Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 058 del 14/11/2018
Azioni disponibili
RESOCONTO STENOGRAFICO
Presidenza del vice presidente TAVERNA
PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 10,33).
Si dia lettura del processo verbale.
LAFORGIA, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del giorno precedente.
PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.
Comunicazioni della Presidenza
PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori
PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.
Sulla richiesta di una informativa del Presidente del Consiglio dei ministri inerente agli esiti della Conferenza sulla Libia
ALFIERI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALFIERI (PD). Signor Presidente, intervengo per preannunciare la richiesta, che verrà avanzata alla prossima Conferenza dei Capigruppo da parte del Capogruppo del Partito Democratico, di un'informativa da parte del presidente del Consiglio Conte sugli esiti della Conferenza sulla Libia che si è chiusa ieri. Siamo davvero preoccupati per quanto è successo: la Conferenza si è chiusa con un nulla di fatto, senza alcun documento. Vorremmo comprendere meglio gli esiti, declamati solo come auspici rispetto al futuro della Libia, un Paese che a noi interessa moltissimo dal punto di vista delle relazioni economiche e della gestione dei flussi migratori. Su un dossier così delicato si era deciso di fare una conferenza, rispetto alla quale erano stati annunciati ospiti rilevanti, a partire dagli Stati Uniti. Invece la partecipazione è stata di bassissimo profilo, senza neanche la presenza del Segretario di Stato, mentre alcuni importanti partner del Mediterraneo hanno lasciato la Conferenza anzitempo. C'è stato poi il balletto degli ospiti, con Haftar che è arrivato a Palermo, ma non ha partecipato alla Conferenza. Su un dossier così importante, su cui era stata alzata la posta in gioco ed erano state elevate le aspettative, noi ci aspettiamo a brevissimo un intervento del presidente Conte, che venga a riferire in Senato sugli esiti della Conferenza, ma soprattutto sui prossimi appuntamenti che dovranno vedere l'Italia protagonista in Libia, affinché arrivino risposte chiare sul versante delle possibili elezioni e del coinvolgimento dei principali attori. Ad oggi non sappiamo nulla di tutto questo e quindi pensiamo che sia opportuno - questo è il motivo per cui ci sarà una richiesta netta da parte del Gruppo del Partito Democratico - che il Presidente del Consiglio venga a riferire in Senato. (Applausi dal Gruppo PD).
Sull'ordine dei lavori
AIROLA (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
AIROLA (M5S). Signor Presidente, vorrei annunciare all'Assemblea che stamattina si è costituita la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, e io sono stato eletto Vice Presidente. (Applausi dal Gruppo M5S). Ringrazio per la fiducia e annuncio che verserò eventuali indennità aggiuntive a favore dei terremotati o comunque su conti statali per il contrasto alla povertà. (Applausi dal Gruppo M5S).
Discussione del disegno di legge:
(909) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze (Approvato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale) (ore 10,38)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 909, già approvato dalla Camera dei deputati.
I relatori, senatori Ripamonti e Patuanelli, hanno chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore, senatore Ripamonti.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, onorevoli senatori, membri del Governo, prima di entrare nel merito del provvedimento che giunge oggi all'esame di questa Assemblea, vorrei rivolgere un sentito ringraziamento ai Presidenti e a tutti i senatori delle Commissioni riunite, alle forze di maggioranza, al mio Gruppo, al senatore Romeo, per avermi consentito di svolgere, in quanto senatore ligure, il ruolo di relatore per l'8a Commissione, di cui non sono un componente titolare. Allo stesso modo ringrazio il senatore Pepe, che ho sostituito nel corso dell'esame del provvedimento presso la Commissione lavori pubblici.
Mi soffermerò pertanto sulle norme del decreto-legge di cui si propone la conversione che riguardano gli interventi messi a punto dal Governo per fornire il necessario sostegno al territorio e alla popolazione di Genova, così profondamente colpiti dal crollo del viadotto Polcevera, per favorire la ripresa economica di quei territori, nonché per innalzare, più in generale, il livello di sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti.
Il provvedimento è giunto all'esame del Senato con numerose integrazioni e riconosciuti miglioramenti dopo l'approfondito esame svolto presso la Camera dei deputati, passato anche attraverso l'ascolto dei rappresentanti istituzionali dei territori coinvolti del mondo del lavoro, delle imprese e della società civile.
Il lavoro svolto dal relatore, 1'onorevole Flavio Di Muro per la parte di competenza dell'8a Commissione, ha appunto consentito di vedere riconosciute tutte le esigenze all'interno del decreto-legge oggi in approvazione, mostrando la sensibilità del Governo in merito alla tragedia che ha colpito Genova e i suoi abitanti.
Mi si permetta altresì di ringraziare il Governo ed in particolare il vice ministro Rixi che da ligure e genovese ha saputo far vedere riconosciute le esigenze di Genova e dei genovesi in questo provvedimento, consentendo alla città di poter guardare con fiducia al futuro in termini di rilancio e competitività.
La necessità di consentire l'avvio immediato delle attività di ricostruzione e di aiuto alla popolazione, impongono ora di procedere al più presto con la conversione del decreto-legge, per rispettare i termini costituzionali ma soprattutto per accelerare l'entrata in vigore delle norme introdotte alla Camera: penso in particolare alle misure per gli sfollati.
Mi preme ora ringraziare il Governo per l'apertura dimostrata durante l'esame nelle Commissioni riunite, mediante l'accoglimento della maggior parte degli ordini del giorno presentati sia dalle forze di maggioranza che di opposizione: degli 89 ordini del giorno esaminati, infatti, il Governo ne ha accolti 55 nel testo dei proponenti, 21 in un testo riformulato dai presentatori e infine ne ha accolto uno come raccomandazione.
Quanto al testo del provvedimento, il Capo I contiene le norme su Genova. In particolare, l'articolo 1 disciplina l'istituzione e i poteri del commissario straordinario per la ricostruzione, individuato dal Governo dopo l'adozione del decreto del sindaco di Genova Marco Bucci, nonché la composizione della struttura commissariale.
Si prevede che il commissario - che dovrà garantire le attività per la demolizione e lo smaltimento dei materiali di risulta, nonché per la progettazione, l'affidamento e la ricostruzione dell'infrastruttura e il ripristino del connesso sistema viario - operi in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo, oltre al rispetto dei vincoli inderogabili derivanti dall'appartenenza all'Unione europea, il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.
Diverse disposizioni regolano poi i rapporti tra il commissario straordinario e la società Autostrade per l'Italia SpA. In particolare, è stabilito che il concessionario del tratto autostradale, alla data dell'evento, sia tenuto a far fronte alle spese di ricostruzione dell'infrastruttura e di ripristino del connesso sistema viario. In caso di omesso versamento, il commissario potrà procedere all'individuazione di un soggetto pubblico o privato che anticipi le somme necessarie alla integrale realizzazione delle opere. A garanzia dell'immediata attivazione del meccanismo di anticipazione, per assicurare il celere avvio delle attività del commissario, è comunque autorizzata la spesa di 30 milioni annui dal 2018 al 2029.
Il commissario straordinario può procedere ad affidare, mediante procedura negoziata, senza previa pubblicazione del bando di gara, la realizzazione delle attività concernenti il ripristino del sistema viario a soggetti diversi dal concessionario del tratto autostradale e da società o soggetti da quest'ultimo controllati o, comunque, ad esso collegati. (Brusio).
Presidente, è difficilissimo parlare in queste condizioni.
PRESIDENTE. Ha ragione, senatore. Chiedo cortesemente ai colleghi di permettere al relatore di svolgere il proprio intervento facendo più attenzione e meno brusìo.
Prego, senatore Ripamonti.
RIPAMONTI, relatore. L'esclusione della società Autostrade dalla realizzazione delle attività di ricostruzione è motivata con l'eventualità che il concessionario sia responsabile, in relazione all'evento, di grave inadempimento del rapporto concessorio.
L'articolo 1-bis, finalizzato alla tutela del diritto all'abitazione, disciplina la procedura per le cessioni volontarie e gli eventuali espropri delle unità immobiliari oggetto delle ordinanze di sgombero emanate in seguito al crollo del ponte Morandi, con la previsione della corresponsione di un'indennità ai proprietari e agli usufruttuari, posta a carico del concessionario del tratto autostradale.
L'articolo 1-ter introduce misure specifiche per l'esecuzione delle attività di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi e per la verifica e messa in sicurezza, da parte delle concessionarie autostradali, di tutte le infrastrutture viarie oggetto di atti convenzionali, con particolare riguardo a ponti, viadotti e cavalcavia.
Per fronteggiare le necessità conseguenti al crollo del ponte Morandi, l'articolo 2 autorizza l'assunzione di personale da parte degli enti territoriali e dell'Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale.
Si dispone poi l'integrazione di 9 milioni di euro per l'anno 2018 e di 11 milioni di euro per il 2019 dalla contabilità speciale intestata al commissario delegato per l'emergenza, individuato ad agosto, subito dopo il crollo del viadotto, nel presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
L'articolo 3 contiene una serie di agevolazioni fiscali per gli immobili che a seguito del crollo del ponte Morandi hanno subìto danni o sono stati oggetto di ordinanze di sgombero. È stata inoltre introdotta la possibilità di prevedere l'esenzione dal pagamento delle forniture di energia elettrica, gas, acqua e telefonia.
Con l'articolo 4 sono riconosciuti benefici economici alle imprese e ai liberi professionisti, con sede operativa all'interno della zona danneggiata, che abbiano subìto un decremento del fatturato, mentre con l'articolo 4-bis, in analogia con quanto stabilito per le famiglie all'articolo 1-bis del decreto-legge, sono introdotti indennizzi per la cessione volontaria o l'esproprio degli immobili che ospitano le imprese che abbiano subito danni. Anche in questo caso, gli oneri sono posti a carico del concessionario autostradale. La medesima previsione vale anche per il ristoro della perdita e dei danni subiti dalle attrezzature e dai materiali aziendali.
In deroga alle disposizioni generali in materia di ammortizzatori sociali, l'articolo 4-ter dispone che venga concessa ai lavoratori del settore privato, compreso quello agricolo, penalizzati nell'attività lavorativa, un'indennità pari al trattamento massimo di integrazione salariale. Un'indennità una tantum è poi riconosciuta ai titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, di agenzia e di rappresentanza commerciale e dei lavoratori autonomi che abbiano dovuto sospendere l'attività a seguito del crollo.
L'articolo 5 prevede stanziamenti per il finanziamento di servizi di trasporto aggiuntivi, per l'efficientamento del trasporto pubblico regionale e locale, per l'integrazione tariffaria tra le diverse modalità di trasporto nel territorio della città metropolitana di Genova. Sono poi destinati 20 milioni per il 2019 e per il rinnovo del parco mezzi utilizzati, con priorità per i mezzi a propulsione elettrica, ibrida e a idrogeno.
Con riferimento all'autotrasporto, sono stanziati 20 milioni di euro per il 2018 per il ristoro delle maggiori spese affrontate in conseguenza del crollo del ponte Morandi.
Per la realizzazione di opere viarie di collegamento o comunque inerenti la mobilità sono attribuiti 5 milioni di euro al Comune di Genova.
Si prevede infine che, con riferimento alle opere individuate come itinerari di viabilità alternativa, il commissario delegato possa autorizzare varianti in corso di esecuzione in deroga all'articolo 106 del codice dei contratti pubblici.
L'articolo 6, al fine di garantire l'ottimizzazione dei flussi veicolari logistici in ingresso e in uscita dal porto di Genova, affida al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il compito di sovraintendere alla progettazione e alla realizzazione, in via d'urgenza, di infrastrutture ad alta automazione, di sistemi informatici e delle relative opere accessorie.
Per le esigenze di carattere operativo e logistico in ambito portuale derivanti dall'evento, sono poi attribuite risorse alla Capitaneria di porto di Genova.
Sempre con riferimento all'esigenza di salvaguardare la funzionalità del porto di Genova e di ottimizzare i flussi veicolari e logistici, l'articolo 6-bis autorizza assunzioni di personale presso l'Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Con l'articolo 7, al fine di superare l'emergenza e favorire la ripresa delle attività economiche, viene istituita la «Zona Logistica Speciale - Porto e Retroporto di Genova», con la previsione dell'applicazione di procedure semplificate per le imprese che avviino un programma di attività imprenditoriali o di investimenti nei territori in essa ricompresi.
Sono poi previsti contributi finalizzati a sostenere il trasferimento di una quota di trasporto merci da gomma ad altre modalità, con particolare riferimento al trasporto ferroviario, con la previsione anche di compensazioni per il concessionario del servizio di trasporto ferroviario.
L'articolo 8 istituisce, nell'ambito del territorio della Città metropolitana di Genova, una zona franca urbana, con la concessione di una serie di agevolazioni fiscali per le imprese ivi stabilite.
L'articolo 9 incrementa, per gli anni 2018 e 2019, la quota di riparto del Fondo per il finanziamento degli interventi di adeguamento dei porti riconosciuta ai porti ricadenti nell'ambito dell'Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale, destinando inoltre a tale Autorità un contributo aggiuntivo di 4,2 milioni di euro per il 2018.
L'articolo 9-bis dispone che il commissario adotti un programma straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto e delle relative infrastrutture di accessibilità e per il collegamento intermodale dell'aeroporto Cristoforo Colombo con la città di Genova, da realizzare a cura dell'Autorità di sistema portuale con l'applicazione delle deroghe già definite dall'articolo 1 del decreto-legge in esame.
L'articolo 9-ter, al fine di salvaguardare la continuità delle operazioni portuali presso il porto di Genova, proroga di cinque anni l'autorizzazione attualmente in corso per l'esercizio dell'attività di fornitura di lavoro temporaneo e prevede la possibilità che venga corrisposto al soggetto fornitore di lavoro un contributo per eventuali minori giornate di lavoro rispetto all'anno 2017.
PRESIDENTE. Senatore, mi scusi, ma sono più di 40 articoli e lei ha esaurito il tempo a sua disposizione. Visto che sta facendo l'elenco, le devo chiedere di concludere.
RIPAMONTI, relatore. Il capo II contiene disposizioni per la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti.
L'articolo 12 prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2019, l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA).
Con l'articolo 13 si procede all'istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell'Archivio informatico nazionale delle opere pubbliche (AINOP), il cui sviluppo risponde alla necessità di garantire una costante verifica dello stato e del grado di efficienza delle opere pubbliche, in particolare per i profili riguardanti la sicurezza, anche tramite le informazioni ricavate dal Sistema di monitoraggio dinamico per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali previsto dal successivo articolo 14. Tale sistema, al quale sovraintende il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulla base dei dati forniti dai gestori, riguarderà le infrastrutture stradali e autostradali.
Gli articoli 15 e 15-bis autorizzano assunzioni di personale da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministero della giustizia.
L'articolo 16 integra i poteri dell'Autorità di regolazione dei trasporti nel settore autostradale.
L'articolo 16-bis estende, infine, agli interventi di manutenzione straordinaria del ponte ferroviario e stradale San Michele sull'Adda di Paderno D'Adda le disposizioni vigenti relative allo sblocco degli interventi sugli assi ferroviari AV/AC Palermo-Catania-Messina e Napoli-Bari. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il relatore, senatore Patuanelli.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, mi associo ai ringraziamenti del collega Ripamonti alle Presidenze e agli Uffici delle Commissioni riunite 8a e 13a, che hanno lavorato con grande capacità, rendendo più agevole il lavoro di noi senatori. Ringrazio le forze di maggioranza e di opposizione, che hanno consentito che il disegno di legge di conversione del decreto-legge arrivasse in Assemblea con il relatore nei tempi che avevamo stabilito.
Svolgerò la relazione per quanto riguarda i capi dal III in poi di un decreto-legge che reca misure importanti per l'enorme tragedia che ha colpito Genova e la Liguria, ma anche per tutto il Paese, perché Genova è una città fondamentale per il sistema Italia.
Questo provvedimento pone all'attenzione dell'Assemblea anche ulteriori elementi di criticità ed emergenziali che il Governo ha raccolto (o trovato per strada) e che sta cercando di risolvere. Mi riferisco, quindi, agli interventi per il territorio dei Comuni di Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno dell'isola di Ischia, per un combinato disposto di 20 articoli (quindi non soltanto uno, come una narrazione fuorviante sta cercando di far passare). Si tratta di 20 articoli che consentono, innanzitutto, di definire l'ambito di applicazione del commissario straordinario, che modulano, rimodulano e ampliano le funzioni del commissario.
L'articolo 19 incrementa di 60 milioni di euro la contabilità speciale per il commissario. Vi sono interventi che riguardano la ricostruzione pubblica e la ricostruzione privata, i criteri e le modalità generali per la concessione di contributi per la ricostruzione privata; interventi di riparazione e ricostruzione degli immobili danneggiati o distrutti; interventi di immediata esecuzione e le procedure per le concessioni ed erogazioni dei contributi.
Si tratta di un terremoto che forse è stato trattato come un terremoto di serie B, ma che non lo è. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Ha distrutto case, vite, aziende, tessuto economico e produttivo, turismo; ha portato via due persone, quindi due famiglie e interi nuclei familiari distrutti da una tragedia. Era giusto, quindi, occuparsi, all'interno di un decreto-legge sulle emergenze, anche dell'emergenza a Ischia, colpita da un terremoto che qualche volta è stato definito minore, per i danni che ha creato, come a supporre che vi fosse una responsabilità degli ischitani per un terremoto che ha causato dei morti. Nessuno ricorda, però, che quel terremoto ha avuto una caratteristica quasi unica nei terremoti italiani, ossia quella di avere un epicentro molto superficiale, quindi molto vicino al terreno. Questo ha amplificato ovviamente gli effetti del terremoto stesso.
Per quanto riguarda Ischia, vi sono ovviamente i fondi per la ricostruzione pubblica, la definizione dei soggetti attuatori, norme per la legalità e la trasparenza, la qualificazione degli operatori economici e l'individuazione della struttura del commissario. Ma ci sono anche elementi, forse più di dettaglio, ma molto utili per una popolazione colpita così duramente, che non ha più una casa, come le proroghe alla sospensione dei termini per il pagamento di IMU, TASI e TARI, del canone RAI, dei contributi previdenziali ed assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria. C'è la sospensione dei termini per la notifica delle cartelle di pagamento e gli interventi volti alla ripresa economica. C'è anche il famigerato articolo 25, che non è un condono edilizio. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Non lo è, perché non esiste un'apertura di termini per la presentazione di nuove domande. Non lo è, perché nessuno che non aveva diritto ieri di avere la casa condonata ce l'avrà oggi. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Non lo è, perché la procedura che si segue è l'unica disponibile nella legislazione vigente, cioè quella della legge n. 47 del 1985: l'unico condono che ha definito le procedure per il rilascio delle pratiche. Quindi, se avessimo fatto riferimento alle leggi nn. 724 e 326 rispettivamente del 1994 o del 2003, non avremmo avuto la procedura. Siccome questo articolo interviene esclusivamente per accelerare la procedura di domande già presentate, l'unico riferimento possibile era la legge n. 47 del 1985, Capi IV e V.
Ciò detto, ragioniamo su cosa potrebbe accadere se non ci fosse l'articolo 25: quelle case, che sono danneggiate e alcune di loro crollate, sarebbero fuori dalla procedura di accesso ai contributi. Ricordo, peraltro, che nessuna parte di volume edificato senza concessione potrà essere ammesso a contributo. Quindi, le parti di volume edificato in modo abusivo e condonate ai sensi della legge n. 47 del 1985, della legge del 1994 e della legge del 2003, con le procedure che impostiamo oggi come accelerazione, avranno la possibilità di essere condonate secondo la domanda fatta quindici o trent'anni fa, ma non avranno ovviamente accesso al contributo per la parte di volume sanato. Ribadisco: che cosa succede se non c'è l'articolo 25? Quelle case hanno comunque una domanda pendente e fino a quando su quella domanda non ci sarà un'espressione da parte degli organi competenti, resteranno lì come sono lì da quindici anni, da vent'anni o da trent'anni. (Applausi dal Gruppo M5S).
Accade però che i proprietari di quelle case, non avendo la possibilità di intervenire per sistemarle e recuperare i danni prodotti dal terremoto, non solo continueranno ad avere una casa abusiva, non solo continueranno a viverci dentro, ma avranno una casa indebolita dai danni del terremoto. Questo è il vero pericolo ed è per questo che chiediamo un'accelerazione delle procedure per dichiarare illegittime le domande che non sono in regola con il condono di appartenenza (quindi i condoni del 1985, del 1994 o del 2003). Dopodiché, le domande che non saranno conformi ai criteri di ammissibilità della domanda, saranno oggetto di ordinanza di demolizione amministrativo-penale; rispetto a quelle case che invece ne avrebbero avuto diritto, è lo Stato che avrebbe dovuto garantirglielo trent'anni fa e non oggi. È lo Stato che non è stato in grado di dare risposta in trent'anni a cittadini che hanno fatto una domanda. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Oggi quelle case avranno una risposta che potrà essere positiva, se già allora possedevano i requisiti di ammissibilità, o negativa, se non possedevano quei requisiti. Avremo quindi messo in piedi un sistema che consentirà a quei proprietari di vivere in case più sicure.
Al capo II sono previsti ulteriori interventi emergenziali per il Paese che riguardano il Centro Italia: si provvede a rimodulare le misure per l'accelerazione del processo di ricostruzione e le funzioni del commissario. Si provvede a garantire l'impignorabilità delle risorse assegnate per la ricostruzione in aree interessate dagli eventi sismici. Andiamo inoltre ad ampliare quelle maglie che, con i guanti bianchi e con il contributo di tutte le forze politiche, avevamo reso molto strette per piccole difformità, facendo un'operazione molto semplice di accorpamento di due procedure.
Quello che succede a livello normativo regionale è noto: esistono i piani casa e molte Regioni li hanno normati. Non si tratta quindi di ottenere una sanatoria amministrativa di un intervento realizzato che può essere assentito in qualsiasi momento. Per accedere al contributo, prima si procede alla sanatoria prevista dall'ordinamento, dopodiché, dopo aver ottenuto la sanatoria, si può procedere alla richiesta del contributo.
In questo caso, l'operazione che si fa è semplicemente quella di accorpare due procedure. Nel progetto di ricostruzione o riparazione dell'edificio si sana anche la parte realizzata eventualmente ai sensi dei piani casa regionali e, anche in questo caso, sul volume così sanato non si applica il contributo.
Vi sono altri due elementi che voglio segnalare. Il primo concerne l'articolo 44, sul trattamento straordinario integrazione salariale per le imprese in crisi. Aver reinserito nell'ordinamento la Cassa integrazione guadagni straordinaria per le aziende in crisi che hanno una prospettiva è, a mio giudizio, un valore di cui anche il centrosinistra dovrebbe essere contento. Cerchiamo, in questo modo, di dare qualche garanzia in più ai lavoratori delle aziende, che attraversano una crisi ma hanno una prospettiva e che per problemi di liquidità non riescono a garantire un'attività produttiva. Quindi, grazie a tale misura, i titolari di queste aziende potranno mettere per dodici mesi in Cassa integrazione guadagni straordinaria i propri dipendenti nel biennio 2019-2020.
Concludo rapidamente, perché temo che il mio tempo stia quasi terminando, in quanto non intendo sottrarmi, ovviamente, all'analisi dell'altro famigerato articolo, il 41. Oggi, dopo più di vent'anni di spargimento di fanghi, senza che vi sia stato mai nessun limite ai contenuti nocivi di quei fanghi, anche riguardo agli idrocarburi e agli altri inquinanti, ci rendiamo conto che questo è un problema per la nostra salute. Noi ce ne rendiamo conto, come ci rendiamo conto del fatto che è un problema riguardante la nostra salute anche se i depuratori delle nostre città chiudono.
I depuratori che non possono riutilizzare i fanghi per il loro impiego in agricoltura non hanno dove smaltirli e, quindi, hanno una sola possibilità, quella di chiuderli e di sversare direttamente in mare, nei casi di città di mare, o in altri canali le acque depurate prive del fango. Questo è quanto succede se non si interviene con la nuova norma emergenziale.
Io non sto a ripetere le considerazioni che abbiamo già fatto su questa norma in Commissione. Dico solo che c'è un impegno del Governo a normare in modo definitivo, chiaro e certo il problema dell'utilizzo dei fanghi in agricoltura. Io sono convinto che il nostro Ministro dell'ambiente, che è un generale dei carabinieri che di questi temi si è occupato per tutta la vita, perseguitando chi con i rifiuti faceva affari, saprà emanare in tempi rapidissimi un decreto che normerà in via definitiva questo problema. Oggi, però, c'è un'emergenza, che trattiamo con senso di responsabilità, grande capacità e competenza (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Rivolgiamo il nostro saluto a una rappresentanza di studenti e docenti dell'Istituto superiore «Luigi Einaudi» di Roma che assistono ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 909 (ore 11,04)
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, senatore Margiotta, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore di minoranza, senatore Margiotta.
MARGIOTTA, relatore di minoranza. Signor Presidente, purtroppo il Governo sta inaugurando (e, purtroppo, la maggioranza parlamentare si adegua) il clima del monocameralismo di fatto. Si blindano i provvedimenti: è stata approvato alla Camera e non volete che si modifichi al Senato.
Eppure, ci sarebbe molto da modificare. Il buon lavoro dei colleghi, anche dei relatori, ai quali do atto dell'impegno, avrebbe potuto produrre effetti positivi ed importanti. Ma voi non volete cambiare nulla. Vi avevamo chiesto di togliere di mezzo il condono ad Ischia. Collega Patuanelli, il problema non è l'emergenza Ischia. Il problema è che il condono non è un'emergenza. È molto semplice: il condono non è un'emergenza per nessuno e, a maggior ragione, non lo è per noi. Togliete i fanghi di depurazione: e tornerò su questo punto.
Correggiamo il decreto Genova su alcuni aspetti, con alcuni emendamenti, a firma della senatrice Pinotti e del senatore Vattuone, relativamente all'estensione della zona arancione e agli aiuti al sistema portuale, e approviamo un decreto-legge che abbia un senso compiuto e che aiuti davvero la popolazione di Genova. Ma no, voi avete voluto inserire misure che non c'entrano nulla. C'era un treno in corsa per Genova, voi lo avete rallentato e ci avete aggiunto vagoni che portano cose mefitiche, e non solo perché si parla di fanghi.
Il ministro Costa, citato un attimo fa dal collega Patuanelli, ha detto: la sola parola condono mi fa venire il voltastomaco. Il vostro Ministro. A noi del Partito Democratico la sola parola condono fa venire il voltastomaco! (Applausi dal Gruppo PD).
Il ministro Delrio nella scorsa legislatura ha detto: mai più condoni. Lo ha detto e questa è stata la linea del Partito Democratico. Il vostro Ministro dice altro ed invece voi agite facendo i condoni. Ma su questo punto ci torneremo. In questo momento voglio tornare a Genova. Anche lì avete sbagliato tutto.
Questa mattina in televisione ho sentito il procuratore capo Cozzi, la cui autorevolezza mi pare sia indiscutibile e indiscussa, il quale, rispetto alle proteste del commissario perché il cantiere è ancora sotto sequestro e non si possono avviare le azioni di demolizione, ha detto che dovrebbero ringraziarlo perché se gli restituisse il cantiere non saprebbero cosa fare. Il condono non risolve neanche il tema della demolizione; non si sa neppure chi deve metterci mano e come.
La strada maestra era non fare propaganda, non cercare colpevoli in forze politiche che nessuna responsabilità avevano. La strada maestra era quella di un vecchio adagio: chi rompe, paga. Penso anch'io che la società Autostrade per l'Italia abbia delle responsabilità; la si obbligava a demolire e a realizzare il ponte, e poi ci si rifaceva su di essa in tutti i modi, anche con la revoca che avete invocato e che non avete fatto, cosicché, come tutte le vostre parole di propaganda, si rimane a mezza strada, senza sapere come procedere. D'altra parte, un giorno abolite la povertà dai balconi; un altro revocate la concessione con un tweet, e intanto tutto rimane fermo.
Il meccanismo che avete scritto nel decreto-legge, secondo cui paga Aspi, e, se non paga Aspi, un finanziatore si rifarà su Aspi, mi sembra molto complesso: auguri, auguri al nostro Paese, ma soprattutto ai cittadini genovesi che, attraverso queste vostre complicazioni, rischiano di non vedere mai la strada ricostruita. D'altra parte, non avete cultura in materia infrastrutturale: Toninelli un giorno realizza il tunnel del Brennero; in un altro fa la radiografia di un viadotto a vista; in un altro ancora dice che si potrà mangiare sotto un ponte autostradale. Nel frattempo, tutto fermo. Accogliete almeno i nostri emendamenti di buonsenso, che danno una risposta immediata ai cittadini di Genova, che non hanno più voglia di applaudire i rappresentanti di questo Governo.
PRESIDENTE. Senatore Margiotta, mi perdoni se la interrompo.
Colleghi, il livello del brusio è insopportabile. Se non c'è rispetto per il relatore, chiedo almeno il rispetto per i colleghi che vogliono ascoltare il relatore. Vi ringrazio. (Applausi). Prego, senatore.
MARGIOTTA, relatore di minoranza. Ci tornerò. Avete persino respinto un ordine del giorno che chiedeva che si proseguisse nei lavori del Terzo valico.
Capisco blindare gli emendamenti, o meglio, non lo condivido ma lo comprendo, ma la ratio per la quale non si approva neppure un ordine del giorno che dice che bisogna procedere nei lavori del Terzo valico è assolutamente incognita. Anzi, è nota: non avete voluto approvarlo per evitare problemi tra le due forze che sorreggono questo Governo, di cui una pensa che il Terzo valico - vero, vice ministro Rixi? - vada realizzato, e l'altra ancora non ha deciso e aspetta una fantomatica analisi costi-benefici, su cui tornerò durante la replica, che non può dare alcuna risposta, come ha detto un esperto della materia, lo stesso esperto che avete nominato. I costi, infatti, sono certi, almeno alla fine della costruzione dell'opera; i benefici derivano da una scelta politica, perché quel che è beneficio per una forza politica non lo è per un'altra. Infatti cosa ha detto, in sostanza, Ponti? Che la decisione è politica. Se è politica, allora, prendetela. Vogliamo sapere se sì o no, se volete fare il Terzo valico o non lo volete fare; la gronda, la volete fare? Una parola di chiarezza, di grazia, è possibile averla? Peraltro, l'analisi costi-benefici su un'opera che ha uno stato di avanzamento al 40 per cento è abbastanza risibile.
Torno al condono. Durante il terremoto di Ischia è caduta una sola palazzina, che aveva sopraelevato un piano, mettendo a rischio l'incolumità della famiglia con figli e dei terzi che vi abitavano. I condoni sono fatti anche di questo, mica soltanto delle ringhiere e dei balconi o delle tettoie nelle ville al mare: sono fatti di piani in più sopraelevati in zona sismica, di costruzioni fatte nell'alveo di un fiume. Muore la gente, come è successo in Sicilia. Ma come non rendersi conto che, in un momento come questo, dare il solo segnale che in Parlamento si discuta di condoni è una cosa negativissima, che porterà a distruzione e ad altri morti in questo Paese?
In conclusione, sui fanghi, sui quali torneremo, ricordo i comportamenti dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, quando si dipingevano le mani nere a significare che il petrolio inquina. Benissimo: il primo provvedimento che hanno fatto è stato quello teso ad aumentare moltissimo i limiti di possibile contenuto di depurazione di idrocarburi nei fanghi. È l'unica cosa che avete fatto e, non contenti, alla Camera avete aumentato i limiti di concentrazione del cromo, dell'arsenico, del toluene e di altro in fanghi che vanno a finire anche in terreni in cui si coltivano colture alimentari, dove viene coltivato ciò che arriva sulle nostre tavole. È evidente che abbiamo appoggiato e appoggeremo l'emendamento Martelli, come quello a prima firma De Bonis e di una decina di altri componenti del Gruppo MoVimento 5 Stelle. Loro sono coerenti con quanto il vostro partito ha detto per cinque anni; a voi, sono bastati due mesi di tempo al Governo per dimenticarvi di tutto (Applausi dal Gruppo PD) e approvare persino un provvedimento che a Regioni come la mia, nella quale cui ci sono estrazioni petrolifere, arrecherà danni gravi.
Ma torneremo sul merito di ciascuno di questi emendamenti nel corso della discussione, augurandoci sempre che ci sia un sussulto di dignità.
Ieri è accaduta una cosa importante, che è volgare aver derubricato a questioni personali, perché riguarda colleghi seri e autorevoli, che hanno dimostrato di esserlo nella loro vita privata e in quella parlamentare. Ieri, per la prima volta, il Governo è andato sotto nelle nostre Commissioni, sul condono di Ischia, non a caso. Potete costringere le persone, minacciarle e cacciarle dal partito, ma ci sarà sempre qualcuno che avrà autonomia, coscienza e libertà di azione e di pensiero: queste persone vi inchioderanno alle vostre responsabilità. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, senatore Ferrazzi, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.
Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore di minoranza, senatore Ferrazzi.
FERRAZZI, relatore di minoranza. Signor Presidente, colleghi, il provvedimento che oggi ci accingiamo a votare in Aula ha molti problemi, punti bui, questioni solo annunciate e irrisolte o annunciate con le parole sbagliate.
Avrebbe dovuto essere, questo, il provvedimento di Genova, cioè quello che sarebbe dovuto andare a coprire un dramma di dimensioni gigantesche, una vergogna nazionale, una cosa che mai sarebbe dovuta accadere e contro la quale bisogna raccontare il nostro sconcerto in modo trasversale, a prescindere dall'appartenenza politica, e naturalmente anche accompagnare l'opinione pubblica, perché la magistratura ovviamente farà il proprio mestiere, ma non è assolutamente accettabile che in un Paese come il nostro accada un simile fatto.
Il tema vero, però, signor Presidente, è che in tre mesi di lavoro questo Governo ha parlato di Genova, ma non ha fatto praticamente nulla. Quello che avrebbe dovuto essere il provvedimento centrale, in realtà, è stato deprivato di qualsiasi efficienza ed efficacia a favore dello sviluppo di Genova.
Questo è del tutto evidente anche da un'analisi quantitativa, oltre che qualitativa, dell'articolato del decreto-legge: su 46 articoli, solamente in 11 si parla di Genova e poi si parla di molte altre cose, come avremo diffusamente modo di approfondire nel corso di questa discussione.
Il tema, però, non è solo relativo al fatto che di Genova si parli in soli 11 articoli. La questione centrale è la seguente: si risolve l'emergenza di Genova, attraverso questi 11 articoli? Si dà certezza sulla ricostruzione, sul suo finanziamento e su chi deve farla? Ebbene, queste, che avrebbero dovuto essere le tre risposte centrali del decreto su Genova, rimangono senza risposta: ecco la grande debolezza del provvedimento in esame.
Nel lavoro di Commissione, signor Presidente, avevamo presentato una serie di emendamenti per rispondere alle esigenze di Genova e dei genovesi e naturalmente oggi li riproporremo qui in Aula, come diceva molto bene il relatore Margiotta.
Abbiamo presentato emendamenti per estendere l'efficacia delle misure oltre l'area rossa, all'area arancione, a favore sia dei cittadini, che delle imprese. Abbiamo presentato emendamenti per aumentare la durata della cassa integrazione da uno a due anni e per raddoppiare la consistenza del relativo fondo. Abbiamo presentato emendamenti per potenziare gli interventi sul porto, che è la grande infrastruttura di tutto il Nord Italia e non solamente di Genova e dei genovesi. Abbiamo proposto e riproporremo oggi la creazione della zona economica speciale. Abbiamo proposto interventi per il settore sociosanitario. Abbiamo chiesto la partecipazione dei cittadini e misure di trasparenza, perché un'intera comunità è stata colpita a morte e la stessa deve essere richiamata per la sua risurrezione.
Ebbene, tutti questi emendamenti sono stati respinti durante il lavoro delle Commissioni riunite e noi li ripresenteremo in Aula, chiamando tutti i senatori e le senatrici alle proprie responsabilità.
C'è poi un fatto secondo noi vergognoso. Dietro l'emergenza di Genova avete nascosto la schifezza del condono di Ischia. Badate, colleghi, il condono non è una novità per il nostro Paese e, soprattutto, per una delle due forze politiche - mi riferisco alla Lega - che compongono l'attuale Governo. Nella storia repubblicana sono stati fatti solo tre condoni: nel 1985, con il Governo Craxi; nel 1994, con il Governo Berlusconi I, appoggiato dalla Lega; nel 2003, con il Governo Berlusconi II, appoggiato dalla Lega.
Nel quarto condono - quello di cui stiamo parlando oggi - la Lega appoggia nuovamente la cultura del condono. A me dicono che, quando nel 2003 fu votato il condono in Parlamento, l'attuale vice premier Salvini si ribellò a Milano e organizzò un movimento di protesta. Oggi, però, la stessa forza politica, di cui egli è diventato il capo, promuove il condono per la quarta volta nella storia della Repubblica.
Che si parli di condono è del tutto evidente; non c'entra nulla la sanatoria. Invito tutti a un approfondimento del tema. La sanatoria è un intervento che si inserisce in un normale procedimento amministrativo. In base al testo unico dell'edilizia, la sanatoria può essere concessa dal dirigente o funzionario del Comune, perché l'intervento per cui si fa domanda è totalmente all'interno, con il duplice concetto di conformità, di quanto previsto dalla programmazione urbanistica comunale.
Il condono è tutta un'altra cosa, in quanto si riferisce a qualcosa che non è previsto dalla programmazione urbanistica nel momento in cui viene fatto, né quando si presenta la domanda di sanatoria. C'è quindi bisogno di una legge speciale e, infatti, oggi a Ischia non sarebbe possibile riaprire il condono in assenza di questa legge speciale.
Onorevoli colleghi, questo è il dato di fatto non solo perché è stato spiegato nel dettaglio da tutti gli istituti di ricerca di carattere territoriale e urbanistico e anche da «Il Sole 24 Ore», ma anche perché almeno l'ABC della norma doveva essere evidente a tutti i senatori e le senatrici.
Signor Presidente, ovviamente siamo totalmente contrari al condono a Ischia. Ci sorprende che un'altra forza politica che sostiene questo Governo - mi riferisco al MoVimento 5 Stelle - abbia fatto una battaglia contro i condoni quando era all'opposizione. Ci ricordiamo l'attuale vice premier Di Maio quando, in un evento pubblico mi pare proprio nel Sud Italia, ha detto che non avrebbe mai firmato un condono. Peccato che la terza firma del provvedimento sia proprio la sua e, sotto dettatura, la prima firma è del ministro Toninelli.
Si tratta peraltro di un condono dalla quantità notevole. A Ischia, su 64.000 abitanti, ci sono 28.000 pratiche presentate e nei tre Comuni cui il provvedimento si riferisce gli abitanti sono 13.000 e le pratiche aperte 6.000.
La seconda questione centrale riguarda le misure urgenti aventi a oggetto i Comuni del Centro Italia, ossia i 140 Comuni delle quattro Regioni colpite dal terremoto. Ebbene, si tratta di una questione preventiva; abbiamo presentato anche per questo molti emendamenti. Un gran lavoro era stato svolto dai commissari precedenti, un lavoro di cucitura, in collaborazione con gli enti locali, le associazioni di categoria, i cittadini e le Regioni, a prescindere dalle appartenenze politiche. Quando infatti si verificano disastri ambientali non si va a vedere il colore politico, ma si va a guardare la dignità dell'Istituzione che rappresenta tutti.
Inseriamo, signor Presidente, anche in questo caso alcuni emendamenti, ricordando che nel decreto terremoto, votato pochi mesi fa, sono già stati fatti degli interventi. È stata data, ad esempio, la possibilità di sanare le piccole difformità, proprio per agevolare la ricostruzione. Notiamo qui però un salto di scala; non è stato inserito solamente, come già previsto dal commissario precedente, l'accoglimento dell'aumento di volumetria del 20 per cento, secondo i dettati del Piano casa, ma viene fatto un vero e proprio condono generalizzato.
Ciò è stato spiegato e ben raccontato; non siamo d'accordo al riguardo, perché riteniamo che la ricostruzione debba essere fatta, mantenendo la qualità del vivere, la sicurezza dei cittadini e anche - se consentite - un po' di moralità pubblica perché dietro il condono si nasconde di tutto.
L'ultima questione, Presidente, come spiegato bene dal relatore Margiotta, concerne lo spandimento dei fanghi. Il tema è serio; noi non facciamo demagogia e non cambiamo le nostre casacche, bandierine e comportamenti a seconda che siamo al Governo o all'opposizione, come fanno le attuali forze di maggioranza. La questione dei fanghi è un tema vero, ma è del tutto sbagliato inserirlo nel provvedimento al nostro esame. I fanghi hanno bisogno di un provvedimento organico. Siccome la legge non consente nei mesi invernali lo spandimento dei fanghi nei campi da dicembre a febbraio, c'è tutto il tempo di stralciare gli articoli attinenti a questo tema, di metterci attorno a un tavolo e preparare un articolato serio ed approfondito, senza strafalcioni, dando così una risposta organica alle reali esigenze del territorio.
L'ultima questione concerne le emergenze. Siccome il provvedimento al nostro esame doveva essere il decreto delle emergenze, se di emergenze vogliamo parlare, oltre a Genova, che è l'emergenza madre da cui parte il provvedimento e per la quale dobbiamo dare tutto il nostro contributo e sostegno, c'è un'emergenza che è nata nelle nostre città, nei nostri territori, in undici Regioni che nelle settimane trascorse hanno chiesto lo stato di emergenza.
Voi avete tolto, avete ucciso e negato Casa Italia e Italia sicura, che erano le unità di missione e i dipartimenti che davano reale risposta all'emergenza sismica ed idrogeologica. Noi riproponiamo all'interno del provvedimento l'inserimento di queste strutture di missione e di fondi per dare risposta alle tragedie in corso per i cittadini e per le imprese. Dal Veneto alla Sicilia sono accaduti dei fatti che mai erano accaduti nel nostro Paese, nel cuore delle Dolomiti, per esempio, come avremo modo di approfondire con l'esame degli emendamenti.
Dobbiamo allora dare risposte. Non volete darle qui? Per voi l'emergenza è il condono e non sostenere le comunità gravemente colpite dal disastro ambientale delle scorse settimane? Abbiate la decenza di fare un provvedimento ad hoc perché i territori aspettano risposte immediate. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.
È iscritto a parlare il senatore Coltorti. Ne ha facoltà.
COLTORTI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, cosa accomuna le tematiche trattate nel decreto Genova? Le emergenze, problemi da risolvere prima possibile. Ci si deve chiedere se un disastro di questa entità fosse evitabile e di chi sono le responsabilità, in modo da non rischiare di subirne di simili. La cosa più semplice è associare il disastro alla mancata manutenzione da parte del concessionario, ma come non chiamare in causa chi ha regalato questo asset e non ha poi controllato il privato? I passati Governi hanno introdotto norme per cui controllato e controllore sono gli stessi. Il privato vuole il massimo guadagno con la minima spesa ed Autostrade è l'esempio più lampante: miliardi di fatturato e poche centinaia di milioni di investimenti per la manutenzione e la sicurezza. La gestione pubblica non funziona quando chi dirige non controlla o è corrotto. Lo slogan «privatizzare» è necessario alla scusa per regalare ad amici e agli amici degli amici la cosa pubblica e ottenere favori e finanziamenti al partito e o direttamente dalle nostre tasche.
Il crollo del ponte ha mostrato che decine e decine di ponti necessitano di interventi. Non si parla solo di ponti; le scuole, tutta la rete stradale e le gallerie non sono a norma e per queste presto l'Europa ci invierà delle multe. Voi che avete governato prima di noi ci avete lasciato una bella eredità.
Ora l'accusa più comune che viene rivolta al Movimento è di aver perpetrato un condono. Che non sia così appare evidente se si legge il decreto-legge e si guarda il bene comune. A Ischia la norma è rivolta agli edifici che hanno subìto danni e che hanno pratiche di condono sospese. Le pratiche di cui si parla sono antecedenti al 2003. Chi ci ha preceduto e ha gestito la Regione Campania per anni e persino la maggior parte delle amministrazioni locali avrebbero dovuto chiudere queste pratiche e andare alla risistemazione degli edifici o, nel caso di mancata conformità, al loro abbattimento. Il mondo, però, è pieno di persone come Ponzio Pilato, che non si prendono le responsabilità che compete loro in quanto amministratori. Ischia è un ecosistema fragile e proprio per questo la ricostruzione necessita di un adeguamento sismico e del rispetto delle norme paesaggistiche, di sicurezza e sul dissesto idrogeologico, che sono previste nel provvedimento. Chi ha fatto una domanda allo Stato, anche oltre quindici anni fa, ha diritto a una risposta. Se ci sono domande sospese, queste impediscono di chiudere le pratiche aperte con il terremoto del 2017. Non si tratta, inoltre, di centinaia di migliaia di edifici, come qualcuno ieri in Commissione ha vaneggiato. Si tratta di meno di mille edifici.
Veniamo al terremoto del Centro Italia, dove sono state introdotte norme per una ricostruzione che, a oltre due anni di distanza, deve ancora decollare. A parte la nomina di un commissario, la struttura commissariale è stata semplificata e nella cabina di regia sono stati ammessi i sindaci. È stato previsto il compenso per amministratori di condomini e consorzi di proprietari. Significativo è l'anticipo del 50 per cento delle spese sostenute dai professionisti. Le ditte che effettuano indagini avevano smesso di farne perché, a fronte di una prestazione d'opera, non corrispondeva un rientro economico.
Ci si chiede come sia possibile che siano stati spesi tanti miliardi e la ricostruzione sia ancora al palo. (Applausi dal Gruppo M5S). Ci si chiede soprattutto come siano stati spesi questi miliardi. Sono stati spesi in inutili sbancamenti e in opere di sistemazione e contenimento dei versanti per costruire casette di legno, che in questi giorni stanno ammuffendo e necessitano di trattamenti. Le famiglie terremotate stanno vivendo in ambienti insalubri e devono momentaneamente abbandonarli. Sono cifre stratosferiche, che arrivano fino a 6.500 euro al metro quadro. E queste opere andranno demolite al termine dell'emergenza, con altre spese enormi per il ripristino dei luoghi.
È stato puntellato di tutto e di più, inclusi edifici che avrebbero dovuto essere demoliti. Sono stati spesi circa 200.000 euro per puntellare. Ma che controlli hanno svolto il commissario e i subcommissari? (Applausi dal Gruppo M5S). È stato permesso che si potesse spendere senza alcuna gara e con compensi elevati per i progettisti senza ribassi d'asta. Ci sono stati i sindaci che, a fronte di una disponibilità di nuovo personale, hanno assunto amministrativi e avvocati e neppure un tecnico, come se tutta la partita si giocasse a livello burocratico. Ma quanti edifici sarebbero potuti essere ricostruiti con le centinaia di migliaia di euro utilizzati per i puntellamenti? (Applausi dal Gruppo M5S).
Il condono è stato invocato anche per il Centro Italia. Tra le norme introdotte c'è quella che permette di regolarizzare le difformità fino al 20 per cento della cubatura quando non sono stati fatti interventi strutturali responsabili dei danni della struttura.
Ci si dimentica che le Regioni, con l'introduzione del Piano casa, permettono di aumentare i volumi di un edificio fino al 20-30 per cento. Il PD in Commissione ha criticato i Piani casa, dimenticando che molte delle Regioni dove sono stati introdotti ed applicati sono gestite dal PD. (Applausi dal Gruppo M5S). In pratica, gli edifici con lievi difformità avrebbero dovuto essere demoliti, ma poi, presentando la domanda in Regione, avrebbero potuto essere ricostruiti. Capisco che demolire e ricostruire fa circolare più denaro e quindi si ha più possibilità di dare incarichi e denaro pubblico agli amici. Ma dov'è il buon governo? La messa a norma avviene solo per gli edifici in cui viene garantita la stabilità a seguito di una perizia asseverata da parte di un tecnico. In Centro Italia, come Ischia, le porzioni di fabbricato che non erano a norma non ricevono denaro. Chiamare questo condono è pura ipocrisia. (Applausi dal Gruppo M5S. Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Briziarelli. Ne ha facoltà.
BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, ringrazio i relatori Ripamonti e Patuanelli perché hanno fatto un po' di chiarezza - e altra ne faremo con gli interventi - sulle bugie e sulle falsità, queste sì, che sono state sparse oltre i limiti del lecito dal PD nel Paese e anche oggi in Aula. Molto spesso ci rammarichiamo che i cittadini si fermino solo al titolo dei giornali o dei provvedimenti. Ebbene, almeno qui si dovrebbe fare qualcosa di più, senatore Ferrazzi, perché lamentarsi che su 46 articoli solo 11 parlino di Genova significa non aver letto che questo decreto-legge è anche il decreto Genova, oltre che il decreto sulla sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, sugli eventi sismici del 2016 e 2017 e sul lavoro e sulle altre emergenze. Bisognerebbe conoscere almeno il titolo, se non il contenuto del provvedimento: almeno questo, a chi siede in Parlamento, lo richiediamo, perché altrimenti significherebbe ingannare i cittadini.
Queste emergenze hanno un filo che le unisce: il filo della responsabilità diretta o indiretta di coloro i quali ci hanno portati a questa situazione. Per mesi abbiamo sentito accusare Lega e MoVimento 5 Stelle di non essere responsabili e di non essere forza di Governo. Ebbene, essere forza di Governo significa dare risposte, quelle risposte che voi non avete saputo dare finora. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az). Risposte sui controlli e sugli interventi di un Paese le cui infrastrutture cadono letteralmente a pezzi, con la responsabilità di fornire una rete di impianti che eviti a monte l'emergenza, ad esempio, per i fanghi; risposte in termini di burocrazia.
Venendo al merito, comincio - permettetemelo - dal terremoto del Centro Italia, richiamando quanto avvenuto nella fase di conversione in legge del decreto-legge n. 55 del 2018. In quella discussione, in maniera veemente, il PD da un lato rivendicava i meriti dei commissari e dall'altro ci accusava di non fare abbastanza. Vorrei ricordare che in quella sede introducemmo delle prime risposte per le sanatorie pendenti e per le piccole difformità. Ebbene, nel corso di quella discussione, senatori Margiotta e Ferrazzi (potrei richiamare anche dopo la posizione del PD) non solo certe cose le avete dette, ma le avete scritte e le avete votate, perché l'emendamento 1.75 a firma Verducci, Ginetti, Grimani, che tutti i senatori del PD presenti votarono, recitava (ne leggo solo alcuni passaggi): «In presenza di edifici danneggiati da eventi sismici, per i quali in conseguenza di istanza di condono ai sensi delle leggi n. 47 del 1985, n. 724 del 1994 e n. 326 del 2003,» - guarda caso le stesse citate dal senatore Ferrazzi - «il Comune non ha provveduto al rilascio della concessione o autorizzazione in sanatoria, la certificazione di idoneità statica o sismica, ove richiesta ai fini della concessione medesima, può essere sostituita dall'autorizzazione rilasciata dall'amministrazione preposta al vincolo sismico, in relazione al progetto di riparazione o ricostruzione dell'edificio danneggiato, previa acquisizione dell'asseverazione da parte del professionista incaricato, in ordine alla circostanza che le caratteristiche costruttive degli interventi relativi agli abusi sanati non siano state causa esclusiva del danno.
In caso di interventi realizzati prima degli eventi sismici in assenza del permesso di costruire o in difformità da esso, ovvero in assenza di segnalazione certificata (...) o in difformità da essa, il proprietario dell'immobile, pur se diverso dal responsabile dell'abuso, può presentare, anche contestualmente alla domanda di contributo, richiesta di permesso in sanatoria e ottenerlo (...)», eccetera eccetera eccetera. Bene, senatore Ferrazzi, voi non è che cambiate idea solo da quando siete in maggioranza a quando siete in minoranza, ma cambiate idea anche da quando siete in minoranza a quando siete in minoranza. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Vorrei anche ricordare - l'ha già fatto il collega Coltorti - che i Presidenti delle Regioni Umbria e Marche, ad esempio, chiedevano quello che noi oggi, come avevamo promesso, abbiamo completato, con l'individuazione del 20 per cento di massima difformità e non prevedendo contributi per quanto riguarda gli eventuali volumi in più.
Detto questo - e veramente ci vuole coraggio a dire che non si fa propaganda - l'ultimo passaggio del mio intervento vorrei dedicarlo ad Ischia, dicendo che questa non è la riapertura di un condono, ma è la chiusura di un condono lungo trentatré anni. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Infatti, se non sono arrivate le risposte, la colpa è di chi, a livello comunale, regionale e nazionale, ha governato e non ha fatto o non ha fatto in modo che altri facessero. Ometto l'elenco del colore politico dei sindaci, dei Presidenti di Regione e dei Governi, per esigenze di tempo. Chiudere un condono significa dare risposte, abbattere quello che c'è da abbattere e sanare quello che c'è da sanare. E lo facciamo in maniera ancora più restrittiva, perché sul piano dei soggetti non tutti potranno richiederlo (chi ha avuto condanne per associazione mafiosa non potrà farlo) e non tutto potrà essere sanato (se sarà in difformità sul piano sismico, idrogeologico o paesaggistico, il contributo non sarà ricevuto).
Potrei allora dire che il PD sembra un lupo che perde il pelo, ma non il vizio, quando in realtà è un coyote, tipo Willy il coyote, nella cui trappola noi, che corriamo per dare risposte ai cittadini, non cadremo comunque. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Congratulazioni. Commenti dal Gruppo PD).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea i docenti e gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Campus dei Licei Massimiliano Ramadù» di Cisterna di Latina, in provincia di Latina, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 909 (ore 11,39)
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Castaldi. Ne ha facoltà.
CASTALDI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, prima di ogni cosa è doveroso - credo per tutti noi - esprimere sentimenti di vicinanza e solidarietà ai cittadini di Genova e a quanti hanno perso, in quel tragico crollo, familiari e amici. Siamo tutti accanto a voi e sono certo che la città, sostenuta da un popolo fiero, coraggioso e determinato, troverà la forza di ripartire. A noi sta il dovere morale e politico di non lasciarvi soli e di accompagnarvi nel modo migliore in questo difficile cammino.
Il decreto-legge che oggi quest'Assemblea si appresta ad approvare contiene una serie di misure significative e molto importanti, che rispondono a esigenze di diversi territori, risposte a situazioni molto complesse e ad eventi imprevedibili, così come a situazioni per le quali, in tutta sincerità, si sarebbe potuto, per non dire dovuto, agire per tempo. Non è una polemica, cari colleghi, ma una semplice constatazione di fatto. Il testo interviene concretamente per far fronte a situazioni emergenziali. Anche in questa sede va quindi dato atto all'Esecutivo del lavoro svolto con determinazione e velocità. Fare presto e fare bene è stato il paradigma che ha guidato l'azione del Governo negli ultimi mesi, in questa come in tante altre circostanze. (Commenti della senatrice Pinotti). Affermare il contrario, come fatto in queste settimane da alcuni colleghi dell'opposizione, sarebbe da ascrivere a mera propaganda, finalizzata poi a non si sa bene quale illusorio tornaconto. Io capisco che si tratti di percezione, sensibilità umana, sensibilità politica, di contatto con la realtà. Qualcuno, forse, questo contatto lo ha perso: forse, ma è una mia opinione. (Applausi dal Gruppo M5S).
Tuttavia consiglio di non ricercare questo contatto attaccando il lavoro di chi si è adoperato e si adopera, come nel caso di questo decreto-legge, per sopperire ad anni ed anni di incuria e di totale disinteresse. (Commenti della senatrice Pinotti). Anni in cui si è preferito voltarsi dall'altra parte e far finta di non vedere per scaricare su altri le responsabilità di mancanze ed inadeguatezze di una classe politica malata, indifferente, sorda e arroccata su posizioni indifendibili. (Commenti della senatrice Pinotti).
Oggi qui finalmente stiamo dando degli strumenti, fondi ai territori, alle imprese e ai lavoratori. Dite che siamo contrari alle opere e alle infrastrutture, che blocchiamo il Paese, questo è il vostro mantra quotidiano. (Proteste della senatrice Bellanova). No, cari colleghi, noi non siamo contrari. Semplicemente per conto dei cittadini e su incarico, pesantissimo, conferito il 4 marzo, stiamo cercando di far ripartire questo Paese martoriato da voi. (Applausi dal Gruppo M5S). Con una tabella di marcia definitiva e con obiettivi a medio e lungo termine, fronteggiando le emergenze come in questo caso. In pratica, stiamo evitando di fare ciò che avete fatto voi.
FARAONE (PD). Grazie!
MALPEZZI (PD). Voi non state facendo niente!
CASTALDI (M5S). Noi spendiamo per opere utili. Voi avete fatto opere inutili giusto per spendere. (Applausi dal Gruppo M5S). Facciamo la nostra parte, insomma, com'è giusto che sia, perché qualcuno in un passato non troppo lontano ha dimenticato di fare la sua. (Commenti della senatrice Bellanova).
MIRABELLI (PD). Parla del decreto!
CASTALDI (M5S). Io la rispetto, senatrice Bellanova, quando lei interviene, anche quando dice cose fuori dal mondo. La richiamo al silenzio. (Proteste dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Deve rivolgersi alla Presidenza, senatore Castaldi, non ad altri politici, grazie.
CASTALDI (M5S). Un accenno al ben noto caso della messa in sicurezza della A24 e la A25, visto che sono abruzzese, voglio farlo. Dopo dieci anni di nulla assoluto, sentire le accuse mosse alla maggioranza e al Governo ha veramente del ridicolo. A quanti nel PD abruzzese, e anche nazionale, hanno cercato con ogni mezzo a loro disposizione di fornire una visione distorta dei fatti, io rispondo con le misure concrete contenute in questo provvedimento che arriva, lo ripeto, dopo dieci lunghissimi anni di nulla assoluto. (Applausi dal Gruppo M5S e del senatore Ripamonti).
I frutti di questo nulla li raccoglierete, così come li avete raccolti il 4 marzo, anche alle regionali di febbraio 2019. (Commenti del senatore Faraone).
Tornando alle misure contenute nel provvedimento, desidero esprimere particolare soddisfazione non solo per le motivazioni già elencate e richiamate ma anche per alcune particolari disposizioni che vanno, a mio modesto avviso, nella giusta direzione. Mi riferisco al sistema di monitoraggio dinamico per la sicurezza, alla istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, delle infrastrutture stradali e autostradali e all'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche. Non c'era niente.
Gli obiettivi che abbiamo intenzione di raggiungere con queste misure sono diversi: garantire elevati standard di sicurezza e avere contezza e immediati riscontri su dati tecnici, stato e grado di efficienza delle opere, sull'attività di manutenzione ordinaria e sullo stato dei lavori.
Insomma, sul tavolo, finalmente, ci sono strumenti e soluzioni per gestire l'emergenza e per voltare decisamente pagina rispetto al passato. Un grazie va rivolto al Governo, un grazie ai cittadini parlamentari del MoVimento 5 Stelle e un grazie ai colleghi della Lega per aver lavorato con l'obiettivo di assicurare una migliore e sempre più efficiente gestione del territorio, delle infrastrutture e delle risorse. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Colleghi, visto che ho ancora un po' di tempo, mi rivolgo a chi ieri sera ha dato appiglio all'opposizione per intervenire su un tema che non c'è. Li facciamo parlare di un condono che non c'è. Questo è davvero grave.
MIRABELLI (PD). Ma c'è scritto!
CASTALDI (M5S). Per l'ingenuità di aver scritto la parola «condono» sul decreto. Il condono non c'è. Se entro sei mesi e dopo sei mesi e un giorno non c'è risposta, come c'è stato negli ultimi trent'anni perché i sindaci che avete non avevano il coraggio di prendere una decisione, ci sarà il silenzio-rigetto. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Commenti ironici dal Gruppo PD).
Abbiamo dato quindi lo spunto a Marcucci - lo dico ai nostri due senatori - di inviare un SMS a Renzi, assente in Commissione, per far uscire una notizia di agenzia ieri sera. (Commenti del senatore Faraone). Poi sono andati via. (Applausi dal Gruppo M5S). Alle 21,30 le opposizioni sono andate via: sono rimasti soltanto per il Partito Democratico i colleghi Ferrazzi, Margiotta e due senatrici. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti della senatrice Malpezzi).
Dunque, colleghi della maggioranza, del MoVimento 5 Stelle e della Lega, stiamo andando alla grande: avanti così. (Applausi dal Gruppo M5S. Congratulazioni).
MALPEZZI (PD). Vogliamo il bis di ieri sera!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Nastri. Ne ha facoltà.
NASTRI (FdI). Signor Presidente, sicuramente c'è stata tanta enfasi da parte del collega, il quale però non ha detto che questo provvedimento arriva al Senato con un testo diverso rispetto a quello uscito dal Consiglio dei ministri, soprattutto in relazione alla sua finalità originaria e al collegamento con la tragedia di Genova.
Nato infatti come decreto Genova e archiviato anche in prima lettura con forti ritardi e con grande preoccupazione, è stato infarcito di norme e, soprattutto, di decreti attuativi - addirittura 42, rispetto ai 27 inizialmente previsti, come hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto - i cui effetti, legati alla tempistica - secondo noi, ma anche secondo l'Italia intera - non potranno non allarmare il commissario straordinario per la ricostruzione del ponte Morandi, il sindaco di Genova Marco Bucci, cui va sicuramente il nostro grande applauso. (Applausi del senatore Ruspandini).
Sono passati tre mesi dal crollo e da quel momento non si intravede ancora oggi alcun orizzonte di ripristino della normalità e della quotidianità; non c'è alcuna strategia ufficiale. Mancano di fatto le basi e gli strumenti su cui poter poi agire.
Vorremmo ricordare al ministro Toninelli, ancora una volta assente da quest'Aula che, se questo decreto-legge fosse stato scritto bene, sarebbe già in vigore e, se oggi è così importante, è perché, così facendo, diamo almeno delle regole certe, discipliniamo, evitando al commissario, al sindaco Bucci, di andare il galera il giorno dopo l'approvazione del decreto, cosa che sarebbe accaduta se il provvedimento fosse passato come voleva il ministro Toninelli. Questo, invece, non accadrà, grazie al lavoro del Parlamento, o meglio in questo caso soltanto della Camera, visto che non abbiamo avuto il tempo per poter modificare il testo in Senato.
C'è da dire che ciascuno di noi qui dentro rappresenta i cittadini, indipendentemente dal partito di appartenenza e dal fatto di essere della maggioranza o dell'opposizione. Noi abbiamo cercato di migliorare le cose secondo ottiche diverse e, se non avessimo trovato in questo decreto-legge disposizioni che non c'entrano nulla con la vicenda di Genova, il commissario oggi sarebbe già al lavoro e i soldi per la ricostruzione del ponte ci sarebbero già da ieri. (Applausi dal Gruppo FdI).
In tale quadro siamo chiamati a esaminare e a votare in quest'Aula un decreto nato debole sin dall'inizio, entrato in vigore con un clamoroso ritardo. Siamo di fronte a una sorta di decreto omnibus, perché nel provvedimento - come ho già detto - non si parla solo di Genova, essendo stati inseriti temi diversi.
Ancora una volta è venuto meno il discorso della lungimiranza da parte del Governo. Ci saremmo aspettati una legge speciale per Genova; alla fine, invece, abbiamo un coacervo di norme astruse, oltre che eterogenee, e per nulla in sintonia con l'originaria finalità. Il decreto Genova ambiva a essere una legge speciale, mentre quello che stiamo per votare non è il decreto per Genova, né una legge speciale per Genova, come già detto. È un decreto per così dire «macedonia», nel quale hanno trovato spazio tante altre emergenze, terremoti vicini e lontani, tragedie recenti e recentissime. E ben venga tutto questo, ma a tutto abbiamo dato risposte spesso sbagliate e certamente mai complete. Sono mancati - come detto - il coraggio e una visione, due categorie che distinguono la classe politica della bassa manovalanza da quella che invece ha una visione più ampia rispetto a quella che state dimostrando oggi.
Aggiungo che il tempo che abbiamo avuto di disposizione per l'esame dei 46 articoli è stato molto stretto, considerando che il decreto-legge deve essere convertito entro la fine di questo mese.
Il Gruppo Fratelli d'Italia, sia alla Camera che al Senato, ha avuto sin dall'inizio un approccio sereno, una condivisione e spesso anche un'idea di ciò che avrebbe dovuto essere, in maniera costruttiva, il provvedimento in esame. E lo abbiamo fatto sicuramente per rispetto a Genova, alle sue vittime e ai suoi cittadini. Subito dopo la tragedia di agosto siamo stati disponibili, in uno spirito patriottico, pronti a mettere da parte le polemiche strumentali che ci sono state fin dall'inizio, perché abbiamo capito subito che c'era un grave problema e bisognava intervenire immediatamente. I danni economici sono davvero tantissimi: parliamo di circa 422 milioni di euro.
Leggendo il testo originale, però, abbiamo espresso un giudizio politicamente severo e netto; infatti, il provvedimento uscito dal Consiglio dei ministri era veramente inaccettabile, assurdo, come è stato confermato anche dalle persone che sono state audite alle Camere, le quali hanno espresso non certamente una valutazione politica, ma solo delle valutazioni per poter aiutare a rimediare a tutto quanto è stato purtroppo distrutto. Non soltanto i rappresentanti istituzionali - e parlo del presidente della Regione Toti, del sindaco di Genova e successivamente del commissario - ma tutti hanno chiaramente detto che il testo deve essere migliorato.
In questo quadro, i cambiamenti avvenuti in prima lettura alla Camera, anche grazie - come accennato prima - ai colleghi deputati del nostro Gruppo, hanno riequilibrato lo scenario complessivo dell'impianto normativo, per correggere i numerosi ed evidenti misfatti approvati dal Consiglio dei ministri. Mancava, soprattutto nella prima parte del decreto-legge, la componente più importante, quella dedicata ad affrontare l'emergenza e la situazione di Genova, sia per gli sfollati che per l'abbattimento e la ricostruzione del ponte.
Certo, non si può non evidenziare in questa sede come il testo contenga norme che nulla c'entrano con Genova, in primis per quanto riguarda il condono edilizio e la sanatoria su Ischia, che hanno occupato anche i piani alti del Governo, ai quali è seguita un'ulteriore misura di condono per i 140 Comuni del Centro Italia colpiti dai due terremoti del 2016. L'approvazione di ieri dell'emendamento presentato all'articolo 25 nelle Commissioni riunite ambiente e lavori pubblici, che ha visto battuta la maggioranza sul condono edilizio di Ischia, la dice lunga su questa parte raccapricciante del provvedimento in esame.
Fratelli d'Italia continuerà a vigilare. Non ci fermeremo nel denunciare norme come quelle previste da questo decreto-legge, che introducono - e bisogna dirlo - una sanatoria applicabile in assenza di qualsiasi richiesta di autorizzazione passata, con un limite di tolleranza del 20 per cento della cubatura esistente. Con questo decreto-legge nasce il cosiddetto ambientalismo da condono, con la «C» maiuscola, di questo Esecutivo, che istituisce una nuova definizione di sanatoria nazionale. Siamo di fronte a una sanatoria di ampia portata.
Il testo in esame, oltre ad aver ricevuto forti riserve da parte del Servizio del bilancio del Senato e della Camera in merito alle coperture finanziarie, in particolare sui fondi messi a disposizione del commissario straordinario per la ricostruzione del ponte, contiene anche evidenti contraddizioni, nonostante i miglioramenti aggiuntivi, e necessita - a mio avviso - di un riesame, perché occorre fare molto di più. Mi riferisco all'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle infrastrutture.
Se dobbiamo inaugurare una nuova stagione di controllo, vigilanza, manutenzione e ricucitura di un Paese ferito, che vede i suoi ponti crollare e le sue infrastrutture tremare, avremmo dovuto farlo ripartendo da Genova, che doveva essere e ancora oggi dovrebbe essere il cuore, il fulcro e il cervello di questa nuova stagione.
Così come si dispone poco o nulla per rilanciare il porto - se ne parla poco - pesantemente colpito dalle conseguenze della tragedia del crollo del ponte Morandi: un'intera economia, quella portuale, che riguarda lo scalo marittimo forse più importante in Italia, i cui armatori, non solo genovesi, stanno già dirottando le loro merci verso Marsiglia e Barcellona.
Genova e l'Italia forse meritavano una risposta più veloce, certa e rassicurante. I nostri emendamenti, sia alla Camera che al Senato, andavano proprio in questa direzione, quella di colmare le carenze iniziali, enormi ed evidenti, del provvedimento. Ricordiamo che non c'era nulla inizialmente per gli sfollati e le persone che hanno perso la casa, che si sono giustamente indignate per una tale disattenzione e mancanza di risposta da parte del Governo. A un certo punto abbiamo fatto i conti con il senso di responsabilità, seguendo il consiglio che impartivano i saggi di un tempo, dicendo a coloro che avevano giudizio di usarlo.
PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Nastri.
NASTRI (FdI). Noi l'abbiamo usato e per questo siamo venuti incontro alle esigenze non tanto del Governo, ma soprattutto dei genovesi.
Ci saremmo aspettati da parte di questo Governo del cambiamento qualcosa di più, ma purtroppo è mancata una visione più ampia rispetto a un problema importante. È mancata la lungimiranza che in una classe politica sicuramente è la qualità più importante. In tutto questo abbiamo cercato di dare il nostro contributo, anche se i nostri emendamenti sono stati purtroppo bocciati completamente. (Applausi dal Gruppo FdI).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pazzaglini. Ne ha facoltà.
PAZZAGLINI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, ho assistito a tutti i lavori in Commissione, facendo parte della 13a Commissione, con un certo sgomento dinanzi a certe manifestazioni e dichiarazioni da parte dei colleghi, che sono arrivati addirittura a insinuare la possibilità che mancassero i presupposti per l'adozione da parte del Governo dello strumento della decretazione.
Andiamo allora a vedere quali sono i presupposti per l'attività di decretazione da parte del Governo: la necessità e l'urgenza. Si è detto che potrebbe non sussistere l'urgenza, perché si va a intervenire su fatti che hanno avuto la loro genesi in periodi lontani o mediamente lontani, come ad esempio lo sciame sismico, iniziato nel 2016, che ha duramente colpito quattro Regioni del Centro Italia e che - ricordo a tutti - è ancora in corso. Non è solo l'attualità dell'evento, però, che giustifica appieno la presenza dell'urgenza, ma anche - tutti ricordano sempre i 299 morti causati direttamente dall'evento, ma non le vittime che, successivamente allo stesso, si sono registrate - quelle persone che si sono tolte la vita per la disperazione, la frustrazione e l'impossibilità di vedere una prospettiva e un proprio futuro in una situazione che lo Stato aveva il dovere di risolvere, ma che purtroppo ha pesantemente peggiorato.
Sempre per quanto riguarda l'attualità, molti di noi forse hanno visto un servizio andato in onda l'altro ieri su un canale nazionale, che dimostrava appieno l'attuale situazione degli abitanti delle SAE (soluzioni abitative di emergenza), chiamate casette dagli occupanti per sminuirne non solo le dimensioni, ma probabilmente anche la valenza; soluzioni che avrebbero dovuto essere adeguate a ospitare le persone per il periodo necessario alla ricostruzione e che, dopo pochi mesi dalla loro realizzazione, già stanno marcendo: stanno marcendo i soffitti e i pavimenti. Queste soluzioni si stanno dimostrando del tutto inadeguate a quello che era il loro scopo. E, se questa non è urgenza, allora vorrei proprio capire che cosa sia una urgenza per i colleghi del Partito Democratico, che sono arrivati anche a insinuare che non ci fosse etica in questo modus operandi. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Vorrei capire allora una cosa: dov'è l'etica nello spendere decine di milioni per interventi che si stanno dimostrando del tutto inadeguati? Dov'è l'etica nel non dare risposte a persone che chiedevano solo quello? Dov'è l'etica nel bocciare e bloccare una ricostruzione che sarà, probabilmente, la più importante fatta in Italia? E dov'è l'etica nel non consentire, a chi è pienamente titolato a ricostruire, di farlo? Se tutti puntano il dito nei confronti delle poche irregolarità presenti nel Centro Italia, nessuno ricorda che quelle poche irregolarità bloccano anche chi quelle irregolarità le subisce. La ricostruzione, infatti, verrà fatta per aggregati: più persone che per esigenze tecniche dovranno ricostruire insieme e che insieme si trovano bloccate, spesso per una problematica che non incide in alcun modo sulla sostanza e sulla solidità dell'edificio ma che, per problemi amministrativi, blocca la ricostruzione.
È questo quello che stiamo facendo noi: non un nuovo condono, come colpevolmente e irresponsabilmente alcuni colleghi del Partito Democratico hanno insinuato, ma semplicemente stiamo dando risposte. È vero, infatti, che il condono non è un diritto, ma lo è avere le risposte; ed è un diritto talmente acclarato che si è arrivati anche a disciplinarlo con un istituto presente nel nostro ordinamento giuridico, quello del silenzio assenso. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Quindi, noi non stiamo introducendo un nuovo condono. Noi stiamo semplicemente dicendo che la risposta è un diritto e ci stiamo prendendo la responsabilità di dare risposte, come previsto all'articolo 25, che voglio leggere perché - come ha già detto prima un collega - la superficialità e la banalità di certi interventi si fermano addirittura ai titoli degli articoli.
Presidenza del vice presidente LA RUSSA (ore 12,03)
(Segue PAZZAGLINI). Leggiamo allora l'articolo 25, richiamato, schifato e accusato di essere responsabile di chissà quali nefandezze da parte dei colleghi dell'opposizione, e che, testualmente, recita: «I Comuni di cui all'articolo 17, comma 1, definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017, presentate». E ripeto "presentate": noi non riapriamo un nuovo condono, ma rispondiamo alle domande presentate. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Oltre a questo, al comma 2 diciamo testualmente che: «I Comuni di cui all'articolo 17, comma 1, provvedono, anche mediante l'indizione di apposite conferenze dei servizi, ad assicurare la conclusione dei procedimenti volti all'esame delle predette istanze di condono, entro sei mesi». Ripeto "conclusione dei procedimenti entro sei mesi"! (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S. Commenti della senatrice Bellanova).
ROMEO (L-SP-PSd'Az). Bravo! Basta con le mistificazioni!
PAZZAGLINI (L-SP-PSd'Az). Si ipotizzava poi la possibilità di andare a premiare chi era in una situazione di irregolarità. Leggo allora il terzo comma dell'articolo 25: «Il procedimento per la concessione dei contributi di cui al presente decreto è sospeso nelle more dell'esame delle istanze di condono e la loro erogazione è subordinata all'accoglimento delle istanze». Solo chi è nelle condizioni di avere i requisiti ottiene la risposta sulla istanza di condono e il contributo. (Commenti del senatore Laus).
Si parlava della rimodulazione delle funzioni del commissario. Quella che sarà ricordata come la peggiore ricostruzione della storia, ancora al palo dopo due anni, noi stiamo cercando faticosamente di far ripartire e di farla ripartire con il buonsenso. Siamo stati accusati di aver leso le prerogative delle Regioni perché abbiamo previsto espressamente che il commissario possa solo comunicare alle Regioni le proprie ordinanze. Sono sessantanove le ordinanze da rimodulare. E vorrei proprio vedere come chi ha adottato quelle ordinanze, cioè le Regioni - come è stato fatto - possa avere un ruolo attivo nella loro rimodulazione. Quindi, semplicemente con un po' di buonsenso, abbiamo detto che il commissario, dovendo sbloccare una ricostruzione che è immobile, potrà prendersi la responsabilità di scegliere, ovvero di decidere quello che non ha fatto la politica fino ad ora.
Un plauso allora al lavoro svolto fino ad ora dal Governo, dai colleghi relatori di maggioranza e da tutto il Parlamento. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Quarto. Ne ha facoltà.
QUARTO (M5S). Onorevoli colleghi e membri del Governo, il presente decreto-legge dà risposte concrete a chi perde la casa, a imprese e lavoratori; sostiene il trasporto pubblico locale, la logistica del porto, la sua ripresa e il suo sviluppo. Inoltre, promuove eccezionali misure di sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, istituendo un'agenzia per la sicurezza, un archivio informatico per le opere pubbliche e un sistema di monitoraggio dinamico delle infrastrutture.
Per la prima volta in Italia l'emergenza si trasforma in prevenzione. È la rivoluzione culturale di questo Governo con tre prodigiose S: sostegno, sviluppo e sicurezza. (Applausi dal Gruppo M5S e del senatore Pazzaglini). Nelle altre emergenze si superano inefficienze e ritardi accumulati in un decennio da ben cinque Governi negli ultimi cinque terremoti distruttivi italiani.
L'articolo 25 non è un condono. (Commenti dal Gruppo PD).
RENZI (PD). Noooo!
QUARTO (M5S). Dopo biasimevoli condoni edilizi e pessime gestioni dell'abusivismo - ancora in atto - non sono tollerabili comportamenti politicamente dissociati e palesemente strumentali. Non è un condono. Per il primato della verità, è definizione delle procedure di condono, ferme da decenni, al fine di accedere ai contributi per la ricostruzione, nell'ambito di programmi di riduzione delle situazioni di rischio sismico e idrogeologico. Negare all'infinito una risposta declassa i richiedenti a figli di un Dio minore. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
In Commissione è stato narrato come mezzo di distruzione di massa, perché si condonerebbero decine di migliaia di case abusive mal costruite. È esattamente il contrario. Definire le poche pratiche di condono contemplate, per consentire a chi ne ha i requisiti, e nel rispetto dei vincoli paesaggistici, di accedere ai contributi, significa rendere più sicuro il patrimonio edilizio.
Da geofisico, vi dico che i frequenti terremoti ischitani, deboli nella magnitudo ma molto forti nello scuotimento, non suonano il campanello quando arrivano. E, se trovano case vulnerabili, a causa di lentezze burocratiche, le abbatteranno, persone comprese. (Applausi dal Gruppo M5S). L'articolo 25 sancisce un diritto e può salvare la vita.
Passo all'articolo 41 che reca disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione. In un assordante silenzio politico, si sono tollerate pratiche agricole aggressive e velenose. Dove erano gli attuali improvvisati censori negli ultimi ventisei anni, alle Bahamas? (Applausi dal Gruppo M5S). Ad allora risale il decreto legislativo n. 99 del 1992 che consente e regola lo spandimento dei fanghi su suoli agricoli. In quel decreto gli idrocarburi pesanti C10-C40, così come molte altre sostanze tossiche e cancerogene, non sono tabellati. La Regione Lombardia fissò per gli idrocarburi pesanti un limite di 10 grammi per chilogrammo di sostanza secca. Ci fu un ricorso e, a luglio scorso, il TAR stabilì che per C10-C40 nei fanghi si applica il limite di 50 milligrammi per chilo di sostanza secca, previsto per la bonifica dei suoli dal decreto legislativo n. 152 del 2006.
Pur comprendendo la ratio della sentenza, il limite di cui sopra riguarda il sistema suolo, composto da terra più inquinante. Il limite del TAR, applicato al solo fango, avrebbe difatti impedito un suo spandimento, con gravi problemi di stoccaggio temporaneo e necessità di trattamento, messa in discarica o incenerimento immediato. L'articolo 41 rimedia a tale grave emergenza. Per gli idrocarburi pesanti, considerando che non tutti sono cancerogeni e sono naturalmente presenti nella sostanza organica, il limite di 50 milligrammi per chilo nei fanghi è di fatto attualmente improponibile.
Da esperto di monitoraggi geofisici per l'agricoltura di precisione, vi dico che gli idrocarburi si formano anche naturalmente nei suoli agrari e forestali. La semplice caduta delle foglie in un bosco può causare concentrazioni di idrocarburi ben superiori al limite di 50 milligrammi per chilogrammo, come la letteratura internazionale sancisce.
Ma come pensate che si formino gli idrocarburi fossili, scusate? In questo decreto emergenziale viene stabilito per C10-C40 un limite di 1.000 milligrammi per chilogrammo di tal quale. Ciò significa che nel sistema suolo interessato dallo spandimento, il fango peserà al massimo per una decina di milligrammi per chilogrammo di sostanza secca, al netto di assorbimenti vari, ben inferiori ai limiti della legge n. 152 del 2006.
Inoltre, ai metalli pesanti - cadmio, mercurio, nickel, piombo, rame e zinco - tabulati nel decreto legislativo n. 99 del 1992, vengono aggiunti IPA, toluene, selenio, berillio, arsenico, cromo, eccetera. Verranno finalmente monitorati e non permessi. Quindi, il decreto-legge garantisce maggior sicurezza sulla provenienza e sulla qualità dei fanghi: facciamo un notevole passo in avanti. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Siccome in Commissione si è poi narrato di spandimenti scriteriati di fanghi su colture in atto, quasi che fossero sparsi - non so - su insalata e pomodori, tengo a dire che, in tal caso, essi sono vietati dal suddetto decreto legislativo, così come in colture orticole e frutticole nei dieci mesi antecedenti il raccolto.
Comunque, l'incipit dell'articolo 41 è il seguente: «Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione, nelle more di una revisione organica della normativa di settore,» eccetera. La normativa - come ha detto bene il relatore e come più volte ha ribadito il ministro Costa - sarà rivista. Non faremo gli struzzi come chi ci ha preceduto. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Anche nel caso dei fanghi, siamo dalla parte dell'ambiente, di un'agricoltura sana e della vita, ma decisamente contro le falsità e le strumentalizzazioni. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Modena. Ne ha facoltà.
MODENA (FI-BP). Signor Presidente, onorevole rappresentante Governo, intervengo brevemente solo per mettere in evidenza un punto.
Quando fu fatto il decreto sul terremoto - tra l'altro attraverso un lavoro anche abbastanza compiuto e complesso, perché c'era ancora la Commissione speciale - fu posta con vigore dal Gruppo Forza Italia la necessità di una serie di interventi strettamente legati alla questione della ricostruzione, che oggi ritroviamo nel decreto Genova, in modo particolare nell'articolo 39-ter.
Mi riferisco ai senatori del MoVimento 5 Stelle, perché la situazione si è sbloccata nel momento in cui Di Maio ha fatto visita a Ischia. Sicuramente, se ci fosse stato da parte loro un minimo di attenzione in più - a nostro modestissimo avviso - questa norma, insieme a quella riguardante Ischia - ne avevamo fatte sia per quest'ultima che per il Centro Italia - avrebbe trovato la sua normale collocazione nel decreto terremoto, senza perdere il tempo che si è perso, perché quello fu fatto addirittura prima dell'estate. Rivendico, in sostanza, che la battaglia che è stata portata avanti dal nostro Gruppo per avere, in assenza di titolo e in difformità, la possibilità di intervenire sulle domande - e quindi di ricostruire - è stata riacchiappata solamente adesso.
Signor Presidente, voglio dire una cosa. Non capisco quale sia la problematicità riguardante i termini. Alla fine, quello che conta è il risultato pratico. Che esso venga raggiunto attraverso il condono - parola che tutti temono - o altro non importa. Parliamo di zone che versano in una situazione di emergenza, dove la ricostruzione non va avanti perché le case non hanno i titoli abitativi. Quindi, io uscirei dal trip del condono, anche perché ieri ho sentito un esponente del Movimento di Grillo fare confusione tra i condoni del Governo Berlusconi e quello del Governo Craxi.
Pertanto, ritengo sia opportuno dire che si fa una cosa che serve con urgenza alle popolazioni. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Fede. Ne ha facoltà.
FEDE (M5S). Signor Presidente, onorevoli senatori, ancora oggi, mentre parliamo in questa sede, migliaia di nostri concittadini sono in enormi difficoltà, fuori dalle proprie case e con enormi incertezze sul proprio futuro, e questo dopo oltre due anni dall'inizio degli eventi sismici dell'agosto del 2016.
Già il fatto che, dopo oltre due anni, stiamo ancora parlando di emergenza, oltre che una distorsione della lingua italiana, è un segno inequivocabile e incontestabile dell'ennesimo fallimento della classe politica che ci ha preceduto.
Il fatto che delle critiche al provvedimento in esame arrivino proprio da lì, da chi ha gestito finora la ricostruzione, con risultati purtroppo pressoché inesistenti, e dopo aver proposto provvedimenti ben più permissivi del nostro, è invece il segno inequivocabile che questa classe politica ha definitivamente perso di vista il bene dei cittadini, oltre che la realtà.
Il nostro provvedimento nasce invece proprio dall'ascolto dei problemi reali riportati da cittadini, ordini professionali, esperti di tutela del territorio e amministratori locali. E non è un caso che sia stato accolto molto favorevolmente, come una liberazione, addirittura anche da governatori di Regioni amministrate dal Partito Democratico. Già solo questo dovrebbe mettere fine a ogni polemica. Invece, dobbiamo assistere a un ultimo tentativo di ritardare ancora quella ricostruzione che permetterebbe, finalmente, a decine di migliaia di nostri concittadini di ricominciare una vita normale e alle casse dello Stato di risparmiare sui costi delle sistemazioni autonome, stimolando al tempo stesso l'economia delle zone colpite attraverso il traino dei settori coinvolti, a partire ovviamente dall'edilizia.
Negli ultimi giorni - e anche oggi - si è fatto un gran parlare della questione dei cosiddetti condoni, difformità o abusi presenti nei fabbricati colpiti dal sisma. Si tratta di una questione importante e delicata e, per questo, vorrei soffermarmi sugli aspetti contenuti al riguardo nel cosiddetto decreto emergenze.
Anzitutto, signor Presidente, colleghi senatori, vorrei ricordare a tutti voi e a quanti seguono il dibattito parlamentare che oggetto del cosiddetto decreto emergenze - è stato già detto, ma è giusto ribadirlo - sono le sole procedure di condono ancora pendenti, partite secondo leggi vigenti dal 1985 (mi riferisco alla legge 28 febbraio del 1985, n. 47, e le due successive leggi del 1994 e 2003). Pertanto, dobbiamo tenere ben presente che stiamo parlando di cittadini italiani che hanno presentato un'istanza legittima, secondo leggi approvate in quest'Aula e sicuramente non da questa maggioranza. (Applausi dal Gruppo M5S). Stiamo parlando di persone che aspettano una risposta, rispettivamente, da trentatré, ventiquattro e, nei casi migliori, quindici anni. È troppo.
Questa inefficienza provoca danni non solo puramente economici ai cittadini. Quando, nella situazione di emergenza attuale, in attesa di una ricostruzione bloccata dalla burocrazia, in molti non possono rientrare nella propria abitazione, la vita risulta stravolta. Quindi, è nostro dovere trovare soluzioni veloci per i danni causati dagli eventi sismici, dall'impreparazione precedente e dalla ricostruzione ferma da ben due nel Centro Italia e dal 2017 a Ischia.
Non posso che dichiararmi soddisfatto per il buon senso che da sempre contraddistingue l'azione di questo Governo, che ha come sola e unica bussola l'interesse dei cittadini. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Aggiungo qualche annotazione da tecnico con esperienza nella pubblica amministrazione: sono consapevole che il patrimonio edilizio del nostro Paese, e in particolare quello del Centro Italia colpito dal sisma, è composto da un tessuto immobiliare di enorme valore storico e artistico, oltre che fragile.
So bene che l'epoca di costruzione di molti edifici non è riconducibile alle norme edilizie e urbanistiche recenti, visto che abbiamo una storia normativa stratificata: dalla legge n. 1150 del 1942 si passa poi alla n. 765 del 1967 , alla n. 10 del 1977 (la cosiddetta Bucalossi), con poi il sistema di vincoli introdotto dalla legge n. 431 del 1985, il Testo unico n. 380 del 2001 e la legge n. 42 del 2004; una ragnatela di normative che, per ragioni varie, non tutti i Comuni hanno attuato e recepito con la stessa tempestività.
So bene quindi, per averlo vissuto dall'interno, che la situazione della conformità amministrativa del patrimonio immobiliare è estremamente complessa, non tanto per le difficoltà di attuazione della normativa, ma ancor di più per decenni di mancato controllo del territorio, per provvedimenti non adottati da una burocrazia farraginosa, oltre che per quei privati che di questa situazione ambigua hanno anche cercato di approfittare. Ma è ora di ripartire.
Con l'articolo 25 sblocchiamo la ricostruzione delle aree colpite nel 2017 dal sisma di Ischia: acceleriamo le procedure in modo che entro sei mesi, dopo trent'anni di attesa, chi aveva fatto in passato richiesta di condono riceva un sì o un no. I proprietari delle mille case danneggiate dal sisma aspettano da trent'anni di sapere che destino avrà la loro abitazione e ora se hanno diritto ai fondi per la ricostruzione. Se la richiesta viene respinta i proprietari, non riceveranno neanche un euro per la ricostruzione. Se la richiesta è accolta, riceveranno i contributi, ma non per le nuove volumetrie costruite abusivamente. Nessun contributo invece va a chi è condannato per mafia e riciclaggio di denaro sporco.
In ogni caso, non ci sarà alcun nuovo condono: un rischio paventato solo da una comunicazione scorretta, centrata su un falso scontro ideologico politico e purtroppo lontana dalla ricerca di soluzioni concrete per i cittadini. (Applausi dal Gruppo M5S).
Dopo due anni di blocco totale della ricostruzione, siamo in grado di dare una buona notizia alle persone che nel Centro Italia fanno i conti ogni giorno con i danni del terremoto: nel cosiddetto decreto emergenze si sblocca il freno rappresentato dalla presenza di centinaia di piccole e limitate difformità edilizie, con una norma capace di far ripartire i cantieri e sbloccare la possibilità di utilizzare i fondi stanziati per la ricostruzione.
Chi chiede il contributo dimostrando che la propria abitazione ha subìto danni potrà anche chiedere la regolarizzazione per le piccole modifiche realizzate decenni fa, molto spesso ricevute in eredità insieme alle case di nonni e genitori.
Saranno regolarizzati anche gli aumenti di volumetria che oggi sono ammessi per legge, perché rientrano nelle norme regionali sul Piano casa, fermo restando che su questa volumetria aggiuntiva il contributo per la ricostruzione non verrà riconosciuto.
Non comprendo francamente la logica di una polemica - a mio giudizio puramente strumentale - per cui una norma che porta vantaggi volumetrici oggi è cosa buona e giusta - mi riferisco ancora al Piano casa - mentre, se la stessa viene applicata per far rinascere un territorio in difficoltà, è da osteggiare. Questo, signor Presidente, non è ammissibile. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Tanti Comuni del cratere sono borghi storici che noi amiamo profondamente e conosciamo: nelle case di quei centri si sono stratificate, nei secoli, piccole difformità che hanno reso impossibile riconoscere ai proprietari il contributo per la ricostruzione, secondo norme evidentemente scritte senza conoscere le realtà a cui andavano applicate. Parliamo di finestre murate, di porte allargate di qualche centimetro: veramente inezie.
Finalmente abbiamo eliminato questo ostacolo, pur conservando la garanzia dei massimi standard di sicurezza e tutela dell'ambiente e del paesaggio: ogni intervento di ristrutturazione e di ricostruzione sarà fatto verificando la sicurezza statica e antisismica degli edifici e - ricordiamolo - per le strutture totalmente abusive non ci sarà alcuna sanatoria. (Applausi dal Gruppo M5S). In questo modo non diamo soldi pubblici ai furbi e tuteliamo invece i cittadini vittime di un ingranaggio inceppato.
Siamo orgogliosi di poter dire che, grazie al nostro lavoro, la ricostruzione finalmente parte: uno dei passi necessari per trasformare l'Italia da Paese delle emergenze a Paese organizzato su modelli di qualità che tutelano tutti i cittadini. (Applausi dal Gruppo M5S).
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Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Con molto piacere saluto l'Istituto comprensivo statale «Camillo Benso Cavour» di Catania. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 909 (ore 12,25)
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pucciarelli. Ne ha facoltà.
PUCCIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il 7 ottobre 1970 Genova fu sommersa da un'alluvione di rara potenza, con morti, feriti e sfollati. Nella zona di Sant'Agata crollò il ponte medievale sul Bisagno. Tant'è che ancora oggi ne possiamo vedere in parte le rovine come un monito alla prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Un monito rimasto inascoltato. Infatti, nel 2011 e nel 2014 Genova ha nuovamente pianto le sue vittime. In queste circostanze e in altre ancora, che hanno caratterizzato la storia del Capoluogo ligure, i genovesi si sono risollevati con caparbietà e tanto buon cuore, nonostante la lontana e fredda distanza che separava le istituzioni dai bisogni del territorio e dagli insegnamenti degli eventi occorsi. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
Ma il 14 agosto 2018 è capitato qualcosa di molto diverso dalle tragedie che Genova tristemente ha imparato a conoscere. Qui la natura non c'entra nulla, neanche minimamente, nel crollo del viadotto Morandi. Ogni responsabilità è in capo all'uomo e da questo punto di vista il crollo del ponte assume un'aura sinistra. Qualcuno non ha vigilato; qualcuno è venuto meno ai suoi doveri; qualcuno dovrà pagare. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
In più occasioni abbiamo elogiato l'incredibile reazione della macchina dei soccorsi, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, del Sistema sanitario e dei semplici cittadini, che durante e all'indomani dei disastri si trasformano puntualmente in anonimi eroi a cui non può non rivolgersi il nostro riconoscimento. Ogni ulteriore parola a questo riguardo è superflua, perché, come ha dichiarato il ministro Salvini parlando dei Vigili del fuoco, le pacche sulle spalle non bastano più.
Il momento dei fatti concreti è finalmente arrivato e il decreto Genova oggi in discussione è un provvedimento la cui concretezza traccia un'enorme linea di demarcazione e di discontinuità con gli analoghi provvedimenti che i Governi passati hanno varato all'indomani delle calamità naturali o dei disastri artificiali. La discontinuità è il tratto saliente del decreto Genova. Discontinuità che, improvvisa e inaspettata forse agli occhi degli osservatori internazionali e nazionali, è sorta fin dalle prime ore del disastro. Infatti, si è visto subito all'opera un nuovo modo di fare politica amministrativa, di gestire l'emergenza e di affrontare le ricadute psicologiche sulla popolazione.
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nominato commissario straordinario all'emergenza, insieme al sindaco Bucci, non a caso nominato successivamente commissario straordinario per la ricostruzione, sono stati presenti sul territorio fin dal primo momento, affiancando l'operato del Governo nazionale, che in maniera costante e puntuale non ha mai abbandonato Genova, sia attraverso l'operato quotidiano del vice ministro genovese Edoardo Rixi, che non ha mai lasciato per un secondo la sua terra e la sua gente e che per questo ringrazio. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az), sia attraverso la presenza del presidente del Consiglio Conte, dei vice premier Salvini e Di Maio e del ministro Toninelli.
Discontinuità c'è stata nella volontà di additare subito i colpevoli, senza cadere nel circolo vizioso tipico della vecchia politica di fare dichiarazioni di principio che non portano a niente. Discontinuità c'è stata nella gestione degli sfollati che, a differenza dei nostri connazionali colpiti dal terremoto del Centro Italia, non subiranno l'umiliazione e il disagio di passare un inverno al freddo nelle tendopoli. E infatti, nessun caso come quello di nonna Peppina si è verificato a Genova. Discontinuità c'è stata nell'immediata opera di intervento sugli integrati sistemi logistico, produttivo, industriale e commerciale danneggiati dal crollo del viadotto. Discontinuità c'è stata, infine, nel rapporto emotivo e simpatetico tra le istituzioni e il popolo, qualcosa cui l'Italia non era più abituata da molto tempo. Dunque all'insegna della discontinuità è ora il momento di ripartire e il decreto Genova offre gli strumenti e le risorse necessarie a farlo. Un miliardo di euro arriverà sul territorio. Niente è lasciato al caso.
Vorrei trattare brevemente alcuni punti su cui ritengo sia bene porre l'accento perché rappresentativi dello spirito fondante del decreto in discussione. L'attenzione per gli sfollati è stata confermata in tutta la sua portata. Il valore dei loro immobili sarà calcolato attraverso lo strumento del Programma regionale di intervento strategico, con un ulteriore incremento del valore risultante, perché è giusto che anche l'aspetto emotivo della perdita sia tenuto in considerazione. Gli sfollati, infatti, lasciano la loro storia personale, i loro ricordi e le loro paure all'interno di quelle mura.
Il perimetro amministrativo nel quale si iscrivono i poteri del commissario è stato delineato per garantire la razionalità e l'efficienza delle decisioni. Grazie all'istituzione di una zona franca che va nella direzione auspicata da più parti nei giorni immediatamente successivi al crollo del viadotto, le imprese che hanno la sede principale o una sede operativa all'interno di esso o che hanno subìto, a causa dell'evento, una riduzione del fatturato possono richiedere alcune agevolazioni in alternativa agli altri benefici previsti.
In ultimo, il decreto per Genova lancia un messaggio chiaro al Paese: la tragedia del Morandi non può non avere ricadute sensibili sull'attenzione che le istituzioni hanno nei confronti della manutenzione delle reti infrastrutturali. Un crollo come quello del Morandi non deve più ripetersi. Sarà realizzato un sistema sperimentale di monitoraggio dinamico, a cui sovrintenderà il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per le infrastrutture stradali e autostradali che presentano condizioni di criticità connesse al passaggio di mezzi pesanti.
Concludendo, Presidente, oggi termina un iter parlamentare, ma là fuori nella città di Genova, ancora ferita, c'è tanto, tantissimo da fare.
In occasione dei funerali di Stato i rappresentanti del Governo sono stati applauditi, mentre qualcun altro è stato fischiato. Quegli applausi sono stati una dimostrazione spontanea e calorosa di fiducia e rappresentano una responsabilità enorme, perché questa maggioranza è chiamata a non deludere chi ha mostrato di credere in lei. Il decreto Genova va in questa direzione, è un passo in avanti verso una ricostruzione che non potrà cancellare il dolore, ma potrà farci diventare più forti di prima.
Oggi non vi sono alibi né scuse per non votare questo decreto: è quello che dobbiamo a Genova e che dobbiamo a tutta l'Italia. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Di Girolamo.
Ne ha facoltà.
DI GIROLAMO (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, membri del Governo, il decreto-legge a cui stiamo dando conversione contiene misure concrete per la città di Genova e per i genovesi, ma contiene anche importanti risposte in termini di monitoraggio e sicurezza su tutte le infrastrutture pubbliche del nostro Paese, monitoraggio e sicurezza che sono mancati fino all'arrivo di questo Governo.
Finisce il tempo dei regali e dei favori, quelli fatti alle concessioni e agli imprenditori amici di qualche amico, e si ristabilisce quel giusto equilibrio che spetta all'interesse pubblico. Infatti, tra gli interventi previsti ce n'è uno che prevede l'acquisizione del parere da parte dell'Autorità di regolazione dei trasporti nei casi di aggiornamento e revisione delle concessioni autostradali in essere, in modo da poter riequilibrare quelle condizioni contrattuali che oggi risultano essere eccessivamente favorevoli agli interessi del privato e a discapito dell'interesse pubblico.
Oggi lo Stato è tornato a fare lo Stato e con questo provvedimento ne dà piena dimostrazione. Mi sento in dovere di ringraziare il ministro Toninelli, anche a nome di tutti i cittadini abruzzesi per il particolare interesse che ha riservato alle gravi condizioni di sicurezza dei viadotti delle autostrade A24 e A25. (Applausi dal Gruppo M5S). Autostrade definite dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 ottobre 2003 di interesse strategico, per le finalità di protezione civile in caso di eventi sismici, ma che, ciò nonostante, risultano interessate da un grave stato di ammaloramento nei piloni che sorreggono le stesse strutture.
Il Ministro si è recato di persona a constatare la fragilità di quei viadotti, dove cadono pezzi di calcestruzzo e i tondini dell'armatura, arrugginiti e completamente scoperti dalla malta cementizia, gli si sono spezzati tra le mani come fossero biscotti.
Nonostante la campagna strumentale portata avanti da alcuni politici del territorio (quelli bravi ed esperti, quelli che hanno lasciato marcire quell'autostrada) il Ministro ha trovato il modo di dotare l'urgenza di uno stanziamento di 196 milioni di euro per dare avvio a quella manutenzione che mai - e dico «mai» - era stata fatta.
E ancora: è prevista l'assunzione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di 110 tecnici, dedicati ai sopralluoghi ed al controllo di tutte le infrastrutture, in modo che mai più possa verificarsi una tragedia come quella dello scorso 14 agosto, avvenuta a Genova.
All'interno del decreto emergenze viene prevista l'istituzione dell'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche, attraverso il quale sarà possibile identificare univocamente ciascuna struttura presente sul territorio nazionale, grazie anche alla possibilità di consultazione dello stesso archivio, in formato open data. Avremo insomma nuovi strumenti di prevenzione, di cui tutti i cittadini potranno godere in termini di sicurezza.
Inoltre, inizierà un'importante fase di monitoraggio sperimentale per le opere ritenute prioritarie, mediante un sistema dinamico per la sicurezza delle infrastrutture stradali e autostradali in condizioni di criticità. Si tratta di un controllo strumentale costante delle infrastrutture stesse, che si avvarrà dell'ausilio delle più avanzate ed efficaci tecnologie, anche spaziali. Questo strumento contribuirà inoltre a rendere più agevole il processo di programmazione, finanziamento e priorità degli interventi da eseguire sulle opere.
Per questi e per tutti gli altri interventi previsti nel decreto-legge n. 109 oggi in conversione non finiremo mai di ringraziare questo Governo. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Nencini. Ne ha facoltà.
NENCINI (Misto-PSI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, non tornerò sulle cose già condivise che motivano l'opposizione precisa e pervicace a questo doppio condono, che offende non soltanto i cittadini in regola, ma in particolare, in questo caso, la città di Genova. Non ho molto tempo a disposizione, quindi toccherò due problemi e due questioni sui quali non si è, secondo la mia opinione, approfondito a sufficienza.
Il decreto-legge per Genova era l'occasione per costruire uno scenario che mettesse o confermasse la città di Genova al centro di un quadrante che la caduta del ponte aveva irrimediabilmente messo in difficoltà. Il decreto-legge arriva con colpevolissimo ritardo (novanta giorni dopo i fatti drammatici che hanno colpito la città); ma soprattutto, in questi novanta giorni, si è costruito attorno alla città di Genova una sorta di deserto, che rischia di mettere in crisi in maniera decisa e temporalmente terribilmente efficace il futuro di un quadrante indispensabile allo sviluppo dell'Italia, non solo allo sviluppo di una Regione. Da una parte è stata messa in discussione la realizzazione del terzo valico, c'è la conferma del «no» alla Gronda e soprattutto, a corredo di quel quadrante geostrategico dal punto di vista sociale e dal punto di vista economico, c'è la conferma del «no» alla Torino-Lione. La somma di tutti questi fattori non incide soltanto sul porto di Genova, ma mette il porto di Genova, con il quadrante di riferimento (cioè soprattutto il suo entroterra), nella condizione di creare un guasto irreversibile per la crescita di tutto il Nord italiano e quindi di larga parte di questo straordinario Paese.
Ha ragione il presidente Coltorti, quando fa appello alle carenze dei Governi precedenti. Il presidente Coltorti si è invece dimenticato di specificare quali siano i Governi precedenti. Glielo ricordo molto volentieri: tra il 2008 e il 2013 (non governava il centrosinistra) gli investimenti sono decresciuti del 33 per cento (sono dati dell'ANCE, non sono dati di parte). La Lega - questo è un dato oggettivo, basta rileggersi le carte parlamentari - approva nel 2008 il protocollo con Autostrade, che conferma quella tipologia di concessioni. L'ultimo dato, invece, lo traggo dal CRESME: tra il 2013 e il 2018 i Governi uscenti hanno lasciato sul tavolo 149 miliardi (non 150) di investimenti legati a opere pubbliche, sia per la manutenzione, sia per le grandi infrastrutture. Questi sono numeri, presidente Coltorti, che la prego di smentire con le carte alla mano; le mie carte sono qui e gliele farò avere molto volentieri, quando me ne farà richiesta.
L'ultima questione riguarda un punto centrale del decreto Genova. Tutto viene derogato: si deroga nella gestione dei rifiuti, si deroga in termini di sicurezza del lavoro, si deroga in termini di appalti. Voi avete criticato anche giustamente - e in parte lo condivido - il nuovo codice appalti, però quel testo contiene l'articolo 63, che prevedeva la soluzione più puntuale e trasparente. Anziché mettere in discussione un apparato straordinario di leggi dello Stato, con l'articolo 63 si sarebbe potuto fissare una volta per tutte il criterio per governare le emergenze.
Domando, e ho concluso: che cosa ne fate delle norme dell'Unione europea? Come gestirete le altre emergenze, in testa l'emergenza Veneto o l'emergenza che si è aperta con le alluvioni recenti in altre Regioni? Deroghiamo diversamente rispetto alle norme che avevamo circa la gestione e il governo della questione Genova? Oppure quello diventa il criterio da applicare anche alla gestione di altre emergenze? È ignoto. Il rischio, di fronte all'ignoto, è che cancelliate alcune norme e che altre rischino di non avere pienamente diritto di cittadinanza, sommando quindi ritardi colpevoli a ritardi ancora più colpevoli. (Applausi dai Gruppi Misto e PD).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Martelli. Ne ha facoltà.
MARTELLI (Misto). Signor Presidente, nel breve tempo che ho a disposizione vorrei concentrarmi su due articoli, cioè il 25 e il 41, che non mi aspettavo, ovviamente, di trovare in un decreto-legge che doveva essere dedicato all'emergenza di Genova. Purtroppo, come spesso mi accade, il mio discorso toccherà in parte anche cose dette da altri colleghi perché, onestamente, non c'era bisogno di dirle: si potevano difendere gli articoli 25 e 41 senza ricorrere a queste affermazioni.
In premessa, per quanto riguarda l'articolo 25, possiamo anche non chiamarlo condono, però la domanda alla quale rispondere è la seguente: a legislazione vigente, quante abitazioni sull'isola di Ischia sono sanabili attualmente? La risposta è zero. Con questo articolo, quante abitazioni saranno sanabili? Più di zero. L'aritmetica di base ci dice che qualunque numero maggiore di zero è un numero positivo e quindi ci saranno delle case sanate, questo è molto semplice. Quante non lo so. (Applausi del senatore Margiotta).
In secondo luogo, giustamente è stato detto che il condono non è un diritto, perché non lo è, ma il cittadino ha il diritto di avere una risposta al processo amministrativo che lo riguarda. Ma quale cittadino? Perché, limitandosi solamente alle abitazioni che riguardano i tre Comuni del comprensorio di Ischia che hanno avuto danni, restano escluse circa 844.000 istanze di condono su tutto il territorio nazionale. Queste persone hanno, anche loro, pratiche in corso alle quali non si dà risposta, quindi creiamo una dissimetria tra chi avrà una risposta e chi no. Ovviamente, possiamo estendere a tutti i cittadini che aspettano una risposta in trenta, sessanta, centottanta giorni o centottanta più sessanta giorni e non ce l'hanno. Queste persone, evidentemente, non hanno un Santo a cui votarsi e quindi non avranno risposta.
Inoltre, è stato detto che non ci sarà un contributo per la ricostruzione per coloro che hanno fatto incrementi di volumetria. Ci mancherebbe altro, dico io. Vorremmo anche dargli un premio? Il problema, però, è che ci saranno comunque un contributo e una ricostruzione a norma per edifici in tutto o in parte costruiti in un'economia a nero, perché nessuna azienda fattura i lavori per una casa che è costruita abusivamente, senza i necessari requisiti di staticità, perché non sono state espletate tutte le procedure tecniche. Sono case costruite al risparmio, con materiali di dubbia qualità, che verranno condonate, se va bene, per di più, addirittura, con contributo.
È stato detto, poi, che se non ci sarà risposta, le case resteranno lì. Ma una soluzione esiste, si chiama abbattimento delle case abusive e sarebbe anche il caso di farlo.
È stato anche detto che ci sarà il silenzio-rigetto, ma non c'è scritto, nell'articolo 25 non compare. In compenso, esiste l'emendamento 25.25 (testo 2) che chiede esplicitamente il silenzio-rigetto ed è stato respinto in Commissione.
Si è parlato, come se fosse una cosa lieve, di una difformità volumetrica del 20 per cento, che sarebbe un piano su cinque. La sopraelevazione di un piano su cinque non fa proprio il 20 per cento dell'immobile, ma ci siamo vicini. Quindi, anche in questo caso, bisogna stare attenti a chiamarlo abuso piccolo.
Per quanto riguarda invece l'articolo 41 sulla gestione dei fanghi di depurazione, è stato detto che il decreto legislativo n. 99 del 1992 non disciplina i livelli limite di dispersione di determinate sostanze, ma non è vero. Ho qui un estratto del decreto legislativo e alla seconda pagina c'è una tabella, per cui non c'era alcun bisogno di fare neanche questa affermazione.
Ho anche sentito dire che adesso saremo tutti contenti, perché verranno dispersi sui campi dei fanghi con livelli certificati di inquinanti, con quel po' di diossina che magari dà quel sapore in più al broccolo, per esempio. Nel decreto legislativo n. 99 del 1992 non erano normate queste sostanze perché vale il principio di precauzione, per cui certe sostanze vanno messe a zero.
Parliamo degli idrocarburi pesanti, tra 10 e 40 atomi di carbonio. Avete posto un limite di 1.000 milligrammi per chilogrammo sul secco per la dispersione sui campi, sul tal quale il 70 per cento di acqua e il 30 per cento di fango, che si traduce in circa 3.500 milligrammi sul secco. Pensate che 1.001 è il limite oltre il quale non si può andare in una discarica ordinaria, ma si deve andare in una discarica per rifiuti speciali pericolosi. C'è quindi l'autorizzazione a spandere sui campi terreni e fanghi contaminati da olii e minerali pesanti in quantità tre volte e mezzo superiore al conferibile in discarica.
Se veramente si parla di emergenza e di risoluzione dell'emergenza, esistono allora buone pratiche internazionali, come quella adottata in Svizzera, che nel 2006 ha detto che è rischioso riversare certe sostanze nei campi, per cui è necessario andare invece all'incenerimento, così da evitare di avere metalli pesanti nel terreno, che sono sostanze bioaccumulabili. Non interessa che per un certo numero di mesi non si possono spandere: la diossina, ad esempio, sta 10 milioni di anni nel terreno. Vogliamo forse fare un set aside di 10 milioni di anni? È chiaro quindi che alcune sostanze non dovrebbero proprio esserci nel terreno, perché sono bioaccumulabili, non percolano e persistono per milioni di anni. (Applausi dai Gruppi Misto e PD).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore De Bonis. Ne ha facoltà.
DE BONIS (M5S). Signor Presidente, signori rappresentanti del Governo, cari colleghi, questo disegno di legge di conversione del cosiddetto decreto Genova, all'esame del Parlamento, si compone di alcuni punti fondamentali: gli interventi urgenti per il sostegno e la ripresa economica del territorio del Comune di Genova; la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti; gli interventi nei territori dei Comuni di Casamicciola, Forio, Lacco Ameno e, infine, le misure urgenti per gli eventi sismici verificatisi in Italia negli anni 2009, 2012, 2016 e 2017.
Come già ribadito dal ministro delle infrastrutture Toninelli, con la conversione in legge del decreto ci saranno misure a sostegno delle imprese che hanno avuto difficoltà economiche a causa del crollo, norme che riguardano la zona portuale e retroportuale e aiuti e sostegni anche sul fronte della tassazione ai cittadini che hanno perso la casa a causa del disastro derivante dal crollo del ponte. Vengono disposte risorse per il trasporto locale e per gli autotrasportatori colpiti dalla frattura della viabilità.
Non posso quindi negare che sia stato fatto un ottimo lavoro dal nostro Governo e dalla nostra maggioranza, soprattutto alla Camera, dove l'elevata qualità del contributo fornito da ciascuna forza politica ha consentito un lavoro a tratti innegabilmente faticoso, ma estremamente produttivo e di notevole miglioramento del testo. Mi riferisco evidentemente ai significativi interventi per la città di Genova.
Non posso, però, non evidenziare la vicenda relativa all'articolo 41, che mi ha visto particolarmente impegnato, anche all'interno del mio Gruppo, a illustrare gli effetti e gli impatti di questa norma, rispetto alla quale ho presentato anche degli emendamenti e un ordine del giorno, che spero vengano accolti dall'Assemblea, nonostante non siano stati accettati in Commissione.
Anzitutto, il tema dei fanghi, per la sua complessità e delicatezza, è un po' estraneo alla questione e mi preme evidenziare una perplessità sull'articolo 41 rispetto alla tutela della salute, che è uno dei nostri princìpi e diritti fondamentali riconosciuti dalla Carta costituzionale. Mi sono sempre battuto affinché, di fronte alla tutela della salute e dell'ambiente, il profitto potesse fare un passo indietro e ad alcuni di noi sembra che questa norma possa agevolare i profitti di alcune imprese, facendo spandere questi prodotti e queste sostanze sui suoli.
Il bene della vita, infatti, merita tutela e l'innalzamento dei limiti di idrocarburi pesanti potrebbe rappresentare un rischio per l'ambiente e per la catena alimentare. È la stessa Unione europea, del resto, che, con le sue direttive, ci invita alla prudenza e a disciplinare l'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura, in modo da evitare effetti nocivi sul suolo, sulla vegetazione, sugli animali e sull'uomo. La terra è sacra e non deve diventare una discarica a cielo aperto: dobbiamo preservarla soprattutto per le nostre generazioni future.
Sembrerebbe, invece, con il testo pervenuto dalla Camera, di essere di fronte a un aumento dei limiti che, rapportato a quello dei fanghi industriali, è notevolmente superiore. Per queste considerazioni, l'Unione europea ha sempre osservato il principio di precauzione, perché da trent'anni proprio l'Organizzazione mondiale della sanità stabilisce che tutti i composti già previsti dal codice dell'ambiente sono cancerogeni, si accumulano nel suolo, non sono biodegradabili e rischiano di comportare anche una procedura di infrazione per il nostro Paese.
Spero vivamente, quindi, anche alla luce di quanto previsto dal principio di precauzione, che vengano effettuate qui in Assemblea, al Senato, possibili correzioni, al fine di evitare la distribuzione di queste sostanze nei nostri terreni.
Chiedo di consegnare il testo scritto del mio intervento affinché venga allegato al Resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. La Presidenza l'autorizza in tal senso.
È iscritto a parlare il senatore Verducci. Ne ha facoltà.
VERDUCCI (PD). Signor Presidente, come lei sa, non era previsto che io intervenissi in questa discussione, ma lo voglio fare perché sono stati evidenziati degli aspetti, in particolare da un rappresentante della Lega, che ha citato un emendamento del Partito Democratico, riferito al decreto-legge terremoto dello scorso luglio, che tutti insieme abbiamo votato. È stato un riferimento scorretto e per questo intervengo, perché in quest'Assemblea non ci possono essere scorrettezza, manipolazione e mistificazione.
Noi avremmo voluto che questo fosse il decreto-legge esclusivamente dedicato a Genova, a quella immane tragedia. Altre parti sono state inserite, a nostro avviso malamente; ad esempio, è stata inserita una parte che riguarda anche il Centro Italia. Io sono residente nel cratere di quel terribile terremoto del 2006 e conosco bene gli sforzi che abbiamo compiuto; so bene quanti sforzi abbiamo fatto tutti insieme. Ad esempio, colleghi, tutti insieme, a luglio, decidemmo di approvare, in quel provvedimento, che fu l'ultimo atto sulla spinta del Governo Gentiloni Silveri, una sanatoria per le cosiddette piccole difformità. Oggi si fa una cosa molto differente e quando viene citato un nostro emendamento di allora - che tra l'altro non venne votato, perché precluso da quell'accordo che tutti insieme facemmo - viene fatto in maniera profondamente sbagliata e scorretta, perché viene citata la prima parte dell'emendamento, ma non la seconda e la seconda parte è quella che contiene i vincoli, ad esempio il fatto che possano accedere ai contributi solamente i volumi regolarmente accatastati. I limiti sono quelli che stabiliscono che la sanatoria può valere solamente per le piccole difformità e, quindi, relativamente alle percentuali previste dal Piano casa, che nel caso della Regione Marche sono del 20 per cento. Questo limite voi di Lega e 5 Stelle lo togliete, permettendo che si vada oltre il 20 per cento e trasformando quella necessità di una sanatoria per piccole difformità in un vero e proprio condono. (Applausi dal Gruppo PD).
Voi cancellate il vincolo che noi abbiamo messo e cioè che fossero dei tecnici professionisti ad accertare che non ci fosse un legame tra le volumetrie fatte in maniera abusiva e i danni sismici, perché l'abusivismo causa danni e causa morte, come abbiamo visto nella tragedia che è avvenuta a Palermo.
E poi, colleghi, in quell'emendamento del Partito Democratico c'era un vincolo al quale teniamo particolarmente, mi riferisco al vincolo dell'autorizzazione e della compatibilità paesaggistica. Voi cancellate questo vincolo in Regioni come le Marche, l'Umbria e l'Abruzzo, i cui cittadini, proprio per l'attaccamento al loro territorio (che è identità), alle regole (che sono identità) e a un comportamento etico (che è identità) quei vincoli mai li hanno superati. Oggi abbiamo un paesaggio che ci è invidiato in tutta Italia, in Europa e nel mondo. Questi vincoli, colleghi della Lega e dei 5 Stelle, se siete intellettualmente onesti, reinseriteli nel decreto. Fatelo per il paesaggio, per il vincolo del 20 per cento e per impedire che questa sanatoria diventi un condono. (Applausi dal Gruppo PD).
Del decreto Genova, in maniera strumentale, avete fatto qualcosa di diverso, facendo di questo provvedimento un insulto a chi aspetta, un insulto a chi ha perso tutto e ai familiari delle vittime. Avete inserito un condono per Ischia che, non a caso, essendo il collegio elettorale del Vice Presidente, è stato chiamato condono Di Maio.
Avete inserito delle norme sui fanghi tossici che colpiscono la possibilità di fare agricoltura e la qualità del nostro vivere. Voi ci avvelenate per decreto, colleghi! (Applausi dal Gruppo PD).
Con questo vostro decreto-legge, in cui malamente avete voluto anche inserire queste norme sul Centro Italia, avete cancellato la possibilità che le cose avvengano di intesa con i Presidenti di Regione e quindi con gli enti locali e con i Comuni.
PRESIDENTE. La invito a concludere, senatore Verducci.
VERDUCCI (PD). Concludendo, Presidente. Avete bocciato ancora una volta tutti gli emendamenti a sostegno delle imprese, dei lavoratori e di chi deve essere protetto per sviluppare un territorio che solo il lavoro e le imprese risolleveranno. A questo decreto-legge ci opporremo con tutte le nostre forze. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vattuone. Ne ha facoltà.
VATTUONE (PD). Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, questo decreto-legge arriva al Senato dopo una lunga gestazione e anche dopo una battaglia, che è stata condotta alla Camera, per tentare di migliorarlo e portare risposte e risorse adeguate a garantire un futuro innanzitutto per Genova, dopo la drammatica ferita subita con il crollo del ponte Morandi lo scorso 14 agosto, data di cui oggi ricorrono i tre mesi.
Il crollo del ponte Morandi rappresenta il più grave incidente stradale avvenuto nel nostro Paese: grave per il numero di vittime, che sono state 43 e che qui voglio ricordare con un sentimento di cordoglio alle famiglie, e per il numero di sfollati, che sono 600, con una sofferenza inflitta a tantissime famiglie. Grave anche per l'importanza della struttura crollata, per l'entità del crollo e per le responsabilità che evidentemente presiedono al disastro, oltre che per l'impatto sociale ed economico sul sistema che ruota attorno alla città di Genova, alla Regione Liguria e al sistema economico del Paese.
Vorrei essere chiaro almeno su un punto di principio: di fronte a una tragedia come questa, un Paese reagisce unito. Di fronte all'emergenza e alle vittime, le decisioni vengono prese in uno spirito condiviso, perché l'importanza e l'oggettività delle misure da adottare e degli accertamenti da compiere lo consentono e lo pretendono.
Noi ci siamo messi, con la nostra parte, a disposizione a tutti i livelli, in più occasioni e a più riprese, ma questo spirito di condivisione, in relazione a questo provvedimento e al dibattito che lo ha preceduto, non c'è stato. Non c'è stato per calcolo politico, ma anche per inadeguatezza di questo Governo: per un'evidente incapacità ma anche per calcolo politico.
Invece di gestire questa crisi con gli strumenti del diritto e della politica a disposizione di chi ha la responsabilità istituzionale, avete scelto una volta di più la via della demagogia, della semplificazione e del pressappochismo, con una serie di annunci vari. Abbiamo avuto un esempio del vostro comportamento nelle settimane e nei mesi successivi al crollo: annunci di revoca delle concessioni mai attuate, annunci di nazionalizzazioni, nomina di una commissione ispettiva con immediate revoche e dimissioni dei componenti, bozze del decreto-legge senza cifre, dichiarato perfetto in esordio e poi, fortunatamente, in parte modificato. Basti pensare che avete approfittato dell'emergenza Genova, come è stato detto a più riprese e come ha detto bene il senatore Verducci, per far passare norme di tutt'altro genere. Certo, i genovesi si sono rimboccati le maniche, ma da sola Genova non ce la fa. Ed è stato incoraggiante, invece, che la società di civile, le istituzioni, le associazioni e anche le forze politiche locali abbiano trovato una capacità di collaborazione e una forza propositiva comune nel chiedere al Parlamento e alla politica la ricostruzione e una risposta a tutte le necessità scaturite dal crollo. Ma, cari colleghi, questo provvedimento è un insieme di soluzioni incomplete, insufficienti e slegate l'una dall'altra. Sono passati tre mesi dal 14 agosto e la città di Genova, considerata anche la strategicità del Capoluogo ligure dal punto di vista dei transiti commerciali nazionali e internazionali, con questo decreto-legge non ha risposte adeguate.
Innanzitutto, non sappiamo chi farà il ponte e quando verrà realizzato. Ci sono annunci vari sui tempi tali da far rabbrividire, per la superficialità con cui viene gestita questa questione, che è dirimente per la sopravvivenza e per il futuro di Genova e della Liguria. (Applausi della senatrice Garavini).
L'impalcatura giuridica della ricostruzione è debolissima, come ha detto bene il senatore Margiotta nella sua relazione di minoranza, con un percorso che riteniamo complicatissimo. Non c'è chiarezza sulla ricostruzione, con un'incertezza preoccupante sui relativi tempi di ricostruzione, e la medesima considerazione vale per i risarcimenti agli sfollati. Il decreto-legge dice, giustamente, perché ci sono delle responsabilità e noi lo abbiamo dichiarato a più riprese, che questi risarcimenti deve erogarli la società Autostrade. È giusto, ma a causa della debolezza giuridica del documento, l'erogazione delle risorse rischia di essere ritardata, se non compromessa, dai ricorsi.
Il commissario Bucci, a più riprese, in qualche dichiarazione ha detto che, se Autostrade non pagherà, attingerà dai fondi di garanzia introdotti nel decreto. Ma i fondi di garanzia introdotti nel decreto sono stati messi proprio perché, se Autostrade non paga, intervengono sulla ricostruzione del ponte. Questo dà la misura dell'incertezza. Solo per gli sfollati servono 72 milioni. Il commissario Bucci dice che li attinge dal fondo di garanzia, che serve, però, se Autostrade non paga per il ponte. Non so se sono stato chiaro, ma questo dà la misura dell'incertezza che ruota attorno a questo provvedimento.
Se poi si vuole avviare la ricostruzione, è necessario che si attivi anche lo sviluppo economico. Sono stati certamente apportati dei miglioramenti alla Camera, dove sono state introdotte settantasette modifiche, ma ci sono ancora vistosissime carenze dal punto di vista del sostegno economico e dal punto di vista della progettazione del sistema logistico infrastrutturale: non si parla di Gronda, non si parla di terzo valico e, anche sui risarcimenti alle aziende, il decreto è, ancora una volta, drammaticamente insufficiente. La Camera di Commercio ha stimato un danno per le imprese pari a 422 milioni di euro e l'Esecutivo ha stanziato solo delle briciole, perché c'è tutta la parte della zona arancione, dove vi sono aziende e cittadini che stanno soffrendo in via indiretta. E sono briciole anche quelle messe per il porto di Genova. Noi abbiamo proposto la Zona economica speciale, che è anche una misura di sviluppo, ma non è stata presa in considerazione. Il decreto-legge non contiene inoltre alcuna misura soddisfacente per la zona franca, per la cassa in deroga.
Vorrei spendere qualche parola sulle grandi opere, perché l'isolamento che Genova sta vivendo, e rischia di vivere ancora a lungo, dovrebbe far comprendere a tutti l'importanza strategica della Gronda e del Terzo valico. E invece, proprio nella discussione di questo provvedimento, abbiamo dovuto sopportare i soliti preconcetti ancorati all'idea della decrescita felice. Sul punto c'è stata una grande mobilitazione a Torino e penso che ci sarà anche a Genova.
PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione, per cortesia.
VATTUONE (PD). Noi non ci fermeremo, colleghi, ma facciamo uno sforzo: abbiamo tempo, possiamo ancora migliorare questo provvedimento per Genova: sulla zona arancione, sul sostegno al porto, sulla cassa in deroga. Facciamo diventare veramente questo decreto-legge «di Genova» nei contenuti, e non solo nel titolo. Mettiamo in atto lo spirito condiviso di cui parlavo all'inizio; lo dobbiamo a Genova, ai suoi abitanti, alle realtà che ogni giorno fanno i conti con questa grave emergenza. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Romagnoli. Ne ha facoltà.
ROMAGNOLI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vi garantisco che a gennaio 2017, durante il terremoto, ero paralizzato su un letto di ospedale e ho vissuto così la mia esperienza del terremoto, purtroppo, e non meglio di tante altre persone; sentire oggi in questa Aula tanta ipocrisia sinceramente mi lascia perplesso.
Il 14 agosto scorso la nostra Nazione è stata colpita da una vicenda che - ahimè - rimarrà nella memoria di tutti gli italiani: la nostra amata Genova ha subìto uno dei fatti più tragici della recente storia repubblicana, una sciagura che ha cause lontane perché da anni, appunto, il Paese risente di un'incuranza, di una cattiva gestione della cosa pubblica, dell'illegalità diffusa, della connivenza tra parte peggiore dell'imprenditoria e apparati pubblici che non svolgono la funzione e i compiti per i quali sono preposti.
Al di là delle responsabilità civili e penali che verranno accertate, non possiamo esimerci dall'affermare che quello che è accaduto sia lo specchio del malsistema che ha caratterizzato l'Italia negli ultimi decenni, quello che stiamo combattendo con tutte le nostre energie.
Dal 14 agosto abbiamo condiviso il grande lavoro del nostro Governo, che ha affrontato i nodi centrali con interventi massicci, risolutori e immediati. Oggi siamo in Aula per l'esame di un decreto-legge sulle emergenze, già approvato alla Camera; un provvedimento che contiene tutti gli interventi che sono stati prima richiamati, che meritano ovviamente il nostro massimo sostegno.
Il decreto-legge al nostro esame non si limita, però, ad affrontare solo la grave situazione del crollo del ponte di Genova, quindi quella emergenza. In qualità di componente della Commissione lavoro, e insieme ai miei colleghi della Commissione, vogliamo esprimere in questa Aula la nostra massima soddisfazione per come il provvedimento interviene proprio in materia di lavoro. Tra le misure più importanti, infatti, c'è anche la reintroduzione della cassa integrazione per cessazione. Nonostante le numerose segnalazioni delle parti sociali, il jobs act aveva creato una situazione inaccettabile per centinaia di migliaia di lavoratori, che si sono trovati a rischio licenziamento a causa della scadenza della cassa integrazione per cessazione, non più rinnovabile proprio per le limitazioni imposte dalla riforma del lavoro del Governo Renzi.
Con gli effetti del decreto, i lavoratori potranno ritornare ad usufruire della cassa integrazione per un massimo di dodici mesi per gli anni 2019-2020, riuscendo così a riordinare la propria vita e ad adoperarsi con maggiore tranquillità per trovare un nuovo lavoro. Siamo in un momento particolarmente difficile per il mondo del lavoro: la crisi economica si somma alle problematiche relative alla delocalizzazione aziendale, a causa delle aziende che trasferiscono le loro produzioni all'estero, chiudendo stabilimenti storici. Aver diminuito gli ammortizzatori sociali proprio in questo momento, da parte del precedente Governo, è stato veramente un atto allucinante e improponibile.
Come maggioranza, in questi primi mesi di legislatura, insieme al ministro Di Maio, siamo impegnati in numerosi tavoli di crisi, uniti nell'intento di difendere i diritti dei lavoratori per migliaia di nostri concittadini. Personalmente, sono stato orgoglioso di partecipare al tavolo che si è tenuto al MISE con la Whirlpool, nel quale, per la prima volta, abbiamo visto un'azienda che, invitata dal Ministro a ritornare al Ministero con un nuovo programma aziendale, in un secondo incontro si è detta favorevole a riportare la produzione dalla Polonia in Italia, ritornando quindi a puntare al nostro territorio.
Così, con questa norma, assolutamente indispensabile, andiamo ad estirpare alla radice il jobs act, legge che, tra i tanti aspetti negativi, aveva lasciato senza alcuna tutela i lavoratori, come i duecento della Bekaert o i 140 della Comital. Molti operai, pertanto, grazie alla nostra riforma sulla cassa integrazione per cessazione, non perderanno il proprio lavoro e potranno rientrare nel tessuto produttivo.
Con orgoglio, quindi, e ad alta voce, possiamo confermare, come ha sostenuto il nostro ministro Di Maio, che questo è un Governo che non abbandona le persone. Ecco cosa spinge la nostra azione all'interno delle istituzioni, questo è il vero cambiamento: dopo anni di totale disinteresse, lo Stato torna finalmente a fare lo Stato. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Papatheu. Non essendo presente in Aula, si intende abbia rinunziato ad intervenire.
È iscritto a parlare il senatore Arrigoni. Ne ha facoltà.
ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, ai colleghi del Partito Democratico, che accusano questa maggioranza di aver fatto poco per Genova e una schifezza per Ischia, dico che sono ipocriti e in malafede.
Nel decreto-legge a Ischia sono dedicati 20 articoli, con misure strutturali per affrontare seriamente il post-emergenza e la ricostruzione. Mi rivolgo alla collega Valente - che non vedo - la quale in occasione della conversione del decreto-legge n. 55 si era scagliata contro la nuova maggioranza, perché non aveva previsto misure per le comunità ischitane: queste misure sono le risposte al nulla del Governo Gentiloni Silveri. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
Quello che c'è nell'articolo 25 non è un nuovo condono né un condono tombale. L'articolo 25, che avete preso di mira, ambisce solo a chiudere domande ancora aperte relative a condoni precedenti. Dite che ne beneficeranno tutti i 28.000 edifici abusivi dell'isola di Ischia: è un falso. Si affronteranno solo domande relative a edifici distrutti o danneggiati dal terremoto del 21 agosto 2017 e di soli tre Comuni dell'isola (Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno). Stiamo parlando dunque di meno di un migliaio di edifici e preciso che nessun condono ci sarà per chi è stato condannato per criminalità organizzata o riciclaggio e sarà necessaria l'autorizzazione paesaggistica. Nessun condono, dunque, dove ci sono vincoli idrogeologici, ambientali, paesaggistici e archeologici. Non ci saranno dunque condoni per edifici costruiti in alvei o nei pressi di torrenti o fiumi. Non ci saranno dunque condoni per case costruite su versanti franosi o dove ci sono vincoli di inedificabilità assoluta. Nessun contributo per volumi oggetto di condono. Certo, l'articolo 25, com'è stato emanato dal Governo, presentava qualche criticità, ma noi della Lega - e lo rivendichiamo - lo abbiamo migliorato.
Voi delle opposizioni siete così poveri di argomenti che tentate di gettare fango ovunque (a proposito di fanghi da depurazione). Ci accusate anche di aver introdotto una sanatoria grave per i 140 Comuni del terremoto del Centro Italia, dove il collega Ferrazzi dice addirittura che interi piani di case verranno sanati. Sono balle colossali. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Con l'articolo 39-ter abbiamo introdotto - e lo rivendichiamo - la regolarizzazione di non conformità di volumi contenuti entro il 20 per cento del totale, in linea con il Piano nazionale di edilizia abitativa, una norma fondamentale per sbloccare e accelerare la ricostruzione ancora ferma al palo per vostra incapacità e responsabilità. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Cosa abbiamo fatto di tanto grave? Semplice, abbiamo uniformato in tutti i territori del cratere le procedure già previste in due Regioni. Mi riferisco alle Marche, dove governa il Partito Democratico con Ceriscioli e vige la legge regionale 2 agosto 2017, n. 25, e all'Umbria, dove governa - anche lì - il Partito Democratico con la governatrice Marini e dove, con legge regionale 21 gennaio 2015, n. 1, avete previsto le sanatorie di non conformità. Dunque, voi del Partito Democratico, con leggi regionali, avete già previsto di sanare in non conformità. Ecco perché siete degli ipocriti. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Inoltre, collega Verducci, non togliamo il vincolo paesaggistico.
Che cosa abbiamo fatto, allora? Mentre, fino a oggi, il proprietario di un edificio doveva andare prima in Comune a chiedere il permesso in sanatoria, aspettare mesi e - poi - rivolgersi all'Ufficio speciale per la ricostruzione per presentare il progetto di ricostruzione, noi abbiamo riunito in un unico procedimento ciò che attualmente è diviso in due. Dunque, consentiamo a professionisti e proprietari di immobili di guadagnare tempo e, quindi, velocizzare la ricostruzione.
Per i terremotati del Centro Italia il provvedimento in esame contiene tante altre misure che - lo sottolineo - si aggiungono alle tante che abbiamo introdotto con il decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55. Abbiamo riconosciuto il ruolo fondamentale dei Comuni nella cabina di regia del commissario; le università diventano soggetti attuatori sui propri immobili danneggiati; vengono ampliate le misure per intervenire sulle 3.000 chiese distrutte o danneggiate. Per noi la fruibilità di questi luoghi di culto è fondamentale per le comunità colpite. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S). Viene inoltre prevista la definitiva delocalizzazione delle stalle collocate in strutture temporanee, fondamentale per le imprese agricole. Viene anche prevista l'anticipazione dei compensi per i professionisti che lavorano nel cratere - sono quasi 40.000 - che così potranno finalmente avere i soldi al deposito del progetto e non aspettare mesi. Ci sono tante altre misure, senza contare - lo dico in questa sede - che nella manovra di bilancio abbiamo previsto la proroga dello stato di emergenza, della struttura commissariale e dei contratti a termine dei 700 tecnici.
Infine, permettetemi un approfondimento sull'articolo 16-bis del provvedimento, che, grazie a un emendamento presentato dalla Lega e approvato alla Camera dei deputati, prevede l'attribuzione di poteri commissariali all'amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana per mettere mano alla manutenzione straordinaria del ponte ferroviario e stradale San Michele sull'Adda di Paderno d'Adda, che nella notte del 14 settembre scorso è stato chiuso con sole sei ore - ripeto, sei ore - di anticipo. Ci vorranno due anni per intervenire dal momento in cui saranno ottenute le autorizzazioni. Noi riteniamo questi poteri fondamentali per accelerare i lavori e l'ottenimento delle autorizzazioni, ma non dimentichiamo i problemi che stanno gravando sui pendolari e sulle imprese che operano nei due Comuni coinvolti. Confidiamo che nella legge di bilancio possano essere previste per loro delle agevolazioni fiscali.
Concludo ringraziando il vice ministro Rixi, gli Uffici e i colleghi delle Commissioni impegnate nell'esame del provvedimento, i relatori di maggioranza, senatori Ripamonti e Patuanelli, e quelli di opposizione.
Soprattutto voglio fare un augurio di buon lavoro ai commissari, al sindaco Bucci per Genova, al commissario di Ischia e soprattutto a Piero Farabollini, commissario straordinario per la ricostruzione post-terremoto nel Centro Italia, un tecnico, non un politico, figlio di quel territorio disastrato. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore De Siano. Ne ha facoltà.
DE SIANO (FI-BP). Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento del senatore Arrigoni e devo dire che condivido molte delle sue osservazioni. Il provvedimento al nostro esame tratta diverse emergenze del Paese: il crollo del ponte di Genova, il terremoto dell'isola d'Ischia e il terremoto che si è verificato nell'Italia centrale. Mi soffermerò sull'articolo 25 e il terremoto di Ischia, lasciando agli altri amici del Gruppo la trattazione di temi di contenuto diverso all'interno del decreto-legge.
Vorrei anzitutto osservare che noi con forza, come Gruppo Forza Italia, con il nostro presidente, onorevole Bernini, abbiamo più volte chiesto al Governo un provvedimento specifico per il terremoto di Ischia, che per noi rappresenta una vera e propria emergenza alla quale bisogna dare risposte. Il Gruppo Forza Italia è stato chiaro sul punto fin dall'inizio; lo abbiamo sempre sostenuto e prendiamo atto che all'interno del decreto-legge il Governo ha dedicato uno spazio importante alla trattazione dei problemi che riguardano l'isola di Ischia.
Un'altra osservazione che devo fare in quest'Assemblea riguarda il comportamento dei massimi esponenti del Partito Democratico che hanno avuto sulla vicenda un atteggiamento specifico, a mio modo di vedere, grave e scandaloso, descrivendo, a volte anche con affermazioni ingiuriose, una realtà che è completamente al di fuori della verità. Hanno detto addirittura che gli estensori del provvedimento avrebbero dovuto vergognarsi. Consentitemi di dire che, pur non facendo parte della maggioranza, sono un attento osservatore di determinati temi. Devo così dire che rispetto al tema in esame chi dovrebbe vergognarsi sono gli esponenti del Partito Democratico ai massimi livelli, fino ai rappresentanti locali, che non hanno avvertito un senso di dignità e si sono messi in una posizione diversa rispetto ai loro vertici nazionali, lasciando che sul territorio si dicesse una cosa e ai vertici nazionali un'altra.
Passiamo allora alla trattazione dell'articolo 25 del decreto-legge che tratta del terremoto di Ischia. C'è stata una rappresentazione di Ischia come dell'isola dei furbi, di coloro che non rispettano le norme, come dell'isola che non è all'interno del territorio nazionale. L'isola di Ischia ha subìto un massacro mediatico in questa vicenda, ma essa è una parte del territorio del nostro Paese uguale a tutte le altre, dalla Sicilia alle Alpi: vive forse qualche problema di natura diversa ma non si differenzia dalle altre. Ci sono sull'isola d'Ischia, come in molti territori della Regione Campania, cittadini che, non per colpa loro ma per colpa della mancanza di risposte della politica negli ultimi trent'anni, vivono un momento di grossa difficoltà. Si è parlato di migliaia e migliaia di costruzioni abusive che con il decreto-legge verrebbero sanate a Ischia. Si tratta, come ha detto il senatore Arrigoni, di bugie.
Cosa dice allora il provvedimento nel suo contenuto?
Si «definiscono le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017». Questo è il testo originale dell'articolo 25. I Comuni danneggiati dell'isola d'Ischia sono il Comune di Casamicciola Terme, il Comune di Lacco Ameno e il Comune di Forio. Questi tre Comuni, per effetto dei condoni stabiliti dalla legge n. 47 del 1985, dalla legge n. 724 del 1994 e dalla legge n. 326 del 2003, hanno un totale di pratiche inevase pari a 530. Questi sono numeri precisi e veri dei Comuni di Lacco Ameno e di Casamicciola, perché il comune di Forio ha poche abitazioni danneggiate. Questi sono i numeri veri cui fa riferimento questo decreto. Di queste circa 600 abitazioni, si va a intervenire nella fascia della zona rossa solamente per circa un 10 per cento. Quindi, di quante abitazioni stiamo parlando? Questo è il tema vero.
Il decreto-legge al nostro esame presenta certamente delle risposte importanti e ha dei contenuti positivi. Si dà la possibilità di accelerare l'esame delle pratiche di condono e si fa riferimento alla legge n. 47 del 1985, la legge del primo condono, che agli articoli 32 e 33 fissa bene i limiti che non possono essere superati per quanto riguarda i vincoli assolutamente inderogabili. Non si può costruire sul ciglio della strada e, quindi, non si può rilasciare concessione in sanatoria: se c'è una costruzione abusiva sul ciglio della strada, va abbattuta. Non si può costruire e sanare vicino a un bene di pregio dal punto di vista archeologico: non è possibile; lo stabilisce la norma. Se c'è il vincolo idrogeologico, non c'è la possibilità della sanatoria: l'immobile va abbattuto. Perché speculare in maniera demagogica rispetto a un tema serio che rappresenta la sofferenza di tante famiglie? (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Il decreto è stato estremamente rigido, a mio modo di pensare di vedere. (Richiami del Presidente). Il decreto prevede, ad esempio, una costruzione edificata venti anni fa, e per la quale si attende una risposta da parte dello Stato, possa essere soggetta ad un esame della concessione in sanatoria. Nel momento in cui venga poi rilasciata una concessione in sanatoria credo che la costruzione sia legittima a tutti gli effetti e abbia tutti i requisiti. Perché, quindi, non può essere finanziata? (Il microfono si disattiva automaticamente).
PRESIDENTE Le avevo già concesso un minuto in più, ma le consento di terminare l'intervento; lei deve però prestare attenzione allo scampanellio.
DE SIANO (FI-BP). Presidente, volevo articolare il mio intervento ma vado alla conclusione perché me l'ha chiesto e io sono rispettoso della Presidenza.
Il Gruppo Forza Italia prende atto di un fatto molto importante: in questo Parlamento finalmente si è sdoganata la parola «condono». Tanti paesi hanno necessità di alcune risposte. Prendiamo atto con soddisfazione che in questo Parlamento si inizia a parlare finalmente, in maniera costruttiva, di un tema che coinvolge tante comunità e prendiamo atto che sulle posizioni di Forza Italia, finalmente, dopo quindici anni, è arrivata anche la Lega e, dopo cinque anni, il MoVimento 5 Stelle. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Crucioli. Ne ha facoltà.
CRUCIOLI (M5S). Signor Presidente, trovo simbolico che oggi, 14 novembre, arrivi in Aula, per la sua conversione, il decreto-legge che tenterà di porre rimedio ai danni del crollo del 14 agosto. Trovo anche doveroso iniziare questo mio intervento con un ricordo delle 43 vittime che hanno perso la vita il 14 agosto. (Applausi).
Mi spiace che gli amici del PD non siano in questo momento presenti in Aula e, appunto, mi rammarico del fatto che, come avvenuto in Commissione, appena finiti i loro interventi abbiano lasciato le loro posizioni. Ma comunque andrò avanti. (Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dei senatori Bellanova, Ferrari e Verducci).
FERRAZZI (PD). Non è vero!
MARGIOTTA (PD). Non è vero!
CRUCIOLI (M5S). Collega Bellanova, capisco che quando le parlano la voce si alza.
PRESIDENTE. Senatore Crucioli, non tocca a lei segnalare le presenze o le assenze dall'Aula. Alcuni colleghi sono presenti. Svolga il suo intervento.
CRUCIOLI (M5S). Il crollo del Morandi, con i suoi 43 morti, i feriti, gli sfollati, gli immani danni e disagi che quotidianamente stiamo subendo noi genovesi, non è un caso isolato: è solo l'ultimo ed il più grave episodio di una serie impressionante di cedimenti delle nostre infrastrutture. Si può dire che non vi sia stato uno solo degli ultimi cinque anni in cui almeno un ponte, un cavalcavia non sia crollato da qualche parte della nostra Penisola. Nel 2013 a Carasco, sempre vicino a Genova, vi fu il crollo di un ponte che uccise due persone. Nello stesso anno crollarono anche un ponte in Sardegna e un viadotto in Sicilia. Nel 2014, collassò il viadotto Lauricella sulla statale Ravanusa-Licata. Nel 2015 crollarono due viadotti e un ponte in Sicilia. Nel 2016 fu la volta di un cavalcavia vicino a Lecco, nel 2017 di un ponte nel Trapanese e di uno nei pressi di Ancona. Ad ogni crollo, morti, feriti e ingenti danni.
La precaria situazione delle nostre infrastrutture deve inoltre fare i conti con la fragilità del nostro territorio, che ogni anno frana o si allaga sotto i colpi di eventi atmosferici estremi che si ripetono con sempre maggiore frequenza. Ne è un triste esempio l'ondata di maltempo che si è susseguita dall'inizio di ottobre provocando ancora crolli, ancora disastri, ancora esondazioni da Nord a Sud.
Colleghi, al cospetto di tali macerie, quali ulteriori prove ci occorrono per comprendere che, se non interveniamo immediatamente, le nostre infrastrutture collasseranno con ancora maggiore frequenza, le nostre strade franeranno e i nostri quartieri continueranno ad allagarsi? (Applausi dal Gruppo M5S). Quali altri segnali dobbiamo attendere per comprendere che l'urgenza non sono le nuove grandi opere, ma la manutenzione e la messa in sicurezza delle opere che già abbiamo? (Applausi dal Gruppo M5S). Ogni centesimo che noi sottrarremo alla prevenzione e alla messa in sicurezza delle nostre infrastrutture e del nostro territorio ci costringerà a piangere ancora morti e a contare ancora danni.
Il decreto-legge che oggi siamo chiamati a convertire ci dimostra due cose. La prima è che porre rimedio ai danni provocati dall'incuria su opere e territorio è assai più costoso che prevenire tali danni. La seconda è che il Governo e questa maggioranza hanno ben chiaro che la prevenzione è l'investimento migliore e più remunerativo che possiamo mettere in atto.
Sotto il primo profilo, cioè per l'emergenza Genova, mi limiterò a descrivere per sommi capi lo sforzo immane di energie e risorse che questo Governo, a partire dal 14 agosto, ha dovuto compiere. Il 15 agosto il Presidente del Consiglio, recatosi immediatamente a Genova insieme al vice premier Di Maio e al ministro Toninelli (io ero presente) ha annunciato il primo stanziamento di cinque milioni di euro per far fronte alle necessità più urgenti, divenuti oltre 33 con il Consiglio dei Ministri del 18 agosto ed aumentati dal decreto che ci accingiamo a convertire di ulteriori nove milioni per il 2018 e 11 milioni per il 2019. Il 20 agosto Genova già poteva contare, oltre che sui primi stanziamenti economici, anche sullo strumento giuridico con cui il commissario delegato all'emergenza ha potuto operare per tentare di garantire la ripresa delle normali condizioni di vita dei genovesi. Il 28 settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto di cui discutiamo oggi, che ha previsto la nomina del commissario straordinario per la ricostruzione. Nell'ultimo mese in Parlamento, insieme ai miei colleghi, abbiamo lavorato incessantemente, senza conferenze stampa o proclami, ma in silenzio e a testa bassa - come piace a noi genovesi - ascoltando minuziosamente tutti i soggetti coinvolti, che hanno dato consigli e anche fatto critiche utili a migliorare questo decreto. Grazie a questi sforzi, il commissario per la ricostruzione potrà operare velocemente in deroga ad ogni disposizione di legge (salvo quella penale e al codice antimafia), coadiuvato da una struttura per la quale è stata autorizzata la spesa di 1,5 milioni per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020.
Ho sentito i colleghi del PD lamentarsi del fatto che Autostrade non potrà ricostruire. Per noi il concessionario del tratto autostradale, in quanto responsabile del mantenimento in sicurezza dell'infrastruttura crollata - e con ogni probabilità responsabile anche del crollo - non sarà il soggetto incaricato della ricostruzione (Applausi dal Gruppo M5S), pur dovendo far fronte alle spese di ricostruzione. In caso di mancato o ritardato pagamento, il commissario individuerà un soggetto che anticiperà le somme a fronte della cessione del credito, garantita con uno stanziamento di 30 milioni annui dall'anno 2018 all'anno 2029. Più di 72 milioni di euro verranno assegnati alle famiglie degli sfollati; più di 15 milioni di euro sono stanziati per assumere personale a supporto dell'emergenza negli enti locali, nell'Autorità di sistema portuale, negli uffici giudiziari, nell'Agenzia delle dogane e nella Direzione marittima; 55 milioni verranno impiegati a supporto delle imprese, le quali potranno beneficiare della semplificazione amministrativa prevista dalla zona logistica semplificata, nonché degli sgravi introdotti dall'istituzione della zona franca urbana. Sono inoltre previsti 30 milioni per sostenere i lavoratori dipendenti e autonomi; a sostegno del trasporto pubblico locale sono stanziati più di 43 milioni, oltre a 20 milioni per il rinnovo del parco mezzi, con priorità per quelli a propulsione elettrica, ibrida e a idrogeno; 20 milioni sono stanziati per gli indennizzi agli autotrasportatori. Si prevede inoltre la progettazione e la realizzazione di infrastrutture di alta automazione per garantire l'ottimizzazione dei flussi veicolari in ingresso e in uscita dal porto, con autorizzazione alla spesa di 30 milioni; 45 milioni vengono stanziati affinché il porto di Genova non perda i suoi traffici e per incentivare il trasporto delle merci su rotaia (il cosiddetto ferrobonus).
Ma lo vedete quante energie e quante risorse il Governo e questa maggioranza hanno profuso? In tutto nei prossimi tre anni Genova potrà contare su più di 700 milioni per tentare di non scivolare nel declino che il crollo del Morandi potrebbe provocare.
Il decreto-legge in questione, tuttavia, non si limita a fare tutto quanto è possibile per Genova, ma dimostra che questo Governo intende invertire la tendenza in fatto di prevenzione e sicurezza. Il decreto-legge infatti sancisce finalmente che, entro dodici mesi, tutte le concessionarie autostradali debbano verificare e mettere in sicurezza le infrastrutture viarie loro affidate, senza poter aumentare le tariffe. (Applausi dal Gruppo M5S).
Di straordinaria importanza è poi l'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, che avrà il compito di controllare e verificare quello che i concessionari faranno, garantendo così la sicurezza delle nostre infrastrutture; per fare ciò, potrà assumere più di 209 dipendenti, con uno stanziamento di 36 milioni. Con il decreto-legge in conversione, inoltre, viene istituito l'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche in cui confluiranno tutti i dati tecnici, amministrativi, di gestione e di efficienza di ponti, viadotti, cavalcavia (sia stradali che ferroviari), porti, aeroporti, dighe, gallerie, infrastrutture ed edifici pubblici. Sempre nell'ottica della prevenzione, viene poi progettata la realizzazione di un sistema di monitoraggio dinamico, con uno stanziamento di 15 milioni. Si prevede infine un piano di monitoraggio e conservazione dei beni culturali, con stanziamento di altri 20 milioni. Per realizzare tali obiettivi, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è autorizzato ad assumere a tempo indeterminato, nel 2019, 200 unità di personale, prevalentemente tecnico, con uno stanziamento di più 7 milioni annui a decorrere dal 2019.
Lo sforzo economico messo in campo è enorme e il cambio di passo è evidente: da una cultura dell'emergenza finalmente si tenta di passare a una cultura della prevenzione. Per tutti questi motivi il mio giudizio non può che essere positivo. Per questi motivi voterò a favore della conversione del decreto-legge, con la convinzione di contribuire, oltre che a porre rimedio ai danni provocati alla mia città, anche allo sforzo di riedificare uno Stato dalle rovine materiali e morali che ci avete lasciato. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Congratulazioni).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.
Poiché i relatori non intendono intervenire in sede di replica, ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.
RIXI, vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, innanzitutto ringrazio il Presidente della Commissione e i commissari per il lavoro svolto. Sappiamo che questo disegno di legge di conversione deve essere approvato in tempi rapidi sicuramente per l'operazione di ricostruzione sia nel Centro Italia che per il post-terremoto di Ischia, ma anche e soprattutto per la prima parte - di cui mi sono occupato direttamente - che riguarda il crollo del ponte Morandi a Genova. Oggi sono trascorsi esattamente tre mesi dalla data di quel tragico evento.
Alcune cose che sono state dette in quest'Aula vanno chiarite: in questi tre mesi il Governo non è stato fermo: un giorno e mezzo dopo il crollo il Governo aveva già messo disposizione del commissario delegato cinque milioni di euro. Altri 28,5 milioni di euro sono stati messi a disposizione il 18 agosto. Con queste prime somme sono state riaperte tre linee ferroviarie (due delle quali erano parzialmente crollate a seguito dell'evento), è stata riaperta una viabilità sotto il viadotto, è stata aperta ex novo una viabilità portuale, è stato anticipato un cantiere di collegamento tra l'uscita autostradale di Genova Aeroporto e Genova Ovest, che doveva terminare a giugno o luglio del prossimo anno e invece verrà terminato a novembre di quest'anno per le prime due corsie e il resto verrà realizzato entro febbraio del 2019.
Questo per dire che in realtà, oltre ad aver dato la possibilità agli sfollati di poter tornare, in sicurezza, a prendere i propri beni all'interno delle case, anche per questa operazione, non solo tecnicamente difficile ma anche chiaramente onerosa, il Governo ha proceduto a coprire integralmente i costi. Lo dico perché ad onor del vero vi è stata grande collaborazione con le amministrazioni locali, con il commissario delegato per l'emergenza - il presidente Toti - e con chi è indicato per la demolizione e ricostruzione del viadotto, il commissario Marco Bucci oggi sindaco di Genova. È chiaro che sappiamo come i procedimenti legislativi siano complessi e come l'azione svolta al momento dell'esame del disegno di legge di conversione alla Camera, dopo l'audizione su Genova avvenuta alla presenza dei commissari vostri colleghi alcune settimane dopo la tragedia, abbia contribuito a incrementare gli strumenti previsti nel decreto, che vanno integrati, poi, con quanto stabilito nella manovra che prevede ulteriori risorse stanziate per l'evento e che porterà ad un ammontare complessivo di oltre un miliardo di euro per l'area genovese e ligure e soprattutto per la capacità logistica del primo scalo italiano.
Quindi non si tratta di un decreto che non stabilisce delle misure: è un decreto che, per chi come me è di quel territorio e ne conosce ogni strada e ogni evento catastrofico, dà molte più risorse e in tempi molto più celeri rispetto a quanto avvenuto in occasione delle ultime due alluvioni che hanno sconvolto la città di Genova.
Detto questo, si poteva far meglio? Sì, si può sempre far meglio e si può sempre migliorare. Credo però che il benaltrismo non aiuti a risollevare la situazione di una città che ancora vive il disagio profondo di essere tagliata in due e di una catena logistica e industriale italiana del Nord-Ovest che ha grandissime problematiche quando il primo scalo del Paese va in forte sofferenza.
Quindi credo che se nella giornata di oggi - o domani mattina - il Senato della Repubblica contribuirà con la sua azione a convertire in legge questo decreto darà un aiuto concreto alla città, alle aziende, ai lavoratori che aspettano delle risposte con la cassa integrazione in deroga e a tutte quelle realtà che in questi mesi, seppure con sofferenza, non si sono fermate e hanno continuato a operare a Genova portando avanti importanti pezzi della ricostruzione, che non inizierà domani perché è iniziata ieri. Domani noi contribuiremo, se convertiremo in legge questo decreto, a dare gli strumenti al commissario straordinario per poter immediatamente procedere all'assegnazione dei progetti e all'assegnazione del cantiere.
Questo è lo scopo del decreto che non è l'unica soluzione di fronte a un problema che ha sconvolto il sistema logistico italiano ma è uno degli strumenti che noi mettiamo a disposizione per riuscire a risollevare rapidamente l'economia di una parte importante di questo Paese.
Questi sono dunque i temi che oggi andiamo ad affrontare e io mi auguro che questo decreto-legge possa uscire con il più grande consenso delle forze politiche. Non è un decreto ideologico, chiuso e preconfezionato a livello governativo: si tratta di un provvedimento che è cresciuto ed è stato migliorato con la consultazione delle categorie e dei territori, con il coinvolgimento delle amministrazioni e di questo credo che vada dato atto, non solo al Governo, ma anche alle Commissioni parlamentari, che hanno fatto un lavoro cospicuo.
Credo che oggi sia necessario chiarire questo punto, così come ritengo che con il voto e con quanto ci apprestiamo a decidere nelle prossime ore si possa dare un contributo importante ed effettivo sui tempi e sui modi della ricostruzione, che non sono incerti, come dice qualcuno, ma attendono una risposta da questa Camera, affinché si possano avere gli strumenti necessari a far partire finalmente i lavori di demolizione e di costruzione del viadotto. Senza questo via libera, infatti, è impossibile per qualsiasi commissario fare qualsiasi tipo di intervento, non essendo oggi nelle condizioni e nei pieni poteri di potersi muovere.
Per questo sono convinto che il senso di responsabilità che contraddistingue la Camera alta debba essere legato anche ad un'azione di concretezza e di rapidità nello svolgere un ruolo che in questo momento è fondamentale per rilasciare un territorio come quello di Genova, della Liguria e dell'intero Nord-Ovest del Paese. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
PRESIDENTE. Ringrazio il vice ministro Rixi.
Normalmente il rappresentante del Governo che interviene in replica alla discussione generale sarebbe uno, ma in questo caso c'è la richiesta, che accettiamo ben volentieri, del sottosegretario Crimi.
Pertanto, ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, senatore Crimi.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La ringrazio, signor Presidente.
Avendo seguito la seconda parte della discussione del decreto-legge, come hanno fatto anche i due relatori, ci tenevo a ringraziare innanzitutto i colleghi tutti, di opposizione e di maggioranza. Ringrazio anche i relatori, ma in particolare tutte le forze e tutti gli operatori impegnati nel soccorso e nella sicurezza dopo la tragedia del ponte Morandi, ma non solo: sono le persone alle quali deve andare il nostro principale ringraziamento.
Vorrei cominciare col dire che in questo provvedimento non ci sono solo i due articoli che sono stati oggetto di dibattito negli ultimi mesi (gli articoli 25 e 41), sui quali comunque non mi sottrarrò nella risposta; questo decreto-legge è composto da 46 articoli e forse è giusto fare un'operazione verità per raccontare a chi segue i nostri lavori cosa è contenuto al suo interno.
Oltre a tutte le misure a sostegno di Genova elencate adesso dal collega Rixi, è prevista sempre su Genova - ma non solo per Genova - l'assunzione straordinaria di 50 unità al Ministero della giustizia: parliamo del distretto di Genova, ma si tratta comunque di 50 nuove unità presso il Ministero della giustizia. La stessa cosa vale per l'Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Con l'assegnazione del compito di Commissario straordinario a Ferrovie è stata sbloccata la situazione del ponte ferroviario a San Michele sull'Adda di Paderno d'Adda, un collegamento importante.
È prevista, ancora, la nomina di un Commissario straordinario per il terremoto di Ischia, che potrà vigilare e coordinare le operazioni di ricostruzione al fine di ridurre i rischi sismici, idrogeologici e occuparsi della tutela paesaggistica. Dopo questi interventi 1.000 edifici saranno più sicuri: questo è il dato di fatto.
C'è poi l'accertamento e il recupero delle risorse per il piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici per rimodulare la destinazione delle scuole entro il 2018, quindi la messa in sicurezza delle scuole.
Vi è la semplificazione delle procedure per il sisma del Centro Italia. Parliamoci chiaro: oggi ci sono alcune Regioni del Centro Italia nelle quali è consentito, dalle relative leggi, di poter richiedere un ampliamento della volumetria; è consentito dalle leggi regionali. Un terremotato cosa deve fare, allora? Deve fare richiesta di contributo e ricostruire la propria casa crollata; successivamente, la legge regionale consente di fare una richiesta di aumento della volumetria, quindi dopo deve intervenire per fare l'aumento di volumetria. Noi abbiamo stabilito che queste due domande siano fatte contemporaneamente. Questo è quanto è stato fatto: ciò che è consentito dalla legge regionale si fa contestualmente alla domanda del contributo per la ricostruzione.
Si dà, poi, un contributo di 2 milioni di euro per la riapertura del viadotto Sente, altra struttura bloccata.
Vi è lo sblocco delle risorse per gli interventi di messa in sicurezza dell'autostrada dei parchi A24-A25, anticipando subito 250 milioni di euro.
Si stanziano 9 milioni di euro per ciascuno dei tre anni successivi per la progettazione delle scuole innovative e dei poli dell'infanzia.
È stato introdotto, con l'articolo 44, il trattamento di integrazione salariale per le imprese in crisi, che ha reso possibile salvaguardare il reddito dei lavoratori delle imprese che sono in crisi, che stanno cessando l'attività o che hanno concrete prospettive di cederla a breve ad altri soggetti.
Infine, mi soffermo sugli articoli tanto dibattuti in questi giorni, come l'articolo 25 sul condono di Ischia. L'articolo 25, per chi lo legge con onestà intellettuale, si occupa semplicemente delle procedure di richiesta di condono già avviate, inevase da trentatré, da ventiquattro e da quindici anni, solo per le case danneggiate dal terremoto; solo ed esclusivamente per quelle case danneggiate dal terremoto e non per Ischia: è giusto che sia chiaro che non c'è alcun nuovo condono. Prima di poter intervenire con qualunque contributo a un'eventuale ricostruzione, deve essere chiarito se quelle abitazioni per le quali sono state presentate domande legittime avevano diritto o no a un'esitazione positiva della richiesta che era stata fatta quindici, ventiquattro o trentatré anni prima. Questo è quello che fa questo decreto-legge, dando sei mesi di tempo per avviare queste procedure. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
In conclusione, sull'articolo 41, ci sono voluti trent'anni perché un Governo finalmente (evidenzio questa parola: finalmente), sebbene per una fase transitoria, mettesse un limite allo spandimento dei fanghi. Era dovuto intervenire un giudice, proprio perché non c'era un limite. Quindi di cosa stiamo parlando? Vi era l'assenza di limiti; un giudice interviene adottando un criterio che non è corretto, ma che era semplicemente l'unico strumento a disposizione in quel momento per poter dare una misurazione, in quanto non aveva fatto delle valutazioni tecniche; ora questo Governo mette un limite che prima non c'era. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Il limite era stato posto qualche mese fa da un giudice.
MARGIOTTA (PD). Non è così!
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Su questo c'è l'impegno del Governo a rivedere in maniera organica tutta la normativa, non solo sui fanghi, ma anche sui gessi di defecazione, che sono un derivato dei fanghi. I fanghi di depurazione esistono, perché tutti noi beneficiamo della depurazione, quindi devono essere gestiti. Questa è una cosa di cui dobbiamo prendere atto tutti; è una soluzione per la situazione di emergenza che si era venuta a creare a seguito di quella sentenza, perché la sentenza è intervenuta in maniera pesante, creando una situazione immediata di emergenza. (Commenti della senatrice Bellanova). Questa era l'unica soluzione possibile nell'attuale fase di emergenza, nell'attesa di intervenire con una revisione organica di tutta la normativa. L'invito che rivolgo a tutti quelli che in questi giorni si sono lamentati dell'articolo 41 è di impegnarsi nella revisione che il Ministero dell'ambiente sta avviando: date il vostro contributo nella direzione di garantire il miglior benessere per questo Paese. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
GARNERO SANTANCHE' (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GARNERO SANTANCHE' (FdI). Signor Presidente, naturalmente nel mio intervento non c'è niente di personale, ma oggi credo che tutti abbiamo preso coscienza del perché questo è il Governo del cambiamento.
C'è proprio la rappresentazione fisica del Governo del cambiamento, perché ci eravamo abituati in Aula, sia alla Camera che al Senato, al fatto che dopo la discussione replicassero un esponente della maggioranza e uno del Governo. Invece, con il Governo del cambiamento, abbiamo due esponenti che intervengono come Governo. Grazie per questa illuminazione che da oggi ho compreso. (Applausi dei senatori Bellanova e Margiotta).
PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 16.
(La seduta, sospesa alle ore 13,56, è ripresa alle ore 16,06).
Presidenza del vice presidente ROSSOMANDO
Comunico che sono pervenuti alla Presidenza - e sono in distribuzione - i pareri espressi dalla 1a Commissione e dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verranno pubblicati in allegato al Resoconto della seduta odierna.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.
Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire, nel testo comprendente le modificazioni apportate dalla Camera dei deputati.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1.
SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Invito i relatori e il rappresentante del Governo a esprimersi anche sugli ordini del giorno riferiti all'articolo 1.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, l'ordine del giorno G1.100 sembra sia stato ritirato. Esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G1.101, G1.102, G1.103 e G1.104.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.3, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.4, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «e per».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.5.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.6, presentato dal senatore Schifani, identico all'emendamento 1.7, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.8, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.9, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.10, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, fino alle parole «da abbattere».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.11.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.12, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.13, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.14, presentato dal senatore Schifani.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.15, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.15, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.16, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.16, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.17, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
MARGIOTTA (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.17, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.18, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.18, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.19, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.19, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.20, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.20, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.21, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.22, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.23, presentato dalla senatrice Papatheu, identico all'emendamento 1.24, presentato dal senatore Schifani.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.25, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.25, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1.26, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.26, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.27, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.28, presentato dai senatori Schifani e Gallone, identico all'emendamento 1.29, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Stante l'assenza del proponente, l'ordine del giorno G1.100 è decaduto.
Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G1.101, G1.102, G1.103 e G1.104 non verranno posti ai voti.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.0.1, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1-bis del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, ritiro l'emendamento1-bis.1.
PRESIDENTE. I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.
Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti. Esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G1-bis.100 di cui credo ci sia anche un testo 2...
PRESIDENTE. La prego di far pervenire alla Presidenza il testo 2 dell'ordine del giorno.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
Con riferimento all'ordine del giorno G1-bis.100, io ho il testo presente nel fascicolo, non ho un testo 2 e confermo il parere favorevole sull'ordine del giorno.
PRESIDENTE. L'emendamento 1-bis.1 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento 1-bis.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
VATTUONE (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1-bis.2, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1-bis.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1-bis.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 1-bis.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINOTTI (PD). Signor Presidente, intervengo perché in queste settimane, soprattutto in Commissione, chi ha partecipato ai lavori si è impratichito su delle zone: si parla della zona rossa e si è parlato della zona arancione. La zona rossa è quella immediatamente colpita dal fenomeno, ma chiunque abbia un'idea di Genova sa che quel crollo è stata una ferita che ha riguardato tutta la città. Divide sulla traiettoria Ovest-Est ma anche Nord-Sud e via Walter Fillak, che è quella via che unisce Sampierdarena e Certosa, è di fatto bloccata e quello che era un percorso normale, cioè poter attraversare una via per arrivare da un quartiere all'altro, è fermo. Certosa, ad esempio, è una zona dove ci sono moltissimi esercizi commerciali, era anche pedonalizzata per questo, ebbene come potete immaginare questi esercizi stanno avendo un tracollo. È stata fatta una prima stima: una perdita di 422 milioni nei tre mesi in cui c'è stato il blocco di ponte. Questo ha riguardato tutte le attività, ma quello che sta pagando di più è, in particolare, il settore del commercio. Questo emendamento, quindi, si propone di dare un sostegno economico non soltanto, come è stato giusto fare, agli sfollati della zona rossa, ma anche alla zona arancione. È assolutamente essenziale. Pensate che abbiamo tenuto un'assemblea in Valpolcevera per sentire le varie esigenze e un lavoratore ci ha raccontato come lui, di fatto, essendo impiegato in un'attività di materiali edili che ha chiuso, si trova senza lavoro. Vi rappresento questo per dirvi qual è l'urgenza che anche la zona arancione venga considerata. Gli sfollati stessi, che hanno partecipato a questa assemblea, hanno detto che nel decreto hanno trovato rispondenza su molte cose ma che si preoccupano perché sta morendo tutto il tessuto dentro il quale sono vissuti.
Vi chiedo quindi veramente di cercare di votare a favore di questo emendamento, perché non è una richiesta solo del PD, ma di tutta la comunità genovese. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1-bis.4, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno G1-bis.100.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole all'accoglimento dell'ordine del giorno, nel testo come riportato alle pagine 19 e 20 del fascicolo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, accolgo, a nome del Governo, l'ordine del giorno G1-bis.100.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1-bis.100 non verrà posto ai voti.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 1-ter del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, l'ordine del giorno G1-ter.104 non fa altro che chiedere che si completi l'opera del terzo valico. Esso ieri è stato bocciato in Commissione, con mia meraviglia, perché il parere è stato dato dal vice ministro Rixi. Guardo lui e guardo il ministro Toninelli; esprimo tutta la mia solidarietà al vice ministro Rixi, perché so che su questo ordine del giorno la pensa come noi: lo ha detto più volte, anche in interviste. Lo stesso vice presidente Salvini ha detto che le opere iniziate si concludono. Ma qui il vice ministro Rixi è costretto a dare parere negativo (salvo che non lo voglia cambiare, cosa di cui sarei felice), anche se si tratta semplicemente di un ordine del giorno e quindi non c'è l'argomento della navetta.
L'ordine del giorno dice: la vogliamo completare un'opera già iniziata al 40 per cento oppure no? E non se ne vengano con il mantra dell'analisi costi-benefici, per due motivi. In primo luogo perché, nel caso di un'opera già iniziata al 40 per cento, neppure uno scienziato pazzo riuscirebbe a dimostrare che il beneficio di non concluderla è maggiore di quello che invece ci sarebbe portandola avanti. Inoltre perché l'analisi costi-benefici (l'ho detto oggi e lo ripeto), oltre a essere uno strumento che abbiamo da vent'anni e che non ha inventato questo Governo, porta a una decisione totalmente politica. Il costo iniziale, ma soprattutto quello finale, è un numero. Il beneficio invece non è un numero, il beneficio non è solo economicista, ma viene valutato sulla base della propria sensibilità culturale. Ad esempio, per un Governo fare un campetto di calcio in un piccolissimo paese è uno spreco, mentre per un altro spendere soldi per l'integrazione degli immigrati è invece una cosa vantaggiosa. Ho fatto questi esempi solo per dire che ha ragione l'esperto che avete nominato, che dice che essi faranno le loro valutazioni, ma che alla fine deciderà la politica. Allora, la politica, che è qui nelle sue massime espressioni con il Ministro dei trasporti, ci può dire se il terzo valico lo volete fare oppure no? Ne prenderemo atto. Ci vuole un po' di serietà e di assunzione di responsabilità. L'ordine del giorno dice solo: lo vogliamo fare? Votando "no", come avete fatto in Commissione, l'espressione politica che date su questa questione è a mio parere devastante (Applausi dal Gruppo PD), negativa per il nostro Paese, negativa per gli operai e negativa per tutte le persone che iniziano a cogliere bene quanto dannosa sia quest'esperienza giallo-verde. Altro che cambiamento, signor Presidente. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.
Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 1-ter.1.
Esprimo parere contrario sugli ordini del giorno G1-ter.100 e G1-ter.104.
Esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G1-ter.101, G1-ter.102, G1-ter.103 e G1-ter.105.
Esprimo parere contrario sugli emendamenti aggiuntivi 1-ter.0.1 e 1-ter.0.2.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 1-ter.1.
Esprimo parere contrario sugli ordini del giorno G1-ter.100 e G1-ter.104.
Accolgo gli ordini del giorno G1-ter.101 e G1-ter.105.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno identici G1-ter.102 e G1-ter.103, sono accolti a condizione che vengano riformulati aggiungendo, dopo le parole: «2019», le altre: «o nel primo provvedimento utile,».
Esprimo parere contrario sugli emendamenti aggiuntivi 1-ter.0.1 e 1-ter.0.2.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1-ter.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
MARGIOTTA (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1-ter.1, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1-ter.100 presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1-ter.101 non verrà posto ai voti.
Chiedo ai proponenti se accolgono la proposta di riformulazione avanzata dal Governo sugli ordini del giorno identici G1-ter.102 e G1-ter.103.
NASTRI (FdI). Sì, Presidente, la accettiamo.
RUSPANDINI (FdI). Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G1-ter.102 (testo 2) e G1-ter.103 (testo 2) non verranno posti ai voti.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno G1-ter.104.
PINOTTI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINOTTI (PD). Signor Presidente, mi stupisco molto di questo parere contrario senza neanche un tentativo di modifica dell'ordine del giorno, perché forse il Governo poteva - per esempio - accettare almeno il primo impegno: «considerata la straordinarietà della situazione (...) sbloccare le risorse relative al V Lotto». Dico questo perché nelle dichiarazioni del Governo è stato detto che le risorse approvate dal CIPE a luglio ci sono ma, nonostante ciò, i messaggi che vengono dal Ministero, che dicono che si deve ancora valutare l'opera, hanno provocato una grandissima preoccupazione in tutti i lavoratori che in questo momento non sanno se il Terzo valico proseguirà o meno. Quindi, ciò mi colpisce. E come mai? C'è un tale imbarazzo nel Governo che, quando si parla di Terzo valico, non si accoglie neppure quella parte che si è detto già esserci? È grave. (Applausi dal Gruppo PD).
È grave, e qui mi ricollego alla città, perché chiunque conosca la città di Genova sa che il problema della circolazione non è soltanto conseguente al crollo del ponte Morandi. Chi percorreva quel ponte faceva spesso ore di coda per arrivare da ponente al porto, perché su quel ponte passavano i TIR; su quel ponte passava il traffico cittadino; su quel ponte passavano coloro che dovevano transitare da Genova e a Genova non si dovevano fermare.
Allora, per una grande città come Genova, per il più grande porto del Mediterraneo la cui vocazione è permettere di entrare e uscire, il futuro e lo sviluppo sono connessi a questo: non si può fare a meno di quest'opera. Davvero mi colpisce che sia stato dato parere contrario senza neppure provare a contrattare, a dire magari di considerare solo il V Lotto; il VI non è stato ancora finanziato e lo vedremo. Neppure questo. È veramente un bruttissimo segnale; un bruttissimo segnale anche per gli alleati del MoVimento 5 Stelle, e cioè la Lega, che stanno dicendo in città che a quest'opera sono favorevoli. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G1-ter.104, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G1-ter.105 non verrà posto ai voti.
Passiamo all'emendamento 1-ter.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1-ter.0.1, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alle parole «della viabilità».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1-ter.0.2.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2 ed esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G2.100, G2.101, G2.102, G2.103 e G2.104.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 2.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 2.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 2.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.5, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.6, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.7, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 2.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.8, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.9, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G2.100, G2.101, G2.102, G2.103 e G2.104 non verranno posti ai voti.
Passiamo all'emendamento 2.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
VATTUONE (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.0.1, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Onorevoli colleghi, in conformità a quanto già stabilito durante l'esame in sede referente, la Presidenza dichiara improponibili, ai sensi dell'articolo 97, comma 1, del Regolamento, gli emendamenti 4.11 e 4.201 (relativi alla sospensione IVA per tutte le aziende di autotrasporto), nonché la proposta 12.0.1 (in materia di esenzione per le ambulanze dal pedaggio autostradale), che recano disposizioni estranee all'oggetto del decreto-legge in esame.
Dichiara altresì inammissibili gli emendamenti 3.12 e 5.14, in quanto privi di portata modificativa, nonché la proposta 41.18, che reca una delega senza l'indicazione di principi e criteri direttivi.
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.1, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 3.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 3.2, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alla parola «danneggiati».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 3.3.
Passiamo all'emendamento 3.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.4, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 3.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.5, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 3.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.6, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.7, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 3.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, oltre a dichiarare il voto favorevole su questo emendamento, vorrei far notare alla Presidenza che è stato dichiarato inammissibile l'emendamento 3.12, il quale però era anche contenuto nell'emendamento 3.5, e quella parte non è stata dichiarata inammissibile; parte secondo cui tutte le misure fiscali e gli aiuti non sono da intendersi aiuti di Stato. Poiché è un problema che ci siamo già trovati con la vicenda di L'Aquila, con prudenza l'avevo inserito.
Al di là di questo, non metto in discussione l'inammissibilità, ma forse bisognava dichiarare inammissibile anche la lettera d) dell'emendamento 3.5. Lo faccio semplicemente notare alla Presidenza.
PRESIDENTE. Senatrice De Petris, ne prendiamo atto.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.8, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Saluto ad una rappresentanza di studenti
PRESIDENTE. Siamo lieti di salutare gli studenti dell'Istituto di istruzione superiore «Alfredo Panzini» di Senigallia, che assistono ai nostri lavori. (Applausi).
Ripresa della discussione del disegno di legge n. 909 (ore 16,53)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.9, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 3.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.10, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.11, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 3.12 è inammissibile.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4. Esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G4.100, G4.101 e G4.102. Quanto all'ordine del giorno G4.103, mi rimetto al parere del Governo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore su tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati.
Sull'ordine del giorno G4.103, si chiede di eliminare dal testo l'ultimo periodo della premessa: «i fondi stanziati nel decreto sono del tutto insufficienti ad affrontare lo stato emergenziale conseguente alla caduta del Ponte Morandi». Nel caso venga accolta tale riformulazione, il parere sull'ordine del giorno G4.103 è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
RUSPANDINI (FdI). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 4.3, presentato dal senatore Urso e da altri senatori, fino alle parole «le seguenti:».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 4.4 e 4.5.
Passiamo all'emendamento 4.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
GALLONE (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.6, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
RUSPANDINI (FdI). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.7, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.8, identico all'emendamento 4.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
SCHIFANI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.8, presentato dal senatore Schifani, identico all'emendamento 4.9, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.10, identico all'emendamento 4.200, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PAPATHEU (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.10, presentato dal senatore Schifani, identico all'emendamento 4.200, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Gli emendamenti 4.11 e 4.201 sono improponibili.
Passiamo all'emendamento 4.12, identico all'emendamento 4.202, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.12, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori, identico all'emendamento 4.202, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.13, identico all'emendamento 4.203, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
SCHIFANI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.13, presentato dal senatore Schifani, identico all'emendamento 4.203, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.16, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
MARGIOTTA (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.16, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.14, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.14, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.15, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.15, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.17, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
TOFFANIN (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.17, presentato dai senatori Toffanin e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stati accolti da Governo, gli ordini del giorno G4.100, G4.101 e G4.102 non verranno posti ai voti.
Chiedo ai proponenti se accolgono la proposta di riformulazione avanzata dal Governo dell'ordine del giorno G4.103.
RUSPANDINI (FdI). Sì, Presidente, accettiamo la riformulazione proposta.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4.103 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Passiamo all'emendamento 4.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
RUSPANDINI (FdI). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.1, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.0.200, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.200, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.2, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 4-bis del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo. Per quanto concerne l'ordine del giorno G4-bis.100, mi rimetto al Governo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore per quanto concerne gli emendamenti. Accoglie l'ordine del giorno G4-bis.100 previa riformulazione, premettendo all'impegno al Governo la locuzione «a valutare l'opportunità di».
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4-bis.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
VATTUONE (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-bis.1, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-bis.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
MARGIOTTA (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-bis.2, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-bis.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
MARGIOTTA (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-bis.3, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-bis.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
VATTUONE (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-bis.4, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-bis.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 4-bis.6, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alle parole «scopo di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 4-bis.7.
Senatore Margiotta, accoglie la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno G4.bis.100?
MARGIOTTA (PD). Sì, Presidente, l'accolgo.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G4-bis.100 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 4-ter del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno riferiti all'articolo 4-ter del decreto-legge.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4-ter.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-ter.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-ter.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 4-ter.2, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alle parole «ventiquattro mesi».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 4-ter.3 e 4-ter.4.
Passiamo all'emendamento 4-ter.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
VATTUONE (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-ter.5, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-ter.6, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-ter.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-ter.7, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-ter.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-ter.8, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-ter.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
RUSPANDINI (FdI). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4-ter.9, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G4-ter.100, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G4-ter.101, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 4-ter.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 4-ter.0.1, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alle parole «di estendere».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 4-ter.0.2.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4-ter.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINOTTI (PD). Signor Presidente, stiamo votando una serie di emendamenti presentati dal Partito Democratico che riguardano il sostegno ai lavoratori che, a seguito del crollo del ponte Morandi, stanno vivendo una situazione di estrema difficoltà. Mi riferisco sia ai lavoratori che hanno diritto alla cassa integrazione in deroga, sia a quelli per cui sono necessari altri tipi di supporti perché non sono coperti da questo ammortizzatore sociale.
L'intervento che è stato proposto dal Governo in tal senso è insufficiente dal punto di vista economico e anche con riferimento ai tempi. Questa mattina si è svolta la discussione generale, durante la quale, a un certo punto, è sembrato che il tema del provvedimento fosse il PD, nel senso che in molti interventi è stato detto: «e allora il PD?». Ad ogni modo, a parte questo, ho sentito molti senatori dire che faranno presto e bene. Guardate, colleghi, che la previsione della cassa integrazione fino al 2018 vorrebbe dire che si pensa che, alla fine di quest'anno, la situazione sarà a posto. Purtroppo - e lo dico con la morte nel cuore - non sarà così e, tra l'altro, per molto tempo. Quando un Governo adotta un decreto-legge lo fa perché ci sono delle situazioni urgenti e, di conseguenza, il provvedimento entra immediatamente in vigore. Come mai, da quando è stato adottato questo decreto-legge, sventolato il 14 settembre, ma poi pubblicato il 28, non è successo nulla? Ciò è accaduto perché il decreto-legge era scritto così male che si sono dovute fare 77 modifiche - alcuni miglioramenti, ma anche alcuni cambiamenti in toto - perché, altrimenti, con la versione originaria, sulla parte del ponte che è crollato non potrebbe intervenire nessuno. (Applausi dal Gruppo PD).
Allora, per favore, non diciamo che le lentezze sono dovute all'opposizione che fa ostruzionismo. Qui nessuno ha fatto ostruzionismo, ma - anzi - abbiamo cercato di migliorare il testo. I tempi lunghi sono tutta responsabilità del Governo. (Applausi dal Gruppo PD). Per i lavoratori che soffriranno anche di questi tempi lunghi, che sono vostra responsabilità, noi chiediamo che ci siano più risorse e più tempo per reperirle. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 4-ter.0.3, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alle parole «dicembre 2020».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 4-ter.0.4 e 4-ter.0.5.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 5 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
BERUTTI (FI-BP). Signor Presidente, gli emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 5 hanno una logica e nascono da una richiesta che la Provincia di Alessandria ha rivolto al Ministro, che non vedo, circa due mesi fa, subito dopo i tragici eventi del ponte Morandi, in quanto tutta la rete stradale della provincia di Alessandria è sottoposta ad un aumento del traffico. Come voi sapete infatti la Liguria e Genova, in particolare, sono spaccate in due.
Pertanto gli emendamenti 5.30 e il successivo 5.31 chiedono che alla Provincia vengano trasferite risorse in quanto ci avviamo verso una stagione particolarmente delicata dal punto di vista dalla manutenzione delle strade e del loro degrado. Inevitabilmente infatti l'aumento massiccio di mezzi pesanti oltre che di automobili crea problemi.
L'emendamento 5.37 pone inoltre una questione in quanto un Comune, all'intero dell'entroterra tra la Liguria e la Provincia di Alessandria, ha una problematica legata al ponte Vocemola, assegnato al Comune di Arquata Scrivia. Si richiede un intervento straordinario in quanto ci sono problemi legati all'adeguamento sismico e idraulico.
Si tratta di questioni che, a mio avviso, meritano attenzione e non vanno sottovalutate. Si può discutere negli anni della questione, ma, come credo voi sappiate, le Province sono già in estrema difficoltà. Qui c'è un'emergenza perché la Provincia non poteva prevedere questo tipo di problema. Pertanto, da una parte, si chiede di intervenire a livello finanziario e, dall'altra, di porre la questione in capo ad ANAS. Lasciamo ciò alla vostra valutazione, ma credo che la problematica non possa essere sottovalutata.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, sono disponibile a ritirare l'emendamento 5.0.2, che riguarda l'Osservatorio civico sulla ricostruzione per la partecipazione attiva dei cittadini coinvolti, e trasformarlo in ordine del giorno.
Vorrei avere una risposta in merito da parte dei relatori e del rappresentante del Governo.
PRESIDENTE. Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 5.
Esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G5.100, G5.101, G5.102 e G5.104. Mi rimetto al Governo sull'ordine del giorno G5.103.
PRESIDENTE. Prima di procedere, ricordo che la senatrice De Petris, illustrando l'emendamento 5.0.2, ha fatto presente che sarebbe disponibile a trasformarlo in ordine del giorno.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, mi rimetto al Governo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello dei relatori.
In merito all'emendamento 5.0.2 della senatrice De Petris, se la presentatrice vuole trasformarlo in ordine del giorno potrebbe essere valutato positivamente, ovviamente con la formula: «a valutare l'opportunità allo scopo di incentivare». In merito all'emendamento 5.37 del senatore Berutti 5.37, invitiamo il presentatore a trasformarlo in ordine del giorno con la dizione: «a valutare l'opportunità, nel primo provvedimento utile, al fine di consentire il completamento dell'adeguamento sismico e idraulico del ponte Vocemola e di assegnare al Comune di Arquata Scrivia un contributo straordinario», senza indicare l'importo. In tal caso, l'ordine del giorno potrebbe essere accolto.
PRESIDENTE. Senatore Berutti, accoglie l'invito alla trasformazione in ordine del giorno dell'emendamento 5.37?
BERUTTI (FI-BP). Sì, signor Presidente.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G5.103 se riformulato nel modo seguente: aggiungere immediatamente dopo le parole «nell'ambito della manovra economica per il triennio 2019-2021» le seguenti: «o nel primo provvedimento utile», lasciando invariato quanto segue. Esprimo parere favorevole sull'ordine del giorno G5.104.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.1, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «per l'anno 2019».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 5.3.
Passiamo all'emendamento 5.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.4, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.5, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.6, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alla parola «euro».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 5.7.
Passiamo all'emendamento 5.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.8, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.9, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.10, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.11, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.12, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
RUSPANDINI (FdI). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.12, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.13, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 5.14 è inammissibile.
Passiamo all'emendamento 5.15, identico all'emendamento 5.18, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
CRIMI,sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei chiedere alla senatrice De Petris, se è disponibile, di ritirare l'emendamento 5.15, identico all'emendamento 5.18, e di trasformarlo in un ordine del giorno (in quanto era intenzione del Governo sollecitare questo tipo di intervento) che reciterebbe così: «sollecitare la Regione Liguria affinché valuti l'opportunità di realizzare un piano di rilevamento». In questo caso, il Governo è disponibile ad accoglierlo.
PRESIDENTE. Senatrice De Petris, accoglie l'invito del Governo?
DE PETRIS (Misto-LeU). Sì.
PRESIDENTE. Invito i relatori a pronunziarsi sull'ordine del giorno G5.15.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G5.15 non verrà posto ai voti.
L'emendamento 5.18 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento 5.16, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.16, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.17, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.17, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.19, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.19, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.20, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.20, presentato dal senatore Schifani, fino alle parole «agosto 2018».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 5.21, 5.22 e 5.23.
Passiamo all'emendamento 5.32, identico all'emendamento 5.24, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.32, presentato dal senatore Schifani, identico all'emendamento 5.24, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 5.33, identico all'emendamento 5.25, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.33, presentato dal senatore Schifani, identico all'emendamento 5.25, presentato dalla senatrice Papatheu, fino alle parole «l'emergenza è demandata».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 5.34, 5.26, 5.35 e 5.27.
Passiamo all'emendamento 5.28, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.28, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «Al fine di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 5.29, 5.30 e 5.36.
L'emendamento 5.37 è stato trasformato nell'ordine del giorno G5.37 che, essendo stato accolto dal Governo, non verrà posto ai voti.
Passiamo all'emendamento 5.31, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BERUTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.31, presentato dai senatori Berutti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G5.100, G5.101 e G5.102 non verranno posti ai voti.
Senatore Bruzzone, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G5.103?
BRUZZONE (L-SP-PSd'Az). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G5.103 (testo 2) e G5. 104 non verranno posti ai voti.
L'emendamento 5.0.2 è stato trasformato nell'ordine del giorno G5.0.2 che, essendo stato accolto dal Governo, non verrà posto ai voti.
Passiamo all'emendamento 5.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
MARGIOTTA (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.0.3, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, fino alle parole «Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 5.0.4.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, lo ritiro.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
BIASOTTI (FI-BP). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 5.0.5, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni, fino alle parole «Al fine».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 5.0.6.
Passiamo all'emendamento 5.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.0.7.
D'ARIENZO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
D'ARIENZO (PD). Signor Presidente, l'emendamento in questione si riferisce a una parte delle grandi infrastrutture che interessano la realtà genovese, in particolare il Terzo Valico dei Giovi. Noi poniamo l'attenzione su questa infrastruttura, perché non condividiamo nella maniera più assoluta quanto l'analisi dei costi e dei benefici sta apportando in qualità di danno nei confronti di quella città.
Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 17,35)
(Segue D'ARIENZO). Bloccare quella infrastruttura significa bloccare un'attività, quella portuale, quella aeroportuale, quella del futuro della città, che potrebbe incidere molto negativamente sullo sviluppo e sulla crescita. Quindi noi poniamo all'attenzione dell'Assemblea la necessità che si prosegua nella progettazione e nella parte esecutiva del Terzo Valico, perché lo riteniamo parte fondamentale per la crescita della Liguria e di Genova in particolare. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.7, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 5.0.8, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 6.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.0.1, identico all'emendamento 6.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6.0.1, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, identico all'emendamento 6.0.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 6-bis del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6-bis.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 6-bis.1, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 7 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 7, compreso l'emendamento aggiuntivo 7.0.1, e sull'ordine del giorno G7.102.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno G7.100 e G7.101 mi rimetto al parere del Governo.
Esprimo altresì parere favorevole sugli ordini del giorno G7.103 e G7.104.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno G7.100, esprimo parere favorevole previa la seguente riformulazione: dopo le parole: «impegna il Governo» inserire le parole: «a valutare l'opportunità di».
Per quanto riguarda l'ordine del giorno G7.101, esprimo parere favorevole previa la seguente riformulazione: dopo la parola «nonché», inserire le parole: «a valutare l'opportunità di».
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.1, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.3, presentato dal senatore Berutti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.4, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.5, presentato dal senatore Nastri e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
LAUS (PD). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LAUS (PD). Signor Presidente, l'articolo 7 istituisce la Zona logistica semplificata - Porto e Retroporto di Genova, fino ad includere i retroporti di Rivalta Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzo e Melzo e Vado Ligure. Essere inclusi nella zona semplificata consente alle imprese del settore, operanti su questi siti, il beneficio di godere di procedure semplificate e, conseguentemente, minor costi, maggiore competitività, ma soprattutto la possibilità di beneficiare di contributi pubblici. Restano esclusi l'interporto di Torino Orbassano, Mondovì e Novara, quest'ultima collocata proprio sulla direttrice Genova-Milano.
Poi, introducendo il comma 1-bis, si dà la facoltà al Ministro di integrare in un momento successivo i siti in elenco. Con questo meccanismo non si fa altro che creare false illusioni e incertezze alle città che rimarranno escluse dalla zona logistica. Allora mi chiedo perché non farlo nella sede opportuna, qui in Parlamento? Il Governo, probabilmente, avrà pensato scientificamente di poter massimizzare, con l'approvazione di tale emendamento, il consenso alle prossime elezioni regionali in Piemonte, avendo la facoltà fino all'ultimo momento di concedere l'opzione dell'integrazione in questo elenco. Se le intenzioni sono davvero quelle di ampliare la zona logistica semplificata, perché non approvare il nostro emendamento, che integra e amplia la lista dei retroporti di Genova, includendo appunto le città importanti di Torino, Orbassano, Mondovì e Novara. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.6, presentato dal senatore Laus.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.7, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.8, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.9, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.10, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 7.11 , su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.11, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.12, presentato dal senatore Berutti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Chiedo al senatore Margiotta se accetta la riformulazione dell'ordine del giorno G7.100.
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G7.100 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Chiedo al senatore Vattuone se accetta la riformulazione dell'ordine del giorno G7.101.
VATTUONE (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G7.101 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Senatore Vattuone, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G7.102?
VATTUONE (PD). Signor Presidente, desidero insistere sull'ordine del giorno G7.102, che riguarda sempre la Zona logistica semplificata e con il quale, in una strategia concertativa di tutti i porti liguri, abbiamo chiesto di attivare un tavolo istituzionale anche per la zona logistica di La Spezia e per il retroporto di Santo Stefano Magra. Su un analogo ordine del giorno alla Camera dei deputati c'è stata una sorta di condivisione pertanto chiedo al Governo di rivedere il parere negativo su questo, per allinearci con la presa di posizione della Camera dei deputati in materia.
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo conferma il parere contrario precedentemente espresso?
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, confermo il parere contrario sull'ordine del giorno in esame.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G7.102, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G7.103 e G7.104 non verranno posti ai voti.
Passiamo all'emendamento 7.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 7.0.1, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 8 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti. Esprimo parere contrario sull'ordine del giorno G8.100 e parere favorevole sull'ordine del giorno G8.101.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
In merito all'ordine del giorno G8.100, vorrei rappresentare che su questo tema vi è già stato un ampio dibattito alla Camera e una condivisione di intenti. Sono stati quindi approvati degli ordini del giorno molto più specifici, volti a rivalutare, dopo un certo tempo, l'attuazione delle norme previste da questo decreto-legge, per verificare l'opportunità di estendere i periodi, in quanto l'indicazione specifica di un'estensione del periodo di calcolo del fatturato che ha subito un decremento potrebbe anche avere degli effetti negativi nei confronti delle imprese che possono accedere a questo contributo.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.2, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.3, identico all'emendamento 8.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 8.4, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.5, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.6, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.7, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.9, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.8, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.10, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 8.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 8.11, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Senatore Margiotta, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G8.100?
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G8.100, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G8.101 non verrà posto ai voti.
Passiamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 9 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti e sull'ordine del giorno G9.100.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.1, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9.2, identico all'emendamento 9.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
PINOTTI (PD). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINOTTI (PD). Signor Presidente, ho chiesto di intervenire perché, come ricordavo prima, questo decreto-legge ha avuto una serie di versioni. Una prima versione, prima che passasse in Consiglio dei Ministri, aveva significative risorse per il porto di Genova. Vedete, il porto di Genova è, di fatto, il più grande datore di lavoro del Nord-Ovest (si parla di 176.000 addetti, fra diretti e indiretti), quindi non è importante solo per Genova, ma per l'Italia intera. Chi lavora in porto sta verificando che, già adesso, c'è un 20 per cento di entrate in meno di tasse portuali rispetto a quello che succedeva prima del crollo del ponte Morandi.
Per non parlare poi dei disagi che hanno gli autotrasportatori: pensate di quanto hanno dovuto allungare il tragitto e quanto costa di più per loro dover portare le merci, non solo in termini di tempo, ma di benzina e di ore lavorate. Soltanto per gli autotrasportatori si è calcolato un danno economico di 6,5-6,6 milioni di euro.
Voi capite allora che le risorse che sono state stanziate per il porto sono pochissime rispetto ai danni che sta subendo. Chi lavora in porto dice: dateci almeno la certezza di chi ricostruirà il ponte e in quanto tempo, altrimenti chi si deve organizzare si riorganizza e i traffici, invece che continuare ad arrivare a Genova, vanno da altre parti e neppure d'Italia, ma a Rotterdam o ad Anversa.
Noi con questo decreto-legge la certezza di chi costruisce il ponte e in quanto tempo non la diamo. Almeno però diamo al porto risorse per sopravvivere. Ho sentito che qualcuno dice: le troveremo nella legge di stabilità, nella manovra di bilancio. Allora, dato che stiamo ragionando contestualmente di manovra di bilancio e di questo decreto-legge, perché non inserire qui un emendamento che dice: diamo le risorse al ponte e poi si troverà nella legge di bilancio la copertura? Se questo non si fa, mi dispiace: allora le promesse, date a mezzo stampa, di trovare più risorse per il porto di Genova sono promesse vacue. Se le promesse invece vogliono avere qualcosa di scritto e di reale, bisogna votare questo emendamento. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.2, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, identico all'emendamento 9.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.4, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9.5, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G9.100, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 9-bis del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 9-bis.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-bis.1, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-bis.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9-bis.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-bis.0.1, presentato dal senatore Vattuone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9-bis.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-bis.0.2, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 9-ter del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9-ter.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-ter.1, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9-ter.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-ter.0.1, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9-ter.0.3, identico all'emendamento 9-ter.0.200, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-ter.0.3, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, identico all'emendamento 9-ter.0.200, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 9-ter.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 9-ter.0.2, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 10 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 10.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 10.0.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 11 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 11.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 11.0.2, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 11.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 11.0.1, presentato dalla senatrice Pinotti e da altri senatori, fino alle parole «Al fine di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 11.0.3 e 11.0.4.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 12 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno G12.100, G12.102 e G12.103. Invece il parere è contrario sugli ordini del giorno G12.101 e G12.104.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.1, presentato dalla senatrice Biti.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 12.2, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, fino alle parole «delle ferrovie e».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 12.3 e 12.4.
Passiamo all'emendamento 12.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.5, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.6, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.7, presentato dalla senatrice Biti, identico all'emendamento 12.8, presentato dal senatore Totaro.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.9, presentato dal senatore Nastri e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.10, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.12, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.11, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.13, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.14, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.14, presentato dal senatore Totaro.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.15, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.15, presentato dal senatore Totaro.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.16, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.17, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.17, presentato dalla senatrice De Petris e sa altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.18, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.19, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 12.20, identico all'emendamento 12.21, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 12.20, presentato dalla senatrice Biti, identico all'emendamento 12.21, presentato dal senatore Totaro.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 12.22, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori, fino alle parole «dalle seguenti».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 12.23.
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G12.100 non verrà posto ai voti.
Senatore Parrini, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G12.101?
PARRINI (PD). No, Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G12.102 e G12.103 non verranno posti ai voti.
Senatore Margiotta, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G12.104?
MARGIOTTA (PD). Sì, Presidente, ne chiedo la votazione.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G12.104, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 12.0.1 è improponibile.
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 13 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.1, presentato dal senatore Nastri e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.2, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 13.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 13.0.1, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 14 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 14.1, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 14.2, presentato dal senatore Margiotta.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 14.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 14.0.1, presentato dai senatori Berardi e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 16 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti. Mi rimetto al Governo per quanto riguarda l'ordine del giorno G16.100, mentre esprimo parere favorevole sui restanti ordini del giorno riferiti all'articolo 16.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore per quanto riguarda gli emendamenti.
In merito all'ordine del giorno G16.100, esprimo parere favorevole con una riformulazione volta a espungere l'ultimo rigo dalle parole: «Approvato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti». Con tale riformulazione l'ordine del giorno è accolto. Per i restanti ordini del giorno, il parere è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 16.1, presentato dai senatori Berutti e Mallegni, fino alle parole «lettera a-ter)» .
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti da 16.2 a 16.5.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16.6, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Senatore Arrigoni accetta la riformulazione proposta dal Governo dell'ordine del giorno G16.100?
ARRIGONI (L-SP-PSd'Az). Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G16.100 (testo 2), G16.101, G16.102, G16.103, G16.104 e G16.105 non verranno posti ai voti.
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 16-bis del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
RIPAMONTI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti. Sull'ordine del giorno G16-bis.100 mi rimetto al Governo; esprimo parere contrario sull'ordine del giorno G16-bis.101 e parere favorevole sull'ordine del giorno G16-bis.102.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
In merito all'ordine del giorno G16-bis.100 esprimo parere favorevole ove accolta una riformulazione volta a sostituire, nella prima riga della parte dispositiva, la parola: «prevedere» con la parola: «valutare» ed espungendo le seguenti parole: «, entro trenta giorni dall'entrata in vigore del presente provvedimento».
PRESIDENTE. I proponenti accettano la riformulazione proposta dell'ordine del giorno G16-bis.100?
MARGIOTTA (PD). Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G16-bis.100 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G16-bis.101, presentato dal senatore Misiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G16-bis.102 non verrà posto ai voti.
Passiamo all'emendamento 16-bis.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16-bis.0.1, presentato dal senatore Misiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 16-bis.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16-bis.0.2, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16-bis.0.3, presentato dalla senatrice Gallone e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 16-bis.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16-bis.0.4, presentato dal senatore Misiani e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 16-bis.0.5, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 17 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 17.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Stante il parere contrario espresso dalla 5a Commissione ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, gli emendamenti 17.1 e 17.2 sono improcedibili.
Passiamo all'emendamento 17.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 17.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 18 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI (M5S). Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 18.2, presentato dalla senatrice Papatheu e da altri senatori, fino alle parole «ordini di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 18.3 e 18.4.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 18.5, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 20 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 20.1, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 21 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 21.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 22 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 22.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 23 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti riferiti all'articolo 23.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 23.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 23.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 25 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
FERRAZZI (PD). Signor Presidente l'emendamento 25.1 è, a nostro avviso, il cuore del condono di Ischia. Sia chiaro che non abbiamo parlato di condono solamente noi, perché lo ha detto in maniera ufficiale il senatore De Siano di Forza Italia questa mattina nel suo intervento, in cui ha detto di essere contento perché in questo Parlamento si è sdoganata la parola condono. Ha detto cioè il senatore che in questo Parlamento, in cui il partito di maggioranza relativa è il MoVimento 5 Stelle, dopo decenni di lotte e di battaglie affinché il condono potesse essere sdoganato, finalmente esso lo è stato.
Dovete mettervi d'accordo anche con le parole di Salvini o, anzi, forse ancor meglio, Salvini dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso. Infatti oggi in un'agenzia ha detto che si deve porre fine all'abusivismo edilizio. Non basta certo - e il nostro emendamento mette al centro la questione - una modifica semantica lessicale: il condono edilizio si può anche chiamare intervento chirurgico, ma sempre condono edilizio è. Si può cambiare il significante, ma il significato rimane sempre lo stesso.
Il senatore Castaldi questa mattina ha detto che stanno cercando di fare ciò che non abbiamo fatto noi. Ha capito esattamente lo spirito. Noi non abbiamo mai fatto alcun condono, mentre, come abbiamo già ripetuto e dimostrato questa mattina nella relazione di minoranza, questo è il quarto condono. Il Movimento 5 Stelle lo fa dopo cinque mesi di Governo, la Lega lo fa per la terza volta al terzo Governo a cui partecipa.
Vorrei poi aggiungere una nota collegata all'emendamento; nella seduta di Commissione di ieri, Presidente, nessuno del Partito Democratico è uscito. Siamo stati fino alla fine a votare. Ci risulta invece che sia stato cacciato dal Movimento 5 Stelle chi difende la legalità, ma su questo farete voi i conti. (Applausi dal Gruppo PD).
In conclusione, Presidente, l'emendamento 25.1 afferma semplicemente che l'articolo sul condono va soppresso.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, vorrei rilevare con chiarezza che sull'articolo 25, anche ieri in Commissione, abbiamo fatto vari tentativi per cercare di far rinsavire in qualche modo la maggioranza. Oggi faccio l'ennesimo appello ai senatori del MoVimento 5 Stelle; perché a loro? Tra l'altro, vorrei ricordare che proprio in questa Assemblea, come è accaduto anche alla Camera, c'è stata una battaglia sul famoso disegno di legge Falanga, che aveva ad oggetto proprio la questione degli abusi e dei condoni in Campania e, in particolare, ad Ischia.
Voglio illustrare rapidamente l'emendamento soppressivo per rispondere anche a una serie di questioni e di obiezioni poste oggi nella discussione e, in parte, anche nelle Commissioni. Si è, infatti, continuato a dire che questo non è un condono e che qui stiamo soltanto definendo - qualcuno ha letto l'articolo - le procedure per dare la possibilità ai Comuni di definire le istanze. Si sono dette anche altre cose su cui poi avremo modo di intervenire. Peccato che l'articolo 25 è stato concepito in modo che - lo vedremo quando arriveremo all'emendamento approvato ieri sera in Commissione - le definizioni di queste procedure intervengono soprattutto su condoni che non possono essere risolti e lo sapete perfettamente. Non possono essere accordati! Questo è il cuore. Voi dite: cominciamo a definire le procedure e a dare risposta alle istanze. Però, non a caso, all'interno dell'articolo 25, avevate inserito il grimaldello, che è il famoso emendamento approvato ieri sera in Commissione per sopprimere questa parte. È il grimaldello per fare in modo che si possa dare risposta e si possano condonare immobili che non potrebbero essere condonati, alla luce anche dei condoni del 1994 e, soprattutto, del 2003. Avete inserito quindi il riferimento al primo condono del 1985.
Non provate a dire che il richiamo ai capi IV e V fa riferimento già al rispetto dei vincoli, perché la maggior parte dei vincoli (soprattutto il vincolo paesaggistico del 1999 per l'isola di Ischia) fa sì che, di fatto, molte di quelle domande non possano essere accolte e che, quindi, gli immobili non possano essere sanati, anche perché la maggior parte dei vincoli sono stati apposti successivamente. Penso, in particolare, non solo ai vincoli paesaggistici specifici per Ischia, ma al decreto Galasso, ai decreti cosiddetti «Galassini» e a tutti i vincoli idrogeologici. Quello è il tentativo che avete fatto e lo vedremo quando arriveremo alla discussione dell'emendamento approvato dalla Commissione.
Lo scopo del mio intervento - che sottopongo al Governo e ai relatori - è di ripensarci perché siete ancora in tempo per fare in modo che il cosiddetto decreto Genova non passi alla storia - sarebbe un grave torto per tutti coloro che stanno soffrendo e hanno sofferto per quanto accaduto in quella città - come il quarto condono di questo Paese, dove l'unica legge che vale - altro che rispetto della legalità - è quella che dice di non pagare le tasse e di non preoccuparsi perché, prima o poi, arriverà un condono, che puntualmente arriva. È come dire: continuate a fare abusi? Benissimo, state tranquilli perché, anche dove sembra impossibile sanare e condonare, prima o poi arriverà un condono. Questo è quanto state facendo alla faccia della legalità e dell'onestà. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD).
DE SIANO (FI-BP). Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare l'emendamento 25.30 da me presentato.
Con l'emendamento chiedo di aggiungere al comma 3 l'avverbio «non», prima delle parole «oggetto del condono». Mi spiego meglio. Il comma 3 recita: «Il contributo comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono». Noi chiediamo l'inserimento dell'avverbio «non» prima della parola «oggetto», in quanto riteniamo che le costruzioni sulle quali pende istanza di sanatoria edilizia, una volta esaminata e accordata la concessione in sanatoria, sono di fatto e a tutti gli effetti legittimate e quindi case legittime. Essendo legittime, per esse spetta il contributo, se sono state demolite dagli eventi del sisma del 21 agosto 2017. Chiedo l'attenzione innanzitutto del mio Capogruppo e degli amici e colleghi del mio Gruppo rispetto all'emendamento 25.12, che ieri è stato approvato, tranne che dal sottoscritto, in Commissione dai componenti appartenenti al mio Gruppo. L'emendamento in oggetto tende a ripristinare la differenza di regime tra le leggi sul condono edilizio, cioè tra la legge n. 47 del 1985, il condono del 1994 e il condono del 2003. Anche se è condivisibile sul piano teorico e motivato dall'esigenza di condurre a una coerenza il sistema normativo, non viene considerata però la specificità dell'ambito in cui la norma emendata è destinata a produrre i propri affetti e ciò non solo e non tanto per la natura emergenziale della previsione dell'articolo 25 del decreto-legge in esame, che nasce con lo scopo di favorire la ricostruzione nei Comuni danneggiati dal terremoto nell'isola d'Ischia, quanto piuttosto per consentire l'effettivo smaltimento delle giacenze delle domande di condono esaminabili solo mediante l'impiego, sia pure in via sussidiaria, dei criteri di valutazione stabilite dalla legge n. 47 del 1985. Infatti, solo in questo modo potranno essere esaminate le domande relative al condono del 1994 e a quello del 2003, altrimenti non esaminabili, in quanto ancora manca il livello di pianificazione paesaggistica di competenza dell'amministrazione dei beni ambientali.
Voglio ricordare a me stesso e a questo Parlamento che la Regione Campania è ancora l'unica Regione in Italia sprovvista di un piano paesaggistico, cioè di una legge che regoli, attraverso le proprie norme, lo sviluppo del territorio e la tutela del paesaggio. Questo non è ancora consentito a noi cittadini campani e di questo dobbiamo ringraziare i governi regionali della sinistra degli ultimi vent'anni. Questo non significa, peraltro, che non venga garantito, attraverso il riferimento alla legge n. 47 del 1985, con l'utilizzo del criterio sussidiario del primo condono, un adeguato grado di protezione ambientale. Infatti, l'articolo 33 della legge n. 47 del 1985 indica in maniera chiara i casi di incondonabilità assoluta e l'articolo 32 quello di condonabilità relativa, nel senso che la pratica è ammessa a sanatoria solo dopo il parere favorevole della soprintendenza. Occorre dunque ripristinare la formulazione originale del primo comma dell'articolo 25 del decreto-legge, che l'emendamento votato ieri in Commissione ha modificato e quindi modificandolo produrrebbe, se questa Assemblea conferma il voto di ieri in Commissione, la possibilità che la ricostruzione nei Comuni colpiti dal terremoto dell'isola d'Ischia non avvenga. Per questo chiedo, innanzitutto al mio Gruppo e al mio Capogruppo, un'attenta riflessione su questo tema, estremamente importante, che Forza Italia da quindici anni sta portando avanti in Campania, perché avverte l'esigenza di risolvere una situazione che ha prodotto tanta sofferenza a molti cittadini campani. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
PRESIDENTE. I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.
Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G25.100 e G25.102 e parere contrario sull'ordine del giorno G25.101.
Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti nonché sull'emendamento aggiuntivo 25.0.1.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario per quanto riguarda gli emendamenti e parere conforme al relatore sugli ordini del giorno.
CIRIANI (FdI). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIRIANI (FdI). Signor Presidente, intervengo per illustrare la posizione del Gruppo di Fratelli d'Italia. Noi, signor Presidente, colleghi, coerentemente con quanto detto in Commissione e anche nel corso della campagna elettorale, non possiamo che votare contro l'articolo 25 e quindi a favore degli emendamenti soppressivi dei singoli commi e dell'articolo. Dobbiamo perseguire l'onestà anche nelle parole e nei concetti: tutto quello che aiuta a realizzare o a perfezionare un condono è esso stesso un condono. Questo dobbiamo dircelo chiaramente; non possiamo girare intorno alla realtà.
Noi conosciamo la realtà di Ischia, come la conoscete voi, ma la conoscevamo prima, come la conoscevano i colleghi ora al Governo, quando predicavano cose molto diverse, quando predicavano il moralismo estremista, dicendo che non ci sarebbero stati mai più condoni. Ora invece si è cambiata idea. Noi sosteniamo gli emendamenti e riteniamo che si possano fare scelte perlomeno meno impattanti rispetto a quelle scritte in questa norma. Riteniamo che un condono vada perlomeno pagato: due lire allo Stato per condonare le case abusive le vogliamo mettere o no? (Applausi dal Gruppo FdI). Qui realizziamo questo capolavoro per cui consentiamo ai cittadini di sanare abitazioni, edifici, alberghi, seconde case e Dio solo sa che cosa, senza pagare un solo euro all'amministrazione del Comune o dello Stato, salvo poi finanziare queste stesse persone con i soldi dei cittadini. Avete realizzato un vero capolavoro del rinnovamento della politica: complimenti. Il nostro voto sarà coerentemente contrario a questo provvedimento. (Applausi dal Gruppo FdI).
CIAMPOLILLO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIAMPOLILLO (M5S). Signor Presidente, mi riferisco ai miei emendamenti 25.200, 25.20 e 25.201. Questi emendamenti nascono proprio dall'esigenza di chiarire a tutti che il MoVimento 5 Stelle non ha mai inteso e non intende dare vita a un nuovo condono. Siccome nel decreto-legge si dà un termine di sei mesi a tutte quelle domande che sono ad oggi ancora sospese, con questi emendamenti si stabilisce che, se i Comuni non dovessero rispondere entro il termine di sei mesi, trascorsi sei mesi e un giorno, onde evitare che si possa intendere tale silenzio come un silenzio assenso e che quindi tutte quelle pratiche possano essere definite positivamente e in maniera incondizionata semplicemente perché si parla di un silenzio assenso, si deve intendere tale silenzio come un silenzio rifiuto. Con l'emendamento 25.200 noi chiariamo la questione, perché diversamente, se così non fosse, si tratterebbe di un grande condono, peraltro di un condono ad insulam.
In alcune recenti dichiarazioni il ministro Costa, proprio a seguito di quello che è accaduto in una casa abusiva, dove purtroppo sono morte delle persone, ha dichiarato di voler abbattere e quindi eliminare tutte le case abusive. A questo punto, perché non estendere a tutti i Comuni d'Italia il termine di sei mesi? Così tra sei mesi avremo la mappa di tutte le case che sono da abbattere e potremo dare vita a questo piano fantastico di demolizione di tutte le case abusive, che non verranno condonate in caso di silenzio rifiuto, come previsto dagli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, vorrei fare un attimo di chiarezza in merito all'articolo 25, approfittando di questa seconda lettura in Senato per chiarire alcune cose. Non c'è nessun potenziamento di condoni. (Commenti dal Gruppo PD).
MALPEZZI (PD). L'avete scritto!
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. C'è semplicemente una valutazione preferenziale in termini di tempistica, con attività veloci, esclusivamente - ci tengo a precisarlo - per gli edifici danneggiati dal sisma.
Ho qui alcuni dati che vorrei leggervi perché è bene che tutti sappiano di che numeri e di che cosa stiamo parlando, prima di parlare di condoni e di condoni tombali. (Commenti dal Gruppo PD).
Stiamo parlando, per il comune di Lacco Ameno (ho i numeri certificati che mi sono appena pervenuti) di 1.910 domande di condono riferibili ai tre condoni del 1985, 1994 e 2003. Lo ripeto: 1.910. Di queste domande, quelle del 2003, cioè quelle che secondo chi obietta rispetto al contenuto di questa legge avrebbero una corsia preferenziale con una deroga, sono 368: il 20 per cento. (Commenti dal Gruppo PD). Vi chiedo di ascoltarmi fino in fondo, se avete questa correttezza. Io vi ho ascoltato in silenzio come tutti gli altri. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PS D'Az).
Dicevo che sono il 20 per cento del totale. Quanti sono gli immobili danneggiati dal sisma nel Comune di Lacco Ameno? Sono in totale 400 immobili. (Applausi dal Gruppo M5S). Tra questi 400 immobili ci sono scuole, chiese, attività turistico-ricettive, commerciali e studi professionali.
MALPEZZI (PD). Le scuole erano abusive?
MARCUCCI (PD). Tutti amici di Di Maio.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Quindi 400, comprensivi di scuole e chiese. Ora, se la matematica non è un'opinione (e anche la statistica), se il 20 per cento delle domande sono del 2003, posso immaginare che le domande di condono di edifici danneggiati dal sisma nel Comune di Lacco Ameno relative al 2003 siano 80, comprese scuole e chiese. Questi sono i numeri. (Proteste dal Gruppo PD. Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. Lasciate parlare il rappresentante del Governo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Questo è un percorso obbligatorio. Per poter definire le procedure di contributi per la ricostruzione, ove spettanti, tengo a precisarlo, è necessario e obbligatorio definire quelle domande di condono che aspettano da trentatré anni. (Commenti dal Gruppo PD).
Vorrei aggiungere una cosa, e lo faccio perché anche se c'è confusione so che da casa ci ascoltano, e quindi possono avere almeno un po' di verità rispetto alle tante falsità che sono state dette in questi giorni. (Applausi dal Gruppo M5S. Proteste dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Senatore Faraone, basta!
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L'articolo 33 della legge n. 47 del 1985 - non 2003 - dice che non potranno essere sanati in alcun modo immobili ubicati in aree sottoposte a vincoli di inedificabilità assoluta e questo già vi da un'ulteriore garanzia.
Aggiungo un altro elemento: prima di procedere alla ricostruzione, come sapete, è stato nominato un commissario straordinario che non è un'autorità politica, quindi possono essere mosse critiche alle istituzioni che hanno ritardato trentatré anni per definire le domande di condono presentate a suo tempo, ma il commissario straordinario, d'intesa con la Protezione civile, ha già avviato l'attività di valutazione per la microzonazione sismica e quindi sarà effettuato un piano di delocalizzazione perché le eventuali ricostruzioni, ove spettanti, ove aventi diritto alla ricostruzione e alla contribuzione, avvengano comunque in sicurezza. Alla fine di tutto questo noi avremo mille case sicure a Ischia. Forse dovremmo dire questo ai cittadini! (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Di quelle situazioni condonate, finalmente, mille abitazioni saranno antisismiche, saranno tolte da situazioni di rischio idrogeologico e saranno delocalizzate ai fini della tutela paesaggistica. Questa è la verità.
MALPEZZI (PD). State condonando! È il condono di Di Maio!
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Questo è ciò che accadrà, e il Governo, al termine dei sei mesi, riferirà al Parlamento sullo stato dell'arte.
VOCI DAL GRUPPO PD. Vergogna ! Vergogna!
PRESIDENTE. Senatrice Malpezzi! Senatore Marcucci, lei è il Capogruppo: si fa cogliere anche con le mani giunte! (Proteste dal Gruppo PD). Senatore Laus, la richiamo all'ordine e anche il collega che le sta dietro, ma in quel caso dispero. (Commenti della senatrice Malpezzi). Senatrice, è invidiosa dei colleghi?
ERRANI (Misto-LeU). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ERRANI (Misto-LeU). Signor Presidente, intervengo sulla soppressione dell'articolo.
Vorrei ricordare al Sottosegretario, che certamente ne è consapevole, che il titolo dell'articolo 25 è: «Definizione delle procedure di condono». (Applausi dai Gruppi Misto e PD).In secondo luogo, me lo avete insegnato voi che non è una questione semplicemente di numeri ma è una questione di principio. (Applausi dai Gruppi Misto e PD) e qua si fa una scelta ben precisa. In terzo luogo, i parametri su cui si baserà questo condono arrivano fino a prescindere dalle norme che sono state introdotte dopo il 1985, in relazione alla sicurezza idrogeologica.
Pongo poi una domanda, alla quale vorrei avere una risposta precisa, anche in relazione all'intervento di un senatore del MoVimento 5 Stelle, che ho condiviso e voterò quegli emendamenti. Quando si parla di conferenza di servizi, scatterà il silenzio-assenso? Scatterà? Sì o no? Perché da qui partirà un meccanismo veramente inquietante.
Infine, da un altro punto di vista state introducendo una disparità e una disuguaglianza tra chi ha avuto un danno in quei Comuni di Ischia e chi, in quei trent'anni in cui non sono state definite le domande non ha ricevuto una risposta. Siete sicuri che dopodomani non aprirete un altro condono? (Applausi dai Gruppi Misto e PD).
MALPEZZI (PD). Ministro, risponda lei!
MARGIOTTA (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARGIOTTA (PD). Signor Presidente: la sola parola «condono» mi provoca il voltastomaco. (Commenti dal Gruppo M5S). Non sono parole mie, né del PD, ma sono parole del ministro Costa, or ora citato. (Applausi dal Gruppo PD).
MALPEZZI (PD). Bravo!
MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, il vice presidente del Consiglio Di Maio ha detto che avrebbe chiesto la tessera del PD se lo avessimo mai ascoltato una volta parlare di condono. (Applausi dal Gruppo PD). Adesso si parla di condono: si parla di condono Di Maio-Nicolazzi, perché, come è stato ricordato, tra tutte le procedure ha scelto la più antica e la più permissiva, non a caso.
Signor Presidente, la casa crollata in Sicilia pochi giorni fa era abusiva e per essa era stato chiesto un condono. Signor Presidente, per l'unico palazzo crollato ad Ischia nel 2017 era stato chiesto il condono, perché era stato sopraelevato di un piano. (Applausi dal Gruppo PD).
MALPEZZI (PD). Bravo!
MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, quando si parla di condoni, non si parla solo di tettoie per le case al mare ma di sopraelevazioni, di case costruite negli alvei dei fiumi a rischio di esondazione e di persone che mettono a repentaglio la vita propria, dei propri figli e dei terzi: di questo si parla. (Applausi dal Gruppo PD).
Avremmo immaginato che, dopo tutto quel che è accaduto, il Governo prendesse l'iniziativa di stralciare questa parte. Ha ragione il presidente Errani: l'esempio conta, non i numeri. (Applausi dal Gruppo PD). Peraltro, Sottosegretario, ha scelto il più piccolo dei Comuni; poteva scegliere uno dei più grandi e i numeri sarebbero stati diversi (ma ne basterebbe anche uno). (Applausi dal Gruppo PD).
Qual è il patto? Che cosa si nasconde? Che cosa avete barattato per il condono edilizio? Il condono fiscale? I fanghi, di cui riparleremo? Che cosa? Dov'è questo scambio? Perché Di Maio ci tiene tanto? Vergognatevi: utilizzare la tragedia di Genova per nascondere un condono è vergognoso! (Applausi dal Gruppo PD).
VOCI DAL GRUPPO PD. Onestà! Onestà!
CIRINNA' (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Senatrice, il suo Gruppo è già intervenuto. O lei interviene in dissenso rispetto al collega, oppure ha già parlato il senatore Margiotta.
LUPO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUPO (M5S). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Purtroppo prima, durante la replica del sottosegretario Crimi, abbiamo sentito perfettamente un insulto provenire dalla parte dei banchi del PD. Capisco il dibattito, capisco anche l'accendersi e l'infervorarsi, però le parolacce all'interno di quest'Aula sinceramente mi sembrano una cosa eccessiva. (Commenti dal Gruppo PD. Applausi dal Gruppo M5S).
Non è la prima volta e il presidente Calderoli lo può confermare. (Commenti dal Gruppo PD).
MIRABELLI (PD). E quelle che dite in televisione? Ma che dici? Fai la brava.
LUPO (M5S). È inutile che vi scaldate. Presidente, con tutto il rispetto per quest'Assemblea e per i colleghi, non è normale ascoltare ancora una volta parolacce indirizzate, tra l'altro, a un membro di Governo. (Commenti dal Gruppo PD).
Potete anche dire che non è vero, ma purtroppo la verità si può anche ascoltare. Per questo cercheremo di averne prova dal Resoconto stenografico. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az. Commenti dal Gruppo PD).
CIRINNA' (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIRINNA' (PD). Signor Presidente, anch'io intervengo sull'ordine dei lavori.
Mi è venuto un dubbio e forse qualcuno mi dovrebbe rispondere, visto che abbiamo autorevoli membri del Governo seduti in Aula. Se noi stiamo esaminando un disegno di legge che si chiama «Conversione in legge (...), recante disposizioni urgenti per la città di Genova», io vorrei sapere due cose. La prima: per quale motivo l'articolo 25 si chiama «Definizione delle procedure di condono» e non ha a che fare con Genova? La seconda: io sono di cattivo carattere, Presidente, e sono andata ad aprire la Gazzetta Ufficiale con la quale sono state date le deleghe al senatore Crimi. Mi risulta che il senatore Crimi abbia delle deleghe che riguardano l'editoria...
PRESIDENTE. Senatrice Cirinnà, mi scusi, questo con l'ordine dei lavori non c'entra nulla.
CIRINNA' (PD). Sì, perché ha parlato finora spiegando "La Qualunque". Abbiamo qui il Ministro competente, che forse si vergogna a spiegare in prima persona ai genovesi che si occupa di Ischia. (Applausi dal Gruppo PD).
MARCUCCI (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCUCCI (PD). Signor Presidente, molto pacatamente, mi sento obbligato a rispondere. Io non so a cosa si riferisse la collega Lupo che ha parlato poc'anzi. Certamente mi ricordo molto bene le tante parolacce e offese che per cinque anni abbiamo sentito dal MoVimento 5 Stelle. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP. Commenti dal Gruppo M5S).
Se qualcuno dei nostri si è permesso, probabilmente ha preso esempio e insegnamento dal loro modo di fare. Per le parolacce mi sembra che anche in televisione, nei confronti dei giornalisti, siano i Ministri dei 5 Stelle che si dovrebbero vergognare a dirle, insolentendo giornalisti, parlamentari e istituzioni. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP). Vergognatevi voi di come parlate! (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP. Commenti dal Gruppo M5S).
VOCI DAL GRUPPO PD. Onestà! Onestà!
PRESIDENTE. Siccome è una merce che va e che viene, prendiamola e buonanotte. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, identico agli emendamenti 25.2, presentato dal senatore Martelli, e 25.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 25.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.4, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.5, presentato dal senatore Margiotta e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 25.6 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 25.7, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alla parola «comma».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 25.8 e 25.9.
MARTELLI (Misto). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTELLI (Misto). Signor Presidente, le chiedo notizia dell'emendamento 25.8.
PRESIDENTE. Risulta precluso dalla bocciatura della prima parte dell'emendamento 25.7.
MARTELLI (Misto).Grazie, signor Presidente. Le anticipo da subito che interverrò successivamente in dichiarazione di voto sugli emendamenti 25.26 e 25.201.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.10, identico all'emendamento 25.12.
BERNINI (FI-BP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
BERNINI (FI-BP). Signor Presidente, con riferimento ad entrambi gli emendamenti vorrei sottolineare alcuni aspetti che hanno caratterizzato l'attività del nostro Gruppo parlamentare prima in Commissione e ora in Aula. L'atteggiamento che abbiamo tenuto rispetto a questo emendamento in Commissione ha manifestato prima di tutto una profonda spaccatura all'interno della maggioranza, che si è evidenziata soprattutto nel Gruppo del MoVimento 5 Stelle, e su cui certamente la nostra posizione politica ha agito da detonatore. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Abbiamo ascoltato con molta attenzione i temi che sono stati approfonditi in discussione generale; mai come in questo caso la discussione generale è stata proficua in Commissione, ma certamente anche in Aula. Abbiamo ascoltato le voci dei territori: la caratteristica del nostro movimento politico è sempre stata quella di ascoltare con molta attenzione le voci dei territori e di non delegittimare mai, di non disconfermare mai le battaglie politiche che i nostri parlamentari hanno negli anni combattuto con impegno sui territori. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Onorevoli colleghi, ho un grandissimo rispetto di tutti gli interventi, anche profondamente critici, che sono stati fatti oggi, e anche in Commissione in questi giorni. Però non dimentichiamoci che dietro gli aridi numeri delle date anagrafiche dei condoni ci sono delle persone, delle famiglie, delle aspettative anche molto legittime, che stanno aspettando da più di vent'anni per essere soddisfatte ed onorate (Applausi dal Gruppo FI-BP), o quantomeno per avere una risposta, positiva o negativa che sia.
Come movimento politico che non ha un approccio militaresco, che ha sempre riconosciuto e valorizzato il dissenso - prego tutti i colleghi di riconoscerci che mai e poi mai, pur assistendo ad altri atteggiamenti da parte dei colleghi di altri Gruppi parlamentari, abbiamo oscurato il nostro dissenso - rivendichiamo che ancora una volta noi abbiamo voluto dare a ciascuno di noi - e lo faremo anche in quest'Aula - la possibilità di rappresentare i propri territori, le proprie sensibilità, le proprie popolazioni, i propri cittadini, i bisogni delle proprie zone di provenienza. (Applausi dal Gruppo FI-BP). E lo faremo in questo caso dando libertà di voto sull'emendamento 25.12; lo faremo coerentemente con l'atteggiamento che abbiamo tenuto qui in Aula come in Commissione. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Lo faremo e lo faremo ancora, perché noi crediamo non nell'ideologia, ma nella forza dell'applicazione vera ed attuale della nostra libertà di essere noi stessi. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
GARNERO SANTANCHE' (FdI). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GARNERO SANTANCHE' (FdI). Signor Presidente, mi rivolgo al Governo per dire che è proprio vero che certe volte la parola non aiuta nella difesa di ciò che è indifendibile. Ciò è vero soprattutto per una parte di questo Governo, dal momento che, se non ricordo male, una delle cinque stelle è quella, da voi sempre sbandierata, dell'ecologia e dell'ambiente.
Io capisco l'imbarazzo e so che vi imbarazza il termine «condono» e che cercate di usare un'altra parola. Ma proprio voi, che ci avete fatto "una capa tanta" per tutta la campagna elettorale al grido di «onestà», «legalità» e «galera» (perché la vostra ricetta è che tutto si risolve mettendo la gente in galera, meno quella che in galera ci dovrebbe andare), allora abbiate il coraggio di venire qua e di dire che avete cambiato idea. Noi esseri umani possiamo cambiare idea; quello che non si può fare però nelle istituzioni e in quest'Aula, è cercare di prendere per il naso noi e gli italiani.
Pensate che il condono sia consenso elettorale? Pensate che uno dei vostri, in campagna elettorale, abbia promesso questa misura in cambio del voto? Ditelo! Abbiate il coraggio, quel coraggio che vi ha fatto riempire le piazze dicendo cose rispetto alle quali poi, alla prima prova, avete dimostrato il contrario. Voi giacobini della quinta o dell'ottava Repubblica che oggi siete qua, a prendere per il naso gli italiani e a voler cambiare il linguaggio della nostra Nazione, volete il condono? Ditelo chiaramente, qua e nelle piazze. E quel bel manifesto dell'onestà e della legalità non potrete più sbandierarlo. Perché gli italiani non sono fessi: possono sbagliare, ma sono molto intelligenti nel non perseverare. (Applausi dai Gruppi FdI e PD).
FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRAZZI (PD). Signor Presidente, questo è l'emendamento sul quale la maggioranza ieri sera in Commissione è stata battuta. È un emendamento che noi abbiamo sostenuto perché limitava il grande messaggio che sta uscendo oggi da quest'Aula, e cioè: viva i furbi, passati, presenti e futuri. Perché è esattamente questo il messaggio che sta passando in quest'Aula.
Vede, signor Presidente, ci sono cittadini italiani che per lievi difformità in questo momento sono davanti ai giudici. Questo decreto-legge, invece, opera un condono tombale su abusi assoluti. Cosa diranno ai cittadini italiani coloro che votano contro? Che ci sono cittadini italiani di serie A e di serie B? (Applausi dal Gruppo PD). Oppure, forse, diranno che ci sono cittadini italiani normali e che, invece, ci sono cittadini italiani che hanno la grazia di vivere nel collegio elettorale del vice presidente Di Maio? (Applausi dal Gruppo PD).
VOCI DAL GRUPPO PD. Bravo!
FERRAZZI (PD). Signor Presidente, di questo infatti stiamo parlando. Tra l'altro, abbiamo visto oggi sulla stampa che per la stessa casa del Vice Premier è stata fatta domanda di condono proprio sulla base della legge di cui a questo emendamento. Questo emendamento cosa dice? Che almeno si limitino i danni; almeno, facciamo sì che non sia la legge n. 47 del 1985 il testo legislativo di riferimento per il condono in oggetto.
Noi siamo stati molto lieti, molto felici, di votare ieri sera compattamente anche con Forza Italia. Dobbiamo però dire, e lo dico a lei, signor Presidente, perché riferisca, che adesso siamo invece un po' sconcertati. Infatti, è davvero inquietante che, siccome una parte di quel partito ha fatto l'apologia del condono, dicendo che finalmente il condono è stato sdoganato in Parlamento dal Governo del MoVimento 5 Stelle, solo per questo motivo cinque minuti dopo noi, dopo un appoggio che abbiamo dato a Forza Italia su questo emendamento, ci troviamo abbandonati nel voto.
Ovviamente, lei capirà che questo non ci scandalizza più di tanto e non mortifica di certo le nostre convinzioni, ma, signor Presidente, certamente noi invitiamo a un ripensamento, perché vi sia almeno una limitazione al condono tombale che, in assenza di questo emendamento, verrebbe perpetrato. (Applausi dal Gruppo PD).
DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, ancora una volta, quella offerta che questo emendamento già approvato in Commissione sia un'occasione, perché credo che in quest'Aula la maggioranza, votandolo, possa almeno provare a ridurre il danno.
Lo dico facendo, ancora una volta, un ultimo appello.
Come ho già detto nell'illustrazione dell'emendamento soppressivo, voi utilizzate l'ultimo periodo dell'articolo 25, quindi il riferimento al condono del 1985, per rendere sanabile ciò che - come sapete perfettamente - non è condonabile. Tutti coloro che hanno continuato a insistere sul fatto che nell'articolo 33 della legge n. 47 del 1985 ci sarebbero già i vincoli sanno benissimo che le cose non stanno così, perché i vincoli cogenti, quelli idrogeologici e paesaggistici sono stati definiti successivamente e le relative leggi promulgate dopo il 1985. Non a caso il condono del 1985 è conosciuto, in letteratura e in giurisprudenza, come il più ampio che ci sia mai stato in questo Paese. Persino i condoni successivi hanno dovuto fare i conti con le norme che nel frattempo il Parlamento aveva approvato nel tentativo di salvare il nostro territorio.
La cosa grave per la quale vi faccio un appello è l'ambito di applicazione delle norme: il danno è limitato, ha detto il sottosegretario Crimi, perché stiamo parlando soltanto delle case interessate, danneggiate o distrutte dal terremoto. Vi rendete conto che magari quelle sono proprio crollate perché erano abusive, perché realizzate dove non dovevano essere realizzate, senza rispettare le normative? Vi assumete una responsabilità grave anche dal punto di vista penale perché se quell'abuso è stato anche la causa di ciò che è accaduto vi state rendendo responsabili di un fatto gravissimo. Cosa dobbiamo sperare? Dobbiamo sperare o altri devono sperare che arrivi un altro terremoto, un'altra calamità naturale per poter rendere sanabili le case e poter così usufruire del condono? Vi rendete conto dell'aberrazione che si sta portando avanti? Per questo vi dico: almeno questo emendamento riduce il danno. Pensateci ancora una volta perché è un'occasione per ridurre quantomeno la gravità della portata dell'articolo 25.
Colleghi, ve lo dico: l'articolo 25 non vi può essere perdonato. Magari per qualche voto lì a Ischia, per qualche ragione, state pregiudicando anche i motivi per cui i 5 Stelle avevano fatto della legalità e anche delle battaglie per l'ambiente una bandiera, uno dei loro elementi fondativi e di identità. State tradendo tutto questo; altro che il tradimento degli elettori da parte di coloro che ieri hanno votato questo emendamento. Il tradimento lo avete compiuto voi fino in fondo. Per questo vi dico: fermatevi. Almeno su questo fronte riducete il danno. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD e del senatore De Falco).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.10, presentato dal senatore De Falco, identico all'emendamento 25.12, presentato dalle Commissioni riunite.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 25.11 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 25.13, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «disposizioni di legge».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 25.14.
L'emendamento 25.15 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.16, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.17, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 25.18 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento 25.200, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, procediamo alla votazione.
CIAMPOLILLO (M5S). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIAMPOLILLO (M5S). Signor Presidente, gli emendamenti 25.200, 25.20 e 25.201 nascono dall'esigenza di chiarire che il MoVimento 5 Stelle non ha mai inteso e non intende oggi dare vita a un nuovo condono edilizio, ma a mio parere a tal fine è indispensabile chiarire cosa succede se le procedure di esame delle istanze di condono non si dovessero concludere nei sei mesi previsti. Se non dovesse succedere nulla, non si comprende che senso abbia la normativa; ben più plausibile però è l'ipotesi per cui, quantomeno in sede applicativa, si tenderà ad applicare il principio del silenzio-assenso e in tal caso questo sarebbe un gigantesco condono, visto che si tratta di pratiche giacenti da anni, un condono ad insulam. La soluzione, dunque, è quella di prevedere che, decorsi i sei mesi senza risposta, tutte le istanze si intenderanno respinte. Deve cioè essere precisato chiaramente che vale il silenzio rifiuto. A tal proposito l'ulteriore proposta è quella di estendere questo punto a tutti i Comuni d'Italia. Così facendo tra sei mesi avremo una mappa definitiva degli immobili abusivi in Italia e si potrà concretamente dare corso alla programmazione del piano straordinario di demolizioni di cui ha parlato il ministro Costa.
Per queste ragioni chiedo che vengano accolti gli emendamenti a mia firma, così tra sei mesi finalmente potremo liberare l'Italia dall'abusivismo edilizio. (Applausi del senatore Balboni).
CRIMI,sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, per quanto possibile, io cerco sempre di fare un'operazione di chiarimento su alcune questioni.
Vorrei pertanto ricordare che l'articolo 32 della legge di riferimento del 1985, come modificato dalla legge n. 326 del 2003, prevede che «il rilascio del titolo abitativo edilizio in sanatoria per opere eseguite su immobili sottoposti a vincolo, è subordinato al parere favorevole delle amministrazioni preposte alla tutela del vincolo stesso. Qualora tale parere non venga formulato dalle suddette amministrazioni entro centottanta giorni dalla data di ricevimento della richiesta di parere, il richiedente può impugnare il silenzio-rifiuto». È già così. (Applausi dal Gruppo M5S).
FERRAZZI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRAZZI (PD). Signor Presidente, noi siamo imbarazzati di fronte a queste affermazioni e all'emendamento in discussione, perché significa riconoscere che stiamo parlando di condono e che lo si vuole estendere a tutt'Italia. I 5 Stelle passano dal dire che questo non è un condono alla difesa del condono di Ischia, fino addirittura a portare tutto il condono a livello nazionale. Noi siamo esterrefatti. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 25.200, presentato dal senatore Ciampolillo, fino alle parole «comuni d'Italia».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 25.20.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.22, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 25.21 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.23, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.24, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 25.201.
MARTELLI (Misto). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARTELLI (Misto). Signor Presidente, intervengo in dichiarazione di voto su questo emendamento per aiutare il Governo a completare la parola «verità», essendosi fermato a «ver» o «veri». Anzitutto, proporrei di usare il termine «pace edilizia», così non utilizziamo più la parola «condono» e siamo tutti soddisfatti. (Applausi dal Gruppo PD).
Detto questo, l'articolo 25 mi ricorda tanto il film «Ritorno al futuro» di Zemeckis: abbiamo creato la macchina del tempo che azzera tutta la legislazione sui condoni e la riporta al 1985. Resta da chiarire chi sia Doc, cioè chi ha partorito quest'idea.
Il problema è che si fa un condono, che doveva essere tombale, e successivamente si mettono i vincoli. Si dice: «Ok, vi mettiamo a posto, ma poi la chiudiamo lì». Infatti, solo sei mesi dopo è stata adottata la cosiddetta legge Galasso e - poi - il decreto ministeriale del 9 febbraio 1999 ha introdotto l'assoluto vincolo per tutta l'isola di Ischia (il documento è citato all'interno di una delibera di Ischia del 17 aprile e, quindi, esiste). Che cosa succede? Ti ho fatto fare il condono, chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. Poi basta, da qui non si fa più assolutamente niente.
Lasciando stare per un attimo l'eticità di un condono nei cui confronti vorrei avere un approccio secolare, il concetto è che se un cittadino non ha avuto risposta nei termini del processo amministrativo può procedere all'impugnazione. In Italia è pieno di pratiche che si trascinano da anni e anni; io personalmente conosco un ente di diritto pubblico che sta aspettando un parere dal 1985. Forse, allora dovremmo dare una risposta anche a tutte queste persone.
Ad ogni modo, tornando alla questione di cui ho parlato prima - mi riferisco all'approccio secolare - nel momento in cui faccio la macchina del tempo dico: «La legislazione Galasso non esiste, la cancello, perché ritorno a prima». (Commenti dal Gruppo M5S). Come no? Sì, cancello la normativa del 1999 che mette su tutta l'isola il vincolo paesaggistico, perché applico l'articolo 33 della legge 28 febbraio 1985, n. 47». (Applausi dal Gruppo PD). Questa legge stabilisce tutta una serie di vincoli di inedificabilità assoluta. Sì, ma essi sono relativi a quel momento, non a un dopo che è stato disciplinato diversamente; allora, è veramente una macchina del tempo.
La domanda è pertanto la seguente: perché si fa tutto questo? Come è stato giustamente detto, successivamente è stato introdotto, per certe fattispecie, il silenzio-dissenso, tanto è vero che non si è voluto inserirlo esplicitamente in questo articolo. Il silenzio-dissenso andrebbe però inserito.
Sull'adeguatezza statica e strutturale degli edifici costruiti abusivamente ci sarebbe molto da dire. Dove sta il capitolato? E il diametro del tondino? La quantità di tondini? La distanza dei pilastrini? Lo spessore della soletta? So di gente che ha fatto queste cose (ed ho risposto che non le volevo sentire, perché sono un pubblico ufficiale). Mi è stato detto: «Ho fatto questa cosa per conto mio, ho messo una colonnina lì e una là, poi ho tirato un voltino». Ho allora chiesto: «hai fatto due conti?». Risposta: «No, a occhio mi sembrava che potesse andare, ci siamo appoggiati su quel muro». Tutte le domande presentate diventano potenzialmente condonabili. Si dice: «Sì, ma qualche verifica bisogna farla». Tuttavia, non è una verifica che consente di appurare il rispetto di tutte le normative, a meno che non facciamo le radiografie dei pilastrini, come si fa nelle centrali nucleari, per vedere se i tondini ci sono e analizzare i campionamenti dei pilastrini per vedere la quantità di aggregante e di legante. Siccome questo controllo presumibilmente non verrà fatto, noi ci ritroveremo con delle case che - incrociamo le dita - al prossimo terremoto di magnitudo 3.5 (che farebbe giusto cadere il piattino dalla mensola) potrebbero venire giù.
Non parliamo poi delle sopraelevazioni. L'aggiunta di un piano potrebbe rientrare nel limite del 20 per cento. Magari si tratta dell'ultimo piano: abbiamo fatto una bella soletta in calcestruzzo e tirato anche qualche corrente in calcestruzzo, invece che in legno, nonché creato un sovrappeso che magari regge staticamente finché è tutto fermo, ma poi alla minima scossa tutta la struttura collassa per cedimento e sgretolamento della muratura. (Applausi dal Gruppo PD).
Vogliamo veramente fare questo? Io direi che bisognerebbe mettersi una mano sulla coscienza ed evitare che ci siano eventualmente altri morti. (Applausi dai Gruppi Misto e PD).
PRESIDENTE. Comunico che anche il Gruppo Misto ha terminato il tempo a disposizione.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.201, presentato dal senatore Ciampolillo.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.26, presentato dal senatore Martelli.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 25.27, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, fino alla parola «provvede».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 25.28.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.29, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.30, presentato dal senatore De Siano e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.31, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 25.32, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.32, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G25.100 e G25.102 non verranno posti in votazione.
Chiedo ai presentatori se insistono per la votazione dell'ordine del giorno G25.101.
NUGNES (M5S). No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 25.0.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 26 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti riferiti all'articolo 26.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.1, presentato dal senatore De Siano e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 26.2, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno riferito all'articolo 30 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, mi rimetto al Governo.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere favorevole con la seguente riformulazione: «a valutare l'opportunità, per il tramite del commissario straordinario, di assumere le opportune iniziative».
PRESIDENTE. Senatore Ruspandini, accetta la riformulazione?
RUSPANDINI (FdI). Sì, Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G30.100 (testo 2) non verrà posto in votazione.
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 32 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 32.1.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 32.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 32.1, presentato dal senatore De Siano e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 34 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 34.1.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 34.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 34.1, presentato dal senatore De Siano e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 35 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 35.1.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 35.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 35.1, presentato dal senatore De Siano e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 37 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 37.
Sugli ordini del giorno G37.108, G37.119, G37.120, G37.121, G37.123, G37.124, G37.125, G37.126 e G37.128 mi rimetto al parere del rappresentante del Governo. Sugli altri ordini del giorno esprimo parere favorevole.
Esprimo contrario su tutti gli emendamenti aggiuntivi.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello espresso dal relatore.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno G37.108, il parere è favorevole con una riformulazione di questo tipo: premettere innanzitutto le parole: «a valutare l'opportunità di»; quindi espungere il quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono e decimo capoverso del dispositivo, ovvero la parte che va dal capoverso che recita: «a prevedere il trasferimento, presso il provveditorato alle opere pubbliche (...)» fino al capoverso che recita: «a prevedere l'affidamento a società in house providing l'assistenza alle attività svolte dagli Uffici speciali per la ricostruzione;» deve essere espunta. Espungere, inoltre, il capoverso che recita: «a prevedere ulteriori misure di indennizzo economico (...)», nonché il penultimo capoverso, che recita: «a prevedere misure a favore degli amministratori dei Comuni colpiti dal sisma;». Il resto rimane invariato.
Per l'ordine del giorno G37.119, propongo di togliere, nel dispositivo, le parole: «la possibilità di inserire» e, alla fine, eliminare il periodo dalle parole: «da prevedere» fino a «2019».
Per quanto riguarda l'ordine del giorno G37.120 chiedo di togliere il primo periodo del dispositivo, dalle parole: «a deliberare,» fino a: «in premessa;», e quindi di inserire, dopo le parole: «a valutare l'opportunità di istituire, nella prossima legge di bilancio» le parole: «o nel primo provvedimento utile,».
Per l'ordine del giorno G37.121, propongo di premettere al dispositivo le parole: «a valutare l'opportunità di». Lo stesso dicasi per gli ordini del giorno G37.123, G37.124 e G37.125.
Nell'ordine del giorno G37.126 propongo di eliminare, all'ultimo rigo, il periodo dalle parole: «a partire» fino a: «avviate».
Per quanto riguarda l'ordine del giorno G37.128, proponiamo di sostituire, nel dispositivo le parole: «a dichiarare in termini rapidi lo stato di emergenza per le zone colpite di cui in premessa, nonché a», dato che lo stato di emergenza è già dichiarato, con le parole: «a valutare l'opportunità di».
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 37.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 37.1, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni, fino alle parole «31 dicembre».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 37.2.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 37.3, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, fino alle parole «1-bis».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 37.4.
Passiamo all'emendamento 37.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 37.6, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori, fino alle parole «articolo 3».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 37.7.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.8, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.9, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.10, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 37.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.11, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 37.12, identico all'emendamento 37.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.12, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni, identico all'emendamento 37.13, presentato dal senatore Urso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 37.14, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.14, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 37.18, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 37.18, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, fino alle parole «50-bis».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 37.15, 37.16 e 37.17.
Passiamo all'emendamento 37.19, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.19, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 37.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.5, presentato dal senatore Marsilio.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G37.100, G37.101, G37.102, G37.103, G37.104, G37.105, G37.107 e G37.106 non verranno posti ai voti.
Senatore Ferrazzi, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.108?
FERRAZZI (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G37.108 (testo 2), G37.109, G37.110, G37.111, G37.112, G37.113, G37.114, G37.115, G37.116, G37.117 e G37.118 non verranno posti ai voti.
Senatore Margiotta, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.119?
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G37.119 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Senatore Ferro, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.120?
FERRO (FI-BP). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G37.120 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Senatore Margiotta, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.121?
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G37.121 (testo 2) e G37.122 non verranno posti ai voti.
Senatore Margiotta, accoglie la proposta di riformulazione degli ordini del giorno G37.123 e G37.124?
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G37.123 (testo 2) e G37.124 (testo 2) non verranno posti ai voti.
Senatore Ruspandini, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.125?
RUSPANDINI (FdI). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G37.125 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Senatore Floris, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.126?
FLORIS (FI-BP). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G37.126 (testo 2) e G37.127 non verranno posti ai voti.
Senatore Margiotta, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G37.128?
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G37.128 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Passiamo all'emendamento 37.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 37.0.1, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori, fino alle parole «40 per cento».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 37.0.2.
Passiamo all'emendamento 37.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.0.3, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 37.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 37.0.4, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame dell'emendamento riferito all'articolo 38 del decreto-legge, che si intende illustrato, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 38.1.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento 38.1.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 38.1, presentato dal senatore Ruspandini e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 39 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 39.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.1, presentato dalla senatrice Bellanova e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.2, presentato dal senatore Pagano.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.1, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.2, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.3, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.4, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39.0.5, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori, fino alle parole «cittadini e imprese».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 39.0.6.
Passiamo all'emendamento 39.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.7, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.8, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.9, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.10, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39.0.10, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori, fino alle parole «Al fine di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 39.0.14 e 39.0.16.
Passiamo all'emendamento 39.0.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39.0.11, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori, fino alle parole «6 aprile 2009».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 39.0.200 e 39.0.12.
Passiamo all'emendamento 39.0.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.13, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.15, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.15, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.17, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39.0.17, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori, fino alle parole «n. 8».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 39.0.18.
Passiamo all'emendamento 39.0.19, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.19, presentato dal senatore Verducci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.20, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39.0.21, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39.0.21, presentato dal senatore D'Alfonso e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 39-ter del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 39-ter.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori, identico all'emendamento 39-ter.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.3, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.4, presentato dalla senatrice Papatheu.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39-ter.0.1, presentato dalla senatrice Toffanin, fino alle parole «maggio 2012».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 39-ter.0.2.
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.3, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.4, presentato dal senatore Pagano.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.5, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.12, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39-ter.0.12, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori, fino alle parole «Le previsioni di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 39-ter.0.200.
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.13, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.6, presentato dal senatore Pagano.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39-ter.0.7, presentato dal senatore Pagano, fino alle parole «anni 2019 e 2020».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 39-ter.0.16.
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 39-ter.0.8, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni, fino alle parole «31 dicembre 2020».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 39-ter.0.9.
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.11, presentato dai senatori Biasotti e Mallegni.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.14, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.14, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.19, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.19, presentato dal senatore Collina e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.15, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.15, presentato dal senatore Collina e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.17, presentato dalla senatrice Boldrini e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 39-ter.0.18, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 39-ter.0.18, presentato dal senatore Patriarca e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 040, 40 e 40-bis del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti presentati a tali articoli.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 040.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
FERRAZZI (PD). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRAZZI (PD). Signor Presidente, sarò velocissimo nel mio intervento. L'emendamento in esame va a finanziare il Fondo per le emergenze nazionali, perché se di emergenze dobbiamo parlare oggi, non si tratta certo di condoni, ma di soldi per i cittadini, per le imprese e per il territorio che è stato devastato nelle ultime settimane, dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia. Dunque proponiamo di stanziare 500 milioni di euro nel 2018 e 500 milioni di euro nel 2019.
Signor Presidente, vorrei anche chiederle di riferire al ministro Salvini che quanto avvenuto non c'entra nulla con l'ambientalismo da salotto, anzi è proprio il contrario, perché quando il Parlamento europeo fu chiamato a ratificare l'Accordo sul clima di Parigi, due anni fa, ci furono 610 voti favorevoli e 38 voti contrari: tra questi 38 voti contrari figurano il voto dell'allora eurodeputato e oggi vice premier Salvini e dell'oggi ministro Fontana. Se va a parlare con i vecchi delle Dolomiti, le diranno che non hanno mai visto un evento di questo tipo, ma chi studia, chi capisce e chi non parla per niente le spiegherà che questi eventi sono collegati al mutamento ambientale e del clima. (Applausi dal Gruppo PD).
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 040.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40.2, presentato dal senatore Marcucci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40.3, presentato dal senatore Marcucci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40.4, presentato dal senatore Marcucci e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40.0.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40-bis.0.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40-bis.0.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40-bis.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 40-bis.0.2, presentato dalla senatrice Gallone, fino alle parole «Al fine di».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 40-bis.0.3, 40-bis.0.4 e 40-bis.0.6.
Passiamo all'emendamento 40-bis.0.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40-bis.0.5, presentato dal senatore Ferro e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40-bis.0.7, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40-bis.0.7, presentato dai senatori Sudano e Faraone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40-bis.0.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40-bis.0.8, presentato dai senatori Sudano e Faraone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 40-bis.0.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 40-bis.0.9, presentato dai senatori Sudano e Faraone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 41 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.
Colleghi, se ci contingentiamo da soli faccio parlare tutti, altrimenti i tempi sono comunque esauriti. Cerchiamo quindi di parlare poco e bene.
RICCIARDI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCIARDI (M5S). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Sugli emendamenti 41.6 e 41.7 chiedo, come già fatto per iscritto, di non considerare tra i firmatari i senatori Ricciardi, Romagnoli, Trentacoste, Angrisani, Agostinelli, Naturale, Marilotti, Granato e Auddino. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
MARTELLI (Misto). Signor Presidente, intervengo sull'emendamento soppressivo dell'articolo 41.
PRESIDENTE. Ha un minuto, senatore, perché il tempo a sua disposizione è finito.
MARTELLI (Misto). Un minuto è veramente poco. Illustrare l'emendamento soppressivo dell'articolo 41 in un minuto è difficile, ma vediamo cosa posso fare.
A mio avviso non dovrebbe essere inserita una tematica come questa all'interno di un decreto-legge di questo tipo, semplicemente perché la normativa su questi fanghi si è stratificata, e male, nel corso del tempo. La legislazione prevede, ad esempio, che non si deve fare miscelazione di rifiuti allo scopo di diluire gli inquinanti; però si è trovato l'escamotage di collegare direttamente il sito di produzione con il sito di depurazione e, se c'è una continuità nella collettazione, non si considera rifiuto. Di fatto, quindi, la legge viene aggirata, portando al depuratore lo scarico industriale, miscelandolo con lo scarico civile e facendo poi una depurazione.
Il 30 per cento minimo - secondo l'ISPRA - degli scarichi che vengono nei fanghi viene dalla depurazione di detriti industriali. Ecco come si spiega la presenza di metalli pesanti, sostanze cancerogene, oli minerali, idrocarburi pesanti, policiclici aromatici, diossine, furani e quello che volete.
Prendere, anche solamente per un attimo, in considerazione il fatto che questa roba possa essere sparsa sui campi, con limiti di spargimento che sono superiori, per alcune fattispecie, al conferimento in discarica dei rifiuti pericolosi speciali, secondo me, è una follia. Anche aver inserito in tabella alcuni parametri di limitazione può essere oggettivamente non sensato.
Ho contattato un tecnico di laboratorio che mi ha confermato che, per esempio, i 20 milligrammi per quanto riguarda l'arsenico sono assurdi, perché i terreni insubrici e quelli dell'agro romano contengono più di 20 milligrammi sul secco per natura loro. È il rumore di fondo di queste sostanze. È chiaro allora che questa disposizione, che poteva essere un bel numero per dire che finalmente era stata normata la materia, oltre a non essere tranquillizzante avrà senz'altro bisogno di una revisione. Questa è la prima osservazione.
L'altra osservazione è che inserire in tabella, seppure con bassi livelli, sostanze inquinanti cancerogene e persistenti come diossine e furani è un suicidio, perché la sola normativa tabellare che stabilisce dei limiti non ha senso: alcune sostanze devono essere messe al limite zero.
L'operazione che dovrebbe essere fatta non è solo di revisione normativa, ma di revisione impiantistica, perché bisogna capire una volta per tutte se è tollerabile l'accumulo di metalli pesanti nel terreno, e quindi in falda, oppure no. Non ci lamentiamo se poi troviamo nell'acqua potabile parametri come arsenico, cromo e tutte queste cose. Da dove pensiamo che vengano? Vengono dalla percolazione dei fanghi sparsi.
Bene aveva fatto la Regione Lombardia, che ha la competenza sui rifiuti (perché la competenza sui rifiuti è regionale), a porre un limite sugli olii minerali a 50 e bene ha fatto, ulteriormente, a vietare in 170 Comuni lo spargimento, perché si deve dare la priorità al fango zootecnico, che è privo di metalli pesanti. Chi viene a dirci che quelle sostanze sono fango civile, lo voglio vedere con la grattugia che gratta un po' di acciaio inox per far uscire un po' di cromo all'interno del refluo.
Vediamo di fare un'operazione buona: questo decreto-legge scade il 28 novembre prossimo, quindi c'è tutto il tempo di mandarlo alla Camera e stralciare l'articolo 41. (Applausi del senatore Faraone).
LONARDO (FI-BP). Signor Presidente, nel cosiddetto decreto-legge Genova è stato inserito l'articolo 41, che aumenta di venti volte la quantità di idrocarburi ammessi nei fanghi di depurazione da spargere sui terreni agricoli. Come valori consentiti... (Brusìo).
Chiedo perlomeno al mio Gruppo di ascoltarmi. (Richiami del Presidente).
I valori consentiti per gli idrocarburi con catene di carbonio comprese tra C10 e C40 sono stati alzati da 50 milligrammi per chilogrammo (con i relativi valori di mercurio, nichel, piombo, rame e zinco) a 1.000 milligrammi per chilogrammo, con la conseguenza, quindi, dell'aumento di venti volte dei valori di mercurio, nichel, piombo, rame e zinco.
La problematica principale di questi idrocarburi è il loro potenziale ecotossico e la difficoltà intrinseca a definire la tossicità a lungo termine. A questo punto, basti pensare alla presenza dei PFAS nella Provincia di Vicenza, che vi racconta tutto. La loro presenza non esclude la contaminazione di altri inquinanti dichiaratamente cancerogeni e mutageni con una elevata persistenza, quali metalli pesanti, diossina e IPA. La diluizione degli inquinanti ambientali sul terreno non è diversa da quella perpetrata criminalmente in tutti gli ecosistemi marini ed interrati. Ora, con questo articolo, inquiniamo per legge. Inoltre, la tossicità di questi inquinanti si aggrava quando vengono metabolizzati e bioaccumulati negli organismi lungo la piramide alimentare al cui vertice si trova inevitabilmente l'uomo, inteso come comune cittadino.
Adesso chiedo al Governo e al Sottosegretario di sapere dov'è questa emergenza e dove sono accatastati questi fanghi, signor Sottosegretario, che vedo anche distratto rispetto a questo mio interrogarmi. Sottosegretario Crimi? Mi rivolgo a lei, potrebbe ascoltarmi. Il mio appello è al Governo, per sapere dove sono accatastati questi fanghi e per dove devono partire, perché essendo una rappresentante del Sud, mi preoccupo che poi, magari, questi fanghi li vediamo raggiungere il Sud. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
Siccome alla Camera avete accolto un ordine del giorno, mi pare del PD, a rivedere il tutto in prosieguo, vi inviterei a fare uno stop and go, andando a ragionare su questa tematica tanto sensibile e tanto problematica, in modo da fare qualcosa di veramente serio, ma che non sia un decreto.
Io mi sento offesa. A Genova ho la mia famiglia e i miei nipotini, quindi avrei votato il cosiddetto decreto Genova con tutto il cuore, per dare una mano a una città in sofferenza. Purtroppo devo astenermi, perché non posso votare queste cose. (Applausi dal Gruppo FI-BP).
MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, questo articolo è l'altra nefandezza, l'altra vergogna nascosta dalla tragedia di Genova. L'articolo 41 si occupa di fanghi derivanti dagli impianti di depurazione: impianti di depurazione - cito testualmente - delle acque reflue provenienti esclusivamente da insediamenti civili o da insediamenti civili e produttivi o anche provenienti esclusivamente da insediamenti produttivi; quindi, anche da acque reflue derivanti da industrie.
Non è vero, signor sottosegretario Crimi, che si è andata a sanare una questione irrisolta e non regolata da anni. Con questo articolo non fate altro che far riferimento al decreto legislativo n. 99 del 1992, con una piccola eccezione. Sapete qual è l'eccezione? E il contenuto di idrocarburi nei fanghi in questione. E non mi pare che il problema sia di tipo civile.
Perché fate l'eccezione per gli idrocarburi? Perché ritenete di poter elevare le soglie di presenza di tali sostanze nei fanghi che vanno sui nostri terreni, dove si coltivano prodotti che poi vanno sulle tavole dei nostri figli, di tutti noi?
Avevamo chiesto che almeno tale presenza fosse limitata alle colture no food, ma neanche questo avete voluto accettare. Alla Camera, poi, avete peggiorato il provvedimento. Avete fatto eccezioni anche per il cromo, l'arsenico, il selenio, il toluene. Perché avete l'esigenza di far sì che queste sostanze nocive possano essere maggiormente presenti nei fanghi?
Ecco perché - e concludo - non solo insistiamo sulla soppressione di questo articolo vergognoso, ma voteremo anche gli altri emendamenti presentati dal collega De Bonis della mia Regione. È certo, e ripeto della mia Regione, perché aumentare la soglia degli idrocarburi nei fanghi significa rovinare soprattutto la sanità e la salute delle persone che vivono nelle Regioni dove si fanno le estrazioni petrolifere.
Eppure, solo nella scorsa legislatura vi eravate dipinti le mani. Non ci facevate votare. Da quel banco non potevamo accedere sullo sblocca Italia perché dicevate che stavamo avvelenando. Voi state avvelenando con questo articolo. Avete già svenduto tutto. Siete passati dall'essere ambientalisti - come ha ben detto prima la collega - addirittura al fatto di accettare gli idrocarburi, il cromo e l'arsenico dei fanghi di depurazione. Siamo veramente impazziti!
E poi vi permettete di chiamare traditori colleghi seri, autonomi e liberi, che non fanno nient'altro che continuare a dire le cose che dicevate cinque anni fa! (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).
Chi è traditore? Sono traditori loro o siete traditori voi per quanto avete detto, proclamato e su cui avete insistito e ci avete insultato per cinque anni? Rifletteteci, perché a un certo punto si va a sbattere contro la verità, contro la libertà e contro l'autonomia delle persone. Prima o poi si va a sbattere. E noi vi aspettiamo, perché sbatterete. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP).
MALLEGNI (FI-BP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Senatore Mallegni, su che cosa vuole intervenire? Le ricordo che è già intervento un componente del suo Gruppo.
MALLEGNI (FI-BP). Signor Presidente, il mio può essere considerato un preannuncio di voto in dissenso.
PRESIDENTE. Senatore Mallegni, ne prendo atto e le do la parola per un minuto.
Colleghi, faccio terminare gli interventi sull'articolo 41, dopodiché procederemo alla votazione. Il mio auspicio, infatti, è concludere la votazione degli emendamenti nella seduta odierna e poi, nella giornata di domani, procedere alle dichiarazioni di voto e al voto finale, facendo ovviamente intervenire anche la senatrice De Petris, che ne ha fatto richiesta. Questo, però, deve avvenire senza cessioni, perché non autorizzo alcuna cessione di tempi da Gruppo a Gruppo.
MALLEGNI (FI-BP). Signor Presidente, raccolgo le preoccupazioni che sono emerse nel dibattito e prendo anche atto della necessità di una revisione della norma intera che riguarda, appunto, la questione dei fanghi di depurazione.
Amici cari, però, non possiamo far finta di niente, perché viviamo in una vita reale, quella di tutti i giorni, dove ottomila Comuni italiani hanno gli impianti depurazione e da sempre, fino all'entrata in vigore di una sentenza del Tar della Lombardia, hanno distribuito i fanghi in agricoltura, con tutta una serie di limiti e questioni precise che non andavano nella direzione di essere contro la salute del cittadino. No anzi, tutt'altro. Si è colta - credo - l'occasione per inserire nel decreto-legge delle emergenze anche questa che è un'emergenza reale tutti i giorni.
PRESIDENTE. Concluda, per cortesia. Non ho ancora capito che cosa vota.
MALLEGNI (FI-BP). Prima ho sentito chiedere dove sono stoccati i fanghi: i fanghi sono stoccati all'interno degli impianti di depurazione, perché lo prevede la norma italiana, e gli impianti di depurazione si trovano nelle nostre città: chi abita vicino ad essi non riesce più a vivere e a respirare (Applausi della senatrice Lonardo).
PRESIDENTE. Deve concludere.
MALLEGNI (FI-BP). Presidente, il mio sarà un voto contrario all'emendamento presentato dalla collega Lonardo, perché ritengo fondamentale che l'articolo 41 venga approvato così come proposto. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).
TIRABOSCHI (FI-BP). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIRABOSCHI (FI-BP). Signor Presidente, intervengo per preannunciare il mio voto di astensione.
Parto dalla replica finale del sottosegretario Crimi, secondo il quale l'articolo 41 ha posto un limite allo spargimento dei fanghi; quel limite che era stato stabilito da un giudice con la sentenza del TAR Lombardia.
Mi sarei aspettata dal Governo una maggiore incisività sul carattere transitorio di questa norma che - come sappiamo - gestisce un'emergenza. Dietro al tema dei fanghi sappiamo esserci problemi di tutela ambientale, di tutela della salute, ma anche problemi di sostenibilità economica, quelli ai quali faceva riferimento il collega Mallegni. Dico, allora...
PRESIDENTE. Senatrice Tiraboschi, o fa la dichiarazione di voto in un minuto oppure non si può aprire un dibattito.
TIRABOSCHI (FI-BP). Prendiamo spunto da quanto emerso dal convegno green economy di Rimini, che dice che dalla depurazione delle acque possono derivare fanghi dai quali si può estrarre il fosforo, che è una sostanza estremamente importante in agricoltura, e sappiamo che nei prossimi dieci anni potrebbe andare in esaurimento.
La invito, Sottosegretario, a vedere che cosa stanno facendo altri Paesi, come Svizzera e Germania, che hanno già normato al riguardo.
DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, anch'io preannuncio che voteremo a favore degli emendamenti soppressivi e lo spiego.
Con i parametri che indicate, i fanghi industriali non potrebbero essere conferiti neanche nelle discariche speciali; né potrebbero essere utilizzati per i recuperi ambientali. Noi, invece, permettiamo che vadano sui campi dove viene coltivato il cibo che mangiamo. Stiamo facendo un'operazione gravissima.
Noi votiamo no in coerenza. Vorrei, infatti, ricordare ai senatori del MoVimento 5 Stelle che sono stati loro ad aver fatto i ricorsi al TAR contro il provvedimento della Regione Lombardia. Oggi, ancora una volta, cambiano idea. (Applausi dal Gruppo Misto).
CIAMPOLILLO (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CIAMPOLILLO (M5S). Signor Presidente, intervengo semplicemente per fare una precisazione. Quando ho fatto la dichiarazione di voto in relazione agli emendamenti riferiti all'articolo 25, avendone presentati tre a mia firma, sul 25.22 ho votato favorevolmente perché pensavo fosse il mio, ma il voto è invece contrario.
PRESIDENTE. La Presidenza ne prende atto.
I restanti emendamenti e ordini del giorno si intendono illustrati.
Invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sugli ordini del giorno in esame.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti, anche aggiuntivi, riferiti all'articolo 41.
Per quanto riguarda gli ordini del giorno, esprimo parere favorevole sugli ordini del giorno G41.100, G41.103 e G41.107; il parere è contrario sugli ordini del giorno G41.101 e G41.102. Sugli ordini del giorno G41.104, G41.105, G41.106 e G41.108 c'è una richiesta di riformulazione da parte del Governo, cui mi rimetto.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.
Sull'ordine del giorno G41.104 propongo di espungere le parole: «, misurati sulla sostanza secca,». Sull'ordine del giorno G41.105, al secondo impegno, proponiamo di espungere la frase dalle parole: «, che altro non sono» fino alla parola: «applicazione». L'ordine del giorno G41.106 è uguale al precedente e, quindi, valgono le stesse considerazioni. Sull'ordine del giorno G41.108 proponiamo di premettere al dispositivo le parole: « a valutare l'opportunità di».
PRESIDENTE. Gli ordini del giorno G41.105 e G41.106 non sono proprio identici.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Non sono identici per quanto riguarda alcune preposizioni, per la premessa, ma per il resto gli impegni sono sostanzialmente identici. Quindi, vale la stessa modificazione, e cioè sul secondo impegno proponiamo di fermarsi alle parole: «gessi di defecazione» e di mantenere il terzo e il quarto impegno.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.2, presentato dal senatore Renzi e da altri senatori, identico agli emendamenti 41.3, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, 41.4, presentato dal senatore Martelli, 41.5, presentato dalla senatrice Lonardo e da altri senatori, e 41.6, presentato dal senatore De Bonis e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.7, presentato dal senatore De Bonis e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.8, presentato dal senatore Lorefice e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.9, presentato dal senatore De Bonis e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.10, presentato dal senatore Martelli.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 41.11, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 41.11, presentato dal senatore De Bonis e da altri senatori, fino alle parole «con le seguenti:».
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 41.12.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.13, presentato dal senatore Lorefice.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.14, presentato dal senatore De Bonis e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.15, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.16, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.17, presentato dal senatore Lorefice.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
L'emendamento 41.18 è inammissibile.
Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G41.100 non verrà posto ai voti.
Senatore De Bonis, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G41.101?
DE BONIS (M5S). No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Senatrice Nugnes, insiste per la votazione dell'ordine del giorno G41.102?
NUGNES (M5S). No, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G41.103 non verrà posto ai voti.
Senatore Lorefice, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G41.104?
LOREFICE (M5S). No, signor Presidente, e insisto per la votazione dell'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'ordine del giorno G41.104, presentato dal senatore Lorefice.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Senatore D'Arienzo, accoglie la proposta di riformulazione degli ordini del giorno G41.105 e G41.106?
D'ARIENZO (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stati accolti dal Governo, gli ordini del giorno G41.105 (testo 2), G41.106 (testo 2) e G41.107 non verranno posti ai voti.
Senatore Margiotta, accoglie la proposta di riformulazione dell'ordine del giorno G41.108?
MARGIOTTA (PD). Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G41.108 (testo 2) non verrà posto ai voti.
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.0.1, presentato dal senatore Nastri e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 41.0.2, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 42 e 42-bis del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 42.0.1, identico all'emendamento 42.0.200, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 42.0.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, identico all'emendamento 42.0.200, presentato dalla senatrice Gallone.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 42-bis.0.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 42-bis.0.2, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 43 e 43-bis del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 43.2, presentato dal senatore De Bonis.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 43-bis.1, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 43-bis.1, presentato dal senatore Biasotti e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti agli articoli 44 e 44-ter del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito i relatori e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.
PATUANELLI, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
CRIMI, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 44.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 44.2, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 44.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 44.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 44.3, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 44.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 44.4, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Passiamo all'emendamento 44.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 44.5, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 44-ter.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.
(Segue la votazione).
Il Senato non approva. (v. Allegato B).
Abbiamo così concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno. (Applausi).
Rinvio il seguito della discussione del disegno di legge in titolo ad altra seduta.
Visto che abbiamo fatto tardi, gli interventi di fine seduta sono rimandati alla seduta di domani.
Atti e documenti, annunzio
PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.
Ordine del giorno
per la seduta di giovedì 15 novembre 2018
PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, giovedì 15 novembre, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:
La seduta è tolta (ore 20,17).