Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 057 del 13/11/2018

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

57a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO

MARTEDÌ 13 NOVEMBRE 2018

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Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI

N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia-Berlusconi Presidente: FI-BP; Fratelli d'Italia: FdI; Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione: L-SP-PSd'Az; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-Leu; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino: Misto-PEcEB; Misto-PSI: Misto-PSI.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del presidente ALBERTI CASELLATI

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,36).

Si dia lettura del processo verbale.

NISINI, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta dell'8 novembre.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Governo, composizione

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato la seguente lettera:

«Roma, 9 novembre 2018

Onorevole Presidente,

La informo che il Presidente della Repubblica con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, ha accettato le dimissioni rassegnate dall'on. dott. Maurizio FUGATTI dalla carica di Sottosegretario di Stato per la Salute.

f.to Giuseppe CONTE».

Commissione parlamentare per le questioni regionali e Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, composizione

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato e il Presidente della Camera dei deputati hanno proceduto alla nomina dei componenti della Commissione parlamentare per le questioni regionali e della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale.

L'elenco dei componenti delle predette Commissioni sarà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Saluto ad una rappresentanza dell'Amministrazione del Parlamento del Montenegro e dell'OSCE

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea il Segretario Generale e i funzionari del Parlamento del Montenegro e i funzionari dell'OSCE, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Sui lavori del Senato

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il presidente della Commissione lavori pubblici e comunicazioni, senatore Coltorti, per riferire sui lavori delle Commissioni riunite 8a e 13a.

COLTORTI (M5S). Onorevole Presidente, colleghi senatori, le Commissioni riunite 8a e 13a hanno iniziato a esaminare gli emendamenti oggi pomeriggio, dopo aver ricevuto i pareri previsti dal Regolamento, esame che in questo momento non è ancora concluso. Contiamo tuttavia di pervenire alla votazione del mandato a riferire all'Aula dei relatori entro questa sera o al massimo domani nella prima mattinata.

Chiedo pertanto, con l'unanime consenso dei Gruppi rappresentati nelle Commissioni riunite, che si possa iniziare l'esame in Aula del disegno di legge di conversione del decreto-legge su Genova e le altre emergenze domani mattina alle ore 10,30.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, in relazione a quanto riferito dal senatore Coltorti, rinvio la discussione del disegno di legge in titolo alla seduta di domani, che avrà inizio alle ore 10,30.

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

SACCONE (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SACCONE (FI-BP). Care colleghe e cari colleghi, penso sia importante per quest'Assemblea soffermarsi su quanto sta avvenendo in Medio Oriente. In questi ultimi due giorni lo Stato di Israele sta subendo una violenta azione di lancio di razzi da parte di Hamas. Finora sono stati lanciati dal territorio di Gaza oltre 400 razzi.

Questi razzi sono mortali e producono ingenti danni. Se si è limitato il numero dei morti, nonostante i tanti feriti, lo si deve soprattutto alla capacità di intercettazione dei razzi da parte del sistema difensivo israeliano. Nonostante ciò, purtroppo, c'è stata una vittima, peraltro un palestinese che lavora in Israele. Anche sua moglie è stata gravemente ferita e attualmente è ricoverata presso un ospedale israeliano.

Non è mia intenzione aprire un dibattito sulla questione, sul computo dei morti da ambo i lati o sul conflitto in corso, che pareva peraltro destinato a un armistizio duraturo, finalizzato a far giungere il gas e persino denaro dal Qatar a Gaza. Il mio intento è quello di portare in quest'Aula il dramma che stanno vivendo centinaia di migliaia di cittadini inermi e disarmati, che a causa di questi atti ostili sono costretti a vivere barricati e chiusi in casa. In Israele la vita è sospesa.

Mi si permetta di denunciare il silenzio delle istituzioni internazionali e il silenzio della Unione europea, in particolare dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri, Federica Mogherini, che - constatiamo con rammarico - ancora non ha stigmatizzato l'azione cruenta di Hamas contro popolazioni civili israeliane. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

La nostra opinione pubblica e i nostri concittadini devono aver la possibilità di conoscere gli avvenimenti in corso, ma purtroppo pochissimi telegiornali hanno raccontato il durissimo attacco che stanno subendo i cittadini del Sud di Israele, con l'alto rischio, come annunciato e minacciato da Hamas, di un'azione a vasta scala.

Chiediamo al Governo italiano e soprattutto al Ministro degli affari esteri, in primo luogo, di stigmatizzare quanto compiuto da Hamas e di porre in essere gli atti necessari al fine di far cessare il fuoco e per scongiurare una escalation del conflitto in quell'area.(Applausi dal Gruppo FI-BP).

BONFRISCO (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BONFRISCO (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, colleghi, l'intervento del collega Saccone introduce un tema sul quale è giusto richiamare l'attenzione di quest'Assemblea e anche del nostro Governo, perché in queste ultime quarantotto ore l'organizzazione terroristica di Hamas ha lanciato, come è già stato detto, oltre 400 missili contro Israele, lanciati indiscriminatamente contro i civili inermi. Hanno colpito un bus, che è stato preso in pieno, ferendo gravemente un israeliano, e molte palazzine in varie città. Ad Ashkelon, come ha appena ricordato il senatore Saccone, un palestinese, che lavorava però in Israele, è morto, colpito dal missile mentre dormiva.

Hamas ora minaccia di allargare il raggio di azione dei suoi missili e colpire anche città come Ashdod e Beersheva. Sono un centinaio gli israeliani ricoverati in ospedale per ferite gravi conseguenti ad attacchi missilistici e ai traumi. Il fatto che non ci siano decine di morti (e speriamo non ce ne saranno) non è frutto del caso, ma del fatto che Israele investe miliardi nella protezione dei suoi cittadini, sia per mezzo del sistema antimissile Irondome, che costruendo rifugi sicuri in ogni palazzina israeliana.

Ieri e stanotte i cittadini israeliani del Sud del Paese hanno passato tutto il loro tempo al sicuro nei rifugi e oggi, in diverse città del Sud del Paese, è tutto chiuso, comprese scuole e posti di lavoro. Israele ha il diritto di difendersi e di tutelare la sicurezza dei suoi cittadini, e tutto questo accade quando Israele aveva dimostrato la sua intenzione di giungere a un accordo di cessate il fuoco, permettendo anche al Qatar di trasferire a Gaza gas, soldi e risorse.

Io penso che gli italiani non possano restare indifferenti a quanto sta accadendo e ritengo che il Governo debba quanto prima intraprendere un'azione diplomatica quanto mai opportuna. Ringrazio il ministro Salvini, che ha già avuto l'accortezza di organizzare una propria visita e un proprio viaggio proprio in Israele: così si dimostra la vera vicinanza al popolo israeliano, alla sua storia, alle sue persecuzioni e a quello che continua a subire. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e FI-BP).

LA RUSSA (FdI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LA RUSSA (FdI). Signor Presidente, il tema è lo stesso, per cui non ripeterò le argomentazioni, identiche alle mie, appena espresse dalla senatrice Bonfrisco, le quali peraltro riprendono puntualmente le informazioni che stiamo ricevendo dalle agenzie e dalla stessa ambasciata israeliana.

Dico soltanto, signor Presidente, che la nostra solidarietà non deve essere di maniera. Io credo che molto spesso ci si dimentichi della condizione in cui vivono i cittadini israeliani, che molto spesso il diritto alla difesa del popolo israeliano e dello Stato d'Israele venga sottaciuto e sottovalutato e che soltanto quando avvengono fatti come questi ci si ricordi che il buon diritto, anche dei palestinesi, di avere una patria non ha nulla a che vedere con l'estremismo (peraltro filoislamico) che è alla base di coloro che stanno lanciando i razzi contro il territorio di Israele.

Chiedo al Governo una parola forte e chiara: a volte, l'equidistanza ha una sua logica; in questo caso, il silenzio sarebbe scandaloso. Mi appello, quindi, al Governo affinché prenda nettamente posizione in difesa del buon diritto all'esistenza d'Israele e del suo popolo. (Applausi dal Gruppo FdI).

PARRINI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PARRINI (PD). Signor Presidente, ritengo necessario richiamare la sua attenzione e quella dei colleghi su due fatti, avvenuti nei giorni scorsi, che hanno a che vedere con quello che riteniamo essere un diritto fondamentale dei cittadini in un Paese democratico come il nostro. Mi riferisco al diritto di contestare chi esercita il potere politico, ovvero di manifestare liberamente il proprio pensiero.

Come lei saprà e come sapranno i colleghi, sabato scorso migliaia di persone sono state fermate ai caselli autostradali, alle porte di Roma, mentre si stavano recando a una manifestazione antirazzista convocata per criticare il provvedimento che il Senato ha approvato di recente, in prima lettura, in materia di immigrazione. I partecipanti alla manifestazione sono stati sottoposti a perquisizioni e a controlli, che si sono prolungati per ore e che sono parsi a tutti noi e a moltissimi osservatori anche del mondo dell'informazione assolutamente immotivati, arbitrari e sproporzionati.

Ieri - e questo fatto ha avuto ancora maggiore pubblicità - una signora, che si trovava nei pressi dell'università LUMSA di Roma e che era uscita da casa propria per altre ragioni, ha contestato verbalmente il Ministro dell'interno, che si trovava a passare davanti a lei. Ebbene, dopo che è avvenuta tale contestazione, la donna è stata affrontata in malo modo, con una inopinata aggressività, da funzionari di Polizia in borghese, portata lontano da dove si trovava e infine condotta al commissariato e denunciata perché - questo è stato detto - non avrebbe esibito immediatamente i documenti che le erano stati chiesti.

Signor Presidente, riteniamo che questi siano fatti per cui è necessario essere molto preoccupati: sono indicativi di un clima che non vogliamo prosegua. Crediamo che episodi del genere siano non soltanto immotivati, ma in contrasto con due articoli fondamentali della nostra Costituzione: l'articolo 17 e l'articolo 21. Riteniamo, infine, che fatti come quelli citati non possano passare sotto silenzio e che richiedano un'iniziativa politica forte.

Questa mattina abbiamo presentato un'interrogazione al Ministro dell'interno; lo stesso ha fatto il mio collega, Capogruppo del PD, in Commissione affari costituzionali alla Camera. Vogliamo che di questo si discuta nelle sedi istituzionali, ma intanto ci pareva necessario informare lei e l'Assemblea della nostra grande inquietudine per i fatti avvenuti, che non vorremmo fossero parte di un clima che viene ispirato.

Riteniamo necessario che si diano chiarimenti su questo, perché in democrazia il diritto di manifestare il proprio dissenso, il diritto di contestare chi si trova a esercitare responsabilità di Governo e il diritto di non essere portati al commissariato e di non essere sottoposti a immotivate perquisizioni e a immotivati controlli se lo si fa, deve essere un diritto su cui nessuno ha dubbi e che non viene in alcun modo limitato e sottoposto a coercizione. (Applausi dal Gruppo PD).

Saluto ad una rappresentanza di studenti

PRESIDENTE. Saluto a nome dell'Assemblea gli studenti dell'Università statale di Milano, facoltà di giurisprudenza e scienze della comunicazione, che stanno assistendo ai nostri lavori. (Applausi).

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

MIRABELLI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MIRABELLI (PD). Signor Presidente, a Milano c'è una grande area che si chiama Porto di Mare: 34 ettari abbandonati da molti anni che il Comune di Milano, insieme a Italia Nostra, in questi ultimi anni ha provveduto a risanare e a risistemare, realizzando un parco. Restano due ettari da sistemare: il tristemente noto, famoso alle cronache, Boschetto di Rogoredo, una realtà che nasconde due piazze di spaccio, riferimento per tutta la Regione Lombardia. Uno spettacolo inaccettabile in una città o in qualunque altro luogo. Per consentire il risanamento di questi ultimi due ettari e mettere a disposizione dei cittadini anche l'intero parco di Rogoredo, abbiamo chiesto al Ministro dell'interno - da tempo l'hanno fatto il sindaco di Milano, molti assessori e le forze politiche - di mettere a disposizione le Forze dell'ordine necessarie per consentire che venga risanata l'ultima parte di questo parco, che quindi venga distrutto e risanato il boschetto di Rogoredo e ci sia la possibilità di espellere lo spaccio da quella zona.

Allo stesso tempo, il Ministro dell'interno, rispondendo a un'interrogazione alla Camera, si era impegnato a garantire un presidio della Polfer, per garantire la sicurezza della stazione di Rogoredo, ovviamente interessata da questi traffici e percorsi.

Signor Presidente, noi abbiamo presentato un'interrogazione - per questo intervengo ora - a cui non abbiamo avuto risposta dal Ministero dell'interno e insistiamo per averla, perché, al di là di tutto, delle chiacchiere e dei proclami, un Ministro dell'interno deve occuparsi anche di come concretamente garantire la sicurezza ai cittadini, in questo caso del quartiere di Rogoredo, restituendo loro la tranquillità e la possibilità di vivere e garantendo anche la possibilità di realizzare un nuovo spazio verde, liberato definitivamente dagli spacciatori.

Le chiedo quindi, signor Presidente, di sollecitare una risposta su questo punto e possibilmente un intervento del Ministero dell'interno per affiancare chi oggi sta lavorando al risanamento di quell'area, sapendo che, con lo spaccio così presente, difficilmente potranno farlo da soli, senza un presidio fisso delle Forze dell'ordine. (Applausi dal Gruppo PD).

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIZIARELLI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei intervenire in merito alle gravi, nuove informazioni relative all'indagine sull'inquinamento ambientale e l'omessa bonifica in Valnestore, in Umbria, quella che purtroppo la stampa ha definito «la valle dei fuochi umbra». Vorrei ricordare che quest'area è già stata oggetto di una visita-ispezione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati nella precedente legislatura, grazie ai colleghi Candiani e Arrigoni.

Nei giorni scorsi si sono apprese dalla stampa notizie fondamentali, la prima delle quali è che, secondo la superperizia che la procura ha commissionato al professor Boeri, acqua e grano sono inquinati dalle ceneri sotterrate in quell'area; un'area importante e vastissima: 77 punti di prelievo in un'area di 15 chilometri quadrati confermano l'inquinamento pesante denunciato da anni dalla popolazione, dai comitati e sui quali sta indagando la procura. C'è un fatto certo e, a questo punto, c'è una domanda che rimane e che chiede risposta: le amministrazioni comunali socie della società Sviluppo Valnestore e gli amministratori sapevano o no? L'ENEL sapeva o no, soprattutto durante questa vicenda, che è durata anni?

Ebbene, il collega Arrigoni aveva ottenuto dall'Ufficio di Presidenza della Commissione bicamerale sugli ecoreati che la Commissione stessa redigesse per l'Umbria - ahimè considerata verde, ma che per alcune vicende così verde non è - una relazione espressa. La chiusura della precedente legislatura l'ha impedito. Noi chiederemo con forza che la Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati che peraltro si insedierà domani, riparta da lì con i fatti nuovi, con i nuovi sequestri che ci sono stati nella giornata di venerdì scorso e che finalmente si abbia una risposta, una risposta che le amministrazioni devono e alla quale i cittadini hanno diritto. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).

AIMI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AIMI (FI-BP). Signor Presidente, stiamo seguendo con grande apprensione ciò che sta avvenendo in queste ore a Palermo, dove si sta svolgendo una conferenza su cui il Governo ha puntato gran parte del suo gioco politico a livello internazionale.

Anche le opposizioni e noi di Forza Italia avevamo auspicato che le cose potessero andare per il meglio. Qualche giorno fa ci siamo ritrovati nell'imbarazzante situazione di vedere che alcuni leader avevano dato la loro adesione a questa conferenza, per poi smentirla e quindi abbiamo compreso le difficoltà che si sarebbero potute verificare. Oggi, purtroppo, abbiamo la conferma di un fallimento o, quanto meno, di un rischio di fallimento della conferenza. Infatti, nella fotografia di rito dei leader politici, riuniti a Villa Igiea per la conferenza sulla Libia, ci sono due grandi assenti: Al Sisi, il Presidente dell'Egitto, e il maresciallo di campo Khalifa Haftar, che però ha rilasciato delle dichiarazioni importanti, che credo quest'Assemblea debba prendere in considerazione con grande attenzione. Esse, infatti, rappresentano un monito non solamente per gli altri Paesi arabi (in particolare i Paesi africani, al confine Sud della Libia), ma anche per l'Italia. Che cosa ha detto Haftar? Egli ha detto che il dramma dell'immigrazione incontrollata deve essere fermato all'origine e ha fatto un appello ai Paesi a Sud della Libia, di poter intervenire con fermezza.

Anche noi, come Italia, dobbiamo avere la stessa premura e lo stesso impegno. Il presidente Berlusconi e, a seguire, il presidente Tajani hanno parlato, ripetutamente, da anni, dell'importanza di un piano Marshall per l'Africa. Ecco, dobbiamo andare in quella direzione, soprattutto in questo momento, in cui abbiamo visto cosa è accaduto in queste ore a Palermo e visti i problemi con la Libia, credo sia importante anche da parte dell'Italia fare il proprio dovere e controllare il confine Sud del Mediterraneo con maggiore attenzione.

Naturalmente, Forza Italia fa il tifo perché le cose vadano bene, però i problemi emersi sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

FERRARA (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FERRARA (M5S). Signor Presidente, in queste ore in Yemen si combatte una battaglia cruciale ed estremamente sanguinosa per la conquista della città portuale di Hodeidah. Il porto è una delle poche vie d'accesso per gli aiuti umanitari che alleviano le sofferenze di una popolazione costretta alla fame dall'embargo della coalizione a guida saudita. In particolare, vorrei ricordare la piccola Amal, sette anni, morta di fame e direi di indifferenza, un simbolo di questo orrore. (Applausi dal Gruppo M5S).

Nelle ultime quarantotto ore i morti sono più di 150, inclusi i civili. Si tratta di una carneficina che deve finire e che dobbiamo condannare con forza. Il mondo intero si è giustamente indignato per l'uccisione di Khashoggi per mano dei sicari sauditi. Come facciamo a rimanere silenti di fronte a una guerra che continua da anni, con immani sofferenze per la popolazione yemenita? Come hanno potuto i media nostrani dedicare prime pagine all'albero denominato Spelacchio e ignorare del tutto chi muore sotto le bombe? Cosa faranno quest'anno i signori dell'informazione mainstream? Continueranno a parlare dell'albero di Natale di Roma per colpire la Raggi o inizieranno a trattare tale argomento?

L'epidemia di colera sta provocando la morte di migliaia di civili. Le infrastrutture come ospedali e vie di collegamento, ma anche i luoghi di accentramento come mercati, moschee e centri abitati vengono sistematicamente colpiti, causando la morte di moltissimi civili e l'interruzione di servizi vitali.

Il Parlamento europeo ha chiesto l'avvio di un'iniziativa finalizzata all'imposizione di un embargo dell'Unione europea sulle armi all'Arabia saudita, mentre il segretario generale dell'ONU Guterres ha condannato più e più volte i raid sauditi.

Se Khashoggi è stato soffocato e fatto a pezzi dai suoi aguzzini, nel silenzio di una stanza di un consolato saudita in Turchia, anche lo Yemen è soffocato e fatto a pezzi a causa di un embargo insostenibile e di una violenza senza fine, nel silenzio dei Governi e dell'opinione pubblica internazionale. Questo non può essere accettabile, specie per noi che abbiamo venduto ingenti quantità di armi all'Arabia Saudita. Nell'immediato è necessaria una tregua che permetta di soccorrere i feriti e mettere in salvo i civili di una città sotto assedio da mesi. È necessario al contempo garantire il transito degli aiuti umanitari alla popolazione yemenita. Secondo l'ONU ci sono 14 milioni di persone in condizioni di precarietà, di questi due milioni sono bambini.

Concludo, Presidente, la consapevolezza di quanto accade in Yemen sta crescendo e invito il nostro Governo ad un'azione decisa all'interno degli organismi internazionali di cui fa parte. (Applausi dal Gruppo M5S).

VERDUCCI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VERDUCCI (PD). Signor Presidente, ho chiesto la parola per far sentire anche in quest'Assemblea la voce delle centinaia di giornalisti che oggi hanno manifestato in oltre venti città d'Italia. Erano tantissimi, molto spesso precari o sottopagati, a manifestare dietro uno striscione che diceva: «No bavaglio». Per dire no alle prevaricazioni, ai soprusi, molto spesso sottotraccia, ma molto spesso manifesti, vergognosamente manifesti, come quelli che hanno portato nella giornata di sabato addirittura il Vice Presidente del Consiglio e un esponente di punta del MoVimento 5 Stelle a definire i giornalisti con parole gravissime e irripetibili - «sciacalli», «cani da riporto» e «puttane» - solamente per aver portato avanti il dovere sacrosanto di cronaca, il diritto sacrosanto di informare.

Quelle voci oggi hanno manifestato per non essere zittite, per la libertà di informazione che è fondamentale in democrazia quanto l'aria che respiriamo. Hanno manifestato per dire no alla minaccia dei tagli al Fondo per l'editoria. Non si tratta di tagli ai grandi giornali, ai cosiddetti giornaloni; no, Presidente, sono tagli esiziali a voci di comunità, di quartiere, di associazioni, molto spesso parrocchiali o laiche che tengono vivi i nostri Paesi e i nostri territori.

Noi vogliamo dire con forza no a queste aggressioni e intimidazioni che hanno il sapore dello squadrismo: la democrazia senza la libera stampa semplicemente non esiste. Eravamo oggi in quelle piazze con chi manifestava e continueremo ad esserlo per la nostra democrazia, il nostro Parlamento e i nostri concittadini. (Applausi dal Gruppo PD).

PERILLI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PERILLI (M5S). Signor Presidente, intervengo in quest'Aula, in coda alle parole dei colleghi del Partito democratico, per dare una notizia: siamo stati tirati in ballo, ma affermiamo con forza che non siamo mai stati contro, ma siamo e saremo sempre a difesa della libertà di stampa e dalla parte dei giornalisti liberi, di quelli che ci criticano e continueranno a criticarci, quando lo riterranno, nel merito però delle cose. A differenza invece di quelli che costruiscono campagne di stampa offensive e ingiuriose - verrebbe da dire addirittura di odio - nei nostri confronti perché rappresentano interessi di parte, condizionati da pregiudizi e legati da una commistione ormai divenuta insanabile, Presidente, ad un blocco di potere che con i suoi conflitti di interesse ha massacrato l'Italia ed è favorevole al mantenimento dello status quo.

Ai colleghi che poco prima hanno citato il MoVimento 5 Stelle, vorrei dire che nei trascorsi due anni abbiamo assistito quasi quotidianamente ad attacchi alla persona del nostro sindaco Virginia Raggi, sindaco di tutti i cittadini di Roma, ad insinuazioni volgari (che spesso vengono dimenticate), a presunti gossip sulla sua vita privata. La grande stampa, di destra e di sinistra, ha raccontato le vicende del Campidoglio facendo passare l'amministrazione 5 Stelle per un gruppo di delinquenti, quando voi siete dentro fino al collo, e lo siete stati anche in passato, in tutte le vicende - anche le peggiori - di questa Capitale: quello sì che è vero malaffare. Le dico ad esempio, Presidente, alcuni titoli che sono usciti: «Capitale corrotta. Grillini infetti»; lo stesso sindaco è stato definito «oca del Campidoglio»; «La Raggi s'incolla alla poltrona»; «Il comico comanda, ma Virginia ricatta»; «Palude 5 Stelle»; «Raggi, chiesti dieci mesi»; «Il MoVimento 5 Stelle non molla».

Il MoVimento 5 Stelle sta con Virginia raggi e con tutta l'amministrazione capitolina, impegnata in un'impresa improba per recuperare decenni di disastri che avete lasciato voi. Ebbene, questa vostra indignazione non la accettiamo.

VERDUCCI (PD). Come ti permetti? Vale per tutti la libertà di stampa.

PERILLI (M5S). Signor Presidente, chi non è d'accordo può uscire dall'Aula, come ha fatto il Partito Democratico in occasione del taglio dei vitalizi.

PRESIDENTE. Concluda, per cortesia.

PERILLI (M5S). Questa maggioranza è al Governo da cinque mesi e si trova a fronteggiare uno schieramento di testate giornalistiche antagoniste che non ha precedenti. (Commenti dal Gruppo PD). Ogni giorno valanghe di accuse, bugie, falsità, manipolazione dei fatti e si ha ancora il coraggio di dire che il MoVimento 5 Stelle è contro la stampa, contro la libertà di stampa.

VERDUCCI (PD).Avete occupato tutto!

PERILLI (M5S). Noi siamo a favore - lo ripeto - di una stampa libera.

VERDUCCI (PD). Avete occupato tutta la RAI!

PRESIDENTE. Lasciatelo terminare.

PERILLI (M5S). Di questa situazione, non solo gli elettori del MoVimento 5 Stelle, ma tutti quanti credono negli stessi principi si sono fatti un'idea precisa, al di là di ciò che si vuol far passare in quest'Aula. (Applausi dal Gruppo M5S).

VESCOVI (L-SP-PSd'Az). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VESCOVI (L-SP-PSd'Az). Signor Presidente, vorrei solo segnalare quello che è successo nel Comune toscano di Scandicci, il cui il sindaco ha autorizzato l'assessore all'istruzione a usare la fascia tricolore per una pubblicità di un'azienda privata, la Benetton SpA. Abbiamo presentato degli esposti e abbiamo anche ritrovato la circolare n. 5 del novembre 1998 del Ministero dell'interno che vieta l'utilizzo della fascia tricolore per fini commerciali e pubblicitari.

Vorrei rappresentare al Senato e a lei questo episodio, a mio avviso non istituzionale, soprattutto perché è chiamata in causa la società Benetton. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd'Az).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di mercoledì 14 novembre 2018

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, mercoledì 14 novembre, alle ore 10,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

La seduta è tolta (ore 17,15).

Allegato B

Congedi e missioni

Sono in congedo i senatori: Barachini, Bogo Deledda, Borgonzoni, Candiani, Cattaneo, Cioffi, Comincini, Crimi, De Poli, Faggi, Fattori, Fusco, Giacobbe, Giarrusso, Merlo, Monti, Napolitano, Santangelo, Sbrollini, Siri e Vaccaro.

Sono assenti per incarico avuto dal Senato i senatori: Petrocelli, per attività della 3ªCommissione permanente; Catalfo e Toffanin, per attività dell'11ª Commissione permanente; Alderisi e Garavini, per attività del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero.

Gruppi parlamentari, Ufficio di Presidenza

Con lettera in data 9 novembre 2018, la Presidente del Gruppo parlamentare Forza Italia - Berlusconi Presidente ha comunicato che il Gruppo stesso ha proceduto all'integrazione del proprio Ufficio di Presidenza, nominando Vice Presidenti i senatori Adriano Galliani, Alessandra Gallone, Gabriella Giammanco, Alessandrina Lonardo, Massimo Mallegni, Giuseppe Mangialavori, Giuseppe Moles, Maria Rizzotti e Licia Ronzulli.

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, ha comunicato la seguente variazione nella composizione delle Commissioni permanenti:

9a Commissione permanente: cessa di farne parte la senatrice Botto; entra a farne parte il senatore Crimi sostituito, in qualità di membro del Governo, dal senatore Puglia;

11ª Commissione permanente: cessa di farne parte il senatore Crimi sostituito, in qualità di membro del Governo, dal senatore Puglia; entra a farne parte la senatrice Botto.

Commissione parlamentare per le questioni regionali, composizione

Il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali i senatori: Rosa Silvana Abate, Massimo Vittorio Berutti, Francesco Bruzzone, Maurizio Campari, Donatella Conzatti, Luciano D'Alfonso, Danila De Lucia, Tiziana Carmela Rosaria Drago, Sonia Fregolent, Bianca Laura Granato, Virginia La Mura, Patrizio Giacomo La Pietra, Albert Laniece, Daniele Manca, Francesco Mollame, Marco Perosino, Ruggiero Quarto, Erica Rivolta, Daniela Sbrollini e Roberta Toffanin.

Il Presidente della Camera dei deputati ha chiamato a far parte della medesima Commissione i deputati: Francesco Acquaroli, Paolo Barelli, Laura Cantini, Emanuela Corda, Giuseppe D'Ambrosio, Mauro D'Attis, Carlo Ugo De Girolamo, Paola Deiana, Marialuisa Faro, Sara Foscolo, Flavio Gastaldi, Pietro Navarra, Raffaella Paita, Maria Pallini, Ugo Parolo, Roberto Pella, Carlo Piastra, Emanuela Rossini, Elisa Tripodi e Diego Zardini.

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, composizione

Il Presidente del Senato, in data 13 novembre 2018, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale i senatori:

Anna Cinzia Bonfrisco, Maria Cristina Cantu', Dario Damiani, Giovanbattista Fazzolari, Elio Lannutti, Antonio Misiani, Elisa Pirro, Sergio Puglia e Marco Siclari.

Il Presidente della Camera dei deputati, nella stessa data ha chiamato a far parte della medesima Commissione i deputati:

Renato Brunetta, Aurelia Bubisutti, Gianfranco Di Sarno, Stefano Lepri, Teresa Manzo, Alessandro Pagano, Elisa Scutellà, Renzo Tondo e Raffaele Topo.

Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, variazioni nella composizione

Il Presidente della Camera dei deputati, in data 7 novembre 2018, ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza la deputata Leda Volpi, in sostituzione della deputata Francesca Businarolo, dimissionaria.

Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, variazioni nella composizione

Il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani la senatrice Casolati, in sostituzione del senatore Pillon, dimissionario.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatori Guidolin Barbara, Nocerino Simona Nunzia, Campagna Antonella, Auddino Giuseppe, Matrisciano Susy, Romagnoli Sergio, Catalfo Nunzia, Puglia Sergio, Romano Iunio Valerio, Gaudiano Felicia, Marinello Gaspare Antonio, Mautone Raffaele, Di Marzio Luigi, Endrizzi Giovanni, Drago Tiziana Carmela Rosaria, Di Piazza Stanislao, Licheri Ettore Antonio, Giannuzzi Silvana, Di Micco Fabio, Angrisani Luisa, Lorefice Pietro, Sileri Pierpaolo

Modifiche al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, in materia di introduzione degli operatori socio-sanitari tra le categorie usuranti (934)

(presentato in data 09/11/2018);

senatore Cerno Tommaso

Norme per la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati (935)

(presentato in data 12/11/2018);

senatori Garavini Laura, Giacobbe Francesco, Marcucci Andrea

Modifiche alla legge 27 dicembre 2001, n. 459, recante norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero (936)

(presentato in data 13/11/2018);

senatore Pittella Gianni

Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno (937)

(presentato in data 13/11/2018).

Disegni di legge, assegnazione

In sede redigente

2ª Commissione permanente Giustizia

Dep. Molteni Nicola ed altri

Inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con la pena dell'ergastolo (925)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)

C.392 approvato dalla Camera dei deputati

(assorbe C.460)

(assegnato in data 09/11/2018);

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Garavini Laura, Sen. Giacobbe Francesco

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di riacquisto della cittadinanza da parte delle donne che l'hanno perduta a seguito del matrimonio con uno straniero e dei loro discendenti (492)

previ pareri delle Commissioni 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio)

(assegnato in data 13/11/2018);

2ª Commissione permanente Giustizia

Sen. Balboni Alberto ed altri

Norme a tutela della famiglia in caso di separazione e divorzio (837)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro), 11ª (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale)

(assegnato in data 13/11/2018);

10ª Commissione permanente Industria, commercio, turismo

Sen. Lucidi Stefano

Nuove disposizioni concernenti la classificazione dei prodotti in base alla loro sostenibilità produttiva, tenuto conto delle materie prime impiegate, dell'energia e delle risorse idriche utilizzate nonché del potenziale recupero e riciclo finale (854)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Istruzione pubblica, beni culturali), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14ª (Politiche dell'Unione europea)

(assegnato in data 13/11/2018);

13ª Commissione permanente Territorio, ambiente, beni ambientali

Sen. Urraro Francesco

Modifica all'articolo 36 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (817)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio)

(assegnato in data 13/11/2018).

In sede referente

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Perilli Gianluca ed altri

Disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari (881)

previ pareri delle Commissioni 5ª (Bilancio)

(assegnato in data 09/11/2018);

1ª Commissione permanente Affari Costituzionali

Sen. Bernini Anna Maria ed altri

Soppressione delle Città metropolitane (731)

previ pareri delle Commissioni 5ª (Bilancio)

(assegnato in data 13/11/2018);

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Gov. Conte-I: Ministro affari esteri e coop. inter.le Moavero Milanesi, Ministro ambiente e tutela del territorio e del mare Costa ed altri

Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale di Nagoya - Kuala Lumpur, in materia di responsabilità e risarcimenti, al Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza, fatto a Nagoya il 15 ottobre 2010 (926)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 9ª (Agricoltura e produzione agroalimentare), 12ª (Igiene e sanita'), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali), 14ª (Politiche dell'Unione europea)

C.1123 approvato dalla Camera dei deputati

(assegnato in data 13/11/2018);

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Gov. Conte-I: Ministro affari esteri e coop. inter.le Moavero Milanesi ed altri

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003 (927)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 5ª (Bilancio), 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali)

C.1125 approvato dalla Camera dei deputati

(assegnato in data 13/11/2018);

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Gov. Conte-I: Ministro affari esteri e coop. inter.le Moavero Milanesi, Ministro giustizia Bonafede ed altri

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo bilaterale tra la Repubblica italiana e la Bosnia ed Erzegovina aggiuntivo alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Roma il 19 giugno 2015 (928)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro)

C.1126 approvato dalla Camera dei deputati

(assegnato in data 13/11/2018);

3ª Commissione permanente Affari esteri, emigrazione

Gov. Conte-I: Ministro affari esteri e coop. inter.le Moavero Milanesi, Ministro giustizia Bonafede ed altri

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati:

a) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di estradizione del 13 dicembre 1957, inteso ad ampliarne e facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016;

b) Accordo bilaterale aggiuntivo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Macedonia alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 inteso a facilitarne l'applicazione, fatto a Skopje il 25 luglio 2016 (929)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 2ª (Giustizia), 5ª (Bilancio), 6ª (Finanze e tesoro)

C.1127 approvato dalla Camera dei deputati

(assegnato in data 13/11/2018).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 09/11/2018 la 2ª Commissione permanente Giustizia ha presentato il testo degli articoli proposti dalla Commissione stessa, per i disegni di legge:

Sen. Patuanelli Stefano, Sen. Romeo Massimiliano

"Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi adottati in attuazione della delega per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, di cui alla legge 19 ottobre 2017, n. 155" (871)

(presentato in data 17/10/2018).

Governo, trasmissione di atti per il parere. Deferimento

Il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, con lettera in data 6 novembre 2018, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 1, comma 320, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 - lo schema di decreto ministeriale recante individuazione dei beneficiari, per le annualità 2014-2017, del Fondo nazionale integrativo per i comuni montani (n. 52).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, lo schema di decreto è deferito alla 5a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 13 dicembre 2018.

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 13 novembre 2018, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322 - la proposta di nomina del professor Gian Carlo Blangiardo a Presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (n. 10).

Ai sensi della predetta disposizione e dell'articolo 139-bis del Regolamento, la proposta di nomina è deferita alla 1a Commissione permanente, che esprimerà il parere entro il termine del 3 dicembre 2018.

Governo, trasmissione di atti

Con lettere in data 25 ottobre 2018 il Ministero dell'interno, in adempimento a quanto previsto dall'articolo 141, comma 6, del decreto legislativo 8 agosto 2000, n. 267, ha comunicato gli estremi del decreto del Presidente della Repubblica concernente lo scioglimento dei consigli comunali di Trasacco (L'Aquila), Cantù (Como), Casanova Elvo (Vercelli), Campli (Teramo), Corato (Bari).

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 6 novembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, le osservazioni formulate, ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535, dalla Commissione europea in ordine alla notifica 2018/0386/I relativa al progetto di decreto ministeriale concernente la modifica dell'allegato 13 al decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75, recante «Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti, a norma dell'articolo 13 della legge 7 luglio 2009, n. 88».

La predetta documentazione è deferita alla 9a, alla 10a e alla 14a Commissione permanente (Atto n. 109).

Autorità nazionale anticorruzione, trasmissione di atti

Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 31 ottobre 2018, ha inviato una segnalazione, ai sensi dell'articolo 213, comma 3, lettere c) e d), del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, concernente la verifica degli affidamenti dei concessionari ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo n. 50/2016 e adempimenti dei concessionari autostradali ai sensi dell'articolo 178 del medesimo Codice.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 8a e alla 10a Commissione permanente (Atto n. 105).

L'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 7 novembre 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge 29 luglio 2003, n. 229, la relazione di analisi di impatto della regolamentazione (AIR) concernente le "Linee guida n. 12 - Affidamento dei servizi legali".

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 2a e alla 8a Commissione permanente (n. 5).

Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, trasmissione di atti

Il Presidente della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 31 ottobre 2018, ha inviato, in applicazione dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, e successive modificazioni, copia dei seguenti verbali:

n. 1176, relativo alla seduta del 19 luglio 2018

n. 1175, relativo alla seduta del 5 luglio 2018

n. 1174, relativo alla seduta del 21 giugno 2018

n. 1173, relativo alla seduta del 7 giugno 2018

n. 1172, relativo alla seduta del 31 maggio 2018

n. 1171, relativo alla seduta del 10 maggio 2018

I predetti verbali sono deferiti, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 11a Commissione permanente (Atto sciopero n. 2).

Corte dei conti, trasmissione di relazioni sulla gestione finanziaria di enti

Il Presidente della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei conti, con lettere in data 26 ottobre, 6 novembre e 8 novembre 2018, in adempimento al disposto dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, ha inviato le determinazioni e le relative relazioni sulla gestione finanziaria:

del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria (CREA), per l'esercizio 2016. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 9a Commissione permanente (Doc. XV, n. 76);

della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), per l'esercizio 2017. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 12a Commissione permanente (Doc. XV, n. 77);

dell'Aero Club d'Italia (Ae.C.I.) per l'esercizio 2017. Il Predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 78);

della RAI - Radiotelevisione italiana S.p.A. (RAI S.p.A.), per l'esercizio 2016. Il Predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 8a Commissione permanente (Doc. XV, n. 79);

di ENEL - Società per Azioni, per l'esercizio 2017. Il Predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento, alla 5a e alla 10a Commissione permanente (Doc. XV, n. 80).

Consigli regionali e delle province autonome, trasmissione di voti

E' pervenuto al Senato un voto della Regione Emilia-Romagna concernente: "Risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga il regolamento (UE) n. 508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio (COM(2018)390 definitivo) del 12 giugno 2018".

Tale voto è deferito, ai sensi dell'articolo 138, comma 1, del Regolamento, alla 5a, alla 9a e alla 14a Commissione permanente (n. 16).

E' pervenuto al Senato un voto della regione Puglia concernente: Risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera alimentare (COM(2018)173 definitivo).

Il predetto voto è stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 138 del Regolamento, alla 9a, 10a e 14a Commissione permanente (n. 17).

Enti pubblici e di interesse pubblico, trasmissione di documenti

Il Presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con lettera in data 29 ottobre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10, comma 3, della legge 28 giugno 2016, n. 132, il primo rapporto sull'attività svolta dal Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente, riferito all'anno 2017.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 13a Commissione permanente (Doc. CCXXXVII, n. 1).

Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Ufficio di Presidenza della delegazione parlamentare italiana

La Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha proceduto alla propria costituzione, eleggendo Presidente il deputato Alvise Maniero; Vicepresidenti il senatore Manuel Vescovi e la deputata Deborah Bergamini e Segretari il senatore Roberto Rampi e il deputato Simone Billi.

Assemblea parlamentare della NATO, elezione del Presidente e del membro supplente della delegazione parlamentare italiana

La Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO ha proceduto in data odierna alla propria costituzione, eleggendo Presidente il deputato Luca Frusone e Membro supplente il deputato Paolo Formentini.

Assemblea parlamentare dell'Iniziativa Centro Europea (InCE), elezione del Presidente della delegazione parlamentare italiana

La Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'iniziativa Centro Europea ha proceduto in data odierna all'elezione del proprio Presidente.

E' risultato eletto il deputato Marco Maggioni.

Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), elezione del Presidente della delegazione parlamentare italiana

La Delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa ha proceduto in data odierna all'elezione del proprio Presidente.

E' risultato eletto il deputato Paolo Grimoldi.

Petizioni, annunzio

Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia.

Il signor Salvatore Preti da Palma di Montechiaro (Agrigento) chiede l'adozione di disposizioni che impongano di dotare tutti gli autoveicoli di strumenti informatici ed elettronici di sicurezza quali l'Adaptive Cruise Control, l'Emergency Brake Assistant, l'Electronic Stability Program, il Lane Guard System, il sistema di pre-collisione, il sistema di pre-collisione con rilevamento pedoni, il sistema di riconoscimento della segnaletica stradale, nonché di un dispositivo, collegato al tachimetro, che si attivi in caso di superamento del limite di velocità, consultabile anche dalle Forze dell'ordine ai fini della contestazione delle violazioni (Petizione n. 265, assegnata alla 8a Commissione permanente);

la signora Maria Letizia Antonaci da Roma chiede, ai fini della tutela del sistema bancario, che sia prevista la concentrazione o fusione degli istituti di credito in stato di crisi, al fine di poterne controllare l'evoluzione e gli eventuali sviluppi positivi, nonché che siano utilizzati beni e capitali sequestrati alla criminalità organizzata per la loro ricapitalizzazione (Petizione n. 266, assegnata alla 6a Commissione permanente);

il signor Andrea Carola da Napoli chiede l'eliminazione di riferimenti ad esponenti della monarchia sabauda nella denominazione di strade; l'introduzione di una fattispecie di reato volta a sanzionare l'attività di cospirazione monarchica; la formale delegittimazione di tutti i titoli nobiliari; la fissazione di limiti, in base alle effettive necessità di gestione, ai trasferimenti di risorse provenienti dal gettito fiscale alle varie confessioni religiose (Petizione n. 267, assegnata alla 1a Commissione permanente);

il signor Luigi Nardini da Cividale del Friuli (Udine) chiede l'adozione di disposizioni che prevedano controlli antidoping anche nelle competizioni canore (Petizione n. 268, assegnata alla 7a Commissione permanente).

Interpellanze

QUAGLIARIELLO - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che gli articoli 24 e 47 della Costituzione recitano: "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento" e "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito";

preso atto che:

con la legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio per il 2018) ai commi 1106 -1109 dell'art. 1 è stato istituito un fondo di ristoro finanziario con una dotazione finanziaria di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2021 per l'erogazione di misure di ristoro in favore di risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, in ragione della violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal testo unico della finanza (di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998), in riferimento alla sottoscrizione e al collocamento di strumenti finanziari emessi da banche aventi sede legale in Italia, sottoposte ad azione di risoluzione o comunque poste in liquidazione coatta amministrativa;

a tali risorse, senza nessuna distinzione tra obbligazionisti e azionisti, avrebbero dovuto avere accesso i risparmiatori delle ex banche popolari venete (Veneto banca e Popolare di Vicenza) e delle 4 banche poste in liquidazione (Cassa di risparmio della Provincia di Chieti SpA, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara SpA e Banca Marche);

considerato che:

l'articolo 38 della legge di bilancio per il 2019 (A.C. 1334) presentata dal Governo alla Camera dei deputati il 7 novembre 2018, rubricato "Fondo di ristoro per i risparmiatori", avrebbe dovuto dare attuazione, con otto mesi di ritardo rispetto alla scadenza del 30 marzo 2018, alle norme citate;

l'articolo 38, invece, prevede che la misura di ristoro sia erogata, in favore dei soli azionisti (e non invece anche degli obbligazionisti), e che sia pari al solo "30 per cento dell'importo onnicomprensivo" dell'ammontare riconosciuto da parte dall'arbitro Anac, da quello Consob o da un giudice "entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore, comprensivo di accessori di legge ove riconosciuti";

il medesimo articolo 38, alla lettera f), prevede che "l'accettazione del pagamento a carico del Fondo equivale a rinuncia all'esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessi alle stesse azioni";

tale formulazione prevede di fatto che i risparmiatori danneggiati, le cui ragioni siano state riconosciute dagli enti arbitrali preposti o da un giudice, avranno diritto alla restituzione del solo 30 cento della somma persa, rimborsata facendo ricorso a soldi pubblici, e quindi appartenenti ai cittadini italiani, e ai fondi dei conti correnti dormienti;

in cambio di questo parziale rimborso, i risparmiatori vittime dei crack bancari dovrebbero rinunciare a qualsiasi azione di rivalsa per ottenere il rimanente 70 per cento alle banche da cui sono stati ingannati o degli enti preposti al controllo del settore: Consob e Banca d'Italia;

la norma contenuta nell'articolo 38 avrebbe la conseguenza paradossale di obbligare i risparmiatori, già costituitisi parte civile nei processi contro i vecchi amministratori, a rinunciare agli eventuali indennizzi;

considerato infine che:

sono state numerose, dalla fine del 2017 a oggi, le sentenze che hanno riconosciuto ai risparmiatori il diritto di rivalsa, anche nei confronti delle nuove good banks;

gli istituti di vigilanza, dal canto loro, hanno parzialmente confermato di non essere completamente estranei ai fatti che hanno interessato gli istituti di credito falliti già durante la XVII Legislatura, in occasione delle esposizioni davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, dove i vertici di Consob e Banca d'Italia si sarebbero rinfacciati a vicenda di non essersi scambiati le informazioni di cui disponevano e che le responsabilità reciproche tra i due "controllori" sarebbero alla base anche della sentenza pronunciata lo scorso agosto dalla Corte d'appello di Firenze,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;

quali iniziative urgenti intenda promuovere per garantire che tutti i risparmiatori che hanno visto i propri risparmi azzerati a causa del fallimento delle banche, abbiano diritto ad un ristoro e, qualora non sufficiente, possano esercitare il loro diritto ad un'azione giudiziaria risarcitoria;

quali iniziative intenda promuovere al fine di apportare significativi correttivi al sistema di vigilanza bancaria e prevenire, quindi, che simili crisi di sistema danneggino la solidità del risparmio privato italiano.

(2-00014)

Interrogazioni

D'ARIENZO, TARICCO, PITTELLA, CUCCA, Assuntela MESSINA - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo - Premesso che:

nel quadro di una produzione mondiale di kiwi di circa 3,5 milioni di tonnellate, quasi metà realizzata in Cina, l'Italia risulta, dopo la Cina stessa, il secondo produttore mondiale con quasi 450.000 tonnellate di produzione media negli ultimi anni; la produzione italiana nel 2018 dovrebbe tornare a quasi 440.000 tonnellate, e con una grande crescita di superfici e volumi delle varietà a polpa gialla, dopo la stagione 2017 ai minimi storici, inferiore di quasi il 20 per cento rispetto agli anni precedenti;

nel nostro Paese, nel 2018, risultano in produzione circa 25.220 ettari, circa il 2 per cento in più del 2017. Una crescita che è il risultato di un incremento del 40 per cento nella produzione del kiwi giallo (ora su 2.860 ettari, che diventano 4.467 ettari considerando gli impianti non ancora in produzione), e di una flessione del 2 per cento delle superfici dedicate al kiwi verde (22.360 ettari). Una produzione di kiwi verde che dovrebbe comunque raggiunge le 373.475 tonnellate, ed il giallo che raggiunge le 61.700 tonnellate (con un aumento del 64 per cento);

a livello regionale, nelle regioni a maggior vocazione produttiva, calano le superfici nel Lazio (con una diminuzione del 4 per cento); in Piemonte (del 6 per cento), con una flessione dovuta soprattutto alla diffusione della moria del kiwi, che ha reso necessario l'espianto di oltre 400 ettari di piante, e del ripresentarsi della "batteriosi del kiwi-PSA", e si stima che a primavera 2019 ne mancheranno all'appello almeno altri 500; nel Veneto (un calo parti al 3 per cento), soprattutto nel veronese, a causa della moria che interessa quasi 1.200 ettari (anche se in ogni caso la produzione cresce grazie all'ottima resa degli appezzamenti sani, arrivando a 37.000 tonnellate), ma anche nelle altre province venete, ad esclusione di Rovigo, dove le rese calano soprattutto per motivi climatici; mentre aumentano in Emilia-Romagna (3 per cento) e in Calabria (1 per cento); sul piano delle quantità prodotte, a livello regionale, la produzione attesa per il 2018-2019 in Veneto è di 46.000 tonnellate, nel Lazio di 144.000, e il Piemonte dovrebbe ridurre i volumi a 66.000 tonnellate, con un calo delle rese del 7 per cento;

la fortissima vocazione all'export ha avuto un rallentamento anche a causa della significativa riduzione di produzione nel 2017, attestandosi comunque su oltre 270.000 tonnellate (su 440.000 complessive), con una prevalenza di destinazione nell'Unione europea (oltre 65 per cento);

considerato che:

il fenomeno attualmente definito "moria del kiwi" è oggetto di notevole attenzione e preoccupazione da parte dei frutticoltori, delle loro associazioni e delle istituzioni, anche in conseguenza della velocità di diffusione che tale fenomeno ha negli actinidieti; tale patologia, essendo riscontrata anche sulle piante nuove messe a dimora, oltre ad incidere sulla produzione dell'annata in corso, inficia anche la produzione e il reddito delle aziende agricole negli anni a venire, mettendo a rischio la tenuta economica di questo comparto agricolo;

la moria del kiwi consiste nella apoplessia delle piante di actinidia, che senza alcun preavviso collassano perdendo foglie e frutti, arrivando in breve tempo alla morte; la diagnosi risulta tra l'altro oltremodo problematica e complicata anche dal fatto che gli impianti sono già stati gravemente danneggiati dal cancro batterico dell'actinidia, o "PSA", che ha già colpito nel nostro Paese la coltura negli ultimi anni;

la produzione di kiwi è fondamentale per l'equilibrio economico e ambientale della frutticoltura italiana, anche per il contesto di stagionalità e di distribuzione del lavoro in cui si inserisce; nelle regioni Veneto e Piemonte, particolarmente colpite dalla moria e dalle altre patologie, essa rappresenta un fondamentale tassello delle rispettive filiere, non solo per le aziende agricole che coltivano e producono, ma anche per l'indotto connesso alla conservazione, alla lavorazione e alla spedizione, che interessa in queste aree numerose strutture che impiegano numerosi addetti a vari livelli;

nelle aree interessate permane una forte preoccupazione per l'impatto economico e sociale della moria del kiwi; ciò richiede risposte sia sul piano economico che su quello tecnico-amministrativo, anche per non lasciare sole le aziende ad affrontare un fenomeno del quale ancora poco si conosce, e del quale università, centri di ricerca, tecnici e sperimentatori stanno ancora ricercando le cause, anche con prove e valutazioni di tipo ambientale, fitosanitario e agronomico, senza aver ottenuto al momento indicazioni risolutive;

il fenomeno è stato riscontrato cinque anni fa in Veneto soprattutto nell'area nord-ovest della provincia di Verona, che comprende i comuni di Sommacampagna, Sona, Pescantina, Valeggio sul Mincio, Villafranca, Castelnuovo del Garda, Bussolengo, Lazise e Mozzecane, i cui amministratori hanno già sottoscritto appelli e avviato varie iniziative di sostegno tra cui la richiesta di calamità naturale, e l'anno seguente in Piemonte, dove sono state avviate analoghe iniziative. In ciascuna delle due regioni il fenomeno è stato già causa, in questi anni, di danni per alcune decine di milioni di euro;

il danno economico e ambientale legato alla moria è molto alto, con un calo di produzione stimabile nel solo Piemonte in circa 18.000 tonnellate di kiwi ed una perdita economica stimabile in una ventina di milioni di euro all'anno, e vi è il fondato rischio di un allargamento delle aree colpite sia nelle stesse regioni che nelle altre, anche associato al riapparire della PSA, e alla forte diffusione della cimice asiatica,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;

se non ritenga che nelle aree agricole colpite dal grave fenomeno ricorrano le condizioni per procedere al riconoscimento dello stato di calamità naturale o dello stato di emergenza, considerando sia l'ampia diffusione di organismi nocivi ai vegetali sia il ripetersi di eventi meteorologici quali piovosità eccessiva, assenza di inverni rigidi e altri specifici eventi meteorologici;

quali iniziative di propria competenza intenda intraprendere al fine di fornire un concreto sostegno delle aziende del comparto, ad esempio per garantire alle aziende agricole, che negli ultimi anni si sono già esposte con le banche per rinnovare gli actinidieti, la possibilità di accesso a garanzie Ismea che permettano di ottenere dal sistema creditizio le risorse necessarie a finanziare nuovi impianti di coltivazione;

quali ulteriori interventi economico-normativi intenda porre in essere, a sostegno della ricerca e della sperimentazione di tecniche di lotta e colturali, ed in particolare se ritenga di promuovere un'apposita iniziativa in accordo con le Regioni, in particolare Veneto e Piemonte, eventualmente nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, al fine di: coordinare le azioni necessarie per definire le linee guida a sostegno della ricerca; censire le superfici colpite per permettere agli agricoltori di effettuare gli opportuni estirpi anche in vista di eventuali indennizzi; concordare con ISPRA e le ARPA regionali attività di ricerca di eventuali elementi inquinanti nell'ambiente; avviare con i servizi fitosanitari regionali e le strutture di ricerca pubbliche e private l'effettuazione di attività sperimentali volte all'individuazione delle cause della patologia; prevedere nei prossimi piani di sviluppo rurale la possibilità di aiuti economici certi e straordinari per le aziende investite dal problema.

(3-00363)

VERDUCCI, D'ALFONSO, BELLANOVA, CUCCA, D'ARIENZO, MARGIOTTA, PARENTE - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

con la deliberazione n. 189 del 16 ottobre 2018, la Giunta di Roma Capitale prevede di delocalizzare l'autostazione per i mezzi adibiti a trasporto pubblico interregionali, nazionali ed internazionali dall'attuale sede di largo Guido Mazzoni (nei pressi della stazione metro-ferroviaria di Tiburtina) a quella che si appresterebbe ad essere predisposta all'interno del nodo Anagnina;

l'autostazione Tiburtina nacque nel 1997 come terminal per gli arrivi e le partenze della città di Roma e, nel 1999, venne stipulata la prima convenzione tra il Comune e la Tibus Srl, società costituitasi per l'affidamento in concessione dell'area, per la realizzazione e la gestione dell'autostazione e dei relativi servizi accessori: frutto quindi di pianificazione pubblica e realizzazione privata;

come si apprende dalla Memoria allegata alla relazione tecnica illustrativa del Dipartimento mobilità e trasporti di Roma Capitale, allegata alla suddetta delibera, ma recante data 10 novembre 2017, «la concessione, in scadenza nel 2008, è stata dapprima prorogata per poi essere rinnovata integralmente il 30 settembre 2009, con nuova scadenza fissata al 31 dicembre 2010 e successivamente nelle more della definizione di una terza convenzione che recepisse tutte le circostanze del caso ma soprattutto individuasse un'area stabile su cui trasferire il terminal, è stata estesa dall'A.C. con ulteriori 7 atti di proroga, agli stessi prezzi, patti e condizioni, dal 1 gennaio 2011 al 31 marzo 2016»;

la predetta relazione specifica inoltre che «non potendo contare attualmente sulla collaborazione di Tibus Srl, Roma Capitale sta valutando l'individuazione di una ulteriore area in grado di ospitare le attività di autostazione senza comportare significativi disservizi di fruizione per l'utenza», ovvero il nodo della stazione metropolitana Anagnina; ma ad essa viene riconosciuta una «valenza trasportistica complessivamente inferiore al nodo di Tiburtina (vista l'assenza del trasporto ferroviario) », adducendo nella vicinanza al grande raccordo anulare un elemento di agevole raggiungibilità per i vettori;

i dati di traffico a disposizione, presenti della relazione tecnica illustrativa, descrivono un flusso di circa 8 milioni di utenti con circa 165.000 corse all'anno, per la maggior parte provenienti dalla direttrice d'ingresso del tratto urbano dell'A 24;

considerato che a quanto risulta agli interroganti:

sarebbero state note all'Amministrazione di Roma Capitale, sia la scadenza della concessione, sia la necessità di realizzare una nuova autostazione nell'area di Pietralata, o in ogni caso nei pressi dello scambio di Tiburtina;

la vicinanza al GRA non rappresenta a parere degli interroganti di per sé una situazione necessariamente agevole, come affermato nella relazione del Dipartimento mobilità e trasporti di Roma Capitale, considerata la frequenza di congestione del medesimo;

il nodo di Anagnina presenta solo il capolinea della Metro A e di alcune linee autobus urbane, quindi non risulta neanche lontanamente paragonabile a Tiburtina, dove sono presenti Metro B e B1 e la stazione ferroviaria, con treni ad alta velocità, i collegamenti con Fiumicino aeroporto e l'anello ferroviario;

nella maggior parte dei casi, ad oggi, i vettori diretti presso l'autostazione Tiburtina evitano il GRA, prediligendo le bretelle, che dalla A 1 innestano sul tratto urbano dell'A 24, con conseguente risparmio di tempo e di costi, sia per i gestori sia per gli utenti;

inoltre, una parte degli fruitori sono pendolari Cotral per il trasporto all'interno del territorio della Regione Lazio, pendolari provenienti dalle regioni limitrofe (Abruzzo, Marche e Campania in particolare) e studenti, a loro volta, sia pendolari presso la "Sapienza - Università di Roma" (che si trova a pochi minuti dall'autostazione), sia "fuori sede" in buona parte domiciliati nei quartieri limitrofi (Tiburtina, San Lorenzo, piazza Bologna);

considerato inoltre che la piena operatività dell'autostazione deputata ad accogliere le linee di trasporto di media e lunga percorrenza è subordinata al rilascio di apposito nulla osta, ex decreto del Presidente della Repubblica n. 753 del 1980 da parte del competente Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo interrogato ritenga l'area dello snodo di Anagnina idonea ad ospitare la principale stazione autobus di Roma Capitale;

quali urgenti azioni intenda intraprendere al fine di tutelare i passeggeri, nazionali ed internazionali, pendolari ed occasionali, che quotidianamente raggiungono la capitale e rischiano di incappare in ulteriori e assai gravi disservizi e disagi.

(3-00364)

CANGINI - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e per gli affari regionali e le autonomie - Premesso che:

in base agli studi e alle statistiche pubblicate dal centro studi dell'Automobile club d'Italia (ACI) il numero di veicoli circolanti è in costante aumento, una tendenza che non subirà alcuna diminuzione nei prossimi dieci anni e che determinerà forti ricadute, non positive, sulla viabilità locale, regionale e interregionale;

con riferimento alla città di San Benedetto del Tronto, si riscontra un gap infrastrutturale significativo, in quanto i collegamenti nord-sud non sono adeguati, né al traffico ordinario, presente nei mesi invernali, generato essenzialmente dalla popolazione locale, né al traffico estivo, quando i collegamenti stradali sono sottoposti ad un incremento notevole di persone viaggianti;

in particolare, tutto il tracciato urbano della strada statale 16, dallo svincolo della sopraelevata strada provinciale 227 fino al confine nord di competenza del Comune di San Benedetto, è soggetto a un intensissimo traffico veicolare che causa ingorghi ed un elevato inquinamento da polveri sottili;

infatti, alla luce delle nuove disposizioni in materia di sicurezza e ordine pubblico, recentemente emanate dalle autorità nazionali di pubblica sicurezza, il traffico veicolare in occasione di manifestazioni, con l'interdizione al transito di alcune strade interne all'abitato cittadino, viene dirottato essenzialmente sulla strada statale 16;

inoltre, lungo l'asse della strada statale 16 sorge l'ospedale civile Madonna del Soccorso, struttura che anche in previsione dell'apertura dell'ospedale unico di primo livello per l'Area vasta 5 non verrà dismessa, ma rimarrà operativa con varie specializzazioni, tra cui quella delicata dell'emergenza-urgenza;

lo studio realizzato dalla precedente amministrazione provinciale di Ascoli Piceno aveva proposto in data 26 gennaio 2011 all'ente comunale, attraverso una Conferenza dei Servizi che coinvolse anche il comune di Grottammare, la realizzazione della cosiddetta "Bretella collinare", una variante all'attuale tracciato urbano della strada statale 16;

evidenziato che non è possibile rinviare ulteriormente la scelta di tracciato della variante della SS 16, in quanto è di strategica, primaria e fondamentale importanza per lo sviluppo e la crescita, non solo della città di San Benedetto, ma anche per la mobilità di tutto il litorale piceno,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della grave situazione in cui versa la viabilità nella Regione Marche e se non reputino opportuno convocare una riunione con le autorità regionali e locali interessate per verificare l'urgenza e l'indifferibilità del tracciato della variante della strada statale 16, nonché, tenuto conto dell'esame in Parlamento della legge di bilancio per il 2019, per avere contezza delle risorse necessarie per la progettazione l'esecuzione dell'opera denominata "Bretella collinare".

(3-00366)

URSO - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

il comparto delle telecomunicazioni in Italia sta attraversando in questi anni un momento particolarmente difficile, scandito dalla continua necessità di nuovi investimenti finalizzati ad adeguamenti tecnologici e ad attività di ricerca e sviluppo per salvaguardare la competitività a livello nazionale e internazionale;

l'asta per l'aggiudicazione dei diritti d'uso delle frequenze destinate alle reti di quinta generazione "5G" ha rappresentato un indubbio successo economico, producendo un gettito extra rispetto alle proiezioni originarie contenute nella legge di bilancio, quantificato in circa 4 miliardi di euro;

considerato che:

l'importo elevato che le compagnie operanti nel settore delle telecomunicazioni hanno dovuto sopportare per finalizzare l'asta ha esacerbato il cronico problema legato all'elevato indebitamento gravante sulle medesime, accelerando i processi miranti al suo contenimento attraverso la cessione o lo scorporo dei rami aziendali afferenti alla gestione dell'infrastruttura, nello specifico con la vendita delle torri di trasmissione o la remunerazione della rete nel caso di TIM;

TIM ha sopportato perdite per circa 900 di euro milioni nei primi 3 trimestri dell'anno 2018 in seguito alla svalutazione dell'avviamento domestico per 2 miliardi, che potrebbe costringere l'azienda ad una revisione degli obiettivi sul debito del 2018, pur non osservando sostanziali cambiamenti nel piano industriale, che rimane finalizzato alla crescita del flusso di cassa disponibile e alla riduzione del debito stesso;

per il perseguimento di determinati obiettivi di bilancio potrebbe rendersi necessaria, parallelamente allo scorporo della rete, la cessione di determinati asset ritenuti non più strategici come Telecom Italia Sparkle;

il consiglio di amministrazione di TIM, riunitosi in via straordinaria il 13 novembre, ha revocato con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish che, da sempre contrario (insieme al suo azionista di riferimento, "Vivendi") allo scorporo dell'infrastruttura della rete con la creazione di una newco con "Open Fiber"; a tale ipotesi l'amministratore delegato Genish ha più volte esternato la preferenza per una normale collaborazione commerciale; è stato, di fatto, sfiduciato dai 10 consiglieri espressione del secondo azionista del colosso di telecomunicazioni, al fondo "Elliott";

le deleghe sono state assegnate provvisoriamente al presidente Conti, ed è stata convocata una nuova riunione del consiglio di amministrazione per il giorno 18 novembre 2018 al fine di provvedere alla nomina di un nuovo amministratore delegato;

ribadito che:

Telecom Italia Sparkle rappresenta per l'Italia un asset di preminente interesse nazionale, sia nella misura della sua profonda penetrazione nei più importanti mercati esteri che travalicano la dimensione euromediterranea, quanto nella sua particolare essenza strategica che si estrinseca nella qualità e importanza dei dati la cui trasmissione è ad essa demandata;

la procedura di vendita di Telecom Italia Sparkle, più volte ventilata da diverse cariche apicali di TIM, appare oggi improcrastinabile da parte dell'azienda, visto il periodo di incertezza finanziaria accompagnato da un progressivo deterioramento del quadro competitivo e regolatorio del settore;

a fronte della complessiva situazione, e della prospettiva dell'effettiva fusione e realizzazione di una rete unica, sembrerebbe che l'azionista Vivendi, in aperto contrasto con il fondo Elliot, potrebbe convocare a breve un'assemblea straordinaria per riprendere il controllo della governance,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere, nel rispetto di un quanto mai necessario confronto con il nuovo governo societario di TIM in via di definizione, per esercitare l'eventuale opzione di "golden power" per l'acquisto di Telecom Italia Sparkle tramite Cassa depositi e prestiti e quali garanzie siano previste per il proseguimento della strategia di messa in sicurezza dell'infrastruttura di comunicazione verso il Medio oriente in quanto asset strategico;

quale sia la cornice normativa in via di definizione per agevolare l'eventuale fusione tra la rete di Open Fiber e quella di TIM, previo l'avvenuto scorporo di quest'ultima, e quali margini operativi il Ministro intenda riservarsi nel definirla, in considerazione della composizione azionaria di Telecom Italia a maggioranza privata e del recente cambio di vertice alla guida dell'azienda con la sostituzione dell'amministratore delegato;

quali iniziative di competenza intenda adottare per la salvaguardia dei livelli occupazionali stimati in almeno 20.000 unità, in considerazione degli investimenti futuri che andranno necessariamente pianificati per il cablaggio a banda ultralarga del Paese che tuttora procede a ritmi inadeguati.

(3-00367)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

MARCUCCI - Ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

lo stabilimento della KME Italy SpA di Fornaci di Barga (Lucca) è un presidio produttivo, specializzato nella produzione di rame, che ha ricoperto e ricopre un ruolo strategico, sia per l'economia della valle del Serchio, che per l'intera provincia di Lucca;

lo stabilimento si trova da tempo coinvolto in un processo di rilancio industriale mirato a garantire continuità produttiva e occupazionale agli oltre 600 lavoratori impiegati;

l'azienda ha manifestato la volontà di effettuare nuovi investimenti sul territorio della valle del Serchio, con l'intento di aumentare la produzione e i livelli occupazionali e consentire quindi allo stabilimento produttivo di Fornaci di Barga di divenire fulcro della lavorazione del rame a livello europeo;

considerato che l'azienda, al fine di contenere i costi legati ai consumi energetici e di migliorare le proprie performance industriali, ha deciso la realizzazione di un impianto di pirogassificazione o di gassificazione, che utilizzi pulper di cartiera o altro materiale di scarto, che rischia di rivelarsi incompatibile con le caratteristiche geografiche, geomorfologiche, sanitarie e turistiche della valle del Serchio;

tenuto conto che la KME, nella definizione del proprio piano di rilancio industriale, dovrebbe valutare le possibilità offerte dall'incentivazione pubblica per l'uso di fonti rinnovabili a costi calmierati, come già avvenuto con successo in diverse importanti aziende anche in Toscana,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano necessario intraprendere le opportune iniziative al fine di avviare un Tavolo istituzionale che, anche attraverso il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali, possa valutare e proporre le diverse soluzioni tecnologiche per la produzione di energia capaci di coniugare lo sviluppo produttivo e la tenuta occupazionale, contenute nel piano di rilancio dello stabilimento KME Italy SpA di Fornaci di Barga, con la necessaria tutela dell'ambiente nei territori interessati;

se il Governo possa valutare la possibilità di approvvigionare l'azienda e di supportarne il piano di sviluppo, con energia a costi competitivi, senza dar luogo alla costruzione di un pirogassificatore.

(3-00365)

PARRINI, MARCUCCI, CUCCA, FEDELI, MARGIOTTA, BINI, ASTORRE, MISIANI, ALFIERI, MARINO, VALENTE, VATTUONE, PINOTTI, MAGORNO, IORI, NANNICINI, MANCA, BITI, LAUS, FARAONE, VERDUCCI, BELLANOVA, CIRINNA', SUDANO, D'ARIENZO, GARAVINI, ROSSOMANDO, GRIMANI, ROJC, BOLDRINI, STEFANO, PITTELLA, TARICCO, PATRIARCA - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

il 12 novembre 2018 a Roma nel quartiere di Borgo Pio una signora di 59 anni, uscita di casa per fare la spesa, all'arrivo del Ministro in indirizzo, lì presente per partecipare ad un convegno nell'aula congressi della Lumsa, ha iniziato a contestarlo indirizzandogli numerosi fischi e gridando "buffone";

nel corso della contestazione, come attestato da alcune riprese video diffuse oggi dai principali organi di stampa, quattro uomini, giunti dall'altro lato della strada, le hanno ordinato di smettere di fischiare. Al rifiuto della donna uno di loro le ha afferrato le braccia per impedirle di portare le dita alla bocca e fischiare ancora. La donna è stata quindi trascinata via a forza con la collaborazione degli altri tre uomini, e nel tentativo di divincolarsi è finita a terra;

una volta rialzatasi, i quattro uomini rivelatisi poliziotti in borghese le hanno chiesto i documenti, che però la donna, uscita di casa solo per fare la spesa, non ha subito mostrato al dirigente, ma solo successivamente ai suoi colleghi quando è stata fatta salire su una volante per essere portata al commissariato di zona. La donna è stata rilasciata solo dopo un'ora, dichiarando di essere stata denunciata per non aver subito esibito il proprio documento d'identità;

tenuto conto che:

sabato 10 novembre decine di autobus di manifestanti, provenienti da tutta Italia, sono stati fermati alle porte della capitale dalle forze dell'ordine prima dello svolgimento della manifestazione antirazzista organizzata a Roma dai sindacati di base e da numerose associazioni "contro le politiche governative in materia di immigrazione e il razzismo dilagante" e regolarmente autorizzata dall'autorità di pubblica sicurezza;

tutti i manifestanti sono stati fatti scendere, schedati e sottoposti ad una perquisizione corporale e dei propri bagagli e ad un controllo minuzioso delle bandiere e degli striscioni. L'operazione ha richiesto parecchio tempo e, una volta terminati i controlli, le forze dell'ordine hanno trattenuto i pullman per altri 40 minuti. I controlli, secondo gli attivisti, sono durati a lungo con l'obiettivo di ostacolare la partecipazione al corteo e identificare il maggior numero di aderenti alla protesta;

tenuto conto che:

nel caso della signora di Roma il comportamento dei poliziotti in borghese che hanno impedito ad una cittadina di manifestare liberamente le proprie critiche nei confronti di un Ministro risulta palesemente illegittimo;

non sussisteva alcun elemento di pericolosità che potesse giustificare né l'ordine impartito dal dirigente della Polizia di Stato di dichiarare la propria identità, né il trattenimento della donna in commissariato e risulta del tutto priva di fondamento la denuncia per rifiuto di provare la propria identità;

i controlli che hanno bloccato i manifestanti anche per due, tre ore ai caselli autostradali non sono stati in alcun modo motivati;

considerato che:

la Costituzione italiana afferma chiaramente nell'articolo 21 che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione;

l'articolo 17 della Carta costituzionale assegna a tutti i cittadini il diritto a riunirsi pacificamente;

tutti i moderni sistemi democratici si caratterizzano per la libertà di critica e di manifestazione del pensiero che tutti possono esercitare nei confronti di coloro che detengono il potere politico;

ciò vale soprattutto nei confronti di coloro che, come il Ministro in indirizzo, ricoprono importanti cariche istituzionali, la cui natura rappresentativa impone loro di essere soggetti ad una permanente responsabilizzazione politica per come svolgono le proprie funzioni;

la possibilità di esprimere liberamente il proprio dissenso e la propria critica nei confronti dei rappresentanti politici assume in tutte le democrazie un ruolo decisivo per il corretto funzionamento di tutte le cariche di governo, perché stimola una loro piena responsabilizzazione politica e una partecipazione attiva dei cittadini;

valutato che i due episodi segnalano a giudizio degli interroganti un atteggiamento intimidatorio nei confronti di chi manifesta il proprio dissenso nei confronti del Governo, del tutto incompatibile con i doveri e le funzioni della Polizia di Stato nell'ordinamento democratico della Repubblica italiana,

si chiede di sapere:

sulla base quale di quali ordini o disposizioni una donna che manifestava liberamente e pacificamente il proprio dissenso è stata strattonata e portata via a forza, impedendole di esprimere le proprie critiche ad un Ministro della Repubblica;

sulla base di quali ordini e di quali motivazioni di sicurezza pubblica sia stato deciso di bloccare migliaia di persone alle porte di Roma, che volevano partecipare ad un'iniziativa di piazza regolarmente autorizzata, per manifestare il proprio dissenso e le proprie critiche nei confronti di un decreto-legge del Governo;

quali provvedimenti abbia intenzione prendere il Ministro in indirizzo per evitare il ripetersi di simili abusi di autorità che, con il pretesto della sicurezza pubblica, sono palesemente finalizzati ad impedire il libero esercizio dei diritti costituzionali di riunione e di manifestazione pacifica del proprio pensiero;

se non ritenga doveroso intervenire presso i vertici della Polizia di Stato per accertare e punire, con celerità e trasparenza, i responsabili di tali comportamenti abusivi.

(3-00368)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

FLORIDIA, MONTEVECCHI, CASTELLONE, CORRADO, GRANATO, RUSSO, VANIN - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e per i beni e le attività culturali - Premesso che:

la raffineria di Milazzo (Messina) è situata sulla costa nord della Sicilia a ovest dello stretto di Messina e si estende su un'area di circa 212 ettari;

l'area su cui insiste il sito è stata dichiarata nel 2002 dalla Regione Siciliana "area ad elevato rischio di crisi ambientale" in seguito a valutazione dei livelli di inquinamento e della rilevante incidenza di patologie collegate. Dal 2005 buona parte dell'area rientra, ai fini della bonifica, fra i siti di interesse nazionale (SIN);

con decreto del 29 dicembre 2016 la Regione Siciliana ha approvato il piano paesaggistico dell'ambito 9, ricadente nella provincia di Messina;

nel mese di maggio 2018 con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si è provveduto all'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale, rilasciata alla società Raffineria di Milazzo SCpA, per l'esercizio della raffineria, a Milazzo e San Filippo del Mela;

ad avviso degli interroganti le fasi procedurali che hanno portato all'aggiornamento dell'autorizzazione necessitano di essere chiarite, nell'interesse primario delle popolazioni delle zone interessate e di un territorio che da tempo lamenta e subisce in maniera preoccupante gli effetti dell'inquinamento ambientale, con evidenti e pesanti ricadute sulla situazione sanitaria e sullo stato di salute della cittadinanza;

sindaci e amministratori dei Comuni interessati hanno più volte evidenziato e fatto presente, attraverso documentazione ufficiale, le criticità sanitarie e ambientali del comprensorio del Mela;

considerato che:

nella documentazione presentata dalla raffineria di Milazzo non si fa alcun riferimento all'adozione, da parte della Regione, del citato piano paesaggistico dell'ambito 9, e delle disposizioni contenute all'articolo 15, comma 1, della legge regionale 12 giugno 1976, n. 78, concernenti il vincolo di inedificabilità assoluta nei 150 metri dalla battigia;

il piano prevede che gli impianti della raffineria debbano essere gradualmente e progressivamente eliminati, senza ripercussioni sui livelli occupazionali, per far posto ad una riconversione produttiva dell'area compatibile con il paesaggio;

in maniera ad avviso degli interroganti del tutto anomala, nel corso del procedimento che ha portato al rilascio dell'aggiornamento dell'autorizzazione integrata ambientale, sono state ingiustamente sottovalutate le ragioni e le contrarietà espresse dal Comune di Milazzo e dai Comuni di San Filippo del Mela, Pace del Mela e San Piero Niceto;

forti perplessità destano anche le modalità di svolgimento, verbalizzazione ed esito della conferenza dei servizi del marzo 2018 che, tra l'altro, ha dato per acquisito un accordo tra i Comuni e il gestore con il quale è stato ritenuto superato ogni parere in materia sanitaria trasmesso dai Comuni e relativo all'abbattimento dei valori limite delle emissioni;

nonostante le numerose segnalazioni e proteste il rapporto istruttorio conclusivo non ha tenuto conto del regime vincolistico introdotto dal piano paesaggistico,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione;

se non intendano intervenire al fine di revocare in regime di autotutela l'autorizzazione integrata ambientale rilasciata alla raffineria di Milazzo;

quali iniziative intendano adottare, per quanto di rispettiva competenza, al fine di garantire il diritto alla salute delle popolazioni della valle del Mela.

(4-00826)

ROJC - Al Ministro per la pubblica amministrazione - Premesso che:

l'"albergo diffuso" è una tipologia di recente diffusione in Italia ed Europa, nata dall'idea di utilizzo a fini turistici delle case vuote, tra cui quelle ristrutturate in Friuli-Venezia Giulia coi fondi del post terremoto del 1976;

il modello di ospitalità ad albergo diffuso è stato riconosciuto in modo formale per la prima volta in Sardegna con una normativa specifica che risale al 1998 e rappresenta un modello di ospitalità interamente italiano;

in Friuli-Venezia Giulia il progetto di albergo diffuso, nonostante molte difficoltà, ha ottenuto vari successi, tra cui la sistemazione di complessi immobiliari disabitati, la rivitalizzazione di borghi in stato di abbandono, il rilancio di un turismo esperienziale di nicchia in zone minori o disagiate;

considerato che:

le amministrazioni dei Comuni carnici di Paluzza, Sutrio, Comeglians e Socchieve hanno rappresentato che, per non incorrere nella violazione della normativa prevista dal decreto legislativo n. 175 del 2016, come modificata dal decreto legislativo n. 100 del 2017, si sono impegnate a dismettere le partecipazioni nelle società che gestiscono gli alberghi diffusi entro un termine che ora è in scadenza;

l'alienazione delle partecipazioni negli alberghi diffusi pone notevoli problemi di ordine normativo, interpretativo e finanziario, in primis la perdita della qualità di socio e quindi la revoca dei contributi regionali ottenuti, causando in tal modo un grave danno economico ed il rischio della perdita dei requisiti richiesti dalla normativa regionale ai fini dell'esercizio dell'attività di ospitalità;

valutato che la ratio della riorganizzazione delle partecipazioni pubbliche è la riduzione della spesa pubblica e il suo adeguamento alle necessità dei territori, anche di ordine comunale,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda valutare la peculiarità della partecipazione pubblica nelle società di gestione degli alberghi diffusi, e quindi intervenire con apposito dispositivo normativo al fine di consentirne la partecipazione agli enti comunali.

(4-00827)

ASTORRE - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

si apprende dalla stampa che l'agenzia dell'Istituto nazionale di previdenza sociale di Tivoli, nell'ambito della Città metropolitana di Roma, è stata oggetto di un declassamento, che la fa passare da agenzia complessa ad agenzia territoriale, deciso con determinazione del presidente dell'Istituto;

tale decisione ha determinato numerose manifestazioni di protesta, organizzate da alcune associazioni sindacali a cui hanno partecipato i lavoratori dell'agenzia Inps, quelli dell'Inail, del Tribunale e di altre sedi Inps dell'area romana come Casilino-Prenestino, Tuscolano, Tiburtino, Montesacro e della direzione generale. Solidarietà e vicinanza a tale mobilitazione sono state espresse da diversi esponenti politici, di vari schieramenti e da molti comitati civici;

considerato che:

tale agenzia eroga servizi in un territorio complesso della valle dell'Aniene che conta oltre 200.000 abitanti e 39 comuni;

dal 1° novembre 2018 l'agenzia è senza governo e in queste condizioni i lavoratori non senza difficoltà riescono ad assicurare un corretto e pieno funzionamento dell'attività d'informazione agli utenti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se e quali misure intenda adottare per evitare il declassamento e riconoscere nella città di Tivoli la presenza dell'Istituto quale sede dirigenziale in luogo dell'attuale agenzia territoriale, con il conseguente incremento di organico della struttura.

(4-00828)

TOTARO - Al Ministro della salute - Considerato che:

a Firenze appaiono evidenti disfunzioni nel funzionamento del CUP (centro unico di prenotazione) per quanto riguarda le risonanze magnetiche: senza codice di urgenza, per una risonanza magnetica al momento non c'è posto, non ci sono date e non c'è neanche possibile prendere nessun appuntamento in strutture pubbliche né private;

molti fiorentini sono costretti a visite fuori regione, come denunciato da una signora fiorentina costretta ad "emigrare" in Emilia-Romagna;

risulta anche impossibile prenotare qualsiasi esame strumentale: Tac, Moc, eccetera;

questo nonostante, il 6 luglio 2018, la Giunta regionale avesse annunciato una nuova delibera, firmata dal presidente Enrico Rossi e dall'assessore per la salute Stefania Saccardi, che stanziava 10 milioni di euro per abbattere le liste d'attesa, finanziando l'attività aggiuntiva di medici e infermieri (e consentire loro di lavorare la sera e il sabato pomeriggio) e riorganizzando gli appuntamenti in basi a codici di priorità: per visite e esami urgenti un'attesa massima di 3 giorni (il "fast track", prenotabile dal medico di famiglia) e, per il codice di priorità "breve", un massimo di 10 giorni. Più scaglionato l'universo del codice "differibile": 15 giorni al massimo per le "7 sorelle" (cardiologia, ginecologia, oculistica, neurologia, dermatologia, ortopedia e otorinolaringoiatria), 30 giorni per tutte le altre visite, 60 giorni per gli esami strumentali;

nonostante ciò, gravi disagi continuano a grave discapito dei pazienti fiorentini,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda prendere per consentire un'adeguata risposta ai bisogni dei cittadini, viste le criticità emerse nella gestione regionale, e far fronte ai pesanti ed ingiusti disagi.

(4-00829)

TURCO, CORBETTA, FEDE, GALLICCHIO, PIRRO, RICCIARDI, CASTALDI, DI GIROLAMO, LEONE, ROMANO - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

con il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e con la legge 9 dicembre 1998, n. 426, sono stati individuati i siti di interesse nazionale (Sin), aree del territorio nazionale, classificate e riconosciute dallo Stato, che necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari;

con decreto 10 gennaio 2000, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha approvato il perimetro del sito di interesse nazionale di Taranto e ne ha pubblicato la cartografia;

in data 26 luglio 2012 la Procura della Repubblica di Taranto ha posto sotto sequestro, senza facoltà d'uso, l'intera area a caldo dell'Ilva SpA nell'ambito di un'inchiesta per disastro ambientale denominata "Ambiente svenduto";

il Governo in carica in quel frangente storico ha garantito la continuità produttiva dell'acciaieria tramite decreto, concedendo la facoltà d'uso degli impianti maggiormente inquinanti (decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2012, n. 231);

con decreto del Ministro dell'ambiente (prot. DVA/DEC/2012/0000547) del 26 ottobre 2012 si è provveduto al riesame dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata all'Ilva SpA;

considerato che:

la Regione Puglia ha promulgato la legge 24 luglio 2012, n. 21, recante "Norme a tutela della salute, dell'ambiente e del territorio sulle emissioni industriali inquinanti per le aree pugliesi già dichiarate a elevato rischio ambientale", con la quale veniva istituita la cosiddetta valutazione del danno sanitario (VDS);

il 24 aprile 2013 è stato emanato il decreto interministeriale recante "Disposizioni volte a stabilire i criteri metodologici utili per la redazione del rapporto di valutazione del danno sanitario in attuazione dell'articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2012, n. 231";

la valutazione del danno sanitario introdotta con il decreto interministeriale, secondo l'autorevole parere di diversi esperti, non viene avviata qualora le autorità di controllo riscontrino valori soglia al di sotto dei limiti di legge per ciascuno degli inquinanti presi in esame;

la città di Taranto vive una drammatica situazione sanitaria e ambientale a causa delle emissioni inquinanti provenienti dagli stabilimenti produttivi collocati a ridosso del perimetro urbano e, in particolare, dall'acciaieria Ilva,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano rivedere i contenuti del decreto 24 aprile 2013, assicurando che la valutazione del danno sanitario venga eseguita prescindendo dal rispetto dei valori soglia previsti per ogni singolo inquinante misurato dalle autorità sanitarie.

(4-00830)

TURCO, TRENTACOSTE, PARAGONE, CROATTI, CORBETTA, PIRRO, RICCARDI, ROMANO, LANNUTTI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dello sviluppo economico - Premesso che:

in data 21 agosto 2018, la città di Taranto veniva investita da una perturbazione a carattere temporalesco;

a seguito di tale evento meteorologico, la popolazione locale denunciava il diffondersi di un persistente, intenso e nauseabondo olezzo;

le fotografie prodotte da diversi esponenti delle associazioni ecologiste cittadine immortalavano i fumi provenienti da due delle torce attive nella raffineria Eni di Taranto, documentando come da esse si innalzassero evidenti fiammate;

a seguito di tali eventi l'Eni diffondeva un comunicato in cui si leggeva che "in seguito al forte maltempo che ha interessato l'area di Taranto (...), la Raffineria ha subito un blocco totale delle attività a causa dei numerosi fulmini che hanno coinvolto l'area impianti. I sistemi di sicurezza sono immediatamente intervenuti, compreso quello relativo alle torce, che è tornato alla normalità. L'evento non ha comportato alcun rischio per le persone e per l'integrità degli impianti. Attualmente sono in corso le operazioni per il ripristino del collegamento elettrico e la verifica di tutti gli impianti, operazioni propedeutiche al loro riavvio. Peraltro le attività della Raffineria erano già a regime ridotto, poiché, in via precauzionale, la raffineria era già stata scollegata dalla rete elettrica esterna in considerazione delle previsioni meteo";

in data 10 novembre del 2017 si era verificato un episodio analogo a seguito del quale l'Eni comunicò che: "a causa di un evento meteorico intenso (...) si è verificata la totale interruzione dell'alimentazione elettrica della raffineria di Taranto. Il blackout ha generato il blocco generale degli impianti e l'attivazione dei sistemi di sicurezza, con conseguente accensione del sistema torce. Non si registrano danni né pericoli per l'ambiente",

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, intendano avviare un'indagine al fine di assumere informazioni in merito a quanto accaduto il 21 agosto;

se la raffineria Eni di Taranto e tutte quelle appartenenti al medesimo gruppo industriale si avvalgano dei migliori standard di sicurezza attualmente disponibili al fine di annullare o minimizzare le emissioni in atmosfera e in mare in occasione di eventi meteorologici avversi o calamitosi.

(4-00831)

DE PETRIS - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

la notte dell'8 gennaio 2018 nella stazione di Fossacesia-Torino Val Di Sangro, sulla linea adriatica, tra Termoli e Pescara, è avvenuto un grave incidente ferroviario che solo per fortuite circostanze non ha causato vittime tra i viaggiatori dei treni sui binari limitrofi, tra gli addetti ai lavori e la popolazione residente in prossimità della linea;

nel deragliamento, a causa della rottura di un organo meccanico dei carrelli, ruota, sospensione, asse, boccola, o altro, alcuni carri del treno merci 58008, ribaltatisi, hanno colpito e parzialmente demolito i marciapiedi e causato ingenti danni, tanto che la linea è stata interrotta per molte ore;

la rottura, secondo le ricostruzioni, si è verificata oltre 10 chilometri prima della stazione di Fossacesia e per 10 chilometri il treno ha viaggiato fuori dalle rotaie, senza che il macchinista potesse accorgersi del pericolo, fino ad incontrare gli scambi di stazione e 'inciampare' su di essi, causando la fuoriuscita e il ribaltamento dei carri container sui marciapiedi;

purtroppo si tratta di un di incidente "tipico" e frequente, per la rottura di parti meccaniche che non ricevono adeguati controlli e manutenzioni e per l'assenza dei dispositivi 'rilevatori di sviò idonei a rilevare le vibrazioni anomale che si creano immediatamente dopo la prima anomalia ai carrelli, agli assi o alle ruote, in grado di frenarli immediatamente;

un evento analogo ha causato la strage Viareggio del 29 giugno 2009; dall'inchiesta è risultato che la presenza di un dispositivo 'rilevatore di svio' avrebbe ridotto in modo molto significativo, fino ad annullarle, le tragiche conseguenze del deragliamento dei carri cisterna carichi di Gpl. Lo stesso anche per il disastro ferroviario di Pioltello del 25 gennaio 2018;

alla luce di ciò risulta incomprensibile, da parte delle imprese ferroviarie, la mancata installazione sui treni di tali strumenti, tra l'altro presenti sul mercato da oltre venti anni e risultati idonei e affidabili;

nonostante la gravità dell'accaduto a Fossacesia, dal sito istituzionale, non risulta aperta l'inchiesta indipendente, prevista come obbligatoria dal decreto legislativo n. 162 del 2007 per gli incidenti di questa gravità, da parte dell'organismo investigativo della DIGIFEMA, Direzione generale investigazioni ferroviarie e marittime, presso il Ministero delle infrastrutture e trasporti;

non risulta altresì che l'incidente sia stato notificato all'European railway agency (E.R.A.);

tali omesse attività della DIGIFEMA hanno impedito, ad oggi, di svolgere tempestivamente le indagini per individuare le cause tecniche dell'accaduto e l'adozione della misure correttive necessarie, mediante eventuali "raccomandazioni" da parte degli investigatori, secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 81 del 2008, nei confronti dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, dell'impresa ferroviaria interessata, del gestore dell'infrastruttura, dei costruttori, manutentori, detentori dei carri e degli altri soggetti eventualmente coinvolti, al fine di prevenire il ripetersi di incidenti analoghi,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per eliminare, o comunque ridurre al minimo tecnicamente possibile, il rischio che i treni dopo il deragliamento possano continuare a circolare sulla rete;

se intenda emanare indicazioni cogenti agli operatori del settore a tutela della sicurezza della circolazione ferroviaria, affinché vengano installati sui treni sistemi e dispositivi 'rilevatori di svio' in grado di attivare immediatamente la frenatura del treno e/o altre forme di prevenzione e mitigazione dei rischi ugualmente efficaci;

per quale ragione l'organismo investigativo ministeriale presso la DIGIFEMA non abbia ritenuto di aprire l'indagine obbligatoria sul deragliamento di Fossacesia dell'8 gennaio 2018, pur ricorrendone tutti gli estremi di legge;

se non ritenga di sopperire a tale grave lacuna favorendo con celerità l'apertura di un'indagine ai sensi del decreto legislativo n. 162 del 2007, al fine di individuare le cause tecniche e fornire ai soggetti interessati le eventuali raccomandazioni per il miglioramento della sicurezza del trasporto ferroviario;

se non ritenga di dover dare disposizioni affinché tutte le informazioni sull'incidente vengano comunque inviate nei modi d'uso all'Agenzia europea per le finalità istituzionali previste.

(4-00832)

IANNONE - Al Ministro dell'interno - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

in data 11 novembre 2018 a Sarno (Salerno) si sarebbe stata una rissa tra extracomunitari, che, anziché fare ricorso alle cure dei medici, si sarebbero dileguati facendo perdere le proprie tracce;

i due giovani di origini magrebine avrebbero iniziato a litigare e il motivo del contendere sarebbe stata una bicicletta poggiata ad un muro e fatta cadere volontariamente;

da lì si sarebbe scatenata l'ira del proprietario che, supportato da un amico, avrebbe iniziato ad inveire contro il connazionale;

gli extracomunitari si sono presi a calci e pugni, poi è spuntato un coltello che ha ferito ad un braccio uno dei giovani coinvolti nella rissa;

i contendenti sono poi fuggiti via prima dell'arrivo delle forze dell'ordine,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questi gravi fatti;

se sia intenzione del Governo porre un'attenzione particolare per garantire la sicurezza dei cittadini di Sarno che, in particolare nel suo centro storico, vede verificarsi con frequenza questi episodi.

(4-00833)

IANNONE - Al Ministro della salute - Premesso che, secondo quanto risulta all'interrogante:

una donna extracomunitaria, malata cronica, che avrebbe dovuto imbarcarsi su un volo di linea, in considerazione delle sue condizioni di salute, è stata ricoverata in un nosocomio napoletano;

la donna, intubata, è stata trovata sommersa dalle formiche nel reparto di Medicina dell'ospedale "San Giovanni Bosco" di Napoli in data 10 novembre 2018;

dopo le segnalazioni di alcuni cittadini e la diffusione di un video, il direttore sanitario ha chiuso, per la bonifica, la stanza del reparto, dove le condizioni della donna erano inaccettabili: non potendo comunicare subiva passivamente la crudeltà di chi consentiva tutto ciò;

nell'ospedale è scattata l'ispezione dei Carabinieri del Nas;

già nel giugno 2017, sempre nello stesso nosocomio, una donna, ricoverata nel reparto di Medicina generale, era stata trovata in un letto sporco e infestato da formiche,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di questi gravi fatti e della tragica condizione in cui versa la sanità in Campania;

se non convenga con la constatazione che i fenomeni di malasanità in Campania abbiano superato ogni tollerabile limite;

se intenda avviare una rigida e celere attività ispettiva volta, nel caso esposto, ad accertare le responsabilità di direzioni sanitarie che troppo spesso sono latitanti.

(4-00834)

IANNONE - Al Ministro della salute - Premesso che:

negli ultimi tempi la popolarità del latte vegetale è cresciuta talmente tanto che sempre più brand stanno creando le loro formule vegane: bevande a base di farro, mandorla, riso, cocco, avena sono ora tra le scelte più gettonate, e non solo per i vegetariani, i vegani e le persone intolleranti;

è vero che il latte di vacca resta una scelta popolare, ma non senza controversie, in particolare riguardo agli effetti degli ormoni animali sul nostro benessere generale;

secondo una ricerca condotta presso la University of Ljubljana, in Slovenia, gli ormoni presenti nel latte vaccino non sarebbero tuttavia dannosi per la salute degli esseri umani, essendo un elemento integrante delle nostre diete;

le preoccupazione degli esperti è data dal fatto che ogni anno, solo nell'Unione europea, vengono prodotte 160 milioni di tonnellate di latte vaccino, e con l'impiego di procedure sempre più intensive, è notevolmente aumentato anche il livello di estrogeni presente nel latte;

il team sloveno ha monitorato un gruppo di ratti per capire gli effetti di questo ormone tipicamente femminile sulla fertilità e sul rischio di sviluppare il cancro nelle cavie, scoprendo che le probabilità sono in entrambi i casi assai basse e il rischio minimo per la salute della popolazione umana adulta,

si chiede di sapere se al Ministro in indirizzo risulti che la maggior parte degli studi effettuati sul campo abbia dimostrato che la concentrazione di estrogeni che si trova naturalmente nel latte vaccino sia troppo bassa per porre un rischio sulla salute in ambito riproduttivo o nello sviluppo del cancro negli adulti.

(4-00835)

IANNONE - Al Ministro dell'interno - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

la Giunta comunale di Napoli ha approvato con delibera n. 484 del 18 ottobre 2018 due progetti per la realizzazione di altrettanti centri di accoglienza in vico VI Duchesca n. 12 nel quartiere San Lorenzo e via Vittorio Emanuele III nel quartiere Piscinola, entrambi finanziati con fondi del Pon (programma operativo nazionale) Legalità, in quanto si tratta di immobili confiscati alla criminalità;

una scelta del genere contrasta a parere dell'interrogante con la necessità di delocalizzare i centri di accoglienza presenti nell'area di piazza Garibaldi e zone limitrofe per ridurre il conflitto sociale, il degrado insopportabile in cui versa l'area e realizzare un reale contrasto alle attività illegali;

lo stesso discorso vale per il quartiere Piscinola, abbandonato e privo di servizi essenziali come tutti quelli della periferia napoletana;

la Prefettura ha già avviato un processo di trasferimento di migranti verso altre strutture, con ulteriore direttiva ai gestori di ridurre la presenza di extracomunitari;

il decreto sicurezza (di cui al decreto-legge n. 113 del 2018) contiene ulteriori limitazioni al proliferare di centri di accoglienza per migranti, anche alla luce della drastica riduzione di sbarchi, per cui sul piano economico diventa un'operazione non conveniente per il bilancio pubblico;

il finanziamento di ben 1,5 milioni di euro risultava approvato in un momento molto diverso da quello attuale e prevedeva anche altre tipologie di interventi a supporto: centri antiviolenza per le donne, scuole di formazione e creazione di professionalità, sedi istituzionali per la riduzione degli affitti passivi, emergenza abitativa, centri sociali,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della scelta politica del Comune di Napoli;

se, ritenendo l'interrogante tale scelta profondamente sbagliata per la tenuta sociale che una presenza massiccia di immigrati determina in città, abbia intenzione di intervenire tramite la competente Prefettura per bloccare gli intenti dell'amministrazione comunale.

(4-00836)

IANNONE - Ai Ministri dell'interno e della salute - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

il 10 novembre 2018 dieci cuccioli di cane, chiusi in un sacco, sono stati lanciati da un ponte nelle acque gelide del rio Freddo a Buonabitacolo, in provincia di Salerno;

i loro disperati guaiti non sono passati inosservati ad un gruppo di ciclisti dell'associazione "Bike in Tour" Vallo di Diano, impegnati in una delle loro abituali escursioni naturalistiche;

il gruppo si è fermato e ha individuato dall'alto del ponte l'origine dei guaiti nel sacco avvistato nelle acque del torrente;

è iniziata una non semplice operazione di salvataggio, portata a compimento dai ciclisti valdianesi insieme a due ragazzi del posto, che stavano facendo una passeggiata;

il sacco è stato recuperato e i 10 cuccioli, in evidente stato di assideramento, sono stati asciugati e portati presso una veterinaria della località Silla, che ha prestato loro le cure necessarie;

considerato che:

si tratta dell'ennesimo episodio di crudeltà verso gli animali, che fortunatamente questa volta ha avuto un lieto fine;

la legge 14 agosto 1991, n. 281, recante "Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo", sancisce, all'articolo 1, il principio generale che «lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente»; e, al successivo articolo 5, introduce una sanzione amministrativa per chiunque abbandoni cani, gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione;

inoltre, i maltrattamenti verso gli animali, oltre ad essere inaccettabili atti di crudeltà, sono puniti penalmente nel nostro ordinamento;

la legge 20 luglio 2004, n. 189, recante "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate", infatti, ha introdotto nel codice penale il titolo IX-bis "Dei delitti contro il sentimento per gli animali";

l'articolo 544-ter del codice penale, rubricato "Maltrattamento di animali", in particolare, (come modificato nel 2010, per effetto della ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987) prevede, al comma 1, che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro»,

si chiede di sapere quali misure i Ministri in indirizzo intendano adottare, ciascuno nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di: promuovere la tempestiva identificazione e denuncia degli autori di reati di maltrattamenti verso gli animali e il loro abbandono; sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi dei maltrattamenti e dell'abbandono degli animali, e promuovere una cultura del rispetto e del contrasto efficace ad ogni forma di violenza; assicurare il rispetto della normativa vigente ed eventualmente proporre l'inasprimento delle sanzioni per i responsabili di atti particolarmente efferati.

(4-00837)

LAFORGIA, DE PETRIS, ERRANI, GRASSO - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

svariati organi di informazione, fra cui "Fanpage" e "la Repubblica", hanno riportato la notizia, secondo la quale sarebbero stati fermati svariati bus alle porte di Roma destinati alla manifestazione antirazzista indetta per sabato 9 novembre 2018;

gli organizzatori del corteo, che è partito da piazza della Repubblica ed è giunto a piazza San Giovanni, hanno denunciato dei controlli ai caselli autostradali, che avrebbero fatto ritardare i pullman con perquisizioni della Polizia e schedature delle persone che avrebbero poi partecipato alla manifestazione indetta contro il decreto Sicurezza (di cui al decreto-legge n. 113 del 2018);

considerato che:

la Costituzione italiana tutela il diritto di esprimere le proprie opinioni, di associarsi e di manifestare i propri dissensi;

nelle prime ore della giornata di sabato, al momento dell'arrivo dei primi pullman a Roma, non risulta siano avvenuti fatti gravi al punto di giustificare controlli e perquisizioni dei manifestanti in arrivo nella capitale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se fosse a conoscenza delle intenzioni da parte delle forze dell'ordine di effettuare fermi e schedature;

come intenda promuove e tutelare la libertà di pensiero e di manifestazione del dissenso nel nostro Paese.

(4-00838)

DE PETRIS - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

gli eventi meteorologici di inaudita violenza che hanno colpito il nostro Paese nei giorni scorsi hanno registrato un'alta perdita di vite umane (oltre trenta) ed hanno avuto un enorme impatto sull'ambiente, sulla biodiversità, sulla fauna;

sono state interessate vaste aree di particolare pregio ed importanza naturalistica e fonti scientifiche valutano che il ripristino dei luoghi, nelle sue caratteristiche e nelle sue funzioni ecosistemiche, richiederà molti decenni;

la cancellazione di boschi e foreste, lo stravolgimento degli alvei di fiumi e corsi d'acqua, rappresentano una perdita anche sotto il profilo culturale, identitario, paesaggistico, storico, economico;

undici regioni, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Calabria, Lazio, Sicilia, Sardegna, Lombardia ed Emilia-Romagna, hanno chiesto lo stato di calamità, che è stato loro riconosciuto dal Governo;

le associazioni ambientaliste e animaliste, Enpa, Lac, Lav, Lipu e WWF, hanno chiesto il riconoscimento dello stato di calamità anche per la fauna, con la conseguente sospensione di ogni attività venatoria, richieste ben giustificate dalla gravità degli eventi e mancando di ogni giustificazione il prosieguo di una pratica puramente "ludica" quale è la caccia esercitata sugli animali sopravvissuti, stremati e in difficoltà per lo stravolgimento degli habitat;

paradossalmente, nella comunicazione, nell'informazione, nonché nella valutazione delle istituzioni è stata generalmente ignorata la gravissima ripercussione della catastrofe sulla fauna e sulla biodiversità, pur custodendo i luoghi colpiti anche specie rare e particolarmente protette;

le dimensioni degli eventi sono state ben rappresentate dalla comandante dei Carabinieri forestali di Belluno, che ha riferito di una vera ecatombe degli animali;

il Veneto, in particolare, ha subito fortissimi contraccolpi. Vento superiore a 190 chilometri orari (per cui trattasi di uragano), 497 chilometri di strade chiuse, 160.000 persone senza energia elettrica, 8 paesi isolati, 400 evacuati, rasi al suolo circa 15 milioni di alberi. Per la fauna sono stati adottati dalla regione solo provvedimenti di limitazione della caccia e solo nella provincia di Belluno, fino al 16 novembre, e in parte di quella di Vicenza, che ha visto la ripresa degli spari nella giornata di domenica 11 novembre. Risulta assolutamente insufficiente la limitazione adottata in presenza di una vera e propria catastrofe;

le altre regioni colpite e che hanno chiesto lo stato di calamità, hanno permesso il prosieguo dell'attività venatoria e a tutt'oggi si spara;

grande è l'indignazione dell'opinione pubblica, profondamente turbata dalla tragedia che ha sconvolto la biologia di tutti gli animali. Anche l'applicazione del solo principio di precauzione dovrebbe dettare misure di sospensione della caccia in tutte le regioni citate;

spetta al Ministro dell'ambiente la competenza sulla tutela della fauna, come è stato ripetutamente affermato dalle sentenze della Corte costituzionale, come afferma il dettato Costituzionale, come riconosce la stessa legge di protezione della fauna e regolamentazione della caccia n. 157 del 1992, che, tra l'altro, sancisce all'art.1 "La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato che la tutela nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale" e che l'attività venatoria è solo una concessione, subordinata all'esistenza di favorevoli condizioni ambientali e di un ottimale stato di conservazione di tutte le specie,

si chiede di sapere:

quali misure intenda adottare il Ministro in indirizzo di fronte alla situazione di emergenza denunciata per la fauna selvatica e la biodiversità;

se, al fine della prioritaria tutela della biodiversità, della fauna e degli habitat, voglia assicurare la sospensione dell'attività venatoria, che sta incrudelendo e depauperando fortemente popolazioni naturali già tanto colpite;

se intenda adottare misure urgenti per il riconoscimento anche ad esse dello stato di calamità;

se non ritenga opportuno predisporre un Piano nazionale per la fauna, affrontandone finalmente le tanti, forti, criticità;

se, nell'immediato, non voglia attivare il mondo scientifico e l'ISPRA, in modo particolare per la piena valutazione in tempi stretti dei danni a breve e lungo termine, anche in relazione alle conseguenze di quanto avvenuto sulle capacità riproduttive delle popolazioni selvatiche fortemente compromesse dalla distruzione degli habitat.

(4-00839)

PATRIARCA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno - Premesso che:

per il servizio civile nel 2019 il Governo ha previsto uno stanziamento di 148 milioni di euro, che diventano poco meno 143 nel 2020 e quasi 102 nel 2021;

nonostante l'allarme lanciato da alcuni organi di stampa sul dimezzamento delle opportunità per i giovani nel 2019 rispetto al 2018, in cui sono stati messi a bando 53.363 posti a fronte delle oltre 100.000 domande presentate dai giovani, nessuna smentita è arrivata da chi ha la delega governativa per il servizio civile;

in merito il Governo non ha rilasciato nessuna dichiarazione, come non ha formulato alcun impegno ad aumentare la dotazione durante la Legislatura, né ha fatto riferimento ad altre fonti finanziarie da cui attingere per confermare il contingente degli oltre 53.000 volontari del 2018;

considerato che:

nel 2017 il Governo aveva avviato il progetto «Integr-Azione» all'interno del servizio civile nazionale;

il progetto era stato totalmente finanziato con i fondi europei del "Fondo asilo, migrazione e integrazione" (Fami) di cui è responsabile il Ministero dell'interno, per un totale di 18 milioni di euro;

il 2 ottobre 2018 alla riunione della consulta degli enti di servizio civile, con la presenza del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con la delega al servizio civile Vincenzo Spadafora, è stato annunciato che i fondi rimasti nella disponibilità del Ministero dell'interno non sarebbero stati riutilizzati per la presentazione di progetti relativi a Integr-Azione,

si chiede di sapere:

per quali motivi si sia deciso di togliere dalla disponibilità del servizio civile nazionale i fondi che venivano usati per il progetto "Integr-Azione" e quale uso intenda fare di quelle risorse precedentemente stanziate;

in che modo si intenda rispondere all'enorme numero di giovani che ogni anno chiede di partecipare al servizio civile concorrendo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone, alla tutela dei beni culturali e dell'ambiente e ad educare alla pace e alla solidarietà;

quali percorsi di integrazione destinati gli immigrati regolari e ai rifugiati politici si intenda portare avanti, posto che con questa scelta si rende ancor più difficoltoso il processo di integrazione dei migranti regolari in Italia.

(4-00840)

LA MURA, MONTEVECCHI, NUGNES, CASTELLONE - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

nel 1974 "La Fattoria" snc presentava istanza al Comune di Piano di Sorrento (Napoli) per il rilascio della licenza edilizia al fine di realizzare fabbricati colonici, da adibire all'allevamento bovino, su un fondo di proprietà dei principi Colonna, sito nel medesimo comune in via San Pietro;

in data 13 gennaio 1975 la Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Napoli esprimeva parere favorevole, stabilendo l'asservimento a verde di 120.127 metri quadri di terreno, e in data 22 maggio 1976 il Comune rilasciava la licenza edilizia con il riferito vincolo, imponendo altresì la destinazione esclusivamente agricola del manufatto da realizzare;

in data 7 maggio 1977, in conformità al titolo abilitativo, il vincolo veniva trascritto, e nel relativo atto notarile si precisava che lo stesso non poteva essere oggetto di modifiche né di revoca in mancanza dell'espresso consenso del Comune;

in data 24 maggio 1980 il Comune, senza acquisire il parere della Sovrintendenza, autorizzava una variazione della destinazione d'uso del fondo e talune modifiche prospettiche al primo piano dei fabbricati;

in data 18 dicembre 1985 i proprietari formulavano tre istanze volte ad ottenere il condono edilizio di tre costruzioni abusivamente realizzate dal 1981 al 1983, ovvero un piano interrato, ampliamenti esterni e la variazione d'uso dei locali al primo piano, originariamente destinati ad uso di opificio e poi adibiti ad unità abitative;

successivamente il fabbricato veniva acquistato dalla Masto Srl, la quale rinunciava alla sola istanza di condono degli ampliamenti esterni, e in data 14 aprile 2011 il Comune, acquisito il parere favorevole della Sovrintendenza, accoglieva le altre due istanze di condono edilizio;

la Masto presentava istanza di demolizione del fabbricato al fine di ricostruirlo con destinazione d'uso esclusivamente residenziale, incrementandone il volume in misura inferiore al 20 per cento, e il relativo progetto veniva approvato con autorizzazione paesaggistica n. 45 del 14 luglio 2014, previa acquisizione del parere favorevole della commissione comunale per il paesaggio e della Soprintendenza Beni architettonici e ambientali;

in data 27 gennaio 2015 il funzionario responsabile del V settore del Comune di Piano di Sorrento, riesaminato il fascicolo inerente al terreno, con nota prot. n. 2081 comunicava l'avvio del procedimento, rilevando quanto segue: l'istanza si fondava sull'erroneo presupposto dell'edificabilità dell'area, soggetta, invece, ad un vincolo urbanistico, sicché le opere realizzate risultavano abusive, essendo state costruite in violazione del titolo abilitativo; pertanto, gli interventi prospettati dalla Masto si riferivano a edifici abusivi e ad aree vincolate a verde pubblico; le modifiche di destinazione d'uso delineate dalla società risultavano illegittime, tenuto conto della circostanza che le stesse non potevano avvenire per scopi residenziali; la Sovrintendenza aveva espresso parere negativo sul progetto presentato dalla società; poiché una porzione dell'area oggetto dell'istanza rientrava in un sito d'importanza comunitaria, risultava obbligatorio per gli interventi programmati lo studio d'impatto ambientale, che era stato omesso;

in data 19 marzo 2015 il Comune comunicava alla Masto l'avvio del procedimento per l'annullamento dell'autorizzazione paesaggistica e del permesso di costruire in sanatoria relativo alle pratiche di condono;

in data 31 ottobre 2016 la Masto Srl presentava nuovamente richiesta per il rilascio del titolo abilitativo e, nel corso della procedura, veniva acquisito il parere dell'avvocato del Comune, il quale con nota del 1° gennaio 2017 asseriva che il permesso di costruire rilasciato nel 2011 si era consolidato per effetto della mancata adozione di un atto in autotutela da parte dell'ente;

con determina n. 313 dell'11 luglio 2017 il Comune, pertanto, annullava il procedimento di autotutela e convalidava il permesso di costruire in sanatoria, e successivamente rilasciava il titolo abilitativo, ritenendo la compatibilità urbanistica e edilizia del progetto presentato dalla società, ignorando i rilievi formulati nella nota citata;

considerato che:

ai sensi degli artt. 9, 41, 42, 44, 117 della Costituzione, la proprietà privata può essere limitata in forza di disposizioni di legge volte a tutelare interessi di preminente rilievo, quali l'ambiente e la salute dei cittadini nonché il razionale governo del territorio;

nell'ambito dell'attività di pianificazione urbanistica il Comune può imporre vincoli, che limitano il godimento delle utilità connesse al diritto di proprietà, in ragione del perseguimento di interessi pubblici, e tra tali vincoli si inscrive la destinazione di un'area a verde pubblico, con conseguente limitazione della facoltà di edificare;

la realizzazione di opere in violazione delle prescrizioni di legge e degli strumenti urbanistici integra un abuso, lesivo degli interessi dell'intera collettività,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali misure intendano adottare per evitare che sia pregiudicato il diritto dei cittadini al godimento di un'area destinata a verde pubblico e l'interesse della collettività al razionale governo del territorio.

(4-00841)

LA MURA, MONTEVECCHI, NUGNES, CASTELLONE - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

il conservatorio di S. Maria delle Grazie è un istituto educativo sito nel centro storico di Sorrento (Napoli), fondato nel 1566 da una nobildonna sorrentina, Berardina Donnorso, con lo scopo di garantire l'istruzione alle fanciulle povere di Sorrento e delle zone limitrofe;

per un certo periodo l'edificio è stato adibito a monastero per ospitare le monache di clausura, tuttavia, a partire dal 1886 il conservatorio è stato nuovamente utilizzato con lo scopo di assicurare il ricovero e l'educazione ai fanciulli poveri dei comuni di Sorrento, Piano di Sorrento, Sant'Agnello e Meta;

ad oggi il conservatorio è una scuola parificata, che ha conservato la finalità originaria di tipo assistenziale, tanto che lo statuto stabilisce all'art. 1 che lo stesso "ha lo scopo di provvedere gratuitamente (...) al ricovero, mantenimento, educazione morale e fisica ed istruzione degli orfani e dei fanciulli poveri dei Comuni di Sorrento, Piano di Sorrento, Sant'Agnello e Meta", precisando che "Tale finalità sarà perseguita anche attraverso la gestione di asili nido e scuole sia materne che elementari, prevedendo agevolazioni anche economiche per gli iscritti in considerazione delle loro condizioni familiari ed economiche";

in data 31 novembre 2016 il presidente del conservatorio ha stipulato con la ditta individuale "Antonio Schisano" di Francesco Schisano un contratto di locazione, regolarmente registrato, con il quale ha concesso in godimento una porzione dell'edificio da adibire ad attività turistico-ricettiva;

in particolare, la porzione immobiliare locata è destinata all'attività di affittacamere, alla vendita di cibi e bevande, anche alcoliche, di souvenir e simili, nonché alla prestazione di servizi di noleggio di mezzi di trasporto;

l'art. 3 del contratto consente la ristrutturazione dell'immobile locato ai fini del suo adeguamento all'attività turistico-ricettiva;

a seguito di istanza presentata dal signor Schisano, il Comune di Sorrento rilasciava il titolo abilitativo n. 16/2018, autorizzando l'esecuzione di opere interne di manutenzione straordinaria, e consentendo la variazione di categoria catastale dei subalterni n. 11, 15 e 17 da B/1 (collegi, convitti, educandati, orfanotrofi, ospizi, conventi, seminari, ricoveri, caserme) ad A10 (uffici e studi privati);

considerato che:

risulta inconciliabile con l'attività educativa svolta nel conservatorio e le sue finalità di tipo assistenziale l'esercizio, nel medesimo edificio, di attività di carattere lucrativo completamente avulse dalle suddette finalità, e che implicano lo svilimento del suo valore storico-culturale, oltre a compromettere il regolare svolgimento delle lezioni, tenuto conto del viavai dei turisti;

la variazione di categoria catastale non rientra tra gli interventi integranti manutenzione straordinaria ai sensi dell'art. 3, comma 1, lett. b), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380;

l'immobile appartiene alla "zona A - insediamenti e nuclei premoderni" come indicata dall'art. 15, comma 5, lettera b), del piano urbanistico comunale di Sorrento, il quale stabilisce che "Per i beni vincolati ai sensi del D.Lvo 42/2004 sono consentiti solo interventi di 'restauro' come definiti dall'art. 29 del medesimo D.Lvo, e dall'art. 8 del Ruec";

l'art. 15, comma 4, del piano consente destinazioni d'uso per attività turistico-ricettive solo se già esistenti, e legittima, con riferimento ai beni vincolati, esclusivamente interventi di restauro;

nonostante quanto previsto dall'art. 3 del contratto di locazione e dalla normativa richiamata, il Comune ha autorizzato il conduttore ad eseguire un intervento edilizio non consentito dagli strumenti urbanistici;

inoltre, la locazione della porzione immobiliare per attività turistico-ricettiva non rispetta gli standard urbanistici del piano comunale, in quanto estende le aree destinate ad attività terziarie in danno di quelle riservate all'istruzione, in assenza di un intervento in variante, tra l'altro, di difficile realizzazione;

infatti, come risulta dalla tavola di zonizzazione del piano e dalla relativa normativa di attuazione, l'edificio del conservatorio si estende su una superficie di 1.780 metri quadrati, che contribuisce a coprire il fabbisogno di edilizia scolastica ai sensi del decreto ministeriale n. 1444/1968 e dell'art. 11 del piano urbanistico territoriale;

infine, la delibera con la quale il consiglio di amministrazione del conservatorio ha statuito la stipula del contratto è stata approvata in assenza di uno dei suoi componenti, in violazione dell'art. 11, lett. b), dell'atto modificativo dello statuto dell'ente, che richiede, ai fini della conclusione di contratti di locazione, la presenza obbligatoria di tutti i componenti del consiglio di amministrazione e il voto favorevole di almeno tre di loro,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali misure di competenza abbiano adottato o intendano adottare al fine di tutelare l'interesse della collettività alla conservazione di beni di carattere storico-culturale e di assicurare il regolare svolgimento dell'attività scolastica nel conservatorio di S. Maria delle Grazie di Sorrento.

(4-00842)

RAMPI - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

Hilux Technology è un'azienda di Usmate Velate (Monza e Brianza) che produce da anni CD e DVD e che ultimamente ha avviato anche la produzione di dischi in vinile;

secondo quanto appreso dalla stampa locale, i lavoratori dell'azienda non riceverebbero lo stipendio da settembre;

come riferito dal segretario della Fiom Cgil Brianza, Elena Dorin, "in questi anni la proprietà della Hilux Technology non ha mai presentato un serio progetto industriale ed è da tempo che ci siamo accorti delle difficoltà dell'azienda di stare su un mercato che oggettivamente presenta forti criticità";

considerato che i sindacati e i lavoratori della Hilux di Usmate si trovano attualmente in assemblea permanente all'interno della fabbrica di via Modigliani,

si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda intraprendere al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e i profili industriali della Hilux Technology.

(4-00843)

PAPATHEU - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che a quanto risulta all'interrogante:

fonti di stampa hanno reso noto che in prossimità di Catenanuova (Enna), nelle contrade Cubba - Muglia, a ridosso di un'area di interesse archeologico, è in programma la realizzazione di maxi-impianto per il trattamento dei rifiuti, specialmente quelli indifferenziati, su un sito della dimensione di diversi ettari, che la famiglia Proto vorrebbe realizzare in parte su terreni propri, in parte su terreni da acquistare dalla società Sud Agrotur Srl, per i quali la Oikos ha firmato a luglio un contratto preliminare di acquisto. Si tratta di una superficie pari a 300 ettari che, ad avviso della cittadinanza residente e degli amministratori locali appare essere assolutamente sproporzionata per eccesso di dimensioni rispetto alle effettive esigenze della comunità;

l'impianto avrebbe una capacità talmente elevata da poter trattare sino a 1.000 tonnellate di rifiuti al giorno e 300 metri cubi di percolato tossico, ovvero rifiuti indifferenziati, il cui stoccaggio in discarica contrasta con le norme dell'Unione europea vigenti in materia, creando pericoli per la salute, l'ambiente, ed enormi difficoltà all'economia della zona, che vanta una eccellente produzione agricola;

in particolare si teme che, in conseguenza dell'accumulo in discarica di rifiuti indifferenziati inquinanti, la salute della popolazione residente possa essere minacciata dall'insorgere di malattie all'apparato respiratorio, fatto ancor più grave, da tumori. La discarica metterebbe a rischio anche la salute degli animali allevati nella zona;

il sito è in grado, per l'enormità delle sue proporzioni, di raccogliere un quarto della spazzatura prodotta nell'isola, generando una presa di posizione contraria alla sua realizzazione da parte del sindaco, mentre due esponenti politici locali di Forza Italia hanno inviato una richiesta alle istituzioni, perché intervengano al fine di scongiurare la realizzazione dell'opera che andrebbe effettuata, eventualmente, solo dopo aver fatto gli opportuni e necessari approfondimenti da parte di esperti;

per la gestione del sito la società avrebbe in programma di realizzare royalties intorno al milione e mezzo di euro annui,

si chiede di sapere:

se i fatti narrati in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, quali iniziative urgenti i Ministri in indirizzo intendano assumere per evitare che la discarica possa ospitare rifiuti indifferenziati, il cui stoccaggio è contrario alla normativa europea;

se il Ministro della salute intenda, per quanto di competenza, avvalersi dei propri poteri ispettivi per approfondire i rischi potenziali per la salute derivanti dalla costruzione dell'impianto, con particolare riferimento al rischio di insorgenza di casi di cancro e delle malattie del sistema respiratorio, verificando anche i danni potenziali che potrebbero subire le matrici ambientali come aria, suolo, sedimenti e acque;

se il Ministro dell'ambiente intenda, per quanto di competenza, promuovere, anche per il tramite del comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente, una verifica all'interno del perimetro che dovrebbe ospitare la discarica per appurare se i danni derivanti dalla realizzazione dell'opera, descritti in premessa, siano effettivi o potenziali.

(4-00844)

DE POLI - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che:

da fonti di stampa si apprende che la storica fabbrica "Berto E. G. Industria Tessile" di Bovolenta (Padova), fondata nel 1887 e diventata espressione di una profonda cultura di prodotto, con una flessibilità produttiva tale da garantire prodotti unici, altamente personalizzati, per far fronte alla concorrenza spietata del mercato straniero del tessile, ha messo a punto un piano di rilancio e riorganizzazione che prevede, però, la chiusura di alcuni reparti e la conseguente procedura di mobilità per 50 dei 138 lavoratori rimasti nei quattro stabilimenti;

dopo un incontro preliminare tra rappresentanti della fabbrica e dei sindacati l'azienda, confermando l'esistenza di problemi economici da attribuire principalmente agli alti costi aziendali non in linea con quelli del mercato internazionale, ha ribadito la volontà di trovare una soluzione;

i rappresentanti sindacali non nascondono la preoccupazione per le conseguenze sul piano sociale e occupazionale, soprattutto sulle donne, e chiedono una riduzione degli esuberi, con la riqualificazione dei lavoratori, anche attraverso gli ammortizzatori sociali,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga utile e urgente istituire un tavolo istituzionale per promuovere ogni adeguata iniziativa volta ad assicurare il mantenimento della capacità produttiva della fabbrica "Berto E. G. Industriale Tessile" di Bovolenta, con l'obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali, il know how e un prestigioso simbolo del made in Italy.

(4-00845)

DI GIROLAMO, NUGNES, DI NICOLA, PESCO, LANNUTTI, LOMUTI, MORONESE, RICCIARDI, CORBETTA, COLTORTI, LUCIDI, FERRARA, PACIFICO, MONTEVECCHI, AIROLA, CASTALDI, SANTILLO, MANTERO, L'ABBATE, LOREFICE, GAUDIANO, CASTIELLO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

il sistema delle aree protette rappresenta uno straordinario strumento per la tutela della biodiversità e per lo sviluppo sostenibile di molti territori marginali del nostro Paese, tuttavia molti enti parco risultano da anni limitati nelle loro funzioni, a causa di ritardi nelle nomine degli organi di gestione previsti dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394;

ad oggi, in Italia, ben 11 parchi nazionali su 24 sono sprovvisti della figura del presidente e 7 parchi nazionali non dispongono del direttore, mentre solo 8 enti parco hanno adottato il piano del parco, strumento di gestione indispensabile per garantire l'operatività degli enti;

con riferimento al Parco nazionale della Majella, si rileva che nel 2012 il presidente del Parco procedette all'adozione di una delibera per l'avvio delle procedure di selezione del direttore. Tuttavia il procedimento fu interrotto, a causa della mancata costituzione del consiglio direttivo. Solo nel 2016, dopo due anni dalla costituzione del consiglio direttivo, fu deliberata una nuova procedura concorsuale per l'individuazione della figura del direttore senza, tuttavia, addivenire a conclusione;

a completare il quadro a parere degli interroganti del tutto anomalo che caratterizza la governance istituzionale dell'ente, si rileva che, negli anni di vacatio, il ruolo di direttore sarebbe stato ricoperto da un soggetto che non aveva i requisiti di legge, raggiunti solo a marzo 2018;

l'attuale direttore facente funzione dell'ente cesserà il suo mandato entro il 2018 e il Parco nazionale della Majella risulta sprovvisto della figura del presidente da circa un anno;

tutto ciò concorre a delineare un quadro preoccupante in merito all'effettiva operatività dell'ente, chiamato a tutelare un territorio tra i più ricchi di biodiversità nel bacino mediterraneo,

si chiede di sapere:

se e quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda attivare per garantire l'operatività gestionale dell'ente, e con essa l'effettiva tutela del patrimonio naturale, storico e culturale del territorio del Parco nazionale della Majella;

quali iniziative intenda avviare per garantire l'operatività gestionale dei numerosi parchi nazionali ancora sprovvisti delle figure di presidente, direttore e dell'approvazione dei relativi piani di gestione.

(4-00846)

LANNUTTI, DI NICOLA, PRESUTTO, LEONE, VONO, SILERI, FERRARA, GALLICCHIO, ROMANO, Marco PELLEGRINI, PARAGONE, PESCO, MORRA, VANIN, L'ABBATE, BUCCARELLA, FENU, DRAGO, LOMUTI, DI PIAZZA, BOTTO - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico - Premesso che:

Invitalia, agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di cui è azionista unico il Ministero dell'economia e delle finanze, con Domenico Arcuri amministratore delegato dal 2007, ha una forma privatistica che le consente di fare assunzioni a chiamata diretta o senza le procedure proprie dei concorsi pubblici;

a sua volta, Invitalia ha il controllo di altre società: Infratel Italia; Italia Turismo; Invitalia Partecipazioni; Marina di Portisco; Invitalia Ventures; SGR Mediocredito Centrale, come emerge dal sito internet;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

Invitalia, nata nel 1999 su iniziativa del Governo D'Alema, dopo quasi 20 anni dispone di oltre 1.500 addetti e, nei suoi anni di vita, non è stata al riparo di perplessità e critiche, specie nell'era ininterrotta di Arcuri, su rari articoli dei media ed in Parlamento, per la sua gestione "elefantiaca" e di dubbia utilità;

molti suoi dipendenti risultano disseminati in vari Ministeri, in particolare presso il Ministero dello sviluppo economico, con funzioni facilmente esplicabili dai funzionari degli stessi ministeri, ma, a parità di livelli, con retribuzioni di gran lunga superiori;

dal bilancio d'esercizio del 2017 l'organico risulta di 1.517 unità, con un costo di circa 127 milioni di euro (tra interni ed esterni);

l'attività di promozione per l'attrazione di investimenti esteri è svolta nel nostro Paese anche dall'ICE, Istituto per il commercio estero;

il disegno di legge di bilancio per il 2019 prevede, all'articolo 18, la costituzione di InvestItalia, che avrà il compito di valutare tutti i programmi di investimenti, per sostenere gli investimenti pubblici e privati grazie a una dotazione di spesa iniziale di 25 milioni di euro e farà direttamente capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Avrà tre compiti: analisi e valutazione di programmi di investimento riguardanti le infrastrutture materiali e immateriali, valutazione delle esigenze di riammodernamento delle infrastrutture delle pubbliche amministrazioni e verifica degli stati di avanzamento dei progetti infrastrutturali, nonché elaborazione di studi di fattibilità economico-giuridico di progetti di investimento in collaborazione con il Ministero dell'economia;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

la criticabile gestione da parte di Domenico Arcuri di Invitalia, uno degli ultimi carrozzoni della vecchia Repubblica da smantellare, è stato oggetto di rare inchieste giornalistiche, come quella del 6 giugno 2013 pubblicata su "La Notizia", che denunciava un'infornata di consulenti; di uomini vicini al governo dell'epoca, con la finalità apparente di acquisirne il consenso, in particolare ex politici ed ex manager pubblici in pensione;

«"La struttura guidata dall'amministratore delegato Domenico Arcuri (...) ha elargito la bellezza di 112 incarichi, spendendo 2 milioni e 884 mila euro. In media fanno 25.750 euro a collaborazione, con picchi che però riescono a raggiungere i 183 mila euro lordi l'anno. Nella spartizione della torta, tra l'altro, Arcuri e colleghi hanno spesso e volentieri privilegiato ex manager pubblici in pensione e i soliti politici (...), che in operazioni del genere spuntano sempre come funghi dopo la pioggia. Ma Invitalia, che si occupa di attrazione degli investimenti esteri in Italia e di sviluppo d'impresa, non si è certo fermata qui. Sempre da inizio anno, infatti, ha stipulato qualcosa come 142 contratti di fornitura, tra i cui beneficiari ci sono anche Eataly e AltaRoma per tutta una serie di "indispensabili" promozioni. (...) Nella lista delle 112 consulenze la palma della più ricca spetta a quella assegnata a Luigi Mor. Ingegnere genovese, Mor è un ex manager di spicco del gruppo Fincantieri, andato in pensione da qualche mese"»;

dopo l'insediamento dell'attuale Governo, Invitalia ha finanziato una vetrina a un gruppetto di contestatori del Governo e dello stesso Ministero dell'economia, che controlla la società organizzatrice di "Economia Come", il festival romano dove terranno banco economisti e personaggi vicini al Pd come Carlo Cottarelli, Innocenzo Cipolletta, Lucrezia Reichlin, Giuliano Da Empoli e tanti altri denigratori del Governo del cambiamento, fautori della dottrina totalitaria neo-liberista, che fa prevalere il primato del mercato, delle banche e della finanza tossica sull'economia reale, sulla dignità del lavoro di uomini e donne, sul diritto e la Costituzione repubblicana giudicata un intralcio all'agire economico; la manifestazione si avvale della consulenza strategica della società Laterza Agorà, vicina al quotidiano "la Repubblica", e della società di lobbisti Comin & Partners,

si chiede di sapere:

quali costi abbiano generato le dichiarazioni di Carlo Cottarelli e di altri economisti, ostili al primato della sovranità popolare, divulgatori del verbo di "Troika", Unione europea e Fondo monetario internazionale, che diffondono quotidiani allarmi a mercati aperti, sulla manovra economica del Governo e sul deficit al 2,4 per cento;

quante siano state, negli anni, le sponsorizzazioni di eventi di dubbia utilità e quali i costi iscritti nei bilanci;

quali e quante siano state le consulenze e le assunzioni del gruppo Invitalia dal 2007 con l'attuale vertice, e quante siano state espletate con concorsi di pubblica evidenza;

se i Ministri in indirizzo non ritengano di dover procedere alla messa in liquidazione di Invitalia, per i costi eccessivi e l'onerosità dimostrata nel suo ventennio di vita, per razionalizzare e concentrare le attività previste in un'unica struttura, conseguendo necessari risparmi sia nella gestione del personale, che deve essere assunto con le modalità pubbliche, che in quella delle attività, che devono riferirsi a principi di reale esigenza, di interesse pubblico, di equilibrio tra costi e benefici, che non sembrano aver contraddistinto la gestione attuale.

(4-00847)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni):

3-00366, del senatore Cangini, sulla realizzazione della cosiddetta Bretella collinare in provincia di Ascoli Piceno;

9ª Commissione permanente(Agricoltura e produzione agroalimentare):

3-00363, del senatore D'Arienzo ed altri, sul fenomeno della moria del kiwi, specie in Piemonte e Veneto.

Avviso di rettifica

Nel Resoconto stenografico della 56ª seduta pubblica dell'8 novembre 2018, a pagina 44, sotto il titolo "Disegni di legge, assegnazione", dopo l'assegnazione del disegno di legge n. 686, inserire il seguente annuncio:

"2ª Commissione permanente Giustizia

sen. Castiello Francesco

Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso della sparizione di Emanuela Orlandi (569)

previ pareri delle Commissioni 1ª (Affari Costituzionali), 3ª (Affari esteri, emigrazione), 5ª (Bilancio)

(assegnato in data 08/11/2018);"

conseguentemente, a pagina 47, dopo l'assegnazione del disegno di legge n. 830, eliminare l'annuncio relativo al disegno di legge n. 569.