si sa quanti apparecchi servirebbero, né quanto personale sarebbe da impiegare; inoltre, si prevede l'utilizzo del sistema NoiPA per alcune pubbliche amministrazioni, anche in questo caso senza fornire dettagli sull'adeguatezza di tale sistema. Per inciso rilevo che il NoiPA non ha ancora risolto la partita stipendiale di tutti i dipendenti della Difesa, ma andiamo avanti. Infine, per le pubbliche amministrazioni che non usano l'eccellente sistema NoiPA, si prevede il ricorso alle convenzioni Consip, anche in questo caso senza alcuna previsione di bilanci dedicati. Insomma, vengono enunciati dei princìpi, ma mancano il metodo e il dettaglio tecnico dell'impatto della norma e soprattutto mancano le necessarie coperture finanziarie a cui non si fa riferimento.
Premetto che nel merito si condivide la volontà di combattere l'assenteismo come modo migliore non solo di punire chi commette un errore, ma anche di premiare e tutelare la stragrande maggioranza dei lavoratori pubblici, i quali invece svolgono con dedizione e senso del dovere il proprio lavoro e spesso lo fanno in condizioni inadeguate. Ciò detto, l'identificazione biometrica - usando un termine tecnico che in realtà significa prendere le impronte digitali alle persone - per noi è un qualcosa di offensivo, come dimostra il fatto che con il disegno di legge concretezza - nome a effetto che nasconde qualcosa che invece non va - noi legittimeremmo un paradosso. Applicheremmo ai dipendenti pubblici un regime di controllo così stretto che non viene neanche applicato - cito solo alcuni esempi - a soggetti sottoposti a misure restrittive, a soggetti in libertà vigilata o agli immigrati richiedenti asilo. È quindi evidente che qualcosa nel disegno di legge in esame, almeno al suo articolo 2, non va per il verso giusto.
In conclusione, noi riteniamo che non si possano né si debbano usare le impronte digitali. Voglio anche dire che non possiamo pensare di introdurre un principio di schedatura dei dipendenti pubblici: è una umiliazione che si fa a chi ogni giorno - è la stragrande maggioranza delle persone - va al lavoro con senso del dovere e passione. (Applausi dal Gruppo FdI). Si tratta di umiliazione dei dipendenti pubblici.
E mi fa ridere un paradosso. Non voglio aprire una questione, ma viviamo in un Paese dove c'è il buco nero delle identità e le andiamo a richiedere ai dipendenti pubblici, per i quali già esistono dei sistemi di rilevazione automatica.
Per fare una battuta conclusiva, in questo Paese con il buco nero delle identità e dove si vogliono umiliare i dipendenti pubblici, invece di trovare dei sistemi - e ci sono - per correggere un difetto lì dove esso si annida e invece di educare e correggere una minoranza, andiamo a punire una maggioranza che è quella positiva, quella che va a lavorare con senso del dovere.
C'è una frase bellissima di un francese che diceva di venire da una generazione che andava al lavoro cantando. Oggi, purtroppo, nessuno canta andando al lavoro. Cerchiamo, però, di non umiliare chi fa il suo dovere ogni giorno. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pizzol. Ne ha facoltà.
PIZZOL (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, signor Ministro, colleghi senatori, il disegno di legge oggi in esame racchiude nel suo nome l'obiettivo che si prefigge, e cioè l'efficacia e l'efficienza della pubblica amministrazione; una pubblica amministrazione in grado di rispondere prontamente alle richieste ed alle esigenze dei cittadini e al loro servizio.
Esso prevede un riassetto della macchina pubblica attraverso diverse misure, dalla riforma della dirigenza, ai controlli biometrici in funzione anti-furbetti del cartellino, fino alla semplificazione burocratica. La volontà è di estendere le buone pratiche coniugando rigore e premialità, nonché rendere l'azione amministrativa più veloce e certa a beneficio del Paese e dei cittadini.
Il provvedimento si compone di sei articoli, ma il cuore pulsante della riforma per una pubblica amministrazione efficiente è contenuto nei primi due. L'articolo 1, infatti, prevede l'istituzione del Nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato Nucleo della concretezza, che dovrà far rispettar il piano triennale predisposto dal Dipartimento della funzione pubblica, avente l'obiettivo di garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni e la conformità dell'attività amministrativa ai princìpi di imparzialità e buon andamento; nonché di implementare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, con indicazione dei tempi per la loro realizzazione delle azioni correttive.
Per realizzare la sua funzione, il Nucleo si avvarrà di 53 unità di personale e lavorerà in collaborazione con l'Ispettorato per la funzione pubblica, svolgendo sopralluoghi e visite presso le singole amministrazioni e proponendo eventuali misure correttive con l'indicazione dei tempi di realizzazione.
La mancata attuazione delle misure comporterà responsabilità dirigenziale e disciplinare dei dirigenti e l'iscrizione dell'amministrazione in un'apposita black list.
Le critiche circa una sovrapposizione e/o duplicazione tra il nucleo e l'Ispettorato per la funzione pubblica ci appaiono alquanto strumentali, visto che il Nucleo della concretezza, piuttosto, serve a implementare le strutture della pubblica amministrazione già esistenti individuando le criticità e indicandone i rimedi.
Non di minor importanza sono le misure contenute nell'articolo 2 per il contrasto all'assenteismo, fenomeno che riteniamo debba essere sì punito con le sanzioni, ma prima ancora deve essere impedito ed evitato. Se in alcuni uffici pubblici i dipendenti lavorano privi di motivazione è anche perché, talvolta, devono sopperire al lavoro del collega assenteista, il che provoca in essi un senso di frustrazione e di impotenza.
È giusto e doveroso tutelare e premiare i tanti dipendenti pubblici, per bene e onesti, che fanno il loro dovere, mentre bisogna punire con fermezza chi se ne approfitta. Troppi sono i casi di cronaca di dipendenti che nell'orario di lavoro risultavano essere a fare la spesa, o a giocare a tennis o chissà dove, mentre colleghi compiacenti timbravano al loro posto.
Basti ricordare l'eclatante caso di Sanremo, nell'ottobre del 2015, con 196 dipendenti coinvolti su circa 400 impiegati o quello dell'ospedale napoletano Loreto Mare, nel febbraio del 2017, che ha visto 94 persone indagate e 55 raggiunte da un ordine di custodia cautelare.
L'assenteismo è una piaga diffusa perché gran parte dei lavoratori pubblici si sente tranquillo, protetto dal posto fisso e di conseguenza incline a farsi gli affari propri. C'è poi una sorta di omertà negli uffici, con colleghi compiacenti o costretti a compiacere perché, come ha dichiarato il ministro Bongiorno, è difficile denunciare il proprio collega visto che con questo si deve convivere. Per non parlare dei dirigenti distratti perché, come ha ribadito lo stesso Ministro, in più occasioni può sfuggire al dirigente l'assenza ingiustificata sporadica ma non quella cronica.
L'introduzione di sistemi di controllo biometrici è funzionale alle necessità di creare deterrenti per prevenire il fenomeno dell'assenteismo cronico, stroncandolo alla radice, dando contemporaneamente un segnale forte di solidarietà al dipendente corretto ed un messaggio che la pacchia è finita al furbetto del cartellino.
Non di minore importanza è l'articolo 4, disposizione che rende il disegno di legge un provvedimento collegato alla manovra di bilancio. Dopo anni di blocco, prima totale e poi parziale delle assunzioni, giustificato da logiche di spending review ma che nei fatti ha avuto conseguenze disastrose, specie per quei comparti con forte carenza di organico, contribuendo ad aumentare la precarietà nella pubblica amministrazione, viene previsto lo sblocco totale del turnover nel 2019 con assunzioni mirate. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
In particolare, si prevede che le assunzioni possano essere fatte nel limite del 100 per cento della spesa dell'anno precedente, aprendo quindi alla possibilità di assumere più persone di quelle uscite, purché nel limite della spesa dell'anno precedente. Si ricorrerà ai concorsi ma anche, per velocizzare i tempi, allo scorrimento delle graduatorie. Si guarderà soprattutto alle competenze nella digitalizzazione, nella semplificazione dei procedimenti amministrativi ma anche nella gestione di fondi strutturali e della contrattualistica pubblica. Un maxi piano di assunzioni che porterà ad un significativo ricambio generazionale nella pubblica amministrazione.
Sulla base dei dati della Ragioneria dello Stato, nel prossimo triennio i dipendenti pubblici in uscita, grazie anche al meccanismo della cosiddetta "quota 100" che la Lega attuerà nei prossimi mesi, potrebbero raggiungere le 450.000 unità, circa 150.000 l'anno, il che, con il conseguente sblocco delle assunzioni, significherà circa 450.000 nuovi posti di lavoro per i nostri giovani.
A nome del Gruppo Lega-Salvini Premier, auspico ampia condivisione di tali norme e quindi una rapida approvazione del provvedimento. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Minuto. Ne ha facoltà.
MINUTO (FI-BP). Signor Presidente, il provvedimento in esame affronta il problema della pubblica amministrazione da un punto di vista sbagliato. Glielo dico, ministro Bongiorno, da senatrice eletta in una regione del Mezzogiorno. Come lei sa, il Sud fornisce molte risorse umane alla pubblica amministrazione e si attende un piano di assunzione concreto che in partenza era delineato nel piano di reclutamento previsto dalla legge di bilancio ed ora, in modo disomogeneo, direi quasi pasticciato, da questo disegno di legge.
Sono circa 28.000 le assunzioni che dovrebbero interessare nel prossimo triennio la pubblica amministrazione. Tra queste le Forze di polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria ma anche Vigili del fuoco, i Ministeri dell'interno, della giustizia, dell'ambiente e dei beni culturali, l'ispettorato del lavoro ed altresì la scuola e l'università, comparti che da soli dovrebbero assorbire circa 12.000 posti di lavoro. E a noi premono soprattutto assunzioni mirate nel settore della sanità del Sud, che assurge spesso alle cronache per episodi negativi, non solo per la carenza di personale medico, ma anche per carenze organizzative.
Ministro, il Mezzogiorno ha un piano di riordino ospedaliero che fa acqua da tutte le parti; non potete pensare di lasciar gestire semplicemente alle Regioni il piano di riordino: dovete intervenire, perché la Regione non fa assolutamente nulla e nel frattempo gli ospedali chiudono e la gente muore.
Il Mezzogiorno non può essere solo pubblica amministrazione. Noi siamo consapevoli che il rapporto tra dipendenti pubblici e totale dei lavoratori è di 1 a 7. Il Sud chiede misure concrete per riempire quegli altri posti di lavoro, che stanno nella statistica della media italiana, ma che al Sud non ci sono. Quelle 28.000 assunzioni previste si confrontano, quindi, con 578.000 giovani del Sud senza lavoro. Se anche quei 28.000 posti andassero tutti ai ragazzi del Mezzogiorno, dobbiamo pensare che altri 550.000 resterebbero disoccupati. Le nuove assunzioni, lo scorrimento delle graduatorie, i nuovi concorsi non possono diventare una sorta di riffa di Stato.
Le misure di questo disegno di legge, che appesantiscono, anziché alleggerirlo, il meccanismo di reclutamento, devono essere cambiate. Le misure per le assunzioni devono essere prese solamente dopo una puntuale ricognizione dei fabbisogni effettivi di personale. Vi sono comparti che hanno estrema necessità di personale - come ho detto prima, la sanità, la scuola - e altri che ne hanno già abbastanza.
Ci attendiamo misure che riguardino il personale nelle strutture pubbliche e provvedimenti che riguardino il resto dell'economia del Sud, che non può essere solo aiuti sociali. Nel Sud la percentuale di reclutamento nei centri per l'impiego è pari al 2 per cento; ci tengo a ribadire che da noi i centri per l'impiego sono inesistenti, perché mancano le infrastrutture e, di conseguenza, non esistono opportunità di lavoro per la gente del Mezzogiorno.
Sono circa 600.000 le famiglie del Sud che vivono in uno stato di povertà. Il reddito di cittadinanza, così come il reddito di inclusione, deve essere un sussidio dato in presenza di una società che abbia piena occupazione e deve essere attivato solo per quelle percentuali, che devono essere bassissime e fisiologiche, di persone temporaneamente disoccupate.
Ministro, ho iniziato come consigliera comunale all'età di diciannove anni e ho fatto l'assessore ai servizi sociali a ventidue anni. Le posso assicurare che quando ho cominciato ero molto favorevole a quello che oggi definiamo reddito di cittadinanza; ho iniziato perché pensavo e speravo che, aiutandola in quella maniera, la gente del mio territorio sarebbe stata meglio. Ma - ahimè - col crescere e col passare degli anni mi sono dovuta ravvedere e ho capito che avremmo dovuto impiegare quelle persone in attività diverse.
PRESIDENTE. La invito a concludere, senatrice.
MINUTO (FI-BP). Ci siamo inventati i lavoratori socialmente utili e subito dopo i cantieri, perché lavoro significa dignità. In primo luogo, perché ogni posto pubblico ha un costo che grava sul settore privato (cittadini e imprese); in secondo luogo, perché così si tolgono risorse agli investimenti e al settore privato, che significa sviluppo ed economia che cresce.
Non basta la sostituzione di un giovane con un pensionato. Non è così che funziona l'economia. La politica seria vuole dare opportunità di crescita e ricchezza. Anche perché quelle assunzioni, distribuite sul territorio nazionale, ove anche i concorsi siano vinti dai ragazzi del Sud, finirebbero per creare nuovi emigranti dal Sud verso le altre Regioni.
Il Mezzogiorno invece, ha, bisogno di individuare soluzioni per accedere a finanziamenti capaci, finalmente, di creare uno sviluppo strutturale vero, che coinvolgano, cioè, un tessuto più vasto, che portino alla valorizzazione delle risorse e alla creazione di ricchezza.
Ci aspettavamo iniziative volte a velocizzare e semplificare le procedure di accesso ai fondi europei.
Anche qui, Ministro, noi abbiamo tanti di quei fondi nel Mezzogiorno che arrivano dalla Comunità europea che non vengono sfruttati, vuoi per incapacità, vuoi per distrazione, e alla fine ritornano indietro. Come disse tempo fa il presidente Tajani, bisogna creare un fondo di sviluppo del Sud, mettere insieme il piano Juncker, il piano delle banche europee, per sfruttare al massimo i finanziamenti che arrivano al Mezzogiorno, creare infrastrutture e, di conseguenza, occupazione.
Auspichiamo che, anche per la pubblica amministrazione del Sud, il problema non sia solo quello di individuare i furbetti del cartellino, ma di affidare mansioni nuove di servizio al resto dei cittadini del Sud (anche attraverso la mobilità) che non hanno il privilegio di avere uno stipendio pubblico.
Chiediamo di valorizzare le risorse umane del Mezzogiorno come meritano...
PRESIDENTE. Senatrice Minuto, devo chiederle di concludere.
MINUTO (FI-BP). Sto concludendo, Presidente. Chiediamo di valorizzare le risorse umane del Mezzogiorno come meritano e di farlo utilizzando le risorse finanziarie esistenti e che spesso vengono sprecate o perse. Per il Sud abbiamo ad esempio il PON Governance che mette a disposizione 780 milioni presi dal Fondo sociale europeo nel Fondo europeo per lo sviluppo delle Regioni: sono risorse rivolte soprattutto alle Regioni meno sviluppate e servono per una migliore organizzazione della pubblica amministrazione del Sud. Organizzando e formando meglio dirigenti e dipendenti della pubblica amministrazione e degli enti territoriali del Mezzogiorno certamente questi riusciranno a ottenere altri finanziamenti europei. Avremo così una classe dirigente in grado di cogliere e utilizzare meglio anche le risorse nazionali che spesso vengono utilizzate male.
Insomma il Sud non può essere più il serbatoio di voti della politica che libera con pensionamenti anticipati di quota 100 e mette a disposizione posti pubblici. Il Mezzogiorno deve diventare un luogo di piena occupazione, in cui una classe dirigente pubblica formata, seria e consapevole, accompagni lo sviluppo dei territori e la creazione di ricchezza e occupazione vera. (Applausi dai Gruppi FI-BP e FdI).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Piarulli. Ne ha facoltà.
PIARULLI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima del mandato elettorale sono stata per oltre un ventennio un dirigente penitenziario al vertice di una struttura complessa, quale è il carcere, appartenente ad una pubblica amministrazione, nonché avvocato della stessa. Non posso che apprezzare tale normativa che già dalle prime battute evidenzia il carattere di concretezza e praticità. Non è un caso che l'istituto del Nucleo della concretezza debba avere funzioni propulsive di supporto al dirigente a cui verranno indicate le eventuali azioni correttive. La pubblicità online degli esiti delle visite effettuate da parte di tale Nucleo da cui potrà emergere il mancato adeguamento dello stesso dirigente alle indicazioni date dal Nucleo stesso, contribuirà ad evitare il ripetersi di condotte non legittime e mutuare quelle legittime e virtuose.
Il dirigente in caso di mancata ottemperanza risponderà disciplinarmente, fermo restando che dovrà essere posto nelle condizioni di poter raggiungere risultati concreti con specifici stanziamenti inerenti risorse umane e strumentali. A questo proposito risulta molto importante lo sblocco delle assunzioni, assicurando il turnover nella pubblica amministrazione, dato che non si può pensare di far funzionare una macchina così articolata senza fondi, apparecchiature e personale. Per cui è importante attingere anche dalle graduatorie già esistenti, ma soprattutto assicurare un ricambio generazionale, mirato e di qualità, dando risalto a nuove figure professionali che possano portare a compimento il processo di dematerializzazione e digitalizzazione, assumendo esperti nell'informatica, nella contrattualistica pubblica, nel controllo di gestione, attraverso personale che deve avere un ruolo di inclusione con l'altro personale già esistente.
Siamo tutti a conoscenza degli innumerevoli episodi di cronaca che attestano una delle piaghe della pubblica amministrazione, cioè la condotta grave delle attestazioni false in servizio. Per cui si ritiene più opportuno, sia per i cittadini, sia per gli altri colleghi dipendenti, prevedere forme di controllo più sofisticate e adeguate ai tempi, così come i sistemi di verifica biometrica dell'identità, riconosciuti validi anche dal Garante della privacy, nonché l'installazione di apparecchi di videosorveglianza (con le cautele del caso), i quali non dovranno certamente diventare strumento persecutorio. È una legge per tutelare i tanti dipendenti pubblici virtuosi che, a causa di colleghi disonesti (i cosiddetti furbetti del cartellino), vengono accusati ingiustamente e bollati come fannulloni. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Iannone. Ne ha facoltà.
IANNONE (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, il disegno di legge denominato concretezza a me sembra più il disegno di legge approssimazione, perché è evidente che non va nella direzione, da una parte, di combattere in maniera efficace gli aspetti patologici del pubblico impiego e, dall'altra, di premiare i rappresentanti virtuosi delle amministrazioni pubbliche, professionisti veri e seri che hanno scelto di servire lo Stato quando avrebbero avuto anche la possibilità di un impiego manageriale all'interno di iniziative private, con retribuzioni sicuramente più consistenti rispetto a quelle corrisposte nel pubblico impiego.
Noi lo diciamo in maniera perentoria: Fratelli d'Italia è per una lotta senza quartiere all'assenteismo, a tutti i livelli. Bisogna partire addirittura dalle Aule parlamentari, se vogliamo essere credibili. Riteniamo tuttavia che non si possa ledere la dignità di coloro che fanno quotidianamente il proprio dovere, senza peraltro andare a incidere realmente sui cosiddetti fannulloni, che generano giustamente l'indignazione dei cittadini italiani, perché, in una nazione in cui è elevatissimo (soprattutto nel Mezzogiorno) il tasso di disoccupazione, chi ha la fortuna di avere un impiego deve svolgere al meglio delle sue possibilità e delle sue responsabilità il compito che gli viene attribuito. Ma questo certamente non può etichettare un intero comparto dello Stato, creando nei cittadini una percezione generalizzata di contrarietà alla pubblica amministrazione.
Entro nel merito delle previsioni del disegno di legge, per sostanziare quanto ho affermato. Se si pensa che, con un nucleo formato da 53 persone (il denominato Nucleo della concretezza), si possa controllare una macchina elefantiaca qual è la pubblica amministrazione italiana, allora è assolutamente evidente e non c'è bisogno di scomodare monsieur Lapalisse per dire che questo sarà un tentativo a vuoto.
Per quanto riguarda, invece, l'identificazione biometrica, noi abbiamo in questo modo configurato una forte distorsione. Come diceva la mia collega, la senatrice Rauti, andiamo ad identificare in maniera molto invasiva persone che rappresentano lo Stato, quando invece non sono identificate neanche le persone sottoposte a misure restrittive, come la libertà vigilata, e i migranti richiedenti asilo.
Ci dobbiamo consolare di quanto non sono previste all'interno del disegno di legge, perché - vivaddio - si è ritenuto di non applicare questo sistema di identificazione ai nostri rappresentanti delle Forze dell'ordine, che sarebbero stati in qualche modo equiparati ai criminali ai quali devono dare la caccia. Voglio sottolineare al Governo che noi auspichiamo, anche se il disegno di legge rimanda ad una decisione del Ministero della pubblica istruzione, che anche il corpo docente venga risparmiato da questa decisione, perché finora i docenti non hanno avuto neanche il badge (peraltro nell'ambito dell'insegnamento il problema dell'assenteismo è veramente molto marginale), ma soprattutto sarebbe una misura che andrebbe a ledere ulteriormente l'autorevolezza della figura dell'insegnante e in questo momento di particolare sensibilità sociale non è assolutamente il caso.
Per quanto riguarda invece il piano che verrebbe imposto alle amministrazioni, noi temiamo che sia solo l'ennesimo piano, come quelli per la trasparenza, per la sicurezza e per l'anticorruzione, cioè un gravame incredibile che andrebbe ad incidere ulteriormente sul lavoro della pubblica amministrazione, con impiego di risorse e di tempi per partorire risultati che sono stati, nel caso degli altri piani, veramente molto modesti.
Vanno bene le misure per accelerare le assunzioni mirate e il ricambio generazionale, perché abbiamo bisogno di un capitale umano, all'interno delle amministrazioni pubbliche, che sia pronto e reattivo a cogliere le nuove sfide, che sia formato per dare risposte più veloci e più concrete, ma dobbiamo fare in modo - chi è stato amministratore locale lo sa bene - che i dipendenti pubblici (funzionari, dirigenti) continuino a collaborare con gli amministratori, cioè con coloro che sono stati scelti dai cittadini per amministrare, perché diversamente, se si rompe questo patto, il Paese andrà completamente fuori controllo. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore D'Alfonso. Ne ha facoltà.
D'ALFONSO (PD). Signor Presidente, mi sento molto coinvolto da questo argomento all'ordine del giorno. Ho provato a studiare da studente, non da studioso, i temi della pubblica amministrazione nell'arco di un ventennio (e non è il ventennio che è stato storicizzato, ma il ventennio del mio impegno come decisore pubblico) e ho potuto mettere in collegamento anche la dicitura ambiziosa di questa iniziativa legislativa, che ha come cognome «concretezza» e ho ritrovato storicamente che in un'altra circostanza si è fatto utilizzo di questa dicitura: nel 1955 nacque una rivista, un quindicinale politico che si chiamava «Concretezza» ed era l'organo ufficiale di una corrente della Democrazia Cristiana di nome Primavera.
All'epoca l'esigenza era la fiscalità, da rendere certa come regola (Applausi del senatore Ferrari). Mi pare che in questo caso l'esigenza sia la qualità e la quantità della performance della pubblica amministrazione.
Ho molto rispetto e stima - se mi potessi permettere direi che ho simpatia - per la capacità di lavoro come giuspenalista dell'avvocato Bongiorno. Parlerò come se lei fosse presente in Aula, perché ho letto quello che ha dichiarato, ho letto con attenzione l'iniziativa legislativa e direi che conosco almeno il 51 per cento del suo pensiero sul tema difficile della pubblica amministrazione. Il limite che rinvengo rispetto all'iniziativa al nostro esame è che essa affronta questioni marginali, non fondamentali, che sono di significato, ma non sono la parte centrale della questione della pubblica amministrazione. C'è il tema della biometria, a proposito del controllo - permettetemi - fisico del funzionario e addirittura anche del dirigente che deve accedere nello spazio di lavoro della pubblica amministrazione.
Dal 1970 c'è una grande riflessione in Italia sulla misurazione della performance della pubblica amministrazione: cominciò Massimo Severo Giannini, se ne occupò anche il trio Gaspari, Ciaffi, Quaranta, se ne è occupato Sabino Cassese da par suo e credo che sia inarrivabile, per la conoscenza e per la capacità di risultato. Poi se ne sono occupati Franco Frattini, con meno risultati, la coppia Renato Brunetta e Marianna Madia e adesso è la volta del ministro Bongiorno.
Il tema della misurazione della quantità e della qualità della pubblica amministrazione non coincide e non si esaurisce con il controllo della presenza fisica: lo incrocia soltanto, ma non si esaurisce in esso. Sabino Cassese, ad esempio, si pose il tema dei carichi di lavoro. Il carico di lavoro è una categoria dell'organizzazione della pubblica amministrazione, che sta impegnando la riflessione anche dottrinaria da decenni, per fare in modo che il lavoratore della pubblica amministrazione non sia imprigionato nella sua fisicità, ma addirittura sia liberato, per far sì che faccia il massimo possibile. È il ritardo nella sua prestazione il tema da porsi, non il ritardo del suo accesso fisico.
Voglio dunque conciliare gli interventi che ci sono stati, visto che il luogo in cui stiamo parlando somiglia ai luoghi che conosce il ministro Bongiorno e anche lì c'è il confronto dialogico e il contraddittorio. Ho preso appunti dagli interventi dei colleghi del mio partito, ma anche degli altri partiti. Ad esempio ho preso nota dell'intervento di Vasco Errani, che ha ricordato che oggi il tema che si pone nella pubblica amministrazione è quello della disponibilità dei responsabili unici del procedimento (RUP), dei direttori dei lavori e di persone che siano capaci di introdurre la digitalizzazione nella contrattualistica, per la domanda aggregata di acquisti di beni e servizi. C'è bisogno, ad esempio, di superare la fase dell'assistenza tecnica dall'esterno, che ha determinato una cronica incapacità di fare della pubblica amministrazione. C'è bisogno di una grande vertenza formativa a favore della pubblica amministrazione e di rendere centrale anche la scuola di formazione della pubblica amministrazione, affinché non diventi il luogo per chi non ce l'ha fatta, ma sia il luogo per fare davvero concretezza.
Concretezza significa proporzionalità, rinvenibilità, efficacia e materialità. Pongo allora una questione al ministro Bongiorno, a cui dichiaro di nuovo, adesso, non solo la mia simpatia professionale, ma anche l'ammirazione per i suoi successi nelle aule di giustizia: per me il successo davanti al diritto penale vale molto, perché significa libertà. Voglio dunque porre una questione al ministro Bongiorno: come rapportiamo la pubblica amministrazione, che ha 3.400.000 risorse umane, e la rivoluzione normativa ripetuta, che riguarda ad esempio l'ordinamento giuridico, le Zone economiche speciali (ZES) e le figure extra ordinem, che si fanno carico di gestire le modalità di superamento delle tragedie? Lì dobbiamo concepire figure che siano capaci di compiegarsi rispetto a queste fasi nuove del modo di essere della pubblica amministrazione.
Attenzione, quanto scritto non è inutile. Io voglio anche tematizzare, se si può migliorare; ma ritengo che a noi serve molto di più. L'iniziativa normativa sulla pubblica amministrazione è la terza fase, dopo il Documento di economia e finanza, dopo il decreto-legge fiscale. Si inserisce questa preoccupazione e premura, questa previsione normativa per fare in modo che poi il bilancio si ritrovi una capacità di risorse umane in grado di far sì che le decisioni centrino gli obiettivi.
Dobbiamo fare assolutamente di più e più in profondità, sapendo che le risorse umane della pubblica amministrazione sono le uniche che ci consentono di centrare gli obiettivi. Ciò significa: economia, crescita, più posti di lavoro e anche più opportunità per chi ha un progetto di vita di miglioramento di sé e del territorio.
Io vorrei che non si esaurisca su questa iniziativa la spinta di cui ha bisogno l'Italia. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Nisini. Ne ha facoltà.
NISINI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ministro Bongiorno, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, il provvedimento oggi in discussione, «Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo», nasce - lo dice il titolo stesso - proprio dall'esigenza di migliorare ed efficientare la macchina amministrativa attraverso semplificazione, supporto e contratto all'assenteismo. Già il termine «concretezza» dovrebbe comunicare il chiaro e specifico obiettivo del provvedimento in esame, ragione per cui l'approvazione da parte di quest'Assemblea sono sicura non mancherà.
Mi soffermo sull'articolo 1, il quale porta una nuova ed importante novità: l'istituzione del Nucleo della concretezza. Come già ribadito in Commissione, essa è di fatto un tutor che andrà a supportare le amministrazioni pubbliche in difficoltà, diffondendo modelli delle amministrazioni più evolute e virtuose, e avrà anche il ruolo di accompagnare le piccole realtà nei processi di modernizzazione e di digitalizzazione.
A mio parere, sono prive di senso le critiche che hanno fatto riferimento a sovrapposizioni e duplicazioni da parte del Nucleo della concretezza, il quale ha compiti ben definiti rispetto all'Ispettorato della funzione pubblica. E per la tranquillità di tutte le opposizioni, il Nucleo concretezza non è un soggetto controllore, ma un nuovo organismo che darà soluzioni concrete alle criticità sollevate dall'Ispettorato. Tutto ciò è messo infatti nero su bianco all'interno dell'articolo appena citato.
Ho sentito, sempre dalle opposizioni, tante critiche roboanti ai costi di queste misure, ma al contempo ho sentito un silenzio assordante sui danni anche economici che l'assenteismo crea al Paese e ai cittadini. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).Colleghi, mi aspettavo che nessuno contestasse che l'efficientamento della macchina amministrativa parte proprio dal contrasto all'assenteismo; invece una parte di quest'Assemblea l'ha fatto.
Le opposizioni in Commissione hanno duramente criticato e cercato di smontare l'articolo 2, con la presentazione di emendamenti che andavano di fatto ad alleggerire drasticamente le misure adottate da questo Governo. Noi abbiamo detto no e lo abbiamo detto con la convinzione che l'assenteismo non sia un fenomeno da minimizzare e da sottovalutare, bensì un fenomeno da contrastare. Forse per loro il problema è proprio questo, ma per questo Governo l'assenteismo è il male della pubblica amministrazione, e lo è per due serie di motivi: in primo luogo, perché i furbetti del cartellino vengono retribuiti con soldi pubblici; in secondo luogo, la lotta all'assenteismo è un atto dovuto nei confronti di quei lavoratori che, con senso del dovere, si recano quotidianamente sul posto di lavoro. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
Misure quali la videosorveglianza e l'uso dei dati biometrici, temi trattati nell'articolo 2, servono proprio per rilevare l'accesso nel luogo di lavoro dei dipendenti, senza certo ledere la loro privacy, ma tutelando il principio sacrosanto di equità e correttezza nei confronti di tutti coloro che invece, regolarmente e convintamente, si recano sul posto di lavoro e che peraltro non hanno alcuna contrarietà all'introduzione di rilevamenti biometrici. Nessuna azione persecutoria nei confronti di nessuno: vanno tutelati cittadini e lavoratori onesti, non i famosi furbetti del cartellino. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
Hanno poi paragonato il provvedimento concretezza al Grande Fratello di Orwell. Tranquilli, è un'altra cosa. Nella società che Orwell descrive, ciascun individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità. Questo Governo lo fa solo agli accessi e - ripeto - i lavoratori per bene ringraziano, perché sono stanchi di essere messi al pari dei fannulloni.
Ricordo, infatti, cari colleghi, che nei Comuni italiani i dipendenti sono assenti dal lavoro in media cinquanta giorni l'anno, ma non mancano realtà al limite dell'assurdo. Basti pensare al Comune di Locri, 12.000 abitanti, i cui dipendenti hanno confezionato una media di assenze pari a cento giorni l'anno. Poi c'è la Maddalena, con ottantasette giorni di assenza, o Terracina, con ottanta giorni: questi sono solo pochi esempi. Questo è ciò a cui fermamente vogliamo dire basta. Basta all'assenteismo; basta allo spreco di soldi pubblici. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). E non ve lo dico solo in quanto membro dell'11a Commissione; ve lo dico anche come amministratore di un Capoluogo di Provincia.
Esprimo inoltre ulteriore e convinto sostegno alle disposizioni volte a favorire le assunzioni, di cui le pubbliche amministrazioni hanno un disperato bisogno, e ritengo molto positivo che nel turnover si dia precedenza a specifiche professionalità. All'Italia serve infatti una pubblica amministrazione diversa. La contrazione complessiva dal 2008 è pari al 7,2 per cento, pari a 246.187 persone uscite dalle pubbliche amministrazioni e non rimpiazzate. La pubblica amministrazione italiana resta anziana, sottodimensionata e poco qualificata. Su questo il decreto concretezza interviene con l'articolo 4, che va a sopperire alle carenze, o meglio, alle mancanze dei Governi che ci hanno preceduto, attraverso l'assunzione di personale a tempo indeterminato, con un turnover pari al 100 per cento, con assunzioni mirate e rivolte a giovani specializzati in digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi e dei procedimenti amministrativi, così come in qualità dei servizi pubblici. L'età media dei dipendenti pubblici è di cinquantadue anni e il personale under trentacinque è pari al 2 per cento dei dipendenti pubblici. Ciò che diciamo a gran voce è sì alle assunzioni e sì al ricambio generazionale.
Mi è dispiaciuto molto sentire in audizione, proprio da alcuni rappresentanti dei lavoratori, meri interventi politici e poche osservazioni costruttive. Fortunatamente non da tutti, sia chiaro, ma dai soliti noti. Ho sentito parlare di incapacità politica e di azioni populiste. Contrastare l'assenteismo è populismo? Ebbene sì, sono orgogliosa di essere populista. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Poi sentire un senatore dell'opposizione in Commissione ironizzare sui nomi dei nostri provvedimenti è stato svilente; sulla concretezza, così come sulla sicurezza, ma lo comprendo. Lo comprendo perché la sua parte politica è lontana anni luce e fa parte del loro modus operandi, perché quando governavano sono stati distanti sia dalle amministrazioni pubbliche, sia dal problema della sicurezza dei nostri cittadini. Concretezza e sicurezza ce le chiedono i cittadini per bene, quelli che non credono più nei Governi precedenti, fortunatamente, ma hanno dato a noi il mandato per portare avanti le loro istanze.
Mi accingo a concludere, facendo riferimento anche all'articolo 5, che reca disposizioni in materia di buoni pasto. Vorrei ribadire, per chi non l'avesse capito, che tali disposizioni riguardano esclusivamente le amministrazioni pubbliche. Lo dico perché ieri ho sentito una collega attaccare il Governo e la maggioranza, perché in tale provvedimento non sono stati inseriti anche i pubblici esercizi. Allora, se la legge e i codici non sono un'opinione, l'amministrazione pubblica è una cosa, mentre l'imprenditoria privata - e ripeto privata - è un'altra cosa. Essere accessibile al pubblico non vuol dire essere del pubblico. Capisco che la parola «pubblico» possa averla tratta in inganno, ma questo provvedimento parla d'altro.
Il provvedimento, in conclusione, è un importante strumento con il quale finalmente si cambia la fisionomia dell'amministrazione pubblica, prevedendo strutture e misure a sostegno dei dirigenti nella lotta contro la miriade di furbi intenzionati ad avvantaggiarsi a scapito delle finanze pubbliche, ai danni dei cittadini onesti, ed agevolando l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Salutiamo a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto d'istruzione superiore «Emanuele Duni-Carlo Levi» di Matera, che assistono ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 920 (ore 10,45)
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Tiraboschi. Ne ha facoltà.
TIRABOSCHI (FI-BP). Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi senatori, vorrei provare a fare una riflessione aggiuntiva con riferimento al disegno di legge concretezza, per non ripetere quanto ho sentito questa mattina in Aula, in modo particolare negli interventi delle due colleghi Minuto e Toffanin; quest'ultima soprattutto, nella veste di relatrice di minoranza, è stata molto puntuale e precisa nella sua analisi.
Leggendo questo provvedimento sono stata colpita, signor Ministro, dalla sua capacità di fare editing comunicativo. Mi riferisco al termine «concretezza» delle azioni della pubblica amministrazione, che rimanda immediatamente il pensiero alle organizzazioni aziendali, delle quali è tipico. La pubblica amministrazione lo è, in quanto eroga servizi pubblici, e come tutte le organizzazioni, a partire dal top manager, passando all'impiegato, finendo all'operaio e al centralinista, dovrebbe essere gestita prevalentemente con buonsenso, cercando di conseguire anche la massima efficienza, efficacia e produttività dell'azione amministrativa. Tutti termini che vedo ricorrere da almeno trent'anni, a partire dagli anni '90, quando iniziai il mio percorso professionale nella pubblica amministrazione.
È vero, però, che siamo arrivati oggi ad avere una pubblica amministrazione che è poco efficiente, poco efficace e poco produttiva. Questo accade perché le risorse umane, finanziarie e tecnologiche non sono state coordinate dai manager tra loro, attraverso processi orientati al raggiungimento di obiettivi concreti e misurabili.
Cosa mi sarei aspettata da lei, signor Ministro, che è persona della quale ho grande stima, come avvocato penalista, ma che non so se ha un profilo professionale da manager abituato ad organizzare grandi strutture complesse, qual è appunto la pubblica amministrazione? Mi sarei aspettata una serie di interventi e indirizzi sui fattori di successo di un'organizzazione: la scelta della struttura organizzativa più adeguata; il corretto dimensionamento delle risorse all'interno di una struttura; la gestione dei processi; la standardizzazione dei flussi fisici e informativi; le regole di coordinamento tra le risorse, delle quali hanno davvero tanto bisogno i vari dipartimenti dei ministeri e, in generale, della pubblica amministrazione; la gestione dei carichi di lavoro; l'analisi e la rimozione dei vincoli e di tutte le limitazioni; il controllo delle performance e i meccanismi di misurazione e incentivazione; i sistemi di comunicazione e reporting, nonché i processi di miglioramento continuo. In ogni realtà organizzativa di successo, ciascuna di queste variabili, signor Ministro, diventa oggetto di revisione e riprogettazione in funzione dei cambiamenti, dei risultati conseguiti e dei traguardi che si vogliono raggiungere.
Lei potrebbe dirmi che queste mie considerazioni hanno un profilo troppo privatistico. Le dico invece che princìpi e metodi che si utilizzano per impostare correttamente un'organizzazione non cambiano al mutarsi della tipologia di questa, sia essa privata o pubblica, sia che eroghi beni o servizi. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Ciò che deve cambiare, signor Ministro, è il management di questa pubblica amministrazione. Oggi le esigenze di cambiamento sono molto rapide, anche per la velocità dell'innovazione tecnologica, che rischia di travolgere un'organizzazione, se non s'interviene a monte sulle persone, attraverso un loro maggiore coinvolgimento e una maggior motivazione, nelle loro attività, attraverso processi di semplificazione, e nelle competenze, attraverso programmi di formazione costante e continua.
Lei pensi che oggi, proprio per la digitalizzazione, un qualsiasi ragazzo che esce dall'università non si può considerare formato a vita. Quindi, ben vengano le assunzioni di giovani, ma impostate un programma di formazione importante! (Applausi dal Gruppo FI-BP). Andate lì a mettere i soldi.
Signor Ministro, ha valutato quali ricadute hanno in termini di efficacia, efficienza e produttività i 35 milioni di euro che lei investe in sistemi di videosorveglianza e in altri sistemi di cui non voglio parlare, perché mi sembrano veramente poco correttivi della produttività aziendale della pubblica amministrazione? Nelle analisi di valutazione costi-benefici, che oggi vanno tanto di moda in questo Governo, perché le risorse sono decisamente più ridotte rispetto al passato, lei ha guardato alle ricadute che questi 35 milioni di euro avranno su quegli investimenti, piuttosto che sulla formazione?
Signor Ministro, mi sarei aspettata un passaggio dalla cultura del solo rispetto della norma, molto diffusa, a una cultura del dato. Il dato è molto importante nella pubblica amministrazione e non è ancora correttamente messo a sistema, eletto dal management. Questo dato, se fosse adeguatamente analizzato, consentirebbe di introdurre nel contesto organizzativo dei cambiamenti importanti.
Riassumo il mio intervento e mi avvio a concludere. Signor Ministro, sto parlando di un modello di governance più adattivo, più adatto ad affrontare le sfide del futuro e i cambiamenti e non già di un modello di governance tradizionale e convenzionale, che lei ha impostato con una miopia manageriale. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Di questo se ne deve rendere conto e ce ne renderemo conto tutti vedendo che i passi in avanti non arriveranno. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Romagnoli. Ne ha facoltà.
ROMAGNOLI (M5S). Signor Presidente, colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, signor Ministro, il disegno di legge che oggi stiamo esaminando e discutendo è il classico atto che deriva dal «respiro del cittadino». Uso queste parole perché l'argomento su cui è centrato il disegno di legge deriva da una situazione che attraversa il Paese ormai da decenni nel settore della pubblica amministrazione.
Il primo concetto chiave che rende necessario il provvedimento in esame è l'inefficienza della pubblica amministrazione, su cui - purtroppo - potremmo scrivere enciclopedie. Su ciò siamo diventati famosi nel mondo, registi importanti hanno girato film e famose trasmissioni televisive hanno fatto fortuna denunziando comportamenti che possiamo tranquillamente definire incivili e non certo adeguati alla gloriosa storia culturale, civile e sociale del nostro Paese.
Innanzitutto dobbiamo essere consapevoli della situazione in cui siamo finiti e analizzare il perché si è arrivati a un tale stato di percezione negativa della pubblica amministrazione da parte dei cittadini (percezione, peraltro, assolutamente giustificata dai fatti concreti). E sono proprio i cittadini, soprattutto quelli più fragili, a subire le conseguenze più negative del malcostume dilagante che ormai attraversa la pubblica amministrazione da decenni.
Analizzare però non significa fermarsi qui, bensì entrare nel vivo del problema e agire ed è proprio questo che fa il disegno di legge concretezza.
Seguendo questo filo logico possiamo parlare del secondo concetto chiave che caratterizza il provvedimento, ovvero il coraggio, perché si va ad affrontare un problema annoso senza remore, con misure concrete e molto incisive. A questo proposito possiamo citare subito le misure che vanno a colpire l'assenteismo. Il disegno di legge, come molte volte nel passato in simili casi, poteva limitarsi a galleggiare, con una serie di norme inutili a fini pratici e buone soltanto per non creare scontento e malumori. Ma il coraggio è ciò che contraddistingue la nostra azione politica, quella del Governo del cambiamento, ed il vero motivo per cui milioni di cittadini hanno deciso di riporre la loro fiducia in noi. Non avere coraggio significherebbe tradire i cittadini, tutti, indipendentemente dal loro ideale politico. Questo significa pensare al bene del Paese per cercare di renderlo migliore. In tal senso, misure come l'applicazione generalizzata dei sistemi di rilevazione delle presenze in servizio basati su sistemi di verifica biometrica dell'identità possono sembrare esagerati, ma dire questo significa voler rimanere ancorati al vecchio modo di agire della politica, quello della compiacenza, dell'inefficienza, dell'immobilismo, con conseguente declino della concretezza. Noi siamo diversi, lo vogliamo dire ad alta voce, soprattutto con gli atti concreti e il disegno di legge concretezza interpreta perfettamente questo spirito energico e rinnovatore.
Sempre in questa direzione vanno le norme che prevedono misure volte ad assicurare la collaborazione tra il Nucleo della concretezza e l'autorità prefettizia, stabilendo che quest'ultima possa segnalare al Nucleo eventuali irregolarità dell'azione amministrativa degli enti locali e chiederne l'intervento.
Con questo spirito possiamo parlare del terzo concetto chiave, ovvero andare oltre. Il disegno di legge non si limita ad affrontare e a punire il cosiddetto lavoratore assenteista, ma guarda molto più in là, mirando a tutelare la maggior parte dei lavoratori della pubblica amministrazione, quelli onesti, che ogni giorno compiono il loro dovere fino in fondo, con criterio e abnegazione, proprio quelli che purtroppo alla fine vengono penalizzati dal malcostume della minoranza. Verso questa maggioranza di lavoratori il disegno di legge interviene con misure concrete, come la dotazione di fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale pubblico contrattualizzato.
Sempre sul concetto di andare oltre, possiamo fare riferimento ad un altro fondamentale intervento del disegno di legge concretezza, quello previsto dall'articolo 4, recante misure per accelerare le assunzioni mirate al ricambio generazionale della pubblica amministrazione. Esso prevede la possibilità per le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici, di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato, consentendo così, da un lato, di procedere alla copertura di tutti i posti in organico resisi vacanti nell'anno precedente e, dall'altro, di ridurre l'età media del personale dipendente, attraverso l'ingresso di nuove professionalità. Da queste misure discenderanno una più razionale programmazione dei fabbisogni della pubblica amministrazione e nuovi posti di lavoro per i nostri giovani.
Il quarto concetto chiave riguarda produttività e modernizzazione, con l'istituzione, presso il dipartimento della funzione pubblica, del nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, il cosiddetto nucleo concretezza, che avrà il compito di procedere alla rilevazione, anche mediante l'effettuazione di appositi sopralluoghi, dello stato e delle modalità di attuazione dì diposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni, nonché all'individuazione delle eventuali azioni correttive.
Con il disegno di legge concretezza quindi, continua il nostro percorso per restituire al nostro Paese la speranza di un futuro migliore, all'altezza della sua storia, con soluzioni forti, per una Italia che si fondi sul merito, sull'onestà e sulla correttezza. Ma se il provvedimento darà concretezza e innovazione alla pubblica amministrazione, per dare supporto sia ai lavoratori onesti che ai cittadini del nostro Paese, sarà fondamentale la svolta culturale di tutti i cittadini ed affrontare il futuro con nuovi occhi e grande cuore per andare verso un vero cambiamento. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Molte congratulazioni).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha facoltà di parlare il relatore, senatore De Vecchis.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, io ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi e posso dire con certezza che questo è un disegno di legge di concretezza, perché parliamo di lotta all'assenteismo, assunzioni, lotta al precariato, stabilizzazioni
Un provvedimento importante e, signor Ministro, anche coraggioso perché, finalmente, con i controlli biometrici, andiamo a portare delle modifiche importantissime a quelli che sono i riferimenti di un'intera pubblica amministrazione, di tutta quella gente onesta, di tutti quei lavoratori - la maggior parte - che tutti i giorni producono per le nostre città, per le nostre azioni politiche, e non solo. (Applausi dal Gruppo M5S).
Voglio dirlo con certezza. Dopo anni di ingessamento, stiamo portando avanti un intervento importantissimo, ossia il cambio generazionale. Il centrosinistra, che critica la nostra manovra, ha ingessato la pubblica amministrazione per anni. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Lo avete fatto. E noi stiamo portando avanti, con il Governo del cambiamento, iniziative volte a migliorare sia le condizioni di lavoro ma anche, e soprattutto, le attività produttive nei confronti di tutti i liberi cittadini dell'Italia intera. La pubblica amministrazione, infatti, serve l'Italia intera. Noi siamo il Governo del cambiamento: lo stiamo portando avanti con forza e andremo avanti.
Rinnovo i complimenti al presidente Catalfo, al ministro Bongiorno e a tutta la Commissione. Avanti, con coraggio e con forza, per il cambiamento! (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la relatrice di minoranza, senatrice Parente.
PARENTE, relatrice di minoranza. Signor Presidente, non intendo intervenire.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la relatrice di minoranza, senatrice Toffanin.
TOFFANIN, relatrice di minoranza. Signor Presidente, ribadiamo i concetti già esposti ieri. Questo è un disegno di legge che non ha una concreta visione organica della macchina della pubblica amministrazione. Ribadiamo che per il turnover, per creare posti di lavoro nuovi ai giovani, bisogna avere innanzitutto chiare le reali necessità di tutto il comparto della pubblica amministrazione.
Ribadiamo, inoltre, che abbiamo ben chiaro, anche per quanto riguarda l'articolo 5 sui buoni pasto, che non si tratta di pubblici esercizi, nel senso di pubblica amministrazione, ma che, in effetti, una proposta per i privati, in questi che sono comunque provvedimenti eterogenei, poteva starci ed essere di supporto a chi è veramente in difficoltà.
Quindi, noi ribadiamo che questo provvedimento doveva essere un provvedimento con una visione più lungimirante e, soprattutto, doveva seguire il già annunciato disegno di legge sulla semplificazione, perché non si può veramente partire dall'alto per arrivare in basso.
Abbiamo l'onestà di non mettere in difficoltà le amministrazioni con ulteriori obblighi perché questo, di fatto, è quello che sta avvenendo, ma di dare veramente risposte per un efficientamento della pubblica amministrazione che, lo ribadiamo, diventa essenziale per la collettività; infatti ad una macchina pubblica che funziona corrisponde il funzionamento anche di tutto il comparto del privato e significa dare risposte veramente utili a tutti i cittadini. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
BONGIORNO, ministro per la pubblica amministrazione. Signor Presidente, permettetemi intanto di ringraziare il presidente della 11a Commissione, senatrice Catalfo, il relatore De Vecchis e il mio Sottosegretario per il lavoro che hanno svolto con estrema diligenza e soprattutto con passione, perché ciascuno di loro mi ha detto che ha vissuto questo provvedimento anche con adesione interiore ad alcuni princìpi ai quali si ispira.
So che il mio provvedimento è stato molto criticato soprattutto per il nome. Non vi è piaciuto il nome "concretezza". Avrei potuto fare diversamente e comportarmi come fanno tanti Ministri che decidono di chiamare la propria legge col proprio cognome. Forse sarebbe stato più bello dire "provvedimento Bongiorno", essere ricordata per sempre come titolare di un provvedimento, ma ho voluto chiamarlo "concretezza" proprio perché, secondo me, le leggi non devono identificarsi in una persona. Mi è sembrato molto più corretto dare un nome che facesse riferimento al principio che mi ha ispirato.
Un dato con il quale dobbiamo confrontarci - e lo dico per tutti coloro che hanno parlato di questo come di un provvedimento che non dà risultati utili e concreti - è la disomogeneità all'interno della pubblica amministrazione. Tale disomogeneità è talmente spiccata da legittimare l'uso del plurale: dovremmo parlare di pubbliche amministrazioni. Infatti, accanto a realtà veloci, digitalizzate ed estremamente efficienti, ne esistono molte altre che sono indietro, che sono in affanno e che pensano che la digitalizzazione sia un ostacolo e non un'opportunità. Io ho preso le mosse da questa eterogeneità.
Di fronte ad una situazione di disomogeneità, qualsiasi legge generale e astratta non avrebbe alcun tipo di risultato. Ho deciso allora di mettere in campo un Nucleo della concretezza. Qualcuno ha chiesto a cosa servisse questo nucleo dato che già esiste l'Ispettorato. Probabilmente non sono state lette con attenzione le leggi che regolano l'Ispettorato, perché l'inefficienza non deriva necessariamente da una illegittimità o dalla consumazione di reati. L'Ispettorato, come la procura della Repubblica, intervengono quando ci sono delle vere e proprie violazioni, quando ci sono delle illegittimità, quando ci sono reati consumati. Bene, il mio provvedimento non prende in considerazione tutto questo. Credo che sia detto in maniera chiara. Comprendo che le opposizioni facciano le opposizioni, ma vi invito a leggere quello che deve fare il Nucleo della concretezza. Il Nucleo della concretezza interviene proprio laddove c'è quell'incapacità organizzativa che l'Ispettorato non può assolutamente colmare coi propri interventi. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Esiste attualmente una lacuna normativa che viene colmata con il nucleo della concretezza che farà da tutor alle realtà in affanno.
Ho sentito qualcuno chiedere quali possono essere questi problemi. Ho ascoltato tantissimi amministratori locali della Lega, ma anche interventi di altri parlamentari che magari non conosco: li avete evidenziati voi, nei vostri interventi. Io so che al mio Ministero, da quando mi sono insediata, arrivano richieste di aiuto da parte di tutte le realtà amministrative esistenti in Italia, per interpretare leggi che non sono chiare, perché ci sono problemi di cattiva gestione delle risorse umane o sulla disciplina del trattamento economico o in tema di assenze, aspettative, mobilità: tutte questioni che ci chiedono di risolvere. Ma il mio Ministero non può recarsi presso le realtà territoriali e spiegare come si deve fare un registro delle presenze. E ce lo chiedono ogni giorno; i vostri rappresentanti sui territori ci chiedono di mandare qualcuno a spiegare bene la norma sull'autocertificazione. Voi lo sapete che in Italia ci sono funzionari che ritengono di non applicare la norma sull'autocertificazione, che rispondono ai cittadini che si sentono più sicuri a ottenere la certificazione ufficiale? Non si tratta di sentirsi più sicuri: se c'è la norma, occorre applicarla, se serve un chiarimento verremo a darvelo.
Ci sono realtà che non hanno modelli organizzativi e altre realtà, che ho conosciuto, con modelli organizzativi efficienti, straordinari. Sono venuti al Ministero e mi hanno proposto di portare questi modelli organizzativi alle realtà in affanno. Ma non è compito del Ministero: serve un Nucleo, che prenda questi modelli organizzativi, straordinariamente efficaci, e li spieghi, li dia in prestito alle realtà in affanno.
O ci mettiamo in testa che il Paese per ora ha un grande divario da colmare, oppure l'Italia non va da nessuna parte. Il Nucleo della concretezza serve anche per colmare questo divario. Mi rivolgo a tutti quelli che facevano riferimento ai problemi del Meridione. Questo provvedimento serve anche a quelle realtà in affanno.
Per concludere, a chi chiede a cosa serva il Nucleo della concretezza, deve essere data questa risposta: serve a diffondere buone pratiche. A chi chiede se serva, rispondo: ce lo chiedono ogni giorno. A chi chiede quando faremo la semplificazione, rispondo in maniera netta e chiara: questo è un esempio di semplificazione concreta, vanno lì e semplificano. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Sono rimasta stupita da una serie di critiche sui controlli biometrici. Soprattutto, sono rimasta stupita dalle critiche che fondavano il ragionamento sul fatto che si tratterebbe di misure eccessive rispetto a un malcostume. Io mi rifiuto categoricamente di pensare che l'uso improprio del cartellino sia un malcostume: è un reato. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S, e della senatrice Unterberger). Sia chiaro: è un reato. È il reato di truffa aggravata. Ho sentito dire che, però, sarebbe un po' eccessivo controllare. Quando si fa una norma, chiaramente si applica una bilancia, la famosa bilancia della giustizia, con due piatti; non esiste una norma nella quale non si debbano bilanciare due beni. La famosa bilancia della giustizia deve verificare su due piatti cosa pesa di più. Vi chiedo, allora, di fronte all'interesse alla riservatezza e alla privacy, che metteremo sul piatto della bilancia, ritenete più prevalente o meno prevalente l'interesse del collega d'ufficio dell'assenteista, che ogni giorno va in ufficio diligentemente e deve fare il lavoro per sé e per l'altro? Ritenete che in questo bilanciamento di interessi debba prevalere l'interesse alla privacy o l'interesse della collettività, che paga i servizi con le tasse e paga anche l'attività dell'assenteista?
Dovete sempre considerare che non esiste una norma che non debba fare una scelta tra beni protetti. È chiaro che la privacy e la riservatezza sono beni protetti, ma dovete bilanciarli con gli altri beni. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Per me il bene che deve prevalere è la correttezza di chi entra in ufficio. Questo è il bene che deve prevalere.
Vorrei ricordare che quando mi sono insediata ho fatto fare immediatamente dei controlli e dei sopralluoghi dalla Guardia di finanza e dall'ispettorato perché volevo rendermi conto del fenomeno e soprattutto della sua entità. Ho anche fatto una domanda. Ho chiesto se fosse stato possibile introdurre delle misure diverse, ma con lo stesso risultato e ho pensato, all'inizio, che avremmo potuto mettere semplicemente delle telecamere. Sapete quali sono stati i risultati quando ho chiesto di indagare il fenomeno e cioè se era possibile arrivare al medesimo risultato semplicemente con telecamere? Mi è stato risposto che quando ci sono le telecamere davanti il posto di ingresso, il dipendente si mette uno scatolone in testa e utilizza il cartellino per due con lo scatolone in testa, così non viene riconosciuto e truffa ugualmente lo Stato. (Commenti dal Gruppo PD). Vi prego di andare a leggere le sentenze della Cassazione e delle relazioni al riguardo. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
LAUS (PD). Ma va'... Ma dove stiamo?
MALPEZZI (PD). Ma quanti sono?
FERRARI (PD). Un esercito!
BONGIORNO, ministro per la pubblica amministrazione. Quando mi chiedete quanti sono, rispondo che di fronte ad un reato abbiamo il dovere giuridico di intervenire. Fosse uno!
In merito alla problematica che viene sollevata su quanti possono essere questi dipendenti infedeli, vi rispondo con grande nitidezza. Il fenomeno che viene allo scoperto è solo ed esclusivamente, ovviamente, quello che emerge e che viene individuato dalla Guardia di finanza e dai controlli. C'è però un modo per capire se e quanto profondo sia il fenomeno. Molto spesso quando vengono individuate queste che voi definite prassi, ma che per me non sono tali, viene anche trovato un dato molto importante, trascurato dalle opposizioni. La cronicità: le assenze non sono occasionali. Le indagini dimostrano che addirittura ci sono uffici in cui le assenze durano cinque, sei, dieci anni. Ciò significa che è un fenomeno, oltre che grave, cronico; significa che in una pubblica amministrazione allo stremo e senza personale, perché per anni esso è stato tagliato, quello che c'è è dimezzato se la metà, così come è stato provato in molti processi, non entra al lavoro. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Commenti dal Gruppo PD).
Inoltre da molto tempo nessuno ha fatto delle misure che io reputo in realtà il cuore del provvedimento. Ho sentito dire che alla fin fine ci occupiamo di cose marginali; alla fin fine impronte, non impronte, qual è la grande novità? Premesso che io sono orgogliosa della norma sui controlli biometrici (orgogliosa!), credo che il cuore del provvedimento sia un altro. È facilissimo tagliare la pubblica amministrazione perché grazie alla reputazione che essa ha, se io andassi in televisione a dire di aver fatto tagli ai fannulloni, guadagnerei tantissimi consensi e tanti voti per la Lega. Il nostro obiettivo però non era quello di guadagnare consensi, ma di fare ciò che è giusto.
Ricordo che per anni non solo non sono state fatte assunzioni, ma c'è stato il taglio del turnover. Ho sentito dire che tutti hanno fatto il turnover al 100 per cento. Attenzione, il turnover è una norma; guarda caso nello scorso triennio sapete ogni 100 dipendenti usciti, quanti ne entravano? 25. Quindi nello scorso triennio il turnover era al 25 per cento. Qual è la grande novità? Noi avremmo potuto tagliare ancora una volta, come hanno fatto i Governi precedenti. Abbiamo fatto una grande scelta: noi non tagliamo sul personale, noi non tagliamo sulla pubblica amministrazione, noi investiamo.
Il turnover è al 100 per cento, e andate a leggere in bilancio cosa c'è: assunzioni straordinarie. Mai era stata fatta una simile norma in combinato disposto con la norma presente nella legge di bilancio. Questa è una scelta politica importantissima.
BELLANOVA (PD). Brava!
BONGIORNO, ministro per la pubblica amministrazione. Non ho previsto assunzioni massicce per mettere gente dietro le scrivanie; non mi interessa mettere gente dietro le scrivanie. Esiste nel provvedimento una precisa indicazione dei settori strategici nei quali assumere: digitalizzazione, semplificazione, qualità dei servizi, gestione dei fondi strutturali. Quando ci lamentiamo a fine anno perché sono scaduti i termini per impiegare i fondi strutturali, forse non ci chiediamo perché scadono questi termini; scadono perché si devono presentare dei progetti e non sempre è facile presentarli. Ma è chiaro che, se non assumiamo tecnici specializzati, i termini dei fondi strutturali scadranno sempre; diciamocelo chiaramente. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Quando sento dire - scusatemi, faccio un cenno alla giustizia, perché comunque è stato richiamato anche il mio ruolo - che la giustizia è paralizzata e che dobbiamo affannarci a fare norme per la giustizia, sicuramente il ministro Bonafede presenterà un disegno di legge sul processo penale, ma la causa principale della paralisi della giustizia è un'altra. Intanto, ricordatevi che paralisi della giustizia significa che gli investimenti in Italia non arrivano. Poi, ricordatevi che la causa della paralisi della giustizia è dovuta al fatto che negli anni scorsi nessuno si è occupato di mettere dei cancellieri e degli ufficiali giudiziari: alle 14 le udienze finiscono. Saremo noi a riattivare i tribunali, saremo noi a riattivare gli ufficiali giudiziari, i cancellieri, il personale amministrativo. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).. È concreto o no, fare questo? È concreto o no, far ripartire i tribunali? È concreto o no, mettere a disposizione personale che vi fa utilizzare i fondi strutturali? Volete affrontare o no, i termini effettivi di questo provvedimento? (Commenti della senatrice Valente).
Io lo so: non posso convincervi come se fossi in un aula quando si guarda il giudice e si cerca di ottenere ragione, perché voi non potete votare a favore e questo fa parte del gioco.
BELLANOVA (PD). Qui siamo in Parlamento!
PARENTE, relatrice di minoranza. Non deve convincere noi!
PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, non interrompiamo il Ministro.
BONGIORNO, ministro per la pubblica amministrazione. Però quello che voglio dire è questo: ciascuna di queste norme ha una portata innovativa straordinaria e, al contempo, è concreta. Ci sarà la rivoluzione della pubblica amministrazione domani? No, ma finalmente entrerà nuovo personale nei settori strategici e finalmente diremo stop a questi furbetti del cartellino. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Molti senatori dei Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S si levano in piedi. Congratulazioni. Commenti della senatrice Valente).
PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame degli articoli, nel testo proposto dalla Commissione.
Procediamo all'esame dell'articolo 1, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.
MODENA (FI-BP). Signor Presidente, saluto lei e saluto il Governo. L'emendamento 1.1 è molto semplice: è un emendamento soppressivo del Nucleo della concretezza.
Ho ascoltato l'intervento del Ministro e ne approfitto per spiegare brevemente - anche se è stata svolta una serie di audizioni su questo punto, il cui contenuto mi sembrava abbastanza chiaro - perché questo Nucleo non riuscirà nell'intento di rendere omogenea l'amministrazione, nelle inefficienze (che non corrispondono a reati) oppure nelle inadempienze. Il motivo per cui i nostri Comuni, le Regioni e le pubbliche amministrazioni chiedono al Ministero chiarimenti è perché sono paralizzati dalla paura delle responsabilità che possono assumersi, in un mondo in cui basta sbagliare dove metti una penna e ti arriva inevitabilmente la citazione o la denuncia di qualcuno per un qualche ipotetico abuso.
Non conoscere l'impostazione mentale dei dipendenti delle amministrazioni significa poi produrre una cosa come il Nucleo della concretezza, che dovrebbe servire, da quello che ho compreso questa mattina, a dare risposte e a risolvere i problemi. Quello che chiedono i dipendenti e le amministrazioni è semplicemente di avere le spalle coperte.
Se si voleva incidere sulla questione relativa alla disomogeneità, forse questo Governo si sarebbe dovuto interrogare sugli effetti delle cosiddette leggi Bassanini che, dividendo - o volendo dividere - nettamente le responsabilità politiche da quelle tecniche e dirigenziali, hanno prodotto una serie di distorsioni, per cui poi accade che un dirigente o un dipendente di diverso colore politico comunque ostacolerà l'azione degli amministratori e viceversa. Su questo si interviene solo attraverso i premi di produttività che, invece che essere uno strumento incentivante, sono diventati uno strumento di contrattazione tra la parte politica e la parte dei dirigenti. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Non si può, a mio avviso, non capire questo e ritenere che in questa maniera si difenda questa categoria astratta dell'onesto. Lo dico ai colleghi della maggioranza, perché ritengo che il Ministro in cuor suo lo sappia, perché non posso credere che al fondo della sua coscienza non abbia il quadro reale di come è il Paese. Noi non dobbiamo rincorrere un concetto di onestà, che sta solo, signori miei, nelle mani di nostro Signore, ma dobbiamo comprendere quello che è il Paese e sostenerlo, sapendo però che l'uomo, di per sé, è fallace. Dobbiamo avere la capacità di accettarci per quello che siamo e migliorarci nel possibile, perché altrimenti approviamo una serie di provvedimenti che non servono a niente. Il Nucleo della concretezza sarà, a mio avviso, uno strumento di pressione, se ci sono persone spregiudicate, oppure qualcuno che produce delle carte, magari a difesa di qualche dipendente o dirigente che vuole avere le spalle coperte prima di assumere un provvedimento. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, intervengo per illustrare l'emendamento 1.3, che è interamente soppressivo dell'articolo 1. Dobbiamo dire che l'intervento in replica del Ministro non ci ha fugato alcun dubbio, né ha attenuato le perplessità che hanno accompagnato la nostra lettura e le nostre considerazioni critiche sull'articolo.
Diciamo le cose come stanno (e in parte l'intervento della senatrice Modena ha posto in evidenza alcune questioni assolutamente fondamentali): nel migliore dei casi questo Nucleo della concretezza, anche se nel disegno di legge si tengono ferme le competenze dell'ispettorato, sarà un semplice doppione, una sovrapposizione, un esercizio magari di qualche carta che gira. Nel peggiore dei casi, si configura - e questo pericolo noi non possiamo non vederlo - come una sorta di funzione di commissariamento delle diverse amministrazioni, rievocando, ancora una volta, uno degli istituti che certamente ci vengono dalla nascita dello Stato unitario, ma che varie volte si è pensato di modificare. Anche in questo caso, cioè, si prevede il commissariamento, in stretta collaborazione con le prefetture, quindi sotto il Ministero dell'interno.
Vorrei porre una domanda al Ministro, che forse non ci potrà rispondere perché è già intervenuta, ma per capire meglio. Pensate davvero che le questioni, che sono tante e complesse - il Ministro ha fatto bene a parlare di tante pubbliche amministrazioni - possano in qualche modo essere affrontate e risolte con questo Nucleo della concretezza o addirittura mettendole sotto la supervisione delle prefetture? Francamente, noi non solo non ne siamo convinti, ma ancora una volta penso che stiamo girando intorno ai problemi, che sono moltissimi. Penso ad esempio alla sovrapposizione delle leggi, che si sono succedute in questi anni, tra cui anche le cosiddette leggi Bassanini, e penso anche a cosa è diventato intervenire nella pubblica amministrazione e alle difficoltà di mandare avanti gli appalti, perché molto spesso si ha paura di assumersi delle responsabilità.
Abbiamo certamente la necessità di intervenire, ma non attraverso strumenti che - torno a ripeterlo - rischiano, nel migliore dei casi, di essere dei doppioni e, nel peggiore dei casi, di peggiorare la situazione. Alla fine, cosa diventeranno? Potranno servire come supporto di parere? Come fa un nucleo di tal fattezza, ad esempio, a mettere in circolo le buone pratiche? Come può introdurre elementi di miglioramento e di innovazione? Questo, francamente, anche durante la discussione in Commissione e nella replica - o nell'arringa - del Ministro, ci è sfuggito totalmente.
Certamente abbiamo il problema della carenza di personale e quindi, ovviamente, vediamo bene la questione del turnover. Dobbiamo però anche capire esattamente come indirizzare la pubblica amministrazione, su quali professionalità, come facciamo ad immettere davvero innovazione ed efficienza e a rimodernarla.
Concludendo, voglio citare un altro problema. La nostra Costituzione, come il Ministro sa perfettamente, dà un ruolo fondamentale alla pubblica amministrazione e anche alla sua imparzialità e terzietà. Questo è l'elemento su cui ancora dovremo lavorare e invece questo Nucleo della concretezza, ancora una volta, secondo me, mette proprio in discussione l'imparzialità e la terzietà, attraverso una forma di commissariamento. (Applausi dal Gruppo Misto).
PRESIDENTE. Invito i colleghi a lasciare liberi i banchi del Governo. La ringrazio, senatore Romeo.
PATRIARCA (PD). Signor Presidente, signor Ministro, mi permetto soltanto di proporle alcune considerazioni, la prima delle quali è quella della cortesia. Signor Ministro, lei ha ringraziato la presidente dell'11ª Commissione Catalfo, che ringrazio anch'io pubblicamente del lavoro svolto e ha ringraziato il relatore della maggioranza - sono qui, Ministro! - ma le assicuro che la passione civile a cui ha fatto riferimento è stata garantita anche dalle persone che siedono ai banchi dell'opposizione. Quindi le chiedo ogni tanto di ricordarsi che è Ministro della Repubblica e che questa democrazia vive anche delle opposizioni. (Applausi dal Gruppo PD). Signor Ministro, è un gesto anche solo di buona educazione: si ringraziano anche le opposizioni. Le assicuro che in queste giornate di lavoro - lei non era presente, era presente il suo Sottosegretario - abbiamo svolto il nostro compito con passione civile, non facendo ostruzionismo e proponendo miglioramenti al suo disegno di legge.
Faccio una seconda annotazione: lei fa bene, signor Ministro, a non dare il nome a questa riforma. Ha ragione, è una riforma del nulla e quindi è giusto che lei non metta il suo nome su questa riforma. Accolgo dunque la sua sollecitazione.
Passo ad una terza considerazione: signor Ministro, lei ha svolto un intervento che per certi versi condivido e ha illustrato gli scenari che vorrà percorrere nei prossimi mesi: ma queste cose non sono scritte nel testo. Lei sta evocando scenari e proposte che non sono scritte nel testo.
Io la invito nuovamente a quell'esercizio, a quella virtù politica, a lei credo molto cara, che è il principio di realtà: dire cose che hanno riscontro, soprattutto qui in Parlamento, nelle cose scritte nel disegno di legge. Se non c'è questa concordanza, stiamo vendendo - mi permetta la battuta - un po' di fumo. Io mi attendo che lei faccia una proposta vera di riforma della pubblica amministrazione - chissà tra quando - e di questo parleremo quando sarà ora.
Principio di realtà, signor Ministro. Lei parla di Nucleo della concretezza; io le rammento il principio di realtà: 53 persone, signor Ministro, a cui lei affida tutto lo scibile possibile dell'innovazione della pubblica amministrazione. Lei attiva funzioni poliziesche, signor Ministro, mi permetta di dirlo. L'articolo 1 discetta sulle procedure, prevede verbali a cui si deve rispondere entro tre giorni. I verbali vengono inviati dopo le visite ispettive: non è scritto nel testo, ma sono visite ispettive, no? Sono verbali che vengono inviati persino al Ministro dell'interno: oltre che alla Corte dei conti, legittimamente, oltre che al suo Ministero, vengono inviati al Ministro dell'interno. Le chiedo allora: con questo Nucleo della concretezza, questa propensione al miglioramento e al sostegno degli onesti, cosa c'entra il Ministero dell'interno, visto che questa funzione la svolge l'Ispettorato per il lavoro? (Applausi dal Gruppo PD).
C'è una contraddizione, signor Ministro, che voi avete annotato nel testo e che è stata annotata anche in un ordine del giorno della maggioranza, dove si rende evidente a questo tema. Peccato che lei ribadisca che la sovrapposizione non ci sia.
Signor Ministro, lei ha valutato anche l'effetto del provvedimento del Nucleo della concretezza sugli enti locali? Lei ha addirittura introdotto una norma che prevede che il prefetto intervenga nell'attività delle pubbliche amministrazioni, ma le pubbliche amministrazioni hanno già il loro controllo, hanno già i segretari; abbiamo la giustizia amministrativa. I prefetti caricati di ulteriore compiti: vengono coinvolti anche nell'organizzazione della pubblica amministrazione.
Signor Ministro, mi sta ascoltando?
BELLANOVA (PD). No, parla al cellulare.
PATRIARCA (PD). Non mi sta ascoltando, Ministro.
PRESIDENTE. Prego il Governo di prestare attenzione al dibattito.
PATRIARCA (PD). Signor Ministro, lei non ha risposto a questa annotazione fatta ieri in discussione generale, quindi le chiedo (e per cortesia mi risponda): cosa c'entrano i prefetti riguardo al controllo delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali? Si va a colpire un principio a lei molto caro. Lei appartiene alla Lega, contro Roma ladrona, contro il centralismo burocratico, e introduce un'altra variante: chiama all'appello i prefetti. Ma, mi consenta, cosa c'entrano i prefetti? E cosa c'entra il Ministro dell'interno nell'attività ispettiva? A questo le chiedo di rispondere. (Applausi dal Gruppo PD).
Infine, signor Ministro, perché ogni tanto non si prova a dire quello che lei ha detto e ribadito: ci sono gli onesti. Giustamente se ripete questa parola: «onestà, onestà». Ecco, i 3 milioni di cittadini attualmente impiegati nella pubblica amministrazione sono onesti. Allora, invece di colpire giustamente, come dice lei, e pesantemente i disonesti, ogni tanto dica qualcosa di positivo agli onesti, che sono numerosi nella pubblica amministrazione e che non si meritano questo articolo 1, di cui noi chiediamo la soppressione. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti si intendono illustrati.
Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.
FANTINATI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.1.
CIRIANI (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIRIANI (FdI). Signor Presidente, intervengo sollecitato dalla replica del Ministro alla discussione generale, soprattutto incentrato sui temi che si discutono all'articolo 1. Le riconosciamo, signor Ministro, sicuramente la buona volontà di cercare di mettere un freno a quello che non è soltanto un malcostume, ma è un vero e proprio reato penale e cioè: l'assenteismo. Dubitiamo però che, al di là della buona volontà dei proclami e anche della retorica che abbiamo ascoltato in quest'Aula, questo sia il provvedimento concreto in grado di realizzare i suoi propositi e per un motivo molto banale: perché non ci sono i soldi, innanzitutto per i piccoli Comuni e le piccole realtà, per predisporre quanto avete in mente.
Vede, signor Ministro, il problema della concretezza e dell'efficienza della pubblica amministrazione non dipende dal fatto che chi deve andare a lavorare vada a lavorare. Il problema è poi far lavorare queste persone, perché la domanda che le rivolgo e rivolgo ai colleghi e alle altre persone che hanno avuto, come me, una qualche responsabilità amministrativa a livello locale, è: com'è possibile che i dirigenti pubblici non si accorgano e non si siano accorti che mancavano 10, 20 o 50 persone nei loro uffici? Il problema è questo, cioè che il pesce puzza dalla testa, signor Ministro. Il problema è che la dirigenza pubblica non si è accorta che mancavano le persone che dovevano mandare avanti la pubblica amministrazione in questo Paese. Questo è lo scandalo. Per cui, come fece il ministro Brunetta, si possono anche mettere i tornelli, si può anche garantire la presenza fisica delle persone negli uffici, ma il problema poi è: chi sorveglia queste persone affinché facciano il loro dovere? Chi misura la loro efficienza e il lavoro svolto? Il Nucleo per la concretezza? Ho molti dubbi, signor Ministro, che questo possa avvenire.
In un ufficio privato, e sicuramente avviene anche nel suo studio professionale, se manca una persona per più di due giorni (non venti persone per un mese) sicuramente succede qualcosa: scatta un campanello dall'allarme, qualcuno se ne accorge e si mette nelle condizioni di porre rimedio all'efficienza che il suo ufficio deve garantire, perché siamo all'interno di un amministrazione privata. All'interno del pubblico tutto questo - glielo posso garantire - non succede.
Quello che manca in questo decreto concretezza sono risposte legislative a questi problemi, non la rincorsa retorica alle misure biometriche per garantire che i titoli dei giornali possano dire che da domani mattina per entrare in ufficio si deve mostrare il volto, le dita e tutto quello che è possibile. Il problema è capire se, alla fine, questo disegno di legge, con il Nucleo di valutazione, che costerà 4 milioni di euro, secondo me spesi molto male (alla faccia della concretezza), sarà in grado di dire a un dirigente incapace o assenteista: da domani mattina tu stai a casa; da domani mattina sei licenziato. Questo avverrà, signor Ministro? Glielo chiedo; mi dia una risposta.
Il Nucleo di valutazione che deve controllare il comune x, dove c'è l'assenteismo, dove le pratiche non vanno avanti e dove in tema di pagamenti della pubblica amministrazione - di cui abbiamo parlato ieri - i termini sono 360 giorni (non 30 giorni), alla fine sarà in grado di dire a questo dirigente: da domani mattina ti cerchi un altro lavoro? Altrimenti questo non è concretezza, ma soltanto fuffa e retorica. La concretezza è un'altra cosa. (Applausi dai Gruppi FdI e FI).
VITALI (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITALI (FI-BP). Signor Presidente, annuncio il voto favorevole a tutti gli emendamenti soppressivi dell'articolo 1 per un motivo molto semplice: ci aspettavamo dal Governo del cambiamento che vi fosse un'inversione di tendenza nella costituzione di nuovi organismi. Si creano organismi su organismi, poi chiaramente creeremo un altro organismo di controllo che dovrà controllare il Nucleo della concretezza. Pensavamo che questo Governo volesse limitare e razionalizzare le organizzazioni, le istituzioni, procedendo soprattutto ad una delegificazione.
Vede, signor Ministro, non si sentiva il bisogno di questo Nucleo della concretezza, perché nel nostro ordinamento era già previsto l'Ispettorato, all'articolo 60, comma 6, del decreto legislativo n. 175 del 2001. Sarebbe stato sufficiente potenziare il numero e i poteri delle persone che vi lavorano, per andare avanti su tale presupposto.
Il problema non è dare o no il nome ad una legge - e oggi abbiamo preso atto che lei non è affetta da narcisismo legislativo - ma fare leggi efficaci, che producano gli effetti che vogliono raggiungere. Se quindi questo disegno di legge della concretezza - che, sotto il profilo lessicale, si presenta in una maniera molto affascinante e intrigante - dovesse avere lo stesso effetto del decreto dignità (che, invece di creare posti di lavoro, sta creando disoccupazione), al posto dell'ottimizzazione avremo l'affondamento della pubblica amministrazione. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.1, presentato dalla senatrice Modena e da altri senatori, identico agli emendamenti 1.2, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori, e 1.3, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.5, presentato dal senatore Damiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
BALBONI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BALBONI (FdI). Signor Presidente, desidero segnalare di aver votato in senso contrario a quest'ultimo emendamento, ma la mia scheda non ha funzionato (infatti, sul display compare la scritta «capovolgere la scheda»); nella precedente votazione, invece, aveva funzionato.
PRESIDENTE. Ne prendiamo nota e chiedo ai tecnici di intervenire tempestivamente.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.6, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 1.8.
LAUS (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAUS (PD). Signor Presidente, con questo emendamento parliamo del piano triennale: chiediamo di sopprimere la lettera a), al comma 2, e ne trasferiamo - o comunque ne restituiamo - la competenza all'Ispettorato della funzione pubblica, anziché al Nucleo concretezza.
Colgo l'occasione per dare una risposta al Ministro: il presupposto di base di un provvedimento che si chiama concretezza dovrebbe essere la correttezza, cioè entrambi dobbiamo fare riferimento al testo scritto, come giustamente diceva il senatore Patriarca. (Applausi della senatrice Malpezzi). Non può lei, che è anche una fine giurista, dirci che l'Ispettorato presso la funzione pubblica ha solo ed esclusivamente competenza di rilievi penali, così come avviene per la procura della Repubblica. Non è così, perché dall'Ufficio studi le scrivono, precisamente, che «l'Ispettorato vigila e svolge verifiche su: le conformità dell'azione amministrativa ai principi d'imparzialità e buon andamento; l'efficacia dell'attività amministrativa, con attenzione alla semplificazione delle procedure». E che «a conclusione degli accertamenti, gli esiti delle verifiche svolte costituiscono obbligo di valutazione, ai fini dell'individuazione della responsabilità». Almeno raccontateci la verità: queste sono le competenze dell'Ispettorato presso la funzione pubblica, non è una procura della Repubblica. Lei sa cosa significa buon andamento, lei sa cosa significano efficacia e imparzialità della pubblica amministrazione e lei oggi non ci può dire altre cose. (Applausi dal Gruppo PD).
Ministro, con questi sei articoli non può pensare di dire, così come è stato detto dai relatori, che viene «immediatamente» consegnato alla pubblica amministrazione un riordinamento complessivo. Non è così e, allora, le do un suggerimento: fintanto che non si passa nel nostro Paese, per la pubblica amministrazione, a una contabilità economica, patrimoniale e analitica per centri di gestione, così come l'Unione europea ci chiede di attuarla entro il 2020 o, al massimo, entro il 2025, noi non faremo alcun passo in avanti. Fino a quando una pubblica amministrazione non avrà la possibilità di comparare una massa salariale rispetto a un'altra pubblica amministrazione non faremo passi in avanti: a parità di utenze, un ufficio tecnico di un Comune che eroga servizi a 30.000 abitanti non può costare di più rispetto allo stesso ufficio tecnico di un altro Comune che deve prestare servizio per gli stessi abitanti. La pubblica amministrazione deve intervenire, con i dirigenti e quel Nucleo di cui lei parla, per capire le motivazioni che inducono un'amministrazione a essere più deficitaria rispetto a un'altra amministrazione. Altro che Nucleo di concretezza!
Per quanto riguarda i prefetti, ricordo ai colleghi che volevate abolire le prefetture e oggi date pieno potere ai 53 sceriffi e alle prefetture. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.8, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori, fino alle parole «lettera a)».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.9.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.10, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori, sostanzialmente identico all'emendamento 1.11, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.14, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto comprensivo «Italo Calvino», di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 920 (ore 11,55)
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.15, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.300, presentato dalla senatrice Malpezzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.19 (testo 2).
PARENTE (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PARENTE (PD). Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del Gruppo sull'emendamento 1.19 (testo 2), ricordandone il contenuto.
La proposta dà una delega al Governo, quindi pro tempore al ministro Bongiorno, sulla semplificazione dei controlli nelle amministrazioni territoriali e quindi fornisce degli indirizzi di delega. L'emendamento è stato frutto della ricchezza di proposte dei circa 8.000 Comuni italiani che sono sottoposti a numerosi controlli, producendo così una burocrazia difensiva e perdendo tante energie che potrebbero mettere al servizio dei cittadini e delle cittadine, atteso che proprio l'ente locale è quello più prossimo alla nostra vita quotidiana.
Votando contro l'emendamento 1.19 (testo 2), come la maggioranza ha annunciato, noi non mettiamo davvero mano al tema principale della pubblica amministrazione, cioè la semplificazione dei controlli e la semplicità della vita dei cittadini. Infatti, come hanno detto i colleghi, non c'è dubbio che questa semplificazione è ancora più necessaria, perché il cosiddetto Nucleo per la concretezza è un ulteriore organismo di controllo: smettiamola di usare la parola tutor, che ho sentito dire in questi giorni, perché non è un tutor. Come ben ha detto il collega Patriarca, nella normativa c'è una dicitura che è letteralmente di sovrapposizione all'Ispettorato, quindi noi ci atteniamo alla norma.
Inoltre, signor Ministro, lei fa un po' di confusione, perché questo Nucleo della concretezza deve andare a spiegare, con 53 persone, come si fa un'autocertificazione alle quasi 10.000 amministrazioni che noi abbiamo, di cui 8.500 sono enti locali e regionali. Io rivolgo un invito alla concretezza, al principio di realtà: come fanno 53 persone ad andare in 10.000 enti locali e spiegare quello che lei dice? Per questo c'è quello che le avevamo proposto, cioè un grande piano di formazione del personale, dei dipendenti della pubblica amministrazione. (Applausi dal Gruppo PD).
FLORIS (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FLORIS (FI-BP). Signor Presidente, annuncio il voto di astensione del Gruppo di Forza Italia sull'emendamento in esame.
Ci sono delle considerazioni da fare a proposito dello stesso nucleo, il quale è istituito con una dotazione di fondi che a noi sembra insufficiente per provvedere ai trasferimenti e alle trasferte verso le varie amministrazioni che, come ha detto il Ministro, richiedono un aiuto o un chiarimento. Peraltro, questo trasferimento dovrebbe avvenire con l'Ispettorato di vigilanza, in tanti casi dovrebbe coinvolgere anche i prefetti e riteniamo che le spese per il funzionamento dello stesso siano sicuramente sottostimate. Analizzando il testo, vedremo inoltre che anche altre spese e dotazioni di fondi sono previste, secondo noi, con grande superficialità, perché le poste economiche inserite nel testo sono sicuramente da considerare superficiali, vista la portata di quanto previsto.
BERTACCO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERTACCO (FdI). Signor Presidente, vorrei intervenire per annunciare il voto favorevole del Gruppo Fratelli d'Italia sull'emendamento in esame, ma soprattutto per cogliere l'occasione di ricordare al ministro Bongiorno che su questo argomento, più di un mese fa ormai, ho presentato un'interrogazione in merito a un'ispezione fatta presso il Comune di Verona dai servizi ispettivi di finanza pubblica, che praticamente per due mesi ne ha bloccato l'operatività.
Credo quindi che sia particolarmente importante che diate un parere una volta tanto favorevole. In un disegno di legge che chiamate «concretezza» in cui richiamate «l'efficienza» credo che questi due termini vadano rapportati con il modo di comportarsi che hanno gli ispettori quanto escono. Ripeto, non c'è alcuna volontà di impedire un'agevolazione dei controlli anche perché la legge sulla trasparenza prevede la pubblicazione sul sito del Comune dei tantissimi documenti che vengono richiesti. Delle volte, con un po' di buon senso e con la volontà di collaborazione, si potrebbero evitare tanti problemi. Ma forse, a questo punto, approvando questo emendamento si riuscirebbe a risolverli in maniera definitiva, dando agli enti locali la possibilità di produrre la documentazione in tempi possibili e, soprattutto, immaginando che durante il giorno si svolgono anche altre attività. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.19 (testo 2), presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 1.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 2, sul quale sono stati presentati emendamenti che invito i presentatori ad illustrare.
PATRIARCA (PD). Signor Presidente, noi dichiariamo sin da ora la contrarietà all'articolo 2: lo abbiamo dichiarato anche in Commissione e lo abbiamo dichiarato in discussione generale. Ovviamente, lo dico ancora una volta rivolgendomi al Ministro, certamente non perché siamo favorevoli o sosteniamo l'assenteismo. Ci mancherebbe altro!
L'assenteismo c'è; è un dato preoccupante, che va combattuto, ci mancherebbe altro. Ma il punto, signor Ministro, ancora una volta è l'approccio, il punto di vista che lei ha scelto per partire e declamare il rinnovamento della pubblica amministrazione. Non si può partire dai furbetti. Se si vuole parlare di pubblica amministrazione, se si vuole parlare di buone pratiche, signor Ministro, bisogna parlare e investire sulle persone oneste. Decidere di partire, come primo segnale di questo Governo, dai furbetti, vuol dire avere un punto di vista e una prospettiva, rispetto all'attività dei tre milioni di dipendenti della pubblica amministrazione, pregiudizialmente negativa.
L'antropologia che qui viene proposta è una antropologia negativa. Infatti, se io penso che tutti i dipendenti della pubblica amministrazione siano quasi tutti un po' disonesti (i cosiddetti furbetti, appunto), è chiaro che io produrrò una normativa coerente con questa visione. Noi pensiamo, invece, che la pubblica amministrazione (fatta da 3.200.000 persone) sia composta nella stagrandissima maggioranza di persone oneste.
Signor Ministro, io vengo dalla pubblica amministrazione. Sono un insegnante, ma sono stato anche preside e, quindi, conosco i furbetti; conosco, però, anche quel 99 per cento del personale del mio istituto (un istituto tecnico) fatto di persone oneste. E la mia azione di preside era orientata a sostenere le persone oneste, a far sì che potessero lavorare bene e, ovviamente, a combattere i furbetti.
La proposta dell'articolo 2, sostanzialmente, dice: benissimo, visto che questo mondo è fatto di furbetti, si introducono ulteriori controlli: videosorveglianza e verifica delle impronte. Signor Ministro, mi permetta di dirglielo: lei ha fatto un passaggio un po' azzardato, banalizzando le notazioni che il Garante per la protezione dei dati personali ci ha comunicato. Noi lo abbiamo audito, abbiamo la comunicazione del Garante dove ci dice che il principio di proporzionalità va garantito e che strumenti come questi vanno utilizzati quando proprio non si può fare altrimenti, perché la tutela della privacy è un valore costituzionale, un valore garantito dall'Unione europea e quindi l'attenzione al loro uso va tenuta in debita considerazione perché siamo ancora uno Stato di diritto, siamo ancora uno Stato fatto di cittadini, come dite voi, dove la tutela della mia privacy e la possibilità di essere libero va garantita.
Le chiedo, Ministro, da chi verranno gestite le banche dati? L'articolo 1 del testo al nostro esame è molto attento e vi si dettaglia tutto: il nucleo della concretezza viene dettagliato e persino la norma secondaria è già scritta nell'articolo 1. Invece nell'articolo 2 non si dice tanto di più, non si dice cosa si farà, chi farà questa operazione, chi controllerà, dove verranno depositate le impronte, chi gestirà queste banche dati. Gradirei conoscere il suo pensiero e il suo parere.
Infine, Ministro, abbiamo contezza dei costi? Vorrei sapere qualcosa anche a sull'investimento previsto su questo fronte dell'articolo 2, sempre per parlare del principio di realtà, Ministro, perché io gradirei che lei si mantenesse all'interno di tale principio che è un valore della politica. Noi siamo chiamati a misurarci sulla vita delle persone. Io posso sognare un mondo molto più felice di questo ma da legislatore devo dire cosa fare e deve essere qualcosa di sostenibile, qualcosa di realistico. Le domando, Ministro: 35 milioni per attivare questo sistema di controllo saranno sufficienti? È una battuta, una forma di ironia, oppure si obbligheranno le pubbliche amministrazioni e gli enti locali a dover spendere soldi e risorse per controlli biometrici? È questa la prospettiva?
La invito ad una lettura che credo sia molto utile, Ministro. Un economista napoletano, Antonio Genovese (che forse lei conosce già), nel 1750 proponeva una prospettiva un po' diversa e diceva che se vogliamo fare bene a questo Paese piuttosto che colpire i viziosi, che comunque vanno colpiti, dovremmo provare ad investire sui virtuosi. È questa la prospettiva che noi abbiamo in qualche modo cavalcato e cercato di animare nella precedente legislatura, che viene smentita con questo disegno di legge. (Applausi dal Gruppo PD).
TOFFANIN (FI-BP). Signor Presidente, siamo certamente e sicuramente a favore del contrasto all'assenteismo che, signor Ministro, riteniamo una grande truffa - e Forza Italia lo ha dimostrato per prima - che danneggia l'economia e l'immagine del Paese.
Lei, Ministro, ha detto una cosa che condivido: ha rilevato l'eterogeneità e la disomogeneità della macchina dell'amministrazione pubblica ma non ne ha tenuto conto. Imponete questi dispositivi a tutta la pubblica amministrazione, fino al più piccolo dei Comuni. Abbiamo quindi voluto sottolineare con questo emendamento che invece si dovevano porre dei limiti e implementare l'obbligo di questi dispositivi laddove fosse stato veramente necessario, laddove fosse già stato riconosciuto un assenteismo molto forte. Infatti, ripeto, obbligare tutti i Comuni, anche quelli più piccoli con due o tre dipendenti, significa gravare sulle casse di quei Comuni che non hanno a disposizione le risorse, perché voi non le prevedete a livello di finanza pubblica, neppure per mettere in sicurezza le proprie scuole. Quindi, Ministro, questo era il nostro intento: usare misure di contrasto in maniera efficiente ed efficace laddove servono veramente. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 12,10)
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, abbiamo presentato vari emendamenti all'articolo 2, cercando di entrare nel merito. Si tratta di emendamenti che tendono a eliminare quelle che riteniamo le parti più negative dell'articolo stesso.
In primo luogo, i cosiddetti furbetti sono veri e propri mascalzoni (già la parola «furbetti» a me non piace), perché danneggiano l'interesse pubblico. Lei, Ministro, ha fatto bene a ricordare che è certamente un reato, ma mi insegna, come altri autorevoli colleghi in quest'Aula, che la responsabilità penale è assolutamente personale. Lei, in questo modo, sta creando una specie di reato associativo generalizzato - e mi sembra che anche i suoi successi nei tribunali derivino spesso dalla contestazione di reati associativi - perché, per la responsabilità di pochi, che compiono reati e danneggiano l'interesse pubblico, il risultato sarà quello di dare un'etichetta a tutti i dipendenti pubblici. Questo non è assolutamente tollerabile.
Lo strumento che viene utilizzato, tra l'altro in modo generalizzato, pone tantissimi problemi e nei fatti non risolve la questione di come far lavorare meglio la maggioranza dei dipendenti pubblici, che certamente non utilizzano né scatoloni, né scatolette, ma cercano di fare il loro dovere. Lo sforzo doveva quindi essere quello di migliorare, di garantire efficienza, di fare in modo che quando i dipendenti sono a lavoro, anche se timbrano regolarmente, producano per l'amministrazione pubblica e tale risultato non si raggiunge con la rilevazione delle impronte come metodo generico e generalizzato per tutte le amministrazioni; penso ai piccoli Comuni, che avranno al limite due o tre dipendenti.
In questo modo state, di fatto, spalmando la responsabilità penale personale su tutta la platea dei dipendenti pubblici. Questo credo non sia un modo per garantire davvero l'efficienza della pubblica amministrazione e la tutela dell'interesse pubblico. Le generalizzazioni e le applicazioni a tappeto non vanno mai bene. Vorrei anche ricordare che i servizi sono anche molto diversi e di questo non si tiene assolutamente conto. Per tutti questi motivi credo che sarebbe stato saggio intervenire, invece, in modo più chirurgico.
Aggiungo una sottolineatura che anche il Garante per la privacy, durante le audizioni, ha messo in evidenza. Vi è un aspetto che non ci è dato sapere: chi conserverà e gestirà questi dati, che sono sensibili, come sapete perfettamente? In tutti questi mesi abbiamo passato il tempo a firmare liberatorie per la privacy su qualsiasi cosa ci fosse sottoposta. La domanda è rimasta senza risposta: chi sarà il custode di questi dati sensibili? Come saranno gestiti? Lei, signor Ministro, comprende perfettamente con quale delicatezza si debbano maneggiare questi dati.
Mi consenta, infine, una battuta. Se il tempo per l'attuazione della norma sui rilievi biometrici sarà analogo a quello per la carta di identità elettronica, chissà per quanto ancora potremo dilettarci con la questione. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).
FLORIS (FI-BP). Signor Presidente, apprendo questa mattina dalle dichiarazioni del Ministro che, da garantista, ha assunto un atteggiamento assolutamente giustizialista. (Applausi della senatrice Malpezzi). E di più mi stupisce quando dice che fosse anche uno il dipendente che utilizza in maniera impropria il cartellino per giustificare la sua presenza, dovremmo intervenire.
Signor Ministro, a me pare che bisogna sempre tener conto del concetto di proporzionalità dell'intervento che viene richiesto. In merito a tale criterio il provvedimento da lei assunto nel disegno di legge è stato dichiarato ultroneo; non è stato però dichiarato ultroneo dal Gruppo Forza Italia, il quale peraltro è assolutamente d'accordo nel condannare i furbetti del cartellino che per primi screditano i colleghi e la pubblica amministrazione. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Siamo fermamente convinti della necessità di un'azione forte, da realizzare però con misure proporzionate. La Corte dei conti dichiara allora questa misura ultronea. Lo stesso Garante della privacy pone alcuni dubbi sulla sostenibilità del sistema dal punto di vista della garanzia che bisogna dare non solo sul dato della presenza, ma in merito al trattamento dei dati che può essere svolto successivamente.
Mi sembra allora che il provvedimento, che merita grande attenzione, sia veramente ultroneo. Dico inoltre che non è definito bene l'aspetto economico: 35 milioni di euro per 10.000 sedi della pubblica amministrazione che ricorrono a questo sistema (Applausi dal Gruppo FI-BP), che producono un costo per la sua applicazione e successivamente per il controllo del suo buon funzionamento e il trattamento dei dati, mi sembra che siano veramente pochi rispetto alle strette necessità. Peraltro viene detto anche in un emendamento che quei 35 milioni di euro probabilmente devono essere integrati con i fondi delle amministrazioni. Penso soprattutto alle piccole amministrazioni, che sono già in difficoltà economica e che dovranno ulteriormente sobbarcarsi dei costi per impianto, funzionamento e controllo di questi sistemi, che sono anche sofisticati e possono essere anche oggetto di hackeraggio. Pertanto questi sistemi non ci danno una garanzia assoluta di funzionamento, ma sono e potrebbero essere sottoposti anche a manomissioni interne o esterne.
Ministro, un provvedimento di questo genere è adatto a chi non vuole condannare i pochi furbetti o mascalzoni che usano in maniera impropria il cartellino per sé o per altri; esso crea discredito nella pubblica amministrazione e prima di introdurlo bisognerebbe non lasciarsi andare a facili affermazioni, come: basterebbe solamente un colpevole per condannarli tutti. No, questo non lo possiamo permettere. Siamo e rimaniamo ancora garantisti. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti in esame.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2.
FANTINATI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.1, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.2, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.3, presentato dalla senatrice Toffanin e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalla senatrice Modena.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 2.7, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori, fino alle parole «dell'istruzione».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 2.6.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.8, presentato dai senatori Laus e Patriarca.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.9, presentato dai senatori Iannone e Bertacco.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 2.300 è inammissibile.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.10, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.11 (testo corretto), presentato dal senatore Floris e da altri senatori, identico all'emendamento 2.12 (testo corretto), presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.16, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori, identico all'emendamento 2.15, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.17, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.301, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.25, presentato dal senatore Floris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.18, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.20, presentato dai senatori Patriarca e Laus.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.21, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.23, presentato dalla senatrice Modena.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.302, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.303, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 2.26, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori, fino alle parole «presente articolo».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 2.27.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.28.
LAUS (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAUS (PD). Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo che la polizia locale non sia destinataria della norma in esame. E lo facciamo, a maggior ragione, dopo aver ascoltato l'intervento del Ministro, che giustamente ha riconosciuto che la pubblica amministrazione non è un comparto omogeneo ma è composta da settori ben specifici. Quindi lei lo sa, signor Ministro.
Prendo come esempio le specificità della polizia locale, un corpo e un comparto dove è richiesta flessibilità, dove sono richiesti via radio interventi urgenti, dove vi sono i GPS nelle auto; questa è sicuramente una tipologia di servizio diversa da quella dell'infermiere, del dipendente di un ufficio tecnico, del medico o del centralinista. Invece, con questo articolato, trattate in modo omogeneo l'intervento nel comparto della pubblica amministrazione.
Vede, signor Ministro, per valorizzare le risorse umane sono indispensabili alcuni passaggi. Chi viene dal mondo privato sa che non è con la repressione che si ottiene il massimo del profitto e sa anche benissimo che la presenza fisica non equivale alla produttività. Sono due concetti diversi. Per valorizzare le risorse umane, è necessario applicare tre princìpi, il primo dei quali è la consapevolezza (il dipendente deve essere consapevole del suo ruolo), il secondo è la motivazione e il terzo sono gli obiettivi (perché si lavora per obiettivo).
Faccio ancora un altro appunto, Ministro. C'è una differenza tra i furbetti del cartellino, che pongono in essere questo comportamento riprovevole, e che a mio avviso sono dei veri truffatori a danno di tutta la categoria, e l'assenteismo. Sono due cose diverse, perché oggi 400, 500 o 1.000 persone possono mettersi in malattia quando magari effettivamente potrebbero andare a lavorare perché non ci sono proprio tutti i presupposti per stare a casa, e voi confondete l'assenteismo truffaldino con l'altro tipo di assenteismo ordinario. Una persona come lei non può assolutamente permettersi di fare queste confusioni. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Mi scusi senatore Laus, fermo restando che il parere è stato espresso, non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra di ricordare che in uno dei filmati l'uomo che timbrava in mutande fosse un vigile.
LAUS (PD). Ma non tutti i vigili, uno. Questa è la differenza culturale.
PRESIDENTE. Me lo auguro.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.28, presentato dai senatori Laus e Patriarca.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.29, presentato dalla senatrice Modena.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.30, identico all'emendamento 2.31.
MALPEZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MALPEZZI (PD). Signor Presidente, mi rivolgo al Ministro e al relatore perché non riusciamo a comprendere il parere contrario espresso su questo emendamento che riguarda il comparto scuola. Voi dite che per quanto riguarda i docenti e il personale educativo, tutto sarà demandato ad un provvedimento successivo. Vi dimenticate però - ed è quello che noi abbiamo cercato di ricordarvi con l'emendamento 2.30 - del personale tecnico-amministrativo che fa parte del comparto scuola. Vi chiediamo, quindi, che fine faranno questi dipendenti, a quale regime saranno sottoposti e se resteranno fuori dal regime che riguarda invece tutto il comparto scuola, come è necessario che sia. Ministro, mi rivolgo a lei e lo faccio con tutto il cuore, da dipendente della pubblica amministrazione, perché lei è uno dei miei Ministri di riferimento: che idea ha lei del personale della pubblica amministrazione? Io in quest'Aula ho sentito delle descrizioni, da parte di colleghi, che raffigurano dipendenti della pubblica amministrazione come fossero tutti dei fannulloni, dei lavativi, che meritano delle punizioni esemplari. (Applausi dal Gruppo PD). Voi che cosa fate? Noi vogliamo lottare sicuramente contro chi danneggia la pubblica amministrazione, tanto che nella scorsa legislatura abbiamo messo in atto provvedimenti per andare a colpire chi davvero ha dei comportamenti che sono criminali, perché vanno a danneggiare tutto il resto di un comparto. Ma caro Ministro, quello che lei propone con il suo disegno di legge concretezza di concreto ha veramente poco. Noi ci aspettavamo da lei una vera e propria azione di concretezza contro le finte 104, quelle operazioni che servono davvero per poter intervenire e dare delle risposte. (Applausi dal Gruppo PD). Noi ci aspettavamo un'azione di vera concretezza per valorizzare il personale della pubblica amministrazione a partire dalla formazione. In uno dei nostri emendamenti, chiedevamo di inserire 35 milioni per fare in modo di garantire un personale sempre più aggiornato.
Mi dispiace doverglielo dire, Ministro, ma di concreto all'interno di questo provvedimento c'è solo la sua propaganda. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.30, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori, identico all'emendamento 2.31, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.32, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.33, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.34, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2.
PARENTE (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PARENTE (PD). Signor Presidente, annuncio con fierezza il voto contrario del Partito Democratico sull'articolo 2, per tre ordini di motivi. (Applausi dal Gruppo PD).
In primo luogo, riteniamo che vadano puniti coloro che commettono reati, tanto è vero che il decreto legislativo n. 116 del 2016, della riforma Madia, ha rivisto la falsa attestazione di presenza, contemplando anche tutte le questioni ambientali, che probabilmente si verificano, e quindi dando una definizione più precisa della falsa attestazione di presenza in servizio. Inoltre, l'articolato prevede la sospensione cautelare senza stipendio per chi viene colto in flagrante, tant'è vero che nel 2016 sono stati solo tre i licenziamenti per falsa attestazione in servizio e nel 2018 sono stati 54. (Applausi dal Gruppo PD). Questa è una legge dello Stato, quindi di tutti noi, ed è nostro dovere farla camminare e capire come va.
In secondo luogo, qui legiferiamo seguendo un faro, costituito dai princìpi. L'articolo 52 della Carta di Nizza parla del principio della proporzionalità, che è un principio basilare. Il signor Ministro ha citato, utilizzando anche la mimica, il bilanciamento: in giustizia c'è sempre un bilanciamento e il principio cardine del bilanciamento è il bilanciamento tra diritti e libertà. In questo caso abbiamo dunque una limitazione del diritto alla riservatezza dei dati personali, per cui si dovrebbe porre il vero principio di proporzionalità: ne abbiamo discusso in Commissione, ma pare che non ci sia un terreno comune. Questo è grave, perché i princìpi dovrebbero andare al di là della dialettica tra maggioranza e opposizione. Dunque, la limitazione di un diritto viene giustificata con il principio di proporzionalità. Se mettiamo impianti biometrici e di videosorveglianza lediamo però il principio di proporzionalità, perché ciò non è proporzionale all'obiettivo che ci si pone, che è il contrasto alla falsa attestazione di servizio e la non osservanza dell'orario di lavoro. (Applausi dal Gruppo PD). Questo è un principio semplice. Poi tra maggioranza e opposizione ci possiamo dividere sulle soluzioni da dare, ma non sulle questioni di principio, benedetto Iddio. Diamo un valore alto a ciò che facciamo in questa Assemblea! (Applausi dal Gruppo PD. Commenti dal Gruppo M5S). Non facciamo diatribe tra maggioranza e opposizione, che comunque, come è stato ricordato, non abbiamo fatto.
In terzo luogo, signor Ministro, mi appello al suo senso di concretezza (siamo anche donne e le donne sono più concrete). Immaginiamo cosa accadrà quando la legge sarà in vigore. Avete giustamente allegato delle tabelle, in cui sono citati danni e reati che si sono verificati. Cito un episodio tra i vari: è successo che un dipendente sia stato notato fuori dalla struttura mentre dal sistema di rivelazione della presenza egli risultava in servizio; questo dipendente è stato licenziato senza preavviso. Sappiamo che ci sono degli uffici pubblici ubicati in condomini che hanno anche altre strutture. Se vogliamo mettere i controlli biometrici per progredire e punire meglio casi come questo, dobbiamo mettere dei tornelli e delle porte chiuse e costruire una specie di gabbia, perché anche con l'impronta digitale nessuno ci garantisce che il dipendente non esca dall'ufficio. Per il principio di concretezza o stabiliamo controlli tipo NASA o questa norma non avrà alcun effetto. Controlliamo allora tutti per non controllare nessuno, perché è chiaro che si crea una limitazione di diritto: è di questo stiamo parlando. Se prendiamo le impronte digitali e facciamo il controllo dell'iride, si produce una lesione dei dati personali. Chi tratterà quei dati? Come li tratterà? Come saranno usati, non discriminando, oggi, domani, tra un mese o tra un anno?
Noi siamo con fierezza contro questo articolo e contro il provvedimento. (Applausi dal Gruppo PD). Saremo minoranza in quest'Aula, probabilmente saremo minoranza nel Paese, ma noi difendiamo il diritto alla protezione dei dati personali, perché è la nuova frontiera in un mondo così tecnologicamente avanzato. (Applausi dal Gruppo PD). E noi, che siamo persone che legiferano, abbiamo il dovere di legiferare sulle nuove frontiere. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Malan).
FLORIS (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FLORIS (FI-BP). Signor Presidente, ho già detto prima perché siamo contrari a questo articolo: siamo per un sistema che attivi una proporzionalità, un sistema di contenimento dei costi, un sistema che non generalizzi - usiamo questo termine - i delinquenti del cartellino.
Signor Ministro, avrei fatto un altro articolo in questo suo disegno di legge, o nel disegno di legge - dal momento che non se lo vuole intestare - sulla pubblica amministrazione. Avrei fatto un articolo sulla motivazione e sulla responsabilità della persona che si reca al lavoro. Molte volte si va al lavoro essendo certi che la propria presenza non sia indispensabile. Ecco, su questo io interverrei: su quelle riforme che indichino il numero dei dipendenti necessari nei singoli uffici, dando loro una forte motivazione ad essere presenti e facendo una formazione continua, perché - lo diceva la mia collega Tiraboschi prima - la pubblica amministrazione invecchia e ha necessità, anche in funzione dei progressi tecnologici, di essere aggiornata. Per ultimo, direi anche di prendere una premialità, che però non deve essere data a pioggia. Oggi, infatti, quando si va a vedere il concetto di premialità, è difficile distinguere chi è strettamente necessario all'interno del proprio ufficio da chi non lo è. Occorre invece una premialità che invece sia orientata ai risultati, che possono essere, come diceva precedentemente il collega Laus, anche valutati sulla base della loro reale efficienza, misurata con l'introduzione della contabilità economico-patrimoniale riconciliata con quella finanziaria, capendo quali amministrazioni stanno andando bene, messe a paragone una con l'altra, e quali invece alla premialità probabilmente non hanno alcun diritto.
Caro Ministro, allora non il bastone quanto la carota è efficiente in questi casi. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 2.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 3, sul quale sono stati presentati emendamenti che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.
FANTINATI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.5, presentato dal senatore Berardi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.8. (Il senatore Berardi fa cenno di voler intervenire).
Vuole intervenire su questo emendamento, senatore Berardi?
BERARDI (FI-BP). No, signor Presidente, ma non sono nemmeno riuscito a farlo sul mio emendamento, il 3.5.
PRESIDENTE. Potrà allora intervenire in dichiarazione di voto sull'articolo.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.8, presentato dal senatore Damiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 3.10, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori, fino alle parole «dell'ente».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 3.11 e 3.12.
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
BERARDI (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERARDI (FI-BP). Signor Presidente, intervengo sull'articolo 3, con particolare attenzione all'emendamento da noi presentato, con cui proponevamo di assegnare ai supplenti, anche brevi, il compenso che spetta annualmente al personale di ruolo. Si mira a stanziare una cifra intorno ai 10 milioni di euro nel prossimo triennio per dare davvero giustizia a quei supplenti che già sono precari, lavorano poco e sono anche sottopagati. Sembra di essere al limite dello sfruttamento sul lavoro. Non è un bell'esempio da parte del Governo. E poi magari si richiede alle nostre imprese e ai nostri imprenditori di assumere a tempo indeterminato, mentre nella pubblica amministrazione si usa troppo spesso e volentieri il precariato. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 3.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 4, sul quale sono stati presentati emendamenti e un ordine del giorno che si intendono illustrati e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 4.
Sull'ordine del giorno G4.100 propongo la seguente riformulazione: «impegna il Governo, nell'ambito delle procedure assunzionali autorizzate: a prevedere misure volte a valorizzare la pluralità di conoscenze e di competenze acquisite nel corso degli anni nei soggetti che hanno maturato i titoli di preferenza, di cui all'articolo 50 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, mediante l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo determinato dall'amministrazione e a valere sulle graduatorie delle liste di collocamento.».
FANTINATI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore, sia sugli emendamenti che sull'ordine del giorno G4.100.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1.
VITALI (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
VITALI (FI-BP). Signor Presidente, voglio raccomandare al relatore, ma soprattutto al Ministro, di rivalutare il parere sull'emendamento 4.1 e vi spiego anche le motivazioni.
Quando ho letto il testo dell'articolo 4, che prevede d'emblée l'assunzione, nell'ambito del 100 per cento della spesa, del personale cessato nell'anno precedente, mi sono fatto una domanda: non siamo il Paese con uno dei più alti debiti pubblici del mondo? Non siamo quel Paese che deve ridurre la spesa pubblica? E il personale pubblico non fa parte della spesa pubblica?
Credo allora che compito del Governo sia incentivare e incoraggiare l'occupazione, creando incentivi per le imprese e la riduzione delle tasse, investendo nelle infrastrutture e senza appesantire la macchina amministrativa con un'ulteriore spesa pubblica.
Visto che ormai intendete approvare quest'articolo ed è prevista una possibilità e non un obbligo - cioè le amministrazioni possono, ma non devono - fate almeno una valutazione delle piante organizzative, dei modelli operativi e delle buone pratiche, per evitare che si assumano persone che poi, invece di creare opportunità per l'amministrazione, aumentano il debito pubblico.
L'emendamento 4.1 mi sembra di buonsenso, perché non crea ostacoli alle prerogative che il provvedimento vuole raggiungere, ma per lo meno, prima di fare assunzioni alla cieca, si realizzano effettivamente quelle che servono per il buon andamento della pubblica amministrazione. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.1, presentato dalla senatrice Toffanin e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.3, presentato dal senatore Floris e da altri senatori, identico agli emendamenti 4.4, presentato dai senatori Zanda e Patriarca, e 4.5, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.9, presentato dal senatore Floris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.14, presentato dai senatori Iannone e Bertacco.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.16, presentato dal senatore Damiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.21, presentato dal senatore Berardi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.26, presentato dalla senatrice Toffanin e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.29, presentato dal senatore Damiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.30, presentato dalla senatrice Toffanin e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.31, presentato dai senatori Iannone e Bertacco, sostanzialmente identico agli emendamenti 4.32, presentato dal senatore Berardi e da altri senatori, e 4.33, presentato dai senatori Patriarca e Laus.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.37, presentato dalla senatrice Modena.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.38, presentato dal senatore Berardi e da altri senatori, identico all'emendamento 4.39, presentato dai senatori Iannone e Bertacco.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.43, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori, identico all'emendamento 4.45, presentato dai senatori Iannone e Bertacco.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.44, presentato dai senatori Bertacco e Iannone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.46 (testo 2), presentato dai senatori Patriarca e Laus.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.47, presentato dal senatore Masini e da altri senatori, identico all'emendamento 4.48, presentato dai senatori Zanda e Patriarca.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Senatrice Parente, intende accogliere la richiesta di riformulazione dell'ordine del giorno G4.100 avanzata dal relatore?
PARENTE (PD). No, signor Presidente, non la accetto, perché riguarda un impegno già contenuto in tutta la normativa esistente e, quindi, non ve n'è uno ulteriore. Purtroppo, neanche in un ordine del giorno il Governo s'impegna ad andare avanti. Insisto, quindi, per la sua votazione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G4.100.
BERTACCO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERTACCO (FdI). Signor Presidente, non capisco il parere contrario oppure la richiesta di riformulazione dell'ordine del giorno che, di fatto, è un nulla di fatto (e mi si perdoni il gioco di parole). Se la senatrice Parente dice che è già tutto compreso nella normativa, non risolve il problema annoso delle persone che lavorano all'interno dei tribunali che, per anni, si sono viste promettere una stabilizzazione dai vari colori politici che si sono susseguiti, dopo aver lavorato anni e anni con un massimo rimborso di 400 euro, trattandosi di stage formativi.
Io credo che sia concretezza dare una risposta a tutte queste persone, soprattutto per capire quale sarà il loro futuro. Lei ha la fortuna di far parte del Consiglio dei Ministri e, magari, può far notare al ministro Bonafede che si tratta di persone che, in momenti di difficoltà, hanno fatto andare avanti la macchina dei tribunali. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G4.100, presentato dalla senatrice Parente.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
PATRIARCA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PATRIARCA (PD). Signor Presidente, intervengo brevemente per motivare l'astensione del mio Gruppo sugli articoli 3 e 4. Ho parlato di principio di realtà e adesso aggiungo anche il principio di verità.
Noi ci asteniamo perché gli articoli 3 e 4 vivono di provvedimenti approvati nella precedente legislatura. L'attuale Governo non fa altro che accelerare procedimenti già previsti in provvedimenti approvati dall'Esecutivo precedente. Quindi, nulla a che vedere con la manovra di bilancio, cui fa riferimento il ministro Bongiorno. Vedremo la legge di bilancio e quello che accadrà e sentiremo cosa ci dirà sui temi del pubblico impiego. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 4.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.7, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.12, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.0.14 (testo 2).
BERTACCO (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERTACCO (FdI). Signor Presidente, mi permetto di segnalare che - secondo me - c'è un errore nel testo dell'emendamento 4.0.14, perché si fa riferimento all'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Se ricordo bene, si dovrebbe invece trattare dell'articolo 3, comma 3.
PRESIDENTE. Senatore Bertacco, il testo dell'emendamento 4.0.14 è stato riformulato a seguito del parere espresso dalla Commissione bilancio.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.14 (testo 2), presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.15, presentato dal senatore Laforgia e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.17, presentato dal senatore Mallegni e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'articolo 5, sul quale è stato presentato un emendamento che si intende illustrato e su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario.
FANTINATI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
TARICCO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TARICCO (PD). Signor Presidente, preannuncio che il nostro voto sull'articolo 5 sarà contrario.
Come hanno già detto i miei colleghi, nel provvedimento c'è molto poco di concreto e sul tema oggetto dell'articolo 5 c'è praticamente poco più di nulla.
È vero che si affronta il tema dei dipendenti pubblici e delle amministrazioni pubbliche che hanno avuto in carico dei buoni pasti, ma si lascia totalmente fuori tutto il tema delle tante piccole aziende che hanno acquistato buoni pasto per darli ai loro lavoratori, dei tanti esercizi di distribuzione, a volte molto piccoli, che li hanno presi in carico, fornendo in cambio merce e prodotti, e che si trovano con in mano quel giocattolo che non serve assolutamente a nulla. Credo che su questo la concretezza avrebbe richiesto uno sguardo più ampio, che andasse incontro a tutti i problemi che c'erano.
Noi avevamo presentato l'emendamento 5.2, che è stato dichiarato inammissibile, e crediamo veramente che tutti gli esercizi commerciali e le micro, piccole e medie imprese che oggi hanno in carico buoni pasto non pagati debbano avere una risposta. In questo caso, assolutamente si fa finta di sorvolare il problema e credo che questa non sia concretezza. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).
TOFFANIN (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOFFANIN (FI-BP). Signor Presidente, insisto nel sottolineare veramente l'importanza e l'attenzione che si doveva dare all'attività dei pubblici esercizi, che sono aziende private, micro e medie imprese che svolgono un servizio per la collettività. Purtroppo non è stato dato ascolto alle tante realtà che sono state messe in difficoltà da una società emettitrice di buoni pasto selezionata - lo ricordo bene - da Consip. C'è, quindi, una responsabilità anche dello Stato: è una responsabilità di Consip non avere controllato e vigilato perché la situazione di criticità di questa società emettitrice era nota da tempo. Quindi, c'è una grande responsabilità.
Attenzione: mettiamo in difficoltà non solo le aziende a cui non è stato pagato il servizio che hanno effettuato, ma l'intero settore dei buoni pasto, un comparto che - lo ricordo - vale 3 miliardi. Quando uno dei player di questo settore viene meno - questa è la situazione e il grido di allarme che sta venendo dai pubblici esercizi - ci rimetterà l'intero comparto, e quindi società emettitrici, aziende pubbliche o private che forniscono il servizio ai propri dipendenti, tutti i lavoratori che si avvalgono dei buoni pasti. Andiamo a creare un danno davvero notevole a questo comparto.
Ricordo che con il decreto dignità abbiamo già registrato difficoltà rilevanti: rammento in tal senso il dato di Assolavoro di questi giorni, che ha rilevato una perdita di 53.000 posti di lavoro per colpa del citato provvedimento. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Non mettiamo ulteriormente in difficoltà il mondo del lavoro, perché non possiamo permetterci di creare posti di lavoro pubblici e di perdere molti posti di lavoro privati. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Non possiamo e non ce lo possiamo permettere. (Applausi dal Gruppo FI-BP e dei senatori Boldrini e Steger).
Avete detto che il provvedimento in esame riguarda la pubblica amministrazione. Credo, però, che in ogni caso un provvedimento così eterogeneo da qualche punto di vista avrebbe sicuramente potuto accogliere le istanze di aziende private messe in difficoltà anche per colpa della pubblica amministrazione. Noi non ci diamo per vinti e di sicuro le istanze che avevamo avanzato per dare risposta a tante aziende le ripresenteremo anche nel disegno di legge sulla bilancio, in cui chiederemo veramente risposte urgenti ed efficaci. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 5.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
Chiedo al relatore e al rappresentante del Governo se confermano il parere contrario sull'emendamento 5.0.4.
DE VECCHIS, relatore. Signor Presidente, lo confermo.
FANTINATI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.4, presentato dal senatore Floris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'articolo 6.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).
TOFFANIN (FI-BP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TOFFANIN (FI-BP). Signor Presidente, desidero solo comunicare che il nostro Gruppo ha votato contro l'articolo 5.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto. Il voto, comunque, risulta registrato nel verbale della seduta.
CONZATTI (FI-BP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CONZATTI (FI-BP). Signor Presidente, intervengo solo per dire che ovviamente il mio voto sull'articolo 6 era favorevole.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, anche io vorrei segnalare che il voto del mio Gruppo sull'articolo 6 è favorevole.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
Passiamo alla votazione finale.
LAFORGIA (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAFORGIA (Misto-LeU). Signor Presidente, intanto dobbiamo dare atto a questo Governo di aver saputo esprimere una sorta di potenziale creativo, a partire dall'individuazione dei nomi che sono stati assegnati ad alcuni provvedimenti. Penso, appunto, al decreto dignità, citato più volte anche in questa occasione; penso, naturalmente, al nome suggestivo attribuito al provvedimento in esame: il termine concretezza utilizzato in riferimento alla questione della pubblica amministrazione.
Signor Presidente, dico a lei e, per il suo tramite, alla maggioranza che c'è una distanza che non si può più sostenere tra le suggestioni, i proclami e la capacità, che questi provvedimenti evidentemente esprimono, di individuare problemi e, conseguentemente, le soluzioni.
Anche in questo caso, infatti, non stiamo parlando di un tema qualsiasi. Quello della pubblica amministrazione non è un tema qualsiasi. Stiamo parlando di uno degli asset strategici, se non dell'asset strategico principale per la possibilità che ha un Paese di poter mettere in campo politiche di sviluppo e di crescita. Stiamo parlando, in fondo, di una discussione che molti Paesi, molto più avanzati del nostro, stanno facendo da tempo, con qualche esito positivo in più rispetto alla discussione che stiamo facendo noi: alla fine, cioè, qual è il ruolo dello Stato in una società complessa come la nostra?
Questa è l'altezza della discussione che dovremmo mantenere.
E invece che cosa si è fatto? Si affronta una questione di una tale rilevanza e genere, come appunto il ruolo della pubblica amministrazione, delle sue articolazioni e quindi, alla fine, il ruolo dello Stato, nel peggiore dei modi e - fatemelo dire - anche nel più vecchio dei modi perché, alla fine, ci troviamo davanti una sorta di "brunettismo" di ritorno, come qualcuno l'ha definito. Non me ne voglia il collega della Camera, professor Renato Brunetta, ma ancora una volta, e ancora in questo passaggio, nel nostro Paese, si affronta il tema della pubblica amministrazione soltanto mettendolo al centro di una discussione intrisa della retorica dei fannulloni e dei furbetti del cartellino, che - attenzione - non è un fenomeno che non vogliamo vedere e che non va affrontato in tutta la sua gravità e pericolosità e con gli strumenti giusti.
Il problema è che esiste il rischio di criminalizzare un'intera categoria. E, anziché affrontare la questione di come si innova la pubblica amministrazione; di quali investimenti produce e mette in campo; di come si valorizzano le risorse; di come si mettono in campo processi di digitalizzazione; di come si sperimentano nuove forme di organizzazione del lavoro dentro la macchina pubblica; anziché ragionare di tutto questo vi state occupando di una questione - insisto - grave ma che rischia di produrre un elemento di criminalizzazione generale di un'intera categoria.
Ministro, lei ha citato l'esempio di quel dipendente o di quei dipendenti che avrebbero camuffato il loro viso addirittura con degli scatoloni. Io ritengo quella immagine, che è riferita a vicende specifiche che vanno affrontate appunto per la loro gravità, offensiva nei confronti dei tre milioni di dipendenti pubblici che lavorano nella pubblica amministrazione e che svolgono il loro lavoro con abnegazione e responsabilità e che sulla loro testa non hanno scatoloni, ma piuttosto grandi responsabilità, grandi pensieri su come affrontare quotidianamente il loro lavoro. E spesso lo fanno in una dimensione persino eroica, perché non hanno i mezzi per farlo, perché non sono messi nelle condizioni di esprimere al meglio il loro potenziale all'interno del contesto nel quale si trovano a operare.
Quindi, penso che questo sia il primo problema del provvedimento al nostro esame: l'impianto, la filosofia che lo sottende, quella retorica con cui volete semplicemente capitalizzare perché siete ossessionati solo ed esclusivamente da questo, da un elemento di consenso. Dovete dire, alla fine di questo provvedimento, che vi siete occupati dei furbetti del cartellino, senza sapere, Presidente, che il tema non è semplicemente come controllare un dipendente all'ingresso o all'uscita, ma che diavolo fa quel dipendente esattamente tra quei due momenti, e cioè tra quando fa ingresso nel suo ufficio e quando da esso esce.
Per citare i classici, come diceva il ragionier Ugo Fantozzi, in ufficio si può anche giocare alla battaglia navale.
Questo è il punto, questo è il tema: come mettiamo milioni di dipendenti pubblici nelle condizioni di poter esprimere il massimo della potenzialità. E questo lo si fa esattamente con gli strumenti cui ho fatto riferimento, con percorsi di valorizzazione, con investimenti, con l'informatizzazione, con percorsi di formazione, di riprofessionalizzazione. Credo che questo sia il primo aspetto da mettere al centro della nostra attenzione, che risponde esattamente alle ragioni per cui noi avversiamo - non critichiamo, ma avversiamo - il ragionamento di fondo che vi ha portato a concepire un provvedimento di siffatto genere.
Naturalmente, a partire da questo impianto, avete immaginato di conseguenza alcune specificazioni, alcune articolazioni, e cioè avete immaginato gli strumenti peggiori per poter implementare esattamente il ragionamento, l'impianto a partire dalla istituzione del Nucleo della concretezza.
Non ripeto le argomentazioni, che sono state anche ribadite da altri colleghi in Assemblea. Si pone un tema di duplicazione di sforzi, e quindi anche di costi, legato al Nucleo della concretezza. Vi sono profili delicatissimi che riguardano gli aspetti della privacy: non avete sciolto i nodi in relazione a chi dovrebbe trattare i dati e in capo a chi sia la responsabilità di gestirli. Si tratta di profili molto delicati, che sono stati sottoposti all'attenzione del Garante per la privacy, il quale si è espresso anche su questo terreno.
C'è un altro aspetto che raccoglie tutta la criticità che noi esprimiamo nei confronti di uno strumento come il Nucleo della concretezza: con un meccanismo attraverso il quale mettete in campo i prefetti - quindi, alla fine, la responsabilità del Ministero dell'interno sulla pubblica amministrazione - voi state innanzitutto commissariando la pubblica amministrazione, con uno schema che noi ripudiamo, che è da Stato di polizia. Vorrei dire, con una battuta, che, se l'efficienza che dovrebbe garantire il controllo del Ministero dell'interno è la stessa che il Ministro pro tempore sta utilizzando quando rischia di far saltare alcune indagini delicate, tanti cari auguri rispetto alla possibilità che il Ministero possa svolgere questo lavoro. Ma è questa la fine che farà quel tipo di impostazione del provvedimento: il commissariamento della pubblica amministrazione. Per noi ciò è inaccettabile.
Penso che forse molto altro e in modo davvero diverso si sarebbe potuto fare per affrontare il tema della pubblica amministrazione e dei lavoratori del pubblico impiego, a partire da quel grande piano di assunzioni straordinario che non è contenuto in questo provvedimento. Il nostro è un Paese che soffre una condizione non più rinviabile, dal punto di vista della sua soluzione, rispetto alla possibilità di immettere davvero nuove risorse e nuove competenze nella pubblica amministrazione. Nei due articoli che si occupano di ciò c'è semplicemente un meccanismo - per carità, anche rispettabile - che olia la possibilità di inserimenti di questo genere, ma nulla ha a che fare con quel piano straordinario di assunzioni di cui il nostro Paese avrebbe bisogno.
Per tutte queste ragioni, noi voteremo orgogliosamente contro il provvedimento in esame. Spero ci sia la possibilità nel prosieguo di poter rimuovere almeno quegli errori gravissimi che accompagnano il disegno di legge che sta per essere votato. Stiamo parlando, infatti, non di un tema qualsiasi, ma della casa comune: la pubblica amministrazione è un pezzo della nostra casa comune. Da questo punto di vista, occorre maggiore rispetto nell'approcciarsi a un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD).
BERTACCO (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERTACCO (FdI). Signor Presidente, signor Ministro, sottosegretari, onorevoli colleghe e colleghi, quando ho pensato a cosa avrei detto nell'intervento in dichiarazione di voto di oggi, mi è nata la curiosità di leggere sul vocabolario il termine "concretezza"; il vocabolario infatti dà, in poche parole, l'esatta dimensione della parola che stiamo cercando. Concretezza è «qualità di ciò che è concreto, consistenza». Quindi "concretezza" è la parola chiave di questo intervento, che tenta di migliorare l'efficacia e l'efficienza della pubblica amministrazione. Sappiamo tutti, però, che negli ultimi venticinque anni provvedimenti di tal genere sono stati fatti da tutti i Governi che si sono susseguiti, purtroppo con scarsi risultati. Non è che questo sia un augurio che anche l'attuale vada male, ma ci avete un po' abituato a nomi attrattivi; dignità, cittadinanza e, ora, concretezza.
Ho provato allora a cercare nel provvedimento ciò che poteva essere concretezza, partendo proprio dall'articolo 1 che costituisce il Nucleo della concretezza; un Nucleo che ancora oggi, nella discussione generale e nell'esame dei vari emendamenti, non si è ancora ben capito chi fa che cosa. Si tratta comunque di un gruppo di persone, 53 per l'esattezza, che dovrebbero occuparsi dell'immenso mondo della pubblica amministrazione, affiancarsi agli ispettorati e alle agenzie, sovrapporsi; se sono sopra o sotto, non l'abbiamo ancora capito. Credo quindi che più che un aiuto possano diventare un nuovo peso per la pubblica amministrazione. Pensate davvero di poter risolvere il problema dell'efficacia e dell'efficienza della pubblica amministrazione con uno sparuto gruppo di persone? Un problema come quello della pubblica amministrazione avrebbe meritato sicuramente altre e più approfondite attenzioni.
Forse, prima di affrontare questo tipo di argomento, sarebbe stato meglio ascoltare le Regioni e gli enti locali e, forse, sarebbe stato ancora meglio se avessimo visto il provvedimento dopo quello della semplificazione dell'amministrazione pubblica. Se aveste ascoltato le Regioni e gli enti locali, che ogni giorno si fanno carico del funzionamento del nostro Paese, avreste sicuramente scoperto che la nuova incombenza, il Piano triennale dell'efficienza, ricordato in tanti interventi, si va ad aggiungere ai tanti altri piani che le pubbliche amministrazioni devono presentare in altri ambiti. Come il sottosegretario Fantinati sa - in Commissione l'ho detto più volte e lo ridico in questa sede - mi sembra che il Governo abbia un po' una schizofrenia legislativa. E lo dico perché non sono ancora riuscito a trovare risposta quando all'articolo 1 compaiono le parole «previa intesa in sede di Conferenza unificata», che fanno intendere che sono coinvolti nel provvedimento anche le Regioni e gli enti locali. Poi, scorrendo i vari articoli ed altre parti in cui vengono comunque riportate tali parole, ho notato che, quando si arriva all'articolo 4, che concerne le facilitazioni per quanto riguarda le assunzioni e il turnover, questa frase non c'è più. Ho sollevato la questione anche in Commissione, ma non ho sentito risposta o forse non l'ho capita. Volete dirmi che gli enti locali e le Regioni saranno controllate dal Nucleo di correttezza, ma non potranno accedere alle facilitazioni delle assunzioni? Il punto non mi è chiaro.
L'articolo 2 è stato descritto dal Ministro con grande capacità oratoria, aiutato anche dal suo mestiere, dicendo che potrebbe andare in tv e prendere migliaia di voti. È chiaro che è un argomento che tocca la pancia della gente, ma è anche vero - come lei insegna - che di solito i ragionamenti si fanno con la testa e non con la pancia. Preferiamo quindi continuare a ragionare con la testa e dire che l'articolo 2 non ci piace perché sembra il tentativo più becero di screditare i dipendenti pubblici.
Nella tabella che avete pubblicato insieme al provvedimento, che reca una serie di casi già successi, molto spesso chi fa il reato - come giustamente lo ha definito lei -sono lavoratori che avevano timbrato. Quindi il problema non è fotografarli e non è prendere loro le impronte digitali, screditandoli e trattandoli peggio di un criminale. Ricordo che i dipendenti della pubblica amministrazione superano i 3 milioni: criminalizzare tutte queste persone mi sembra un po' azzardato.
Ci aspettavamo, da chi parla di efficienza, un'indagine seria sulla condizione dei lavoratori della pubblica amministrazione. Avremmo voluto atti rivolti ai piani formativi, avremmo voluto parlare di sicurezza sul posto di lavoro, avremmo voluto parlare di queste e di tante altre cose. Voi invece imponete l'obbligo dell'installazione degli strumenti di rilevazione biometrica o di videosorveglianza a tutti. Anzi, potevate prevedere che ogni mattina i dipendenti della pubblica amministrazione dovessero subire lo stesso protocollo di un pregiudicato quando entra in carcere. Attenzione, non vogliamo difendere i furbetti; ma gli strumenti per licenziare queste persone ci sono già. L'ha detto lei, signor Ministro: sono reati e vanno perseguiti, proprio per il principio di giustizia.
Non è questo quello che le tante persone oneste che lavorano con dedizione nella pubblica amministrazione si aspettano dal Parlamento. Voglio parlarvi di Marta, dipendente di un Comune, categoria B; guadagna poco più di 1.000 euro, poco più di quello che volete attribuire con il reddito di cittadinanza, con la differenza che lei lavora. E alle sue aspettative di crescita, alla sua onestà e alla sua dedizione noi rispondiamo prendendole le impronte digitali. Faccio un altro esempio, relativo al Comune di Ferrara di Monte Baldo: un sindaco, due assessori, un segretario comunale condiviso con altri Comuni, tre dipendenti, 100 abitanti nel periodo invernale e 1.500 nel periodo estivo. Stando al provvedimento che volete approvare, anche questo Comune dovrà installare le apparecchiature biometriche. Sinceramente non so se questo Comune abbia assunto la Banda Bassotti, visto che i dipendenti sono tre; non credo. Imponete una spesa non giustificabile, assurda e inutile.
Avete tirato in ballo i prefetti. Siete stati sordi e soprattutto muti in Commissione di fronte ai tantissimi emendamenti che chiedevano proroghe per le graduatorie concorsuali; emendamenti che avrebbero permesso a moltissime persone, dopo tanti anni di precariato e con concorsi superati alle spalle, di poter trovare una collocazione definitiva, fra l'altro salvaguardando gli investimenti che su di loro gli enti locali e le Regioni avevano fatto. Ma questo alla maggioranza non interessa; la risposta del Governo su questi emendamenti è stata di totale chiusura, salvo poi, al termine dei lavori della Commissione, sentir annunciare dal sottosegretario Fantinati l'arrivo di un nuovo provvedimento che sistemerà le cose, per quanto riguarda le graduatorie, entro fine anno. Ricordo al Governo che fine anno è tra poco più di venti giorni.
Qualcosa di buono c'è, ad esempio l'articolo 5. Per quanto riguarda i buoni pasto, il disegno di legge intende risolvere i problemi nati nei mesi passati con il fallimento del gruppo "Qui!". Si prevede quindi di sanare disservizi e arretrati. Concludo dicendo che, ancora una volta, si è voluto fare in fretta un provvedimento che ha più scopo elettorale che sostanza, che prevede una spesa di 40 milioni di euro che potevano essere utilizzati per incentivare le imprese italiane e per investire sui giovani. Per le motivazioni dette, annuncio il voto contrario di Fratelli d'Italia. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. Senatore Bertacco, io ricordavo che i componenti della Banda Bassotti erano più di tre. Qui Quo Qua erano tre, ma la Banda Bassotti me la ricordo più numerosa; però può darsi che si sia ridotta.
LAUS (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAUS (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, la concretezza promessa agli italiani con il disegno di legge oggi all'esame del Senato ci rimanda tristemente indietro agli impianti di almeno altri due decreti di questo Governo, decreti montati ad arte come farebbe un'agenzia pubblicitaria nel realizzare uno spot. Intanto ci sono i titoli ad effetto, quelli che catturano il pubblico nella pancia, prima ancora che nella testa. Adesso è la concretezza, ma nel recente passato ci sono state la sicurezza e addirittura la dignità, concetti tanto assoluti quanto nobili da scoraggiare il senso critico anche dell'opinione pubblica più disincantata.
Del resto, chi non sarebbe disposto a tutto pur di avere in cambio concretezza, sicurezza e dignità? Per questo dietro i titoli dei decreti ministeriali (Bongiorno, Di Maio, Salvini) c'è sempre un nemico da combattere, un nemico che equivale allo sporco impossibile nella propaganda dei detersivi di ultima generazione (ve lo ricordate? "Combattere lo sporco più sporco"). Perché la buona propaganda insegna che solo se si esaspera il problema si potranno esasperare i rimedi, proponendoli come gli unici in grado di garantire risultati.
Perciò l'immigrazione è diventata, nel vocabolario del Governo, sinonimo di insicurezza, senza distinzioni di sorta tra persone e senza attenzione ai dati reali. E allo stesso modo il pubblico impiego è diventato, in questo testo, sinonimo di assenteismo e fannullaggine.
A completare il capolavoro promozionale, ci sono infine le soluzioni che - neanche a dirlo - sono sempre semplici nella scrittura e miracolistiche nelle aspettative. Il ministro Di Maio quest'estate, con un microdecreto, ha abolito - parole sue - la povertà nel nostro Paese. Qui con sei articoli si garantisce - cito testualmente dalla relazione alla legge - «il miglioramento immediato dell'organizzazione amministrativa».
Ma se andiamo alla pratica, all'attuazione delle misure previste, se grattiamo la superficie patinata delle intenzioni altisonanti, ci si imbatte in non poche incongruenze e - ancor peggio - nel rischio di criminalizzare una intera categoria di lavoratori e lavoratrici (Applausi dal Gruppo PD), trattandoli tutti come potenziali furbetti, gente con poca voglia di fare e meno ancora di fare bene.
Questo è l'approccio che caratterizza l'articolo 2, contenente norme in materia di contrasto all'assenteismo. Si vuole combattere un fenomeno odioso e intollerabile: benissimo, ma si spara nel mucchio a occhi chiusi. Se il Governo avesse tenuto gli occhi aperti, si sarebbe accorto che, su 3,5 milioni di dipendenti, la falsa attestazione della presenza in servizio, ha riguardato, nel 2017, 89 casi. Ottantanove furbetti del cartellino, che io definisco truffatori, e magari altrettanti prima e dopo di loro, hanno rovinato la reputazione di uno dei settori tra i più nevralgici del nostro Paese, la reputazione di milioni di italiani onesti, ma la concretezza grossolana dell'Esecutivo è incapace di operare dei distinguo. E sulla stessa strada dell'umiliazione propone di introdurre sistemi di verifica biometrica, ossia il ricorso a impronte digitali e a videosorveglianza, in un combinato disposto che ci costerà 35 milioni di euro e che equiparerà i fattori di rischio percepiti negli uffici pubblici a quelli dei luoghi cosiddetti sensibili e quindi soggetti a misure antiterrorismo. Vergogna! (Applausi dal Gruppo PD).
Come se non bastasse, si cerca di convincerci che trasformata un'anagrafe nel Pentagono vedremo, in automatico, aumentarne la produttività. Si cerca di convincerci che, trattando il dipendente come un possibile delinquente e scaricandogli addosso tutta la responsabilità di una amministrazione pubblica in evidente sofferenza, l'erogazione dei servizi risulterà immediatamente migliorata.
Ma come dicevo in premessa, ostilità e diffidenza permeano il disegno di legge fin dal primo articolo, quello che prevede l'istituzione di una maxipattuglia di sceriffi, individuati nell'inspiegabile numero di 53 e denominati Nucleo della concretezza. Pur se incardinati nel Dipartimento della funzione pubblica, i 53 sceriffi opereranno in stretta collaborazione con i prefetti, accentuando molto l'attività di controllo e di intervento da parte del Ministero dell'interno e ponendo di fatto le varie amministrazioni sotto esame in una condizione di commissariamento.
Ed è questa forse la sola pericolosa differenza tra il nuovo Nucleo e l'Ispettorato per la funzione pubblica, il quale resterà operante così come altri organismi con funzioni analoghe: ANAC, OIV, ma anche segretari comunali e provinciali, che finiranno per sovrapporsi al ruolo del futuro gruppo di specialisti. Tirata una riga, la duplicazione di soggetti (per una spesa che Confedir ha stimato in circa quattro milioni di euro) porterà a un inevitabile appesantimento burocratico, anche di natura difensiva (si chiama la burocrazia difensiva), che mal si concilia con obiettivi ambiziosi come il recupero di efficienza nella produzione e di qualità nella erogazione dei servizi.
Perciò, spogliato il disegno di legge delle sue intenzioni, resta il nulla in termini di capacità politica nell'affrontare la complessità dei problemi che attanagliano il nostro settore pubblico e il nulla nella scelta dell'allocazione delle risorse.
Non basterà l'adeguamento della dotazione dei fondi per il salario accessorio, previsto all'articolo 3, per strappare un voto favorevole al Partito Democratico, così come non basterà lo sblocco del turnover indicato all'articolo 4, visto che il Governo si limita a coprire le sole uscite in quiescenza dell'anno precedente. All'articolo 4 manca la visione di insieme, così come accade all'articolo 5, che pone solamente un parziale rimedio agli effetti generati dal fallimento della società emettitrice Qui! Group SpA. Il disegno di legge infatti omette di andare incontro alle legittime aspettative di sostegno avanzate dalle imprese convenzionate con le aziende emettitrici, sulle quali, oltre agli altri soggetti coinvolti, si è abbattuto il danno economico derivante dall'insolvenza dell'aggiudicatario fallito. Si tratta di aziende che, oltre ad aver anticipato i costi relativi all'effettivo svolgimento del servizio sostitutivo di mensa, come il pagamento delle materie prime e la retribuzione dei lavoratori, subiranno gravi ricadute economiche, anche per la natura chirografaria del loro debito.
Visione d'insieme e misure strutturali: questa è la concretezza che ci si aspettava da un Governo che si definisce del cambiamento. L'obbligo per le amministrazioni di elaborare il piano dei fabbisogni del personale, scritto come lo ritroviamo nel provvedimento, non avrà alcuna positiva conseguenza senza veri e propri piani industriali, capaci di rendere coerenti nei numeri e nelle competenze le nuove assunzioni. Allo stesso modo, a nulla servirà la crociata per garantire la presenza fisica sul posto di lavoro, senza intervenire su consapevolezza, motivazione e obiettivi, come avviene nelle aziende private. Voglio essere chiaro ancora una volta: nessuna giustificazione - e dico nessuna! - per noi merita chi cerca di truffare la collettività, ma è profondamente miope ritenere che in quel fenomeno risieda l'origine dei mali della pubblica amministrazione, fenomeno estirpato il quale si potranno incrementare le performance.
Colleghi, in conclusione vorrei condividere con voi l'avvertimento che Luigi Einaudi affidò alle sue «Lezioni di politica sociale»: «Ricordatevi sempre, quando ascolterete qualcuno il quale vi prometterà, con sicurezza spedita, la certa soluzione di un problema sociale, il quale vi offrirà lo specifico per le malattie sociali (...) ricordatevi che colui il quale così vi parla è, nella ipotesi migliore, un illuso e più probabilmente un ciarlatano e diffidatene». (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).
BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ringrazio il ministro Bongiorno e il relatore, che hanno fatto chiarezza e che nel merito hanno già fornito parecchie risposte a quanto è stato sollevato strumentalmente. Citando Nanni Moretti, si è detto che «Le parole sono importanti». Noi abbiamo scelto la parola «concretezza» per il provvedimento in esame. Ieri il senatore Errani diceva che bisogna essere umili e cominciare dal basso e noi abbiamo addirittura preso in considerazione persino il problema dei buoni pasto, perché ci interessiamo di quanto avviene quotidianamente (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az), non pensando necessariamente alle grandi riforme di sistema. Visto che le parole sono importanti, ricordo che ieri la collega Parente richiamava il buon senso. Ebbene, dopo un disastro come la riforma Madia (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az)serve forse coraggio per venire a dire certe cose. Non prendiamo infatti lezioni da chi ha approvato una normativa come la riforma Madia. A tal proposito, vorrei ricordare che i decreti attuativi sono stati bocciati dalla Corte costituzionale (Applausi del senatore Airola), perché si chiedeva il parere alle Regioni e non si prevedeva la necessità di un'intesa e li ha bocciati il Consiglio di Stato (Applausi del senatore Airola), in alcuni passaggi, per la mancanza di risorse e di sistemi di valutazione. (Applausi dal GruppoL-SP-PSd'Az).
Li ha bocciati persino il TAR riconoscendo, a proposito del decreto legislativo, che la pubblica amministrazione digitale era illegittima e irragionevole nei princìpi. Pertanto, sentire il PD dare consigli ad altri, dopo quanto è riuscito a fare, è imbarazzante. Ripeto, serviva molto coraggio anche per quello che ha detto poco fa il senatore Laus.
Vorrei proseguire. Ci hanno accusato di controllare invece di motivare i dipendenti. Ebbene, farlo dopo aver previsto nel jobs act il controllo a distanza per i dipendenti privati (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az); farlo dopo aver approvato dei provvedimenti del genere, ritengo che sia per loro veramente imbarazzante. Vorrei anche ricordare che loro, invece che motivare, hanno pensato a licenziare in tronco: basti pensare che Renzi andò fino a Sanremo, il 29 di novembre 2017, a dire che in quarantott'ore chi fosse stato colto in flagranza di reato sarebbe stato licenziato (i furbetti del cartellino). Era il Comune in cui un dipendente andò a marcare il badge in mutande. Col decreto legislativo n. 116 del 2016 loro addirittura prevedevano - ripeto - che dopo quarantott'ore si potesse intervenire.
Per una volta devo dire che è stato più corretto il senatore d'Alfonso nel ripercorrere anni e anni di tentativi, nel dire che il tema non si esaurisce con la presenza, ma lo incrocia. Bene, noi vorremmo che almeno i cittadini li incrociassero dentro gli uffici, i dipendenti pubblici (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az) e non in mutande. È vero, serve di più, serve assolutamente guardare alla qualità del lavoro che viene prodotto, serve motivare; però serve prima di tutto che i dipendenti ci siano. Per questo, alle grandi riforme di sistema, bocciate più volte, noi preferiamo la politica dei piccoli passi: passo dopo passo migliorare nell'interesse dei cittadini e delle imprese l'amministrazione pubblica, perché sul fatto che ce ne sia bisogno direi che tutti siamo d'accordo.
Al senatore Patriarca vorrei ricordare che c'è un articolo del testo unico che riconosce ai prefetti alcune funzioni anche nei confronti degli enti locali. Quindi, finché le leggi ci sono, noi riteniamo debbano essere rispettate.
Alla collega Toffanin, che ha fatto la relazione di minoranza per il Gruppo Forza Italia, vorrei invece ricordare alcuni passaggi della legge n. 15 del 2009 dell'allora ministro Brunetta. Noi siamo dei dilettanti rispetto ad alcune affermazioni e proposte di Brunetta. Lo dico anche al collega Floris: mentre lui, quando era sindaco a Cagliari, premiava i dipendenti meritevoli che andavano in pensione con una medaglia, negli stessi mesi il ministro Brunetta prevedeva la possibilità di concludere i procedimenti disciplinari - era la lettera b) dell'articolo 7 della legge n. 15 del 2009 - addirittura in pendenza di giudizio penale. Come garantismo, non c'è male. Quindi prendere lezioni da voi, che avete fatto delle azioni in questo senso, non lo accettiamo.
Ricordo anche che la stessa legge, all'articolo 4, prevedeva addirittura che la privacy non valesse per i dipendenti pubblici: non si applicano le disposizioni in materia di privacy ai dipendenti pubblici. Tanto che poi l'anno dopo l'articolo fu cancellato.
CANGINI (FI-BP). L'hai votato anche tu!
BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Appunto: noi siamo rimasti in quella direzione, evidentemente voi no. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az. Commenti dal Gruppo FI-BP. Applausi ironici del senatore Moles). Infatti, noi crediamo - ma lo ricorderò poi anche ai colleghi di Fratelli d'Italia - che chi lavora nel pubblico sia comunque un privilegiato, perché è al servizio della propria comunità, e si debba comportare di conseguenza. Su quei due piatti della bilancia noi crediamo che l'interesse pubblico di un Paese e di un popolo valga più di quello del singolo, quando il singolo si comporta male. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
Ai colleghi di Fratelli d'Italia vorrei ricordare queste parole: «Per anni a destra abbiamo sostenuto la necessità di una tolleranza zero, da parte dei politici, nei confronti dei dipendenti pubblici fannulloni assenteisti, perché sono persone che rubano lo stipendio offendono i milioni di disoccupati e i tanti lavoratori onesti della pubblica amministrazione. Non abbiamo potuto fare tante delle riforme che avevamo proposto per l'opposizione della sinistra e dei sindacati. Oggi pare che la sinistra di Renzi si sia ricreduta e che si voglia su questo andare fino in fondo. Siccome noi non siamo come la sinistra, Matteo Renzi, se vuole essere serio su questo tema garantiamo fin da ora il sostegno di Fratelli d'Italia.»: questo diceva Giorgia Meloni il 18 gennaio del 2016.
Noi almeno la fiducia che avevate detto di voler riporre in Renzi gradiremmo averla, perché la collega Rauti diceva che chi andava a lavorare una volta lo faceva cantando, purtroppo ora canta chi marca il cartellino e poi se ne va pensando di aver gabbato i colleghi e i cittadini. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Venendo ai contenuti, crediamo che sia assolutamente innovativo questo provvedimento, contrariamente a quanto sostiene il PD, perché per essere innovativo - dico di più, rivoluzionario - un provvedimento non ha bisogno di stratificare per forza con altre leggi. Può farlo in due modi: tagliando le leggi che non servono (e penso che nessuno meglio dell'allora ministro Calderoli possa averlo dimostrato, avendo cancellato più di 400.000 norme inutili, quando era Ministro), ma anche rendendo concrete e attuando le leggi vigenti.
Il ministro Bongiorno ricordava la disapplicazione dell'autocertificazione nelle pubbliche amministrazioni. Pochi giorni fa in 5a Commissione bilancio - ne è testimone il collega Errani - è stato proposto, in sede di esame del decreto fiscale, un emendamento assolutamente meritevole, con cui si proponeva che un'amministrazione non potesse richiedere atti già in suo possesso a cittadini e imprese. Abbiamo detto che era vero, ma c'è già una legge che lo prevede. Se un senatore, in totale buona fede, arriva a proporre una legge pensandola giusta e neanche sa che già esiste quella legge, perché le amministrazioni non la applicano, allora vuol dire che rivoluzionario in questo Paese, prima di tutto, è far funzionare quello che già c'è. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
A questo serve quel Nucleo, nel totale e pieno rispetto del principio di leale collaborazione istituzionale, perché è giusto che lo Stato e il Governo si pongano il problema e si facciano carico di quei Comuni che non sono in grado, magari per dimensioni, di farlo da soli. Va bene infatti ispirarsi ai criteri di efficacia, efficienza ed economicità, poi però nel pratico vanno attuati.
Mi avvio alla conclusione, dicendo che non c'è bisogno di andare alla NASA per attuare, ad esempio, i controlli biometrici. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
I tornelli elettronici, senatrice Parente, li proponeva nel 2008 a Bologna un vostro assessore illuminato della giunta Cofferati, ma maestro dei tornelli è stato Brunetta. Sui pagamenti abbiamo gli smartphone che già prevedono l'impronta digitale. Non è che sia prevista soltanto nel regime carcerario per i pregiudicati.
Il collega Iannone proponeva di partire dal Parlamento. Ebbene, i deputati votano con l'impronta digitale. Se possono farlo i parlamentari, lo possono fare anche i dipendenti pubblici. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
È per tutto questo che convintamente il Gruppo della Lega voterà a favore del provvedimento, perché c'è un proverbio che dice: «Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto». Con questo provvedimento la montagna della pubblica amministrazione per la prima volta si muove verso il cittadino. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni).
FLORIS (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FLORIS (FI-BP). Signor Ministro, dico subito che lei non ha bisogno della difesa che proviene dai banchi dei suoi compagni di partito, perché so che sa difendersi molto meglio da solo che non ricorrendo a una difesa che è d'ufficio, ma che non ne ha le caratteristiche. Anzi sembrerebbe quasi un atto di accusa, anziché di difesa.
Detto questo eravamo fiduciosi, per le caratteristiche di un articolato innovativo, degno di un Governo del sedicente cambiamento, riconoscendole, Ministro, le capacità e la determinazione per riorganizzare la pubblica amministrazione. Una riforma che, tenendo conto delle mutate esigenze nell'organizzazione dello Stato e dell'inderogabile necessità di semplificare, presentasse un testo moderno ed efficace. Invece, siamo in presenza di un provvedimento che non assomiglia a un articolato di legge, ma a uno spot pubblicitario: così è stato definito da tanti che mi hanno preceduto. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Tanta propaganda, a cominciare dal titolo, Ministro, ma una disciplina debolissima, in parte incongruente, in parte in sovrapposizione e in parte in contrasto con disposizioni esistenti. Un disegno, peraltro, esaminato in maniera troppo frettolosa in Commissione e poi da questo ramo del Parlamento, che ne hanno forse anche snaturato la portata. Sarebbe stato meglio trattenersi di più, discutere di più e cercare di condividere ciò che di buono c'è e magari cambiare quanto invece riteniamo non sia così positivo. È uscito pertanto un testo veramente poco concreto.
Gli obiettivi di questo disegno di legge vengono inseguiti da quasi quarant'anni nella pubblica amministrazione. Tralascio di ricordare i successi - anzi i diversi insuccessi - di chi l'ha preceduta, dalla riforma Madia a quella Cassese, di circa quarant'anni fa, a quelle di Bassanini, Brunetta e via dicendo, nonché il tentativo d'inserire in una legge delega una serie di princìpi da riempire con l'emanazione dei decreti delegati.
Bisognava ora sostituire l'idea della legge delega e dei decreti delegati con un calendario ragionato dei provvedimenti da esaminare e da affidare al Parlamento per eventuali modifiche dopo aver ascoltato le parti aventi causa, ma così non è stato. Abbiamo all'esame un provvedimento che tratta temi che marginalmente interessano la complessiva riorganizzazione della pubblica amministrazione. Siamo certi che ogni intervento e tentativo di modifica avrebbero dovuto essere preceduti da un'opera gigantesca di semplificazione, signor Ministro, non quella che lei, a detta dei giornali che ho letto stamattina, come il «Il Sole 24 ORE», ha annunciato, che essi giudicano nient'altro che la creazione di un labirinto di comitati, gruppi di lavoro, cabine di regia e quant'altro. Ciò ci dispiace, perché, oltre al Nucleo della concretezza, chissà cosa ci aspetta nel documento della semplificazione che è stato annunciato.
Prima dell'emanazione di questa legge, avrebbe dovuto realizzarsi un processo di semplificazione dell'iter delle domande di autorizzazione, al fine di consentire ai cittadini e alle imprese di costruire e aprire attività economiche e professionali: questo dovrebbe essere il primo dei provvedimenti.
Bisogna anche accompagnare la semplificazione con una completa digitalizzazione delle procedure, che potrebbe consentire di operare in modo più veloce sia nelle richieste sia nelle risposte da dare ai cittadini. È ovvio che, ove venissero semplificate le procedure ex ante, si potrebbero mantenere i controlli ex post, garantendo che non ci siano abusi, ma attingendo ad un fabbisogno di personale certamente inferiore.
Insomma, questo disegno di legge, a mio avviso, appare già vecchio. Ha un'impostazione non innovativa su come dev'essere affrontata complessivamente la riorganizzazione della macchina pubblica. Contiene norme che creano nuove strutture e che altro non sono che duplicazioni - come dicevo prima e come si è detto in Aula - di strutture e direzioni già esistenti presso il Ministero della funzione pubblica. Non lo diciamo noi, ma l'hanno rilevato diverse autorevoli personalità, sentite in Commissione durante il ciclo delle audizioni.
Non parlo del Nucleo della concretezza, perché mi interessa di più parlare del piano delle assunzioni: quello previsto è lineare e non tiene conto dei reali fabbisogni; non è successivo ad una riorganizzazione - o, almeno, al suo annuncio - che possa essere per noi di riferimento, per individuare le assunzioni strettamente necessarie.
Signor Ministro, qui si corre il rischio di aggiungere personale dove già ce n'è, perché si parla di una sostituzione in base al 100 per cento delle risorse dell'anno precedente, ma non sappiamo dove esso possa essere realmente utile. Sappiamo che ci sono dei comparti che necessitano di un'immediata presenza di personale. Sappiamo che la scuola è il comparto che ha necessità di un intervento immediato, senza trascurare il settore della sanità, dove c'è una carenza di 220.000 unità, tra cui 25.000 medici di base.
Nella pubblica amministrazione ci sono delle eccellenze, che si registrano - come avviene in ambito privato - laddove c'è un importante riferimento alla qualità del lavoro, che consente di far risaltare la premialità e il profitto. Sappiamo che nella pubblica amministrazione la logica del profitto non può essere inserito. Tuttavia, signor Ministro, lei non ha inserito niente che possa sostituire quel concetto di valutazione che, nel privato, deriva dal maggior profitto dell'impresa. Ciò, infatti, non è previsto nella pubblica amministrazione, ma ci sono sistemi di controllo e valutazione che dovrebbero essere inseriti. Non il profitto? Trovi allora un altro strumento di valutazione che sia equiparabile al mondo del lavoro privato. Noi vogliamo che il lavoro pubblico sia realmente più efficiente ed efficace. Vorremmo che assomigliasse molto al lavoro privato.
Con riferimento all'associazione tra il mondo pubblico e quello privato abbiamo esempi di grande qualificazione del lavoro. Penso al campo della sanità, delle università e di varie industrie che, associando lavoro pubblico e privato, ottengono delle benemerenze di carattere internazionale.
Inoltre, bisogna sempre tener presente che uno Stato con una giusta collocazione dei lavoratori in base alle esigenze consente anche di alleggerire la spesa pubblica, con risvolti positivi a favore di tutti i cittadini. Infatti, ciò non è un qualcosa di estraneo rispetto alla vita dei cittadini, in quanto sono questi ultimi che mantengono la spesa pubblica. Noi vorremmo uno Stato più agile, che dia risposte più rapidamente e che faccia della semplificazione il suo obiettivo principale. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Invece, si introducono altri sistemi, come la fatturazione elettronica, e degli appesantimenti per il cittadino. Chiaramente ciò non rientra nell'ambito delle sue competenze, signor Ministro, ma lo dico per evidenziare il fatto che questo Governo aumenta le pressioni e gli obblighi del cittadino verso le amministrazioni pubbliche, con un conseguente aumento dei costi.
Signor Presidente, mi avvio a concludere. La riforma in esame sembra costruita sulla base della burocrazia e da chi vuole che, come diceva Giuseppe Tomasi di Lampedusa, tutto cambi affinché nulla cambi. L'efficienza è un aspetto che sta veramente a cuore a noi di Forza Italia. Avremmo sostenuto volentieri una riforma che andasse verso la semplificazione e l'efficienza della macchina burocratica. Condivido quanto ha detto prima il collega Laforgia, che mi piace citare, perché uno Stato che funziona è interesse veramente di tutti. Senatore Laforgia, prendo il suo esempio perché lei siede proprio di fronte a me dall'altra parte dell'Emiciclo. Sicuramente non ci accomuna un idem sentire dal punto di vista politico, ma su alcuni risultati ci piace essere d'accordo.
Signor Ministro, aspettiamo con grande interesse il provvedimento sulla semplificazione (non so come lo vorrete chiamare), ma sul disegno di legge in esame - ci dispiace dirlo - non possiamo essere d'accordo e, pertanto, annuncio il voto contrario del Gruppo Forza Italia. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Signor Presidente, chiedo di allegare il testo integrale del mio intervento al Resoconto della seduta.
PRESIDENTE. Senatore Floris, la Presidenza l'autorizza in tal senso.
MATRISCIANO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATRISCIANO (M5S). Signor Presidente, onorevoli senatrici e senatori, membri del Governo, signor Ministro, il provvedimento che ci accingiamo ad approvare contiene interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo ed è nato dall'esigenza di realizzare un'effettiva semplificazione della pubblica amministrazione in un'epoca di trasformazione digitale e di continuo cambiamento nel mondo del lavoro.
L'idea di fondo è quella di lavorare sulle procedure concrete per rendere più efficiente la pubblica amministrazione. In primis il disegno di legge concretezza prevede la costituzione del cosiddetto Nucleo concretezza, un team che agirà in supporto alle pubbliche amministrazioni, per il loro buon andamento e per il miglioramento della loro efficienza, fornendo suggerimenti e metodi di lavoro in stretta collaborazione con le prefetture territoriali. Si cerca così di aiutare la pubblica amministrazione e in caso di non ottemperanza verranno concordate azioni correttive in accordo con le funzioni dirigenziali.
A chi sostiene che questo organo è in sovrapposizione e andrà a sovraccaricare le pubbliche amministrazioni noi intendiamo spiegare che il Nucleo concretezza avrà una funzione puramente organizzativa, che nulla ha a che fare con l'Ispettorato della funzione pubblica e l'Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione. A tal proposito ci tengo a precisare che il MoVimento 5 Stelle ha presentato un ordine del giorno, peraltro accolto dal Governo, che rappresenta il recepimento di quanto proposto dall'Associazione nazionale Comuni d'Italia (ANCI) durante le audizioni, che non ci è parsa contraria all'istituzione del Nucleo concretezza, ma ha richiesto una serie di semplificazioni sul sistema dei controlli a cui oggi sono soggetti gli enti locali. Noi auspichiamo pertanto una semplificazione e razionalizzazione dei controlli, che possa facilitare e rendere più incisivo il compito del Nucleo concretezza. Il PD sarà certo d'accordo su questo, dato che ha presentato un emendamento che ricalcava lo stesso tema.
A onor del vero dobbiamo evidenziare che l'ordine del giorno G4.100 recepisce la discussione in Commissione sul rafforzamento delle competenze e quindi della formazione proposta anche dalla senatrice Parente del PD. Inoltre, l'emendamento 2.14 recepisce ed accoglie quanto detto dal garante per la privacy in audizione, aggiungendo al testo il rispetto dei princìpi di proporzionalità, non eccedenza e gradualità sanciti dall'articolo 5, paragrafo 1, lettera c) del regolamento UE 2016/679.
Le parole d'ordine del disegno di legge in esame sono quindi sblocco del turnover, per dare vita al ricambio generazionale che dovrà portare a nuove assunzioni nelle amministrazioni, e rilevazioni biometriche contro i cosiddetti furbetti del cartellino. L'Italia viene spesso definita come il Paese dei furbi. Io personalmente non continuerei a definirli furbetti del cartellino, perché per noi sono semplicemente dei dipendenti disonesti e, per colpa di una minoranza di disonesti, a prendere la responsabilità ed essere considerati dei fannulloni spesso sono tutti i dipendenti pubblici. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
«Male non fare, paura non avere» recita un antico proverbio. Ho avuto modo di parlare e di confrontarmi con dipendenti pubblici che vedono nel disegno di legge concretezza finalmente la fine di questo malcostume italiano. L'introduzione in Italia della rilevazione biometrica per identificare chi entra nel luogo di lavoro rappresenta finalmente una misura che agisce anche sulla prevenzione di comportamenti scorretti e costringerà assenteisti e disonesti a rinunciare a strani giochi nella timbratura del proprio badge e di quello dei colleghi. Pertanto, il testo che ci accingiamo a votare rappresenta un importante strumento per tutelare chi nella pubblica amministrazione ha sempre fatto il proprio dovere, lavorando con professionalità ed onestà. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Speriamo inoltre nell'introduzione della votazione con impronta digitale anche qui al Senato, dato che già avviene nell'altro ramo del Parlamento, in modo da evitare quei comportamenti scorretti che ancora oggi purtroppo si verificano. Ovviamente, condividiamo il fatto che la sola presenza fisica sul luogo di lavoro non sia sufficiente a garantire elevate performance. Per questo è necessario aumentare la motivazione dei dipendenti e lo si potrà fare passando attraverso un miglioramento delle condizioni di lavoro e rinnovi contrattuali. Se ci troviamo, però, in questa situazione lo dobbiamo solo ed esclusivamente alla totale immobilità della politica negli ultimi vent'anni.
Altro pilastro importante di questo provvedimento, come abbiamo già detto, è lo sblocco del turnover che dovrà portare negli uffici della pubblica amministrazione nuova linfa vitale e nuovi assunti. Un ricambio generazionale di qualità, con nuove professionalità e competenze, digitalizzazione, razionalizzazione e semplificazione dei processi e dei procedimenti amministrativi, qualità dei servizi pubblici, gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento, contrattualistica pubblica, specialisti nell'utilizzo di fondi europei e controllo di gestione.
Questo provvedimento è stato criticato anche per il suo nome: concretezza. Ma noi ormai siamo abituati a queste critiche e, come avevamo fatto per il decreto dignità, ribadiamo che i nostri provvedimenti portano il nome dei valori che per noi sono fondamentali, quei valori che i cittadini e i lavoratori ci chiedono ogni giorno. (Applausi dal Gruppo M5S).
In risposta alla relatrice di minoranza del Gruppo Forza Italia, vogliamo precisare che, andando un po' più a fondo sulla questione dei 53.000 posti di lavoro in meno che il decreto dignità avrebbe prodotto, dobbiamo specificare, però, che il 37 per cento delle imprese che hanno risposto a Federmeccanica hanno dichiarato che trasformeranno i contratti precari in contratti stabili, mentre il 33 per cento non ha ancora risposto. (Applausi dal Gruppo M5S).
Insomma, non è proprio tutto come si vuol far apparire, dato che le stabilizzazioni saranno più delle cessazioni.
Detto questo, concludo il mio intervento dicendo che noi non possiamo quindi che sostenere i pilastri fondamentali di questo disegno di legge, che sono: innovazione, onestà ed efficienza. È per questo che il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di questo provvedimento. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo del disegno di legge, nel suo complesso, nel testo emendato per effetto delle modifiche introdotte in Commissione.
(Segue la votazione).
Il Senato approva. (v. Allegato B).(Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
La seduta è sospesa.
(La seduta, sospesa alle ore 14,05, è ripresa alle ore 15,01).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento (ore 15,01)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto question time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, alle quali risponderà il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.
Il senatore Durnwalder ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00452 sul preannunciato disegno di legge governativo di semplificazione e modernizzazione nei settori dell'agricoltura, del turismo e dell'ippica, per tre minuti.
DURNWALDER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, tra gli obiettivi chiave dell'azione del Governo, riportati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, presentata il 4 ottobre scorso in Parlamento, vi è la semplificazione delle procedure nel settore agricolo, per liberare risorse da destinare a progetti di eccellenza e di qualità e per rendere più agevole e meno onerosa la conduzione delle imprese agricole, nonché più snello ed efficace il sistema dei controlli.
Il Governo ha, altresì, annunciato che sarà istituito un patto per la semplificazione, da sancire in sede di Conferenza Stato-Regioni. Inoltre, ha dichiarato che, tra i vari provvedimenti collegati alla legge di bilancio, sarà presentato anche il disegno di legge recante disposizioni per la modernizzazione e l'innovazione dei settori dell'agricoltura, del turismo e dell'ippica.
Considerato che ad oggi non risulta ancora presentato in Parlamento il disegno di legge annunciato e fortemente atteso dalle categorie interessate, l'interrogante vorrebbe sapere qual è il suo stato di elaborazione, chiedendo informazioni più dettagliate sul relativo contenuto rispetto a quanto dichiarato nella Nota di aggiornamento al DEF, nonché i tempi di presentazione del provvedimento.
PRESIDENTE. Il ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, senatore Centinaio, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
CENTINAIO, ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Signor Presidente, onorevoli senatori, come noto, il Ministero che rappresento contempla una serie di competenze, tutte rilevanti e strategiche, perché fondamentali per il tessuto economico, produttivo e sociale del nostro Paese, sulle quali abbiamo il dovere di investire fortemente per concorrere a un rilancio complessivo della crescita dei consumi e degli investimenti.
L'agricoltura ha subìto trasformazioni non solo derivanti dai cambiamenti climatici, ma anche dalla necessità di rendere la produzione più sostenibile dal punto di vista ambientale e di maggiore valore qualitativo. Alla luce di questi fatti si rende necessario aumentare la capacità di accesso all'innovazione degli imprenditori agricoli.
È interesse del Governo, e mio personale, avviare quanto prima un processo di modernizzazione dei settori agricolo, agroalimentare e del turismo, per la cui realizzazione occorre tuttavia attendere le necessarie deleghe che saranno formalizzate. Per il momento, quindi, non posso che rilevare i molteplici obiettivi che ci proponiamo di realizzare con la più ampia collaborazione delle Regioni, attraverso un vero e proprio "patto per la semplificazione", da sancire in Conferenza unificata.
In particolare, il disegno di legge richiamato dall'interrogante conterrà norme per la semplificazione e il riordino in materia di agricoltura e di controlli amministrativi in materia di qualità dei prodotti. In tale direzione, procederemo a organizzare le disposizioni per settori omogenei o per materie e a facilitare gli adempimenti amministrativi a carico delle imprese agricole per l'erogazione dell'aiuto e/o del sostegno regionale, nazionale e comunitario nell'ambito della Politica agricola comune.
La realizzazione di un sistema unico di controlli in materia di qualità dei prodotti, sulle produzioni a qualità regolamentata, oltre ad evitare duplicazioni, ci permetterà di tutelare maggiormente i consumatori ed eliminare gli ostacoli al commercio e le distorsioni della concorrenza.
Intendiamo procedere altresì a un potenziamento del sistema di rilevazione dei prezzi e dei costi di produzione delle imprese e definire una disciplina nazionale di coordinamento per lo sviluppo e l'incentivazione dell'agricoltura di precisione.
Anche il riordino della disciplina delle frodi agroalimentari e della normativa in materia di turismo, nei limiti delle competenze sancite ai sensi del Titolo V della Costituzione, rientrano tra gli scopi che perseguiremo tempestivamente appena ci sarà il consenso del Parlamento. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Durnwalder, per due minuti.
DURNWALDER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Ministro, la ringrazio per le sue parole, soprattutto per quanto concerne l'intento di far partecipare le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano a questo processo di semplificazione nella redazione della relativa disciplina.
PRESIDENTE. La senatrice De Petris ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00448 sulla bonifica ambientale del territorio della valle del Sacco, per tre minuti.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Ministro, avrà visto nei giorni scorsi - credo anche visivamente e concretamente - gli episodi che hanno interessato il fiume Sacco, ricoperto di schiuma, che si sono ripetuti anche in questi giorni. Sono di poco fa le notizie che l'ARPA avrebbe rilevato la presenza di tensioattivi al di sopra della norma. Tuttavia, il problema del fiume Sacco è molto più antico. Come lei sa perfettamente, è stato istituito anche il SIN Bacino del fiume Sacco, perché tutta la situazione di quell'area, a cavallo tra le province di Roma e Frosinone e lungo tutta l'asta fluviale, è ormai, purtroppo, oggetto di un grave inquinamento ambientale. Recentemente si è aggiunto anche l'accertamento di irregolarità nel depuratore dei consorzi ASI.
Quanto già emerso durante le operazioni di caratterizzazione dell'area industriale di Colleferro e di Anagni e di alcuni siti industriali, ha evidenziato non solo la pratica dell'interramento di rifiuti industriali per evitare - come sappiamo perfettamente - gli oneri di smaltimento, ma si sono aggiunti altri tipi di inquinamento antichi, e forse anche recenti, da imputare alle attività industriali: sono stati riversati, da oltre un ventennio, gli scarichi di acque reflue e di tutte le attività industriali senza alcuna depurazione. La situazione di quel territorio è pertanto molto grave e sta incidendo gravemente sulla salute dei cittadini.
Ministro, i dati contenuti nel rapporto tecnico sulla sorveglianza sanitaria ed epidemiologia della popolazione residente in prossimità del fiume Sacco - che spero lei abbia visto - rispetto all'insorgenza di malattie oncologiche sono davvero molto allarmanti. Le chiedo quindi cosa intende fare anche per accelerare gli interventi di bonifica e, soprattutto, nell'immediato, per un ulteriore censimento delle fonti di inquinamento. (Applausi del senatore Errani).
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, generale Costa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
COSTA, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, anzitutto ringrazio l'interrogante. Effettivamente, la problematica del SIN, nel caso di specie del Bacino del fiume Sacco, è particolarmente significativa e non da oggi, come sappiamo, tanto che, appunto, è dichiarato sito di interesse nazionale. In questo senso, il Governo ha stanziato 40,8 milioni di euro e stiamo definendo l'accordo di programma per velocizzare l'erogazione dei fondi e renderlo immediatamente operativo. Questo è già un elemento di prima risposta, ovvero fondi immediatamente erogabili.
Stiamo facendo questo lavoro insieme alla Regione ovviamente poiché, come lei sa, il coordinamento è dello Stato ma la progettazione, l'accordo di programma, viceversa, è della Regione, ragion per cui stiamo lavorando a quattro mani, e, a mio avviso, anche abbastanza bene.
Risulta presumibilmente che la cosiddetta schiuma, ovvero i tensioattivi che sono stati rinvenuti recentemente, dovrebbero provenire da una mancata depurazione dell'area di sviluppo industriale (ASI). Ovviamente, a seguito di questo primo controllo, abbiamo avuto un riscontro da parte dell'ARPA Lazio e della Capitaneria di porto (che, come Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ho subito inviato attraverso il cosiddetto RAM, reparto ambientale marino), secondo cui si tratta appunto di tensioattivi, quindi con una probabile origine industriale. Stiamo facendo fare adesso le sottoverifiche, per controllare di quale tipologia di tensioattivi si tratti e per risalire poi ovviamente alla filiera produttiva. Questo è un percorso che approderà poi alla procura della Repubblica di Frosinone, dove è stato aperto un fascicolo per disastro ambientale.
Nell'ambito del discorso relativo al fiume Sacco, noi nei prossimi giorni incontreremo i 19 sindaci che ci hanno chiesto un incontro, per comprendere fino in fondo le loro singole necessità; credo che tale incontro sia previsto il 20 dicembre. Aggiungo anche che recentemente, dieci giorni fa, ho firmato con la Regione Lazio il piano della qualità dell'aria nella zona del SIN della valle del Sacco, con alcuni elementi interessanti, come per esempio la qualità dell'aria, cioè la verifica e il monitoraggio materiale della qualità dell'aria da parte dell'ARPA, più altri elementi che riguardano per esempio le emissioni in atmosfera da parte delle stufe o delle macchine della zona, favorendo con un chip economico di circa 10 milioni di euro i soggetti che vorranno fare questo percorso a nostro favore.
Quindi c'è un pacchetto di azioni che stiamo mettendo insieme e che stiamo letteralmente compilando e definendo tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e Regione Lazio. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice De Petris, per due minuti.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Ministro, la ringrazio per queste ulteriori notizie sui passi in avanti che si stanno facendo rispetto all'accordo di programma. Però vorrei segnalare - e credo che lei ne sia cosciente quanto me, signor Ministro - che la situazione di inquinamento è così seria che ovviamente 40 milioni di euro non sono sufficienti. Saranno sufficienti forse per iniziare, ma certamente le risorse necessarie, come nel caso di molti altri SIN, sono notevoli. Quindi bisognerebbe tutti quanti cercare di incrementare questi fondi; noi lo faremo con le nostre proposte emendative al disegno di legge di bilancio.
Un'altra questione assolutamente importante - lo dico perché l'accordo di programma è anche con la Regione Lazio - è che non bisogna più portare altre attività inquinanti in quell'area. La prima questione è che bisogna chiudere una volta per tutte con il trasferimento di rifiuti da altre aree della Regione e persino da altre Regioni, perché altrimenti da una parte si cercano risorse per intervenire e per iniziare l'opera di bonifica e dall'altra non riusciamo a fermare l'inquinamento neanche a questa data, perché continuiamo a immettere attività inquinanti, che in quell'area non sono assolutamente più sopportabili. Bisognerebbe forse provare a fare operazioni di riconversione di alcune attività, ma non certamente portare altre attività inquinanti e impattanti. (Applausi del senatore Errani).
PRESIDENTE. Il senatore Ruspandini ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00451 sull'inquinamento del fiume Sacco e sulle misure di salvaguardia dell'ambiente, per tre minuti.
RUSPANDINI (FdI). Signor Ministro, il procuratore capo di Frosinone in queste ore ha aperto un fascicolo per disastro ambientale plurimo, dopo i recentissimi episodi di cui si parlava prima, nei quali il fiume Sacco è stato totalmente ricoperto da schiuma bianca. Il Sacco, che attraversa le province di Roma e di Frosinone, risulta essere tra i fiumi più inquinati d'Europa, con un'elevata presenza di beta-esaclorocicloesano, uno scarto di lavorazione del lindano, un potente pesticida. Recenti studi dimostrano come queste sostanze inquinanti siano entrate nella catena alimentare, quindi nelle case e negli abitanti della zona, rilevando evidenti connessioni tra l'inquinamento ambientale e la frequenza di patologie tumorali dei residenti.
Chiediamo quali misure urgenti questo Governo intenda adottare per la bonifica e la salvaguardia dell'ambiente e la tutela della qualità della vita dei cittadini della valle del Sacco e se non ritenga necessario investire maggiori risorse umane ed economiche nell'attività di monitoraggio, coordinamento e controllo di tutti processi che regolano il meccanismo di gestione degli scarichi delle numerose aziende della zona industriale, in particolare sul funzionamento del depuratore ASI.
Signor Ministro, io ho apprezzato molto il suo lavoro nella Terra dei fuochi. Lei sa che nella parte Sud della provincia di Frosinone contigua alle terre delle quali lei si è occupato, c'è stato anche - ad ascoltare alcuni pentiti di camorra - un pesante interramento di rifiuti tossici. Nel Nord della provincia, invece, dopo il boom economico, fabbriche del comparto chimico hanno dato vita ad uno sviluppo selvaggio, in un momento storico in cui non esisteva nemmeno l'ipotesi di reato ambientale. Quello che non sa è che io sono di Ceccano, una delle città martiri di questo disastro ambientale e che vengo da una parte politica che ha denunciato il dramma della valle del Sacco, quando ad esempio Grillo ancora faceva il comico, negli anni in cui DC e PCI inondavano la Ciociaria di posti di lavoro e non era facile schierarsi contro quel meccanismo. Noi quel meccanismo lo conosciamo molto bene, signor Ministro. Io stesso sono stato sempre contro questo ragionamento che lega ASI, alcune industrie della provincia, gli uomini più rappresentativi del PD e che da consigliere comunale, consigliere provinciale, assessore comunale e assessore provinciale, ora da senatore, combatto da sempre. Non faremo sconti, quindi, perché ne abbiamo sentite a valanga di promesse. Ci hanno raccontato, a cominciare da Zingaretti a tutti gli ambientalisti del Lazio, che bisognava riconvertire quella zona sul modello della Ruhr. Abbiamo sentito solo parole, mentre gli ospedali di Roma, nei reparti di oncologia, sono pieni di cittadini del mio territorio. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, generale Costa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
COSTA, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, ringrazio il senatore interrogante. Alcune delle cose che dirò, ovviamente, sono le medesime che ho detto nella precedente risposta. È chiaro che noi sappiamo perfettamente che cosa è accaduto. Nel momento in cui, recentemente, è emersa quella schiuma nel fiume Sacco, abbiamo subito inviato i tecnici del RAM e i Carabinieri per fare le prime indagini insieme all'Istituto superiore di sanità, proprio per i motivi che lei accennava, con le strutture sanitarie locali, l'ISPRA e le ARPA. Quello è oggetto di campionamento, l'abbiamo detto prima, sono tensioattivi. Stiamo verificando che altro tipo di sottotensioattivi esistono per arrivare alla filiera del cosiddetto colpevole, ma sono cose che riguardano, a questo punto, la procura della Repubblica. Possiamo parlare del SIN e dei 40,8 milioni di euro, che servono effettivamente per iniziare finalmente il percorso, con questo accordo di programma che stiamo accelerando, ma che non sono sufficienti. Se però non si inizia, non si finisce nemmeno, come diceva lei, e quindi dopo le tante le tante promesse finalmente ci sono delle risorse per iniziare un percorso.
Lo stesso vale per il discorso della depurazione. Lei sa molto meglio di me che la depurazione non è ovviamente una competenza nazionale, ma è una competenza regionale, c'è il piano regionale, è chiaro che noi possiamo fare una moral suasion e, come si suol dire, esercitare quel forte controllo che lo Stato ha il dovere e anche il diritto di esercitare, ferme restando le competenze di cui all'articolo 117 della Carta costituzionale. Le dico e le confermo, per quella che è la mia cosiddetta vita precedente, che effettivamente in quella parte di territorio del cosiddetto basso Lazio ne ho interrogati di camorristi e mi hanno raccontato dove erano e dove probabilmente ancora sono determinati rifiuti, che sono ovviamente sotto l'occhio vigile delle Forze di polizia e dell'autorità giudiziaria. Pertanto, quel percorso che io ho sospeso il 31 maggio di quest'anno per venire a fare il Ministro il giorno successivo, le posso confermare, da generale dei Carabinieri, che sta proseguendo.
È chiaro che entrerà nel ragionamento dei siti orfani, perché purtroppo quelli non saranno più dei siti con un nome e un cognome. Io sto provando a dar vita ad un disegno di legge, che si chiama «Terra mia», in cui è prevista anche la bonifica dei cosiddetti siti orfani, che ahimè non sono né dei SIN, né dei SIR, ma che finalmente stiamo qualificando dal punto di vista giuridico, altrimenti non si possono nemmeno bonificare né sostanziare economicamente. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Ruspandini, per due minuti.
RUSPANDINI (FdI). Signor Ministro, la ringrazio. Noi e la nostra gente riponiamo tante speranze in questa nuova governance del problema. Vigileremo con tutte le nostre forze affinché non cali l'attenzione su questo dramma. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. La senatrice Gallone ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00454 sul finanziamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico, per tre minuti.
GALLONE (FI-BP). Signor Presidente, signor Ministro, inizio con una parentesi per esprimere la mia soddisfazione per il protocollo d'intesa che ha firmato ieri con il MIUR sulle ore di educazione ambientale nelle scuole, che poi, come sa bene, era una proposta contenuta in un disegno di legge presentato dal Gruppo Forza Italia. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Quindi, ci fa molto piacere la condivisione.
Passando al tema dell'interrogazione, è noto che il territorio italiano presenti caratteristiche di elevato rischio idrogeologico, ma sono meno noti i numeri, inquietanti, secondo i quali oltre 7 milioni di abitanti vivono in zone vulnerabili, più di un milione in zone a rischio frane, oltre 5,5 milioni in zone comunque a rischio e, in più, altri 6 milioni vivono in zone a rischio alluvioni. Per l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) sono ben nove le Regioni con il 100 per cento di Comuni a rischio idrogeologico: la Valle d'Aosta, la Liguria, l'Emilia-Romagna, la Toscana, l'Umbria, le Marche, il Molise, la Basilicata e la Calabria, a cui poi bisogna aggiungere l'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento, con percentuali tra il 90 e il 100 per cento. Il 91 per cento dei Comuni italiani e oltre 3 milioni di nuclei familiari vivono in territori classificati ad alta pericolosità. La superficie potenzialmente soggetta a frane supera l'8 per cento del territorio nazionale e quella potenzialmente alluvionabile sfiora i 25.400 chilometri quadrati. Quindi, complessivamente, il 16,6 per cento del territorio è mappato nelle classi di maggiore pericolosità per frane e alluvioni. E ancora, quasi il 4 per cento degli edifici italiani - stiamo parlando di circa 550.000 edifici - si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata. Non meno preoccupante è il dato riguardante il patrimonio culturale, che poi è la nostra Italia. Quindi, sempre i dati dell'ISPRA individuano nelle aree franabile quasi 38.000 beni.
Conosciamo tutti le cause di questa situazione, che sono disparate: le estreme opere di urbanizzazione... quando vedo lampeggiare il microfono mi viene l'ansia, perché devo finire di corsa. Signor Presidente, visto che gli altri colleghi sono stati bravi e sono rimasti nei tempi, le chiedo di concedermi qualche minuto in più... non me lo concede, va bene.
Poiché tale situazione costa troppo sia in termini economici che in termini ambientali e di vite umane perdute e una consapevolezza che è prevista l'istituzione di un fondo per gli investimenti degli enti territoriali, in parte destinati proprio ad interventi contro il dissesto, voglio dunque chiedere al signor Ministro che il Governo dia risposte concrete ai cittadini, agli enti territoriali e alle aziende che hanno perso molto. Chiedo infine di sapere come questo fondo per gli investimenti verrà distribuito, perché farlo in maniera organica e strutturale è importante.
Annuncio infine che il Gruppo Forza Italia ha presentato un disegno di legge per l'istituzione di una Commissione speciale proprio per la mappatura e la prevenzione del dissesto e una riforma organica del sistema idrogeologico in Italia. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, generale Costa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
COSTA, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, senatrice Gallone, colgo l'occasione per confermare che ieri, con il MIUR, abbiamo effettivamente firmato una bella cosa e magari riusciremo anche ad infilarla nel Piano triennale dell'offerta formativa (PTOF), attraverso una norma, e con il suo contributo potrà aiutarci ancora di più.
Detto questo, effettivamente l'articolo 16 del disegno di legge di bilancio prevede circa 3 miliardi di euro a favore degli enti locali: vediamo poi come tale legge verrà licenziata dal Parlamento. È chiaro però che, per capire come verrà gestita a seguire, occorre inevitabilmente aspettare di vedere prima come verrà approvata. Dunque le assicuro la massima trasparenza e la invito a concordare colloqui futuri su questo argomento, ma un minuto dopo che tale norma sarà diventata legge dello Stato.
Nel frattempo, fatto salvo questo presumibile stanziamento di 3 miliardi di euro, che una volta approvata la legge diventerà realtà, posso dirle che cosa abbiamo già. Esiste infatti un piano per l'emergenza e un piano per la strutturazione in ordine al dissesto idrogeologico, che in questo momento è già fattuale, con 6,5 miliardi complessivi per la strutturazione degli interventi. Questa è la cosa più importante, perché consente di evitare di entrare in emergenza. Infatti, sul dissesto idrogeologico noi siamo troppo spesso, se non sempre, vivendo di emergenza.
Come lei sa, senatrice Gallone, l'emergenza viene gestita presso la Presidenza del Consiglio, e precisamente presso il Dipartimento della protezione civile. Per l'ultima emergenza sul dissesto sono stati stanziati, ad esempio, 400 milioni di euro perché, trattandosi appunto di emergenza, vanno recuperati subito. Ma l'importante sono i 6,5 miliardi e magari anche di più (li stiamo cercando nei Fondi di coesione, ma già adesso sono 6,5 miliardi). Come li gestiamo? Su spacchettamenti triennali e ordini annuali da 900 milioni ciascuno, cioè soldi veri.
Insieme alle Regioni, quindi presso la Conferenza permanente Stato-Regioni, stiamo modificando concordemente il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 maggio 2015, quello sulla velocizzazione dell'erogazione delle risorse, per ridurre le tranche di pagamento a tre; per anticipare l'intervento dell'autorità distrettuale di bacino; per fare in modo che la validazione dei progetti esecutivi non avvenga su soggetti che sono diversificati tra loro, come è oggi. Ciò mantenendo sempre in capo ai Presidenti delle Regioni, che sono nominati, com'era in precedenza, anche commissari straordinari per il dissesto idrogeologico, secondo il principio di prossimità territoriale e ambientale che ci sta a cuore.
Per questo, in realtà, la Conferenza permanente Stato-Regioni si è già dimostrata concorde su questa linea; la stiamo estremamente velocizzando e le risorse reali ci stanno. Adesso stiamo aspettando i progetti esecutivi, perché senza di essi questi denari andrebbero inutilmente spesi. In questo momento siamo nella fase in cui stiamo affianco alle Regioni nel processo di capacity building per poter avere progetti esecutivi. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Gallone, per due minuti.
GALLONE (FI-BP). Signor Ministro, la ringrazio e mi ritengo parzialmente soddisfatta, perché il Gruppo Forza Italia vigilerà e verificcherà come saranno effettivamente collocati. Vorrei però che il Governo ponesse veramente attenzione non solo a sostenere i Comuni, le Regioni e questo piano organico per lavorare tutti insieme, ma soprattutto cercasse di coinvolgere tutti gli attori interessati.
Proprio in questi giorni stiamo discutendo in Commissione ambiente il disegno di legge sul consumo del suolo: questa è una cosa molto importante. Bisogna sburocratizzare, bisogna rivedere secondo noi la legge quadro sull'urbanistica, perché noi siamo di fronte a piani di Governo del territorio obsoleti, antiquati, lenti, che allontanano gli investimenti, laddove oggi le città diventano centrali nei sistemi economici; e noi vogliamo che le città possano rigenerarsi al loro interno. Per far questo dobbiamo sostenere anche le imprese, i cittadini, l'agricoltura, tutti i mondi.
Si tratta di un lavoro veramente grande di concerto, ma se cambiamento deve essere, che ci sia veramente una rivoluzione, altrimenti è inutile e rimangono proclami. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).
PRESIDENTE. La senatrice Floridia ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00449 sull'autorizzazione all'esercizio della raffineria di Milazzo, per tre minuti.
FLORIDIA (M5S). Signor Ministro, la raffineria di Milazzo, in provincia di Messina insiste in un'area ad elevato rischio di crisi ambientale, in seguito a valutazione dei livelli di inquinamento e della rilevante incidenza di patologie ad esse collegate. Dal 2005 è un SIN, ossia un sito di interesse nazionale ai fini della bonifica. Inoltre, nel dicembre 2016 la Regione Siciliana ha finalmente approvato il piano paesaggistico di quell'area.
Nel mese di maggio, prima che lei, signor Ministro, si insediasse, con decreto ministeriale si è provveduto all'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla società Raffineria di Milazzo, per l'esercizio appunto della raffineria. A nostro avviso, però, le fasi procedurali che hanno portato all'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) necessitano di essere chiarite nell'interesse primario delle popolazioni delle zone interessate e di un territorio che da tempo lamenta e subisce in maniera preoccupante gli effetti dell'inquinamento ambientale, con evidenti e pesanti ricadute, come già sottolineato, sulla situazione sanitaria.
Si rileva che amministratori dei Comuni interessati hanno più volte evidenziato e fatto presente, attraverso documentazione ufficiale, le criticità ambientali del comprensorio del Mela.
Si consideri poi il fatto che, nella documentazione presentata dalla raffineria di Milazzo, non si fa alcun riferimento al piano paesaggistico, secondo il quale in quell'area si deve gradualmente e progressivamente, ovviamente senza ripercussioni sui livelli occupazionali, far posto a una riconversione produttiva, compatibilmente con il paesaggio.
Infine, preme sottolineare che, nel corso del procedimento che ha portato al rilascio dell'aggiornamento dell'AIA, sono state - a nostro avviso - ingiustamente sottovalutate le ragioni e le contrarietà espresse da ben quattro Comuni del circondario.
Aggiungo che forti perplessità destano anche le modalità di svolgimento, verbalizzazione ed esito della Conferenza dei servizi del marzo 2018.
In virtù di questo, Ministro, le chiediamo se è a conoscenza della situazione; se intende intervenire al fine di revocare, anche parzialmente, in regime di autotutela, l'AIA e, infine, quali iniziative intende adottare per garantire la tutela ambientale e ovviamente il conseguente diritto alla salute dei cittadini. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, generale Costa, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
COSTA, ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Signor Presidente, effettivamente stiamo parlando di un'area in cui c'è una situazione molto complicata. Non dimentichiamo che sostanzialmente si tratta dello stesso luogo in cui si voleva aprire un termovalorizzatore, che non è stato autorizzato dal Consiglio dei ministri.
Senatrice Floridia, se mi consente, ricorderei alcune date, che mi sono voluto segnare perché per me sono topiche.
Nel settembre 2014 si è verificato un grave incidente in quella raffineria. Nell'aprile 2016 è stato disposto il riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA). Nel dicembre 2017 c'è stato un altro sversamento di idrocarburi a mare in quella zona. Tra un istante si capirà perché richiamo queste date.
Nel marzo 2018 sono stati depositati dal territorio e dagli enti esponenziali del territorio anche i profili sanitari dei cittadini che abitano in quella zona, con ovvie considerazioni tra l'ingiuria ambientale e il tasso di malattia che interessa le popolazioni dell'area. Nello stesso marzo 2018, però, la commissione AIA non ha valutato il carteggio sanitario e, nel successivo mese di aprile, l'ISPRA si è recato a fare un sopralluogo. Ebbene, nel maggio 2018, quindi recentemente - noi ci siamo insediati il 1° giugno dell'anno corrente - viene concessa l'AIA per dodici anni.
Lo scorso luglio ho chiesto all'ISPRA di conoscere gli esiti concreti della visita ispettiva ambientale. Ciò mi ha consentito a ottobre, esaminato il carteggio, di diffidare formalmente e ufficialmente la raffineria all'esatto e direi rigoroso esame delle prescrizioni ambientali. (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Papatheu).
Il primo atto per poter intervenire in modo diversamente vigoroso - lei comprenderà che cosa voglio dire, senatrice - è la diffida a ottemperare, che formalmente ho fatto notificare a ottobre di quest'anno. In ogni caso, ho cancellato anche formalmente la commissione AIA, che adesso ricostruiremo anche con esperti sanitari, perché purtroppo ciò non era previsto.
Stimiamo quindi di partire per la prima settimana di gennaio con la call, come abbiamo fatto con la valutazione di impatto ambientale (VIA) e la valutazione ambientale strategica (VAS), per individuare esperti nelle varie discipline, di AIA in questo caso, compresi gli esperti che hanno a che fare col mondo della sanità. Non vorrei più ritrovarmici.
La logica per me qual è? Mai più via delle parrucche, e lei ha capito che cosa voglio dire. (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Papatheu).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica la senatrice Floridia, per due minuti.
FLORIDIA (M5S). Signor Ministro, dire che mi ritengo pienamente soddisfatta forse non basta, perché per la prima volta la valle del Mela sente parole di conforto.
La ringrazio pubblicamente, signor Ministro, anche per essere intervenuto per il blocco dell'inceneritore che sarebbe dovuto sorgere in quella zona. Sono più che pienamente soddisfatta perché ad oggi poco o nulla si era fatto per la tutela ambientale e della salute, tant'è vero che c'è una via chiamata delle parrucche.
Il riesame anche parziale della conferenza dei servizi dell'AIA e la nuova commissione AIA per noi sono elementi veramente di speranza per una zona che vuole rimettersi in piedi. (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Papatheu).
PRESIDENTE. Il senatore Romeo ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00450 sullo sviluppo del traffico merci sulla linea ferroviaria Milano-Chiasso e le opere per tutelare il centro di Monza, per tre minuti.
ROMEO (L-SP-PSd'Az) Signor Presidente, signor Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, premetto che la linea ferroviaria Milano-Como-Chiasso è destinata a diventare una linea ad alta velocità a prevalenza merci, collegata alla galleria svizzera del Gottardo (secondo il progetto elvetico Alptransit). Sulla linea sarà previsto, a regime, il transito di 220-250 convogli al giorno, nell'arco delle ventiquattro ore - tra l'altro su una linea già abbondantemente trafficata - composti prevalentemente da carrelli porta container e porta semirimorchi, lunghi fino a 800 metri, con un ingombro di 4 metri in altezza e un carico medio che supera le 2.000 tonnellate.
Era stato previsto il quadruplicamento della linea; poi i fondi inizialmente collocati anni fa sulla legge obiettivo non sono stati confermati; pertanto, si è provveduto a intervenire sulla linea; esistente soprattutto nel nodo di Monza, cruciale dal punto di vista ferroviario, nel tentativo di migliorarlo, sostituendo i binari per adeguarli alle nuove tecnologie e abbassando il sedime ferroviario nella parte interna alla galleria. Diversamente, i convogli, con la loro altezza, non sarebbero passati, in una galleria urbana lunga 450 metri che, tra l'altro, risale al 1847 ed è stata ampliata nel 1963. Sentendo gli abitanti della zona, tutte le volte che passa un treno, sotto si avvertono vibrazioni notevoli e soprattutto c'è una certa pericolosità, perché all'ingresso della galleria si trova una curva. Stando dunque alle preoccupazioni riferite da alcuni comitati cittadini in passato, non si vorrebbe mai arrivare a incidenti che possano provocare danni notevoli e mettere a rischio la sicurezza delle persone.
Visto che la tratta attraversa il centro storico di Monza, la richiesta è se non ritenga opportuno, signor Ministro, di adoperarsi per fare in modo che la galleria venga sottoposta intanto a una preventiva e completa verifica di staticità e sicurezza; che vengano realizzate barriere acustiche sufficientemente estese sui due lati dei binari; di stabilire appositi limiti di velocità all'ingresso della galleria e lungo tutto il tracciato interno al centro abitato; di valutare l'ipotesi, suggerita da alcuni cittadini ed esperti, di dirottare parte dei treni su percorsi alternativi, più idonei al transito dei treni merci.
PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Toninelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, desidero ringraziare il collega senatore, precisando che, su quanto ha evidenziato, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF) aveva già chiesto precisi elementi a Rete ferroviaria italiana (RFI), gestore dell'infrastruttura ferroviaria, in merito alle condizioni strutturali della galleria e alla rumorosità dei convogli, oltre una valutazione interna circa gli eventi incidentali della tratta.
Per la struttura della galleria, Rete ferroviaria italiana ha comunicato che non sussistono particolari criticità, anche in esito alle visite periodiche. Infatti, i codici di giudizio assegnati nelle visite di controllo eseguite nel periodo 2003-2018 (l'ultima visita ha avuto luogo il 1º giugno di quest'anno) risultano sempre di valore ridotto. Peraltro, nel 2014-2016, la galleria è stata oggetto di lavori alla struttura e non sono state rilevate criticità, neanche verso terzi.
Quanto alle vibrazioni, Rete ferroviaria italiana rileva che non si evincono significative problematiche, anche per effetto di uno specifico intervento eseguito all'infrastruttura mediante inserimento di dispositivi contro le vibrazioni; mentre, per quanto riguarda il rumore, è in corso l'iter per l'installazione di due barriere ubicate nella tratta compresa tra il Comune di Sesto San Giovanni e la stazione ferroviaria di Monza, nonché di un'ulteriore barriera posta a protezione di alcuni condomini a Nord della galleria di Monza.
Per quanto concerne poi eventuali limiti di velocità, ricordo che, mentre il trasporto merci ha strutturalmente una velocità massima pari a 120 chilometri orari in ingresso alla stazione di Monza da Nord, la velocità massima è pari a 90 chilometri. Dai dati relativi agli anni 2017 e 2018 non emergono incidenti di rilievo legati a problematiche alla struttura della galleria sulla tratta urbana di Monza. Inoltre, entro il 2020 sono previsti un progetto di potenziamento tecnologico che permetterà di gestire fino a 12 treni all'ora per senso di marcia, garantendo la coesistenza del traffico regionale, di lungo percorso e di trasporto merci, nonché l'installazione di un sistema per garantire l'interoperabilità sulle tratte internazionali.
Per il traffico merci è previsto che possano circolare treni lunghi fino a 750 metri e idonei al trasporto di semirimorchi e autostrada viaggiante. I lavori per la galleria di Monza rientrano in questa categoria di interventi e si concluderanno per fasi tra il 2019 e il 2020. Riguardo poi la possibilità di itinerari alternativi, a oggi dal valico di Chiasso non vi sono le condizioni per dirottare il traffico merci su altri itinerari così da non interessare il centro abitato di Monza. Anche un eventuale itinerario via Seregno-Carnate-Bergamo avrebbe delle limitazioni dovute a ragioni di capacità, nonché limitazioni infrastrutturali nelle stazioni di Bergamo e Seregno e in linea.
Infine, Rete ferroviaria italiana ha evidenziato ulteriori interventi sulla linea per migliorare la puntualità della circolazione e le condizioni di circolazione alla stazione di Monza, con un assetto che consente una gestione più efficiente ed efficace dei treni all'interno della stessa. Tali interventi saranno avviati con le risorse del contratto di programma Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT)-Ministero dell'economia e delle finanze (MEF)- Parte investimenti 2017-2021.
Concludo annunciando che saranno effettuati ulteriori controlli, oltre al monitoraggio ordinario, nell'ambito delle competenze del Ministero sulla galleria in questione. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Romeo, per due minuti.
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Signor Ministro, la ringrazio per la puntuale e precisa risposta.
Giudichiamo positivamente quanto detto in merito all'installazione delle barriere, che sarà molto apprezzato dai cittadini. Lo stesso dicasi per il potenziamento tecnologico entro il 2020. Ci auguriamo che vengano rispettati i tempi perché, quando si tratta di RFI, non sempre è così.
Ciò che ci interessa di più, oltre ai lavori e agli interventi che vengono realizzati sulla galleria, è il fatto che lei abbia disposto ulteriori controlli sulla staticità della galleria stessa. In tante occasioni, quando si fanno le interrogazioni, RFI risponde sempre che tutto è a posto e tutto va bene; poi nella realtà non è sempre così. Il fatto, quindi, che lei abbia deciso di disporre ulteriori interventi è la parte che ci piace di più della sua risposta. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
PRESIDENTE. Il senatore Laus ha facoltà di illustrare l'interrogazione 3-00453 sul completamento della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione e sulle sue conseguenze economiche, per tre minuti.
LAUS (PD). Signor Ministro, due sono i dati di premessa su cui vorrei focalizzare la sua attenzione.
Il primo dato è il quadro macroeconomico e di finanza del nostro Paese, all'interno del quale diminuisce il prodotto interno lordo - secondo i dati Istat di qualche giorno fa - diminuisce l'occupazione e cresce l'indebitamento netto a seguito della manovra di bilancio, ma cresce per spesa corrente e non per investimenti. Qui si inserisce il secondo dato, che riguarda la velocità di ripresa e la competitività del nostro Paese: elementi che dipendono in buona misura dalla realizzazione di importanti opere infrastrutturali indispensabili a dotarsi di un sistema connesso e integrato con il resto dell'Europa e capace di creare crescita.
A proposito di crescita, la Francia si appresta a interdire il traforo autostradale del Frejus ai mezzi pesanti con motore Euro 4 e a proporre l'applicazione di un sovrapedaggio del 5 per cento sul tratto in questione. Il combinato disposto tra il blocco della TAV Torino-Lione e le nuove condizioni di utilizzo del traforo autostradale del Frejus rischiano di isolare ulteriormente il nostro Paese rispetto al contesto europeo.
Con questi presupposti chiedo al Ministro quale sia la data certa di conclusione dei lavori da parte della struttura tecnica incaricata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di effettuare l'analisi costi-benefici sulle grandi opere infrastrutturali; se in attesa dei risultati di tali valutazioni, i cui tempi sono ancora ignoti, intenda rivedere la decisione assunta sulla linea Torino-Lione, garantendo lo svolgimento dei relativi bandi di appalto già finanziati entro le scadenze inizialmente previste, nonché la prosecuzione dei lavori in corso per tutte le opere infrastrutturali oggetto di valutazione.
Chiedo inoltre se le conclusioni del lavoro svolto dalla struttura di tecnici incaricati saranno rese note al Parlamento e ai cittadini con un apposito e dettagliato documento su tutte le opere oggetto d'indagine; se intenda rendere noti, in ragione della trasparenza, a quanto ammontano gli oneri a carico del bilancio pubblico in caso di blocco delle opere infrastrutturali e in particolare per quelle vincolate da accordi internazionali, che impongono, in caso di mancata realizzazione, il pagamento di tutte le somme spese dall'Unione europea e dagli altri Stati.
Vorrei altresì sapere se il Governo sia intenzionato a rivedere la composizione della manovra di bilancio, trasferendo al capitolo infrastrutture e opere pubbliche una parte della spesa corrente inizialmente prevista per misure come il reddito di cittadinanza e quota 100.
Concludo, signor Presidente, con l'ultima domanda con la quale vorrei sapere quali iniziative intenda adottare nei confronti del Governo francese, al fine di evitare che il transito del traforo stradale del Frejus sia interdetto ai mezzi pesanti con motori Euro 4 e che sia posto una sovrapedaggio sulla medesima tratta. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Toninelli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione testé illustrata, per tre minuti.
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, ringrazio gli interroganti.
Ho già riferito ripetutamente sia alla Camera che al Senato in risposta a quesiti del tutto analoghi a quelli di oggi, perciò potrei limitarmi a fare riferimento e rinvio alle risposte che ho già reso. (Commenti dal Gruppo PD).
Ribadisco ancora una volta che l'analisi costi-benefici sarà resa pubblica, condivisa con il Governo francese e presentata insieme a una parallela analisi tecnico-giuridica. L'interlocuzione che in queste settimane ho svolto con il Governo francese, e che attualmente è in corso con la Commissione europea, ha lo scopo di portare avanti questo percorso senza - e lo sottolineo senza - compromettere la disponibilità del finanziamento europeo, il cui venir meno è stato agitato strumentalmente da più parti.
Far credere che tutto lo sviluppo infrastrutturale del Paese dipenda da una singola opera mi pare evidente sia estremamente riduttivo e offensivo nei confronti degli italiani che su tutto il territorio nazionale chiedono interventi che consentano l'ordinario svolgersi della vita quotidiana. Spostarsi in sicurezza rappresenta semplicemente il minimo che un Governo può dare non solo ai cittadini, ma anche alle imprese; un minimo che invece attualmente non è garantito in troppe zone d'Italia.
Non voglio anticipare alcun giudizio sulla tratta Torino-Lione fino a che le analisi in corso non saranno concluse, ma posso affermare che le principali segnalazioni che ci stanno arrivando riguardano altro: concernono ponti che vengono chiusi e isolano intere comunità; strade interrotte da cedimenti strutturali provocati da scarsa manutenzione e incuria; territori tagliati fuori dall'assenza di un adeguato servizio ferroviario. L'insieme di questi interventi se riattivato, darebbe non solo, slancio all'economia portando lavoro su tutto il territorio nazionale, ma anche sicurezza e qualità agli spostamenti di tutti.
MALPEZZI (PD). Lei è il Ministro!
RIZZOTTI (FI-BP). Risponda alle domande!
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Questi obiettivi otterremo con vere riforme strutturali, a partire da una imminente semplificazione degli appalti.
LAUS (PD). Risponda alle domande!
PRESIDENTE. Senatore Laus, ascolti la risposta del Ministro.Si dichiarerà non soddisfatto.
MALPEZZI (PD). La risposta non c'è!
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Come stavo dicendo, questi obiettivi otterremo con vere riforme strutturali, a partire da una imminente semplificazione degli appalti che comporterà non minori garanzie, ma procedure più snelle.
Stiamo affrontando le conseguenze nefaste prodotte dalla legge che porta il nome del mio predecessore Delrio, che ha provocato l'abbandono delle strade provinciali - invito tanti dei presenti, e soprattutto gli interroganti, ad andare a visitarle - e lo stiamo facendo attraverso il passaggio di parte di queste ad ANAS.
RIZZOTTI (FI-BP). Non risponde!
MALPEZZI (PD). Risponda alle domande!
LAUS (PD). Risponda alle domande!
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Stiamo mettendo in discussione il modello delle concessioni autostradali che, con il benestare dei Governi precedenti, che ho alla mia destra e alla mia sinistra...
MALPEZZI (PD). E anche davanti! Dillo a loro!
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ...ha fatto la fortuna dei prenditori di Stato. (Applausi dal Gruppo M5S).
Lo stiamo facendo attraverso un nuovo modello di tariffazione dei concessionari, che li obbligherà a investire parte dei loro profitti nella manutenzione, che finora è stata carente.
RIZZOTTI (FI-BP). Signor Presidente, ma non risponde alle domande!
PRESIDENTE. Senatrice Rizzotti, ciascun interrogante ha fatto una domanda, alla quale il Ministro risponde, e l'interrogante dichiarerà poi la propria soddisfazione o meno.
Visto che lei non è neanche una interrogante, senatrice Rizzotti, se non è soddisfatta della risposta, può anche uscire dall'Aula.
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, evidentemente vogliono che ribadisca il fatto che mi inorgoglisce enormemente essere contestato da forze politiche che negli ultimi anni hanno governato male - e dico solo male perché sono un po' una persona perbene - il nostro meraviglioso Paese! (Proteste dal Gruppo PD).
LAUS (PD). Ma vergognati! Sei un Ministro!
MALPEZZI (PD). Ma pensa a rispondere!
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Io spero che continuino a contestarmi, perché per il sottoscritto significa che sto facendo il meglio per i cittadini italiani. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Signor Ministro, la invito a concludere.
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, mi accingo a concludere.
LAUS (PD). Vergognati!
PRESIDENTE. Senatore Laus, questa volta l'ho sentita urlare «Vergognati». La prima volta lo segnalo, dopodiché la Presidenza prenderà provvedimenti. Non vi è stata alcuna espressione impropria da parte del Ministro.
FEDELI (PD). Sì, ma ascolti anche il Ministro, signor Presidente!
PRESIDENTE. Può piacere o non piacere ciò che dice, ma non vi è stata alcuna forma di inappropriatezza. (Commenti della senatrice Malpezzi).
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Come dicevo, signor Presidente, lo stiamo facendo attraverso un nuovo modello di tariffazione dei concessionari, che li obbligherà a investire parte dei loro profitti nella manutenzione, che finora è stata carente e che sarà vigilata da una nuova agenzia per la sicurezza, promessa fin dal 2011, ovviamente mai realizzata da quelli bravi, e che solo grazie a noi oggi vede la luce. (Commenti dal Gruppo PD).
Per tornare alla normalità, i cittadini chiedono azioni di cui possano beneficiare subito...
MALPEZZI (PD). Sei Ministro, falle!
TONINELLI, ministro delle infrastrutture e dei trasporti. ...non possono limitarsi ad aspettare opere che saranno, eventualmente, in funzione tra qualche decennio.
Le iniziative che ho indicato sono soltanto alcune delle riforme strutturali già realizzate o da realizzare a breve; riforme che, insieme alle risorse adeguate che inseriremo nella legge di bilancio, rappresentano la nostra visione, il nostro progetto di Paese. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire in replica il senatore Margiotta, per due minuti, che potrà esprimere le sue valutazioni.
MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, non mi illudevo di potermi dichiarare, per una volta, soddisfatto dalle risposte del ministro Toninelli ma, francamente, siamo andati molto al di là. Abbiamo ascoltato un comizietto imbarazzato e imbarazzante, nessuna risposta alle nostre domande, un po' di demagogia tanto al chilo e un po' di solita propaganda. (Applausi dal Gruppo PD).
Vorrei ricordare che, quando si governa, le cose si fanno e non si fa propaganda, a maggior ragione se sei Ministro delle infrastrutture. (Applausi dal Gruppo PD).
Il refrain dell'analisi costi-benefici è diventato un disco rotto, anche se abbiamo sentito anche altre analisi; un disco rotto, noioso e senza senso. La scelta è politica, il problema è politico. Il Ministro deve avere il coraggio di dire: sì o no; quest'opera si fa o non si fa. (Applausi dal Gruppo PD).
Lei dice che le rivolgiamo sempre le stesse domande: ma ciò avviene perché lei non da risposte. Il Paese non ha bisogno di Ponzio Pilato. Il Paese ha bisogno di un Governo che abbia e senta non solo il diritto, ma anche il dovere etico di fare le proprie scelte e di dichiararle: un sì o no, signor Ministro. Assumetevi le vostre responsabilità. (Applausi dal Gruppo PD).
Ma non lo possono fare, perché il Governo, su questo tema, è chiaramente diviso. C'è una parte, infatti, che è contraria all'opera e un'altra, quella dell'azionista di maggioranza, del vice premier Salvini - ormai è chiaramente azionista di maggioranza - che in questo caso, giustamente, vuole fare l'opera perché sostiene che le cose iniziate si concludono e non si lasciano a metà. (Applausi dal Gruppo PD).
Invece, si affrontano i problemi con la stessa superficialità con la quale un giorno si dice di voler fare la guerra all'Europa e poi si torna indietro, e con la quale ci si affaccia sui balconi per dichiarare finita la povertà.
Concludo. Avrei molto da dire, ma vado direttamente alle conclusioni. (Il senatore Margiotta sfoglia gli appunti).
LUCIDI (M5S). Trovale!
MARGIOTTA (PD). Per rimediare allo sfacelo economico, culturale e morale di questo Governo ci vorranno mesi, forse anni, ma il Paese ce la farà. Per fortuna, è sufficientemente forte da resistere ai vostri disastri, alla vostra incompetenza, alla vostra insipienza e alla vostra incapacità. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata (question time) all'ordine del giorno è così esaurito.
Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno
ROMANO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROMANO (M5S). Signor Presidente, è notizia di oggi l'arresto di un sostituto procuratore presso la procura della Repubblica di Lecce, di un dirigente dell'ASL locale e la disposizione dei domiciliari per altri dirigenti e per un'avvocatessa. La vicenda ruota attorno ad alcuni favori che il pubblico ministero avrebbe concesso ad altri indagati - ricevendo in cambio benefit, soggiorni e persino prestazioni sessuali - per vincere processi o superare esami di Stato per diventare avvocato.
Non si può che ringraziare chi ha avuto la forza e il coraggio di far emergere questa brutta vicenda di corruzione, un'ennesima brutta vicenda di corruzione, e cioè la magistratura e gli operatori di polizia giudiziaria che, con la loro quotidiana azione, contribuiscono a eradicare un fenomeno che va combattuto anche e soprattutto dal punto di vista culturale.
Quello giudiziario è uno dei tre poteri fondanti dello Stato. Mortificare la funzione giudiziaria è una sconfitta per tutti. Per questo auspichiamo l'approvazione definitiva in Senato del cosiddetto decreto spazza corrotti, affinché a trionfare sia finalmente la cultura della legalità. (Applausi dal Gruppo M5S).
CROATTI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CROATTI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei porre alla vostra attenzione una questione di un settore di eccellenza del turismo che continua a essere all'interno di un inaccettabile limbo: parlo delle concessioni marittime pertinenziali con finalità turistico-ricreative. Le pertinenze del demanio marittimo sono strutture rientranti nel demanio statale che comprendono tutte quelle opere, di difficile rimozione o inamovibili, realizzate dai privati concessionari sul suolo demaniale.
Sono circa un migliaio di imprese, per lo più a conduzione familiare, delle eccellenze, e almeno 250 di queste fronteggiano una situazione inesorabile; famiglie che, allo stato attuale, hanno maturato un debito con il fisco di diverse centinaia di migliaia di euro: un debito non preventivato, frutto di una imposizione sopravvenuta e non convenuta, figlia della legge del 27 dicembre 2006, n. 296 (la finanziaria del 2007 del Governo Prodi), che ha apportato interventi modificativi sulla disciplina in vigore per le concessioni demaniali marittime, comportando una maggiorazione dei canoni.
Con il sistema di calcolo introdotto, basato sui valori dell'osservatorio mobiliare italiano (OMI), si sono registrati aumenti che vanno dal +300 per cento al +1.500 per cento, e cioè si è arrivati da poche migliaia di euro fino a 100.000-500.000 euro all'anno. Si tratta di società fiore all'occhiello che ora sono soggette al rischio di una esecuzione da parte dell'Agenzia delle entrate, non potendo fronteggiare il nuovo canone delle cartelle esattoriali.
Inoltre, non si è assistito nemmeno a un'applicazione tempestiva e uniforme dei criteri introdotti dalla legge n. 296 del 2006. Alcuni enti territoriali, sulla scorta delle disposizioni ricevute dall'Agenzia del demanio, hanno richiesto un conguaglio per i canoni già versati dal 2007 fino al momento dell'effettiva applicazione delle modifiche previste. Solo nella provincia di Rimini - provincia da cui provengo - sono numerose le imprese che si trovano soffocate da questa situazione emergenziale.
Faccio un esempio: l'Agenzia del demanio, per il tramite del Comune di Riccione, ha imposto un diverso e maggiore canone rispetto a quello già determinato in concessione non solo per l'anno in corso ma anche per quelli passati, a partire dal 2007, appesantendo ancor di più una condizione già onerosa.
È una situazione emergenziale, fatta di proroghe su proroghe. Serve un riordino, altrimenti le imprese saranno destinate a fallire. Parliamo di attività a conduzione familiare che valorizzano il nostro territorio; parliamo di famiglie che hanno profuso energie e risparmi di una vita in queste attività.
Per questo, signor Presidente, faccio un appello: necessita intraprendere azioni concrete per non perdere un'eccellenza imprenditoriale del nostro Paese. (Applausi dal Gruppo M5S).
CIAMPOLILLO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIAMPOLILLO (M5S). Signor Presidente, colleghi, nella battaglia per la difesa degli animali e del loro diritto alla vita, contro la barbarie della macellazione e del più completo disinteresse verso la natura, vorrei segnalare l'importanza di una iniziativa promossa dalle Iene vegane di Milano e da altri gruppi animalisti save, che si terrà dal 12 dicembre, alle ore 10, fino al 15 dicembre, alla medesima ora, davanti al mattatoio di Lodi. Ci sarà anche la presenza della ormai nota attivista animalista Alessandra Di Lenge, che ringrazio per l'invito, oltre che per il suo impegno quotidiano in difesa di tutti quegli esseri viventi che non hanno voce.
Saranno tre giorni di veglia e digiuno, per ricordare ai cittadini l'importanza della difesa degli animali e l'esigenza, ormai improrogabile, di prendere coscienza della necessità di adottare modelli di vita nuovi e maggiormente rispettosi dell'ambiente e della salute. È noto che gli allevamenti per lo sfruttamento degli animali costituiscono una delle cause maggiori di riscaldamento del clima. L'incidenza negativa sulla salute umana della carne animale è un tema di grandissima attualità.
Su tutto, comunque, vi è l'amore verso gli animali e il dovere di bloccare pratiche barbare di inaudita violenza, come quelle della macellazione. Per queste ragioni parteciperò personalmente ai tre giorni di veglia e digiuno in difesa degli animali, che si terranno a Lodi, innanzi al macello. In tutto il Pianeta è in atto un cambiamento inarrestabile. Go vegan! (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Senatore Ciampolillo, ritengo che questo sia un uso improprio dello strumento dell'intervento di fine seduta. Si può ricorrere agli interventi di fine seduta per fatti che sono accaduti nella notte, nella giornata, ma per pubblicizzare una iniziativa futura mi sembra che vi siano altri strumenti.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di lunedì 10 dicembre 2018
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica lunedì 10 dicembre, alle ore 17, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 16,03).
Allegato A
DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo (920)
ARTICOLO 1 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 1.
Approvato
(Istituzione del Nucleo della Concretezza)
1. Dopo l'articolo 60 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono inseriti i seguenti:
«Art. 60-bis. -(Istituzione e attività del Nucleo della Concretezza). - 1. Ferme le competenze dell'Ispettorato di cui all'articolo 60, comma 6, e dell'Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione di cui all'articolo 1, comma 22-bis, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, è istituito, presso il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Nucleo delle azioni concrete di miglioramento dell'efficienza amministrativa, denominato "Nucleo della Concretezza".
2. Con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'interno, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, per la parte relativa alle azioni da effettuare nelle regioni, negli enti strumentali regionali, negli enti del Servizio sanitario regionale e negli enti locali, è approvato il Piano triennale delle azioni concrete per l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, predisposto annualmente dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Piano contiene:
a) le azioni dirette a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni e la conformità dell'attività amministrativa ai princìpi di imparzialità e buon andamento;
b) le azioni dirette a implementare l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, con indicazione dei tempi per la realizzazione delle azioni correttive;
c) l'indicazione delle modalità di svolgimento delle attività del Nucleo della Concretezza nei confronti delle regioni, degli enti strumentali regionali, degli enti del Servizio sanitario regionale e degli enti locali.
3. Il Nucleo della Concretezza assicura la concreta realizzazione delle misure indicate nel Piano di cui al comma 2. A tal fine, in collaborazione con l'Ispettorato di cui all'articolo 60, comma 6, effettua sopralluoghi e visite finalizzati a rilevare lo stato di attuazione delle disposizioni da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché le modalità di organizzazione e di gestione dell'attività amministrativa alla luce dei criteri di efficienza, efficacia ed economicità, proponendo eventuali misure correttive. Le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici nazionali realizzano le misure correttive entro tempi definiti e comunque nei limiti di quelli indicati nel Piano di cui al comma 2.
4. Di ogni sopralluogo e visita è redatto processo verbale, sottoscritto dal rappresentante dell'amministrazione o da un suo delegato, da cui risultano le visite e le rilevazioni eseguite, le richieste avanzate, la documentazione visionata o acquisita, nonché le risposte e i chiarimenti ricevuti. Il verbale contiene anche l'indicazione delle eventuali misure correttive e, per le amministrazioni di cui al terzo periodo del comma 3, del termine entro il quale le stesse devono essere attuate. L'amministrazione, nei tre giorni successivi, può formulare osservazioni e fornire ulteriori documenti.
5. I verbali redatti in occasione di sopralluoghi e visite effettuati in comuni o in altri enti locali sono trasmessi anche al prefetto territorialmente competente.
6. Le pubbliche amministrazioni provvedono alla tempestiva comunicazione al Nucleo della Concretezza dell'avvenuta attuazione delle misure correttive, fermo restando, per le pubbliche amministrazioni di cui al terzo periodo del comma 3, il rispetto del termine assegnato dal Nucleo medesimo.
7. L'inosservanza del termine assegnato, ai sensi del comma 3, per l'attuazione delle misure correttive rileva ai fini della responsabilità dirigenziale e disciplinare e determina l'iscrizione della pubblica amministrazione inadempiente in un elenco pubblicato nel sito del Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri. Entro il 30 giugno di ogni anno, il Dipartimento della funzione pubblica trasmette una relazione sugli esiti dei sopralluoghi e delle visite, con l'evidenziazione dei casi di mancato adeguamento, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno e alla Corte dei conti.
Art. 60-ter. - (Collaborazione tra il prefetto e il Nucleo della Concretezza). - 1. Il prefetto può segnalare al Nucleo della Concretezza di cui all'articolo 60-bis, comma 1, eventuali irregolarità dell'azione amministrativa degli enti locali e chiederne l'intervento. In tal caso può partecipare ai sopralluoghi e alle visite anche personale della prefettura-ufficio territoriale del Governo richiedente.
Art. 60-quater. - (Personale del Nucleo della Concretezza). - 1. Per lo svolgimento delle attività di cui agli articoli 60-bis e 60-ter, il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri si avvale di cinquantatré unità di personale, di cui una con qualifica dirigenziale di livello generale e due con qualifica dirigenziale di livello non generale, reclutati come segue:
a) ventitré unità, ivi comprese quelle di livello dirigenziale in deroga alle percentuali di cui all'articolo 19, comma 5-bis, individuate anche tra il personale delle altre amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, che è collocato in posizione di comando o fuori ruolo o altro analogo istituto previsto dai rispettivi ordinamenti, per il quale si applicano l'articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e l'articolo 56, settimo comma, del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3. Il trattamento economico è corrisposto secondo le modalità previste dall'articolo 9, comma 5-ter, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303;
b) trenta unità, di cui venti da inquadrare nel livello iniziale della categoria A e dieci da inquadrare nel livello iniziale della categoria B, reclutate a seguito di concorso pubblico per titoli ed esami, espletato ai sensi dell'articolo 35, comma 5.
2. Agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, pari a euro 4.153.160 a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».
2. Le disposizioni di cui al presente articolo si applicano, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e con l'utilizzo delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, agli istituti e scuole di ogni ordine e grado e alle istituzioni educative tenendo conto delle loro specificità organizzative e funzionali e nel rispetto dell'autonomia organizzativa, didattica, di ricerca e di sviluppo ad essi riconosciuta dalle vigenti disposizioni.
EMENDAMENTI
Damiani, Ronzulli, Floris, Toffanin
Respinto
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», comma 2, sopprimere le seguenti parole: «previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, per la parte relativa alle azioni da effettuare nelle regioni, negli enti strumentali regionali, negli enti del Servizio sanitario regionale e negli enti locali».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Al comma 1 apportare le seguenti modificazioni:
a) al capoverso «Art. 60-bis», numero 2), sostituire le parole: «previa intesa» con: «previo accordo»;
b) al capoverso «Art. 60-bis», sopprimere il numero 5);
c) sopprimere il capoverso «Art. 60-ter».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», comma 2, apportare le seguenti modificazioni:
a) dopo le parole: «è approvato» inserire le seguenti: «, previa consultazione delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale»;
b) dopo la lettera e), aggiungere la seguente:
«c-bis) le azioni dirette a predisporre piani industriali per ciascuna delle pubbliche amministrazioni».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», apportare le seguenti modificazioni:
a) al comma 2, sopprimere lettera a);
b) dopo il comma 7, inserire il seguente:
«7-bis. In ogni caso rimangono di competenza dell'Ispettorato di cui all'articolo 60, comma tutte le azioni dirette a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento delle pubbliche amministrazioni e la conformità dell'attività amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Precluso
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», comma 2, sopprimere la lettera a).
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», comma 2, lettera a), sostituire la parola: «garantire» con la seguente: «supportare».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Sost. id. em. 1.10
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», comma 2, lettera a), sostituire la parola: «garantire» con la seguente: «sostenere».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis», sopprimere il comma 5.
Conseguentemente, al comma 1, sopprimere il capoverso «Art. 60-ter».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, capoverso «Art. 60-bis.», dopo il comma 7, aggiungere il seguente:
«7-bis. Per le Regioni, gli enti strumentali regionali e gli enti del SSR, le attività di cui ai commi 3, 4, 5, 6 e 7 del presente articolo sono svolte sulla base di procedure individuate d'intesa tra il Ministero della pubblica amministrazione e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nell'ambito del principio di leale collaborazione ed allo scopo di contribuire al miglioramento dei livelli di efficienza nell'erogazione di servizi ai sensi di quanto previsto dall'articolo 6».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:
«2-bis. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi in materia di semplificazione dei controlli sulle amministrazioni territoriali. I decreti legislativi sono adottati, senza nuovi o maggior oneri per la finanza pubblica e con l'utilizzo delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri direttivi:
a) ridefinire e semplificare le funzioni ispettive del SIFIP del Ministero dell'economia e finanze, che interviene per la valutazione e verifica sui contratti integrativi e più in generale sull'economicità e regolarità amministrativo-contabile della gestione, anche su iniziativa delle sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti;
b) razionalizzare le verifiche ispettive sulla conformità dell'azione amministrativa ai principi di imparzialità e buon andamento, sull'efficacia della sua attività con particolare riferimento alle riforme volte alla semplificazione delle procedure, sul corretto conferimento degli incarichi, sull'esercizio dei poteri disciplinari, sull'osservanza delle disposizioni vigenti in materia di controllo dei costi, dei rendimenti, dei risultati, di verifica dei carichi di lavoro, effettuate dall'ispettorato del Dipartimento della funzione pubblica;
c) semplificare i controlli delle sezioni regionali della Corte dei Conti;
d) ridefinire e semplificare i controlli sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni degli Enti in condizione di riequilibrio pluriennale o di dissesto, effettuati dalla Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali, istituita presso il Ministero dell'interno.
2-ter. I decreti legislativi di cui al comma 2-bis sono adottati su proposta del Ministro delegato per la pubblica amministrazione, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e del parere del Consiglio di Stato, che sono resi nel termine di quarantacinque giorni dalla data di trasmissione di ciascuno schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere. Lo schema di ciascun decreto legislativo è successivamente trasmesso alle Camere per l'espressione dei pareri delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si pronunciano nel termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo può essere comunque adottato. Se il termine previsto per il parere cade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al comma 1 o successivamente, la scadenza medesima è prorogata di novanta giorni. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. Le Commissioni competenti per materia possono esprimersi sulle osservazioni del Governo entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione. Decorso tale termine, i decreti possono comunque essere adottati.
2-quater. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al 2-bis, il Governo può adottare, nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi e della procedura stabiliti dal presente articolo, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive».
ARTICOLO 2 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 2.
Approvato
(Misure per il contrasto all'assenteismo)
1. Ai fini della verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro, le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, con esclusione dei dipendenti di cui all'articolo 3 del medesimo decreto e fuori dei casi di cui all'articolo 18 della legge 22 maggio 2017, n. 81, introducono, ad invarianza di oneri rispetto alla normativa vigente e, comunque, nel rispetto della dotazione del fondo di cui al comma 5, sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza degli accessi, in sostituzione dei diversi sistemi di rilevazione automatica, attualmente in uso,nel rispetto dei princìpi di proporzionalità, non eccedenza e gradualità sanciti dall'articolo 5, paragrafo 1, lettera c), del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e previo parere del Garante per la protezione dei dati personali ai sensi dell'articolo 154 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, sulle modalità di trattamento dei dati biometrici, sono individuate le modalità attuative del presente comma, nel rispetto dell'articolo 9 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, e delle misure di garanzia definite dal predetto Garante, ai sensi dell'articolo 2-septies del citato codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003.
2. I dirigenti delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, adeguano la propria prestazione lavorativa nella sede di lavoro alle esigenze dell'organizzazione e dell'incarico dirigenziale svolto, nonché a quelle connesse con la corretta gestione e il necessario coordinamento delle risorse umane. Per le finalità di cui al presente comma, ai medesimi dirigenti, ad eccezione di quelli appartenenti alle categorie di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, si applicano i sistemi di verifica biometrica dell'identità e di videosorveglianza di cui al comma 1.
3. Le pubbliche amministrazioni che per espressa previsione normativa sono tenute a utilizzare i servizi di pagamento degli stipendi messi a disposizione dal Ministero dell'economia e delle finanze provvedono all'attuazione delle misure di cui ai commi 1 e 2 con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, avvalendosi dei servizi di rilevazione delle presenze forniti dal sistema «NoiPA» del Ministero dell'economia e delle finanze. Le altre amministrazioni pubbliche provvedono all'attuazione delle misure di cui ai commi 1 e 2 con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, anche avvalendosi dei servizi di rilevazione delle presenze forniti dal sistema «NoiPA» del Ministero dell'economia e delle finanze.
4. Per il personale docente ed educativo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, le modalità attuative del presente articolo sono stabilite, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e con l'utilizzo delle sole risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previo parere del Garante per la protezione dei dati personali, ai sensi dell'articolo 154 del citato codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003, nel rispetto dell'articolo 9 del citato regolamento (UE) 2016/679 e delle misure di garanzia definite dal predetto Garante, ai sensi dell'articolo 2-septies del citato codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003.
5. Per l'attuazione degli interventi previsti al comma 1, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito fondo da ripartire, con una dotazione di 35 milioni di euro per l'anno 2019. L'utilizzo del fondo è disposto, previa ricognizione dei fabbisogni, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, in relazione alle esigenze presentate.
6. Agli oneri derivanti dal comma 5, pari a 35 milioni di euro per l'anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze.
EMENDAMENTI
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Sostituire l'articolo, con il seguente:
«Art. 2.
(Misure per la formazione e l'aggiornamento del personale della pubblica amministrazione)
1. Al fine di incentivare la formazione e l'aggiornamento del personale della pubblica amministrazione prevista dall'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito fondo, con una dotazione di 35 milioni di euro per l'anno 2019. L'utilizzo del fondo è disposto, previa ricognizione dei fabbisogni, con uno o più decreti del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, in relazione alle esigenze presentate.
2. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari a 35 milioni di euro per l'anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma ''Fondi di riserva e speciali'' della missione ''Fondi da ripartire'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze».
Respinto
Al comma 1, premettere il seguente:
«01. Le disposizioni previste dal presente articolo si applicano esclusivamente alle amministrazioni pubbliche che abbiano registrato mediamente negli ultimi tre anni un tasso di assenteismo del personale dipendente pari o superiore al 15 per cento dei giorni lavorativi».
Respinto
Sostituire il comma 1, con il seguente:
«1. Ai fini della verifica dell'osservanza dell'orario di lavoro, le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, introducono sistemi di videosorveglianza in sostituzione dei diversi sistemi di rilevazione automatica, attualmente in uso, seguendo il principio di gradualità e i fattori di rischio ambientali e territoriali. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e previo parere del Garante per la protezione dei dati personali ai sensi dell'articolo 154 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, sulle modalità di trattamento dei dati, sono individuate le modalità attuative del presente comma, nel rispetto dell'articolo 9 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, e delle misure di garanzia definite dal predetto Garante, ai sensi dell'articolo 2-septies del citato codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini, Malpezzi
Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte
Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: «con esclusione», inserire le seguenti: «del personale del comparto dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ».
Conseguentemente, sopprimere il comma 4.
Precluso
Al comma 1, primo periodo, dopo le parole: «con esclusione», inserire le seguenti: «del personale del comparto dell'istruzione e della ricerca,».
Conseguentemente, sopprimere il comma 4.
Respinto
Al comma 1, dopo le parole: «con esclusione dei dipendenti di cui all'articolo 3 del medesimo decreto», inserire le seguenti: «, del personale della polizia locale».
Respinto
Al comma 1, apportare le seguenti modificazioni:
a) al primo periodo, sostituire la parola: «introducono», con le seguenti: «possono introdurre»;
b) al secondo periodo, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, », con le seguenti: «Con fonti di tipo contrattuale, da adottare ai sensi dell'articolo 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300,».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Inammissibile
Al comma 1, primo periodo, sopprimere le parole: «, ad invarianza di oneri rispetto alla normativa vigente e, comunque, nel rispetto della dotazione del fondo di cui al comma 5,».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Al comma 1, sopprimere le parole: «di verifica biometrica dell'identità e» e la parola: «biometrici».
Floris, Toffanin, Gallone, Rizzotti, De Poli
Respinto
Al comma 1, primo periodo, dopo le parole «sistemi di verifica biometrica dell'identità» sostituire la parola: «e» con la seguente: «o».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Id. em. 2.11 (testo corretto)
Al comma 1, primo periodo, dopo le parole «sistemi di verifica biometrica dell'identità» sostituire la parola: «e», con la seguente: «o».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Al comma 1 dopo le parole: «attualmente in uso» inserire le seguenti: «previo accordo collettivo stipulato con le associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini, Boldrini
Id. em. 2.16
Al comma 1, primo periodo, dopo le parole:«attualmente in uso» inserire le seguenti: «, previo accordo collettivo stipulato con le associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, ove questi ultimi non risultino idonei rispetto agli scopi perseguiti».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e nel principio di proporzionalità previsto dall'articolo 52 della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea (2000/C 364/01)».
Floris, Toffanin, Gallone, Rizzotti, De Poli
Respinto
Al comma 1, dopo il primo periodo, inserire il seguente:
«Le disposizioni di cui al periodo precedente non si applicano in presenza di accordi di prossimità che ne escludono la necessità e che definiscono la valutazione dei dipendenti in base ai risultati raggiunti nello svolgimento dell'attività lavorativa».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, », con le seguenti: «Con fonti di tipo contrattuale da adottare ai sensi dell'articolo 4 della legge 20 maggio 1970, n. 300 e successive modificazioni».
Respinto
Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: «le modalità attuative del presente comma», inserire le seguenti: «, nonché le misure necessarie finalizzate a garantire controlli successivi al fine di evitare l'adozione di provvedimenti non legittimi».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 1, secondo periodo, dopo le parole: «nel rispetto», inserire le seguenti: «del principio di proporzionalità previsto dall'articolo 52 della Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea (2000/C 364/01) e».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 2, secondo periodo, sopprimere le parole: «, ad eccezione di quelli appartenenti alle categorie di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte
Al comma 3, dopo il primo periodo inserire il seguente: «Le pubbliche amministrazioni territoriali provvedono all'attuazione delle misure di cui ai commi 1 e 2 avvalendosi anche delle risorse previste nel fondo di cui al comma 5 del presente articolo»;
Conseguentemente al comma 5, dopo le parole: «di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze», inserire le seguenti: «previo accordo in sede di Conferenza Unificata».
Precluso
Al comma 3, dopo il primo periodo, inserire il seguente: «Le pubbliche amministrazioni territoriali provvedono all'attuazione delle misure di cui ai commi 1 e 2 anche avvalendosi delle risorse previste nel fondo di cui al comma 5 del presente articolo».
Conseguentemente al comma 5, del medesimo articolo, dopo le parole: «di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze», inserire le seguenti: «previa intesa in sede di Conferenza Unificata».
Respinto
Al comma 3, aggiungere in fine il seguente periodo: «Resta escluso dall'applicazione del presente comma il personale di diritto pubblico di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e quello della polizia locale».
Parente, Malpezzi, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 4, sostituire le parole: «Per il personale docente ed educativo», con le seguenti: «Per il personale docente, educativo ed ATA».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Id. em. 2.30
Al comma 4, dopo la parola: «docente», inserire la seguente: «, ATA»
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 4, sostituire le parole da: «sono stabilite», fino alla fine del comma, con le seguenti: «sono demandate alla contrattazione collettiva».
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 4, dopo le parole: «legge 23 agosto 1988, n. 400», inserire le seguenti: «, previo accordo in sede di Conferenza unificata e».
Parente, Patriarca, Laus, Nannicini
Respinto
Al comma 5, dopo le parole: «Ministro dell'economia e delle finanze», inserire le seguenti: «, previo accordo in sede di Conferenza unificata».
ARTICOLO 3 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 3.
Approvato
(Adeguamento dei fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale dipendente della pubblica amministrazione)
1. In ordine all'incidenza sul trattamento accessorio delle risorse derivanti dalla contrattazione collettiva nazionale e delle assunzioni in deroga, il limite previsto dall'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, secondo cui l'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, non può superare il corrispondente importo determinato per l'anno 2016, non opera con riferimento agli incrementi previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro successivi alla data di entrata in vigore del medesimo decreto legislativo n. 75 del 2017, a valere sulle disponibilità finanziarie di cui all'articolo 48 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e dagli analoghi provvedimenti negoziali riguardanti il personale contrattualizzato in regime di diritto pubblico, nonché con riferimento alle risorse previste da specifiche disposizioni normative a copertura degli oneri relativi al trattamento accessorio delle assunzioni effettuate, successivamente alla data di entrata in vigore del predetto limite, in deroga alle facoltà assunzionali vigenti, ai sensi delle medesime disposizioni.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche con riferimento alle assunzioni effettuate utilizzando, anche per quanto riguarda il trattamento accessorio, le risorse di cui all'articolo 20, comma 3, del decreto legislativo n. 75 del 2017.
EMENDAMENTI
Respinto
Al comma 1, aggiungere il seguente periodo:
«A partire dall'anno scolastico 2018/2019, le disposizioni di cui al presente comma si applicano a tutto il personale a termine, indipendentemente dalla durata del contratto a tempo determinato, ivi incluso il personale supplente breve e saltuario della scuola, in merito alla retribuzione professionale docenti (RPD) e al compenso individuale accessorio (CIA)».
Conseguentemente, agli oneri derivanti dalla presente disposizione, pari a 10 milioni di euro a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze.
Damiani, Ronzulli, Toffanin, Floris
Respinto
Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo:
«Il limite previsto dall'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 non opera altresì con riferimento alle risorse stanziate a bilancio per la retribuzione di posizione e di risultato dei titolari di posizione organizzativa».
Conseguentemente, agli oneri derivanti dalla presente disposizione, pari a 3 milioni di euro a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato dì previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze.
Patriarca, Parente, Laus, Nannicini
Respinta la parte evidenziata in neretto; preclusa la restante parte
Dopo il comma 2 aggiungere i seguenti:
«2-bis. Fermo il rispetto dei limiti complessivi di spesa per il personale ai sensi dei commi 557-quater e 562 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il limite previsto dall'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, secondo cui l'ammontare delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, non può superare il corrispondente importo determinato nell'anno 2016, non opera per le risorse stanziate in bilancio per la retribuzione di posizione e di risultato dei titolari di posizione organizzativa degli enti del comparto delle funzioni locali, nei limiti dei risparmi conseguenti all'utilizzo parziale delle risorse che possono essere destinate alle assunzioni di personale a tempo indeterminato. Per effetto di quanto indicato al periodo precedente le corrispondenti risorse non possono essere destinate a nuove assunzioni sino alla cessazione dell'incarico, allo scadere del quale tornano ad alimentare la capacità assunzionale dell'ente.
2-ter. Agli oneri derivanti dal comma 2-bis, valutati nel limite massimo di 10 milioni di euro a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Precluso
Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
«2-bis) Fermo il rispetto dei limiti complessivi di spesa per il personale ai sensi dei commi 557-quater e 562 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il limite previsto dal comma 2, dell'articolo 23, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, secondo cui l'ammontare delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, non può superare il corrispondente importo determinato nell'anno 2016, non opera per le risorse stanziate in bilancio per la retribuzione di posizione e di risultato dei titolari di posizione organizzativa degli Enti del comparto delle Funzioni locali, nei limiti dei risparmi conseguenti all'utilizzo parziale delle risorse che possono essere destinate alle assunzioni di personale a tempo indeterminato. Per effetto di quanto indicato al periodo precedente le corrispondenti risorse non possono essere destinate a nuove assunzioni sino alla cessazione dell'incarico, allo scadere del quale tornano ad alimentare la capacità assunzionale dell'ente».
Precluso
Dopo il comma 2, aggiungere in fine, il seguente:
«2-bis. Fermo il rispetto dei limiti complessivi di spesa per il personale ai sensi dei commi 557-quater e 562 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il limite previsto dall'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, secondo cui l'ammontare delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, non può superare il corrispondente importo determinato nell'anno 2016, non opera per le risorse stanziate in bilancio per la retribuzione di posizione e di risultato dei titolari di posizione organizzativa degli Enti del comparto delle Funzioni locali, nei limiti dei risparmi conseguenti all'utilizzo parziale delle risorse che possono essere destinate alle assunzioni di personale a tempo indeterminato. Per effetto di quanto indicato al periodo precedente le corrispondenti risorse non possono essere destinate a nuove assunzioni sino alla cessazione dell'incarico, allo scadere del quale tornano ad alimentare la capacità assunzionale dell'ente».
ARTICOLO 4 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 4.
Approvato
(Misure per accelerare le assunzioni mirate e il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione)
1. Le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici, ivi compresi quelli di cui all'articolo 70, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, possono procedere, a decorrere dall'anno 2019, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente. Ai Corpi di polizia, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al comparto della scuola e alle università si applica la normativa di settore.
2. Al fine di accrescere l'efficienza dell'organizzazione e dell'azione amministrativa, le amministrazioni di cui al comma 1 predispongono il piano dei fabbisogni di cui agli articoli 6 e 6-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001, tenendo conto dell'esigenza di assicurare l'effettivo ricambio generazionale e la migliore organizzazione del lavoro, nonché, in via prioritaria, di reclutare figure professionali con elevate competenze in materia di:
a) digitalizzazione;
b) razionalizzazione e semplificazione dei processi e dei procedimenti amministrativi;
c) qualità dei servizi pubblici;
d) gestione dei fondi strutturali e della capacità di investimento;
e) contrattualistica pubblica;
f) controllo di gestione e attività ispettiva.
3. Le assunzioni di cui al comma 1 sono autorizzate con il decreto e le procedure di cui all'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo n. 165 del 2001, previa richiesta delle amministrazioni interessate, predisposta sulla base del piano dei fabbisogni di cui agli articoli 6 e 6-ter del medesimo decreto legislativo n. 165 del 2001, corredata da analitica dimostrazione delle cessazioni avvenute nell'anno precedente e delle conseguenti economie e dall'individuazione delle unità da assumere e dei correlati oneri. A decorrere dall'anno 2019 è consentito il cumulo delle risorse, corrispondenti a economie da cessazione del personale già maturate, destinate alle assunzioni per un arco temporale non superiore a cinque anni, a partire dal budget assunzionale più risalente, nel rispetto del piano dei fabbisogni e della programmazione finanziaria e contabile.
4. Al fine di ridurre i tempi di accesso al pubblico impiego, per il triennio 2019-2021, le amministrazioni di cui al comma 1 possono procedere, in deroga a quanto previsto dal primo periodo del comma 3 e all'articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001, nel rispetto dell'articolo 4, commi 3, 3-bis e 3-ter, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, nonché del piano dei fabbisogni definito secondo i criteri di cui al comma 2:
a) all'assunzione a tempo indeterminato di vincitori o allo scorrimento delle graduatorie vigenti, nel limite massimo dell'80 per cento delle facoltà di assunzione previste dai commi 1 e 3, per ciascun anno;
b) all'avvio di procedure concorsuali, nel limite massimo dell'80 per cento delle facoltà di assunzione previste per il corrispondente triennio, al netto delle risorse di cui alla lettera a), secondo le modalità di cui all'articolo 4, commi 3-quinquies e 3-sexies, del medesimo decreto-legge n. 101 del 2013. Le assunzioni di cui alla presente lettera possono essere effettuate successivamente alla maturazione della corrispondente facoltà di assunzione.
5. Le amministrazioni che si avvalgono della facoltà di cui al comma 4 comunicano, entro trenta giorni, i dati relativi alle assunzioni o all'avvio delle procedure di reclutamento alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, al fine di consentire agli stessi di operare i controlli successivi e procedere alle restanti autorizzazioni, ai sensi del comma 3.
6. Per le finalità del comma 4, le procedure concorsuali di cui alla lettera b) del medesimo comma possono essere espletate con modalità semplificate definite con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, anche in deroga alla disciplina prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, per quanto concerne, in particolare, la tipologia e le modalità di svolgimento delle prove di esame e la nomina delle commissioni e delle sottocommissioni. Le graduatorie dei candidati che hanno superato le prove concorsuali espletate secondo le procedure di cui al presente comma sono utilizzate esclusivamente per la copertura dei posti banditi, con le modalità indicate nel decreto previsto dal primo periodo.
7. Nell'ambito delle procedure concorsuali di cui al comma 4, lettera b), le amministrazioni tengono conto degli eventuali specifici titoli di preferenza previsti dalle disposizioni vigenti.
EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO
Toffanin, Floris, Gallone, Rizzotti, De Poli
Respinto
Al comma 1, premettere il seguente:
«01. L'assunzione di personale a tempo indeterminato presso tutte le amministrazioni dello Stato è preceduta dalla ricognizione delle dotazioni organiche e delle qualifiche professionali di ciascuna amministrazione sulla base dei fabbisogni, nonché da una azione di semplificazione e di riduzione delle attuali procedure amministrative e dal completamento della digitalizzazione della PA, cui le nuove dotazioni organiche e i nuovi fabbisogni devono essere parametrati».
Floris, Toffanin, Rizzotti, Stabile, Gallone, Damiani, Ronzulli, De Poli
Respinto
Al comma 1, dopo le parole: «del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, », inserire le seguenti: «nonché le Regioni e gli enti locali».
Id. em. 4.3
Al comma 1, dopo le parole: «del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,» inserire le seguenti: «nonché le Regioni e gli enti locali».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Id. em. 4.3
Al comma 1, dopo le parole: «del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165,» inserire le seguenti: «nonché le Regioni e gli enti locali».
Floris, Toffanin, Gallone, Rizzotti, De Poli
Respinto
Al comma 1, al primo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e comunque in numero non superiore a quello del personale cessato».
Conseguentemente al comma 3, all'ultimo periodo, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e comunque in numero non superiore a quello del personale cessato».
Respinto
Al comma 1, aggiungere in fine, il seguente periodo: «Per il personale docente della scuola, all'articolo 1, comma 605, della legge 29 dicembre 2017, n. 205, è aggiunto il seguente periodo: ''A tal fine, sono ammessi direttamente alle prove scritte nel novero del 30 per cento dei posti messi a concorso ad essi riservati''».
Damiani, Toffanin, Floris, Gallone, Rizzotti, Ronzulli, De Poli
Respinto
Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Previa certificazione della sostenibilità finanziaria e del contenimento delle spese di personale al di sotto della media del triennio 2011-2013, gli enti locali possono procedere, a decorrere dall'anno 2019, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente. La sostituzione di personale soggetto a cessazione potrà essere programmata nello stesso esercizio in cui si verifica la cessazione».
Respinto
Dopo il comma 1, inserire il seguente:
«1-bis. All'articolo 1, comma 605, della legge 29 dicembre 2017, n. 205, è aggiunto il seguente periodo: ''A tal fine, sono ammessi direttamente alle prove scritte nel novero del 30 per cento dei posti messi a concorso ad essi riservati.''».
Conseguentemente, alla rubrica dell'articolo 4, aggiungere le seguenti parole: «e nel comparto ''Istruzione e Ricerca''».
Toffanin, Floris, Gallone, Rizzotti, De Poli
Respinto
Al comma 2, sostituire le parole: «il piano dei fabbisogni di cui agli articoli 6 e 6-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001», con le seguenti: «programmi di riorganizzazione dei fabbisogni e qualifiche professionali».
Damiani, Ronzulli, Floris, Toffanin
Respinto
Al comma 4 sopprimere le seguenti parole: «in deroga a quanto previsto dal primo periodo del comma 3 e all'articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001».
Respinto
Al comma 4, lettera b), sostituire le parole: «dell'80 per cento», con le seguenti: «del 60 per cento».
Respinto
Al comma 4, lettera b), aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Una percentuale pari al 50 per cento dei posti messi a concorso è riservata al personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 31 dicembre 2018 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge».
Sost. id. em. 4.31
Al comma 4, lettera b), aggiungere in fine il seguente periodo: «Il 50 per cento dei posti messi a concorso è riservato al personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 31 dicembre 2018 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge».
Sost. id. em. 4.31
Al comma 4, lettera b) aggiungere in fine il seguente periodo: «Il 50 per cento delle assunzioni di cui alla presente lettera è riservato al personale non dirigenziale in servizio a tempo determinato da almeno tre anni, anche non continuativi, o che consegua tale requisito in virtù di contratti stipulati anteriormente alla data del 31 dicembre 2018 o che sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge».
Respinto
Dopo il comma 4, inserire il seguente:
«4-bis. L'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, vigenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione e relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, è prorogata al 31 dicembre 2019, ferma restando la vigenza delle stesse fino alla completa assunzione dei vincitori e degli idonei».
Respinto
Al comma 6, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «, fatte salve le graduatorie degli idonei dei concorsi a cattedra».
Id. em. 4.38
Al comma 6 aggiungere in fine le seguenti parole: «fatte salve le graduatorie degli idonei dei concorsi a cattedra».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Dopo il comma 7 aggiungere il seguente:
«7-bis. Fermo il rispetto della disciplina in materia di programmazione economico-finanziaria e di pianificazione dei fabbisogni di personale, a partire dall'anno 2019 ai comuni, alle unioni di comuni e alle città metropolitane non si applicano i divieti assunzionali previsti nelle seguenti disposizioni:
a) articolo l, commi 470 e 508, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;
b) articolo 9, comma 1-quinquies, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2016, n. 160;
c) articolo 9, comma 3-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e successive modifiche e integrazioni;
d) articolo 48 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198;
e) articolo 10, comma 5, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150».
Id. em. 4.43
Dopo il comma 7, aggiungere il seguente:
«7-bis. Fermo il rispetto della disciplina in materia di programmazione economico-finanziaria e di pianificazione dei fabbisogni di personale, a partire dall'anno 2019 ai comuni, alle unioni di comuni e alle città metropolitane non si applicano i divieti assunzionali previsti nelle seguenti disposizioni:
a) articolo 1, commi 470 e 508, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;
b) articolo 9, comma 1-quinquies, del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2016, n. 160;
c) articolo 9, comma 3-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito con modificazioni dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, e successive modifiche è integrazioni;
d) articolo 48 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198;
e) articolo 10, comma 5, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150».
Respinto
Dopo il comma 7, aggiungere il seguente:
«7-bis. L'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni presso le pubbliche amministrazioni, vigenti alla data di entrata in vigore della presente legge, è prorogata al 31 dicembre 2019».
V. testo 2
Dopo il comma 7, aggiungere i seguenti:
«7-bis. A decorrere dal 1º settembre 2019, per i dirigenti scolastici sono versate nel Fondo unico nazionale di cui all'articolo 42 del Contratto Collettivo Nazionale Lavoro del 1º marzo 2002 le quote di retribuzione individuale di anzianità dei Dirigenti Scolastici cessati dal servizio tra il 31 agosto 2012 e il 31 agosto 2018.
7-ter. Agli oneri derivanti dal comma 7-bis, valutati nel limite massimo di 20 milioni di euro a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».
Respinto
Dopo il comma 7, aggiungere i seguenti:
«7-bis. A decorrere dal 1º settembre 2019, per i dirigenti scolastici sono versate, nel limite massimo di 20 milioni di euro, nel Fondo unico nazionale di cui all'articolo 42 del Contratto Collettivo Nazionale Lavoro del 1º marzo 2002 le quote di retribuzione individuale di anzianità dei Dirigenti Scolastici cessati dal servizio tra il 31 agosto 2012 e il 31 agosto 2018.
7-ter. Agli oneri derivanti dal comma 7-bis, valutati nel limite massimo di 20 milioni di euro a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione della dotazione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».
Masini, Mallegni, Floris, Toffanin, Rizzotti, Stabile, Gallone, De Poli
Respinto
Dopo il comma 7, aggiungere, in fine, il seguente:
«7-bis. Per le finalità di cui al comma 4, lettera a), l'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, vigenti alla data del 31 dicembre 2018 e relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, è prorogata al 31 dicembre 2019, ferma restando la vigenza delle stesse fino alla completa assunzione dei vincitori e, per gli idonei, l'eventuale termine di maggior durata della graduatoria ai sensi dell'articolo 35, comma 5-ter, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165».
Id. em. 4.47
Dopo il comma 7 aggiungere il seguente:
«7-bis. Per le finalità di cui al comma 4, lettera a), l'efficacia delle graduatorie dei concorsi pubblici per assunzioni a tempo indeterminato, vigenti alla data del 31 dicembre 2018 e relative alle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni, è prorogata al 31 dicembre 2019, ferma restando la vigenza delle stesse fino alla completa assunzione dei vincitori e, per gli idonei, l'eventuale termine di maggior durata della graduatoria ai sensi dell'articolo 35, comma 5-ter, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165».
Respinto
Il Senato,
in sede dì esame del disegno di legge recante «Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo» (A.S. 920),
premesso che:
l'articolo 4 prevede «Misure per accelerare le assunzioni mirate e il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione»;
in merito alla politica degli organici un discorso a parte va fatto per i precari della Giustizia partendo da un dato: l'amministrazione giudiziaria periodicamente e da sempre si è avvalsa del contributo di personale cosiddetto precario che storicamente ha rappresentato un serbatoio cui gli uffici giudiziari e la stessa amministrazione centrale hanno attinto per fronteggiare momenti topici di carenza di personale come quello attuale;
considerato che:
la legge di stabilità per il 2013 (legge n. 228 del 2012), con l'articolo 1, comma 25, lettera c), novellando l'articolo 37, comma 11, del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, ha previsto, per il 2013, uno stanziamento di fondi destinati in via prioritaria al completamento della formazione dei tirocinanti presso gli uffici giudiziari, «per consentire ai lavoratori cassintegrati, in mobilità, socialmente utili e ai disoccupati e agli inoccupati, che a partire dall'anno 2010 hanno partecipato a progetti formativi regionali o provinciali presso gli uffici giudiziari, il completamento del percorso formativo entro il 31 dicembre 2013», nel limite di spesa di 7,5 milioni di euro;
anche la legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 2013), l'articolo 1, comma 344, modificando l'articolo 37, comma 11, ha disposto un ulteriore stanziamento di fondi, originariamente solo per l'anno 2014, per il perfezionamento della formazione dei tirocinanti, «per consentire a coloro che hanno completato il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari a norma dell'articolo 1, comma 25, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, lo svolgimento di un periodo di perfezionamento da completare entro il 31 dicembre 2014», nel limite di spesa di 15 milioni di euro;
le amministrazioni giudiziarie hanno di fatto prorogato per 7 anni migliaia di tirocinanti presso le cancellerie dei tribunali italiani, senza procedere alla stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori;
dopo il maggio 2015, il Ministero della giustizia ha indetto una selezione riservata a tali tirocinanti, tesa ad individuare su una platea di 1.502 soggetti quelli da inserire nell'ufficio del processo. La selezione si è basata sull'età anagrafica e titoli di studio. Una parte dei tirocinanti sono stati quindi selezionati per il Ministero e un'altra parte con le Regioni;
i tirocinanti hanno lavorato per 7 anni venendo retribuiti con una borsa di studio «nel limiti delle risorse destinabili e, in ogni caso, per un importo non superiore a 400 euro mensili» (articolo 16-octies introdotto dall'articolo 50, comma 1, del decreto-legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 del 2014);
tenuto conto che:
attualmente i precari in servizio negli uffici giudiziari sono circa 850 unità impegnati nell'ufficio per il processo e circa 1200 unità che lavorano negli uffici giudiziari sulla base delle convenzioni stipulate dalle Regioni con le Corti di appello;
la capacità professionale di questi tirocinanti è stata più volte evidenziata dai presidenti di procure, corti di appello e tribunali, con missive indirizzate ai Ministri, in cui si auspicava l'ipotesi di procedere ad una stabilizzazione dei medesimi nelle modalità consentite dalla legge;
i precari costituiscono innanzitutto una risorsa poi una opportunità per rinforzare nell'immediato l'esangue organico degli uffici giudiziari;
impegna il Governo a:
prevedere, attraverso atti di propria competenza, misure volte a stabilizzare e valorizzare la pluralità di conoscenze e di competenze acquisite nel corso di questi anni dai tirocinanti all'interno degli uffici giudiziari, che termineranno la loro attività nel dicembre 2018.
EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 4
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 4-bis.
(Proroga contratti personale Istituti e luoghi di cultura)
1. I contratti a tempo determinato stipulati dagli istituti e luoghi della cultura, ai sensi dell'articolo 8 del decreto legge 31 maggio 2014 n. 83, possono essere prorogati per l'anno 2019 non oltre il limite massimo previsto dalla legge, come richiamato dall'articolo 36, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nel limite massimo di 1,5 milioni di euro per l'anno 2019.
2. Agli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, a decorrere dal 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni di stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma ''Fondi di riserva speciali'' della missione ''Fondi da ripartire'' dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 4-bis.
(Differimento entrata in vigore del Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107)
1. Il decreto Interministeriale 28 agosto 2018, n. 129, regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107 entra in vigore il 1º gennaio 2020».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
V. testo 2
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 4-bis.
(Tutela della genitorialità del personale di ruolo dipendente dalle pubblica amministrazione)
1. A tutela e sostegno della genitorialità, al personale di ruolo dipendente dalle pubbliche amministrazioni con figli con invalidità riconosciuta al 100 per cento e con disabilità di cui all'articolo 33, comma 3 della legge n. 104 del 1992, è riconosciuto come criterio di priorità l'assegnazione della sede di servizio nel comune di residenza del figlio, in soprannumero o in posizione di comando».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 4-bis.
(Tutela della genitorialità del personale di ruolo dipendente dalle pubblica amministrazione)
1. A tutela e sostegno della genitorialità, al personale di ruolo dipendente dalle pubbliche amministrazioni con figli con invalidità riconosciuta al 100 per cento e con disabilità di cui all'articolo 33, comma 3 della legge n. 104 del 1992, è riconosciuto come criterio di priorità l'assegnazione della sede di servizio nel comune di residenza del figlio, in posizione di comando».
Laforgia, De Petris, Grasso, Errani
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 4-bis.
(Responsabilità dirigenziale nelle istituzioni scolastiche)
1. Al comma 1, dell'articolo 13 del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, lettera j), il capoverso 9-quater è abrogato».
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 4-bis.
1. L'ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale dipendente anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 è autonomamente determinato da ogni ente, nel rispetto delle disposizioni contrattuali, con il solo limite finanziario previsto dall'articolo 1 comma 557-quater della legge n. 296 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, sia per gli enti sottoposti al rispetto del patto di stabilità (ora pareggio di bilancio) che per quelli non sottoposti al rispetto del patto di stabilità».
ARTICOLO 5 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 5.
Approvato
(Disposizioni in materia di buoni pasto)
1. Le pubbliche amministrazioni che hanno sottoscritto ordini d'acquisto in attuazione delle convenzioni per la fornitura del servizio sostitutivo di mensa mediante buoni pasto - edizione 7 e mediante buoni pasto elettronici - edizione 1, stipulate da Consip S.p.A., ai sensi dell'articolo 26 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e dell'articolo 58 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, per i lotti che sono stati oggetto di risoluzione da parte di Consip S.p.A., richiedono ai propri dipendenti la restituzione dei buoni pasto, maturati e non spesi, e li sostituiscono con altri buoni pasto di valore nominale corrispondente, acquistati con le modalità previste dalla normativa vigente.
2. Nell'ambito delle attività del Programma di razionalizzazione degli acquisti nella pubblica amministrazione, Consip S.p.A. è autorizzata a gestire centralmente il recupero dei crediti vantati dalle amministrazioni nei confronti della società aggiudicataria dei lotti oggetto di risoluzione, di cui al comma 1, attraverso l'escussione unitaria della cauzione definitiva, agendo anche in via giudiziale. Nell'esercizio dell'azione di cui al precedente periodo, Consip S.p.A. si avvale del patrocinio dell'Avvocatura dello Stato. Le somme recuperate sono versate da Consip S.p.A. all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alle amministrazioni pubbliche interessate, in misura pari al credito residuo vantato dalle stesse. Qualora le somme recuperate risultino inferiori all'importo complessivo dei crediti delle amministrazioni aderenti, Consip S.p.A. provvede al versamento delle stesse in favore di ciascuna amministrazione in proporzione all'entità del rispettivo credito. Le singole amministrazioni attivano ulteriori procedimenti per il recupero del credito non soddisfatto e dell'eventuale maggior danno.
3. Fermo restando l'esercizio delle azioni necessarie per la tutela dei crediti delle pubbliche amministrazioni interessate, per l'attuazione degli interventi previsti dal comma 1 è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze un apposito fondo da ripartire, con una dotazione di 3 milioni di euro per l'anno 2019. L'utilizzo del fondo è disposto, previa ricognizione dei fabbisogni, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, in relazione alle esigenze presentate.
4. Agli oneri derivanti dal comma 3, pari a 3 milioni di euro per l'anno 2019, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'economia e delle finanze.
EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLO AGGIUNTIVO DOPO L'ARTICOLO 5
Floris, Toffanin, Gallone, Rizzotti, Damiani, De Poli, Ronzulli
Respinto
Dopo l'articolo, inserire il seguente:
«Art. 5-bis.
(Nuove disposizioni in materia di buoni pasto)
1. All'articolo 5 del ''Regolamento recante disposizioni in materia di servizi sostitutivi di mensa, in attuazione dell'articolo 144, comma 5, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50'' di cui al Decreto del Ministero dello sviluppo economico 7 giugno 2017, n. 122 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, lettera d) aggiungere, in fine, le seguenti parole: ''le società emittenti sono comunque tenute a consegnare all'esercizio convenzionato garanzia fideiussoria rilasciata da imprese bancarie o assicurative che rispondano ai requisiti di solvibilità previsti dalle leggi'';
b) al comma 9 aggiungere in fine le seguenti parole: ''o di recedere dalle stesse in qualsiasi momento con preavviso di 30 giorni; il recesso dalle condizioni aggiuntive non comporta la risoluzione dell'accordo per quanto riguarda l'offerta di base senza servizi aggiuntivi di cui al comma 2''».
ARTICOLO 6 NEL TESTO PROPOSTO DALLA COMMISSIONE
Art. 6.
Approvato
(Disposizioni finali e clausola di salvaguardia)
1. Le disposizioni di cui agli articoli 1 e 4 recano norme di diretta attuazione dell'articolo 97 della Costituzione e costituiscono princìpi generali dell'ordinamento.
2. Le disposizioni di cui agli articoli 2 e 3 attengono alla materia dell'ordinamento civile di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione.
3. Le disposizioni di cui all'articolo 5 costituiscono princìpi fondamentali in materia di coordinamento della finanza pubblica ai sensi dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione.
4. Ai sensi dei commi 1, 2 e 3, le regioni, anche per quanto concerne i propri enti e le amministrazioni del Servizio sanitario nazionale, e gli enti locali adeguano i propri ordinamenti alle disposizioni della presente legge.
5. Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA, AI SENSI DELL'ARTICOLO 151-BIS DEL REGOLAMENTO
Interrogazione sul preannunciato disegno di legge governativo di semplificazione e modernizzazione nei settori dell'agricoltura, del turismo e dell'ippica
(3-00452) (05 dicembre 2018)
DURNWALDER, UNTERBERGER, STEGER. - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo -
Premesso che:
tra gli obiettivi chiave dell'azione di Governo riportati nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, presentata il 4 ottobre in Parlamento, vi è la semplificazione delle procedure nel settore agricolo "per liberare risorse da destinare a progetti di eccellenza e di qualità", e, "per rendere più agevole e meno onerosa la conduzione delle imprese agricole nonché più snello ed efficace il sistema dei controlli", il Governo ha altresì annunciato che sarà istituito un patto per la semplificazione, da sancire in sede di Conferenza Stato-Regioni;
il Governo ha dichiarato che tra i vari provvedimenti collegati alla manovra di bilancio sarà presentato anche il disegno di legge recante disposizioni per la modernizzazione e l'innovazione dei settori dell'agricoltura, del turismo e dell'ippica;
considerato che ad oggi non risulta ancora presentato in Parlamento il disegno di legge citato, fortemente atteso dalle categorie interessate,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo voglia riferire in merito allo stato di elaborazione del disegno di legge annunciato, fornendo anticipazioni più dettagliate sul relativo contenuto rispetto a quanto dichiarato nella nota di aggiornamento, nonché ai tempi di presentazione dello stesso.
Interrogazione sulla bonifica ambientale del territorio della valle del Sacco
(3-00448) (05 dicembre 2018) (già 4-00932) (27 novembre 2018)
DE PETRIS. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -
Premesso che:
sono recenti e sempre più continui i fenomeni di presenza di schiuma consistente e di ignota origine, nel fiume Sacco, in particolare nella città di Ceccano (Frosinone);
il decreto ministeriale n. 468 del 2001 ha istituito il SIN "Frosinone", perimetrato con decreto ministeriale 2 dicembre 2002 e con decreto ministeriale 23 ottobre 2003, a cui è seguito il successivo SIN Bacino del fiume Sacco. Il SIN di Frosinone è stato istituito dal Ministero dell'ambiente a seguito della proposta, effettuata da parte della Regione Lazio nel 1999, di inserimento tra i siti da bonificare di interesse nazionale di ben 121 discariche di rifiuti solidi urbani distribuite su tutto il territorio della provincia di Frosinone e presenti in 80 comuni sui 91 costituenti la provincia;
alla data di approvazione del Piano regionale delle bonifiche, di cui alla delibera della Giunta regionale n. 591 del 14 dicembre 2012, delle 121 discariche, solamente 7 avevano visto conclusa la procedura di bonifica e dall'elenco dei siti contaminati pubblicato dall'ARPA Lazio ed aggiornato all'anno 2016, si rileva che per numerose discariche dell'ex SIN Frosinone non è ancora completata la bonifica;
la definizione del nuovo perimetro del SIN Bacino del fiume Sacco, di cui al decreto ministeriale n. 321 del 2016, a conclusione di un decennale periodo di alterne vicende giudiziarie amministrative, ha certificato l'esistenza di una vasta area a cavallo fra le province di Roma e Frosinone e lungo tutta l'asta fluviale, oggetto di un grave inquinamento ambientale;
quanto emerso, sia durante le operazioni di caratterizzazione dell'area industriale di Colleferro e di Anagni, che successivamente e fino ai fatti attuali per i siti industriali dismessi nel Comune di Ceprano e Falvaterra, ha evidenziato che la pratica dell'interramento di rifiuti industriali per evitare gli oneri di smaltimento si è aggiunta e sommata, come causa della contaminazione di suoli ed acque, a quella dell'esercizio delle stesse attività industriali;
alla grave compromissione ambientale, si aggiungono altre due note criticità che riguardano la valle del Sacco: la depurazione delle acque e la qualità dell'aria;
nel fiume Sacco continuano a riversarsi, da oltre un ventennio, gli scarichi dei reflui di diverse attività industriali, senza alcuna depurazione e senza alcun controllo, come conferma il Piano di gestione del bacino idrografico dell'Appennino meridionale (al quale appartiene il fiume Sacco) , approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2013, che ha evidenziato che la qualità delle acque del bacino del Sacco è a livello "pessimo", ovvero il grado più basso della scala di qualità, di cui alla direttiva 2000/60/CE ed allo stesso decreto legislativo n. 152 del 2006. Le cause di tale degrado sono ben individuate dal medesimo Piano di gestione del bacino idrografico dell'Appennino meridionale, laddove nella relazione (pag.91) si legge: "Il fenomeno era ed è tuttora da attribuirsi alla mancata regolamentazione del sistema di scarichi da varia natura, in specie industriali. Ad oggi nell'area persistono condizioni di emergenza ambientale connessi ancora ad un sistema di collettamento e depurazione non idoneo o comunque non sufficiente a garantire standard qualitativi delle acque reflue compatibili con la tutela e salvaguardia delle risorse idriche";
l'intero territorio della valle del Sacco nella relazione dell'ARPA Lazio è stato censito in "Classe 1", laddove i superamenti delle concentrazioni di inquinanti in atmosfera, nella specie PM10 e PM2.5, sono tali per quantità ed entità da imporre l'adozione di misure emergenziali a tutela della salute delle popolazioni e dell'ambiente;
la compromissione delle matrici ambientali suolo, acqua e aria, causata dal sovrapporsi e sommarsi delle criticità rappresentate, ha determinato delle indubbie ricadute sullo stato di salute della popolazione della Valle del Sacco. Il "Rapporto Tecnico sulla Sorveglianza Sanitaria ed epidemiologia della popolazione residente in prossimità del fiume Sacco" pubblicato nel giugno 2016 dal Dipartimento epidemiologico della Regione Lazio riporta: "La contaminazione del fiume Sacco rimane un disastro ambientale di proporzioni notevoli, che ha comportato una contaminazione umana di sostanze organiche persistenti considerate tossiche dalle organizzazioni internazionali. Proprio perché la contaminazione è purtroppo persistente non esistono metodi di prevenzione e di rimozione dell'inquinante. Si tratta di un episodio che ha implicazioni etiche, politiche e sociali di livello nazionale. Le autorità locali hanno il dovere di informare la popolazione, di salvaguardarne la salute specie dei gruppi sociali più deboli, di offrire l'assistenza sanitaria adeguata, e di garantire un continuo monitoraggio epidemiologico e sanitario. È ovvio che tale assistenza dal punto di vista della tutela sociale e sanitaria del servizio sanitario si deve accompagnare ad un impegno istituzionale coerente per il risanamento ambientale";
l'amministrazione regionale, immemore degli errori del passato, rischia di replicare quanto già avvenuto negli anni '90, "scaricando" le inefficienze ed i ritardi nell'attuare la gestione del ciclo dei rifiuti sui territori provinciali, in particolare su quello di Frosinone,
si chiede di sapere:
in quale modo il Ministro in indirizzo intenda intervenire per individuare l'origine dell'inquinamento e, in un contesto di innegabile urgenza ambientale e sanitaria, se non si intenda urgentemente predisporre piani concreti di bonifica e di repressione di atti illeciti tesi a colpire l'ecosistema;
in un contesto ambientale critico, come quello della valle del Sacco e della provincia di Frosinone, quali azioni si intendano porre in essere al fine di impedire, sia il trasferimento dei rifiuti di altri ambiti e di nuovi impianti inquinanti, sia l'incenerimento degli stessi, provvedendo nel contempo alla dismissione degli inceneritori di Colleferro e di San Vittore.
Interrogazione sull'inquinamento del fiume Sacco e sulle misure di salvaguardia dell'ambiente
(3-00451) (05 dicembre 2018)
RUSPANDINI, CIRIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -
Premesso che:
il procuratore capo di Frosinone, in queste ore, ha aperto un fascicolo per "disastro ambientale plurimo" dopo i recentissimi episodi di inquinamento che si sono registrati nella valle del Sacco, in seguito ai quali il fiume Sacco è totalmente ricoperto da una schiuma bianca e maleodorante;
come è noto, il corso d'acqua, che attraversa tutta la valle del Sacco e la provincia di Frosinone, risulta essere uno tra i fiumi più inquinati d'Europa, con un'elevata presenza di beta-esaclorocicloesano, uno scarto di lavorazione della produzione dell'insetticida chiamato "lindano";
i continui sversamenti illegali nelle acque del fiume hanno determinato il suo avvelenamento e anche quello dei terreni agricoli limitrofi, allagati dalle frequenti esondazioni, inducendo all'abbattimento del bestiame e all'abbandono dei pascoli e alla distruzione dei prodotti agricoli contaminati, oltre alla chiusura di alcune aziende agricole;
recenti studi dimostrano come queste sostanze inquinanti siano entrate nella catena alimentare e quindi nelle case e negli abitanti della zona, rilevando evidenti connessioni tra l'inquinamento ambientale dei comuni limitrofi alla valle del Sacco e la frequenza di patologie tumorali dei residenti;
la valle del Sacco vive ormai, fin dal 2006, in "stato di emergenza socio-economico-ambientale" permanente e i residenti sono sempre più colpiti da questa piaga ambientale, che mette a rischio la salute e la sicurezza;
il fiume Sacco è ormai un veleno che scorre nel cuore di un'area che è sito d'interesse nazionale, dove, purtroppo, si teme che nei decenni passati industrie e criminalità abbiano anche interrato rifiuti tossici,
si chiede di sapere quali misure urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per la bonifica e la salvaguardia dell'ambiente e la tutela della qualità della vita dei cittadini residenti nei comuni della valle del Sacco e se non ritenga necessario investire maggiori risorse, umane ed economiche, nell'attività di monitoraggio, coordinamento e controllo di tutti i processi che regolano il meccanismo di gestione degli scarichi delle numerose aziende della zona industriale ed in particolare sul funzionamento del depuratore Asi.
Interrogazione sul finanziamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico
(3-00454) (05 dicembre 2018)
BERNINI, MALAN, GALLONE, TIRABOSCHI, PAPATHEU, Alfredo MESSINA, SICLARI, GIAMMANCO, TOFFANIN, BATTISTONI, DAL MAS, BERUTTI, FERRO, GALLIANI, LONARDO, MALLEGNI, MANGIALAVORI, MOLES, RIZZOTTI, RONZULLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -
Premesso che:
com'è noto il territorio italiano presenta caratteristiche di elevato rischio idrogeologico, anche a causa dei processi di antropizzazione incontrollata che hanno danneggiato il naturale equilibrio degli ecosistemi e del territorio, soprattutto a partire dalla metà del XX secolo;
l'Italia, secondo i dati dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), è uno dei Paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi, gli ultimi dati contano infatti 620.808 frane nel corso del solo 2017, che hanno interessano un'area di 23.700 chilometri quadrati, pari al 7,9 per cento del territorio nazionale;
per ciò che concerne le alluvioni, le aree a pericolosità idraulica elevata in Italia, risultano pari a 12.405 chilometri quadrati, le aree a pericolosità media ammontano a 25.398 chilometri quadrati, quelle a pericolosità bassa (scenario massimo atteso) a 32.961 chilometri quadrati. Le regioni con i valori più elevati di superficie a pericolosità idraulica media, sulla base dei dati forniti dalle autorità di bacino distrettuali, risultano essere Emilia-Romagna, Toscana, Lombardia, Piemonte e Veneto;
sono attualmente nove le regioni con il 100 per cento di comuni a rischio idrogeologico: Valle d'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria; a queste si aggiungono l'Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento, con percentuali tra il 90 e il 100 per cento;
il 91 per cento dei comuni italiani sono abitati da oltre 3 milioni di nuclei familiari che vivono in territori classificati ad alta pericolosità;
quasi il 4 per cento degli edifici italiani (oltre 550.000) si trova in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9 per cento (oltre un milione) in zone alluvionabili nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni);
anche il patrimonio culturale è esposto a rischi elevati: i dati dell'ISPRA infatti individuano nelle aree franabili quasi 38.000 beni, oltre 11.000 dei quali ubicati in zone a pericolosità da frana elevata e molto elevata, mentre sfiorano i 40.000 i monumenti a rischio inondazione nello scenario a scarsa probabilità di accadimento o relativo a eventi estremi;
alcune delle cause che hanno contribuito nel tempo a peggiorare il rischio idrogeologico del nostro Paese sono ascrivibili alle opere di urbanizzazione estrema in contrasto con i vincoli previsti dalle norme in materia, alla mancata manutenzione dei fiumi, al disboscamento e a ogni azione contraria al rispetto del territorio;
per ridurre il rischio che si verifichino fenomeni franosi e alluvionali non bisogna agire nell'emergenza, ma è estremamente importante gestire il territorio in modo corretto, attraverso un'attenta pianificazione ambientale organica e strutturale che tenga in considerazione il cambiamento climatico in atto e il mutamento dell'assetto dell'intero territorio nazionale, compresi gli indicatori di rischio riguardanti popolazione, famiglie, edifici e opere infrastrutturali;
a tal fine, è in via di presentazione un disegno di legge, di iniziativa del Gruppo di Forza Italia, per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio nazionale;
gli eventi calamitosi avvenuti nel corso degli ultimi anni e quelli meteorologici intensi, verificatisi anche durante i mesi appena passati, rappresentano la conferma di come le politiche relative al cambiamento climatico necessitino di essere rafforzate, in particolare sotto il profilo della prevenzione per la messa in sicurezza del territorio, della difesa del suolo, della realizzazione di sistemi di protezione, attraverso un coordinamento di tutti i soggetti coinvolti, a livello centrale e periferico, al fine di evitare il ripetersi di eventi tragici, derivanti dalla devastazione dei territori;
nel disegno di legge di bilancio per il 2019, in discussione presso la Camera dei deputati, vi è l'istituzione del fondo per gli investimenti degli enti territoriali, in parte destinato ad interventi contro il dissesto idrogeologico, le cui modalità di utilizzo sono demandata ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
oltre a sostenere i Comuni nella realizzazione di interventi di messa in sicurezza del territorio, occorre coinvolgere i privati cittadini, incentivandoli ad investire in opere per fronteggiare episodi quali fenomeni di dissesto idrogeologico con origine in terreni di proprietà privata;
a tale fine si potrebbero prevedere detrazioni fiscali per interventi di messa in sicurezza e di manutenzione idrogeologica, come avvenuto con il cosiddetto sisma bonus,
si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo intenda gestire le risorse del citato fondo riguardo al contrasto del dissesto idrogeologico, affinché ci sia un corretto ed efficace utilizzo di tali risorse mediante il coinvolgimento delle singole autorità competenti, e se non intenda attivarsi al fine di introdurre detrazioni fiscali per privati cittadini, agricoltori e piccole imprese che effettuano interventi per fronteggiare eventi di dissesto idrogeologico con origine in terreni di proprietà privata.
Interrogazione sull'autorizzazione all'esercizio della raffineria di Milazzo
(3-00449) (05 dicembre 2018) (già 4-00826) (13 novembre 2018)
FLORIDIA, MONTEVECCHI, CASTELLONE, CORRADO, GRANATO, RUSSO, VANIN, MORONESE, D'ANGELO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare -
Premesso che:
la raffineria di Milazzo (Messina) è situata sulla costa nord della Sicilia a ovest dello stretto di Messina e si estende su un'area di circa 212 ettari;
l'area su cui insiste il sito è stata dichiarata nel 2002 dalla Regione Siciliana "area ad elevato rischio di crisi ambientale" in seguito a valutazione dei livelli di inquinamento e della rilevante incidenza di patologie collegate. Dal 2005 buona parte dell'area rientra, ai fini della bonifica, fra i siti di interesse nazionale (SIN);
con decreto del 29 dicembre 2016 la Regione Siciliana ha approvato il piano paesaggistico dell'ambito 9, ricadente nella provincia di Messina;
nel mese di maggio 2018 con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è provveduto all'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale, rilasciata alla società Raffineria di Milazzo SCpA, per l'esercizio della raffineria, a Milazzo e San Filippo del Mela;
ad avviso degli interroganti le fasi procedurali che hanno portato all'aggiornamento dell'autorizzazione necessitano di essere chiarite, nell'interesse primario delle popolazioni delle zone interessate e di un territorio che da tempo lamenta e subisce in maniera preoccupante gli effetti dell'inquinamento ambientale, con evidenti e pesanti ricadute sulla situazione sanitaria e sullo stato di salute della cittadinanza;
sindaci e amministratori dei Comuni interessati hanno più volte evidenziato e fatto presente, attraverso documentazione ufficiale, le criticità sanitarie e ambientali del comprensorio del Mela;
considerato che:
nella documentazione presentata dalla raffineria di Milazzo non si fa alcun riferimento all'adozione, da parte della Regione, del citato piano paesaggistico dell'ambito 9, e delle disposizioni contenute all'articolo 15, comma 1, della legge regionale 12 giugno 1976, n. 78, concernenti il vincolo di inedificabilità assoluta nei 150 metri dalla battigia;
il piano prevede che gli impianti della raffineria debbano essere gradualmente e progressivamente eliminati, senza ripercussioni sui livelli occupazionali, per far posto ad una riconversione produttiva dell'area compatibile con il paesaggio;
in maniera ad avviso degli interroganti del tutto anomala, nel corso del procedimento che ha portato al rilascio dell'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale, sono state ingiustamente sottovalutate le ragioni e le contrarietà espresse dal Comune di Milazzo e dai Comuni di San Filippo del Mela, Pace del Mela e San Piero Niceto;
forti perplessità destano anche le modalità di svolgimento, verbalizzazione ed esito della conferenza dei servizi del marzo 2018 che, tra l'altro, ha dato per acquisito un accordo tra i Comuni e il gestore con il quale è stato ritenuto superato ogni parere in materia sanitaria trasmesso dai Comuni e relativo all'abbattimento dei valori limite delle emissioni;
nonostante le numerose segnalazioni e proteste il rapporto istruttorio conclusivo non ha tenuto conto del regime vincolistico introdotto dal piano paesaggistico,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione;
se non intendano intervenire al fine di revocare in regime di autotutela l'autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla raffineria di Milazzo;
quali iniziative intendano adottare, per quanto di rispettiva competenza, al fine di garantire il diritto alla salute delle popolazioni della valle del Mela.
Interrogazione sullo sviluppo del traffico merci sulla linea ferroviaria Milano-Chiasso e le opere per tutelare il centro di Monza
(3-00450) (05 dicembre 2018) (già 4-00899) (21 novembre 2018)
ROMEO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -
Premesso che:
nell'ambito degli accordi europei per lo sviluppo delle reti ferroviarie ad alta velocità e delle infrastrutture transfrontaliere strategiche definite dalla legge 21 dicembre 2001, n. 443 ("legge obiettivo"), la linea Milano-Como-Chiasso è destinata a diventare una linea ad alta velocità a prevalenza merci collegata alla galleria svizzera del Gottardo (progetto elvetico "Alptransit");
sulla linea è previsto, a regime, il transito di 220-250 convogli al giorno nell'arco delle 24 ore, per la maggior parte composti da carrelli porta container e porta semirimorchi, lunghi fino a 800 metri, con un ingombro di 4 metri in altezza e un carico medio che supera le 2.000 tonnellate ciascuno;
per l'adeguamento della linea era inizialmente previsto il quadruplicamento dei binari tra Monza e Chiasso, poi sostituito, per mancanza di risorse, con il potenziamento di quelli esistenti e con la modifica degli armamenti di linea, delle stazioni e degli spazi necessari per i nuovi ingombri;
considerato che:
la tratta contempla, in particolare, il "nodo" di Monza dove la linea a due soli binari passa, interrata a cielo aperto, parallela a via Gottardo e poi nella vecchia galleria urbana del 1847, ampliata nel 1963, lunga 450 metri, sino a largo Mazzini e alla stazione Monza principale;
non avendo la stessa galleria un'altezza sufficiente, il livello della linea ferrata esistente è stato abbassato per consentire il transito dei nuovi convogli alti 4 metri;
i grandi treni merci transiteranno dentro la città di Monza, nelle zone del centro storico, ad ogni ora del giorno e della notte, a velocità elevate e pertanto pericolose per possibili incidenti;
la citata galleria urbana non rispetta i moderni requisiti di sicurezza ed inoltre termina con una curva stretta sulla trafficatissima stazione in cui, quotidianamente, centinaia di persone attendono il proprio treno,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno adoperarsi presso le opportune sedi, ed in particolare con RFI, al fine di: sottoporre la galleria a delle preventive e complete verifiche statiche e di sicurezza; realizzare barriere acustiche sufficientemente estese ed elevate sui due lati dei binari; stabilire appositi limiti di velocità all'ingresso della galleria e lungo tutto il tracciato interno al centro abitato; valutare l'ipotesi, suggerita da cittadini ed esperti, di dirottare parte dei treni su percorsi alternativi più idonei al transito dei treni merci.
Interrogazione sul completamento della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione e sulle sue conseguenze economiche
(3-00453) (05 dicembre 2018)
MARGIOTTA, MARCUCCI, MARINO, LAUS, ASTORRE, D'ARIENZO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti -
Premesso che:
in data 30 novembre 2018, l'Istat ha diffuso un comunicato stampa nel quale ha evidenziato una diminuzione del prodotto interno lordo nel terzo trimestre del corrente anno rispetto a quello precedente. A questo dato particolarmente preoccupante, si aggiunge la contemporanea diminuzione dell'occupazione dello 0,2 per cento nel terzo trimestre rispetto a quello precedente. Si tratta di dati che riflettono la difficoltà del nostro sistema economico di fronte alle scelte e alle politiche adottate dal Governo negli scorsi mesi e da ultimo nella manovra di bilancio per il 2019;
l'arresto della crescita nazionale avviene dopo tre anni e mezzo contrassegnati da risultati positivi, sia sul fronte dei conti pubblici, sia per quanto riguarda la crescita economica e il mercato del lavoro. Le misure introdotte nella manovra di bilancio costituiscono, pertanto, un pericoloso passo indietro rispetto alle scelte adottate nella XVII Legislatura;
con la manovra di bilancio il Governo intende accrescere l'indebitamento netto, rispetto ai suoi valori tendenziali, in media di 1,3 punti percentuali del PIL all'anno nel triennio 2019-2021 e per il prossimo anno programma di attuare interventi espansivi per circa 34 miliardi di euro, coperti da aumenti delle entrate e riduzioni della spesa per poco più di un terzo, con un aumento del disavanzo di quasi 22 miliardi, ponendosi degli obiettivi di crescita particolarmente ambiziosi, definiti nei fatti più che ottimistici dai più autorevoli osservatori nazionali e internazionali. L'espansione di bilancio, tuttavia, non è determinata dalle spese per investimenti pubblici e privati, ma piuttosto da voci di spesa corrente. Tale scelta non garantisce la crescita nel medio termine e può anzi metterla in pericolo a lungo andare, e con essa la stabilità del Paese, quando ci si troverà a dover fronteggiare fasi cicliche avverse;
il quadro macroeconomico e di finanza pubblica che si delinea a seguito della presentazione della manovra di bilancio è a giudizio degli interroganti imprudente e difficilmente sostenibile, e per tali ragioni il nostro Paese soffre un isolamento senza precedenti in Europa. La Commissione europea, dopo aver più volte segnalato al Governo italiano la pericolosità della manovra di bilancio, in data 21 novembre 2018 ha deciso di confermare la bocciatura del progetto di bilancio italiano, ritenendo che l'Italia violi la regola di riduzione del debito;
considerato che:
la velocità della ripresa economica e la competitività del nostro Paese dipende in buona misura anche dalla realizzazione di importanti investimenti pubblici e privati. Sulle grandi opere infrastrutturali si misura la capacità del Governo di guardare al futuro e di dotare il Paese di un sistema connesso, integrato con il resto dell'Europa e capace di creare crescita;
nel Paese si è ormai diffusa una grave preoccupazione, come dimostrano la recente manifestazione organizzata spontaneamente da cittadini nella città di Torino, le conclusioni della manifestazione degli industriali sempre nella città di Torino dello scorso 3 dicembre e la manifestazione di metà dicembre nella città di Verona, in relazione alla decisione dell'Esecutivo di sottoporre, in linea con quanto previsto nel programma di Governo, alcune grandi opere infrastrutturali di rilevanza nazionale ed internazionale ad un'analisi del rapporto tra costi e benefici che di fatto determinerebbe il blocco dei lavori in corso o l'allungamento dei tempi della loro realizzazione. Tale situazione si aggiunge alla crisi strutturale del comparto che ha messo in grave difficoltà le principali imprese operanti del settore;
nel caso della Tav Torino-Lione, il Governo ha addirittura deciso di congelare gli appalti già finanziati, chiedendo alla Telt, la società italo-francese che coordina la costruzione dell'opera, di rinviare al 2019 i bandi degli appalti già previsti e finanziati, in ragione della necessità di dare tempo per le conclusioni delle analisi costi-benefici;
la decisione assunta dal Governo sulla Tav Torino-Lione, in corso di realizzazione o già finanziate, per le quali sono state impegnate e spese ingenti risorse economiche, oltre a bloccare il Paese e mettere in difficoltà un rilevante numero di imprese e di lavoratori impegnati nella loro realizzazione, rischia di compromettere il pieno rispetto di accordi internazionali assunti dal nostro Paese per le grandi opere della rete TEN-T;
la conclusione dell'analisi costi-benefici da parte della struttura dei tecnici incaricati dal Ministero delle infrastrutture e trasporti era stata inizialmente prevista dal Governo tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre 2018, ma è stata ulteriormente posticipata senza fissare una data certa. Ciò, di fatto, oltre a provocare il blocco di un'importante opera infrastrutturale per il Paese come la Tav, allunga i tempi della realizzazione dell'opera, nonché quelli relativi alle opere connesse di compensazione territoriale;
la Francia si appresta ad interdire il traforo autostradale del Frejus ai mezzi pesanti con motori Euro 4 e a proporre l'applicazione di un sovra-pedaggio del 5 per cento sul tratto in questione. Il combinato disposto tra il blocco della Tav Torino-Lione e le nuove condizioni di utilizzo del traforo autostradale del Frejus rischia di isolare ulteriormente il nostro Paese rispetto al contesto europeo,
si chiede di sapere:
quale sia la data certa di conclusione dei lavori da parte della struttura tecnica del Ministero delle infrastrutture incaricata di effettuare l'analisi del rapporto tra costi e benefici sulle grandi opere infrastrutturali;
se, in attesa dei risultati di tali valutazioni, i cui tempi sono ancora ignoti, il Ministro in indirizzo intenda rivedere la decisione assunta sulla Tav Torino-Lione, garantendo lo svolgimento dei relativi bandi di appalto già finanziati entro le scadenze inizialmente previste, nonché la prosecuzione dei lavori in corso su tutte le opere infrastrutturali oggetto di valutazione;
se le conclusioni del lavoro svolto dalla struttura di tecnici incaricati saranno rese note al Parlamento e ai cittadini, con un apposito e dettagliato documento su tutte le opere oggetto d'indagine;
se intenda rendere noto, in ragione della trasparenza, a quanto ammontino gli oneri a carico del bilancio pubblico in caso di blocco delle opere infrastrutturali ed in particolare per quelle su cui esistono accordi internazionali, che impongono, in caso di mancata realizzazione, il pagamento di tutte le somme spese dall'Unione europea e dagli altri Stati;
se il Governo sia intenzionato a rivedere la composizione della manovra di bilancio per il 2019 trasferendo al capitolo infrastrutture e opere pubbliche una parte della spesa corrente inizialmente prevista per misure, come il reddito di cittadinanza e "quota 100";
quali iniziative intenda adottare nei confronti del Governo francese, al fine di evitare che il transito nel traforo autostradale del Frejus sia interdetto ai mezzi pesanti con motori Euro 4 e che sia apposto un sovra-pedaggio sulla medesima tratta .
Allegato B
Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge n. 920 e sui relativi emendamenti
La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminato il disegno di legge in titolo e acquisiti i chiarimenti forniti dal Governo, secondo cui:
- in merito all'articolo 2 ("Misure per il contrasto all'assenteismo"), viene fatto presente che la disposizione in esame, nell'attuale formulazione, prevede che le Pubbliche amministrazioni, con le risorse disponibili a legislazione vigente, dovranno provvedere alla gestione e manutenzione dei sistemi di rilevazione delle presenze e che il fondo istituito dall'articolo 2, comma 5, con una dotazione di 35 milioni di euro per il 2019, risulta funzionale a consentire l'impianto iniziale di tali sistemi, previa ricognizione dei fabbisogni delle amministrazioni;
- per quanto attiene all'articolo 3 ("Adeguamento dei fondi destinati al trattamento economico accessorio del personale dipendente della pubblica amministrazione"), viene fatto presente che le norme ivi recate sono volte a chiarire, relativamente agli incrementi contrattuali, che le risorse destinate al trattamento accessorio dalla contrattazione collettiva nazionale successiva all'entrata in vigore dell'articolo 23, comma 2, del decreto legislativo n. 75 del 2017 sono escluse dal limite previsto da quest'ultima disposizione;
- relativamente all'articolo 4 ("Misure per accelerare le assunzioni e il ricambio generazionale nella pubblica amministrazione"), si rappresenta che l'ultimo periodo del comma 3 è finalizzato a consentire un più rapido utilizzo da parte delle pubbliche amministrazioni dei budget assunzionali e si rassicura circa il fatto che tali budget non sono comunque scontati sui saldi di finanza pubblica quali economie di bilancio;
- in merito all'articolo 5 ("Disposizioni in materia di buoni pasto"), viene fatto presente che, con riferimento all'escussione della cauzione da parte di Consip, non si ravvisano incertezze di natura giuridica o procedimentale sulla possibilità di acquisire le somme da versare all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alle amministrazioni interessate, in misura pari al rispettivo credito residuo, ferma restando la funzione sussidiaria del fondo istituito dal comma 3;
esprime, per quanto di competenza, parere non ostativo.
In merito agli emendamenti, si ribadisce un parere di semplice contrarietà sulle proposte 2.2, 2.26, 2.27, 3.5, 3.8, 4.3, 4.4, 4.5, 4.14, 4.16, 4.21, 4.38, 4.39, 4.43, 4.45, 4.0.7 e 4.0.17.
Sull'emendamento 4.46, si ribadisce un parere di semplice contrarietà condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'inserimento, dopo le parole: «sono versate» delle seguenti: «, nel limite massimo di 20 milioni di euro,».
Sulla proposta 4.0.14, si conferma un parere non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, alla soppressione delle parole: «in soprannumero o».
Si esprime un parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulla proposta 2.300.
Il parere è non ostativo su tutti i restanti emendamenti.
Testo integrale dell'intervento del senatore Floris nella discussione generale del disegno di legge n. 920
Il Gruppo Forza Italia voterà un no convinto a questo testo.
Eravamo fiduciosi che questo Ministro presentasse un articolato innovativo e degno di un Governo del sedicente cambiamento, riconoscendole, signor Ministro, le capacità e la determinazione per riorganizzare la pubblica amministrazione.
Una riforma che, tenendo conto delle mutate esigenze nella organizzazione dello Stato e dalla inderogabile necessità di semplificare, presentasse un testo moderno ed efficace.
Invece, siamo in presenza di un provvedimento che non assomiglia a un articolato di legge, ma a uno spot pubblicitario.
Tanta propaganda, a cominciare dal titolo, ma una disciplina debolissima, in parte incongruente, in parte in sovrapposizione e in parte in contrasto, con disposizioni esistenti.
Un disegno di legge, peraltro, esaminato in maniera troppo frettolosa dalla Commissione lavoro del Senato.
Ne è uscito, insomma, un testo veramente poco concreto.
Gli obiettivi di questo disegno di legge sono inseguiti da quasi quaranta anni.
Infatti, sin dalle prime riforme della pubblica amministrazione degli anni novanta, si tentò di introdurre nel settore pubblico, quei criteri di organizzazione del lavoro e di buona amministrazione del settore privato, che oltre ad essere ispirata al criterio dell'efficienza è improntata a quello del profitto, che è il miglior giudice sul livello qualitativo della performance.
La pubblica amministrazione - in generale - non riesce a raggiungere i livelli di efficienza del privato, perché il criterio del profitto non è stato sostituito da un criterio altrettanto valido.
Poi sappiamo tutti che esistono delle enclave, in alcuni settori, come quello della medicina, o della ricerca scientifica, dove si raggiungono addirittura livelli di eccellenza. Ma sono ambiti dove il pubblico e il privato comunicano, interagiscono e si scambiano i propri migliori attori protagonisti. E sono, appunto, delle enclave.
Allora bisogna rilevare cosa manca in questo disegno di legge.
A noi sembra, innanzitutto, che vi sia una assenza di programmazione degli interventi da effettuare nell'ambito della pubblica amministrazione.
Quello che ha tentato la riforma Madia, senza riuscire, nella scia delle riforme Cassese, Bassanini, Brunetta, era inserire in una legge delega una serie di principi da riempire di contenuti con l'emanazione dei decreti delegati.
La riforma non è riuscita, perché è stata scritta dalla stessa dirigenza pubblica, che non intende evidentemente cambiare lo status quo, con l'avallo poco responsabile del Governo e della maggioranza.
Bisognava, ora, sostituire l'idea di legge delega e di decreti delegati, con un calendario ragionato dei provvedimenti da esaminare ed affidare al Parlamento delle modifiche ragionate, dopo avere ascoltato tutte le parti aventi causa.
Così non è stato ed ora abbiamo all'esame un provvedimento che tratta temi che marginalmente interessano quella che dovrebbe essere la complessiva riorganizzazione della pubblica amministrazione.
Va, altresì, ricordato che è stato annunciato un decreto semplificazioni.
Quello di cui siamo certi è che ogni intervento nella pubblica amministrazione avrebbe dovuto essere preceduto da un'opera gigantesca di semplificazione delle incombenze e delle procedure che gravano sui cittadini e sulle imprese.
Semplificare gli iter per le domande e le autorizzazioni al fine consentire ai cittadini e alle imprese di fare, di costruire, di aprire attività economiche e professionali dovrebbe essere il primo dei provvedimenti.
E bisogna accompagnare la semplificazione con una completa digitalizzazione delle procedure che potrebbe consentire di operare in modo più veloce, sia nelle richieste, che nelle risposte.
Ed è ovvio che, dove venissero semplificate le procedure ex ante, si potrebbero mantenere i controlli ex post, garantendo che non ci siano abusi, ma attingendo a un fabbisogno di personale certamente inferiore.
Questo disegno di legge è già vecchio.
Ha una impostazione non innovativa su come debba essere affrontata complessivamente la riorganizzazione della macchina pubblica.
Contiene norme che creano nuove strutture, che altro non sono che duplicazioni di strutture e direzioni già esistenti presso il Ministero della funzione pubblica.
Non lo diciamo solo noi, ma lo hanno rilevato anche diverse autorevoli personalità sentite in Commissione durante il ciclo di audizioni.
Questo nuovo Nucleo per la concretezza, sarà, peraltro, costituito da 53 persone e dovrà rapportarsi con almeno 10.000 amministrazioni. 53 a 10.000: auguri!
Si prevede un piano di assunzioni che potremmo definire lineare, così come lo erano state le cessazioni per quiescenza degli anni passati. Ma manca una fotografia ragionata sui reali fabbisogni, che può essere fatta solo dopo che si siano adottate le summenzionate misure di semplificazione.
Inoltre, a complicare il quadro, da una parte si interviene su quota 100, prevedendo - nella legge di bilancio ora all'esame della Camera - un apposito Fondo per coloro che raggiungeranno i requisiti dei sessantadue anni anagrafici e trentotto di contributi.
Dall'altra ci si dimentica che ci sono circa 500.000 persone che hanno questi requisiti nel pubblico impiego. 220.000 sono nel settore della sanità e di questi 25.000 sono medici di base.
Si propone un intervento estemporaneo sui cosiddetti furbetti del cartellino, con dei controlli più accurati, ma anche più invadenti, come il controllo biometrico, che può contenere anche dati riservati e personali, sulle presenze degli impiegati della pubblica amministrazione.
Ma a monte manca uno studio sui reali fabbisogni nei vari comparti della pubblica amministrazione.
Oggi, vi sono uffici dove bisogna costringere i lavoratori ad entrare e restare sul posto di lavoro, dove magari non hanno nulla da fare, perché c'è una sovrabbondanza di organico.
Ma non si ragiona su un piano di mobilità sostenibile nel perimetro pubblico, cioè come si possa destinare ad altre amministrazioni il personale eccedentario, dove se ne possa valorizzare la presenza e il lavoro.
Ad esempio, ci sono comparti come quelli della scuola e della sanità dove si registrano delle carenze importanti, che incidono negativamente sulla erogazione dei servizi.
Manca cioè una chiara ridefinizione delle piante organiche, che non possono essere quelle degli anni Novanta, né quelle che precedono la rivoluzione digitale della pubblica amministrazione.
Ma ancor prima andrebbe fatta - come ho prima accennato - una ricognizione sulle pratiche da abolire o semplificare ovvero che si possono rendere più veloci sostituendole con semplici procedure online.
In questo senso vanno analizzati con serietà i comparti dei vari settori della pubblica amministrazione, con una visione prospettica e mettendo in campo un calcolo, il più scientifico possibile, sui reali fabbisogni di organico.
Ovvero assumiamo dove dobbiamo assumere e riduciamo le piante organiche dove vanno ridotte.
Va ricordato, peraltro, che alla spesa per i redditi da lavoro pubblico - cioè gli stipendi dei dipendenti pubblici - che vale 164 miliardi annui, va aggiunta una spesa per consumi intermedi che supera i 131 miliardi.
Quindi ci deve guidare anche e soprattutto una sana gestione economica della cosa pubblica, perché questa viene pagata dalle tasse dei cittadini!
Noi non chiediamo di mandare via nessuno, ma al contrario, di valorizzare tutte le risorse umane in base alle competenze, di formarle, ovvero di dare loro una nuova formazione, al fine di impiegarle al meglio nell'ambito del perimetro pubblico.
Altro non chiediamo che una programmazione dell'utilizzo delle risorse umane, anche tenuto conto che andranno banditi nuovi concorsi, perché sappiamo tutti che l'età media dei dipendenti pubblici supera i cinquanta anni di età.
Di fronte a queste problematiche concrete, il testo in esame poco o nulla cambia rispetto all'esistente. E quello che modifica non va certo in direzione della semplificazione.
La cosa interessante è che si sta anticipando la digitalizzazione di tutto, ma veramente tutto ciò che riguarda i privati per indurli a pagare più tasse.
Tra tutti gli esempi che potrei fare vi basti quello relativo alla fattura elettronica tra privati, per complicare loro enormemente la vita, mentre gli uffici pubblici comunicano tra loro ancora con i fogli di protocollo.
Come avete visto le disposizioni sulla fattura elettronica altro non faranno che affidare i piccoli imprenditori - non tutti sono in grado di stare dietro alle nuove procedure - alle cure delle banche, che ovviamente non gli forniranno i loro servizi in modo gratuito. Quindi per loro ci saranno più tasse e più oneri.
A noi sembra l'ennesimo provvedimento - perché anche nella passata legislatura ne abbiamo letti diversi - dove la politica ha scritto ben poco.
Un testo che riguarda la pubblica amministrazione, scritto da una burocrazia che come il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, vuole che tutto cambi, perché nulla cambi.
Ci saremmo, quindi, aspettati da lei, signor Ministro un provvedimento con una concreta visione organica della pubblica amministrazione.
Invece ne è scaturito un disegno di legge che servirà solo come ennesima propaganda elettorale.
E l'impressione negativa è confermata anche dalle anticipazioni del quotidiano «Il Sole 24 Ore» di oggi del cosiddetto disegno di legge semplificazioni, che anziché semplificare crea un labirinto di comitati, gruppi di lavoro, cabine di regia e quant'altro possibile.
Concludendo, Ministro, ritengo che per le motivazioni espresse in Commissione e ribadite oggi in Aula, il voto del Gruppo Forza Italia non potrà che essere contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute al banco della Presidenza le seguenti comunicazioni:
DISEGNO DI LEGGE N. 920
sull'emendamento 1.19 (testo 2), il senatore Errani avrebbe voluto esprimere un voto favorevole; sull'emendamento 4.1, il senatore Vaccaro avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sugli emendamenti 4.43 e 4.45, la senatrice Giannuzzi avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sull'emendamento 4.0.17, il senatore Verducci avrebbe voluto esprimere un voto contrario; sull'articolo 6, i senatori De Bertoldi e Testor avrebbero voluto esprimere un voto favorevole; sulla votazione finale, il senatore Grasso avrebbe voluto esprimere un voto contrario.
Congedi e missioni
Sono in congedo i senatori: Astorre, Barboni, Bogo Deledda, Borgonzoni, Caliendo, Candiani, Cattaneo, Cioffi, Crimi, De Poli, Di Nicola, Faraone, Fenu, Ferrazzi, Giacobbe, Magorno, Mallegni, Marsilio, Merlo, Monti, Napolitano, Quagliariello, Ronzulli, Santangelo, Sbrollini, Siri e Solinas.
Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Iwobi, per attività della 3ª Commissione permanente; Anastasi, per attività della 10ª Commissione permanente; Castaldi, Taverna e Vattuone, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Osce; Fazzone, Rampi e Vescovi, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Alla ripresa pomeridiana della seduta sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Iwobi, per attività della 3ª Commissione permanente; Anastasi, per attività della 10ª Commissione permanente; Castaldi, Taverna e Vattuone, per attività dell'Assemblea parlamentare dell'Osce; Fazzone e Vescovi, per attività dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.
Disegni di legge, annunzio di presentazione
Senatore Mirabelli Franco
Misure per il sostegno e il rilancio delle politiche abitative di edilizia residenziale pubblica e sociale (975)
(presentato in data 05/12/2018).
Disegni di legge, assegnazione
In sede redigente
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
Sen. Giacobbe Francesco
Riapertura del termine per il riacquisto della cittadinanza italiana (508)
previ pareri delle Commissioni 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 06/12/2018);
1ª Commissione permanente Affari Costituzionali
Sen. Vono Gelsomina
Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso (911)
previ pareri delle Commissioni 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)
(assegnato in data 06/12/2018);
2ª Commissione permanente Giustizia
Sen. D'Angelo Grazia
Disposizioni in materia di giustizia telematica (552)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni)
(assegnato in data 06/12/2018);
2ª Commissione permanente Giustizia
Sen. Boldrini Paola ed altri
Modifica all'articolo 115 del codice penale in materia di accordo e di istigazione a commettere omicidio (877)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali)
(assegnato in data 06/12/2018);
2ª Commissione permanente Giustizia
Sen. Pagano Nazario ed altri
Modifica al decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, recante attuazione della direttiva 2000/31/CE relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico, in materia di identificazione dei destinatari dei servizi (895)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
(assegnato in data 06/12/2018);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
Sen. Garavini Laura
Estensione della riduzione della tassa sui rifiuti (TARI) a tutti i cittadini italiani iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) (424)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali)
(assegnato in data 06/12/2018);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
Sen. de Bertoldi Andrea
Modifica al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, in materia di violazione degli obblighi relativi alla documentazione, registrazione ed individuazione delle operazioni soggette all'imposta sul valore aggiunto (864)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 06/12/2018);
6ª Commissione permanente Finanze e tesoro
Sen. de Bertoldi Andrea
Disposizioni in materia di esenzione dal pagamento della tassa automobilistica per i veicoli di nuova immatricolazione (883)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali)
(assegnato in data 06/12/2018);
7ª Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali
Sen. Pepe Pasquale, Sen. Saponara Maria
Trasferimento nell'originaria sede di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, dell'ente «Biblioteca e pinacoteca Camillo d'Errico» (838)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 06/12/2018);
8ª Commissione permanente Lavori pubblici, comunicazioni
Sen. Evangelista Elvira Lucia
Modifiche all'articolo 182 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di uso del casco protettivo per i conducenti dei velocipedi (826)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
(assegnato in data 06/12/2018);
10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo
Sen. Mallegni Massimo, Sen. Gasparri Maurizio
Modifica alla legge 29 dicembre 1993, n. 580, e altre disposizioni in materia di riordino delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura (872)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)
(assegnato in data 06/12/2018);
12ª Commissione permanente Igiene e sanita'
Sen. Sileri Pierpaolo ed altri
Disposizioni per la diagnosi e la cura dell'endometriosi (888)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)
(assegnato in data 06/12/2018);
13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali
Sen. De Poli Antonio
Istituzione dell'Agenzia per l'utilizzo delle risorse idriche (134)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare)
(assegnato in data 06/12/2018);
13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali
Sen. L'Abbate Patty
Incentivi per favorire la diffusione dei prodotti derivanti da materiale post-consumo a base plastica (plasmix e scarti non pericolosi dei processi di selezione e di
recupero), nonché disposizioni concernenti la realizzazione dei veicoli (635)
previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 8ª (Lavori pubblici, comunicazioni), 10ª (Industria, commercio, turismo), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
(assegnato in data 06/12/2018).
In sede referente
Commissioni 1ª e 5ª riunite
Sen. De Petris Loredana
Modifiche agli articoli 81 e 119 nonchè all'articolo 97 della Costituzione, concernenti l'eliminazione del principio del pareggio di bilancio e la salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone nelle decisioni finanziarie (858)
previ pareri delle Commissioni 6ª (Finanze e tesoro), 14ª (Politiche dell'Unione europea)
(assegnato in data 06/12/2018).
Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli
In data 06/12/2018 la 2ª Commissione permanente Giustizia ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per il disegno di legge:
"Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici" (955)
(presentato in data 23/11/2018)
C.1189 approvato dalla Camera dei deputati
(assorbe C.765).
Inchieste parlamentari, annunzio di presentazione di proposte
E' stata presentata la seguente proposta d'inchiesta parlamentare d'iniziativa dei senatori Sileri, Castellone, Mautone, Castielli, Angrisani, Endrizzi, Guidolin, Lannutti, Dessì, Accoto, Romagnoli, Moronese, Perilli, Marinello, Di Marzio, Trentacoste, Piarulli, Pirro, Ortis, Donno, Floridia, Puglia, Lupo, Fede, Morra, Lanzi, Di Girolamo e Di Nicola - "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dei disavanzi sanitari regionali nonché della inadeguata erogazione dei LEA" (Doc. XXII, n. 16).
Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento
Il Ministro delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, con lettera in data 28 novembre 2018, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 2, commi 1 e 3, della legge 25 luglio 2017, n. 127 - lo schema di decreto ministeriale concernente gli agrumeti caratteristici (n. 60).
Ai sensi delle predette disposizioni e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 9ª Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 5 gennaio 2019. Le Commissioni 5ª, 7ª e 13ª potranno formulare le proprie osservazioni alla 9ª Commissione entro il 26 dicembre 2018.
Governo, trasmissione di atti e documenti
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con lettera in data 21 novembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, come modificato dal decreto del Presidente della Repubblica 23 settembre 2002, n. 250, un decreto concernente l'autorizzazione all'utilizzo delle economie di spesa sul contributo assegnato con la ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, per l'anno 2010, per "Lavori di restauro, consolidamento e miglioramento sismico della Chiesa di Sant'Eusanio martire" in Sant'Eusanio in Forconese (AQ).
Il predetto documento è trasmesso, per opportuna conoscenza, alla 5a, alla 7a e alla 8a Commissione permanente, competenti per materia.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 5 dicembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 2, comma 2, della legge 21 luglio 2016, n. 145, la deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali nel periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, adottata il 28 novembre 2018 (Doc. XXV, n. 1), nonché, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 21 luglio 2016, n. 145, la relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1° gennaio-30 settembre 2018, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1° ottobre-31 dicembre 2018, deliberata dal Consiglio dei ministri il 28 novembre 2018 (Doc. XXVI, n. 1).
I predetti documenti sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti di cui all'articolo 50 del Regolamento, alle Commissioni riunite 3a e 4a.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 30 novembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 10 agosto 2007, n. 162, il rapporto sulla sicurezza delle ferrovie italiane, predisposto dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF), corredato dalla relazione sull'attività svolta dalla medesima Agenzia, riferiti all'anno 2017.
La predetta documentazione è deferita, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, all'8a Commissione permanente (Doc. CLXXX, n. 1).
Negli scorsi mesi di ottobre e novembre 2018 sono pervenute copie di decreti ministeriali, inseriti nello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, difesa, dell'economia e delle finanze, delle infrastrutture e trasporti, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche agricole alimentari e forestali, per l'esercizio finanziario 2018, concernenti le variazioni compensative tra capitoli delle medesime unità previsionali di base e in termini di competenza e cassa.
Tali comunicazioni sono state trasmesse alle competenti Commissioni permanenti.
Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento
Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sono deferiti alle sottoindicate Commissioni permanenti i seguenti atti e documenti dell'Unione europea, trasmessi dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in base all'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:
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- Comunicazione della Commissione - Il mercato unico in un mondo che cambia. Una risorsa straordinaria che richiede un rinnovato impegno politico (COM(2018) 772 definitivo), alla 10a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14a;
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- Relazione della Commissione e del Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca Centrale Europea e al Comitato Economico e Sociale europeo Relazione 2019 sul meccanismo di allerta (preparata conformemente agli articoli 3 e 4 del regolamento (UE) n. 1176/2011 sulla prevenzione e la correzione degli squilibri) (COM(2018) 758 definitivo), alla 5a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14a;
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- Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sullo sviluppo delle proteine vegetali nell'Unione europea (COM(2018) 757 definitivo), alla 9a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14a;
- Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo Norme armonizzate - Migliorare la trasparenza e la certezza del diritto per un mercato unico pienamente funzionante (COM(2018) 764 definitivo), alla 10a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14ª.
Garante per l'infanzia e l'adolescenza, trasmissione di atti
La Garante per l'infanzia e l'adolescenza, con lettera in data 14 novembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 4, del Regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 luglio 2012, n. 168, il bilancio di previsione dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza per l'esercizio finanziario 2019, corredato dalla relativa nota illustrativa, nonché il bilancio pluriennale, allegato al bilancio 2019, relativo al triennio 2019-2021.
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 1a e alla 5a Commissione permanente (Atto n. 121).
Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti
Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettera in data 22 novembre 2018, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha inviato le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per l'esercizio 2016. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 13a Commissione permanente (Doc. XV, n. 85).
Regioni e province autonome, trasmissione di relazioni
La regione Lombardia, con lettera pervenuta in data 30 novembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 10 della legge 2 maggio 1990, n. 102, la relazione - per l'anno 2017 - sullo stato di attuazione della citata legge recante "Disposizioni per la ricostruzione e la rinascita della Valtellina e delle adiacenti zone delle province di Bergamo, Brescia e Como, nonché della provincia di Novara, colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche nei mesi di luglio e agosto 1987".
Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a e alla 13a Commissione permanente (Doc. CVIII, n. 1).
Consigli regionali e delle province autonome, trasmissione di voti
E' pervenuto al Senato un voto della Regione Lombardia concernente: "Risoluzione inerente la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia europea per la plastica nell'economia circolare - COM (2018) 28 definitivo del 16 gennaio 2018 e sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma per l'ambiente e l'azione per il clima (LIFE) e abroga il regolamento (UE) n. 1293/2013 - COM (2018) 385 definitivo del 1° giugno 2018".
Tale voto è deferito, ai sensi dell'articolo 138, comma 1, del Regolamento, alla 13a e alla 14a Commissione permanente (n. 19).
Risposte scritte ad interrogazioni
(Pervenute dal 30 novembre al 6 dicembre 2018)
SOMMARIO DEL FASCICOLO N. 13
LANNUTTI: sull'Iva sulle bollette di gas e luce (4-00121) (risp. CRIPPA, sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico)
Interrogazioni
GRANATO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante:
il 4 dicembre 2018 è andato in onda, durante la trasmissione "Le Iene" su "Italia 1", un servizio del giornalista Antonino Monteleone sull'assegnazione della cattedra di reumatologia alla professoressa Rosa Daniela Grembiale, a far data dal 4 ottobre 2018 presso l'università di Catanzaro "Magna Graecia", nonostante la bocciatura della medesima all'abilitazione scientifica nazionale (ASN) quale professore di seconda fascia di reumatologia;
nel filmato si racconta della vicenda di Francesco Ursini, formatosi in Calabria e abilitato come professore di seconda fascia di reumatologia, ma costretto ad andarsene all'università di Ferrara quale ricercatore;
il servizio ricostruisce il percorso accademico di Grembiale, dal 2008 professoressa associata di scienze infermieristiche nell'università di Catanzaro e in seguito, su richiesta, passata a reumatologia, con decreto rettorale n. 892 del 4 ottobre 2018;
il giornalista mostra che, nella domanda di Grembiale per l'ASN come professore di seconda fascia di reumatologia, vengono indicate due pubblicazioni per due volte e una pubblicazione che non avrebbe mai avuto luogo; aggiunge che Grembiale non ha ottenuto l'abilitazione quale professore ordinario di scienze infermieristiche e che nell'elenco delle pubblicazioni all'uopo presentate ne risultano alcune di altri autori, il che è grave, a giudizio dell'interrogante;
nella risposta all'intervistatore, Grembiale afferma d'aver commesso un errore di compilazione della domanda per l'abilitazione a professore di reumatologia, mentre appare sorvolare sul fatto che per l'abilitazione come professore di prima fascia nella disciplina di scienze infermieristiche risulterebbe una pubblicazione che avrebbe come autori soltanto dei ricercatori giapponesi;
nel servizio si riporta anche la notizia della presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro da parte di Francesco Ursini, in relazione alla mancata abilitazione di Grembiale in reumatologia e, ciononostante, al mantenimento della cattedra della stessa docente presso l'università di Catanzaro;
compare anche il rettore dell'ateneo, professor Giovambattista De Sarro, il quale in proposito anticipa che riunirà gli organi accademici al fine di esaminare la pratica, aggiungendo che l'università di Catanzaro non è l'unica, in Italia, ad avere situazioni del genere e precisando che l'intesa assegnazione di cattedra a Grembiale è stata a costo zero;
l'articolo 16 della legge n. 240 del 2010 ha introdotto, per la partecipazione ai concorsi nelle singole università per la qualifica di professore di prima o seconda fascia, quale requisito necessario il possesso dell'abilitazione scientifica nazionale, che costituisce titolo richiesto per partecipare ai concorsi indetti dagli atenei con procedura aperta (ex art. 18), ai concorsi riservati (fino all'anno 2019) a coloro che già sono in servizio presso l'ateneo (ex art. 24, comma 6) e alle procedure di assunzione per coloro che, essendo inquadrati come ricercatori di tipo B (tenure track, cioè in attesa di conferma in ruolo a tempo indeterminato), possono al termine del triennio essere assunti come professori di seconda fascia (ex art. 24, comma 5);
sulla testata on line "Catanzaroinforma", sono apparse, in un articolo del 4 dicembre, le giustificazioni rese sulla vicenda dal legale di Grembiale, per cui la medesima ricopre fin dal 2011 l'insegnamento di reumatologia da professore aggregato, in quanto ricercatore universitario nella disciplina; il legale specifica che la professoressa, «dopo aver partecipato ad un concorso per professore associato, bandito nel 2008 e vinto nel 2014 (prima che la legge Gelmini introducesse l'ASN, Abilitazione Scientifica Nazionale), ha chiesto al Ministero di poter rientrare nel proprio settore scientifico di appartenenza», rilevando che «il settore di interesse scientifico, didattico e assistenziale è sempre stato svolto in reumatologia» e che Grembiale «nel mese di luglio 2018 ha ottenuto dal Consiglio Universitario Nazionale del Miur il riconoscimento della propria attività ed ottenuto il passaggio di settore, nel quale è stata inquadrata a far data 4 ottobre 2018»; «la professoressa Rosa Daniela Grembiale - ha concluso il suo legale - è Professore associato di reumatologia, dopo aver partecipato e vinto un regolare concorso seguendo la procedura prevista dalla legge per il ritorno nel proprio settore di interesse»;
considerato che, a quanto risulta all'interrogante:
il direttore generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dottor Daniele Livon, ha espresso, con nota prot. n. 6868 del 29 maggio 2018, si è espresso criticamente sul tema dei passaggi di settore tra settori scientifici distanti tra loro;
è assolutamente necessario far luce sulla vicenda,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quale sia la sua valutazione al riguardo, in primo luogo in relazione alla tempistica adottata tra la procedura di passaggio tra settori scientifici disciplinari e l'esito dell'abilitazione scientifica nazionale;
quali urgenti iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, intenda assumere al fine di verificare la regolarità della posizione di Grembiale rispetto all'insegnamento affidatole, nonché la legittimità degli atti amministrativi che hanno permesso il cambio di settore scientifico-disciplinare;
se corrisponda al vero la notizia del parere favorevole espresso dal Consiglio universitario nazionale in merito allo stesso procedimento per il passaggio di settore.
(3-00459)
BELLANOVA, VALENTE, BITI, MARGIOTTA, PITTELLA, ALFIERI, D'ARIENZO, PINOTTI, COMINCINI, ROJC, MAGORNO, MANCA, GARAVINI, GINETTI, LAUS, PARRINI, SUDANO, TARICCO, BOLDRINI, COLLINA, VERDUCCI, CUCCA, MALPEZZI, MARINO, FEDELI, MESSINA Assuntela, SBROLLINI, NANNICINI, RICHETTI, FERRAZZI, STEFANO, GRIMANI - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. - Premesso che:
un clima di tensione si sta determinando a Suzzara (Mantova) dopo la notizia relativa alla decisione dell'azienda Iveco sul mancato rinnovo di 256 lavoratori interinali;
Iveco, è una realtà produttiva che conta 1.940 dipendenti tra operai e impiegati, mentre gli interinali sono 370. Si tratta di un'azienda nella quale la produzione giornaliera si aggira sui 290 veicoli. Dalle notizie date dai media locali sembrerebbe che all'Iveco di Suzzara siano previsti nuovi investimenti, ma congiuntamente si apprende che su una platea di lavoratori interinali che conta 300 unità solo 50 saranno trasformati a tempo indeterminato;
visto il buon andamento della produzione e il lancio per la primavera del 2019 del nuovo Iveco Daily, i sindacati speravano, come riportato dai media, in un processo di stabilizzazione dell'occupazione più corposo che non pare che stia avvenendo nei fatti;
più di qualche dichiarazione anche sindacale ha acceso il faro sugli effetti del "decreto dignità" varato dal Governo (di cui al decreto-legge n. 87 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2018) che con le nuove regole non favorisce la stabilizzazione del personale a tempo determinato e non agevola il meccanismo di trasformazione dei contratti, tutela successiva dei lavoratori poiché anche l'indennità Naspi si riduce e non si determina un incremento dell'occupazione;
già la relazione abbinata al decreto dignità presagiva lo scenario che si sarebbe determinato. Si stimavano infatti 80.000 contratti a termine in Italia che superavano i 24 mesi, le stime effettuate dall'Inps sottolineavano una perdita di 8.000 lavoratori in meno all'anno per i prossimi 10 anni;
più voci in questi mesi si sono sollevate per denunciare il rischio concreto che l'enorme platea di contratti a termine non venisse più rinnovata, inferendo in tal modo un colpo devastante all'economia e all'occupazione nel nostro Paese;
nella nota di presentazione di Federmeccanica divulgata il 5 dicembre 2018 in merito alla sua indagine congiunturale sull'industria metalmeccanica, si legge: "Con riferimento al decreto Dignità, il 30 per cento delle imprese non rinnoverà, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato in essere",
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto sta accadendo nella realtà dell'Iveco di Suzzara e che cosa intenda fare per salvaguardare il futuro lavorativo dei 256 lavoratori e la produttività di un complesso aziendale importante per il territorio di Mantova.
(3-00460)
BERUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Premesso che:
l'articolo 1, comma 2-ter, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante "Proroga di termini previsti da disposizioni legislative", convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2018, n. 108, dispone che "Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto è istituito, presso la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, un tavolo tecnico-politico per la redazione di linee guida finalizzate all'avvio di un percorso di revisione organica della disciplina in materia di ordinamento delle province e delle città metropolitane, al superamento dell'obbligo di gestione associata delle funzioni e alla semplificazione degli oneri amministrativi e contabili a carico dei comuni, soprattutto di piccole dimensioni";
il tavolo tecnico-politico avrebbe dovuto essere avviato entro il 21 novembre 2018;
per quanto risulta all'interrogante, nel documento depositato dall'Unione delle Province d'Italia (UPI) in sede di audizione alla Camera dei deputati sulla "Legge di bilancio 2019-2021" il 12 novembre 2018, si trova riportato che il tavolo tecnico-politico "nei giorni scorsi si è ufficialmente insediato ed ha iniziato i suoi lavoro, con l'obiettivo di produrre, entro un tempo massimo di sei masi, proposte normative da sottoporre all'attenzione del Governo e del Parlamento";
sempre per quanto risulta, ad oggi non è rinvenibile sul sito internet della Conferenza Stato-città ed autonomie locali alcuna informazione sul tavolo tecnico-politico previsto ex articolo 1, comma 2-ter,
si chiede di sapere:
quale sia lo stato dell'arte in merito al tavolo tecnico-politico;
quali siano le intenzioni del Governo circa il necessario riordino delle Province e Città metropolitane.
(3-00461)
Interrogazioni con richiesta di risposta scritta
IANNONE - Al Ministro della giustizia. - Premesso che:
la camera penale di Nocera Inferiore ha indetto uno sciopero dei penalisti, dal 12 al 20 dicembre 2018;
sono state poste, tra le altre motivazioni, le difficoltà degli avvocati ad operare nel Tribunale nocerino a causa della cronica mancanza di magistrati e cancellieri;
tale situazione determina ritardi negli adempimenti amministrativi nonché nella regolare celebrazione dei processi, civili e penali, con evidente pregiudizio in danno degli avvocati e dei loro assistiti;
la pianta organica della Procura e del Tribunale di Nocera Inferiore è decisamente inadeguata rispetto al bacino di utenza, che risulta essere il più esteso nell'ambito del territorio del distretto di Salerno ed al conseguente numero di fascicoli pendenti; si aggiunga che la pianta organica, già sottodimensionata, non risulta neppure integralmente coperta;
la situazione strutturale non appare migliore di quella relativa alle piante organiche; gli avvocati sono costretti ad esercitare la propria professione in ambienti angusti e talvolta privi delle necessarie attrezzature. Le aule sono insufficienti e sottodimensionate;
per funzionare decorosamente e garantire una celere risposta di giustizia ai cittadini che ne fanno richiesta, il Tribunale nocerino avrebbe bisogno di un implemento dell'organico nella misura di almeno 10 nuovi sostituti procuratori, 7 magistrati giudicanti, 5 cancellieri per il settore penale e di 6 magistrati, 5 cancellieri e 5 ufficiali giudiziari per il settore civile;
tale allarmante situazione è stata certificata in una relazione pubblicata da "Il Sole-24 ore", secondo la quale il tribunale risulta penultimo, nella classifica dei tribunali d'Italia, posizionandosi al 139° posto su 140 tribunali oggetto di valutazione;
per tali motivi e per altre ragioni che attengono a dinamiche interne al foro, gli avvocati nocerini hanno richiesto un incontro, per il giorno 17 dicembre 2018, con i magistrati del locale Tribunale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle esposte precarie ed allarmanti condizioni di lavoro in cui gli operatori della giustizia sono obbligati a lavorare;
se intenda intervenire con azioni di competenza, al fine di adeguare gli standard qualitativi del Tribunale nocerino a quelli degli altri uffici giudiziari italiani ed eventualmente con quali azioni concrete ed immediate.
(4-00977)
ANASTASI, VACCARO, QUARTO, CROATTI, DRAGO, PIRRO, RICCARDI - Al Ministro della salute. - Premesso che:
il talidomide è un farmaco sedativo, anti nausea e ipnotico, venduto in Italia e in altri cinquanta Stati fra gli anni Cinquanta e Sessanta, prescritto a donne in gravidanza e allora ritenuto un prodotto dal profilo rischi/benefici favorevole. La molecola venne brevettata nel 1954 dalla casa farmaceutica tedesca Chemie-Grunenthal di Stolberg (Renania) ed è stata utilizzata sotto quaranta nomi commerciali diversi;
il farmaco, disponibile senza obbligo di ricetta, ufficialmente iniziò a circolare e ad essere prodotto anche in Italia nel 1958 ma, nel 1961, il pediatra tedesco Lenz e l'ostetrico australiano McBride dimostrarono un legame fra gravi difetti alla nascita e l'assunzione in gravidanza del talidomide. Per tale ragione, nel dicembre 1961, il farmaco venne ritirato con urgenza dalle farmacie. In Italia il Ministero della sanità ne ordinò il divieto di produzione e commercio soltanto nel 1962 (Gazzetta Ufficiale n. 186/1962), con sei mesi di ritardo rispetto agli altri Paesi;
l'assunzione di talidomide in gravidanza causò un enorme aumento di difetti alla nascita come riduzione degli arti, spesso bilaterali e quasi sempre con asimmetrie anche molto evidenti. Stando a quanto si apprende, sarebbero più di 20.000 i bambini in oltre cinquanta Paesi nati con gravi deformità. In Italia è mancato un censimento dei casi, ma sembrerebbe che fra il maggio 1959 e il settembre 1962, nei reparti di ostetricia dei principali ospedali milanesi sia stata accertata una frequenza di 4 nati ogni 10.000 per i casi di focomelia o analoghi, a fronte di nessun caso paragonabile negli anni precedenti;
nel 2007 lo Stato italiano, con grave ritardo rispetto agli altri Paesi europei, ha ammesso la propria responsabilità per non aver esercitato la funzione di controllo su medicinali prodotti con talidomide e con legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008) ha riconosciuto un indennizzo alle vittime affette da amelia, emimelia, focomelia e micromelia, nate fra il 1959 e il 1965, periodo in cui in Italia il farmaco avrebbe liberamente circolato, nonostante il ritiro dal commercio nel 1962;
il successivo decreto-legge n. 113 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 160 del 2016, art. 21-ter comma 1, ha esteso il riconoscimento dell'indennizzo anche ai nati nel 1958 e nel 1966, prevedendo un ulteriore ampliamento al successivo comma: "l'indennizzo di cui al comma 1 è riconosciuto, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, anche ai soggetti che, ancorché nati al di fuori del periodo ivi previsto, presentano malformazioni compatibili con la sindrome da talidomide. Al fine dell'accertamento del nesso causale tra l'assunzione del farmaco talidomide in gravidanza e le lesioni o l'infermità da cui è derivata la menomazione permanente nelle forme dell'amelia, dell'emimelia, della focomelia e della micromelia, i predetti soggetti possono chiedere di essere sottoposti al giudizio sanitario ai sensi dell'articolo 2 del regolamento di cui al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 2 ottobre 2009, n. 163";
considerato che:
dal resoconto sommario della V Commissione permanente (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei deputati del 9 aprile 2015, in relazione all'esame del Nuovo testo unificato del disegno di legge C. 263 e abb., riguardo ai nati nel 1958, emerge che il medicinale non era ancora in commercio in Italia ma, come osserva la documentazione del Ministero della salute allegata al resoconto, un certo numero di donne in gravidanza potrebbe averlo reperito sul mercato parallelo. Nel resoconto della 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato del 3 agosto 2015, sempre in relazione al medesimo testo trasmesso dall'altro ramo del Parlamento, la relatrice affermava che tale possibilità di reperimento "può riguardare anche figli nati nel 1957, anno in cui è iniziata, all'estero, la distribuzione commerciale del farmaco", aggiungendo che "come emerge dall'esame dei lavori preparatori dell'altro ramo il testo del disegno di legge elaborato dal Comitato ristretto della Commissione Affari sociali della Camera comprendeva anche le persone affette nate nell'anno 1957; successivamente, la suddetta Commissione ha preferito ridurre - all'interno del periodo in cui il farmaco non era in commercio in Italia ed in base alla considerazione di carattere generale che le menomazioni potrebbero derivare da altre cause - la portata dell'ampliamento ";
sembrerebbe quindi permanere un'area di incertezza circa la categorica esclusione di vendita di farmaci contenenti talidomide oltre il periodo indicato dal Ministero della salute;
risulta agli interroganti che, in questi mesi, l'Ufficio indennizzi - Direzione generale Vigilanza sugli enti e della sicurezza sulle cure del Ministero della salute starebbe rigettando tutte le istanze per il riconoscimento di indennizzo ai nati nel 1957, non esprimendo un giudizio medico sulla documentazione sanitaria prodotta e allegata, ma procedendo ad un'esclusione a priori per anno di nascita, pur sussistendo sia la previsione di allargamento del range, ex art. 21-ter, comma 2, del decreto-legge n. 113 del 2016, sia la diagnosi differenziale sancita dall'art.2, comma 1-quater, lettera c), dell'Allegato del decreto ministeriale 17 ottobre 2017, n. 166, recante "Regolamento concernente indennizzo a soggetti affetti da sindrome da talidomide, in attuazione dell'art. 21-ter del decreto-legge 24 giugno 2016, n. 113, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2016, n. 160",
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di tale sistematica pratica messa in atto dalla Direzione generale Vigilanza sugli enti e della sicurezza sulle cure del proprio Dicastero;
se intenda intervenire al fine di chiarire la discordanza fra la previsione normativa e la prassi contingente che nega la valutazione medico scientifica ai nati nell'anno 1957, ricadendo i casi di specie, con ogni evidenza, nella cosiddetta "area di incertezza nell'attribuzione di LRD a sindrome talidomidica" ai sensi del citato art. 2 , comma 1-quater, lett. c), dell'allegato A del Regolamento per l'indennizzo delle persone affette da sindrome da talidomide.
(4-00978)
IANNONE - Ai Ministri dell'interno, della salute e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Premesso che:
è la città di Salerno ad aggiudicarsi la maglia nera per quanto riguarda il numero di tossicodipendenti in Campania, come attestano i dati emersi dal consuntivo del Ministero dell'interno sulle tossicodipendenze, nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2017;
le segnalazioni totali giunte sul tavolo della Prefettura sono 1.223; i colloqui sono stati 373 (tra cui i formali inviti 372), con una richiesta di programma terapeutico; le sanzioni amministrative 436, tutte senza colloquio;
in Campania, su 2.160 persone, di cui 156 minori, un segnalato su due è salernitano;
a Salerno va pure il triste primato di minorenni segnalati in Campania per possesso o acquisto di stupefacenti, all'infuori delle ipotesi di reato,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo abbiano intenzione di intervenire per combattere lo spaccio di droghe nell'area salernitana, visto che i numeri sono impressionanti e ad essere coinvolti sono soprattutto i giovanissimi;
se intendano promuovere attraverso la ASL di Salerno e le istituzioni scolastiche, delle mirate campagne di prevenzione dai danni che comportano le sostanze stupefacenti agli assuntori.
(4-00979)
MALPEZZI, STEFANO, FEDELI, PATRIARCA, SBROLLINI, CUCCA, COMINCINI, IORI, NANNICINI, PITTELLA, MAGORNO, PARRINI, VALENTE, MESSINA Assuntela, ROSSOMANDO, GARAVINI, BOLDRINI, ASTORRE, SUDANO, MARGIOTTA, MISIANI, ROJC, BELLANOVA, MANCA, MARINO, GIACOBBE, FERRAZZI, TARICCO, BITI - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e della salute. - Premesso che:
a quanto si apprende, e confermando quanto anticipato il 5 dicembre 2018 dal quotidiano "la Repubblica", il comitato di saggi, incaricato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di preparare il bando per la nomina del prossimo presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi), si è dimesso in quanto le modifiche al bando richieste dal Ministero avrebbero allargato i criteri di selezione, aprendo all'inclusione di figure con requisiti diversi, non in linea con i criteri seguiti finora e la cui nomina avrebbe potuto mettere in difficoltà i membri del comitato;
sembrerebbe che le divergenze siano scaturite dalla volontà del Ministero di inserire tra le competenze richieste "l'esperienza in campo manageriale, appartenente al settore dell'aerospazio";
il comitato di saggi è stato nominato tre anni fa per selezionare il curriculum dei candidati per gli enti pubblici vigilati dal Ministero, e ha sempre svolto il compito senza difficoltà e anche per l'Asi aveva predisposto il bando secondo i criteri e le modalità solite;
hanno presentato le loro dimissioni per protesta Lamberto Maffei (presidente del comitato, neuroscienziato e presidente emerito dell'Accademia dei Lincei), Fabiola Giannotti (fisica e direttrice del Cern di Ginevra), Lucia Votano (fisica, ex direttrice dei laboratori nazionali del Gran Sasso) e Aldo Sandulli (preside della facoltà di Giurisprudenza dell'università "Suor Orsola Benincasa" di Napoli);
nel frattempo, il Ministro della salute Grillo, con decreto ministeriale 3 dicembre 2018, ha revocato le nomine dei componenti non di diritto del Consiglio superiore di sanità, il massimo organo consultivo del Ministero, disposte con decreto ministeriale 1° dicembre 2017;
in questo modo, perdono l'incarico, che sarebbe dovuto durare tre anni, 29 tecnici del mondo della sanità, tra i quali il farmacologo dell'istituto "Mario Negri" di Milano Silvio Garattini, il direttore scientifico della "Humanitas" di Milano Alberto Mantovani, quello dell'ospedale "Bambino Gesù" Bruno Dallapiccola. Si tratta di personalità con un indiscutibile valore tecnico-scientifico;
in passato nessun Ministro aveva scelto di revocare tutte le nomine prima della scadenza di questo organo e si era proceduto al cambiamento solo di alcuni membri;
il Consiglio superiore di sanità è il più importante organo consultivo del Ministero della salute e svolge una serie di attività di ufficio, su varie questioni (ad esempio per la convalida delle acque minerali) e si esprime su richiesta del Ministro nei casi in cui sia necessario un supporto tecnico qualificato;
tuttavia, da giugno 2018, tale organo non è mai stato interrogato o utilizzato per nessuna indagine conoscitiva;
del resto, questa scelta appare agli interroganti in continuità con quanto dimostrato dal ministro Grillo nei primi mesi di mandato, in cui non ha tenuto in alcuna considerazione gli organi tecnici nominati da chi l'ha preceduta: è successo con l'agenzia del farmaco Aifa, con quella sanitaria delle Regioni Agenas, con l'Istituto superiore di sanità e con il Consiglio superiore di sanità;
in questi mesi, dunque, il Governo ha messo in atto una serie di scelte discutibili, rimuovendo o costringendo alle dimissioni scienziati di rinomata fama internazionale,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano di dover chiarire le vicende esposte in premessa, che dimostrano la grande disattenzione dell'Esecutivo per il mondo scientifico.
(4-00980)
IANNONE - Al Ministro dell'interno. - Premesso che:
bande di ladri da qualche tempo tengono sotto scacco alcune zone della città di Salerno;
il 27 novembre 2018, tra le ore 16 e le ore 20 si sono consumati due furti tra via Valerio Laspro e via Seripando, mentre il 28 novembre, in via Carmine, il colpo è saltato, e i ladri sono fuggiti per via San Giovanni Bosco;
in via Laspro i ladri si sono arrampicati fino al balcone, scrive "La Città", e poi sono entrati in casa dopo aver rotto un vetro;
probabilmente la stessa banda si è poi diretta in via Seripando dove è stata sradicata una cassaforte;
questi sono solo gli ultimi casi di furti continui che stanno interessando i rioni di Salerno, dove i cittadini percepiscono un diffuso senso di insicurezza,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda dotare le forze dell'ordine preposte alla sicurezza cittadina di maggiori mezzi ed unità, allo scopo di tutelare le oneste popolazioni residenti.
(4-00981)
BONFRISCO, DE VECCHIS, FUSCO, RUFA - Al Ministro dell'interno. - Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali, nella comunità parrocchiale di Santa Maria Liberatrice, nel quartiere Testaccio, a Roma, il parroco è stato costretto a rivolgersi ai Carabinieri dopo aver subito continue minacce da un gruppo di nomadi rom;
don Ernesto, titolare della parrocchia, aveva deciso di aprire le porte della chiesa ai rom in segno di carità cristiana, facendo avere loro una parte delle offerte;
conseguenza di questo gesto è stata una vera e propria invasione di nomadi da tutta Roma, i quali pretendevano dal parroco continui versamenti di denaro;
le incessanti richieste, trasformate in minacce, hanno costretto don Ernesto ad interrompere il servizio;
a seguito di questa decisione, i rom sono andati su tutte le furie, in quanto pretendevano l'erogazione di tali somme;
alcuni di loro hanno preso di mira don Ernesto, recandogli pesanti minacce;
il parroco, scosso ed impaurito, ha denunciato i fatti alla caserma dei Carabinieri dell'Aventino, i quali hanno prontamente tranquillizzato il parroco, facendogli avere un numero di telefono dedicato che, in caso di emergenza, fa arrivare una volante entro pochi minuti dalla richiesta;
in occasione del 110° anniversario della consacrazione della chiesa di Santa Maria Liberatrice, il cardinale Giovanni Lajolo ha espresso parole di solidarietà verso don Ernesto,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia informato di tali fatti e quali iniziative intenda assumere per reprimere i fatti richiamati in premessa e garantire la sicurezza sul territorio.
(4-00982)
CASINI, PINOTTI - Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. - Si chiede di sapere se il Governo ritenga di procedere in tempi immediati alla conferma e all'invio dell'ambasciatore in Libia o alla nomina di un nuovo ambasciatore in Libia, considerando il fatto che da mesi la nostra rappresentanza diplomatica è priva di guida e che questa perdurante incertezza decisionale sta determinando gravi danni alla credibilità internazionale dell'Italia.
(4-00983)
PELLEGRINI Marco, MORRA, CAMPAGNA, CORRADO, ENDRIZZI, LANNUTTI, URRARO, ACCOTO, DONNO, GALLICCHIO, DELL'OLIO, LOMUTI, LUPO, MAIORINO, NATURALE, PERILLI, PIARULLI, PESCO, PIRRO, PRESUTTO - Al Ministro della giustizia. - Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:
dagli anni '70, in provincia di Foggia, operano pericolosi e spietati sodalizi criminosi di stampo mafioso che, nel corso dei decenni, ponendo in essere una serie di attività delittuose sempre più pervicaci e invasive, hanno, di fatto, conseguito il controllo militare di buona parte del territorio della provincia. Queste organizzazioni operano nell'ambito del traffico internazionale degli stupefacenti (in cui sono diventati leader nazionali per ciò che riguarda marijuana e hashish), in quello delle estorsioni, delle rapine (con assalti ai portavalori e alle banche in tutta Italia, rapine a tir, eccetera), dei rifiuti, delle armi, dell'usura, delle truffe alle assicurazioni, eccetera. I clan si dividono le zone di influenza della provincia, operando prevalentemente nelle zone di Foggia, del Gargano, di Cerignola e di San Severo;
dette compagini criminose costituiscono, nel loro insieme, la cosiddetta "quarta mafia" italiana, definita in tal modo dall'ex procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che nel 2017 dichiarò che in provincia di Foggia si è da tempo radicata «una quarta mafia, con caratteristiche diverse ma altrettanto forte, organizzata e se possibile ancora più impenetrabile» ("la Repubblica" del 7 marzo 2017) rispetto alle altre mafie presenti nel resto d'Italia. Analoghe dichiarazioni sono state espresse dal questore di Foggia, dalla Commissione Antimafia (dopo la missione a Foggia del 27 aprile 2017) e dai magistrati che indagano su questi reati. Questa "quarta mafia" è sconosciuta all'opinione pubblica nazionale, anche perché i principali media l'hanno ignorata per decenni, almeno fino allo scorso anno, quando si sono verificati due gravissimi episodi, uno a San Severo (colpi di arma da fuoco contro mezzi della Polizia di Stato) l'altro a San Marco in Lamis il 9 agosto 2017 (duplice omicidio dei poveri fratelli Luciani, due cittadini innocenti e inermi);
la scia di sangue, purtroppo, non si è interrotta, tanto che nel 2017 si sono contati 20 omicidi. Nel 2018 se ne registrano finora quattro a Vieste (nell'ambito di una guerra di mafia) e, ultimi in ordine di tempo, uno a Foggia e uno a San Severo. Quest'ultimo è avvenuto in pieno giorno, inseguendo la vittima per strada, esplodendo circa 50 colpi, quindi con modalità cruente ed eclatanti, palesemente intimidatorie nei confronti della cittadinanza già prostrata psicologicamente;
si apprende dalla risoluzione in materia di analisi del fenomeno mafioso e criticità per l'amministrazione della giustizia negli uffici giudiziari operanti nella provincia di Foggia nel settore della criminalità organizzata (approvata dal Consiglio superiore della magistratura, CSM, con delibera consiliare del 18 ottobre 2017) che l'ottanta per cento degli oltre 300 omicidi di mafia commessi negli ultimi 35 anni sono rimasti impuniti. E ancora si legge: «In taluni contesti del foggiano il radicamento socio-culturale del sistema mafioso è così forte da produrre una generalizzata e assoluta omertà che, talvolta, trasmoda nella connivenza se non addirittura nel consenso. A riprova di questo deve evidenziarsi che, dal 2007, non si hanno collaboratori di giustizia interni ai circuiti associativi». La risoluzione del CSM, inoltre, evidenzia la «capillare presenza sul territorio dei gruppi organizzati e il ricorso alla estrema violenza come abituale metodo dell'operatività delittuosa, il che ha determinato nella società civile una forte assoggettamento al crimine, che, sul versante giudiziario, si traduce in comportamenti omertosi delle vittime con conseguenti difficoltà investigative e di accertamento giudiziale (...) Le denunce sono pressoché inesistenti e i pochi cittadini che le presentano quasi sempre in sede processuale ritrattano (...) Gli imprenditori, nel corso degli anni, sono passati da un assoggettamento estorsivo di tipo violento, ad un atteggiamento di volontaria sottomissione al sistema mafioso: spesso, infatti, è lo stesso imprenditore che si reca autonomamente dal mafioso per pagare il pizzo, anticipandone in tal modo la richiesta. E all'origine di tali iniziative degli imprenditori non vi è la finalità di lucrare vantaggi, ma la consapevolezza che l'agibilità del percorso esistenziale, economico, sociale e familiare non può affrancarsi dalla protezione mafiosa (...) La mafia garganica si presenta come particolarmente cruenta e non si accontenta di uccidere, usando di norma cancellare anche la memoria della vita soppressa. I cadaveri infatti sono spesso bruciati o buttati nelle grave, veri e propri cimiteri di mafia (...) Il fenomeno mafioso è, quindi, nell'insieme, compatto, feroce, profondamente radicato sul territorio, su cui esercita un vero e proprio controllo militare»;
nonostante tali univoche analisi da parte dei massimi organismi antimafia, circa l'ormai acclarata presenza di pericolosi e violentissimi clan mafiosi in tutta la provincia di Foggia, le condanne definitive comminate ex art. 416-bis del codice penale non sono numerose, nonostante lo sforzo e l'abnegazione profuse dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Bari (competente per territorio) e dalle forze dell'ordine. Ad esempio, nei confronti di appartenenti alla mafia garganica, che è la più antica e, probabilmente, la più feroce e pericolosa fra quelle operanti in provincia di Foggia, si sono registrate condanne ex 416-bis codice penale solo nel 2006 (poi divenute definitive) per il processo "Iscaro-Saburo". Questo dato, a parere degli interroganti, conferma, da solo, l'insufficiente azione di contrasto messa in atto negli anni passati. Le non numerose condanne definitive, ex art. 416-bis, sono causate anche, o soprattutto, dalla mancanza sul territorio foggiano di sedi (autonome o distaccate) di Corte d'appello e della DDA. A parere degli interroganti, l'istituzione di queste ultime renderebbe più penetranti le indagini e la conoscenza delle attività criminose, meno probabile il mancato riconoscimento di associazione mafiosa, nonché faciliterebbe e velocizzerebbe molto il lavoro dei magistrati che non sarebbero costretti a dover seguire le indagini su ben tre province, ossia Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, visto che, peraltro, quest'ultima è vastissima, la terza più estesa in Italia e che presenta vaste zone montuose o collinari difficilmente raggiungibili velocemente;
medesime valutazioni pervengono da parte della cittadinanza e degli enti locali, tanto è vero che negli scorsi mesi ben 36 comuni della provincia di Foggia (che rappresentano l'85 per cento circa della popolazione residente), nonché il Consiglio provinciale, pungolati e coinvolti dal Comitato «Appelliamoci! », hanno richiesto all'unanimità di istituire a Foggia sezioni distaccate della Corte di Appello, della DDA, del Tribunale per i minorenni di Bari e, infine, una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia (DIA);
le suddette valutazioni circa la necessità della DDA a Foggia coincidono con quelle che emergono dalla citata risoluzione del CSM , in cui si legge: «Il Procuratore» della Repubblica presso il Tribunale di Foggia «ha posto anche l'accento sulla lontananza tra la sede della DDA, nel capoluogo di Regione, distante 140 chilometri da Foggia e oltre 200 dal Gargano, circostanza che determina "la inevitabile assenza di una "aderenza" dei magistrati che ne fanno parte al territorio, così come ai magistrati della Procura Ordinaria e alle Forze di Polizia Locali, intesa con riferimento a questi ultimi, come condivisione di notizie provenienti dal territorio (anche non necessariamente già costituenti notizia di reato)". Ha rappresentato l'opportunità che i magistrati della DDA siano presenti più stabilmente presso le sedi della Procura Ordinaria, al di là degli impegni di udienza. Ciò permetterebbe di avere un costante rapporto con forze di Polizia e con i colleghi della procura ordinaria, di monitorare i fenomeni, di conoscerne meglio la complessità e permetterebbe un più efficace intervento. Anche il Procuratore Generale» presso la Corte di Appello di Bari «ha auspicato una presenza sul territorio foggiano più stringente e più costante da parte della Direzione Distrettuale Antimafia.» E ancora: «Il Procuratore Generale della Corte di Appello» di Bari, «dando atto dell'ottima collaborazione tra il Procuratore Distrettuale Antimafia e il Procuratore di Foggia, ha auspicato una rivisitazione dei modelli organizzativi della DDA fondandoli su una presenza sul territorio da parte della Procura Distrettuale costante e quotidiana, che risolverebbe il problema del flusso immediato delle notizie tra Procura ordinaria e Direzione Distrettuale Antimafia». Infine, il CSM conclude che «per le ragioni sopraesposte va favorito ed incentivato, in linea con la normazione secondaria del CSM, il sistema dell'applicazione di sostituti Procuratori della Procura Ordinaria alla DDA; su tali applicazioni non può non esprimersi una valutazione positiva, in quanto, disponendo le applicazioni o le coassegnazioni in sede, si può concorrere alla formazione di professionalità anche in vista del successivo turn over nella Direzione Distrettuale Antimafia»,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e, nelle more dell'istituzione a Foggia delle sedi distaccate della Corte di appello, Direzione distrettuale antimafia e Tribunale per i minorenni di Bari, quali provvedimenti intenda adottare, e in che tempi, al fine di dare concreta attuazione a quanto suggerito dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, dal procuratore generale della Corte di Appello di Bari e dal CSM, in merito alla rivisitazione dei modelli organizzativi della DDA, fondandoli su una presenza sul territorio foggiano, da parte della Procura distrettuale, costante e quotidiana;
se intenda attivarsi, e in che tempi, per favorire e incentivare il sistema dell'applicazione di sostituti procuratori della Procura ordinaria alla DDA, considerato che, tra l'altro, con le applicazioni o le coassegnazioni in sede, si può concorrere alla formazione di professionalità anche in vista del successivo turn over nella DDA.
(4-00984)
BRIZIARELLI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
in data 8 e 9 ottobre 2018 si è tenuto all'ex cinema Edison, in piazza Napoleone Colajanni, a Palermo, l'evento "Albergheria il quartiere-mercato: Storie risorse e proposte", con la partecipazione del sindaco, dell'assessore Giuseppe Mattina e di altri rappresentanti istituzionali, tra i quali l'assessore regionale Alberto Pierobon, il questore Renato Cortese, il prefetto Antonella De Miro e il rettore dell'Università Fabrizio Micari;
in occasione dell'evento era previsto un servizio per sanzionare e allontanare i venditori ambulanti dall'area in cui si sarebbe dovuta svolgere la manifestazione;
come riportato dai quotidiani locali, durante la regolare attività di controllo sul territorio il presidente della prima circoscrizione, Massimo Castiglia, avrebbe rivolto minacce ad alcuni agenti della Polizia municipale di Palermo, dicendo loro: "Che siete venuti a fare? State facendo tutto il contrario di quanto era stato stabilito, avete militarizzato la zona e non è questo che volevamo";
sempre secondo la stampa locale, gli agenti della Polizia locale avrebbero invitato Castiglia a non intralciare le operazioni, ma questi avrebbe risposto allungando le braccia e dicendo: "Arrestatemi se siete capaci";
lo stesso Castiglia, alzando la voce, avrebbe poi urlato: "Vi ordino di andare via, dovete sparire, avete militarizzato la piazza. Questo suo collega se la passerà male, vedrà come se la passerà male. Sto parlando con il vostro comandante e vedrete quello che vi succederà ed ora vi chiameranno per farvene andare via";
il comandante della Polizia municipale Gabriele Marchese, dal canto suo, avrebbe dichiarato di non essere a conoscenza dell'accaduto e di aver disposto approfondimenti in merito;
considerato che:
secondo la stampa locale, gli agenti del corpo della Polizia municipale avrebbero inviato in Procura una comunicazione di notizia di reato relativa al presidente della prima circoscrizione, Massimo Castiglia, per "minacce ai pubblici ufficiali nell'esercizio della loro funzione" al fine di indurli ad omettere un atto del servizio, cioè procedere alla contestazione dei reati di invasione di area pubblica e alla verbalizzazione di illeciti amministrativi ai numerosi venditori ambulanti, che occupano la piazza Napoleone Colajanni, nel quartiere Ballarò di Palermo;
qualora i fatti richiamati fossero confermati, il presidente Castiglia avrebbe reso un pessimo servizio alle istituzioni che rappresenta, impedendo la pubblica funzione di sicurezza e inveendo contro pubblici ufficiali;
il suo comportamento costituirebbe un pessimo esempio in una città nella quale ha prevalso e prevale ancora l'accettazione dell'illecito, come consuetudine e normalità, ed è difficile far accettare l'ordine e il rispetto delle regole,
si chiede di sapere se i fatti descritti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali iniziative di competenza il Ministro in indirizzo intenda assumere per verificare se i comportamenti del presidente della prima circoscrizione del comune di Palermo rappresentino una turbativa dell'ordinario funzionamento dell'ente.
(4-00985)
Interrogazioni, da svolgere in Commissione
A norma dell'articolo147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:
7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport):
3-00459 della senatrice Granato, su un caso di assegnazione di cattedra universitaria ad una professoressa priva dell'abilitazione scientifica nazionale;
11ª Commissione permanente (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale):
3-00460 della senatrice Bellanova, sul futuro dei lavoratori interinali della Iveco di Suzzana (Mantova).
Avviso di rettifica
Nel resoconto stenografico della 23a seduta pubblica del 18 luglio 2018, a pagina 70, nel titolo: "Parlamento europeo, trasmissione di atti. Deferimento" sostituire la parola: "atti" con la seguente: "documenti".
Nei Resoconti stenografici della 37a seduta pubblica del 19 settembre 2018 e della 50a seduta pubblica del 23 ottobre 2018, rispettivamente alle pagine 74 e 62, sostituire il titolo: "Parlamento europeo, trasmissione di documenti" con il seguente: "Parlamento europeo, trasmissione di documenti. Deferimento".
Nel Resoconto stenografico della 66a seduta pubblica del 4 dicembre 2018, a pagina 99, l'interrogazione 4-00970 deve intendersi sottoscritta dalla senatrice Rizzotti, come prima firmataria, e dal senatore Mallegni, come secondo firmatario.