Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 028 del 30/07/2018

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVIII LEGISLATURA ------

28a SEDUTA PUBBLICA

RESOCONTO STENOGRAFICO (*)

LUNEDÌ 30 LUGLIO 2018

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Presidenza del vice presidente LA RUSSA,

indi del vice presidente TAVERNA

e del vice presidente CALDEROLI

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(*) Include l'ERRATA CORRIGE pubblicato nel Resoconto della seduta n. 102 del 26 marzo 2019
(N.B. Il testo in formato PDF non è stato modificato in quanto copia conforme all'originale)

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N.B. Sigle dei Gruppi parlamentari: Forza Italia-Berlusconi Presidente: FI-BP; Fratelli d'Italia: FdI; Lega-Salvini Premier: L-SP; MoVimento 5 Stelle: M5S; Partito Democratico: PD; Per le Autonomie (SVP-PATT, UV): Aut (SVP-PATT, UV); Misto: Misto; Misto-Liberi e Uguali: Misto-Leu; Misto-MAIE: Misto-MAIE; Misto-Più Europa con Emma Bonino: Misto-PEcEB; Misto-PSI: Misto-PSI.

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RESOCONTO STENOGRAFICO

Presidenza del vice presidente LA RUSSA

PRESIDENTE. La seduta è aperta (ore 16,02).

Si dia lettura del processo verbale.

PISANI Giuseppe, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta del 26 luglio.

PRESIDENTE. Non essendovi osservazioni, il processo verbale è approvato.

Comunicazioni della Presidenza

PRESIDENTE. L'elenco dei senatori in congedo e assenti per incarico ricevuto dal Senato, nonché ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Informo l'Assemblea che all'inizio della seduta il Presidente del Gruppo MoVimento 5 Stelle ha fatto pervenire, ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento, la richiesta di votazione con procedimento elettronico per tutte le votazioni da effettuare nel corso della seduta. La richiesta è accolta ai sensi dell'articolo 113, comma 2, del Regolamento.

Discussione del disegno di legge:

(648) Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità (Relazione orale)(ore 16,07)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 648.

Ilrelatore, senatore Corbetta, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare il relatore.

CORBETTA, relatore. Signor Presidente, il Consiglio dei ministri ha emanato, in data 2 luglio 2018, un decreto-legge che contiene delle disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità.

Le macroaree di intervento del Governo sono quattro e, in estrema sintesi, il contenuto è il seguente.

La prima area è la funzione del turismo, che è trasferita dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il primo si chiamerà Ministero dei beni e delle attività culturali, il secondo Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo.

La seconda area riguarda la funzione in materia di emergenza ambientale e di contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche; è trasferita dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

La terza area riguarda le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di famiglia, adozioni, infanzia e adolescenza e disabilità ed è attuata e organizzata dal Ministero per la famiglia e le disabilità e dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Nella quarta area è previsto, infine, il riordino di altre funzioni in materia di edilizia scolastica ed edilizia di emergenza.

Entrando nel dettaglio, il decreto-legge si compone di cinque articoli. Il primo trasferisce, sin dalla entrata in vigore del decreto-legge, la competenza in materia di turismo dal MIBACT al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; mentre, a decorrere dal 1° gennaio 2019, vengono trasferite anche le risorse umane, strumentali e finanziarie, inclusa la gestione residui, della direzione generale turismo.

Il comma 2 del medesimo articolo, in relazione a quanto previsto dal precedente comma, prevede la soppressione della Direzione generale del turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e istituisce il Dipartimento del turismo presso il Ministero delle politiche agricole.

Il comma 3 adegua e coordina il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, alle novelle previste dai commi precedenti.

I commi 4 e 5 prevedono l'adeguamento automatico, ovunque ricorrano, delle rispettive denominazioni dei Ministeri coinvolti.

Il comma 6 prevede la modifica della denominazione e delle funzioni della Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo, in Scuola dei beni e delle attività culturali, lasciando al MIBAC le relative attribuzioni e le risorse necessarie al suo funzionamento, indicando il termine di sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto per modificare lo statuto della Scuola.

Il comma 7 attiene al personale. Entro quarantacinque giorni dalla conversione in legge del decreto-legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, si deve procedere ai trasferimento del personale e delle risorse. Il comma disciplina, inoltre, dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, la cessazione di alcuni rapporti giuridici in corso tra la direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e la società in house ALES e, comunque, dei progetti o convenzioni da essa stipulati.

Il comma 8 prevede che il numero massimo di 25 uffici dirigenziali di livello generale presso il MIBAC resti inalterato. Pertanto, a seguito delle modifiche, dispone l'incremento di un posto di funzione dirigenziale di livello generale, il cui costo è compensato dalla soppressione di un numero di posti di funzione dirigenziale non generale finanziariamente equivalente. Dispone poi che, con decreto del Presidente della Repubblica, il Governo adegui le dotazioni organiche del MIBAC e del Ministero delle politiche agricole e forestali.

L'articolo 2, nell'ambito del riordino delle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, prevede, al comma 1, il trasferimento al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale, volti a garantire la sicurezza alimentare in Campania e il monitoraggio, anche di tipo sanitario, in Campania e nei comuni di Taranto e Statte.

Il comma 2 dispone una serie di modifiche normative, in relazione a quanto stabilito al comma 1, prevedendo che la presidenza del Comitato interministeriale e della Commissione per l'individuazione o il potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell'illecito ambientale in Campania siano di appannaggio del Ministero dell'ambiente.

Il comma 3 attribuisce al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare anche le funzioni già attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche, disponendo conseguentemente alcune modificazioni testuali tra cui la soppressione della struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio ItaliaSicura.

Il comma 4 aggiunge una funzione a quelle del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: politiche di promozione per l'economia circolare e l'uso efficiente delle risorse e coordinamento delle misure di contrasto e contenimento del danno ambientale e di ripristino della sicurezza dei siti inquinati.

Il comma 5 prevede che, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, si provveda alla puntuale quantificazione delle risorse finanziarie necessarie. Il comma 6 predispone le necessarie coperture per l'anno 2018 mediante la riassegnazione delle risorse allocate dalla Presidenza del Consiglio al Ministero dell'ambiente e per il triennio 2019-2021 rinvia alla legge di bilancio.

L'articolo 3 prevede il riordino delle funzioni di indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di famiglia, adozioni, infanzia, adolescenza e disabilità. Attribuisce alla Presidenza del Consiglio, ovvero al Ministero per la famiglia e la disabilità, una serie competenze in materia di: politiche per la famiglia nelle sue componenti problematiche generazionali e relazionali; funzioni di coordinamento delle politiche volte alla tutela dei diritti e alla promozione del benessere della famiglia; interventi per il sostegno della maternità e della paternità; conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia; misure di sostegno alla famiglia, alla genitorialità e alla natalità, anche al fine del contrasto della crisi demografica; attività concernenti l'Osservatorio nazionale sulla famiglia.

In questo ambito, la Presidenza del Consiglio esercita: la gestione delle risorse finanziarie relative alle politiche per la famiglia e per il sostegno alla natalità ed, in particolare, la gestione dei fondi previsti in materia. Sono inoltre attribuite, secondo le predette modalità, anche le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per le adozioni, anche internazionali, di minori italiani e stranieri e le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per l'infanzia e l'adolescenza, anche con riferimento allo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia.

Sono altresì attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri e, in alternativa, al Ministro delegato per la famiglia e le disabilità funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche in favore di persone con disabilità, anche con riferimento a quelle per l'inclusione scolastica, l'accessibilità e la mobilità.

Il comma 2, al fine di favorire le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia, apporta modificazioni alla legge di stabilità del 2016 in materia di Carta della famiglia, prevedendo che l'eventuale adozione di nuovi criteri e modalità di rilascio della stessa sarà stabilito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o, in alternativa, del Ministro per la famiglia e la disabilità, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico.

Il comma 3 riconduce l'organizzazione della Conferenza nazionale sull'infanzia al Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio. Il comma 7 dispone una riduzione del Fondo per investimenti strutturali di politica economica di 250.000 euro per l'anno 2018 e di 500.000 euro a decorrere dall'anno 2019 per garantire l'attribuzione di pari risorse al funzionamento dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.

L'articolo 4 va a novellare la normativa relativa all'esercizio delle funzioni relative alla realizzazione del progetto Casa Italia e agli interventi di edilizia scolastica, e attribuisce e riordina altre competenze. Il comma 1 elimina la previsione che istituiva con legge un apposito Dipartimento Casa Italia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il comma 2 dispone che le risorse gestite dal soppresso Dipartimento e destinate ad interventi di ricostruzione nei Comuni siano versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo unico per l'edilizia scolastica per il finanziamento delle verifiche di vulnerabilità degli edifici scolastici ricadenti nella zona sismica 1.

Il comma 3 dispone modifiche alla legge di bilancio per l'anno 2017 e per il triennio 2017-2019. In particolare, si trasferisce dalla Presidenza del Consiglio (Struttura di missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica) al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca la funzione di ricevere dagli enti locali la comunicazione degli spazi finanziari destinati ad interventi di edilizia scolastica.

L'articolo 5 stabilisce che il decreto-legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

PRESIDENTE. La relatrice di minoranza, senatrice Malpezzi, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

Pertanto, ha facoltà di parlare la relatrice di minoranza.

MALPEZZI, relatrice di minoranza. Signor Presidente, la 1a Commissione ha esaminato per le parti di competenza il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole, alimentari e forestali, e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità.

L'uso dello strumento del decreto-legge - e questo, signor Presidente, glielo vogliamo sottolineare in quanto lo riteniamo assolutamente importante - ha costretto la Commissione ad esaminare il testo con termini molto brevi, limitando enormemente la possibilità di sviluppare proprio in Commissione un dibattito approfondito sul senso e la funzionalità delle modifiche proposte. Tanto che - lo sottolineo più volte - l'opposizione non ha capito molte delle scelte che sono state fatte, perché non c'è stata la possibilità di discuterle.

L'istruttoria legislativa in Commissione ne esce così mortificata e fortemente limitata su un oggetto, come quello dell'organizzazione e delle attribuzioni dei Ministeri, che - lo ricordo per chi se lo fosse perso - sono esplicitamente assegnati alla legge dalla Carta costituzionale, quindi spettano ai parlamentari e alle Commissioni. Stupiscono le forze politiche dell'attuale maggioranza, che avevano promesso anche in quest'Aula al momento dell'insediamento, anche aderendo alla recente riforma del Regolamento del Senato, una rinnovata centralità delle attività delle Commissioni, nel quadro di una rinnovata centralità, altrettanto importante, dell'istituzione parlamentare nell'esercizio della funzione legislativa.

Ebbene, ci sembra invece di assistere ad un abuso, senza alcun pudore, della decretazione d'urgenza non utile, inadatta, in palese violazione del dettato costituzionale.

Dispiace perché chi nel recente passato si è ammantato proprio del ruolo di difensore della Costituzione repubblicana, contrastando proposte di revisione che promuovevano una maggiore rapidità del procedimento legislativo, oggi è invece intento ad affollare i lavori delle Camere di decreti-legge in conversione in spregio delle prerogative delle Camere sulla funzione legislativa.

L'attività della Commissione, ci dispiace dirlo Presidente, è diventata così molto frettolosa. Le audizioni si sono ridotte ad un'unica mattinata, molto sommaria, e l'Aula oggi è costretta ad un esame e ad un voto privo di approfondimenti. Io mi auguro che, anche rispetto agli emendamenti che andremo poi a discutere, sia stato fatto un approfondimento da parte di tutti i colleghi perché mancano quelle valutazioni rispetto alle proposte alternative che noi abbiamo continuamente fatto e con forza, a partire dalla pregiudiziale, che solo un serio e aperto esame istruttorio dei disegni di legge ordinari possono invece assicurare.

In tale quadro, però, sono emerse rilevanti perplessità sotto il profilo della legittimità costituzionale del provvedimento in esame per l'assenza dei requisiti essenziali per l'uso dello strumento del decreto-legge, quei presupposti - ricordiamo che il decreto-legge agisce quando ci sono delle necessità e delle urgenze - di necessità ed urgenza indispensabili per il suo legittimo utilizzo. Dove sono? Noi qui non li abbiamo proprio trovati e non è sufficiente, ci dispiace dirlo, la mera dichiarazione di necessità ed urgenza per giustificare l'adozione di un decreto-legge se come, invece, in questo provvedimento in esame, il contenuto del decreto risulta assolutamente carente dei requisiti prescritti all'articolo 77 della Costituzione.

Nel decreto-legge in esame, quindi, non vi è alcun riscontro oggettivo proprio di questa necessità ed urgenza, nelle disposizioni di cui ai primi tre articoli, dove viene infatti solo enunciata.

Con riferimento all'articolo 1, il presunto carattere di straordinaria necessità e urgenza del trasferimento al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo in materia di turismo, secondo quanto si legge chiaramente nella relazione tecnico-normativa, servirebbe a favorire un rapido avvio di una politica integrata di valorizzazione del made in Italy. È una motivazione del tutto inconsistente che mostra, al contrario, come il trasferimento avrebbe potuto agevolmente essere contenuto in un normalissimo disegno di legge ordinario.

Per quanto riguarda gli articoli 2 e 3, la necessità ed urgenza che dovrebbero giustificare l'inserimento delle norme nel decreto, non è in alcun modo motivata e, per quanto riguarda l'articolo 4, i requisiti di necessità e urgenza non sono - glielo dico, Presidente - neppure affermati.

Il riordino delle attribuzioni dei Ministeri non è certo un evento straordinario, tanto che la definizione delle attribuzioni dei Ministeri - l'ho già detto prima e qui lo ribadisco - è riservata alla legge dalla Costituzione all'articolo 95, terzo comma. Risulta chiaro, allora, che qui non c'è nessun caso di straordinaria necessità o di urgenza e avremmo potuto tranquillamente procedere con tempi ragionevoli con il normale iter legislativo. Evidentemente questo Governo ha una chiara e precisa volontà di espropriare il Parlamento delle sue competenze legislative.

Per quanto riguarda il merito del provvedimento, la ragione sottesa all'articolo 1 - lo dico ma, se ci fosse stato più tempo di dibattere, magari lo avremmo anche capito - che prevede il trasferimento al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo in materia di turismo risulta assolutamente incomprensibile, considerato che, in questo modo, viene meno il legame, fondamentale per il nostro Paese, tra turismo e cultura.

Risulta altrettanto poco credibile, non ci stancheremo mai di dirlo, definire il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali - così come ho letto prima ed è descritto all'interno della relazione tecnica - Ministero del made in Italy per il semplice motivo che se l'intenzione del Governo fosse stata davvero quella di inserire il turismo tra le materie strategiche per lo sviluppo economico del Paese, il Ministero di riferimento sarebbe dovuto essere, naturalmente, quello dello sviluppo economico, come conferma, oltretutto, l'allocazione della materia del turismo presso le Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica cui fa riferimento lo sviluppo economico. E, non a caso, signor Presidente, era una delle nostre proposte presentate come alternativa a quanto previsto dal decreto-legge. Infatti, prevedevamo il trasferimento al Ministero dello sviluppo economico delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali in materia di turismo, proprio perché almeno avremmo capito le motivazioni e saremmo stati assolutamente aderenti addirittura alla relazione illustrativa e tecnica; cosa che oggi non è.

Infine, il motivo per trasferire la competenza del turismo al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali non può neppure risiedere nelle personali competenze del Ministro che - lo ricordiamo - è pur sempre Ministro pro tempore. Sarebbe del tutto illegittimo decidere le attribuzioni e, conseguentemente, l'organizzazione di un Ministero e l'allocazione delle risorse dello stesso, sulla base delle presunte competenze di un Ministro nel quadro di una logica meramente spartitoria, a nostro avviso, dei poteri all'interno di una composita, ma alquanto equilibrata, maggioranza parlamentare. Nel senso che sulle spartizioni non vi batte nessuno.

Si auspica quindi un'ulteriore riflessione sulla questione in esame, al fine di evitare una riorganizzazione che risponde ad esigenze politiche - e questa è la vera preoccupazione - più che all'obiettivo di garantire un ordinato ed efficiente assetto istituzionale.

L'articolo 2 mette mano alle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Più in particolare, i commi 1 e 2 dell'articolo attribuiscono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le funzioni attualmente esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale, in particolare relativa alla cosiddetta Terra dei fuochi, volti a garantire la sicurezza agroalimentare in Campania, nonché interventi di monitoraggio, anche di tipo sanitario, nei medesimi territori.

L'articolo 2, comma 3, attribuisce al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare i compiti di materia in contrasto al dissesto idrogeologico di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche, esercitati nel corso della precedente legislatura mediante un'apposita struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei ministri, attualmente eliminata. (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Diamo ancora qualche secondo. La prego di avviarsi alla conclusione, senatrice Malpezzi.

MALPEZZI, relatrice di minoranza. Come pure è stata eliminata la struttura di missione sull'edilizia scolastica. Soppressioni che non riusciamo a comprendere, considerato che si trattava di strutture efficienti, capaci di effettuare raccordi e coordinamenti tra enti e amministrazioni locali.

Ancora, appaiono pericolose...

PRESIDENTE. Ancora, magari no. Va bene così. La ringrazio. (Commenti della senatrice Malpezzi). Bisogna imparare anche a non leggere necessariamente fino in fondo la relazione e chiudere ogni tanto con le proprie parole.

La prego di concludere.

MALPEZZI, relatrice di minoranza. Presidente, le garantisco che non leggerò fino in fondo la relazione, ma ci tengo che rimanga agli atti la pericolosità delle disposizioni all'articolo 3, in materia di accorpamento delle funzioni relative alle persone con disabilità, così come abbiamo già evidenziato, e anche quelle riguardanti il ricorrente riferimento alla famiglia esclusivamente al singolare, più opportuno per noi... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale.

È iscritto a parlare il senatore Battistoni. Ne ha facoltà.

BATTISTONI (FI-BP). Illustre Presidente, autorevoli membri del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge in questione introduce disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Per quanto riguarda l'utilizzo di questo strumento, che dovrebbe operare nel perimetro dell'urgenza, molti colleghi hanno già avuto modo di esprimere le giuste obiezioni che, condividendole, non riproporrò nel mio intervento.

Sorvolerò invece per motivi di tempo sul fatto che se è vero che questo provvedimento ridisegna le competenze sui vari settori e dipartimenti, è altrettanto vero che il testo in esame non ci mette un centesimo di euro.

Questo ci porta a dover credere, ad esempio, che le competenze del turismo in capo all'agricoltura attiveranno un maggior giro di affari per il settore, convinzione però a cui dobbiamo abbandonarci sulla fiducia, non essendo specificato come, quando e perché.

In particolare, trasferire a un apposito Dipartimento del Ministero delle politiche agricole le funzioni in materia di turismo, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie e le necessarie modifiche normative conseguenti, riguardanti gli enti vigilati, sembra muoversi nella direzione di svilirne l'importanza.

Per questo, oltre alle eccezioni che seguiranno, merita di essere affrontata anche la questione legata ai segnali che vogliamo mandare all'interno e all'esterno delle nostre istituzioni e del Paese. Quello che ci si dovrebbe aspettare da un Governo del cambiamento è come minimo il superamento, in maniera articolata, di ogni ostacolo o resistenza, come quello della burocrazia della burocrazia. Invece, purtroppo, ci troviamo di fronte a un provvedimento che porta in dote i soliti problemi relativi ai dipendenti ministeriali da trasferire di Ministero in Ministero, senza che si parli mai di produttività o almeno di progettualità.

Ancora: le competenze che riguardano il turismo, ora accorpate al Dicastero dell'agricoltura, inducono a fare alcune riflessioni. Brevemente, ricordo ai colleghi che il Ministero del turismo e dello spettacolo fu istituito nel 1959, poi abrogato nel 1993 e poi di nuovo ricostituito dal Governo Berlusconi nel 2009, l'unico Governo con la lungimiranza di capire che un Paese come l'Italia, sul cui PIL il turismo incide per oltre il 12 per cento, ha bisogno di un Ministero del turismo. E guardate, non lo dico per essere polemico, ma, se ci si assume l'onere e l'onore di rappresentare i cittadini e ancor più di governare questo Paese, c'è bisogno di coraggio, non della paura, della fragilità e dell'incertezza di questo Governo, che dichiara di voler trasferire delle competenze da un Ministero a un altro, per poi un giorno forse dare al turismo la dignità di Ministero a sé, che invece meriterebbe.

Ciò che manca, ora più che mai, è la perspicacia di guardare al futuro e ai provvedimenti da attuare, in un ottica a priori e non a posteriori. Quello che ci si aspetterebbe dal Governo del cambiamento e della partecipazione è che ci si attenesse a quanto sottoscritto nel contratto di Governo, che riporta, al punto 26, gli indirizzi per il turismo. Cito testualmente: «Un Paese come l'Italia non può non avere un Ministero del turismo, che non può essere solo una direzione di un altro Ministero, ma ha bisogno di centralità, di governance e di competenza, con una vision e una mission coerenti ai grandi obiettivi di crescita che il nostro Paese può raggiungere». Questo è scritto nel contratto di Governo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Allora mi chiedo e chiedo al Governo: dobbiamo avvalorare la tesi che questo passaggio al Ministero delle politiche agricole sia per dare un senso alle competenze del Ministro? Se così fosse, allora, soprassedendo bonariamente sulle ritualità della scelta, che si istituisca il Ministero del turismo, con a capo il ministro Centinaio.

La posizione di questa opposizione, la posizione di Forza Italia è chiara e decisa, e sono i dati a indicarcela. Il turismo - lo ricordavo prima - vale oltre il 12 per cento del prodotto interno lordo e ha un peso più che rilevante sull'economia del Paese, con circa due milioni e mezzo di cittadine e cittadini che lavorano in questo settore, animato da oltre 650.000 imprese.

Il prodotto interno lordo dell'agricoltura, di contro, è sceso - ahimè - a 28 miliardi nel 2017 ed è stato l'unico settore che ha registrato un calo pari al 4,4 per cento e un -1,2 per cento sull'occupazione. A questo punto è naturale chiedersi se, addirittura, un accorpamento del turismo nel Dicastero dell'agricoltura non possa comportare un rallentamento di un settore, come quello del turismo, che al contrario ha registrato un'ottima crescita.

Il turismo non è solo agriturismo, come l'agricoltura non è e non potrà mai essere solo agriturismo. Farli incontrare è una buona idea, ma confonderli significherebbe non avere idee.

Sappiamo che l'Italia vanta, in tutte le nostre Regioni, un patrimonio storico, artistico, archeologico e paesaggistico, frutto delle numerose civiltà fiorite nei millenni sul nostro territorio e nella lunga e perdurante interazione tra uomo e natura. Sappiamo che la cultura dell'accoglienza italiana è indiscutibile e non parlo solo di albergatori e ristoratori, ma di tutti gli esercenti che vivono quotidianamente nei nostri borghi, nelle nostre metropoli e nelle nostre città. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Credo che ci sia bisogno di una svolta, dunque, che rafforzi l'Italia come museo diffuso; che abbia la forza di proporre nuove destinazioni ai turisti stranieri e che rilanci la leadership nel nostro Paese sul mercato mondiale, come epicentro del turismo sostenibile e di qualità, in grado di essere strumento di benessere economico e sociale per tutti.

Bisogna tenere presente poi che la composizione della spesa dei viaggiatori è cambiata e vede, sì, in rilevante aumento l'importo per l'alloggio, ma anche quello dei servizi connessi. Pertanto, si dovrebbe puntare su nuovi accordi commerciali con l'estero e aiutare, con veri piani strutturali, le imprese che offrono servizi aggiuntivi per i nostri turisti, che invece, ad oggi, sostengono da sole questi investimenti che fanno bene al Paese.

Il modello di sviluppo che andrebbe immaginato per il turismo dovrebbe proporsi come puntuale corrispondenza tra obiettivi e risorse, secondo un modulo di interdipendenza orizzontale, recuperando, anzi rivalutando, in un ambito territoriale a diversi livelli non omogeneo come il nostro, il coinvolgimento attivo di operatori e utenti. Ovvero, la sfida che si trova ad affrontare oggi il settore del turismo è ambiziosa: governare un sistema complesso di offerta in un mercato sempre più dinamico e in rapida e costante evoluzione, cercando di affermare la leadership dell'Italia come il Paese per eccellenza che i viaggiatori amanti di arte, cultura, moda, ambiente ed enogastronomia dovrebbero visitare. E come può essere vinta se non con un Ministero che si occupi solo di questo?

Lo abbiamo già significato al ministro Centinaio: il comparto agricolo, fondamentale per il nostro Paese, soffre già di annose questioni e problematiche strutturali, a cui andrebbe dedicata la sua totale attenzione. Non credo, quindi, che possa trovare il tempo e le risorse, per occuparsi di una delega che resta troppo distante da questo settore. A meno che, s'intende, non pensi che per poter promuovere il turismo italiano bastino i suoi cinguettii nell'etere.

Basta con i tentennamenti. Se anche il Governo crede di voler arrivare all'ovvia necessità di istituire un Ministero del turismo, che lo faccia adesso e non ci costringa a questo avvilente spettacolo della politica del cambiamento, che vive in differita fra un contratto, un annuncio e il suo contrario. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Renzi. Ne ha facoltà.

RENZI (PD). Signor Presidente, membri del Governo, colleghe e colleghi, giudico molto importante questo provvedimento, a differenza di quanto in tanti immaginano.

Signor Presidente, nella notte della definizione del decreto-legge ho assistito a una importante diretta Facebook del Ministro dell'ambiente, il quale, con voce commossa, spiegava che in quel momento egli stesse scrivendo la storia. Ora noi abbiamo perso un po' il ritmo perché la rapidità e l'intensità con cui il Governo sta scrivendo la storia sono sinceramente degne di nota, per noi demodè, la storia la scrivono i Churchill e i Mandela, dobbiamo abituarci a pensare che, per altri, la scrivono i Costa e Di Maio. (Applausi dal Gruppo PD). L'elemento chiave di questo provvedimento, secondo il ministro Costa, stava nell'attenzione ai temi ambientali.

Lascio qualsiasi argomentazione sul Ministero del turismo e su quello della disabilità e mi limito a considerare e a lasciare agli atti di questo Parlamento, non ancora obsoleto, la considerazione su ciò che è stato fatto in questi quattro anni. Con questo Governo e con questo decreto-legge si mette la parola fine alle unità di missione denominate ItaliaSicura. Questo decreto-legge non mette un centesimo in più di denari sull'edilizia scolastica o sul rischio idrogeologico; se questo avvenisse, noi saremmo i primi a fare l'applauso alla maggioranza. Se, cioè, ci sarà un aumento di denari nei settori dell'edilizia scolastica e della lotta al rischio idrogeologico, noi staremo dalla vostra parte. Ma non avete fatto questo, signori del Governo, cui mi rivolgo per il tramite del signor Presidente del Senato: voi avete cancellato delle strutture, nate quattro anni fa, come primo gesto del nostro Governo, strutture che hanno in pancia cantieri per 9 miliardi in un caso e per 7 miliardi in un altro, strutture rigorosamente bipartisan. Chiedetelo al Presidente della Regione Liguria se l'unità di missione ItaliaSicura è stata utile per il Bisagno. (Applausi dal Gruppo PD). E vi garantisco che il Presidente della Regione Liguria non è un pericoloso compagno o un sovversivo comunista. Chiedetelo agli amministratori locali della Lega, come di tutti gli altri schieramenti, se si è iniziato a tornare a mettere dei denari - per me è ancora poco - sull'edilizia scolastica. Chi ha fatto il sindaco - ve ne sono in quest'Aula - sa cosa ha voluto dire questo intervento sulle unità di missione. Allora, il ministro Costa ha fatto la storia cancellando queste unità di missione.

Vorrei semplicemente dire che non condividiamo questa scelta. Lo vorrei dire senza alcun tono polemico, ringraziando chi ha lavorato in questo settore, le donne e gli uomini, gli ingegneri, geometri, architetti e muratori che hanno lavorato in questo settore in questi anni, e dicendo che si è persa un'occasione. (Applausi dal Gruppo PD).

Chi, dei colleghi del MoVimento 5 Stelle e della Lega, ma anche delle opposizioni, era in quest'Aula nella scorsa legislatura - io ci sono stato soltanto dalla parte del Governo e non per tutta la legislatura - ricorderà, lei lo sa, signor Presidente, che non è stata una legislatura particolarmente distesa nei toni tra le opposizioni e la maggioranza di allora. C'è stato soltanto un momento, perlomeno nei tre anni in cui ho avuto una qualche responsabilità in cui, per merito di tutti, il clima è stato tranquillo e condiviso. Mi correggeranno i colleghi che erano senatori anche nella scorsa legislatura: per me è stato quando ha parlato in quest'Aula Renzo Piano, che ha raccontato il progetto Casa Italia e ha ricordato a tutte e a tutti noi che quel progetto aveva bisogno di un orizzonte temporale ultradecennale per dispiegare i suoi affetti. Tutte le forze politiche hanno detto in quel dibattito: sì, manterremo Casa Italia chiunque vinca le prossime elezioni. In questo decreto-legge, in cui si fa la storia, Casa Italia viene cancellata e io penso che sia un'occasione persa, innanzitutto per i nostri figli.

Amici della Lega, permettetemi di dirvi con una battuta che avete utilizzato la ruspa nella direzione sbagliata! (Applausi dal Gruppo PD).

Avevate immaginato, proclamato e vinto le elezioni dicendo che avreste demolito la legge Fornero, ma avete demolito le unità di missione sulla scuola e sul rischio idrogeologico. (Applausi dal Gruppo PD).

Dovevate fare il reddito di cittadinanza e fate il decreto disoccupazione; dovevate bloccare le tasse, ma state bloccando l'ILVA.

Penso che questo dibattito non faccia la storia. Noi, al massimo, le storie le possiamo fare su Instagram, non abbiamo la forza del ministro Costa, ma può essere importante per mettere dei punti fermi.

Oggi il Presidente del Consiglio è a Washington e alla Casa Bianca, davanti al Presidente degli Stati Uniti d'America, dirà sì al TAP, forse domani un qualche ex parlamentare da una piazza del Guatemala dirà di no al TAP davanti a YouTube. Oggi il ministro Salvini darà la solidarietà ai carabinieri e ai poliziotti aggrediti nei cantieri TAV e noi saremo col ministro Salvini quando darà la solidarietà ai carabinieri e ai poliziotti aggrediti nei cantieri TAV. (Applausi dal Gruppo PD). E vorremmo essere con il ministro Salvini quando darà la solidarietà a quei cittadini italiani dal colore della pelle diverso che vengono aggrediti in queste ore con qualcuno che dice che non c'è emergenza. (Applausi dal Gruppo PD). Vorremmo dare la solidarietà al ministro Salvini quando si schiera da quella parte, ma anche sulla TAV ci sarà un altro Ministro che si concentrerà e dirà no, dobbiamo ancora decidere.

Allora, signor Presidente del Senato, stiamo vivendo una fase strana, nella quale certe scelte incidono e incideranno sul futuro delle nostre storie e delle nostre vite. Penso che questa maggioranza abbia tutto il diritto di scegliere le persone che ritiene nei luoghi per i quali la legge prevede che si possano scegliere i responsabili, ad esempio, nelle unità di missione la maggioranza avrebbe avuto la possibilità di indicare nuove professionalità, non è la presidenza della RAI, dove per legge occorre avere una maggioranza più alta di quella che sostiene il Governo e se si indica alla presidenza della RAI uno che ha come caratteristiche personali quella di parlare male del Presidente della Repubblica, di essere contro l'Europa, di mettere in discussione i vaccini, poi non ci si può stupire che, a norma di legge, noi diciamo di fare senza di noi. Non ci si può stupire di questo. (Applausi dal Gruppo PD). In questo caso, però, sarebbe bastato scegliere un nome autorevole e il Governo avrebbe potuto indicare un nuovo responsabile per l'unità di missione. Non è accaduto, signor Presidente, e oggi quella che è stata la nostra prima scelta, con il sottosegretario Delrio, fare due unità di missioni, una per la scuola e una per il rischio idrogeologico, diventa la prima cosa che voi avete cancellato. Mi auguro dal profondo del cuore, con grande rispetto per i colleghi della maggioranza e con ancora maggiore rispetto per i nostri figli, che non sia nei prossimi mesi il vostro primo rimpianto. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vallardi. Ne ha facoltà.

VALLARDI (L-SP). Signor Presidente, colleghi senatori, Governo, signor Ministro, prima di intervenire sull'argomento della riforma dei Ministeri vorrei dire due parole al collega, senatore Renzi, semplicemente facendo presente che io ho fatto il sindaco per vent'anni, ininterrottamente, in diversi Comuni dal 1995 e ho smesso l'anno scorso e devo dire che tutti questi effetti roboanti, scenografici e scintillanti che lei dice non li ho visti, assolutamente. (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S). Ho sicuramente visto invece - ma questo al di là dell'appartenenza politica - i notevoli tagli che hanno toccato tutti i sindaci, non solo quelli della Lega, di tutti i colori politici: i tagli ai trasferimenti agli enti locali, quelli sì. (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S).

COLLINA (PD). Presidente, ma si può fare così? Deve rispondere direttamente?

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, per favore. Può anche indirettamente parlare con altre persone, ma attraverso la Presidenza, non è un colloquio privato.

VALLARDI (L-SP). Sì signor Presidente, lei ha perfettamente ragione, sarà che ho un po' di torcicollo ma vedrò di rimediare.

Ritornando sull'argomento, discutiamo oggi sull'opportunità di mettere insieme l'agricoltura e il turismo, che, tecnicamente, se vogliamo entrare nell'argomento, passa dai beni culturali al Ministero dell'agricoltura. Dal dibattito in Commissione è emerso evidentemente che non tutti siamo d'accordo, abbiamo appena sentito l'intervento del senatore Battistoni del Gruppo Forza Italia, che anche lui, con i suoi distinguo, non è d'accordo e il senatore Renzi, secondo il quale abbiamo capito che effettivamente questa riforma non va. Credo però che bisogna guardare avanti, perché con questo provvedimento nasce invece un grande Ministero, un grande Ministero dell'agricoltura, un grande Ministero del turismo, che ci può dare grandissime opportunità.

Di fatto, non solo l'agricoltura, ma la stessa enogastronomia già da anni convivono felicemente con la cultura. Stiamo parlando, in questo contesto, di un pacchetto di circa 200 milioni di turisti che ogni anno arrivano nel nostro Paese, non solo per guardare le bellezze naturali - le pinacoteche, i musei, gli scavi - ma spesso anche per approfittare della nostra capacità nel settore culinario e agroalimentare.

In tutto il nostro Paese sono distribuite e troviamo delle eccellenze: dalle Dolomiti - che, come sappiamo tutti quanti, sono Patrimonio mondiale dell'Unesco - alla Valle dei Templi in Sicilia, c'è tutto un territorio da visitare, da ammirare, da apprezzare e da valorizzare. La gente viene volentieri in Italia, lo sappiamo, perché il nostro è effettivamente il Belpaese. A tutta questa gente, a tutti questi turisti bisognerà pur dare ospitalità; a tutte queste persone bisognerà pur dare da mangiare e far apprezzare la nostra capacità enogastronomica.

La nostra è una realtà consolidata: è una realtà consolidata il fatto che molti turisti scelgono molto spesso solo ed esclusivamente dei percorsi enogastronomici. È risaputo che, tra le altre cose, il nostro Paese è famoso in tutto il mondo per l'eccellente capacità nel saper fare da mangiare e saperlo fare bene, soprattutto. Non a caso, dal 2010 la dieta mediterranea è stata riconosciuta come Patrimonio immateriale dell'umanità, il che è sicuramente un orgoglio per il nostro Paese, che riesce ad offrire ai propri visitatori ben 809 tra DOP, IGP, STG, tra cui è compresa chiaramente anche la grande varietà di vini. A questo proposito - anche se non serve che lo dica io, perché è chiaramente a conoscenza di tutti - ricordo che i vini sono una parte importantissima della nostra capacità di fare agricoltura. Se poi vogliamo entrare nel dettaglio, abbiamo 4.700 tipicità regionali e questo ci fa capire la forza che la nostra agricoltura e i nostri agricoltori sono da sempre capaci di mettere in campo.

È solo attraverso la valorizzazione e l'offerta capillare di tutta questa enorme biodiversità di prodotti che riusciremo a vincere la sfida della ricettività turistica: rispetto agli altri Paesi, la nostra agricoltura è un punto di forza per il settore enogastronomico.

In questa direzione, valorizzando le piccole, ma buone produzioni dei nostri agricoltori, la Lega ha presentato un disegno di legge recante: «Norme per la valorizzazione delle piccole produzioni locali». Lo abbiamo presentato proprio in questi giorni, in maniera tale da permettere agli agricoltori di vendere direttamente i loro prodotti, liberandosi così finalmente dalla morsa dei commercianti, che spesso e volentieri speculano sul prodotto e sul lavoro dei nostri agricoltori. Con questo provvedimento riusciremo sicuramente ad aggirare i vincoli della comunità europea, che ancora oggi, purtroppo, non ci permettono di fare una vera legge sull'etichettatura, che consenta al consumatore di conoscere con certezza la provenienza di un certo genere alimentare, chi lo ha prodotto e come e quando è stato fornito.

Il turismo enogastronomico e la ricettività collegata hanno potenzialità enormi. Pensiamo solo all'indotto dei souvenir alimentari: parlo dei prosciutti, dei salumi e dei formaggi. Queste sono le cose che i turisti vogliono portarsi a casa; è difficile portarsi a casa un mattone del Colosseo o un reperto storico - lo dico ovviamente con ironia - mentre un salume, un prosciutto o qualsiasi altro prodotto della nostra gastronomia i turisti lo portano a casa volentieri.

È un indotto che sta crescendo in maniera enorme. Sappiamo che il settore degli agriturismi in questi ultimi anni sta crescendo di circa il 10 per cento annuo. Stiamo parlando di oltre 23.000 agriturismi in un Paese come il nostro che, con i suoi 8.000 chilometri di coste, non è secondo a nessuno, non solo per i prodotti riguardanti l'agricoltura ma anche per la ricettività balneare e per il settore ittico, rispetto al quale sicuramente abbiamo molto da dire. Cosa ci serve? Bisogna crederci e lavorare nella giusta direzione.

Il riordino del Ministero dell'agricoltura e del turismo, di fatto, signor Presidente, lo hanno già messo in pratica i cittadini, i turisti, senza neanche aspettare i lavori di quest'Assemblea.

Il PD e Forza Italia, un po' come i bravi di manzoniana memoria, dicono che «questo matrimonio non s'ha da fare». Io invece credo - mi rivolgo al Governo, nello specifico al ministro Centinaio - che dobbiamo andare avanti, perché la strada è quella giusta. Ripeto: agricoltura e turismo di fatto sono già assieme, lo hanno deciso i cittadini. Avanti tutta, quindi, ce lo chiedono gli italiani.

Da diversi anni nel nostro Paese l'agricoltura aveva bisogno di idee chiare che, finalmente, sono arrivate con le nuove proposte di questo Governo; sono arrivate con il programma del ministro Centinaio. Noi della Lega lo sosterremo sicuramente e convintamente. Buon lavoro, signor Ministro. (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore La Pietra. Ne ha facoltà.

LA PIETRA (FdI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che stiamo discutendo tecnicamente può essere definito semplice, poiché di fatto è un passaggio di competenze da un Ministero a un altro o dalla Presidenza del Consiglio ad altri, con i relativi passaggi di personale e risorse. Il tutto pare - e sottolineo: pare - senza aumento di costi a carico dello Stato. Sottolineo «pare» perché spesso i costi effettivi si misurano dopo l'entrata in vigore dei provvedimenti, anche in termini di efficienza e sprechi, visto che molto spesso questi cambiamenti hanno conseguenze negative maggiori del previsto. Cosa diversa, invece, se andiamo ad analizzare il provvedimento sul piano politico.

Faccio una considerazione di carattere generale, partendo dall'analisi dell'articolo 1, che prevede il trasferimento delle competenze sul turismo. A questo proposito non possiamo non sottolineare come il termine «cambiamento», tanto sbandierato dal MoVimento 5 Stelle, proprio alla luce di questo provvedimento, possa essere tradotto in stazionamento, invecchiamento. Chi volesse essere più romantico, potrebbe rinominarlo con il gattopardesco «cambiamo tutto perché nulla cambi»: nulla di diverso dalla vecchia politica. Il granitico contratto di Governo, il nuovo metodo della politica si arrende al manuale Cencelli.

Leggo: «Un Paese come l'Italia non può non avere un Ministero del turismo, che non può essere solo una direzione di un altro Ministero». Questo è il testo scritto nel contratto di Governo, tanto sbandierato dal leader dei 5 Stelle, onorevole Di Maio, come la novità del secolo, un nuovo modo di fare politica, la grande svolta, che forse avete approcciato con troppa superficialità e vi ha portato subito fuori strada. Quindi, per ragioni di Realpolitik, si fa esattamente il contrario di quanto scritto.

Colleghi, non ci scandalizziamo, ma semplicemente prendiamo atto della nuova situazione che si è creata, e speriamo che da oggi in avanti chi si erge a moralista lo faccia con più attenzione. Voglio comunque sottolineare che, rispetto a quanto enunciato nel contratto, riferendomi specificamente alla parte che vi ho appena citato e all'intero paragrafo relativo al turismo del contratto di Governo, Fratelli d'Italia ha un giudizio complessivamente positivo, perché le varie proposte mirano a combattere la concorrenza sleale, gli abusi e le agenzie straniere che lucrano sul nostro patrimonio. Anche noi siamo favorevoli all'introduzione del Ministero del turismo. Oggi, però, discutiamo un provvedimento che nella sua parte iniziale vuole togliere al Ministero per i beni e le attività culturali le deleghe sul turismo per affidarle al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Certamente all'inizio abbiamo avuto qualche perplessità, anche per un'idea generale del turismo legata fortemente al patrimonio artistico, archeologico e storico di cui il nostro Paese è ricco. Tuttavia, se andiamo ad analizzare quanto sia complesso il sistema turistico nel suo insieme, scopriamo che il turismo culturale è uno dei tanti turismi che il nostro Paese può offrire e quindi non ci scandalizziamo né ci meravigliamo del fatto che ci sia un passaggio di competenze. Pensiamo, ad esempio, al turismo che ogni estate riempie le nostre spiagge di centinaia di migliaia di persone, dove di culturale - consentitemi di dirlo - c'è ben poco, così come al turismo invernale che riempie le nostre montagne di appassionati di sci alpino; pensiamo al turismo termale e del benessere, dove, anche in questo caso, la componente culturale è molto scarsa.

Non siamo, dunque, pregiudizialmente contrari al fatto di togliere al Ministero per i beni e le attività politiche le deleghe sul turismo. Nel passaggio al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, anzi, vediamo anche degli aspetti positivi, legati al settore agroalimentare italiano e più in generale al made in Italy. Penso, in particolare, a tutti quei territori che non riescono ad intercettare il flusso turistico delle città d'arte, dove è concentrato il turismo culturale, ma che sono ricchi anch'essi di monumenti e tesori artistici, spesso non conosciuti, e alle tante, tantissime sagre e manifestazioni locali, che hanno al centro i prodotti dell'agroalimentare italiano, che possono diventare meta di molti turisti.

D'altra parte, andando indietro con la memoria, il turismo in Italia ha sempre avuto una vita travagliata; penso alla costituzione del Ministero nei primi anni Cinquanta, fino al referendum abrogativo, per poi tornare in auge come delega alla Presidenza del Consiglio, per poi passare sotto il Ministero delle attività produttive e poi ancora al Ministero per i beni e le attività culturali e oggi alle Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il problema non è, quindi, chi gestisce le deleghe, ma cosa si fa per il turismo.

Ad oggi abbiamo un giudizio negativo di quanto fatto precedentemente sul piano della pianificazione turistica, spesso demandata agli enti locali e spesso mal coordinata anche fra i vari enti territoriali. Penso che chi ha gestito fino ad oggi il Ministero per i beni e le attività culturali ha pensato poco alla pianificazione turistica nel suo complesso e ancor meno e male a gestire il nostro patrimonio artistico e monumentale: penso ai nostri musei e siti archeologici. Sicuramente sarebbe stato meglio se avesse pensato a trovare più risorse per organizzare in modo migliore i nostri musei e a nominare meno direttori non italiani, come se da noi mancassero le competenze professionali o le eccellenze nel settore.

Vedremo, quindi, come il passaggio delle competenze del turismo dal Ministero per i beni e le attività dalle attività culturali al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali potrà garantire un approccio globale nella gestione del turismo attraverso una pianificazione strategica, in grado di promuovere e valorizzare, in modo complementare, tutte le eccellenze del made in Italy espresse nei vari territori. Vedremo come saranno gestite le iniziative dei vari turismi, che hanno esigenze differenti, con criticità e problematiche specifiche e che necessitano di soluzioni altrettanto differenti. Vedremo come i territori più deboli, che sono fuori dai grandi flussi turistici, ma sono tuttavia ricchi di prodotti e opere, verranno valorizzati. Siamo convinti che il made in Italy, soprattutto quello agroalimentare, possa rappresentare una grande risorsa per la valorizzazione dei nostri territori.

Pertanto, non valutiamo negativamente questo passaggio, anche se ribadiamo la nostra idea di un Ministero ad hoc per il turismo, ma lo facciamo con riserva, con la riserva di valutare il suo operato, signor Ministro: lo valuteremo con oggettività, senza pregiudiziali e nel merito, a seconda di come saprà valorizzare il comparto turistico nel suo insieme.

Vorrei altresì evidenziare il nostro apprezzamento per la costituzione di un Ministero specifico per la famiglia e come questo provvedimento, con le disposizioni di cui all'articolo 3, inizi un percorso di sviluppo di questo Ministero.

Abbiamo da sempre creduto che la famiglia sia la base della nostra società e che sia il fondamentale e primario nucleo su cui si poggia l'intera Nazione. Ad oggi abbiamo visto, purtroppo da parte nostra, attuare politiche poco attente e spesso abbiamo visto in azione un pensiero culturale che mirava alla distruzione di questo istituto, dal referendum sul divorzio al riconoscimento dei matrimoni fra persone dello stesso sesso. Non voglio certo innescare un dibattito sul tema, ma sicuramente questo rappresenta un segnale forte di controtendenza.

Non vorremmo, però, che questo fosse solo un Ministero di facciata e lo diciamo perché, a nostro avviso, mancano in questo progetto proposte concrete e incisive per dare un supporto vero alla famiglia. Noi di Fratelli d'Italia abbiamo avanzato proposte: mi riferisco al fatto che gli asili nido siano non solo gratuiti, ma anche aperti fino all'orario di chiusura di negozi e uffici; vorremmo che fosse introdotto il reddito d'infanzia, con un assegno familiare di 400 euro al mese; vorremmo che si applicasse il quoziente familiare in ambito fiscale. Ma soprattutto vorremmo che si attuasse un vero e proprio piano di sostegno alla natalità e le proposte che noi offriamo a questo Governo e che ho appena elencato vanno in questa direzione.

Noi abbiamo bisogno di far crescere il nostro Paese, la nostra Nazione, signor Presidente, ma con i nostri figli, non con i barconi. (Applausi dal Gruppo FdI. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Rojc. Ne ha facoltà.

ROJC (PD). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli senatori, il dibattito sul riordino dei Ministeri, nell'ottica del made in Italy, apre una questione squisitamente politica, che ci tocca tutti da vicino. Chi asserisce che la cultura non sia importante, che vada considerata a parte, chi ritiene che sia soltanto una fonte, di cui certe voci pesano troppo sul bilancio pubblico, evidentemente non ha compreso, né si è mai soffermato a riflettere su ciò che siamo noi, cittadini italiani, né tantomeno, nello specifico, su come l'Italia debba la sua straordinaria importanza nel mondo alla cultura: la cultura rappresenta il nostro passato, la storia, la memoria, ma è anche il nostro futuro.

La politica raramente pratica l'arte e la cultura, relegandole spesso e in modo sommario a mera finzione, a qualcosa di inutile, e considera gli artisti e gli intellettuali dei perditempo, non sapendo nulla della funzione profondamente etica dell'arte, soprattutto nella sua formidabile capacità di cogliere molto bene - e molto prima della stessa politica - qualsiasi mutamento del sistema di coordinate che porta a una diversa presa di coscienza nei confronti delle regole della società.

La cultura rappresenta ciò che è nel pensiero heideggeriano il linguaggio come casa dell'essere, dove «linguaggio» non può non significare anche essenza o verità. Conosco abbastanza bene il mondo dei libri: non è, quella dei libri, una realtà fatta romanticamente di autori e storie, ma una vera industria, composta da editor, fiere, agenti, tutti protesi a creare quello che non è più soltanto cultura o bellezza, ma anche business. Questo è solo un esempio per determinare come debba essere compresa la necessità che vi siano Ministeri e persone di riferimento competenti, che conoscano il linguaggio della cultura e dell'arte e ne comprendano le esigenze, che riescano a interpretare la realtà della cultura come compenetrazione, intreccio tra idea, concetto e realtà e che non pensino che basti gestire le casse agli ingressi di musei, teatri o fiere.

Possiamo mettere nelle mani di chiunque e staccare da una sinergia importante il futuro di enti che tutto il mondo ci invidia, come la Scala di Milano, l'Arena di Verona, il Maggio musicale fiorentino, il Festival di Spoleto? Rassegne cinematografiche, come la Mostra di Venezia? Imprese straordinarie, come il Salone del libro di Torino, che con Ernesto Ferrero è cresciuto sino a diventare un appuntamento di riferimento per l'editoria europea e non solo? Per non parlare della straordinaria qualità di un interminabile elenco di altre manifestazioni, che determinano l'essenza del nostro Paese e che va promosso in un contesto ampio e importante.

Massimo Severo Giannini ha definito il cosiddetto bene culturale qualcosa che «offre testimonianza materiale avente valore di civiltà». Se cultura è civiltà allora è anche comunità. E qui potremmo fare riferimento al bene comune come bene che supera ogni esigenza individuale, come straordinariamente ne riflette Paolo Grossi, già Presidente della Corte costituzionale.

Nel documento della Commissione cultura della Camera della scorsa legislatura viene analizzato il rapporto strettissimo tra cultura e società e evidenziata la cultura come strumento di crescita economica, di sviluppo concreto di spazio entro il quale si allarga il margine occupazionale. L'appiattimento di attività disgiunte tra loro a un unico comune denominatore può significare, quindi, una cosa soltanto: che stiamo omologando tutte le grandi eccellenze a un unico prodotto da outlet, segnato da un marchio di fabbrica quanto mai semplicistico.

Ci sono manifestazioni pensate per il grande pubblico, ma non ci può essere vera ricerca senza spazi particolari di riflessione, adeguati a un uditorio più raccolto, diversamente consapevole o preparato. Attraverso questa ricerca verrà determinato lo spazio entro il quale la cultura italiana (e non solo, com'è ovvio) potrà svilupparsi in futuro. La cultura e la società sono strettamente connesse, costituiscono un insieme di saperi, costumi, comportamenti in cui ciascuno di noi come parte della stessa società si identifica.

Franco Cardini nel 2017 definisce la cultura come «sapersi e volersi mettere in discussione», come «condizione di coraggio morale e intellettuale». «Desiderio di imparare, di ascoltare gli altri, di portare un contributo alla crescita». Auspico dunque che questo Governo e l'Italia facciano propria la consapevolezza che la cultura rimanga, come lo è stato nella scorsa legislatura, terreno di impresa e di diffusione creativa, di comunità, da definire in sinergia tra il Ministero della cultura, del turismo, su cui ha lavorato il ministro Franceschini, e quello dello sviluppo economico, per portare avanti un discorso di eccellenza che ci contraddistingue con il supporto delle singole competenze.

Non sarà certamente casuale il fatto che tutti i regimi totalitari abbiano voluto mettere un bavaglio alla cultura: la mia comunità nazionale, quella slovena della Venezia Giulia, fu vittima di un vero e proprio tentativo di genocidio perpetrato durante il Ventennio fascista, con la soppressione di tutte le associazioni culturali, con roghi di case di cultura e di libri di biblioteche pubbliche e private, provocando un fuoriuscitismo in massa degli intellettuali sloveni, unico nell'Europa tra le due Guerre. Non vorrei che dovessimo richiamare le parole di Alcide de Gasperi, che nel 1913 parla - lo cito - «di una parabola discendente della nostra cultura che ormai si pieghi verso la decadenza». Non è decadenza la volontà di far convergere problematiche e necessità in un calderone che ha più il sapore di un franchising che non di Ministeri con delle serie basi programmatiche che è la politica a dover indicare?

Non le sembra pericoloso, signor Presidente, onorevoli senatori, pensare che stiamo scivolando verso un finis terrae, dando il segnale alle generazioni future come non ci si debba preoccupare dell'educazione al pensiero critico tout court? Saremo in grado di tollerare generazioni future, convinte che la rete o le immagini condivise sui vari social determinino o rappresentino la verità e la realtà assolute? È una politica culturale seria, congiunta a una politica sulle sue possibilità di sviluppo, a dover dare ai giovani gli strumenti per valutare criticamente ciò che apprendono.

Concludo dicendo che, nella consapevolezza dell'unicità e dell'inestimabile valore del patrimonio culturale italiano, bisogna creare delle sinergie serie per svilupparlo, prendere coscienza che la cultura riguarda ciascuno di noi in prima persona, e che è la politica a doverne portare la responsabilità, promuovendola a livello internazionale in un Paese che può e deve continuare a essere protagonista. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Saponara. Ne ha facoltà.

SAPONARA (L-SP). Signor Presidente, colleghi del Senato della Repubblica, oggi si porta in votazione, in questo Senato, la conversione in legge del decreto-legge sul riordino dei Ministeri, nello specifico il provvedimento che trasferisce le funzioni in materia di turismo fino ad oggi esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e l'attribuzione al Ministro per la famiglia e le disabilità delle funzioni di indirizzo e di coordinamento in materia di politiche per la famiglia, adozioni, infanzia, adolescenza e disabilità. Un provvedimento che nel suo complesso se, da una parte, va nella direzione dell'ottimizzazione e valorizzazione delle risorse umane ed economiche, dall'altra tende a connettere e ad armonizzare materie e settori che non è più pensabile di trattare a comparti stagni e in modo separato.

Rispondo alla senatrice Malpezzi, che si stupisce di fronte a un provvedimento davanti al quale io, invece, mi sarei aspettata di vedere l'approvazione e l'appoggio di chi era al Governo nella passata legislatura e oggi si trova ai banchi dell'opposizione, e proprio dai miei colleghi è stato fortemente criticato mettendo in evidenza una grande contraddizione della loro politica. È stato criticato il fatto che in questo riordino il turismo sia stata ricompreso all'interno del Ministero dell'agricoltura, adducendo come motivo principale il fatto che esso abbia registrato negli ultimi anni una crescita, al contrario dell'agricoltura, e che in tal modo si rischia di farlo retrocedere. Mi sembra, cari colleghi, che sia una motivazione molto fragile, che non tiene conto di quanto il turismo, che finora è stato in capo al MIBACT, abbia giovato dell'attività agricola e di tutto quello che a essa ruota intorno.

Ciò che dico è non un'invenzione, ma un preciso riferimento al fatto che nella passata legislatura gli ex Ministri dell'agricoltura e del turismo andavano a braccetto, e proprio l'ex Ministro del turismo - al turismo, lo sottolineo - aveva elaborato un programma che prevedeva che, dopo l'anno dei cammini e dei borghi, il 2018 sarebbe stato l'anno del cibo, con l'obiettivo di avviare manifestazioni, iniziative, eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica dell'Italia.

Tutto questo per dire che chi oggi siede ai banchi dell'opposizione sa benissimo che il turismo ha bisogno dell'agricoltura, perché non si può di esso parlare senza abbinarlo al cibo, il quale a sua volta ci riporta all'agricoltura, a quella tradizione contadina che da secoli ha curato le nostre terre, portando come frutto le materie prime che sono alla base dei nostri prodotti tipici, della nostra cucina tipica; quei prodotti e quella cucina che qualsiasi turista ricerca quando viene a visitare le nostre città d'arte; quei prodotti che dal Trentino alla Sicilia sono un'attrattiva indiscutibile, al pari delle nostre Alpi, dei nostri mari e di tutte le bellezze storiche che ci raccontano, insieme al cibo, la storia del nostro Paese.

Tutti noi, penso, quando andiamo a visitare un luogo turistico, non possiamo fare a meno di ricercare la trattoria tipica del luogo, e d'altra parta, chiedo ai miei colleghi senatori cosa varrebbe visitare Parma, la mia bella città, senza assaggiarne il prosciutto, il parmigiano o senza visitarne le bellissime campagne e colline che la circondano. Nella mia piccola esperienza nel settore turistico mi sono assolutamente convinta che il turismo abbia bisogno dell'agricoltura e che quest'ultima sia un traino importante per il turismo. Lo dicono anche i pacchetti turistici che vengono confezionati dalle più importanti aziende di marketing turistico. Chiedo ancora se siete davvero convinti che il florido turismo toscano sarebbe stato tale senza le distese di girasoli delle sue colline e i suoi ordinati vigneti e uliveti.

Il turismo ha bisogno dell'agricoltura e questo lo dimostrano anche le infinite sagre che da decenni si svolgono nei nostri paesi, nei nostri piccoli Comuni italiani che in quelle occasioni, proprio proponendo i prodotti tipici del territorio, registrano flussi di turismo che diversamente non ci sarebbero. Solo per fare un esempio, una piccola frazione del parmense di soli 58 abitanti con la sua storica sagra della polenta è capace di attirare fino a 10.000 persone ogni anno. È un esempio fra tanti, che i miei colleghi in Parlamento che sono anche sindaci, consiglieri o assessori possono confermare, riconoscendo l'importanza di eventi del genere, che altro non sono che feste dei frutti della terra.

Castelli ne abbiamo e chiese altrettanto, ma cosa mi può portare a scegliere dì visitarne uno piuttosto che un altro? È chiaro che la scelta dipende non solo dalla loro bellezza, ma anche dal contesto paesaggistico in cui sono inseriti, dalle tradizioni, dalla cucina, dal cibo del luogo in cui si trovano.

E ancora, per ultimo voglio ricordare come il turismo definito una volta di nicchia stia sempre più prendendo piede. Mi riferisco al turismo lento, al turismo lungo le vie dei pellegrinaggi che attraversano le nostre bellissime campagne, mi riferisco al turismo lento che molti ricercano nelle aziende agricole che, con fatica ma anche con grande lungimiranza dei proprietari, si sono trasformate i luoghi di ristoro e di tranquillità per una vacanza nella natura.

E allora, colleghi senatori, quale migliore occasione per valorizzare ancora di più il nostro turismo e le potenzialità enormi della nostra agricoltura e dei nostri prodotti se non quella di avere un unico Ministero che se ne occupa, mettendone in relazione le reciproche caratteristiche? Non è questo - come affermano molti - il capriccio di un Ministro. Anzi, colgo l'occasione per augurare al ministro Centinaio un buon lavoro. (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S). È un modo nuovo per stare al passo con le esigenze e le aspettative dei turisti.

Il turismo ha fame, il turismo ha bisogno dell'agricoltura e questo è il messaggio che con il provvedimento in esame vogliamo far passare. Sarei stata ben contenta se su questa partita che interessa l'economia italiana ci fossimo trovati tutti d'accordo. Al G20 l'hanno capito che agricoltura e turismo stanno insieme, tanto che il documento è stato votato all'unanimità.

Concludo con un breve cenno relativo al Ministero della famiglia e della disabilità, ricordando a tutti che la disabilità è un qualcosa che prima di tutto va chiamata col suo nome, con profondo rispetto, e che i problemi della disabilità non possono essere trattati in modo staccato dalla materia famiglia. Quando c'è una disabilità, infatti, c'è anche una famiglia direttamente coinvolta che, di fronte ad essa, ha bisogno di assumere un giusto atteggiamento, affinché non sia vissuta in modo da ledere i diritti di chi ne è oggetto e neppure di chi gli sta intorno. (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Manca. Ne ha facoltà.

MANCA (PD). Signor Presidente, colleghi senatori, rappresentanti del Governo, il decreto-legge n. 86 del 12 luglio 2018 definisce - a nostro avviso - «riordino delle attribuzioni dei Ministeri» un riequilibrio politico interno al Governo, sbagliato anche se politicamente legittimo e distante, molto distante, dalle concrete reali esigenze dell'Italia e dei Ministeri oggetto del presunto riordino. Voi che narrate il cambiamento imponete, con la decretazione d'urgenza, la restaurazione del manuale Cencelli: due Ministeri al ministro Di Maio richiedevano un rafforzamento del Ministero dell'agricoltura per il ministro Centinaio. (Applausi dal Gruppo PD).

Noi rimaniamo convinti di un utilizzo forzato dell'uso della decretazione. Lo abbiamo spiegato abbondantemente e molto bene nella pregiudiziale che abbiamo discusso in questa sede. Ovviamente, io sostituirei la parola «riordino» con la parola «pasticcio», perché è la confusione, più che la ragione, che guida i concetti essenziali degli articoli di legge oggetti del presente decreto: quattro articoli che si presentano privi di un comune denominatore; privi di una visione di Governo; privi di una riflessione sul versante delle politiche da attuare nei diversi Ministeri e privi - e questa è la cosa ancor più grave - di un'analisi delle risorse necessarie per attuare nuove politiche per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Al contrario, ci si occupa dell'equilibrio delle poltrone.

Colleghi senatori, la narrazione vola, il Governo latita, così come latita l'attuazione del vostro contratto di Governo. All'articolo 1, infatti, la scelta di spostare il turismo dall'attuale Ministero dei beni culturali al Ministero delle politiche agricole non ha una immediata evidenza nelle relazioni e nel rispetto di ciò che il turismo rappresenta per il prodotto interno lordo del nostro Paese, oltre il 12 per cento. Si fa demagogia pensando a una relazione naturale che esiste tra il turismo e il sistema dell'agroalimentare, dei nostri giacimenti enogastronomici, che però in realtà rappresentano poco più del 5-7 per cento dell'intero PIL che il comparto turistico rappresenta.

Se si vuole investire nel turismo, una piattaforma naturale come l'Italia richiede nella riduzione delle distanze, nella connessione tra le diverse infrastrutture aeroportuali e nell'Alta velocità, nel comparto delle opere pubbliche gli investimenti necessari per realizzare una piattaforma in cui la riduzione delle distanze generi nuova competitività per un Paese che - non dobbiamo mai dimenticarlo - ha potenzialità enormi proprio nello sviluppo economico del comparto turistico.

Volendo fare una scelta razionale, tutto ci porta a pensare che il turismo dovrà sempre di più rappresentare un perno fondamentale dello sviluppo economico e sociale del Paese. È agricoltura, certamente, ma è anche innovazione, Industria 4.0, made in Italy, moda, Motor valley, il frutto dell'attrattività economica di un Paese, straordinariamente importante sul piano culturale come l'Italia; una piattaforma culturale naturale, in grado di sviluppare economicamente, in termini di crescita sia del prodotto interno lordo che dell'occupazione del comparto. Ecco perché, se si voleva fare un ragionamento strategico, la relazione più naturale sarebbe stato lo sviluppo economico.

Se si voleva compiere una scelta non per le poltrone e per il riequilibrio del manuale Cencelli, ma per il futuro dell'Italia, questa doveva essere la scelta fondamentale in un Paese che investe nel suo futuro. (Applausi dal Gruppo PD).

Molti interventi si sono già soffermati sulle strutture di missione. Io vorrei sottolineare tre aspetti fondamentali, perché la scelta ideologica di rottamare le iniziative del Governo precedente sarà e rappresenterà un danno importante e pesante per il Paese. Quando la vostra narrazione terminerà e ci si misurerà sugli aspetti fondamentali del Governo, si scoprirà che le strutture di missione avevano obiettivi precisi, alcuni dei quali peraltro già avviati: il rilancio degli investimenti; il rimettere al centro la prevenzione del nostro fragile, ma bel Paese; la realizzazione di un grande piano nazionale di cura, di rammendo e di rigenerazione della nostra Italia. Le strutture di missione avevano rappresentato anche l'occasione per ristabilire una relazione più proficua tra lo Stato, le Regioni e gli enti locali. Non è vero che si saturavano e si demolivano le relazioni con il comparto delle autonomie locali. In questi anni, anche grazie alle scelte che abbiamo attuato, eliminando il patto di stabilità, i primi importanti segnali sulla ripresa degli investimenti erano stati attuati e le strutture di missione avevano rappresentato nella scuola, come nel recupero della prevenzione e del dissesto idrogeologico, un punto di riferimento essenziale. (Applausi dal Gruppo PD).

Penso che giungerà il momento nel quale noi dovremo fare una riflessione seria, nell'ambito della quale la narrazione dovrà lasciare spazio all'azione concreta di governo.

Presidente, questi sono gli aspetti più importanti. Giudichiamo negativamente il provvedimento, proprio perché privo di qualsiasi azione concreta per lo sviluppo economico e sociale, per la crescita dell'occupazione e del lavoro.

Quando si parla di riordino delle funzioni all'interno di Ministeri, l'obiettivo fondamentale del Paese dovrebbero essere la crescita economica, il rilancio dell'occupazione e soprattutto l'investimento sull'identità fondamentale che l'Italia ha a disposizione, che sono gli italiani, la loro creatività e la loro capacità di agire. La vostra narrazione continua invece a dare come punto di riferimento il «ci pensiamo noi», con la solidarietà più che con la sussidiarietà, negando diritti fondamentali che richiedono un investimento delle risorse umane.

L'Italia è un grande Paese, ecco perché la vostra narrazione impatterà negativamente sull'Italia che crede in un futuro migliore. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Lonardo. Ne ha facoltà.

LONARDO (FI-BP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rispondo al presidente della 9a Commissione, senatore Vallardi, che ha richiamato il Capogruppo di Forza Italia che ha espresso le motivazioni per le quali ci accingiamo a esprimere un voto contrario sul provvedimento al nostro esame.

Ebbene, io credo che tutte le innovazioni siano sicuramente positive. Certo bisogna dare il tempo per sperimentarle e sentirle proprie. Per far questo, però, bisogna anzitutto che esse si presentino con convinzione. Per la verità, in questo caso non ho potuto ravvisare tale convinzione, tanto che in Commissione la relatrice, senatrice Fattori - la stimo per la sua competenza, senza intenzione alcuna di rimarcare qualcosa di particolare - quando ha presentato il provvedimento, non mi è parsa molto convinta. Ha infatti rilevato che il MoVimento 5 Stelle in campagna elettorale ha promosso l'istituzione del Ministero del turismo e, invece, oggi ci troviamo a un accorpamento. Lei non mi era sembrata particolarmente convinta, tant'è vero che nel Resoconto della seduta di Commissione c'è scritto testualmente che si auspica che in prospettiva, dopo questa prima fase, si possa arrivare anche a un Ministero autonomo del turismo. È quindi evidente che si parla di una provvisorietà; e noi sappiamo che in Italia tutti i provvedimenti, quando sono provvisori, poi di fatto diventano definitivi. Quindi, bisogna essere molto coraggiosi nel poterli prospettare in modo definitivo.

Chiedo allora un coraggio particolare ai 5 Stelle e agli amici della Lega, nonché al Presidente della Commissione e al Ministro, per fare in modo che, posto che l'agricoltura è un comparto fondamentale e merita tutta l'attenzione possibile, alla pari il turismo, che è la prima industria del nostro Paese, abbia organizzazione, fondi, personale e possibilità di prossimità. E vi dico ciò perché l'ho sperimentato sulla mia pelle, essendo stata commissaria dell'Azienda autonoma di turismo dell'isola di Capri, la perla del mondo. Quando parliamo di turismo, Capri è la nostra perla in Italia. Quando la Regione, con la legge sul turismo, ha annientato questi enti, solo venuti a mancare quella prossimità, quel modo di accoglienza per il turismo e di dare le informazioni giuste al turismo. È necessario, quindi, ripristinare tale prossimità. Io auspico, pertanto, un'attenta analisi delle competenze che sono state date alle Regioni, per addivenire a una legge che dia dignità al nostro Paese, amato in tutto il mondo.

Chiedo solo coraggio e aggiungo che noi di Forza Italia, quando i provvedimenti ci convincono, anche se vengono dalla maggioranza, li appoggiamo convintamente. Su questo, però, non ci avete convinto. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Errani. Ne ha facoltà.

ERRANI (Misto-LeU). Signor Presidente, colleghe e colleghi, il nostro Gruppo voterà contro il provvedimento in esame e nella dichiarazione di voto integreremo una serie di motivazioni.

Io vorrei parlare solo del turismo e fare alcune osservazioni. Ho sentito le motivazioni per cui si è deciso, da parte del Governo, di portare il turismo all'agricoltura. Si dice che il turismo ha bisogno di agricoltura. Sì, il turismo ha bisogno di agricoltura e di enogastronomia. Il turismo, però, ha bisogno anche di infrastrutture; il turismo ha bisogno di servizi; il turismo ha bisogno di qualità nella sanità; il turismo ha bisogno di tutto, perché è uno di quei fattori fondamentali per lo sviluppo che integra le politiche. Ciò di cui non ha bisogno il turismo è una sua rappresentazione oleografica. Non c'è bisogno di mettere il turismo insieme all'agricoltura per il fatto che si compra il Parmigiano reggiano o il prosciutto di Parma o di Langhirano. È un concetto che non ha alcun senso. Sarebbe molto più semplice dire che, per una ragione di spartizione del potere, si è fatta una siffatta scelta.

Allora mi rivolgo al Ministro. Di che cosa avrebbe bisogno il turismo? Prima di tutto - a mio parere - ha bisogno di un progetto, di un progetto integrato, che metta al centro le priorità del turismo. Ne ho sentito parlare poco. La prima priorità è l'organizzazione: siamo un Paese indietro di vent'anni rispetto all'organizzazione turistica. Nel frattempo è entrato il web che sta realizzando radicali processi di cambiamento.

Come seconda priorità, il turismo è prima di tutto ricettività e qualità della ricettività. Bisogna adeguare le nostre strutture ricettive con un progetto di investimenti capace di sostenere anche un'impresa piccola, che ha poche camere e una capacità di rilancio non sempre facile. C'è bisogno di mettere in moto alcuni strumenti.

In terzo luogo, c'è veramente bisogno di essere capaci di stare e penetrare nei mercati. E questo non lo possono fare né un Ministero, né le Regioni. È indispensabile costruire un progetto di promo-commercializzazione che metta al centro gli operatori e sia in grado di presidiare i mercati e di collegarsi con essi. Dentro questi progetti ci sono l'enogastronomia, i beni culturali, così come tanti altri comparti. Ma l'organizzazione e la strategia qui non vedo. Vedo piuttosto il tentativo di costruire un equilibrio di potere, che è pienamente legittimo. Se vogliamo però fare in modo che il turismo rappresenti una svolta per il nostro Paese, allora costruiamo un Ministero, a cui dare i poteri e le funzioni; riorganizziamo i rapporti e le relazioni con le Regioni e scegliamo i mercati strategici su cui costruire la nostra promo-commercializzazione. Diamo un nuovo ruolo agli operatori che debbono costruire reti capaci di stare sui mercati e con esse collegarsi.

Spesso accade - per esempio - che gli operatori stranieri vendano l'Italia ai mercati asiatici, ad esempio al mercato cinese. Abbiamo un problema di riorganizzazione della filiera dei tour operator. Turismo vuol dire ragionare adottando come punto di vista un impianto industriale per il turismo, che sia in grado di aggregare domanda, organizzarla in modo da portare valore aggiunto, perché i numeri non bastano. Dobbiamo collegarci a sistemi di medio-alto valore aggiunto che rischiano di sfuggirci. Quando il mercato russo si è aperto, sono arrivati i russi e hanno cominciato a comprare prodotti made in Italy, che naturalmente non sono solo, per quanto importanti, quelli agroalimentari; anche la nostra grande manifattura di eccellenza è made in Italy. Poi, via via, per mancanza di un salto di qualità nella struttura ricettiva, i nuovi turisti hanno cominciato ad andare da altre parti nel mondo.

Costruiamo un progetto, Ministro. Lei ha la delega e sa bene con quanta debolezza la porta a casa dal punto di vista della struttura del Dipartimento. C'è da riorganizzare l'ENIT. Qui è tutto a zero. La Ragioneria ci stimola, in Commissione bilancio, a sottolineare «a invarianza di spese», che è - per così dire - il tratto fondamentale del provvedimento in esame.

Ministro, costruisca un progetto. Non si capisce, però, perché lo possa governare al meglio - non mi riferisco a lei personalmente - il Ministero dell'agricoltura. Sarà d'accordo anche lei sul fatto che non si capisce questo, perché dovrebbero in modo migliore il Presidente del Consiglio o il Ministro della sviluppo economico. Tuttavia, realizzi un progetto, metta attorno a un tavolo i diversi protagonisti e ricostruiamo una rete capace di stare nel mondo.

Noi non abbiamo il problema di dire che l'Italia è bella. Lo sanno tutti; basta guardare tutte le indagini a livello mondiale: siamo sempre ai primissimi posti nell'immaginario dei cinesi o degli indiani. Il problema è che non abbiamo gli strumenti per rendere ciò possibile. È questo il nostro problema strategico.

Ministro, costruiamo un progetto. Noi siamo contro la scelta in esame,perché rende l'idea del turismo piccola, subalterna alla visione secondo cui il turismo ha bisogno di agricoltura. Il turismo ha bisogno di tutto: ha bisogno di un progetto e di una cultura industriale, che purtroppo nella proposta che fate davvero non vedo. (Applausi dai Gruppi Misto-LeU e PD).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Nastri. Ne ha facoltà.

NASTRI (FdI). Signor Presidente, l'impianto normativo del provvedimento in esame nel complesso prevede norme sicuramente condivisibili, sebbene - come ho avuto modo di dire già durante la discussione della questione pregiudiziale - avremmo apprezzato la presentazione di un disegno di legge e non l'utilizzo della decretazione d'urgenza, considerata, anche in questo caso, non necessaria.

L'impianto normativo dispone di cinque articoli. Se da un lato, incide su fattori fondamentali per l'economia nazionale (in particolare, quelli del turismo o dell'ambiente), con uno spostamento di competenze e di prerogative che avrebbero, a tal fine, richiesto, proprio per siffatti motivi, un maggior tempo nella valutazione delle norme; dall'altro lato, dovrebbe, almeno teoricamente, favorire un processo di velocizzazione decisionale determinato dall'accorpamento di funzioni e deliberazioni in capo a un singolo Ministero su specifiche tematiche rispetto a quanto avviene proprio oggi. Certamente, come tutte le leggi, ogni impianto normativo può essere perfettibile e suscettibile di miglioramenti. Bisogna quindi attendere - questo è il nostro auspicio - l'impatto che le disposizioni previste dal decreto-legge avranno sul tessuto sociale ed economico del Paese per poter dare un giudizio più incisivo e certo sull'efficacia di queste norme. Tuttavia, non può essere ritenuto un ordinario passaggio di competenze il riordino di alcuni Ministeri, considerato come si incide in modo significativo sulla governance - ad esempio - delle emergenze ambientali, di azione di prevenzione e sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio, a partire proprio da quello scolastico.

Si interviene, inoltre, su un comparto strategico per la nostra economia, il turismo. Con il passaggio delle competenze al Ministero delle politiche agricole, che trova la nostra piena condivisione, si valorizza il turismo italiano anche attraverso la produzione agroalimentare, al fine di avviare una politica integrata di valorizzazione del made in Italy. Sul trasferimento delle funzioni attualmente esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri al Ministero dell'ambiente per gli interventi di emergenza ambientale, volti a garantire la sicurezza agroalimentare del territorio della Regione Campania, abbiamo invece fortissime riserve. Non è chiaro - ad esempio - se, nell'ambito delle misure di ordine di competenze e attribuzioni di nuovi compiti, il Ministero dell'ambiente avrà anche quello di gestire un capitolo così difficile come quello dell'emergenza delle allerte dei dissesti geologici e delle calamità naturali in un Paese ad altissimo rischio come il nostro. Di fronte a questa prospettiva è assolutamente necessario fare chiarezza affinché la struttura nazionale della Protezione civile e le strutture regionali di supporto abbiano il massimo appoggio da parte delle istituzioni nell'ambito della definizione di un quadro normativo certo e chiaro. In proposito, desidero aggiungere che è importante creare una grande sinergia tra tutte le istituzioni locali, provinciali e regionali. Pertanto, a mio avviso, siamo di fronte a un decreto-legge che presenta sicuramente delle luci, ma anche tantissime ombre.

In relazione agli interventi attribuiti al Ministero delegato per la famiglia e la disabilità in materia di coordinamento delle politiche di tutela dei diritti della famiglia, per l'infanzia e l'adolescenza e in favore delle persone con grande disabilità, anche con riferimento all'inclusione scolastica, all'accessibilità e alla mobilità, non possiamo non sottacere che gli stanziamenti attribuiti all'Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone con disabilità sono nettamente insufficienti rispetto alle effettive esigenze che necessitano anche oggi. Auspichiamo a tal fine, pertanto, che in occasione della prossima legge di bilancio il Ministro competente possa prevedere adeguati fondi in favore della disabilità. Apprezziamo invece a tal fine l'interesse del ministro Fontana giunto in corsa sull'incremento della dotazione del Fondo per le non autosufficienze.

Siamo di fronte a un decreto-legge che, accanto a misure che trovano il nostro consenso - penso ad esempio alla norma approvata in Commissione, che consente di siglare un protocollo d'intesa tra il Dipartimento delle politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero della salute per la definizione delle misure sanitarie per il contrasto al diffondersi dell'uso di sostanze stupefacenti, delle tossicodipendenze e delle alcoldipendenze - ne contiene altre che invece non ci convincono. Avete soppresso la struttura di missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, Casa Italia - come qualcuno ha ricordato prima - tutte strutture che sicuramente consentivano trasparenza e anche una certa velocità.

Sulla struttura di missione, che aveva una sorta di gestione nella procedura relativa ai fondi derivati dallo sblocco del patto di stabilità per i Comuni, non è chiaro - ad esempio - chi svolgerà l'azione di monitoraggio sullo stato di attuazione per gli interventi sulle verifiche di vulnerabilità sismica, le cui competenze passeranno nel fondo unico dell'edilizia scolastica, in capo al Ministero dell'istruzione. Un'analisi più approfondita delle norme sarebbe stata sicuramente auspicabile.

L'auspicio è che il passaggio di competenze e di prerogative tra i Ministeri interessati possa rafforzare e migliorare il sistema-Paese, per le materie che sono state coinvolte dal decreto-legge.

Da parte mia, non potrà che esserci la massima attenzione nel seguire quale sarà l'impatto che le norme contenute nel provvedimento avranno nel tessuto sociale ed economico del Paese, auspicando al tempo stesso un incremento dei livelli qualitativi per i cittadini e le imprese derivanti dall'accorpamento delle funzioni dei Dicasteri coinvolti. In caso contrario, attraverso le prerogative derivanti dalla funzione di parlamentare, insieme ai miei colleghi di Fratelli d'Italia sarò pronto nelle Aule del Senato a correggere eventuali distorsioni derivanti dall'applicazione delle norme di questo decreto-legge. (Applausi dal Gruppo FdI).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Parente.

PARENTE (PD). Signor Presidente, il mio intervento si concentrerà su alcuni aspetti del decreto-legge che stiamo discutendo che mi trovano particolarmente e totalmente in disaccordo.

Al fondo di questa mia inquietudine, che cercherò di spiegare più avanti, c'è la scelta della maggioranza di istituire un Ministero della famiglia e della disabilità. Oggi, nel 2018, la famiglia, questa nostra grandissima e bella istituzione affettiva e sociale, è molto fragile ed è forte nello stesso tempo, di fronte alle intemperie e agli accidenti, dal lavoro dei giovani, alla perdita del lavoro delle madri e dei padri, alle separazioni, alla difficoltà degli adolescenti, al rapporto scuola-famiglia. La famiglia si sostiene solo attraverso l'emancipazione delle persone che la compongono, a partire dalla condizione delle donne. In questo senso, andava recuperata la storia istituzionale del nostro Paese, con i Ministeri delle pari opportunità. Questo avrebbe dovuto essere di insegnamento per proseguire un percorso avviato vent'anni fa. Non si torna indietro, relegando le problematiche a un Ministero per la famiglia e le disabilità dimostrando una concezione arretrata della società. La famiglia sta bene se sta bene la società e viceversa; sta bene se c'è un sistema di welfare che l'accompagna. Non condivido, quindi, la scelta di sottrarre al Ministero del lavoro e delle politiche sociali - come hanno detto anche molto bene i colleghi che mi hanno preceduta - e competenze riguardo, in particolare, al sostegno della conciliazione dei tempi di lavoro e di cura della famiglia e quelle relative al coordinamento delle politiche volte a garantire la tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità.

Il tema per la nostra società, il tema di tutti, riguarda l'emancipazione sociale ed economica: si tratta di aumentare l'occupazione femminile e fare in modo che le donne non lascino il lavoro alla nascita del primo figlio. La maternità è un valore sociale e come tale va incoraggiata e sostenuta. Trovo poco lungimirante chi pensa di sostenere e conciliare l'attività lavorativa con le responsabilità derivanti dall'educazione e dall'accudimento dei propri figli istituendo un Ministero della famiglia. Lavoro e famiglia vanno tenuti insieme ed è per questo che ritengo che questo tema vada affrontato in armonia con le politiche pubbliche di welfare, da una parte, e con la contrattazione, dall'altra.

Questa ratio - ad esempio - è stata seguita per lo stanziamento nel 2017 e nel 2018 di circa 110 milioni di euro di sgravi contributivi per il sostegno alla contrattazione di secondo livello, per misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori e lavoratrici innovative e migliorative. Che facciamo? Stacchiamo questo insieme di provvedimenti e lo isoliamo in un Ministero?

Per quanto riguarda il trasferimento delle politiche in favore delle persone con disabilità, faccio due esempi: la bellissima legge della scorsa legislatura sul «Dopo di noi» e quella sui caregiver.

La legge sul dopo di noi è nata per accompagnare le famiglie: solo chi non ha mai parlato con una famiglia, con un genitore, con una madre e un padre che devono rimanere sereni quando non saranno più in grado di accudire i propri figlioli, non sa quanto lavoro di accompagnamento c'è da fare. (Applausi dal Gruppo PD). Non sa quanto lavoro delicato va fatto, perché i genitori possono portare le loro preoccupazioni fuori dalle mura familiari e affidarsi a una rete di servizi sociali. La famiglia deve affidarsi a una politica pubblica, altrimenti non ce la fa.

Quanto è grande il lavoro di contatto umano che svolgono i nostri assistenti sociali. Quanto è grande il lavoro delle associazioni di terzo settore. Per questo non si può spezzettare la competenza sul dopo di noi tra due Ministeri, con doppie firme. Non eravate quelli della semplificazione? (Applausi dal Gruppo PD).

Proprio un anno fa, nel luglio del 2017, è stato approvato il secondo programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, che si fonda sul principio di uguaglianza sostanziale per persone con disabilità per rispondere alla giusta e ineludibile richiesta di cittadinanza piena e integrale delle persone con disabilità, in coerenza con le previsioni e la Convenzione ONU sui loro diritti. Ebbene, la promozione della vita indipendente e il sostegno all'autodeterminazione sono da considerare non più settori dell'intervento di welfare, quanto piuttosto criteri ispiratori complessivi per tutti, anche per le persone che sono meno deboli. Per questo motivo ribadisco la coerenza nel lasciare la competenza della tutela e della promozione dei diritti delle persone con disabilità al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Per quanto riguarda, infine, la scelta di trasferire al bilancio della Presidenza del Consiglio la dotazione finanziaria del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza dei caregiver familiari, al termine della scorsa legislatura è stato fatto un grandissimo lavoro bipartisan per ottenere questo fondo. Non è stato facile: il Parlamento è stato impegnato grandemente su questo tema. L'idea di fondo che abbiamo è caratterizzata dal riconoscimento della figura dei caregiver, della cura dei loro bisogni. Il 70 per cento di chi fa lavoro di cura nei confronti delle persone con disabilità è donna e queste donne devono poter lavorare e uscire di casa, avere tempo per loro stesse. Queste donne si ammalano per fare il lavoro di cura ed è per questo che i caregiver in generale vanno inseriti in un sistema integrato di sostegno di servizi socio-assistenziali per dare loro sollievo nell'attività bella e delicata di cura - come avviene già in tante esperienze regionali - e considerati beneficiari di politiche trasversali.

Quindi, Presidente - e chiudo - sono molto preoccupata di questo arretramento. Spero che nel Paese insorga una risposta di pressione sociale molto forte. Non vorrei che dovessimo avere come spettro quel bellissimo quadro di Goya dal titolo «Il sonno della ragione genera mostri».

Io sono però molto fiduciosa e in questo tempo in cui si dice che non c'è più differenza tra centrodestra e centrosinistra credo che il discrimine sia proprio la libertà. Noi continueremo a combattere per la libertà di una donna che vuole lavorare e mettere al mondo dei figli (Applausi dal Gruppo PD). Noi continueremo a combattere per la libertà di una famiglia che ha una persona con disabilità di poter affidare il proprio figliolo a una rete. (Applausi dal Gruppo PD. Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Prego, senatrice, concluda pure il suo intervento.

PARENTE (PD). Un Ministero per la famiglia e la disabilità isola, non apre.

Noi vogliamo accompagnare il sogno di libertà ed emancipazione dei nostri concittadini e delle loro famiglie. I tempi sono duri, ma ce la faremo. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. La ringrazio e chiedo scusa per l'impressione di avere tagliato il suo intervento nella parte che sembrava fosse quella finale.

È iscritto a parlare il senatore Ripamonti. Ne ha facoltà.

RIPAMONTI (L-SP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, ci troviamo ad affrontare provvedimenti di notevole importanza per rendere ancora più efficace l'operato del Governo e per ottenere risultati concreti, a miglioramento della vita dei cittadini del nostro Paese. Mi riferisco ovviamente al trasferimento delle competenze sul turismo al Ministero delle politiche agricole, nonché all'attribuzione al Presidente del Consiglio dei ministri, ovvero al Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, delle funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia in tutte le sue componenti e problematiche generazionali e relazionali, nonché delle funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di coordinamento delle politiche volte alla tutela dei diritti e alla promozione del benessere della famiglia, di interventi per il sostegno della maternità e della paternità, di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia, di misure di sostegno alla famiglia, alla genitorialità e alla natalità, anche al fine precipuo del contrasto alla crisi demografica.

In Italia stiamo assistendo a una sempre più accentuata crisi delle nascite: secondo i dati ISTAT, nel 2017 si è registrato un nuovo record negativo, minimo storico dall'unità d'Italia. Illustri economisti e demografi confermano il nesso tra crisi della natalità e andamento dell'economia. Le politiche in favore della famiglia sinora adottate non sembrano, dunque, essersi rivelate efficaci ai fini del superamento della crisi demografica. (Applausi dal Gruppo L-SP e del senatore Paragone).

Serve una programmazione strategica delle politiche familiari, una regia più ampia e complessiva dell'azione di Governo, capace di indirizzare e promuovere in modo sinergico le diverse politiche volte al sostegno e al benessere della famiglia e al rilancio della natalità, dando impulso a interventi selettivi in ogni ambito, in primis, quello economico, fiscale, del lavoro, della salute, dell'istruzione e della cultura. Ecco il perché di questo provvedimento, che ci trova totalmente favorevoli, per un cambio di registro e per una maggiore attenzione nei riguardi delle politiche per la famiglia e per lo sviluppo della natalità, con conseguente crescita del nostro Paese.

Circa poi la scelta di usare il termine «famiglia» al singolare nella definizione del corrispondente Ministero- lasciatemelo dire - basti in questa sede ricordare l'incostituzionalità dell'emendamento che propone invece di usare tale termine al plurale. Mi permetto pertanto di consigliare alle opposizioni un'attenta lettura dell'articolo 29 della nostra Carta costituzionale, dove viene sancita a chiare lettere l'unicità della famiglia e la sua distinzione rispetto alle altre formazioni sociali, che vengono riconosciute e regolate altrove.

Presidenza del vice presidente TAVERNA (ore 17,59)

(Segue RIPAMONTI). Chi non è d'accordo può sempre promuovere una proposta di riforma costituzionale e della legge naturale cui la Carta costituzionale rimanda. (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S).

Per quanto concerne agricoltura e turismo, sono entrambi elementi fondamentali per il tessuto economico, produttivo e sociale del nostro Paese: due categorie di eccellenza dell'Italia di cui andiamo orgogliosi, invidiate ed emulate in tutto il mondo. Oggi, con il provvedimento che andiamo a discutere, si intende trasferire questo messaggio non solo all'opinione pubblica, ma anche e soprattutto nella geografia dei Ministeri. Personalmente condivido questo riordino, che nobilita due grandi eccellenze del nostro Paese, come appunto turismo e agricoltura. Chi, come il sottoscritto, proviene da una terra a forte vocazione turistica e agricola, come la Liguria, non può che accogliere con favore ed entusiasmo questa scelta.

Mi permettano e mi perdonino, signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo, una piccola parentesi personale. Io nasco, appunto, in terra ligure, nella provincia di Savona in particolare, e sono cresciuto a Laigueglia, piccolo borgo marinaro affacciato sul mare, per cui, ogni singolo momento della mia infanzia, dell'adolescenza e dell'età adulta l'ho trascorso a stretto contatto con il turismo e l'agricoltura e tutto ciò che rappresentano questi settori, ricchi di straordinarie potenzialità, il tutto incastonato in una meravigliosa terra come la nostra Italia, la quale ha una predisposizione unica per essere vocata al turismo: è contornata dal mare e impreziosita dalle isole, protetta dalle montagne, riempita da colline e pianure, colma di storia e tradizioni.

Il turismo è un po' come un libro: non dipende dallo scaffale in cui è riposto, gentilissima senatrice Malpezzi, ma dai suoi contenuti, da ciò che ha da offrire, dalle emozioni che trasmette leggendolo, se ti incuriosisce, se ti fa riflettere e - perché no - se ti fa sognare. Un po' come quando avete sognato di vincere il referendum, lo ricorda? (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S e dai banchi del Governo).

Per questo, signor Presidente, ammetto di trovare poco produttiva la discussione su dove collocare le deleghe che fanno riferimento al turismo e bene fa il ministro Centinaio a voler conferire invece a questo settore una sua dignità; per questo esso non può limitarsi ad essere attribuito ad una direzione all'interno di un Ministero, ma deve acquisire maggiore rilevanza trasformandosi in un Dipartimento.

La finalità del provvedimento in discussione rappresenta un'occasione senza precedenti: promuovere e valorizzare il turismo italiano anche attraverso i prodotti delle attività primarie, di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Si tratta di eccellenze del made in Italy che costituiscono un patrimonio unico, al pari delle destinazioni turistiche del nostro Paese che, trattate unitariamente da un solo Dicastero, mediante attente operazioni di marketing, potranno costituire un importante volano di sviluppo, competitività e innovazione. Si tratta, in sostanza, di promuovere l'Italia puntando su quello per cui è amata e conosciuta a livello internazionale.

La creazione di un Dipartimento del turismo all'interno del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo vuole essere un segnale chiaro dell'importanza strategica che questo settore può occupare lavorando in sinergia con le competenze tradizionalmente proprie del Ministero. Inoltre - udite, udite - è stato appena approvato (grazie a lei, signor Ministro) all'unanimità al G20 di Buenos Aires un documento - così chiariamo anche le difficoltà che si hanno nella comprensione di questo accorpamento - in cui si indica il turismo come mezzo di promozione dei territori e strumento atto a sviluppare ulteriormente l'agricoltura, essendo una attività di reddito supplettiva per gli imprenditori agricoli. Bravo, Ministro! (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S).

Del resto, il Ministro durante la sua relazione ha affermato con chiarezza che il turismo è un settore industriale ad alta incidenza imprenditoriale, fondamentale per la nostra economia (il 13 per cento del PIL), così come lo sono coloro che lavorano in questo settore. A dimostrazione di ciò, tra le altre cose, vorrei evidenziare l'attenzione del Ministro nei confronti del settore balneare, avendo egli ricordato che «In virtù della concessione e i concessionari demaniali possiedono suolo e strutture, quindi la concessione è un bene, non è un servizio». (Applausi dai Gruppi L-SP e M5S).

Qualcuno può pensare che i piccoli miglioramenti di questi ultimi tempi siano il frutto di un'oculata gestione, ma non si può non tenere conto di quanto il mondo sia diventato molto poco accogliente in questi ultimi tempi e che il nostro Paese per i turisti, soprattutto quelli italiani, era forse l'unico modo per potersi regalare un po' di vacanza.

Spero sia finito il tempo degli improbabili spot di promozione in un inglese tentennante, di portali web lanciati in grande stile e poi finiti nel dimenticatoio, di strutture nazionali che non incrementano la competitività, anzi. Con questa innovazione organizzativa sarà finalmente possibile valorizzare la produzione agroalimentare attraverso il legame con il territorio e la connessa attività turistica, dando l'opportunità a chi visita l'Italia di conoscere il nostro Paese anche attraverso le produzioni tipiche, creando finalmente un brand nazionale e una sinergia mirata ad affiancare settori (turismo e agricoltura, in senso lato, comprensivo di tutti i settori di attività inclusi in tale concetto) indubbiamente trainanti per l'economia italiana, come la promozione del territorio e la tutela delle tradizioni.

L'innovazione del settore turismo non passa dalla sua collocazione, ma dipende da altri fattori. Positive sono l'intenzione e l'intuizione del Ministro dell'interazione con gli altri Ministeri, con i quali operare in sinergia e facendo gioco di squadra.

Il turismo, come è ovvio, risente della sicurezza di un Paese, della possibilità di essere smart, della raggiungibilità dei luoghi di interesse turistico (a questo vi prego di fare attenzione, perché sono ligure e lo so bene), della connessione (è l'era digitale) e di molto altro. Alla luce di tutto questo, la certezza per noi è che questa scelta rappresenta un'opportunità per un decisivo cambio di passo verso un'ulteriore valorizzazione di turismo, agricoltura, made in Italy ed eccellenze italiane.

Questo è il Governo del cambiamento, anche di mentalità. Anche attraverso questo tipo di iniziative si evince un messaggio chiaro, anzi, Ministro, chiarissimo in questo senso: il turismo al centro dell'agenda del Governo è un grande, grande segnale di cambiamento. Grazie, Ministro, grazie, Governo! (Applausi dal Gruppo L-SP).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Tiraboschi. Ne ha facoltà.

TIRABOSCHI (FI-BP). Signor Presidente, signori Ministri del Governo, onorevoli colleghi senatori, non ripeto quello che sarebbe il mio terzo intervento sul turismo, perché credo che diventerei troppo noiosa. Mi limito a dire solo che, se questa relazione biunivoca tra l'agricoltura - l'enogastronomia, per valorizzare l'Anno nazionale del cibo, che è appunto il 2018 - e il turismo è l'inizio di una riforma più ambiziosa, va bene; non siamo d'accordo, ma aspettiamo che lei faccia questa riforma più ambiziosa. Quindi, riprendendo solo la conclusione del mio discorso (che diventerebbe il terzo, quindi sarebbe un po' noioso), lei non dimentichi che l'industria del turismo è la più digitale in assoluto e quindi pensi a questo Dipartimento del turismo e all'agenda digitale. Infatti, i flussi turistici internazionali devono essere studiati in termini di big data e l'enogastronomia è uno dei tanti prodotti del made in Italy. (Applausi della senatrice Malpezzi). Nel made in Italy c'è tutta l'industria creativa italiana.

Per quanto riguarda, poi, l'articolo 2, relativo al riordino delle competenze del Ministero dell'ambiente, visto anche il programma di Governo che il ministro Costa ci è venuto a illustrare in Commissione (la lotta ai cambiamenti climatici, la diminuzione dell'inquinamento atmosferico, la salvaguardia della natura, la valorizzazione dell'acqua, la prevenzione del rischio idrogeologico e degli incendi, lo sviluppo dell'economia circolare e la politica dei rifiuti zero: questi erano i sei o sette punti che il Ministro, circa un mese fa è venuto a raccontarci in Commissione), ci saremmo aspettati, con maggior coraggio, l'istituzione di un nuovo Comitato interministeriale - presieduto certamente dal Ministro dell'ambiente - vista la strategicità e la centralità dei temi ambientali, con riferimento alla politica economica e industriale di questo Paese. Questo Comitato sarebbe proprio servito a coordinare meglio le politiche, le azioni, le funzioni e le attività di tutti gli altri Ministeri, tra i quali non solo quelli citati nell'articolo 2, ma anche il Ministero per lo sviluppo economico. Non sfuggirà a nessuno, infatti, che il Ministero per lo sviluppo economico, che non è mai stato citato, riveste certamente una centralità importante. L'attuale Comitato, ascrivibile solo alla Regione Campania e sorto nel 2013 per evidenti ragioni di urgenza, avrebbe dovuto completare, dal 2013 al 2018, le sue funzioni. Quindi, in maniera più ambiziosa, un nuovo Comitato interministeriale presieduto dal Ministro dell'ambiente, centrale rispetto a una serie di altri Ministeri, sarebbe stato certamente un segno di cambiamento e di maggiore coraggio.

Passo, poi, all'articolo 3, che riguarda la famiglia. I temi della natalità e della famiglia hanno il loro perno nel mondo femminile. Quindi, anche con riferimento a questi tre grandi argomenti (mondo femminile, natalità e famiglia, che non sono mai stati affrontati in maniera organica, come se fossero secondari rispetto a tutta una serie di altri temi che riguardano maggiormente lo sviluppo economico) ci saremmo aspettati che questo Governo li avesse affrontati all'interno di un'agenda di trasformazioni economiche, sociali, culturali e industriali che permeasse l'impresa, la famiglia e il terzo settore. Pensiamo, per esempio, alla valorizzazione del mondo femminile, un mondo estremamente organizzato, con qualità specifiche, che sono veramente adattabili al terzo settore.

Bene, tutto ciò non è avvenuto. Perché diciamo questo? Perché, come hanno detto anche dei colleghi che mi hanno preceduto, dobbiamo analizzare brevemente alcuni dati che ci devono assolutamente preoccupare. Sappiamo che l'Italia è il Paese europeo con il minor tasso di fecondità e occupazione femminile. E le tendenze del futuro non sono certamente incoraggianti. I dati ci dicono che da circa quarant'anni i tassi di fecondità sono molto bassi e l'indicatore (meno di due figli per ogni donna) è assolutamente inferiore a quanto sarebbe richiesto per garantire il semplice ricambio generazionale, con evidenti ripercussioni negative sia sulla sostenibilità del sistema pensionistico e fiscale, ma anche sulle prospettive di crescita del sistema economico.

L'Italia, inoltre, è il Paese più anziano al mondo, dopo il Giappone, e anche questo ci deve far riflettere. Ci saranno 74 over sessantacinquenni per ogni 100 attivi (e per attivi intendo le persone tra i venti e i sessantaquattro anni), a fronte degli attuali 38. Questo succederà non tanto lontano, nel 2050. I nuovi nati sono diminuiti drammaticamente. Vi do alcuni dati. Nel 1916 erano 676.000, nel 1945 821.000, nel 1965, l'anno del boom economico, 1,35 milioni, nel 2016 sono scesi drammaticamente a 474.000.

Questi dati vanno analizzati con riferimento anche a delle indagini socio-economiche che sono state fatte. Abbiamo dei dati, riferiti a campioni molto diversificati, che dicono che la volontà di costruire una famiglia in Italia è molto alta: il 94 per cento. In particolare, circa l'80 per cento dei giovani (che sono pochi, ma è l'80 per cento di questi) vorrebbe due o più figli; mentre il 14 per cento si fermerebbe ad un figlio e solo il 6 per cento non ne vorrebbe.

Quindi, questi sono dati che ci devono far riflettere, proprio per costruire delle politiche che vadano incontro alla volontà e ai desideri di questi ragazzi. Sappiamo anche che, tra le famiglie che hanno tre o più figli, l'incidenza della povertà assoluta aumenta quasi del 50 per cento, passando dal 18 per cento al 26 per cento.

Concludo con un dato di carattere più economico, che riguarda la produttività. Non perché voglia dire che la produttività può aumentare se coinvolgiamo maggiormente le donne oltre che attuando politiche fiscali sul costo del lavoro di maggiore attenzione verso gli imprenditori ma certamente per evidenziare che la produttività in Italia nel 2018 cresce solo dello 0,6 per cento, a fronte dell'1,2 della Francia e dell'1,3 della Germania, proprio perché il mondo femminile è meno coinvolto nei processi produttivi.

Questo l'ho associato anche ad un una riflessione di Kathy Matsui, che era chief strategist di Goldman Sachs e che, nel 1999, disse che il Giappone era in declino perché non lasciava spazio alle donne. Koizumi, che era Primo ministro nel periodo 2001-2006, ruppe con la tradizione adottando delle misure concrete per incoraggiare la partecipazione e la valorizzazione del mondo femminile nel mercato del lavoro. Le donne, per intenderci, iniziavano ad essere decisamente più frustrate e erano anche meno feconde. Questo è stato provato scientificamente. Non possiamo dire che il nuovo millennio sia iniziato per il Giappone con dati positivi solo per questa ragione, certamente, però il collegamento tra il maggior coinvolgimento del mondo femminile e la crescita economica del Giappone ci dovrebbe far riflettere.

Mi avvio a concludere. Costruiamo attorno a un termine inglese, «womenomics», che somma le parole «women» e «economics», ossia donne ed economia, quindi l'economia delle donne; non politiche di genere come «la Ministra», «la sindaca» e cose di questo tipo, ma una politica di valorizzazione delle qualità del mondo femminile che sono completamente diverse da quelle del mondo maschile. Il mondo femminile è molto più organizzato, più altruistico, più empatico, più sensibile, ed ha maggiore comprensione per tutte le problematiche sociali ed anche maggiore capacità organizzativa. È un mondo che bisognerebbe coinvolgere maggiormente, attraverso la tecnologia, nei processi organizzativi che servono a migliorare la nostra economia, perché il modo di ragionare delle donne è decisamente diverso da quello degli uomini: è un modo di ragionare molto più orientato all'organizzazione e alla capacità di fare tante cose insieme e fatte bene (Applausi dal Gruppo FI-BP).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Quarto. Ne ha facoltà.

QUARTO (M5S). Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, intervengo in merito alla conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. Tratterò alcuni aspetti che mi coinvolgono anche come professore di geofisica. Il provvedimento trasferisce dalla Presidenza del Consiglio dei ministri al Ministero dell'ambiente le funzioni in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo. Si sopprime la struttura di missione ItaliaSicura contro il dissesto idrogeologico e non viene rinnovato il mandato della struttura di missione ItaliaSicura scuole per la riqualificazione dell'edilizia scolastica. Il Dipartimento Casa Italia diventa un progetto gestito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Immagino che tali strutture furono pensate per tre ordini di motivi: pericolosità sismica ed idrogeologica del territorio italiano; grande vulnerabilità del patrimonio edilizio e delle infrastrutture; paurosi ritardi nelle politiche di prevenzione dei grandi rischi, che da sempre ci fanno vivere in continua e drammatica emergenza.

La nostra è una penisola con grandi pericoli naturali, a causa della complessa geofisica del sottosuolo e della natura geologica, che ci rendono tra i Paesi più sismici e più franosi del mondo.

Il dissesto si intreccia con una grave carenza nella pianificazione del territorio. La regola base della prevenzione strutturale non è stata quasi mai rispettata. Dal 1950 ad oggi contiamo circa 5.500 vittime in oltre 4.000 tra frane e alluvioni, oltre che danni plurimiliardari. Franano anche strade e autostrade, ferrovie, reti idriche ed elettriche. Inoltre, oggi rileviamo un'ulteriore accelerazione del dissesto idrogeologico, a causa dei cambiamenti climatici innescati dal surriscaldamento globale. Il deterioramento del territorio è un pesante aggravio nei conti dello Stato e accumula debito futuro. Anche in una visione strettamente ragionieristica, è utile investire in prevenzione; è un investimento a grande moltiplicatore.

Per il rischio sismico, annotiamo mediamente un terremoto di intensità maggiore o eguale all'ottavo grado della scala Mercalli ogni quattro anni e mezzo. Dal 1968 (terremoto della valle del Belice), in cinquant'anni ci sono stati dieci severi scuotimenti, con danni per 150 miliardi di euro e drammatiche conseguenze, economicamente non valutabili, in termini di vite umane, di disgregazione sociale e di perdita o danneggiamento del patrimonio culturale.

In Italia, l'alta pericolosità associata alla vulnerabilità del costruito e all'esposizione della popolazione, determina un rischio critico. Emblematica la situazione delle scuole per il rischio sismico: l'esposizione è massima e la vulnerabilità elevata. Su 42.000 edifici scolastici solo 13.000 sono successivi all'entrata in vigore della prima seria normativa antisismica del 1976. Oltre il 40 per cento degli edifici scolastici si trova in zona 1 e 2, cioè interessate rispettivamente da terremoti fortissimi e forti; meno del 15 per cento di tali edifici è progettato o adeguato con criteri antisismici sufficienti.

Sulla base dell'elevato e ben noto rischio idrogeologico e sismico, possiamo affidarci a strutture di missione? Non sono queste strutture straordinarie, emergenziali? Concentrare i poteri e/o commissariare i problemi va bene per eventualità eccezionali ma in condizioni di persistente cronicità, come nel nostro caso, è un grave errore. I nostri rischi naturali hanno una normale gravità e vanno gestiti da strutture ministeriali e territoriali finalizzate a ciò, adeguatamente potenziate e finanziate. In particolare, il Ministero dell'ambiente, da un ruolo marginale nella difesa del suolo e mitigazione dei rischi, deve assurgere a un ruolo primario.

Il persistere di strutture di missione ci farebbe tornare indietro di trentadue anni a quando il Ministero dell'ambiente non esisteva ancora. Inoltre, che senso ha regimentare i corsi d'acqua ma continuare a consumare suolo? Che senso ha contenere le frane ma non contrastare adeguatamente gli incendi boschivi dei versanti? La prevenzione va operata da monte a valle in modo organico e in ciò solo il Ministero dell'ambiente può avere un quadro unitario. Occorre una risoluta ordinaria manutenzione del territorio, una decisa ordinaria prevenzione. Non si può condividere la passata prassi, fin troppo abusata, di non far funzionare l'ordinario per costringerci allo straordinario. (Applausi dal Gruppo M5S). Non possiamo continuare ad essere la patria dell'emergenza, con le ignobili risate alle tre di notte del 6 aprile 2009 mentre giovani innocenti spiravano sotto le macerie della Casa dello studente a L'Aquila. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP).

Terremoti, frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche sono i violenti, normali, fenomeni naturali dell'Italia, tra l'altro abbastanza conosciuti da noi studiosi e in buona parte abbastanza prevedibili. Diventano catastrofi per gravi colpe umane. I 27 angioletti del crollo della scuola di San Giuliano di Puglia nel sisma del 2002 pesano sulla coscienza della politica. Quel paese era «NC», sismicamente non classificato secondo la normativa allora vigente e quindi non assoggettato a criteri antisismici, mentre da cinque anni esisteva una nuova classificazione sismica, lasciata ad impolverarsi nei cassetti, che lo poneva in seconda categoria per la quale necessitano severe strutture antisismiche, capaci di resistere a terremoti ben più forti di quello che ha sbriciolato la scuola.

Odo il grido di dolore di tutte le vittime delle cosiddette catastrofi naturali. Prevenzione! (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP). Per il rischio sismico è indispensabile una specifica microzonazione sismica, una valutazione di vulnerabilità e un adeguamento di tutto il costruito. Per il dissesto idrogeologico vanno eliminate le cause scatenanti, valutati i guasti prodotti ed eseguiti gli interventi di bonifica. Se non dovesse essere possibile ottenere la messa in sicurezza del costruito, si potranno attuare opportune delocalizzazioni. In tutto ciò, solo il pieno funzionamento del Ministero dell'ambiente può garantire il successo. Ma per intervenire occorre una valida e aggiornata cartografia tematica (e qui casca l'asino). La nuova carta geologica d'Italia copre solo il 40 per cento del territorio nazionale; mancano molte aree ad elevatissima pericolosità sismica ed idraulica, come ad esempio quasi l'intera Calabria. Inoltre, la gran parte delle Regioni non ha un ufficio geologico. Anche la professionalità geologica è fortemente sottovalutata.

Da tutto ciò scaturisce la necessità di creare strutture normali di gestione del territorio e dei rischi, atte ad affrontare il necessario studio, la bonifica, la tutela e la valorizzazione degli strepitosi beni ambientali e socioculturali italiani. Occorre quindi dotare strutturalmente il Ministero dell'ambiente perché possa intraprendere una lotta integrata al degrado fisico e antropico del territorio, con finanziamenti ancor più consistenti di quelli elargiti alle strutture di missione, ma spesi in modo più sapiente e con le dovute priorità d'intervento. (Applausi dal Gruppo M5S).

Occorre un cambio di paradigma nella visione politica: l'ambiente non deve essere più lo squallido recapito di processi insostenibili, ma il punto di partenza per costruire uno sviluppo ecosostenibile e duraturo. L'ambiente prima di tutto; per una vita dignitosa e non solo per una mera sopravvivenza. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale.

Ha facoltà di parlare il relatore.

CORBETTA, relatore. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzioni tutti gli interventi; spenderò poche parole sulle questioni relative al turismo e alla famiglia perché vorrei poi concentrarmi sulle altre.

Per quanto riguarda il turismo, mi sembra del tutto evidente e chiaro che non si tratta di abbandonare delle esperienze, delle sinergie positive e delle attività svolte all'interno del MIBACT per promuovere unitariamente la cultura e il turismo. Si tratta di aggiungere altre sinergie; si tratta di trovare nuove opportunità di crescita, anche in termini di nuovi posti di lavoro. Quindi l'ambizione è semplicemente quella di affrontare una visione di sistema adeguata alle esigenze e alle potenzialità di più settori; una cosa non esclude assolutamente l'altra. Quindi non solo le attività agricole e agroalimentari, ma anche il patrimonio paesaggistico, artistico, culturale e anche l'offerta delle strutture ricettive.

Per quanto riguarda la famiglia, la scelta di rendere più coerente la disciplina si è resa necessaria per la profonda crisi delle nascite, come alcuni di noi hanno già sottolineato. Nel 2017 abbiamo raggiunto il picco massimo di questa crisi con la nascita e la registrazione agli uffici comunali del minor numero di bambini dall'inizio della storia del nostro Paese fino ad oggi. È evidente che i Governi precedenti hanno fatto troppo poco per tutelare la famiglia. Le politiche adottate sono state del tutto insufficienti per superare la crisi demografica e i fatti ne sono la testimonianza diretta. Il Governo del cambiamento darà quindi impulso ad interventi in ogni ambito, economico, fiscale, del lavoro, della salute, dell'istruzione e della cultura, per fermare la crisi demografica e rilanciare la famiglia una volta per tutte.

Fino ad oggi anche la disabilità è stata gestita in modo molto frammentato con competenze sparse all'interno di vari Ministeri. Da ora in avanti la Presidenza del Consiglio sarà la sede propria per dare il giusto impulso alle politiche in favore delle persone con disabilità, anche per quanto riguarda l'inclusione scolastica, l'accessibilità e la mobilità.

Arrivo quindi ai temi che mi stanno più a cuore, che sono quelli relativi alle competenze del Ministro dell'ambiente, del Ministro delle infrastrutture e in particolar modo alla soppressione di ItaliaSicura e di Casa Italia, di cui il presidente Renzi ha fatto una strenua difesa fino a poco tempo fa. Il Governo intende cancellare strutture che rappresentano delle duplicazioni di costi per la finanza pubblica e occuparsi di prevenzione di rischio idrogeologico e sismico in maniera strutturale e sistematica con le vie ordinarie. Questo è il nostro intento. Nella passata legislatura abbiamo visto nascere diverse strutture presso la Presidenza del consiglio, chissà, forse frutto di una diffidenza del Presidente del consiglio pro tempore nei confronti dei propri Ministri. Quel che è certo è che l'accentramento dei compiti in capo al Presidente del Consiglio ricorda molto da vicino la logica del «ghe pensi mi» di berlusconiana memoria; un «ghe pensi mi» in salsa fiorentina, verrebbe da dire. La logica dell'uomo solo al comando che risolve i problemi è una logica che ha accomunato destra e sinistra e che in realtà non ha mai risolto nessun problema nel nostro Paese; questa logica non ci apparterrà mai. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP).

Nello specifico, Casa Italia ha prodotto risultati decisamente inferiori alle aspettative e anche durante le audizioni non è mancato chi lo ha fatto presente. Per esempio, il presidente del Consiglio nazionale dei geometri e dei geometri laureati ha dichiarato che i territori e i cittadini non hanno compreso quale fosse la missione di questo ente. Anche il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri non ha usato mezzi termini, dicendo che sul tema della prevenzione del rischio sismico Casa Italia non ha operato, ma si è prodotto solo un documento di scarsissimo impatto dal punto di vista della prevenzione sismica.

Per quanto riguarda il dissesto idrogeologico e la chiusura di ItaliaSicura, noi vogliamo ridare centralità al Ministero dell'ambiente su un tema che da sempre è stato di sua competenza, individuando nel Ministero un unico centro di coordinamento e di responsabilità politica per le azioni di contrasto al dissesto. Il ministro Costa ha già assicurato pubblicamente che il contrasto al dissesto idrogeologico sarà una delle priorità del suo Dicastero e intende attivarsi per sbloccare i fondi e fornire supporto alla progettazione degli interventi prioritari. Però occorre dire una cosa molto chiara: il dissesto idrogeologico si combatte, prima di ogni altra cosa, con una seria e rigorosa legge contro il consumo di suolo, che ovviamente i precedenti Governi si sono ben guardati dall'approvare. (Applausi dal Gruppo M5S).

Si è parlato molto e a sproposito delle opinioni degli auditi in Commissione, come ho già citato all'inizio. Sono state espresse molte richieste di chiarimento, ma è naturale che sia così, di fronte a un cambio organizzativo come quello in questione. Tuttavia nessuno ha gridato allo scandalo nei confronti di questa scelta organizzativa; anzi, qualcuno ha esplicitamente criticato l'esperienza di ItaliaSicura, come il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, che ha dichiarato che la struttura di missione ItaliaSicura non è stata in grado di fare coordinamento con gli enti, utilizzando in maniera coerente e più rapida le risorse.

Si è espresso pubblicamente anche Pierluigi Claps, docente di idrologia al Politecnico di Torino, dichiarando che ItaliaSicura non ha impresso una particolare svolta. In effetti, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle strutture idriche ha il suo punto di forza unicamente nella pubblicità e nella comunicazione. È servita a fare grandi annunci e a presentare slide in giro per l'Italia in convegni appositamente organizzati e sempre sponsorizzati da Palazzo Chigi. È stato, più che altro, un megaspot del presidente del Consiglio Renzi. (Applausi dai Gruppi M5S e L-SP).

Ma, proprio perché non vogliamo fermarci agli annunci e agli slogan, entriamo nel dettaglio. Per quanto riguarda le infrastrutture idriche, ItaliaSicura ha realizzato il cosiddetto portale dell'acqua; c'è un'interessante rassegna di norme e di dati statistici editi da Istat e una mappa interattiva, dalla quale si evince lo stato drammatico della depurazione in Italia e il numero impressionante di procedure di infrazione. Per superare l'emergenza, il CIPE nel 2012 ha stanziato 1,6 miliardi di euro per 183 interventi di collettamento e di depurazione nelle Regioni del Mezzogiorno. Ad attuare tale intervento è stato chiamato un commissario straordinario, che ha fornito assistenza dal 2013 al 2015 al Ministero dell'ambiente. L'attività della struttura di missione su questo tema non ci pare per nulla rilevante.

Anche per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, abbiamo un'apposita sezione del sito di ItaliaSicura con una rassegna di norme statistiche e di dati tratti dai rapporti di ISPRA, infarcita di centinaia di spot propagandistici per raccontare e riraccontare le cose fatte da altri, allietati da gioiosi selfie delle maestranze impegnate nei cantieri, attivi indipendentemente dall'attività della struttura di missione. Prendiamo ad esempio il cavallo di battaglia della struttura di missione, il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, e il recupero del cosiddetto tesoretto di 2 miliardi di euro non spesi negli anni precedenti. Enunciato così, il Piano nazionale di opere e di interventi di riduzione del rischio idrogeologico parrebbe un piano organico risolutivo, sostenuto da un progetto unico e da un programma economico. In realtà, si tratta di un piano che comprende un elenco di interventi inseriti dalle Regioni in una piattaforma digitale sviluppata e gestita dall'ISPRA per conto del Ministero dell'ambiente ancor prima dell'istituzione della struttura di missione. Andiamo ad analizzare il tesoretto dei 2 miliardi recuperati, secondo ItaliaSicura, dalla revoca dei finanziamenti e dagli interventi finanziati dal Ministero prima del 2010 e mai realizzati. Ebbene, grazie a un'interrogazione della scorsa legislatura della nostra deputata Federica Daga abbiamo saputo che il recupero del reale non ha raggiunto i 7 milioni di euro: altro che 2 miliardi. Anche questo era uno dei soliti annunci della struttura di missione, naturalmente ripreso con enfasi dai giornali.

In conclusione, il Ministero potrà tranquillamente continuare a fare il lavoro che ha sempre fatto prima, durante e dopo la struttura di missione, senza sentirne alcuna mancanza. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Avverto che è stata presentata, ai sensi dell'articolo 96 del Regolamento, una proposta di non passaggio all'esame degli articoli da parte del senatore Ferrari. La votazione sarà effettuata dopo le repliche della relatrice di minoranza e del rappresentante del Governo, prima dell'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 1 del decreto-legge.

Ha facoltà di parlare la relatrice di minoranza, senatrice Malpezzi.

MALPEZZI, relatrice di minoranza. Signor Presidente, quanto ho a disposizione?

PRESIDENTE. Dieci minuti.

MALPEZZI, relatrice di minoranza. Signor Presidente, volevo in maniera cordiale, attraverso lei, replicare al relatore che dice che non sentiremo la mancanza delle strutture di missione. Io sono sicura che questo Governo non ne sentirà la mancanza, ma penso che i cittadini la mancanza la sentiranno eccome. (Applausi dal Gruppo PD). Se non altro perché, rispetto alle audizioni che il relatore è stato così solerte a recitare, egli ha evidentemente deciso di fare una selezione - così com'è logico che sia - degli interventi. Mi riserverò poi di dire che cosa Legambiente e Cittadinanza attiva - che non possono essere tacciati di essere alleati del Partito Democratico - hanno detto in quella sede.

Ho ascoltato con grande interesse il dibattito qui in Aula e anche la cortesia dei toni utilizzati dal collega Vallardi, che indubbiamente ha una grande esperienza come sindaco, e volevo dispiacermi con lui, perché in Italia, nel corso degli ultimi tre anni e mezzo, per quanto riguarda l'edilizia scolastica, sono stati 12.415 gli interventi e 8.114 gli edifici coinvolti e se nessuno di questi interventi ha riguardato i Comuni da lui amministrati mi dispiace. Ci sono invece tanti sindaci, più di 8.000, in Italia che sono contenti, perché grazie al grande incremento che c'è stato a livello di edilizia scolastica hanno potuto dare una mano alle scuole del loro territorio, per un totale di 5,2 miliardi già spesi. (Applausi dal Gruppo PD).

Ora, la nostra preoccupazione - ma la scelta di questo Governo mi sembra molto chiara - è che cosa faranno con quei 7 miliardi che sono ancora lì e che in realtà servono per poter coprire altre opere già presentate rispetto all'edilizia scolastica, ma gli stessi amministratori locali stanno sollevando perplessità e preoccupazioni perché non sanno a chi rivolgersi ora. Siccome questa è la prerogativa che il Governo dovrebbe avere, ossia rispondere ai cittadini, la prima domanda che abbiamo provato a fare è stata proprio questa: se le competenze passano al MIUR, ci sarà un semplicissimo numero di telefono che consentirà agli amministratori locali, che - lo ribadisco - non hanno colore, di fare quel numero e trovare qualcuno che risponda, impedendo loro magari di fare errori nella programmazione e nella progettazione, come spesso è accaduto negli anni precedenti? (Applausi dal Gruppo PD).

Guardate che il problema non riguarda chi smonta e chi costruisce, chi fa, chi mette e chi toglie; il problema è se i soldi che ci sono arrivano a chi poi deve utilizzarli per il bene dei cittadini. E le strutture di missione servivano a questo: anche a farli arrivare con una programmazione che potesse essere seria.

D'altra parte ve l'ha detto anche Legambiente durante l'audizione in 1a Commissione al Senato. Nella relazione infatti si legge: «L'istituzione delle strutture di missione che si vogliono eliminare e la loro allocazione presso la Presidenza del Consiglio sono state una risposta per recuperare anni di ritardi nella messa in sicurezza dei territori, nella depurazione delle acque, nella sicurezza delle scuole». Questo - ripeto - lo dicono i rappresentanti dei cittadini auditi in 1a Commissione. E se riteniamo che non sia necessario ascoltarli che stiano dicendo chissà cosa, prendendo le posizioni di chi governava prima, mi sembra quantomeno assurdo.

Provo ad andare con ordine. Lo dico alla collega Saponara, che ha fatto un intervento assolutamente interessante rispetto al turismo e alla scelta che - saremo sciocchi noi - non riusciamo ancora a capire.

Cara collega Saponara, il problema - lo dico sempre attraverso il Presidente - non è che voi unite semplicemente il turismo all'agricoltura, ma che vi dimenticate completamente in questo modo che si chiama turismo culturale e che comprende anche il cibo, l'agroalimentare e l'enogastronomia. Voi riducete tutto; avete questa mania dei compartimenti stagni. Per voi si ragiona per compartimenti stagni, quasi per ghetti e devono essere quelli. Non sapete neanche cosa sia la sinergia tra le diverse forze che operano tra loro. Turismo culturale: voi invece togliete valore al cibo e all'enogastronomia, che potevano avere un grande valore di natura culturale. Una cosa dovevate fare con un po' più di coraggio. Lo dico al senatore Ripamonti, che ha fatto un intervento indubbiamente complesso. Con coraggio, se volevate valorizzare il turismo, non potevate creare il Ministero del turismo da solo? Potevate fare una scelta molto più chiara e più trasparente. Sarebbe stata semplicissima. Lo avreste valorizzato in tutti gli aspetti, senza dover passare del tempo a spiegare una scelta che oggettivamente è immotivata da qualsiasi punto di vista.

Caro senatore Ripamonti, sempre tramite la cortesia del Presidente, aggiungo che lei ha affrontato nel suo intervento anche la tematica delle politiche familiari dicendo, come veniva ribadito anche poco fa, che l'Italia sta subendo e vivendo il grandissimo crollo delle nascite, un grandissimo calo demografico e che, quindi, è necessario attuare delle politiche per la famiglia. Secondo voi, le politiche per la famiglia sono creare il Ministero per la famiglia senza dargli un euro. Non date fondi! (Applausi dal Gruppo PD). Non agite in nessun modo; fate in modo che ci sia un coordinatore (di che?) che vada ulteriormente a burocratizzare un sistema che, invece, deve essere semplificato con politiche che siano davvero attive.

E che si ragioni davvero sulla composizione oggi - a lei non piacerà - delle famiglie perché la mia famiglia è diversa dalla sua ed è diversa da quella di qualcun altro. Non piacerà a lei, ma si guardi in giro; non c'è una famiglia uguale all'altra. (Applausi dal Gruppo PD). Le può piacere o meno, ma le famiglie, fortunatamente, sono diverse. Fortunatamente - dico io - il mondo in cui viviamo è un altro.

Aggiungo ancora un'ultima questione, che per me è importante. Lo abbiamo ribadito più volte all'interno di quest'Assemblea e siamo anche stati un po' simpaticamente dileggiati dal relatore - ma ci sta - rispetto alla nostra incomprensione della scelta di staccare il turismo e unirlo al Ministero delle politiche agricole. Noi abbiamo una convinzione chiara: turismo e cultura - su questo vogliamo che voi ci smentiate - sono gli elementi distintivi del brand Italia e il nostro Paese è al primo posto davvero nel ranking mondiale della brand reputation. In questo senso è necessario approcciarsi in un altro modo e non con quello che cercate di propinarci - mi consenta, relatore - non secondo la logica del "ghe pensi mi", che lei attribuisce a noi, perché voi non sareste in grado di fare neanche quello, visto che a decidere sono in due e devono fare i conti anche con il terzo. (Applausi dal Gruppo PD). Funziona sempre così.

PRESIDENTE. Poiché il rappresentante del Governo non intende intervenire in sede di replica, come anticipato, passiamo alla votazione della proposta di non passaggio all'esame degli articoli, in base all'articolo 96 del Regolamento.

Senatori, prendete posto. Chiedo ai senatori, che si trovano accanto delle tessere inserite senza la presenza del senatore corrispondente, di estrarle. Cortesemente, invito gli assistenti ad aiutarci a farlo.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della proposta di non passare all'esame degli articoli, presentata dal senatore Ferrari.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul disegno di legge in esame e sugli emendamenti, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo all'esame dell'articolo 1 del disegno di legge.

Avverto che gli emendamenti si intendono riferiti agli articoli del decreto-legge da convertire.

Procediamo all'esame degli emendamenti e dell'ordine del giorno riferiti all'articolo 1 del decreto-legge, che si intendono illustrati, sui quali invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunciarsi.

CORBETTA, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5 e 1.13.

Esprimo parere favorevole sugli emendamenti 1.6 e 1.9. Sull'emendamento 1.7 il parere è favorevole ma con una piccola precisazione di drafting, nel senso di sostituire al punto 1) dopo la frase: «sono sostituite dalle seguenti» le parole: «dei beni e delle attività culturali» con le seguenti: «per i beni e le attività culturali».

Invito quindi al ritiro dell'emendamento 1.11 perché di fatto questo emendamento è già recepito da un emendamento del relatore e lo stesso vale per l'emendamento 1.12. L'emendamento 1.500 è a mia firma.

Sull'ordine del giorno G1.1 esprimo parere favorevole al suo accoglimento da parte del Governo come raccomandazione, come avvenuto in Commissione.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della prima parte dell'emendamento 1.1.

ZANDA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZANDA (PD). Signor Presidente, ho ascoltato in Commissione e in Aula molti interventi che hanno contestato il passaggio delle competenze in materia di turismo al Ministero dell'agricoltura con tesi diverse, tutte molto interessanti nel merito, partendo da chi sosteneva l'utilità di lasciare le cose come stanno a chi affermava l'opportunità di trasferire la competenza al Ministero per lo sviluppo economico; altri hanno chiesto la costituzione di un Ministero apposito, alcuni hanno addirittura chiesto che la competenza sul turismo passasse alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sono tutte soluzioni che devo dire, senza nemmeno una grande necessità di approfondimento, apparivano subito molto superiori alla soluzione che invece è stata scelta dal Governo, con il passaggio delle competenze al Ministero dell'agricoltura. Devo dire che questa è sembrata subito - l'ha detto poco fa il senatore Errani - una scelta molto piccola, una scelta, cioè, senza nessun tipo di prospettiva. Peraltro, anche chi ha sostenuto in Commissione e in Assemblea, anche poco fa, l'utilità del passaggio al Ministero dell'agricoltura lo ha fatto con argomenti - devo dire - molto deboli.

Oggi pomeriggio in Aula ho sentito esporre addirittura la tesi che sarebbe importante il passaggio al Ministero dell'agricoltura perché molti turisti, quando vanno via dall'Italia, si portano a casa formaggi o vini italiani. (Applausi dal Gruppo PD). Francamente mi sembra che l'argomento meritasse motivazioni migliori.

In realtà, credo che in questa fase sia mancata al Parlamento una qualità che invece, a mio avviso, è sempre necessaria: sto parlando della sincerità. Noi non abbiamo dibattuto sulle reali ragioni per cui si vuole spostare la competenza del turismo e attribuirla al Ministero dell'agricoltura. Le ragioni di questo spostamento sono due e sono note a tutti noi. C'è innanzitutto l'omaggio - debbo dire, dal punto di vista di chi lo fa, anche meritato - al senatore Centinaio, che in materia di turismo ha una particolare competenza e quindi ha chiesto di poterla esercitare. La questione si è combinata evidentemente con i risultati del bilancino dei poteri tra i due partiti che sostengono il Governo, e nel bilancino dei poteri ci stava che il turismo venisse spostato da un Ministero all'altro. Queste sono le due ragioni per le quali il Governo propone questo spostamento.

Io credo che per ragioni di questa natura si possano fare molte cose: vediamo che addirittura si possono nominare i consiglieri delle Ferrovie dello Stato, la governance della RAI. Ritengo, però, che sia cosa molto diversa che, per ragioni politiche, di questo genere si tocchi l'architettura delle istituzioni dello Stato. (Applausi dal Gruppo PD). Questa è una cosa molto molto diversa: lo spostamento di competenze per motivi di parte politica è una cosa che noi finora non avevamo mai visto.

Io dico questo e mi rivolgo all'Assemblea del Senato: i senatori possono votare in due modi e cioè a favore della proposta del Governo o contro. Se voteranno a favore, vorrà dire che avranno seguito un indirizzo meramente politico, perché non esistono ragioni razionali affinché lo spostamento di competenza avvenga. In questo caso invito allora i colleghi senatori ad evitare poi di dirci, per cortesia, che il Parlamento perde i suoi poteri, perché li perde quando noi evitiamo di esercitarli per seguire un'indicazione politica sbagliata. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 1.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori, fino alle parole «Sopprimere l'articolo:».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 1.2.

Passiamo all'emendamento 1.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.3, presentato dal senatore Rampi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 1.4, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.4, presentato dalla senatrice Tiraboschi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 1.5, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.5, presentato dal senatore Battistoni e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 1.13, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.13, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.6, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.7 (testo corretto), presentato dai senatori Grassi e Pirovano.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.9, presentato dai senatori Pirovano e Grassi.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 1.10 è ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.11, presentato dal senatore Pagano e da altri senatori, identico all'emendamento 1.12, presentato dal senatore Mirabelli e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 1.500, presentato dal relatore.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Poiché i presentatori non insistono per la votazione, l'ordine del giorno G1.1 è accolto come raccomandazione.

Passiamo all'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno riferiti all'articolo 2 del decreto-legge, che invito i presentatori ad illustrare.

FERRAZZI (PD). Signor Presidente, abbiamo già avuto modo, in successive sedute di Commissione, e ora in Assemblea, di valutare il provvedimento in generale, e in particolare questo emendamento.

Ci sono due urgenze per far fronte in maniera adeguata al dissesto idrogeologico e a tutte le altre questioni afferenti allo stesso, di cui stiamo parlando da alcune ore oggi in questa Assemblea. La prima è superare la frammentazione dei poteri, che purtroppo ha determinato l'inefficacia di moltissimi interventi che erano pur nati sotto i migliori auspici.

L'altra cosa da fare è lavorare superando la straordinarietà degli interventi, concentrandosi in particolare sulla questione della prevenzione. Ovviamente, accanto a questo, c'è la necessità degli investimenti. Orbene, la frammentazione era esattamente il motivo per cui i Governi precedenti hanno costituito le unità di missione, di cui molto si è parlato in questa sede.

La questione centrale, signor Presidente, sta nel fatto che c'è bisogno di una governance unitaria per superare la frammentazione, e la governance unitaria è l'unico modo per realizzare davvero una politica, una policy generale davvero efficace ed efficiente.

La ratio per cui era stata inserita sotto la competenza del Presidente del Consiglio dei ministri, e quindi di grandi personalità - è stato citato prima l'architetto Renzo Piano, ma potremmo citarne anche altri - stava esattamente in questo ragionamento. Mi riferisco cioè alla capacità di una struttura snella, che è capace di coordinare gli interventi, di essere efficace, di superare la frammentazione, capace di essere credibile, di essere unico interlocutore con gli enti locali, coi Comuni, con le Città metropolitane, con le Province, con le Regioni e con tutti gli enti nazionali e territoriali di cui la nostra Nazione non manca.

Signor Presidente, come già dicevo in sede di illustrazione della questione pregiudiziale, i danni per eventi sismici nel nostro Paese ammontano a 3,6 miliardi all'anno; quasi un terzo del totale dei Comuni della nostra Nazione sono stati colpiti dal dissesto idrogeologico terzo dall'inizio degli anni Settanta ad oggi. Signor Presidente, gli enti chiamati a monitorare oggi questi singoli interventi sono 14; pensiamo forse che riportando le competenze in capo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si avrà una struttura capace di garantire efficienza di efficacia? Pensiamo forse che questi 14 enti di monitoraggio avranno una riduzione dal punto di vista dell'azione del Governo, oppure ci sarà un'ulteriore frammentazione? Nei 1.500 cantieri che sono stati aperti in questi tre anni abbiamo già investito un totale di 13 miliardi; il provvedimento di cui parlava il relatore nella replica, quello che stiamo esaminando oggi, doveva addirittura ridurre la spesa; in realtà nessuna spesa è stata ridotta, nemmeno dal punto di vista dell'organizzazione.

Signor Presidente, noi non siamo qui a difendere pregiudizialmente interventi migliorativi che possono sempre essere fatti. È del tutto evidente che quando si affrontano attività di Governo, tutte le azioni e le decisioni devono essere messe in discussione, valutando i punti di forza e i punti di debolezza, ma in questo caso, come già diceva il presidente Zanda, la vera motivazione di questo provvedimento - e anche la discussione odierna lo fa emergere in maniera evidente - è una spartizione dei poteri che prescinde totalmente dalla finalità dell'efficienza e dell'efficacia per i cittadini, ma risponde invece - questa sì - a una logica neospartitoria da manuale Cencelli. È evidente che questi sono i motivi per cui noi abbiamo proposto l'emendamento 2.1; un emendamento draconiano che non vuole difendere lo status quo, ma il fatto che finalmente nel nostro Paese alcuni interventi strategici venivano coordinati e fatti.

PRESIDENTE. Avviso i senatori del Gruppo Partito Democratico che hanno ancora a loro disposizione 3 minuti e 40 secondi.

I restanti emendamenti e l'ordine del giorno si intendono illustrati.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi sugli emendamenti e sull'ordine del giorno in esame.

CORBETTA, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti 2.7 e 2.9 e parere contrario sui restanti emendamenti.

Il parere sull'ordine del giorno G2.1 è favorevole ove accolta la seguente riformulazione con cui chiediamo di eliminare le parole: «- senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica e sulla base delle risorse umane strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente -».

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore, tranne che sull'emendamento 2.9, per il quale proponiamo la seguente riformulazione, tendente a sopprimere la lettera b) e ad aggiungere, in fine, le seguenti parole: "Al comma 6 sostituire le parole: «per l'anno 2018» con le seguenti: «già trasferite al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri e disponibili»".

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.1, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.2, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 2.3, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.3, presentato dalla senatrice Tiraboschi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.4, presentato dalla senatrice Tiraboschi.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.5, presentato dal senatore Ferrazzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 2.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

DE PETRIS (Misto-LeU). Ne chiedo la votazione e domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, noi abbiamo sempre sostenuto, a proposito di questo decreto-legge, che condividevamo l'articolo 2 e la soppressione della struttura di missione sul dissesto idrogeologico presso la Presidenza del Consiglio, per un ritorno strutturale, con più competenze, all'interno del Ministero dell'ambiente.

Proprio i dati fornitici durante la discussione in Commissione e oggi in Assemblea ci dimostrano quale sia l'urgenza di intervenire in modo sistematico, con progetti a breve, medio e lungo termine, sul dissesto idrogeologico, su una realtà che vede praticamente l'80 per cento dei Comuni italiani in aree interessate da dissesto idrogeologico, ovviamente con gravità diverse. Occorre un progetto che non abbia solo le caratteristiche di intervenire sull'emergenza o per un tempo limitato, ma che sia inquadrato all'interno di un Ministero che, per quanto mi riguarda, non può che essere il Ministero dell'ambiente, con una missione specifica.

Con l'emendamento 2.6 avanziamo una proposta che, ahimè, non è stata accolta. Nella struttura di missione in questo periodo di tempo si erano comunque accumulati esperienze, personale, know how, che sarebbe assolutamente necessario - almeno questa è la proposta dell'emendamento - trasferire all'interno del Ministero stesso. Infatti, come si evince anche dall'altro emendamento che abbiamo presentato, il 2.8, che propone, anche in modo provocatorio, di indire dei concorsi presso il Ministero dell'ambiente, c'è una reale esigenza. Spero che, dopo il trasferimento in pianta stabile, strutturale, all'interno del Ministero dell'ambiente, si affronti una volta per tutte la questione dell'organico e del personale specializzato. Ormai andiamo avanti di precariato in precariato, dall'ISPRA e al Ministero dell'ambiente, quindi, nel momento in cui si assumono fino in fondo competenze così importanti, credo sarebbe utile affrontare anche la questione delle risorse umane.

Nella fattispecie, chiedo la votazione dell'emendamento 2.6, che propone che quelle risorse umane presenti all'interno della struttura di missione e che oggi sono tornate (perché erano comandate) nei Ministeri e negli uffici di provenienza, vengano trasferite, insieme alle risorse finanziarie, in modo funzionale, all'interno del Ministero stesso.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.6, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.7, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Senatrice Pinotti, la invito cortesemente ad estrarre la scheda nella postazione accanto alla sua, visto che il senatore non risulta presente.

Passiamo all'emendamento 2.8, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.8, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

L'emendamento 2.100 è ritirato.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 2.9 (testo 2), presentato dalla Commissione, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'ordine del giorno G2.1. Chiedo alla prima presentatrice, senatrice Vanin, se accetta la riformulazione proposta dal Governo.

VANIN (M5S). Sì, signor Presidente, la accetto.

PRESIDENTE. Essendo stato accolto dal Governo, l'ordine del giorno G2.1 (testo 2) non verrà posto ai voti.

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 3 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

CORBETTA, relatore. Signor Presidente, il parere è contrario sugli emendamenti da 3.1 a 3.9. Il parere è invece favorevole sugli emendamenti 3.10 e 3.11. È altresì contrario all'emendamento 3.12 e favorevole sui restanti emendamenti da 3.13 a 3.15.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere è conforme al Governo ad eccezione dell'emendamento 3.10 per il quale chiediamo una riformulazione.

Con esattezza, alla lettera b), comma 4-bis, dopo le parole «sono definite», chiediamo di aggiungere le seguenti: «con invarianza delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».

PRESIDENTE. Chiedo al relatore se concorda con la proposta del Governo.

CORBETTA, relatore. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.1, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.2, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.3.

IORI (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IORI (PD). Signor Presidente, vorrei semplicemente riprendere una riflessione brevissima sulla questione, che è stata affrontata in vari interventi che mi hanno preceduto, riguardante il singolare nella intitolazione e nel testo dell'articolo 3, riguardante la famiglia.

In realtà, forti trasformazioni sociali intervenute negli ultimi decenni hanno fortemente modificato la struttura, il ruolo, la fisonomia della famiglia. Oggi noi ci troviamo di fronte a una costellazione e a una pluralità di famiglie. Quindi, non possiamo più parlare al singolare. Non è solo una questione grammaticale.

Lo stesso regolamento del censimento, il regolamento anagrafico e i dati ISTAT ci dicono che la famiglia modale classica è ridotta a poco più del 30 per cento, a fronte invece di una pluralità di modelli di famiglia che comprendono le famiglie ricostituite in seconda unione, le famiglie monogenitoriali, le famiglie monopersonali, adottive, affidatarie.

Credo quindi che continuare a parlare di famiglia al singolare sia lesivo della pluralità, sia inopportuno rispetto al nostro tempo e sia anche offensivo nei confronti di quei bambini che si trovano all'interno di queste famiglie diverse, alcuni dei quali sono discriminati anche dalle parole del ministro Fontana, il quale ha affermato che non si possono riconoscere i figli di coppie dello stesso sesso. Ci piaccia o meno, questi bambini non hanno scelto in quale famiglia nascere, quindi hanno diritto a essere destinatari di cura, di attenzione educativa da parte dei loro genitori in qualsiasi contesto. (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.3, presentato dalla senatrice Iori e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risulta pertanto precluso l'emendamento Tit. 1.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.4, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.5, presentato dalla senatrice Tiraboschi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 3.6, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.6, presentato dalla senatrice Tiraboschi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.7, presentato dalla senatrice De Petris e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 3.8, presentato dalla senatrice Iori e da altri senatori, fino alle parole «lettera d)».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e l'emendamento 3.9.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.10 (testo 2), presentato dalla Commissione, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.11, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.12, presentato dalla senatrice Parente e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.13, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.14, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 3.15, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 4 del decreto-legge, che si intendono illustrati, su cui invito il relatore e il rappresentante del Governo a pronunziarsi.

CORBETTA, relatore. Signor Presidente, esprimo parere contrario sugli emendamenti 4.1, 4.2, 4.8 e 4.9.

Per quanto riguarda l'emendamento 4.3, come avevamo già detto in Commissione, ne chiediamo la trasformazione in ordine del giorno, che potrebbe essere accolto come raccomandazione, altrimenti il parere è contrario.

Invito i presentatori a ritirare gli emendamenti 4.4 e 4.5, altrimenti il parere è contrario.

Esprimo parere favorevole sull'emendamento 4.6 e sull'emendamento 4.10 con una precisazione di drafting: al comma 3-quinquies, lettera b), le parole: «terzo capoverso» devono essere sostituite dalle parole: «quarto periodo».

Esprimo inoltre parere favorevole sull'emendamento 4.0.1 (testo 2), previa la seguente riformulazione: al comma 1, sopprimere la lettera c) e dopo il comma 1 aggiungere il seguente punto: «2. All'attuazione del presente articolo le amministrazioni interessate provvedono con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».

Esprimo inoltre parere favorevole sull'emendamento 4.0.2 (testo 2), previa la seguente riformulazione: alla lettera a) premettere la seguente: "0a) all'articolo 1, comma 8, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis della legge 23 agosto 1988, n. 400» con le seguenti: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato ai sensi dell'articolo 4-bis»".

Esprimo infine parere favorevole sull'emendamento 4.0.4.

SANTANGELO, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, esprimo parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.1.

MARGIOTTA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARGIOTTA (PD). Signor Presidente, sarò rapidissimo, dati i tempi a disposizione del Gruppo. Casa Italia è stata un'intuizione importante del Governo Renzi, sviluppata con il contributo essenziale di Renzo Piano, senatore a vita e grande architetto ma non solo, anche di scienziati di chiara fama del calibro del professor Azzone, all'epoca rettore del Politecnico di Milano. È stato ricordato oggi che nella scorsa legislatura facemmo sul tema un dibattito di livello molto alto su una relazione, appunto, di Renzo Piano, cui parteciparono con grande condivisione tutti i Gruppi.

Ma che cos'è, o dovrei dire purtroppo che cos'era il progetto Casa Italia? Essenzialmente il passaggio dalla cultura dell'emergenza ad una cultura della prevenzione, intervenendo sul patrimonio immobiliare. Ho sentito che anche senatori della maggioranza insistevano su questo tema. Il patrimonio italiano è tanto bello quanto a rischio, nei centri storici, e a volte molto meno bello, se non brutto, ma altrettanto insicuro nelle periferie costruite negli anni Sessanta. Uno straordinario progetto studiato per la sicurezza degli italiani… (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.1, presentato dalla senatrice Malpezzi e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.2, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Per quanto riguarda l'emendamento 4.3, ne è stata chiesta la trasformazione in ordine del giorno. Relatore, conferma la richiesta?

CORBETTA, relatore. Sì, signor Presidente, chiediamo la trasformazione dell'emendamento 4.3 in ordine del giorno, che potrebbe essere accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Senatore D'Arienzo, accoglie la proposta del relatore?

D'ARIENZO (PD). No signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo pertanto alla votazione della prima parte dell'emendamento 4.3.

D'ARIENZO (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

D'ARIENZO (PD). Signor Presidente, l'emendamento al nostro esame con i due successivi riguardano i progetti che erano in corso da parte di Casa Italia. Una volta decisa la cancellazione di Casa Italia, come Partito Democratico, ritenevamo opportuno e necessario che i progetti relativi al rapporto sulla promozione della sicurezza dei rischi naturali, il progetto dieci cantieri e la mappa dei rischi naturali fossero da mantenere, anche in capo alla Presidenza del Consiglio. In realtà, da quello che si capisce, la maggioranza vuole cancellare tutto. Come non esprimere allora preoccupazione, dal momento che non c'è solo il declassamento, ma anche la cancellazione vera e propria di un'esperienza che noi reputiamo positiva, anche perché innovativa rispetto al passato? (Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo della prima parte dell'emendamento 4.3, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori, fino alle parole «del Consiglio».

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Risultano pertanto preclusi la restante parte e gli emendamenti 4.4. e 4.5.

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.6, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.8, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Passiamo all'emendamento 4.9, su cui la 5a Commissione ha espresso parere contrario ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.

Essendone stata avanzata richiesta, indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.9, presentato dal senatore D'Arienzo e da altri senatori.

(Segue la votazione).

Il Senato non approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.10 (testo corretto), presentato dal relatore.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.1 (testo 3), presentato dai senatori Grassi e Pirovano, formulazione che recepisce le condizioni poste dalla 5a Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Sull'emendamento 4.0.2 (testo 3) chiedo il parere al Presidente della Commissione bilancio sulla riformulazione, ai sensi dell'articolo 100 del Regolamento.

PESCO (M5S). Signor Presidente, la riformulazione non impatta sul parere della Commissione bilancio, che resta pertanto invariato.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.2 (testo 3), presentato dal senatore Grassi.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

Indìco la votazione nominale con scrutinio simultaneo dell'emendamento 4.0.4, presentato dalla Commissione.

(Segue la votazione).

Il Senato approva. (v. Allegato B).

L'emendamento Tit.1 è precluso dalla reiezione dell'emendamento 3.3.

Passiamo alla votazione finale.

STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEGER (Aut (SVP-PATT, UV)). Signor Presidente, colleghe e colleghi, annuncio il voto di astensione del Gruppo Per le Autonomie al decreto-legge n. 86 sul riordino delle attribuzioni dei Ministeri.

Con riguardo al turismo, secondo noi non è rilevante a che Ministero aggregarlo, ai beni culturali piuttosto che al MISE, piuttosto che all'ambiente, piuttosto che all'agricoltura. Ovviamente, per l'importanza che il turismo ha per questo Paese, noi avremmo anche visto un Ministero a sé: ciò darebbe importanza a questo strategico settore della politica italiana.

Presidenza del vice presidente CALDEROLI (ore 19,34)

(Segue STEGER). Anche se noi, come sudtirolesi, abbiamo una competenza primaria in materia, dedicherò qualche parola in merito soprattutto sulla tematica del turismo, che ci è molto vicina. Se pensiamo alle bellezze, alle città di Roma, Venezia o Firenze, alle tantissime città d'arte, ai borghi medievali, alle varietà del paesaggio, alle montagne più belle del mondo, le Dolomiti, alle maestose vette delle Alpi occidentali, alle colline, al mare stupendo, alla cucina italiana, al made in Italy, alla creatività degli italiani, veramente l'Italia avrebbe il potenziale e dovrebbe essere il numero uno come meta turistica al mondo, più della Francia, più della Spagna e più degli Stati Uniti d'America, che ci sono davanti.

Ho detto che non è importante dove aggregarlo, però è importante dare professionalità a questo Ministero. Se adesso un operatore del turismo è a capo di questo Ministero, io spero che porti in questa materia la sua professionalità e la sua esperienza. Ciò serve veramente, perché bisogna confezionare bene i tantissimi prodotti turistici; il Ministero avrà da compiere un intenso e a volte anche difficile lavoro di coordinamento. Però nel turismo non c'è bisogno di una strategia top down, bensì di una strategia bottom up, ossia di valorizzare e coordinare le tantissime offerte e i tantissimi prodotti turistici delle tantissime destinazioni d'Italia. Il Ministero non dovrà imporre, ma piuttosto avrà il compito di proporre, di agevolare, di incentivare e soprattutto di organizzare il turismo. È stato detto che ci vuole l'organizzazione del turismo e delle proposte turistiche nelle varie parti del Paese, anche se io dico che la forza di ogni Paese e di ogni destinazione turistica sono gli operatori stessi, più che il Ministero, più che la politica. Sono loro che alla fine fanno i prodotti o non li fanno bene. Gli italiani per buona parte fanno bene il loro lavoro, ma ci vuole ancora più professionalità e ci vuole soprattutto l'aiuto da parte di un Governo che veda il turismo come obiettivo principale di una strategia politica per il Paese.

Non voglio soffermarmi sui dettagli, perché avremo sicuramente modo di discuterne più in là, ma voglio dire al signor Ministro soprattutto una cosa: non è solo la politica turistica che fa il turismo, ma ci vuole anche un'efficiente politica per le infrastrutture, un'efficiente politica per la mobilità e ci vuole anche sicurezza in tutto il Paese, perché il turista viene solo dove si sente sicuro e si sente bene.

Ci vogliono quindi strategie politiche che non riguardino solo il turismo; queste sono importantissime per il turismo, ma penso che il Governo debba compiere un lavoro di squadra, perché solo così si può arrivare dove l'Italia deve arrivare: l'Italia deve essere il Paese numero uno al mondo nel campo del turismo per le ragioni che ho spiegato.

Per cui chiudo confermando il nostro voto di astensione e ribadisco che secondo noi la cosa più importante non è dove si aggrega il turismo; la cosa più importante è che del turismo si faccia una strategia in questo Paese. (Applausi dal Gruppo Aut (SVP-PATT, UV).

PRESIDENTE. Colleghi, se siete d'accordo, darei ora spazio a un ulteriore intervento in dichiarazione di voto, per poi rinviare il seguito della discussione del disegno di legge in titolo alla seduta di domani, lasciando così spazio agli interventi di fine seduta.

Poiché non si fanno osservazioni, così rimane stabilito.

DE PETRIS (Misto-LeU). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE PETRIS (Misto-LeU). Signor Presidente, dichiaro il voto contrario dei senatori del Gruppo Liberi e Uguali al disegno di legge di conversione del decreto-legge al nostro esame. Abbiamo dato un giudizio molto articolato anche nel merito, come si è visto anche in fase di votazione degli articoli, e dico anche con estrema chiarezza che abbiamo condiviso alcune scelte, come quella - l'ho ricordato poco fa - di sopprimere alcune strutture di missione e portare le competenze, come nel caso della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, all'interno del Ministero competente. È stato ed è un giudizio, per quanto ci riguarda, articolato.

Il voto contrario è sostanzialmente legato a quello che ci è apparsa, fin dall'inizio, una serie di scelte ideologiche che sono alla base del decreto-legge. Parlo nello specifico di alcune scelte ideologiche pericolose, perché nel momento stesso in cui si dà vita a un Ministero della famiglia e della disabilità si fa, a nostro avviso, un'operazione pericolosa anche per le persone che magari si pensa di voler aiutare.

Sulla disabilità, le competenze, com'è noto, sono varie e articolate e vanno dal lavoro alle politiche sociali, ma si è sempre tentato - ed era il punto di civiltà e di rispetto delle persone a cui si era arrivati - di considerare le politiche sulla disabilità innanzitutto politiche alla persona: la persona era al centro dell'attenzione dell'attività amministrativa e delle politiche da mettere in campo. Questa è una scelta che reputiamo pericolosa perché può dar vita a operazioni di ghettizzazione: questo è il problema che è davanti a noi. Ovviamente, spero che questo non accada.

Vi è poi l'impronta del tutto ideologica delle dichiarazioni che hanno accompagnato la creazione di questo Ministero da parte del ministro Fontana, che sono state dichiarazioni molto gravi di discriminazione, non solo nei confronti delle tante articolazioni delle famiglie e delle stratificazioni che nella nostra società si sono oggi prodotte, ma discriminanti - lo vorrei ricordare qui - nei confronti dei bambini. Questo è stata l'elemento più grave ed è quello che ha segnato anche la nostra decisione di votare contro.

Ho sentito citate le questioni che dovrebbero essere oggetto di questo Ministero, come la crisi demografica del Paese: ancora una volta, si fanno operazioni che sono delle scorciatoie. Tutti i senatori sanno meglio di me che la questione della crisi demografica del Paese è molto complessa e ha necessità di politiche attive del lavoro, sulla casa e di lotta al precariato, perché questo è il vero problema e ne parleremo anche quando discuteremo del decreto dignità. Invece, qui si fa solo e unicamente un'operazione ideologica, sotto il segno, ancora una volta, della Lega, che è il partito - Presidente, lei sarà molto contento - che dà l'impronta politica e il la a tutte le politiche e alle scelte di questo Governo.

In merito al turismo, non mi ripeto sulla scelta fatta. Noi abbiamo un'unica preoccupazione, che coincide con quanto espresso dal collega Errani. Purtroppo, in questo Paese la verità è che il turismo ha fatto sempre un po' la Cenerentola, per cui, ogni Governo ha amato spostarlo da una parte all'altra, tralasciando completamente la costruzione di un progetto nazionale in un settore che dovrebbe essere il core business del nostro Paese. Ebbene, ancora una volta, la scelta operata con questo decreto-legge di staccarlo dal Ministero dei beni culturali e di accorparlo a quello dell'agricoltura risponde a una serie di motivi, che ben conosciamo, legati agli equilibri del Governo e di altra natura, ma che nulla hanno a che fare con ciò che dovrebbe essere il lavoro da fare sul turismo.

Noi ci auguriamo - e siamo certi che il ministro Centinaio si adopererà in tal senso - che si attenzioni la necessità di mettere in campo investimenti e politiche molto articolate di un progetto nazionale. Il turismo è certamente basato sui beni culturali del nostro Paese (abbiamo il 60 per cento dei beni culturali del mondo, ci mancherebbe altro!), così come le nostre risorse enogastronomiche sono fondamentali, le risorse ambientali lo sono altrettanto (il turismo ambientale, anch'esso, costituisce un nuovo percorso su cui bisogna investire). Tutto questo è vero, ma serve un progetto che faccia dell'investimento nel turismo una missione per il Paese. Sono posti di lavoro e sviluppo. I dati di crescita ci dicono che si possono fare moltissime cose, ma serve da questo punto di vista - non mi ripeto - una politica nazionale e non solo un coordinamento delle politiche regionali. Non è solo promozione, ma è capacità di investimento e di costruire un progetto vero e duraturo.

I motivi di riflessione anche su questo decreto-legge e di lavoro, attraverso gli emendamenti che abbiamo presentato, sono stati vari e articolati e anche la scelta presente nell'articolo 2, sia per quanto riguarda la struttura di missione, sia per quanto riguarda Casa Italia, non viene da posizioni, per quanto ci riguarda, preconcette o ideologiche.

Presidenza del vice presidente TAVERNA (ore 19,44)

(Segue DE PETRIS). È una sfida che noi, a questo punto, lanciamo e che avevamo tentato di lanciarvi, per esempio, spostando non solo risorse, ma anche risorse umane all'interno del Ministero dell'ambiente, perché siamo convinti che riportarli in modo strutturale all'interno di Ministeri va bene.

Non ci piace però, assolutamente, l'idea che, ancora una volta, possa essere soltanto una questione di sistemazione all'interno dei Ministeri. Su questo bisogna investire, questo è il futuro del nostro Paese.

Dico ai colleghi 5 Stelle che, in merito alle scelte ideologiche fatte per quanto riguarda il Ministero della famiglia e delle disabilità, dovrebbero riflettere molto bene; non penso che possiate condividere - spero che non lo facciate e che prendiate le distanze - le dichiarazioni che hanno accompagnato e che continuano ad accompagnare questo benedetto Ministero neocreato.

Per tutti questi motivi, proprio per le scelte sbagliate in particolare su questo Ministero, che sono - ripeto - ideologiche, pericolose e dannose proprio per le persone che hanno più fragilità, noi riconfermiamo il nostro voto contrario. (Applausi dal Gruppo Misto-LeU).

PRESIDENTE. Come anticipato dal presidente Calderoli, considerato che la Conferenza dei Capigruppo è fissata per le ore 20 e visto l'orario, rinvio il seguito dell'esame del disegno di legge in titolo ad altra seduta.

Per fatto personale

AIROLA (M5S). Domando di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AIROLA (M5S). Signor Presidente, colleghi, io mi devo scusare con questa Assemblea e con la Presidenza per il mio comportamento inadeguato avuto qualche tempo fa col senatore Laus. Permettetemi però di spiegare perché ho avuto quel comportamento inadeguato. Laus, fino a poco tempo fa, gestiva una cooperativa di offerta di lavoro di multiservizi, quindi per lavoratori esternalizzati, diciamo, e li pagava - e li paga tuttora - tra i 3,50, i 4 e i 5 euro. Questa storia inizia un po' di tempo fa.

FARAONE (PD). Ma non si doveva scusare?

PRESIDENTE. Senatore, interviene per fatto personale, quindi le sue scuse per il comportamento?

AIROLA (M5S). Mi devo ancora scusare con il senatore Laus.

PRESIDENTE. Quindi si sta scusando e sta motivando le sue scuse.

AIROLA (M5S). Ho tre minuti.

PRESIDENTE. Prego.

AIROLA (M5S). Nel 2012 Laus era a capo della cooperativa e fece riunire, quando era vice presidente, tra l'altro, della Commissione cultura al Consiglio regionale, i suoi lavoratori e chiese chi non volesse abbassarsi lo stipendio. I lavoratori che alzarono la mano furono licenziati. Fu poi condannato dalla corte d'appello, quarta sezione penale di Torino, perché i ricatti erano...

FARAONE (PD). Ma non si doveva scusare?

MALPEZZI (PD). Ma che argomento di fine seduta è? Per fatto personale! Non sta parlando di sé!

PRESIDENTE. Scusate, sta intervenendo per fatto personale e sta motivando perché ha avuto una reazione in Aula, se almeno lo vogliamo ascoltare prima di criticare. Sta intervenendo per fatto personale, quindi io lo faccio parlare per il tempo che necessita di parlare, non sta insultando nessuno. Posso dirigere io l'Aula, scusate? Prego senatore.

AIROLA (M5S). Sto motivando la mia ira di quel giorno. Uno di quei lavoratori, Altieri, licenziato ingiustamente e poi, appunto, riconosciuto ingiustamente licenziato, lavorava al museo del cinema e scrisse a Ken Loach, regista che da anni si occupa di problemi di lavoratori, che quell'anno non venne a ritirare il premio speciale per lui. Quel premio rimase lì fino a quando non si sarebbe risolto questo problema. Anche oggi che Laus ha lasciato la Rear in mano a congiunti (moglie e marito) i lavoratori continuano a essere pagati 3,50 euro. Quello che voglio dire è che quando lo incontrai tempo fa (era ancora consigliere), Laus mi disse che era la legge che gli permetteva di pagare così poco; gli risposi che anche nell'Ottocento in Virginia si poteva avere un campo di lavoratori gratis, ma che io non l'avrei fatto perché è una questione morale, non di mercato e si possono pagare 9 euro, cioè il prezzo giusto, i lavoratori anche senza bisogno di una legge.

FARAONE (PD). Tempo! Tempo!

AIROLA (M5S). Quindi mi scuserò con il senatore Laus quando lui pagherà i 9 euro senza legge o con il reddito di cittadinanza che voteremo. (Applausi dal Gruppo M5S).

FARAONE (PD). Si doveva scusare, Presidente!

PRESIDENTE. Grazie, senatore Airola, ha terminato il suo tempo.

LAUS (PD). Domando di parlare per fatto personale.

PRESIDENTE. Se si riuscisse ad avere il rispetto dei tempi, darò la possibilità anche al senatore Laus di parlare, ma non credo ci sia bisogno di un coro continuo.

LAUS (PD). Grazie, Presidente, quanto tempo ho? Tre minuti?

PRESIDENTE. Sì, senatore Laus, per fatto personale. Io spero che non diventi un dibattito fra senatori. Si rivolga comunque alla Presidenza ed ha tre minuti; così come tutti gli altri senatori.

LAUS (PD). Presidente, io devo ringraziare il senatore Airola - ma lo dico dal profondo del cuore - perché mi mette e ci mette nelle condizioni di entrare nel cuore di un problema.

Nei prossimi giorni esamineremo il decreto dignità, adesso in discussione alla Camera. Per circa dieci anni il MoVimento 5 Stelle... (Commenti del senatore Airola).

PRESIDENTE. Senatore Airola, senatore Airola!

LAUS (PD). Non è una cantina, siamo al Senato, al Senato! (Commenti del senatore Airola. Applausi dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Potrei fare anch'io la stessa battuta in altri momenti.

Prego, continui il suo intervento, senatore Laus.

LAUS (PD). Come dicevo, è in via di approvazione il decreto dignità.

L'attuale Governo ha la possibilità di mettere in condizione imprenditori come Laus di non retribuire legittimamente, con contratti collettivi firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente e comparativamente più rappresentative, con una retribuzione oraria lorda che è anche - ahimè - di 5 euro.

Queste sono le motivazioni che inducono il senatore Laus e altri colleghi a licenziare finalmente una legge che preveda il salario minimo orario, perché ci sono circa 3 milioni di lavoratori che non riescono a percepire un reddito decoroso e dignitoso. Ieri c'era il Partito Democratico: e dite che ha sbagliato. Oggi ci siete voi, ci sono i colleghi del senatore Airola: allora, mettete questi 3 milioni di lavoratori nelle condizioni di percepire uno stipendio a fine mese superiore a quello che consegnerà il reddito di cittadinanza. (Applausi dal Gruppo PD).

Quanto alla condanna - e ho finito - il senatore Laus non è mai stato condannato. Si tratta di una causa di lavoro e la società ha legittimamente mandato a casa un lavoratore che ha posto in essere comportamenti decisamente riprovevoli. Il giudice ha ritenuto che ci fosse un'ingiusta causa e il lavoratore è stato risarcito.

Volevo ringraziare il senatore Airola per le scuse, ma probabilmente non conosce bene il significato, né dell'educazione, né delle scuse. (Applausi dal Gruppo PD).

Interventi su argomenti non iscritti all'ordine del giorno

ANGRISANI (M5S). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGRISANI (M5S). Signor Presidente, la notizia della morte del caporal maggiore De Mattia ha lasciato la città di Angri, e non solo, nello sgomento più profondo. Certo, quando un ragazzo di venticinque anni decide di togliersi la vita, è la società tutta a doversi interrogare sul perché e su cosa non è stato fatto affinché questo episodio così angoscioso e terribile non si verificasse.

Enrico De Mattia, cittadino di Angri, proveniente dal 1° Reggimento granatieri di Sardegna, inquadrato nell'operazione Strade sicure, sabato scorso ha posto fine alla sua vita utilizzando la pistola di ordinanza mentre era in servizio presso Palazzo Grazioli.

Sulla morte di Enrico va però fatta chiarezza, con la massima attenzione possibile. L'episodio deve essere approfondito in quanto si tratta del terzo suicidio in sei mesi di un militare impegnato nell'operazione Strade sicure. I militari ingaggiati in questa operazione seguono uno speciale iter addestrativo teorico e pratico, tale da garantire una pronta risposta operativa alle varie situazioni e sempre adeguata alle circostanze.

Vista la delicatezza del tema, sarebbe necessario però mettere in campo un opportuno sistema di monitoraggio dello stato psicologico di tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine e alle Forze Armate per affrontare il disturbo da stress cronico che - ahinoi - troppo spesso genera la scelta orribile del suicidio.

Lo Stato deve sostenere i suoi militari, promuovendo percorsi di sostegno e supporto psicologico agli uomini delle Forze Armate.

Enrico era un militare pieno di vita, un nostro conterraneo che, purtroppo, ha deciso di farla finita. Per ogni giovane vita che perdiamo, un pezzo di speranza di un futuro migliore se ne va.

Esorto chiunque viva con difficoltà la vita a rivolgersi ai propri cari e giammai ad abbandonarsi a tragiche soluzioni.

Oggi in quest'Assemblea desidero esprimere, anche a nome di tutto il Movimento, le più sentite condoglianze a tutta la famiglia De Mattia, e a te, Enrico, non posso che dire: «Riposa in pace, caporal maggiore». (Applausi).

SICLARI (FI-BP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SICLARI (FI-BP). Signor Presidente, colleghi senatori, rappresentanti del Governo, è mio dovere intervenire adesso, in questa Assemblea, alla fine dei lavori, come cittadino, come medico, come rappresentante delle istituzioni e Capogruppo di Forza Italia nella Commissione igiene e sanità del Senato, per far presente all'Assemblea quanto di grave sta accadendo in queste settimane all'ospedale metropolitano di Reggio Calabria, in particolar modo al Pronto Soccorso.

Nell'ospedale manca anzitutto l'assistenza sanitaria, come ormai sapete tutti - visto che ne parlo dal 5 giugno tutti i giorni - per la quale ho chiesto al ministro Grillo, giovedì scorso, di mettere la parola fine al commissariamento. Mi auguro che, quando riceverò la sua risposta, il Ministro possa finalmente comunicare al sottoscritto e a tutti i calabresi la fine di un commissariamento che dura da undici anni.

Da molto tempo i pazienti che arrivano al Pronto Soccorso di Reggio Calabria con fratture, lussazioni e distorsioni vengono stabilizzati con pezzi di cartone. Per chi non avesse sentito sono pronto a ripeterlo tutta la serata, tutta la notte: il problema è che oggi in Calabria il soccorso per chi ha una frattura viene prestato con pezzi di cartone. È quanto denunciato poche ore fa dal «Corriere della Calabria».

Succede di notte, quando il reparto di ortopedia è chiuso a causa della carenza di personale che opera soltanto dalle ore 8 alle ore 20, è come se la sera, dalle ore 20 fino alle ore 8, tutti diventiamo immuni alle malattie: nessuno di noi si ammala più o rischia incidenti; quindi, la sera siamo tutti tranquilli che non ci accadrà mai nulla. Ebbene, i pazienti vengono gestiti al Pronto Soccorso da medici e infermieri che fanno il massimo del loro lavoro, ma senza avere gli strumenti idonei. I cittadini non solo soffrono per la malattia o per l'incidente subito, ma soffrono soprattutto un'ingiustizia sociale, che stiamo denunciando ogni giorno in questa Assemblea. Ed è questa la ragione per la quale - lo ribadisco - chiedo al ministro Grillo di mettere fine al commissariamento. Qualunque altra scelta farà sulla Calabria, sarà inutile per l'assistenza sanitaria calabrese.

Voglio concludere ribadendo che noi calabresi siamo stanchi, come tutto il Sud, di non sentirci cittadini italiani. Il Sud è Italia. Il Sud è Italia. Il Sud è Italia.

Immaginate un bambino con una frattura scomposta nell'unico ospedale - oltretutto hanno chiuso il reparto di ortopedia anche a Soverato - che viene stabilizzato con un pezzo di cartone o, una persona anziana con una frattura di femore. Bisogna intervenire con la massima urgenza. Secondo gli indicatori dell'Agenas c'è un peggioramento gravissimo che riguarda l'assistenza sanitaria in Calabria ormai da anni: sono undici anni di commissariamento.

L'unica nostra speranza è rimasto il viaggio della speranza, ma chi non ha soldi muore. Voi della maggioranza dovete intervenire e porre fine a questo commissariamento: accogliete il nostro appello perché vogliamo collaborare per la salute di tutti. Forza Italia chiede questo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

LAUS (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Senatore Laus, visto che alle ore 20 devo chiudere la seduta, essendo altresì convocata la Conferenza dei Capigruppo, le dispiace intervenire domani?

LAUS (PD). Ho tre minuti, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, le do due minuti.

LAUS (PD). Signor Presidente, ritengo doveroso condividere con l'Assemblea la notizia del grave episodio di violenza avvenuto domenica sera a Moncalieri, alle porte di Torino, dove una giovane atleta di origini nigeriane è stata ferita a seguito del lancio di uova da un'automobile. La ragazza, appena ventiduenne, ha riportato una lesione alla cornea, rischiando l'intervento chirurgico.

Poche ore prima, sempre nel territorio di Torino, si era svolta una manifestazione di piazza per condannare la recente aggressione ai danni di un altro giovane: uno studente diciannovenne picchiato a sangue in strada perché - cito testualmente dalla ricostruzione dei fatti - camminava in modo troppo gay.

Nemmeno la peggiore dabbenaggine, che è caratteristica alquanto rivalutata ultimamente da certa classe politica, può giustificare chi, come il ministro Salvini, nega l'aumento degli episodi di intolleranza e di discriminazione nel nostro Paese. (Applausi dal Gruppo PD). Nessuna giustificazione è accettabile di fronte a una deriva tanto ignobile che è invece compito delle istituzioni contrastare con fermezza e rigore. Eppure - quando si dice che non c'è limite al peggio - qualcuno ha provato a giustificare l'ingiustificabile: lo ha fatto il ministro Di Maio - ad esempio - quando in un'intervista ha liquidato l'allarme razzismo in Italia come una montatura della Sinistra contro l'alleato di Governo (Applausi dal Gruppo PD). E il tutto avviene nel silenzio tombale e assordante del premier Conte, l'avvocato degli italiani, ma non di tutti gli italiani evidentemente, non della giovane vittima di razzismo a Moncalieri, non del mio giovane concittadino aggredito perché omosessuale.

Eppure, siamo innanzitutto noi, care colleghe e colleghi, che abbiamo il compito di agire e di dare il buon esempio: agire sui comportamenti prima ancora che sui reati; agire culturalmente prima ancora che sul piano giudiziario. Se solo ci sofferma su... (Il microfono si disattiva automaticamente. Applausi e commenti dal Gruppo PD).

Atti e documenti, annunzio

PRESIDENTE. Le mozioni, le interpellanze e le interrogazioni pervenute alla Presidenza, nonché gli atti e i documenti trasmessi alle Commissioni permanenti ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento sono pubblicati nell'allegato B al Resoconto della seduta odierna.

Ordine del giorno
per la seduta di martedì 31 luglio 2018

PRESIDENTE. Il Senato tornerà a riunirsi in seduta pubblica domani, martedì 31 luglio, alle ore 9,30, con il seguente ordine del giorno:

(Vedi ordine del giorno)

LAUS (PD). Si vergogni, Presidente! (Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. La richiamo immediatamente all'ordine. (Proteste dal Gruppo PD).

Di cosa state parlando? (Proteste del senatore Laus). La richiamo per la seconda volta. Iscrivo il richiamo a verbale.

FARAONE (PD). (All'indirizzo del senatore Airola). Quello lo hai fatto parlare oltre il termine.

PRESIDENTE. Senatore Laus, io le avevo chiesto di intervenire domani, ma lei è voluto intervenire adesso e le ho concesso due minuti. (Proteste dal Gruppo PD. Commenti del senatore Laus). Non si preoccupi che tutto questo verrà portato all'esame del Consiglio di Presidenza.

Senatore Laus, adesso può lasciare l'Aula. (Proteste del senatore Laus). Non le permetto di rivolgersi così alla Presidenza. Si allontani dall'Aula, senatore. Invito gli assistenti parlamentari ad aiutare il senatore Laus a lasciare l'Aula per permettere alla Presidenza di svolgere il suo ruolo.

LAUS (PD). Me ne vado spontaneamente. Deve dare l'esempio. (Proteste del senatore Faraone).

PRESIDENTE. Senatore Faraone, vuole seguire il senatore Laus? Prego!

FARAONE (PD). Mi devono accompagnare, signor Presidente.

PRESIDENTE. No, si può accomodare anche da solo, così termino.

LAUS (PD). Lei si vergogni! Saliva sui tetti! Non può dare l'esempio.

COMINCINI (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Non è possibile in questa fase.

FARAONE (PD). Me ne vado se mi vengono a prendere di peso. Lei deve presiedere in maniera decorosa e non lo fa mai. Vergogna!

PRESIDENTE. Senatore Faraone, se ne può andare anche da solo, così chiudo la seduta. Non aggravi ulteriormente la situazione, si accomodi. (I senatori Laus e Faraone escono dall'Aula).

Le decisioni della Conferenza dei Capigruppo saranno comunicate nella seduta di domani.

La seduta è tolta. (ore 20,05).

Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità (648)

PROPOSTA DI NON PASSARE ALL'ESAME DEGLI ARTICOLI

NP1

FERRARI

Respinta

Il Senato,

        ai sensi dell'articolo 96 del Regolamento, delibera di non procedere all'esame degli articoli del disegno di legge n. 648.

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE

Art. 1.

1. È convertito in legge il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità.

2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 1.

(Trasferimento al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo e conseguenti modifiche sugli enti vigilati)

1. Al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sono trasferite le funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo. Al medesimo Ministero sono altresì trasferite, con decorrenza dal 1º gennaio 2019, le risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, della Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nonché quelle comunque destinate all'esercizio delle funzioni oggetto del trasferimento.

2. Per l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, la Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è soppressa e i relativi posti funzione di un dirigente di livello generale e di due dirigenti di livello non generale sono trasferiti al Dipartimento del turismo, che è istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Al fine di assicurare l'invarianza finanziaria, i maggiori oneri derivanti per il posto funzione di Capo del Dipartimento del turismo sono compensati dalla soppressione di un numero di posti di funzione dirigenziale di livello non generale equivalente sul piano finanziario. La dotazione organica dirigenziale del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo è rideterminata nel numero massimo di tredici posizioni di livello generale e di sessantuno posizioni di livello non generale senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

3. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 2, comma 1, il numero 7) è sostituito dal seguente: «7) Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo;» e il numero 12) è sostituito dal seguente: «12) Ministero per i beni e le attività culturali;»;

b) all'articolo 27, comma 3, le parole: «del Dipartimento del turismo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri», sono soppresse;

c) all'articolo 28, comma 1, lettera a), le parole: «; promozione delle iniziative nazionali e internazionali in materia di turismo» sono soppresse;

d) all'articolo 33, comma 3, dopo la lettera b) è aggiunta la seguente: «b-bis) turismo: svolgimento di funzioni e compiti in materia di turismo, cura della programmazione, del coordinamento e della promozione delle politiche turistiche nazionali, dei rapporti con le Regioni e dei progetti di sviluppo del settore turistico, delle relazioni con l'Unione europea e internazionali in materia di turismo, fatte salve le competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e dei rapporti con le associazioni di categoria e le imprese turistiche.»;

e) all'articolo 34, comma 1, la parola: «due» è sostituita dalla seguente: «quattro».

4. La denominazione: «Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo» sostituisce, ad ogni effetto e ovunque presente, la denominazione: «Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali».

5. La denominazione: «Ministero per i beni e le attività culturali» sostituisce, ad ogni effetto e ovunque presente, la denominazione: «Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».

6. Restano attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali le competenze già previste dalle norme vigenti relative alla «Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo», di cui all'articolo 5, comma 1-ter, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, nonché le risorse necessarie al funzionamento della medesima Scuola. Quest'ultima è ridenominata «Scuola dei beni e delle attività culturali» e le sue attività sono riferite ai settori di competenza del Ministero per i beni e le attività culturali. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono apportate le conseguenti modificazioni allo statuto della Scuola.

7. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per la pubblica amministrazione e il Ministro per i beni e le attività culturali, da adottare entro quarantacinque giorni dalla data di conversione in legge del presente decreto, si provvede alla puntuale individuazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie ai sensi del comma 1, e alla definizione della disciplina per il trasferimento delle medesime risorse. Le risorse umane includono il personale di ruolo nonché il personale a tempo determinato con incarico dirigenziale ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, entro i limiti del contratto in essere, che risulta assegnato alla Direzione generale Turismo alla data del 1º giugno 2018. Dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al primo periodo, cessano gli effetti dei progetti in corso e delle convenzioni stipulate o rinnovate dalla Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la società in house ALES. Al personale non dirigenziale trasferito si applica il trattamento economico, compreso quello accessorio, previsto nell'amministrazione di destinazione e continua ad essere corrisposto, ove riconosciuto, l'assegno ad personam riassorbibile secondo i criteri e le modalità già previsti dalla normativa vigente. La revoca dell'assegnazione temporanea presso altre amministrazioni del personale trasferito, già in posizione di comando, rientra nella competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. È riconosciuto il diritto di opzione del personale di ruolo a tempo indeterminato, da esercitare entro quindici giorni dalla adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al presente comma. Le facoltà assunzionali del Ministero per i beni e le attività culturali sono ridotte per un importo corrispondente all'onere per le retribuzioni complessive del personale non transitato. All'esito del trasferimento del personale interessato, il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, provvede all'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 nell'ambito delle risorse umane disponibili a legislazione vigente.

8. Al fine di mantenere inalterato il numero massimo di venticinque uffici dirigenziali di livello generale del Ministero per i beni e le attività culturali, ai sensi dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la dotazione organica del Ministero per i beni e le attività culturali, ridotta per effetto delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2, è incrementata di un posto di funzione dirigenziale di livello generale, i cui maggiori oneri, al fine di assicurare l'invarianza finanziaria, sono compensati dalla soppressione di un numero di posti di funzione dirigenziale di livello non generale equivalente sul piano finanziario. Con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adeguate le dotazioni organiche e le strutture organizzative del Ministero per i beni e le attività culturali, sulla base delle disposizioni di cui al presente articolo.

9. Con decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adeguate le dotazioni organiche e le strutture organizzative del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, sulla base delle disposizioni di cui al presente articolo.

10. Fino alla data del 31 dicembre 2018, il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, si avvale delle competenti strutture e dotazioni organiche del Ministero per i beni e le attività culturali. Con la legge di bilancio per l'anno 2019 e per il triennio 2019-2021, le risorse finanziarie di cui al comma 1, individuate ai sensi del comma 7, sono trasferite ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.

11. All'articolo 16 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) le parole: «Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: «Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo»;

b) le parole: «Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: «Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo».

12. All'articolo 4, comma 1, della legge 26 gennaio 1963, n. 91, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) la parola: «cinque» è sostituita dalla seguente: «quattro»;

b) la parola: «tesoro,» è sostituita dalle seguenti: «tesoro e»;

c) le parole: «e dal Ministero per l'agricoltura e le foreste» sono soppresse.

13. Nelle leggi 26 gennaio 1963, n. 91, e 2 gennaio 1989, n. 6:

a) le parole: «Ministro per il turismo e lo spettacolo», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: «Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo»;

b) le parole: «Ministero per il turismo e lo spettacolo», ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: «Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo».

14. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, lo statuto dell'ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo e del CAI - Club Alpino Italiano sono modificati, al fine di prevedere la vigilanza da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.

15. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

1.1

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Le parole: «Sopprimere l'articolo» respinte; seconda parte preclusa

Sopprimere l'articolo.

        Conseguentemente, al titolo, sopprimere le parole da: «in materia di riordino» a: «nonché».

1.2

RAMPI, BELLANOVA, PARRINI, FERRARI, RICHETTI, ROSSOMANDO, CERNO, ZANDA

Precluso

Sopprimere l'articolo.

1.3

RAMPI, BELLANOVA, PARRINI, FERRARI, RICHETTI, ROSSOMANDO, CERNO, ZANDA

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

        «Art. 1. - (Trasferimento al Ministero dello sviluppo economico delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo e conseguenti modifiche sugli enti vigilati). - 1. Al Ministero dello sviluppo economico sono trasferite le funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo. Al medesimo Ministero sono altresì trasferite, con decorrenza dal 1º gennaio 2019, le risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, della Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nonché quelle comunque destinate all'esercizio delle funzioni oggetto del trasferimento.

        2. Per l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1, la Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è soppressa e i relativi posti funzione di un dirigente di livello generale e di due dirigenti di livello non generale sono trasferiti alla Direzione generale turismo, istituita presso il Ministero dello sviluppo economico. Al fine di assicurare l'invarianza finanziaria, i maggiori oneri derivanti per il posto funzione di Direttore generale del turismo sono compensati dalla soppressione di un numero di posti di funzione dirigenziale di livello non generale equivalente sul piano finanziario. La dotazione organica dirigenziale del Ministero dello sviluppo economico è conseguentemente rideterminata senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

        3. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) all'articolo 2, comma 1, il numero 12) è sostituito dal seguente: "12) Ministero per i beni e le attività culturali.";

            b) all'articolo 28, comma 1, lettera a), dopo le parole: "; promozione delle iniziative nazionali e internazionali in materia di turismo" aggiungere le parole: "svolgimento di funzioni e compiti in materia di turismo, cura della programmazione, del coordinamento e della promozione delle politiche turistiche nazionali, dei rapporti con le Regioni e dei progetti di sviluppo del settore turistico, delle relazioni con l'Unione europea e internazionali in materia di turismo, fatte salve le competenze del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, e dei rapporti con le associazioni di categoria e le imprese turistiche".

        4. La denominazione: "Ministero per i beni e le attività culturali" sostituisce, ad ogni effetto e ovunque presente, la denominazione: "Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo".

        5. Restano attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali le competenze già previste dalle norme vigenti relative alla "Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo", di cui all'articolo 5, comma 1-ter, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, nonché le risorse necessarie al funzionamento della medesima Scuola. Quest'ultima è ridenominata "Scuola dei beni e delle attività culturali" e le sue attività sono riferite ai settori di competenza del Ministero per i beni e le attività culturali. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono apportate le conseguenti modificazioni allo statuto della Scuola.

        6. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per la pubblica amministrazione e il Ministro per i beni e le attività culturali, da adottare entro quarantacinque giorni dalla data di conversione in legge del presente decreto, si provvede alla puntuale individuazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie ai sensi del comma 1, e alla definizione della disciplina per il trasferimento delle medesime risorse. Le risorse umane includono il personale di molo nonché il personale a tempo determinato con incarico dirigenziale ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, entro i limiti del contratto in essere, che risulta assegnato alla Direzione generale Turismo alla data del 1º giugno 2018. Dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al primo periodo, cessano gli effetti dei progetti in corso e delle convenzioni stipulate o rinnovate dalla Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la società in house ALES. Al personale non dirigenziale trasferito si applica il trattamento economico, compreso quello accessorio, previsto nell'amministrazione di destinazione e continua ad essere corrisposto, ove riconosciuto, l'assegno ad personam riassorbibile secondo i criteri e le modalità già previsti dalla normativa vigente. La revoca dell'assegnazione temporanea presso altre amministrazioni del personale trasferito, già in posizione di comando, rientra nella competenza del Ministero dello sviluppo economico. È riconosciuto il diritto di opzione del personale di molo a tempo indeterminato, da esercitare entro quindici giorni dalla adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al presente comma. Le facoltà assunzionali del Ministero per i beni e le attività culturali sono ridotte per un importo corrispondente all'onere per le retribuzioni complessive del personale non transitato. All'esito del trasferimento del personale interessato, il Ministro dello sviluppo economico, provvede all'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 nell'ambito delle risorse umane disponibili a legislazione vigente.

        7. Al fine di mantenere inalterato il numero massimo di venticinque uffici dirigenziali di livello generale del Ministero per i beni e le attività culturali, ai sensi dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la dotazione organica dei Ministero per i beni e le attività culturali, ridotta per effetto delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2, è incrementata di un posto di funzione dirigenziale di livello generale, i cui maggiori oneri, al fine di assicurare l'invarianza finanziaria, sono compensati dalla soppressione di un numero di posti di funzione dirigenziale di livello non generale equivalente sul piano finanziario. Con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adeguate le dotazioni organiche e le strutture organizzative del Ministero per i beni e le attività culturali, sulla base delle disposizioni di cui al presente articolo.

        8. Con decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adeguate le dotazioni organiche e le strutture organizzative del Ministero dello sviluppo economico, sulla base delle disposizioni di cui al presente articolo.

        9. Fino alla data del 31 dicembre 2018, il Ministero dello sviluppo economico, si avvale delle competenti strutture e dotazioni organiche del Ministero per i beni e le attività culturali. Con la legge di bilancio per l'anno 2019 e per il triennio 2019-2021, le risorse finanziarie di cui al comma 1, individuate ai sensi del comma 7, sono trasferite ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico.

        10. All'articolo 16 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) le parole: "Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo", ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: "Ministro dello sviluppo economico";

            b) le parole: "Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo", ovunque ricorrano, sono sostituite dalle seguenti: "Ministero dello sviluppo economico".

        11. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, lo statuto dell'ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo è modificato, al fine di prevedere la vigilanza da parte del Ministero dello sviluppo economico.

        12. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

        Conseguentemente, all'articolo 2, comma 2, lettere a) e b), sopprimere le parole: «e del turismo».

1.4

TIRABOSCHI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

        «Art. 1. - (Istituzione del Ministero della promozione del made in Italy). - 1. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) all'articolo 2, comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente numero: "14) Ministero della promozione del made in Italy";

            b) al titolo IV è aggiunto, in fine, il seguente capo:

"Capo XII-bis

MINISTERO DELLA PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY

        Art. 54-bis. - (Istituzione del Ministero e attribuzioni). - 1. È istituito il Ministero della promozione del made in Italy.

        2. Fatte in ogni caso salve, ai sensi degli articoli 1, comma 2, e 3, comma 1, lettere a) e b), della legge 15 marzo 1997, n. 59, le funzioni conferite dalla vigente legislazione alle regioni e agli enti locali, al Ministero sono attribuite le funzioni e i compiti già assegnati, alla data di entrata in vigore del presente capo, al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nelle materie che riguardano le seguenti aree funzionali:

            a) creazione di una mega piattaforma digitale volta a:

                1) promuovere l'offerta turistica finalizzata all'accrescimento dei flussi turistici internazionali in funzione dei prodotti culturali, ambientali, sportivi, enogastronomici e di benessere;

                2) promuovere l'industria dell'eccellenza artigianale italiana, il 'made in Italy';

            b) attuazione di piani di formazione digitale finalizzati anche a ibridare l'industria e l'artigianalità, che viene definita 'artigianalità aumentata' come il nuovo modello d'impresa;

            c) eliminazione del gap tra le imprese che accedono al digitale e le imprese che non vi accedono;

            d) supporto alle più rilevanti manifestazioni fieristiche italiane a livello internazionale;

            e) valorizzazione delle produzioni di eccellenza, in particolare agricole ed agroalimentari, e tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità e di origine delle imprese e dei prodotti;

            f) sostegno alla penetrazione dei prodotti italiani nei diversi mercati, anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione;

            g) realizzazione di un segno distintivo unico, per le iniziative di promozione all'estero, delle produzioni agricole e agroalimentari che siano rappresentative della qualità e del patrimonio enogastronomico italiano;

            h) realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti e di contrasto al fenomeno dell'italian sounding;

            i) sostegno all'utilizzo degli strumenti di e-commerce da parte delle piccole e medie imprese;

            l) promozione di azioni e di interventi a sostegno dello sviluppo dell'industria creativa del design;

            m) rafforzamento organizzativo delle start up nonché delle micro, piccole e medie imprese;

            n) sostegno ad iniziative di promozione delle opportunità di investimento in Italia, nonché di accompagnamento e assistenza degli investitori esteri in Italia;

            o) utilizzo di strumenti informatici e piattaforme finalizzate alla promozione dell'industria di eccellenza italiana, delle produzioni artigianali e dei prodotti manifatturieri;

            p) recepimento della normativa europea nell'ordinamento interno e relativa applicazione;

            q) elaborazione e negoziazione degli accordi multilaterali e plurilaterali in materia commerciale;

            r) partecipazione, nell'ambito dell'Unione europea, alla elaborazione e negoziazione degli accordi multilaterali, bilaterali e regionali di natura economico-commerciale;

            s) tutela, nell'ambito della dimensione esterna europea, del made in Italy, delle indicazioni geografiche protette e della proprietà intellettuale.

        3. Il Ministero, entro il 30 giugno di ciascun anno, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, trasmette alle competenti Commissioni parlamentari una relazione sugli interventi svolti e, in particolare, sulle azioni realizzate a sostegno della promozione del made in Italy.

        4. La relazione di cui al comma 3 indica gli indirizzi e gli obiettivi raggiunti, individuando altresì le azioni da realizzare nell'anno successivo.

        Art. 54-ter. - (Ordinamento). - 1. Il Ministero si articola in dipartimenti disciplinati ai sensi degli articoli 4 e 5. Il numero dei dipartimenti non può essere superiore al numero delle aree funzionali di cui all'articolo 54-bis, comma 2.

        2. Al Ministero sono trasferiti i relativi capitoli di bilancio, le risorse finanziarie, strumentali e di personale inerenti alle funzioni già attribuite al Ministero dello sviluppo economico, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nelle aree funzionali di cui all'articolo 54-bis, comma 2".

        2. All'articolo 1, comma 376, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) al primo periodo, la parola: "tredici" è sostituita dalla seguente: "quattordici";

            b) al secondo periodo, la parola: "sessantacinque" è sostituita dalla seguente: "sessantotto".

        3. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

1.5

BATTISTONI, PAGANO, MALLEGNI

Respinto

Sostituire l'articolo con il seguente:

        «Art. 1. - (Istituzione del Ministero del turismo e del sistema Italia). - 1. È istituito il Ministero del turismo e del sistema Italia, allo scopo di:

            a) attrarre turisti da tutto il mondo attraverso la promozione del patrimonio artistico, culturale, paesaggistico ed enogastronomico italiano;

            b) promuovere misure volte ad agevolare gli investimenti esteri in Italia;

            c) promuovere nel mondo il patrimonio dei prodotti italiani ideati e realizzati in Italia dalle aziende italiane.

        2. Il Ministero del turismo e del sistema Italia è dotato di una propria sede, di proprie risorse finanziarie, strumentali e di proprio personale.

        3. Al Ministero affluiscono le competenze della Direzione generale del turismo già presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e quelle della Direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi, già presso il Ministero dello sviluppo economico.

        4. Al Ministero del turismo e del sistema Italia sono trasferite le funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo. Al medesimo Ministero sono altresì trasferite, con decorrenza dal 1º gennaio 2019, le risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, della Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nonché quelle comunque destinate all'esercizio delle funzioni oggetto del trasferimento.

        5. Per l'esercizio delle funzioni di cui ai commi precedenti, la Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e i relativi posti funzione di un dirigente di livello generale e di due dirigenti di livello non generale sono trasferiti al Ministero del turismo e sistema Italia.

        6. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) all'articolo 27, comma 3, le parole: "del Dipartimento del turismo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri", sono soppresse;

            b) all'articolo 28, comma 1, lettera a), le parole: "; promozione delle iniziative nazionali e internazionali in materia di turismo" sono soppresse.

        7. La denominazione: "Ministero per i beni e le attività culturali" sostituisce, ad ogni effetto e ovunque presente, la denominazione: "Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo".

        8. Restano attribuite al Ministero per i beni e le attività culturali le competenze già previste dalle norme vigenti relative alla "Scuola dei beni e delle attività culturali e del turismo", di cui all'articolo 5, comma 1-ter, del decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2015, n. 11, nonché le risorse necessarie al funzionamento della medesima Scuola. Quest'ultima è ridenominata "Scuola dei beni e delle attività culturali" e le sue attività sono riferite ai settori di competenza del Ministero per i beni e le attività culturali. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono apportate le conseguenti modificazioni allo statuto della Scuola.

         9. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro del turismo e del sistema Italia, il Ministro per la pubblica amministrazione e il Ministro per i beni e le attività culturali, da adottare entro quarantacinque giorni dalla data di conversione in legge del presente decreto, si provvede alla puntuale individuazione delle risorse umane, strumentali e finanziarie ai sensi dei commi 1, 2 e 3, e alla definizione della disciplina per il trasferimento delle medesime risorse. Le risorse umane includono il personale di ruolo nonché il personale a tempo determinato con incarico dirigenziale ai sensi dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, entro i limiti del contratto in essere, che risulta assegnato alla Direzione generale turismo alla data del 1º giugno 2018. Dalla data di entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al primo periodo, cessano gli effetti dei progetti in corso e delle convenzioni stipulate o rinnovate dalla Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la societàin house ALES. Al personale non dirigenziale trasferito si applica il trattamento economico, compreso quello accessorio, previsto nell'amministrazione di destinazione e continua ad essere corrisposto, ove riconosciuto, l'assegno ad personam riassorbibile secondo i criteri e le modalità già previsti dalla normativa vigente. La revoca dell'assegnazione temporanea presso altre amministrazioni del personale trasferito, già in posizione di comando, rientra nella competenza del Ministero del turismo e del sistema Italia. È riconosciuto il diritto di opzione del personale di ruolo a tempo indeterminato, da esercitare entro quindici giorni dalla adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui al presente comma. Le facoltà assunzionali del Ministero per i beni e le attività culturali sono ridotte per un importo corrispondente all'onere per le retribuzioni complessive del personale non transitato. All'esito del trasferimento del personale interessato, il Ministero del turismo e del sistema Italia, provvede all'esercizio delle funzioni di cui al presente articolo nell'ambito delle risorse umane disponibili a legislazione vigente.

        10. Al fine di mantenere inalterato il numero massimo di venticinque uffici dirigenziali di livello generale del Ministero per i beni e le attività culturali, ai sensi dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, la dotazione organica del Ministero per i beni e le attività culturali, ridotta per effetto delle disposizioni di cui al presente articolo, è incrementata di un posto di funzione dirigenziale di livello generale, i cui maggiori oneri, al fine di assicurare l'invarianza finanziaria, sono compensati dalla soppressione di un numero di posti di funzione dirigenziale di livello non generale equivalente sul piano finanziario. Con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono adeguate le dotazioni organiche e le strutture organizzative del Ministero per i beni e le attività culturali, sulla base delle disposizioni di cui al presente articolo.

        11. Fino alla data del 31 dicembre 2018, il Ministero del turismo e del sistema Italia si avvale delle competenti strutture e dotazioni organiche del Ministero per i beni e le attività culturali. Con la legge di bilancio per l'anno 2019 e per il triennio 2019-2021, le risorse finanziarie previste per la Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali sono trasferite ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero del turismo e del sistema Italia.

        12. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, lo statuto dell'ENIT-Agenzia nazionale del turismo è modificato, al fine di prevedere la vigilanza da parte del ministero del turismo e del sistema Italia.

        13. Al Ministero del turismo e del sistema Italia sono trasferite le funzioni definite dal decreto del Presidente della Repubblica 5 dicembre 2013 recante il Regolamento di organizzazione della Direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello sviluppo economico, che prevede come competenze della Direzione l'elaborazione degli indirizzi strategici delle politiche di internazionalizzazione e di promozione degli scambi; attività di supporto tecnico alla Cabina di regia di cui al comma 18-bis, dell'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, come modificato dall'articolo 22, comma 6, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214; segreteria tecnica della V Commissione permanente del CIPE per il coordinamento e l'indirizzo strategico della politica commerciale con l'estero; rapporti con le istituzioni economiche e finanziarie internazionali - partecipazione, nelle sedi internazionali, alla definizione delle politiche di promozione; attività di negoziazione per la promozione degli investimenti italiani all'estero e per l'attrazione degli investimenti esteri in Italia; coordinamento e organizzazione delle missioni di natura commerciale - raccolta, studio ed elaborazione dei dati concernenti il commercio estero, distinti per flussi di importazione ed esportazione di merci, prodotti e servizi per aree geo-economiche - stipula e gestione di accordi ed intese con regioni, associazioni di categoria, sistema camerale e fieristico, Università e Parchi tecno-scientifici per la promozione e l'internazionalizzazione del sistema economico nazionale - crediti all'esportazione e relative attività di trattazione e coordinamento in ambito nazionale, europeo ed internazionale rapporti con la società per l'assicurazione del credito all'esportazione (SACE); attività funzionale alla facilitazione del commercio internazionale e agli investimenti esteri diretti - coordinamento dell'attività degli Sportelli regionali per l'internazionalizzazione (Sprint) - esercizio delle funzioni di cui al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modifiche e integrazioni, relative a ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, salvo quanto previsto all'articolo 17, comma 1, lettera n) - programmi di promozione straordinaria del made in Italy, ai sensi dell'articolo 4, comma 61, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 - collaborazione all'attività di aiuto allo sviluppo condotta dal Ministero degli affari esteri e partecipazione al Comitato direzionale per la cooperazione e lo sviluppo, istituito con legge 26 febbraio 1987, n. 49 - esercizio dei compiti previsti dalla legge 1º luglio 1970, n. 518, e dalla legge 29 dicembre 1993, n. 580, relativi alle camere di commercio italiane all'estero e italo-straniere - elaborazione di progetti e di interventi in materia di internazionalizzazione delle imprese, nel quadro della programmazione finanziaria europea e nazionale - rapporti con la Simest S.p.A. (Società italiana per le imprese all'estero) ed esercizio delle funzioni di cui alla legge 24 aprile 1990, n. 100, come modificata dall'articolo 23-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

        14. Al Ministero del turismo e del sistema Italia sono trasferite con decorrenza dal 1º gennaio 2019 le risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, della Direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello sviluppo economico.

        15. Fino alla data del 31 dicembre 2018, il Ministero del turismo e del sistema Italia si avvale altresì delle competenti strutture e dotazioni organiche del Ministero dello sviluppo economico. Con la legge di bilancio per l'anno 2019 e per il triennio 2019-2021, le risorse finanziarie previste per la Direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello sviluppo economico sono trasferite ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero del turismo e del sistema Italia. La Direzione generale per le politiche di internazionalizzazione e la promozione degli scambi del Ministero dello sviluppo economico viene soppressa presso il MISE.

        16. Alle politiche di promozione del Ministero del turismo e del sistema Italia sono destinati ulteriori 100 milioni di euro a partire dal 2019.

        17. A decorrere dall'anno 2019, agli oneri previsti dal presente articolo valutati in 100 milioni di euro, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

        18. Il Ministro dell'economia e delle finanze provvede, con proprio decreto, alle opportune variazioni di bilancio».

        

1.13

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Respinto

Apportare le seguenti modificazioni:

            1) sostituire il comma 1 con il seguente: «1. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:

                a) all'articolo 2, comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente numero: "14) Ministero del turismo" e il numero 12) è sostituito dal seguente: "12) Ministero per i beni e le attività culturali";

                b) all'articolo 27, comma 3, le parole: "del Dipartimento del turismo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri", sono soppresse;

                c) all'articolo 28, comma 1, lettera a), le parole: "; promozione delle iniziative nazionali e internazionali in materia di turismo" sono soppresse;

                d) al titolo IV è aggiunto, in fine, il seguente capo: «CAPO XII-bis MINISTERO DEL TURISMO:

Art. 54-bis.

(Istituzione e attribuzioni del Ministero del turismo)

        1. È istituito il Ministero del turismo.

        2. Al Ministero sono attribuite le funzioni esercitate, alla data di entrata in vigore del presente Capo, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo. Al medesimo Ministero sono altresì trasferite, con decorrenza dal 1º gennaio 2019, le risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, della Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nonché quelle comunque destinate all'esercizio delle funzioni oggetto del trasferimento.»;

            2) al comma 2, al primo periodo sostituire le parole da «al Dipartimento del turismo» sino alla fine del periodo con le seguenti: «al Ministero del turismo» e sopprimere il terzo periodo;

            3) sopprimere i commi 3 e 4;

            4) ai commi da 7 a 14, ovunque ricorrano, sostituire le parole: «Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo» con le seguenti: «Ministero del turismo»;

            5) al comma 9 sostituire le parole: «sono adeguate» con le seguenti: «sono determinate»;

            6) al comma 12 sostituire le lettere b) e c) con la seguente: «b) ovunque ricorrano, sostituire le parole: "Ministro per il turismo e lo spettacolo" con le seguenti: "Ministro del Turismo"».

        Conseguentemente, sostituire la rubrica con la seguente:

«Art. 1.

(Istituzione del Ministero del turismo)».

        Conseguentemente, al titolo del disegno di legge, dopo le parole: «Disposizioni urgenti»inserire le seguenti: «per l'istituzione del Ministero del turismo e»e sopprimere le parole: «, delle politiche agricole, alimentari e forestali».

1.6

La Commissione

Approvato

Al comma 2, primo periodo, dopo le parole: «è soppressa» inserire le seguenti: «a decorrere dal 1º gennaio 2019».

1.7

GRASSI, PIROVANO

V. testo corretto

Dopo il comma 6, inserire il seguente:

        «6-bis. All'articolo 21, comma 3 del decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 128, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge 11 gennaio 2018, n. 7, sono apportate le seguenti modificazioni:

            1) le parole: ", dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali," sono sostituite dalle seguenti: ", dei beni e delle attività culturali, delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo,";

            2) le parole: "e dell'economia e delle finanze" sono sostituite dalle seguenti: ", dell'economia e delle finanze e dai Ministri per il sud e per gli affari europei, ove nominati,"».

1.7 (testo corretto)

GRASSI, PIROVANO

Approvato

Dopo il comma 6, inserire il seguente:

        «6-bis. All'articolo 21, comma 3 del decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 128, come modificato dall'articolo 2, comma 1, della legge 11 gennaio 2018, n. 7, sono apportate le seguenti modificazioni:

            1) le parole: ", dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali," sono sostituite dalle seguenti: ", per i beni e le attività culturali, delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo,";

            2) le parole: "e dell'economia e delle finanze" sono sostituite dalle seguenti: ", dell'economia e delle finanze e dai Ministri per il sud e per gli affari europei, ove nominati,"».

1.9

PIROVANO, GRASSI

Approvato

Al comma 7, dopo il settimo periodo, inserire il seguente: «Al contempo, le facoltà assunzionali del Ministero per le politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo sono incrementate per un importo corrispondente all'onere per le retribuzioni complessive del personale non transitato».

1.10

PIROVANO, GRASSI

Ritirato

Al comma 9, dopo le parole: «forestali e del turismo,», inserire la seguente: «anche».

1.11

PAGANO, MALLEGNI, TIRABOSCHI

Respinto

Apportare le seguenti modificazioni:

            a) sostituire il comma 12 con il seguente:

        «12. L'articolo 4 della legge 26 gennaio 1963, n. 91, è abrogato».

            b) al comma 13 sostituire le parole: «Nelle leggi 26 gennaio 1963, n. 91, e», con le seguenti: «Nella legge».

            c) sostituire il comma 14 con il seguente:

        «14. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, lo statuto dell'ENIT - Agenzia nazionale del turismo è modificato al fine di prevedere la vigilanza da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo».

1.12

MIRABELLI, FERRARI, MISIANI, SBROLLINI

Id. em. 1.11

Apportare le seguenti modificazioni:

            a) sostituire il comma 12 con il seguente: «12. L'articolo 4 della legge 26 gennaio 1963, n. 91, è abrogato.»;

            b) al comma 13 sostituire le parole: «nelle leggi 26 gennaio 1963, n. 91, e» con le seguenti: «nella legge».

            c) sostituire il comma 14 con il seguente: «14. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, lo statuto dell'ENIT - Agenzia nazionale del turismo è modificato al fine di prevedere la vigilanza da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo».

1.500

Il Relatore

Approvato

All'articolo apportare le seguenti modifiche:

            a) sostituire il comma 12 con il seguente: «12. L'articolo 4 della legge 26 gennaio 1963, n. 91 è abrogato»;

            b) al comma 14, sostituire le parole: «e del CAI - Club Alpino Italiano sono modificati» con le seguenti: «è modificato».

G1.1

MONTEVECCHI, VANIN, CORRADO, DE LUCIA, FLORIDIA, GRANATO, MARILOTTI, RUSSO

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede d'esame del disegno di legge n. 648, recante «Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità»,

        premesso che:

            l'articolo 1, comma 1, del disegno di legge in oggetto stabilisce che: «Al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sono trasferite le funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo. Al medesimo Ministero sono altresì trasferite, con decorrenza dal 1º gennaio 2019, le risorse umane, strumentali e finanziarie, compresa la gestione residui, della Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nonché quelle comunque destinate all'esercizio delle funzioni oggetto del trasferimento»;

        considerato che:

            conseguentemente, a quanto stabilito dal comma 1, ora citato, il comma 2 prevede che «la Direzione generale turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è soppressa e i relativi posti funzione di un dirigente di livello generale e di due dirigenti di livello non generale sono trasferiti al Dipartimento del turismo, che è istituito presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali»;

        rilevato che:

            pur a fronte del trasferimento di competenze previsto, il «turismo» rimane comunque materia afferente e privilegiata non solo per via teorica a problematiche di tipo culturale e ambientale, e pertanto occorre rendere operativo repentinamente un protocollo d'intesa tra i due Ministeri che promuova la collaborazione armonizzando e sostenendo l'azione governativa,

        tutto ciò premesso e considerato, impegna il Governo:

            ad adottare ogni provvedimento utile, anche di carattere normativo, finalizzato a garantire in tempi brevi:

                a) il reperimento delle risorse finanziarie e strumentali necessarie per dare continuità a tutte le attività e ai progetti di valorizzazione e al recupero-riuso del patrimonio culturale legati al turismo inteso come turismo sostenibile, nel rispetto del patrimonio culturale e dell'ambiente;

                b) un coordinamento efficiente tra i due Ministeri in indirizzo;

                c) l'effettiva realizzazione delle attività e dei progetti di cui alla letteraa) attingendo alle risorse finanziarie sia nazionali sia europee.

________________

(*) Accolto dal Governo come raccomandazione

ARTICOLO 2 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 2.

(Riordino delle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare)

1. Al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono trasferite le funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale di cui agli articoli 1 e 2 del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6.

2. Per le finalità di cui al comma 1, all'articolo 2 del decreto-legge n. 136 del 2013, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, le parole da: «presso la Presidenza del Consiglio dei ministri» a «Ministro della difesa» sono sostituite dalle seguenti: «presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un Comitato interministeriale, presieduto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, composto dal Ministro delegato per il Sud, dal Ministro dell'interno, dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministro della salute, dal Ministro per i beni e le attività culturali e dal Ministro della difesa»;

b) al comma 2, le parole: «, su proposta del Ministro per la coesione territoriale,» sono sostituite dalle seguenti: «, sulla proposta del Ministro delegato per il Sud» e le parole da: «un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri» a «Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare» sono sostituite dalle seguenti: «un rappresentante del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che la presiede, e da un rappresentante del Ministro delegato per il Sud, del Ministero dell'interno, del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo»;

c) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. La segreteria del Comitato di cui al comma 1 e il supporto tecnico per la Commissione di cui al comma 2 sono assicurati dalle strutture organizzative del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi oneri per la finanza pubblica.».

3. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare esercita altresì le funzioni già attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di contrasto al dissesto idrogeologico e di difesa e messa in sicurezza del suolo, ferme restando quelle di coordinamento interministeriale proprie della Presidenza del Consiglio dei ministri. All'articolo 7, comma 8, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, le parole «di concerto con la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico appositamente istituita presso la Presidenza del Consiglio» sono soppresse e il comma 9 è abrogato. All'articolo 1, comma 1074, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, le parole: «della Presidenza del Consiglio dei ministri-Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, sulla base di un accordo di programma sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei ministri» sono sostituite dalla seguenti: «del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla base di un accordo di programma sottoscritto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare» e le parole: «Presidenza del Consiglio dei ministri» sono sostituite dalle seguenti: «Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare».

4. Al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 35, comma 2, dopo la lettera c) sono inserite le seguenti:

«c-bis) politiche di promozione per l'economia circolare e l'uso efficiente delle risorse, fatte salve le competenze del Ministero dello sviluppo economico;

c-ter) coordinamento delle misure di contrasto e contenimento del danno ambientale e di ripristino in sicurezza dei siti inquinati;»;

b) all'articolo 37, comma 1, le parole: «, comma 5-bis,» sono soppresse.

5. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, si provvede alla puntuale quantificazione delle risorse finanziarie allocate e da allocare presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per lo svolgimento delle funzioni trasferite con il presente articolo.

6. Le risorse di cui al comma 5, per l'anno 2018, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ai pertinenti capitoli di spesa dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio. Con la legge di bilancio per l'anno 2019 e per il triennio 2019-2021, le risorse finanziarie di cui al comma 5 sono trasferite ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

7. Con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400, si provvede ad adeguare le strutture organizzative del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

8. Dalle disposizioni di cui al presente articolo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. All'attuazione del presente articolo il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

EMENDAMENTI E ORDINE DEL GIORNO

2.1

FERRAZZI, PARRINI, Assuntela MESSINA, MIRABELLI, SUDANO, CERNO, ZANDA

Respinto

Sopprimere l'articolo.

2.2

FERRAZZI, PARRINI, Assuntela MESSINA, MIRABELLI, SUDANO, CERNO, ZANDA

Respinto

Sopprimere i commi 1 e 2.

2.3

TIRABOSCHI

Respinto

Al comma 2, sostituire le lettere a) e b) con le seguenti:

            «a) il comma 1, è sostituito dal seguente: "1. Al fine di determinare gli indirizzi per l'individuazione o il potenziamento di azioni e interventi di prevenzione del danno ambientale e dell'illecito ambientale, monitoraggio, anche di radiazioni nucleari, tutela e bonifica nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi delle regioni italiane, è istituito presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un Comitato interministeriale, presieduto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, composto dal Ministro delegato per il Sud, dal Ministro dell'interno, dal Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dal Ministro della salute, dal Ministro per i beni e le attività culturali, dal Ministro della difesa e dal Ministro per lo sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. Il Presidente della regione Campania partecipa di diritto ai lavori del Comitato. Al Comitato spetta altresì la supervisione delle attività della Commissione di cui al comma 2";

            b) il comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Sulla base degli indirizzi stabiliti dal Comitato interministeriale di cui al comma 1, previa valutazione e idonea pubblicazione dei dati e delle informazioni già acquisiti da parte del medesimo Comitato, al fine di individuare o potenziare azioni e interventi di monitoraggio e tutela nei terreni, nelle acque di falda e nei pozzi delle regioni italiane, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla proposta del Ministro delegato per il Sud da emanare entro trenta giorni dall'approvazione della presente legge, è istituita una Commissione composta da un rappresentante del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che la presiede, e da un rappresentante del Ministro delegato per il Sud, del Ministero dell'interno, del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, del Ministero della salute, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero per i beni e le attività culturali e delle regioni italiane. Ai componenti della Commissione non sono corrisposti gettoni, compensi, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati. La Commissione può avvalersi di esperti di chiara fama scelti tra le eccellenze accademiche e scientifiche, anche internazionali; agli esperti non sono corrisposti gettoni, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati"».

2.4

TIRABOSCHI

Respinto

Al comma 2, lettera a), sostituire le parole: «e dal Ministro della difesa», con le seguenti: «dal Ministro della difesa e dal Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali».

        Conseguentemente, alla lettera b), dopo le parole: «del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo», aggiungere le seguenti: «e del Ministero dello sviluppo economico».

2.5

FERRAZZI, PARRINI, Assuntela MESSINA, MIRABELLI, SUDANO, CERNO, ZANDA

Respinto

Sopprimere il comma 3.

2.6

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Respinto

Al comma 3, dopo il primo periodo inserire il seguente:«Al medesimo Ministero sono altresì trasferite le risorse umane, strumentali e finanziarie della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri».

        Conseguentemente, al comma 5 dopo le parole: «risorse finanziarie» inserire le seguenti: «umane e strumentali».

2.7

La Commissione

Approvato

Al comma 3 sostituire il terzo periodo con il seguente: «All'articolo 1, comma 1074, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, le parole: "della Presidenza del Consiglio dei ministri - Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, sulla base di un accordo di programma sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei ministri" sono sostituite dalle seguenti: "del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla base di un accordo di programma sottoscritto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare" e le parole: "d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri" sono sostituite dalle seguenti: "d'intesa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare"».

2.8

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Respinto

Dopo il comma 3, inserire i seguenti:

        «3-bis. Ai fini di cui al comma 3 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è autorizzato a procedere all'assunzione di personale equivalente a quello in carica presso la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, mediante l'indizione di procedure concorsuali pubbliche per titoli ed esami.

        3-ter. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono individuate le modalità di espletamento delle procedure concorsuali di cui al comma 3-bis».

        Conseguentemente, apportare le seguenti modificazioni:

            al comma 7, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «fatta eccezione per le disposizioni di cui ai commi 3-bis e 3-ter»;

            dopo il comma 7 inserire il seguente: «7-bis. Agli oneri di cui al comma 3-bis e 3-ter pari a cinquantamila euro per l'anno 2018 e ottocentomila euro a decorrere dall'anno 2019 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini dei bilancio triennale 2018-2021, e sue proiezioni, nell'ambito del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero»;

            al comma 8 al primo periodo aggiungere in fine le seguenti parole: «fatta eccezione per le disposizioni di cui ai commi 3-bis e 3-ter».

2.100

GALLONE, TIRABOSCHI

Ritirato

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

        «4-bis. All'articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo il comma 5, è inserito il seguente comma:

        "6. Per ciascuna tipologia di rifiuto, fino alla data di entrata in vigore del relativo decreto di cui al comma 2, i criteri specifici di cui al comma 1 possono essere stabiliti per il singolo caso, nel rispetto delle condizioni ivi indicate, tramite autorizzazioni rilasciate ai sensi degli articoli 208, 209 e 211, nonché ai sensi delle disposizioni contenute nel titolo III-bis della parte seconda del presente decreto. Sono fatte salve le autorizzazioni già rilasciate alla data di entrata in vigore della presente norma, ai sensi delle disposizioni sopra menzionate, ove conformi alle condizioni di cui al comma 1"».

2.9

La Commissione

V. testo 2

Al comma 5, apportare le seguenti modificazioni:

            a) dopo le parole: «Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,» inserire le seguenti: «da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge,»;

            b) dopo le parole: «Presidenza del Consiglio dei ministri» inserire le seguenti: «, per essere successivamente riassegnate ai sensi del comma 6,».

2.9 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Al comma 5, apportare la seguente modificazione:

dopo le parole: «Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare,» inserire le seguenti: «da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge,».

      Al comma 6 sostituire le parole: «per l'anno 2018», con le seguenti: «già trasferite al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri e disponibili».

G2.1

VANIN, MONTEVECCHI

V. testo 2

Il Senato,

            in sede d'esame del disegno di legge n. 648, recante «Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità»,

        premesso che:

            l'articolo 2 del disegno di legge in oggetto è intitolato al riordino delle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In particolare al comma 1 è stabilito che «Al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono trasferite le funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale di cui agli articoli 1 e 2 del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6»; al comma 3, inoltre, è stabilito che «Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare esercita altresì le funzioni già attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di contrasto al dissesto idrogeologico e di difesa e messa in sicurezza del suolo, ferme restando quelle di coordinamento interministeriale proprie della Presidenza del Consiglio dei ministri»;

        considerato che:

            la Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, adottata a Parigi nel 2001 dalla Conferenza generale dell'UNESCO ed entrata in vigore il 2 gennaio 2009, mira a rafforzare la protezione di relitti, siti, grotte e altre vestigia di carattere culturale, storico o archeologico, parzialmente o interamente sommersi;

            la conservazione in situ del patrimonio - ove possibile - è sempre considerata prioritaria rispetto a ogni forma di intervento o di recupero. Obiettivo della Convenzione è inoltre quello di favorire l'accesso del pubblico ai beni culturali sommersi e incoraggiare la ricerca archeologica. L'adozione di tale importante strumento giuridico va intesa come una risposta della comunità internazionale al rischio crescente di saccheggio ed alla progressiva distruzione del patrimonio sottomarino da parte dei cacciatori di tesori;

        considerato ancora che:

            ai sensi dell'articolo 94 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), «Gli oggetti archeologici e storici rinvenuti nei fondali della zona di mare estesa dodici miglia marine a partire dal limite esterno del mare territoriale sono tutelati ai sensi delle regole relative agli interventi sul patrimonio culturale subacqueo», come allegate alla citata Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, adottata a Parigi il 2 novembre 2001;

        rilevato inoltre che:

            con la legge regionale 29 dicembre 2003, n. 21 (legge Finanziaria Regione Sicilia), è stata istituita presso la regione siciliana la prima «Soprintendenza del mare» d'Italia per tutelare, gestire e valorizzare la cultura del mare in Sicilia. Tale nuova Soprintendenza opera presso il Dipartimento regionale dei beni culturali e ambientali e dell'educazione permanente dell'assessorato per i beni culturali ambientali e pubblica istruzione della Regione Siciliana e «ha compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori [...] l'ottica a tutto campo - intesa come approccio sistematico alla cultura, alla tradizione ed alla storia del rapporto tra l'uomo ed il mare - [...] nonché le tradizioni marinare contemporanee»,

        impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni provvedimento utile, anche di carattere normativo, finalizzato all'istituzione di una Soprintendenza del Mare a carattere nazionale che operi presso il Ministero per i beni e le attività culturali - senza ulteriori oneri a carico della finanza pubblica e sulla base delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili, a legislazione vigente -, per svolgere funzioni di indirizzo e coordinamento, ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari.

G2.1 (testo 2)

VANIN, MONTEVECCHI

Non posto in votazione (*)

Il Senato,

            in sede d'esame del disegno di legge n. 648, recante «Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità»,

        premesso che:

            l'articolo 2 del disegno di legge in oggetto è intitolato al riordino delle competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. In particolare al comma 1 è stabilito che «Al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono trasferite le funzioni esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale di cui agli articoli 1 e 2 del decreto-legge 10 dicembre 2013, n. 136, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6»; al comma 3, inoltre, è stabilito che «Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare esercita altresì le funzioni già attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di contrasto al dissesto idrogeologico e di difesa e messa in sicurezza del suolo, ferme restando quelle di coordinamento interministeriale proprie della Presidenza del Consiglio dei ministri»;

        considerato che:

            la Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, adottata a Parigi nel 2001 dalla Conferenza generale dell'UNESCO ed entrata in vigore il 2 gennaio 2009, mira a rafforzare la protezione di relitti, siti, grotte e altre vestigia di carattere culturale, storico o archeologico, parzialmente o interamente sommersi;

            la conservazione in situ del patrimonio - ove possibile - è sempre considerata prioritaria rispetto a ogni forma di intervento o di recupero. Obiettivo della Convenzione è inoltre quello di favorire l'accesso del pubblico ai beni culturali sommersi e incoraggiare la ricerca archeologica. L'adozione di tale importante strumento giuridico va intesa come una risposta della comunità internazionale al rischio crescente di saccheggio ed alla progressiva distruzione del patrimonio sottomarino da parte dei cacciatori di tesori;

        considerato ancora che:

            ai sensi dell'articolo 94 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), «Gli oggetti archeologici e storici rinvenuti nei fondali della zona di mare estesa dodici miglia marine a partire dal limite esterno del mare territoriale sono tutelati ai sensi delle regole relative agli interventi sul patrimonio culturale subacqueo», come allegate alla citata Convenzione UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo, adottata a Parigi il 2 novembre 2001;

        rilevato inoltre che:

            con la legge regionale 29 dicembre 2003, n. 21 (legge Finanziaria Regione Sicilia), è stata istituita presso la regione siciliana la prima «Soprintendenza del mare» d'Italia per tutelare, gestire e valorizzare la cultura del mare in Sicilia. Tale nuova Soprintendenza opera presso il Dipartimento regionale dei beni culturali e ambientali e dell'educazione permanente dell'assessorato per i beni culturali ambientali e pubblica istruzione della Regione Siciliana e «ha compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori [...] l'ottica a tutto campo - intesa come approccio sistematico alla cultura, alla tradizione ed alla storia del rapporto tra l'uomo ed il mare - [...] nonché le tradizioni marinare contemporanee»,

        impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare ogni provvedimento utile, anche di carattere normativo, finalizzato all'istituzione di una Soprintendenza del Mare a carattere nazionale che operi presso il Ministero per i beni e le attività culturali, per svolgere funzioni di indirizzo e coordinamento, ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari.

________________

(*) Accolto dal Governo

ARTICOLO 3 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 3.

(Riordino delle funzioni di indirizzo e coordinamento del Presidente del Consiglio dei ministri in materia di famiglia, adozioni, infanzia e adolescenza, disabilità)

1. Sono attribuite al Presidente del Consiglio dei ministri ovvero al Ministro delegato per la famiglia e le disabilità:

a) le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per la famiglia nelle sue componenti e problematiche generazionali e relazionali, nonché le funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dall'articolo 46, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, in materia di coordinamento delle politiche volte alla tutela dei diritti e alla promozione del benessere della famiglia, di interventi per il sostegno della maternità e della paternità, di conciliazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia, di misure di sostegno alla famiglia, alla genitorialità e alla natalità, anche al fine del contrasto della crisi demografica, nonché quelle concernenti l'Osservatorio nazionale sulla famiglia di cui all'articolo 1, comma 1250, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. La Presidenza del Consiglio dei ministri esercita altresì:

1) la gestione delle risorse finanziarie relative alle politiche per la famiglia e per il sostegno alla natalità ed, in particolare, la gestione dei fondi di cui all'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e all'articolo 1, comma 348, della legge 11 dicembre 2016, n. 232;

2) le funzioni di espressione del concerto in sede di esercizio delle funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di «Fondo di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari», di cui al decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 565;

3) le funzioni statali di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali concernenti la carta della famiglia, di cui all'articolo 1, comma 391, della legge 28 dicembre 2015, n. 208;

b) le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per le adozioni, anche internazionali, di minori italiani e stranieri. Resta fermo quanto previsto dall'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2007, n. 108, in ordine alla presidenza della Commissione ivi prevista da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, salvo delega;

c) le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche per l'infanzia e l'adolescenza, anche con riferimento allo sviluppo dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, fatte salve, con riferimento a tali servizi, le competenze del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nonché le funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dall'articolo 46, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, in materia di coordinamento delle politiche per il sostegno dell'infanzia e dell'adolescenza e per la tutela dei minori anche con riferimento al diritto degli stessi a una famiglia, fatte salve le competenze del medesimo Ministero in materia di politiche per l'integrazione e l'inclusione sociale. La Presidenza del Consiglio esercita altresì:

1) le funzioni di competenza del Governo per l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e quelle già proprie del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103, nonché quelle relative all'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, di cui all'articolo 17, comma 1-bis, della legge 3 agosto 1998, n. 269;

2) le funzioni di espressione del concerto in sede di esercizio delle funzioni di competenza statale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di Fondo nazionale per l'infanzia e l'adolescenza di cui alla legge 28 agosto 1997, n. 285;

d) le funzioni di indirizzo e coordinamento in materia di politiche in favore delle persone con disabilità, anche con riferimento a quelle per l'inclusione scolastica, l'accessibilità e la mobilità, fatte salve, in relazione a tali ambiti, le competenze dei Ministeri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti e le specifiche disposizioni previste dal secondo periodo in materia di salute, nonché le funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dall'articolo 46, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, in materia di coordinamento delle politiche volte a garantire la tutela e la promozione dei diritti delle persone con disabilità e a favorire la loro partecipazione e inclusione sociale, nonché la loro autonomia, anche avvalendosi dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, di cui alla legge 3 marzo 2009, n. 18. Con riferimento alle politiche in materia di salute, la Presidenza del Consiglio dei ministri esercita funzioni di coordinamento esprimendo il concerto nell'adozione degli atti di competenza del Ministero della salute relativamente alle attività volte alla promozione dei servizi e delle prestazioni rese dal Servizio sanitario nazionale in favore delle persone con disabilità. Fermo restando quanto disposto dal comma 4, la Presidenza del Consiglio dei ministri esercita altresì:

1) le funzioni di espressione del concerto in sede di esercizio delle funzioni di competenza statale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, di cui all'articolo 13 della legge 12 marzo 1999, n. 68;

2) la gestione del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, di cui all'articolo 1, comma 254, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, la cui dotazione finanziaria è riassegnata al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri.

2. Per le finalità di cui al comma 1, lettera a), all'articolo 1, comma 391, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, dopo le parole «con decreto del» sono inserite le seguenti: «Presidente del Consiglio dei ministri ovvero del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, di concerto con il» e dopo le parole «Ministro del lavoro e delle politiche sociali,» sono soppresse le seguenti: «di concerto con».

3. Per le finalità di cui al comma 1, lettera c):

a) all'articolo 11, comma 1, della legge 28 agosto 1997, n. 285, le parole: «Il Ministro per la solidarietà sociale» sono sostituite dalle seguenti: «Il Presidente del Consiglio dei ministri ovvero il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità» e le parole: «organizzata dal Dipartimento per gli affari sociali» sono sostituite dalle seguenti: «organizzata dal Dipartimento per le politiche della famiglia»;

b) all'articolo 17, comma 1-bis, della legge 3 agosto 1998, n. 269, le parole: «- Dipartimento per le pari opportunità» sono sostituite dalle seguenti «- Dipartimento per le politiche della famiglia» e le parole: «Ministro per le pari opportunità» sono sostituite dalle seguenti: «Presidente del Consiglio dei ministri ovvero del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità».

4. Per le finalità di cui al comma 1, lettera d):

a) alla legge 5 febbraio 1992, n.104, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) all'articolo 41, comma 1, le parole: «Ministro per gli affari sociali coordina» sono sostituite dalle seguenti: «Il Presidente del Consiglio dei ministri ovvero il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, coordina»; al comma 2, primo e secondo periodo, le parole: «Ministro per gli affari sociali» sono sostituite dalle seguenti: «Ministro delegato per la famiglia e le disabilità»; al comma 8, le parole: «Il Ministro per gli affari sociali» sono sostituite dalle seguenti: «Il Presidente del Consiglio dei ministri ovvero il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità»;

2) all'articolo 41-bis, comma 1, le parole: «Il Ministro per gli affari sociali» sono sostituite dalle seguenti: «Il Presidente del Consiglio dei ministri ovvero il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità»;

b) all'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il comma 1265 è sostituito dal seguente:

«1265. Gli atti e provvedimenti concernenti l'utilizzazione del Fondo di cui al comma 1264 sono adottati dal Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute e il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281.»;

c) all'articolo 3 della legge 3 marzo 2009, n.18, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) al comma 1, le parole: «presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali» sono sostituite dalle seguenti: «presso la Presidenza del Consiglio dei ministri»;

2) al comma 2, le parole: «presieduto dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali» sono sostituite dalle seguenti: «presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri ovvero dal Ministro delegato per la famiglia e le disabilità»;

3) il comma 3 è sostituito dal seguente: «3. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro per la pubblica amministrazione, adottato ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono disciplinati la composizione, l'organizzazione e il funzionamento dell'Osservatorio, prevedendo che siano rappresentate le amministrazioni centrali coinvolte nella definizione e nell'attuazione di politiche in favore delle persone con disabilità, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, le autonomie locali, gli Istituti di previdenza, l'Istituto nazionale di statistica, le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei lavoratori, dei pensionati e dei datori di lavoro, le associazioni nazionali maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e le organizzazioni rappresentative del terzo settore operanti nel campo della disabilità. L'Osservatorio è integrato, nella sua composizione, con esperti di comprovata esperienza nel campo della disabilità in numero non superiore a cinque.»;

4) il comma 4 è sostituito dal seguente: «4. L'Osservatorio dura in carica tre anni ed è prorogabile con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la medesima durata.»;

d) alla legge 22 giugno 2016, n. 112, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) all'articolo 2, comma 2, dopo le parole: «il Ministro del lavoro e delle politiche sociali» sono inserite le seguenti: «e il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità»;

2) all'articolo 3, comma 2, le parole: «del Ministro del lavoro e delle politiche sociali» sono sostituite dalle seguenti: «del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità» e le parole: «Con le medesime modalità il Ministro del lavoro e delle politiche sociali provvede» sono sostituite dalle seguenti: «Con le medesime modalità il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità provvedono»;

3) all'articolo 6, comma 11, dopo le parole «Ministro del lavoro e delle politiche sociali» sono inserite le seguenti: «e il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità»;

4) all'articolo 8, comma 1, le parole: «Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali trasmette» sono sostituite dalle seguenti: «Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità trasmettono»;

e) all'articolo 21 del decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:

1) al comma 2, le parole: «ne fanno parte, oltre ad un rappresentante» sono sostituite dalle seguenti: «ne fanno parte, oltre a due rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei ministri, di cui uno del Dipartimento per le politiche della famiglia, e ad un rappresentante» e le parole: «e del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri» sono soppresse;

2) al comma 3, le parole: «un rappresentante dell'INPS e possono essere invitati altri membri del Governo» sono sostituite dalle seguenti: «il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, ove nominato, nonché un rappresentante dell'INPS e possono essere invitati altri membri del Governo»;

f) all'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, il comma 254 è sostituito dal seguente:

«254. È istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. Il Fondo è destinato alla copertura finanziaria di interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale dell'assistente familiare, come definito al comma 255. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ovvero del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definiti i criteri e le modalità di utilizzo del Fondo.»;

g) all'articolo 5, comma 6, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, dopo le parole: «dell'economia e delle finanze,» sono inserite le seguenti: «per la famiglia e le disabilità,»;

h) all'articolo 12, comma 5, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, dopo le parole: «dell'università e della ricerca,» sono inserite le seguenti: «sentito il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità,»;

i) all'articolo 15, comma 3, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, dopo le parole: «ed è composto» sono inserite le seguenti: «da un rappresentante del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità, nonché,»;

l) all'articolo 1, comma 947, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, dopo le parole: «di concerto con» sono inserite le seguenti: «il Ministro delegato per la famiglia e le disabilità,».

5. Per lo svolgimento delle funzioni di cui al presente articolo le competenti amministrazioni centrali cooperano e si raccordano con la Presidenza del Consiglio dei ministri.

6. Dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono soppressi:

a) l'articolo 1, comma 19, lettera e), del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233;

b) l'articolo 1, comma 14, lettere b) e c), del decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 121.

7. Al funzionamento dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità di cui alla legge 3 marzo 2009, n. 18, è destinato uno stanziamento di 250.000 euro per l'anno 2018 e di 500.000 euro annuo a decorrere dall'anno 2019. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

8. Dalle disposizioni di cui al presente articolo, ad eccezione del comma 7, non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

EMENDAMENTI

3.1

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Respinto

Sopprimere l'articolo.

        Conseguentemente, al titolo del disegno di legge, sopprimere le parole: «nonché in materia di famiglia e disabilità».

3.2

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Respinto

Apportare le seguenti modificazioni:

            1) al comma 1 sopprimere le lettere a), b) e c);

            2) sopprimere i commi 2, 3 e 6.

        Conseguentemente, alla rubrica sopprimere le parole: «di famiglia, adozioni, infanzia e adolescenza».

        Conseguentemente, al titolo del disegno di legge, sopprimere le parole: «di famiglia e».

3.3

IORI, PARRINI, MALPEZZI, RAMPI, VERDUCCI, CERNO, ZANDA

Respinto

Al comma 1, lettera a) alinea e lettera a) numero 1, e ai commi 2, 3 e 4 sostituire ovunque ricorrono le parole:«la famiglia» con le seguenti «le famiglie», le parole: «della famiglia» con le seguenti: «delle famiglie» e le parole: «alla famiglia» con le seguenti: «alle famiglie».

        Conseguentemente, alla rubrica, sostituire la parola: «famiglia» con la seguente: «famiglie».

3.4

PARENTE, PATRIARCA, PARRINI, LAUS, NANNICINI, CERNO, ZANDA

Respinto

Al comma 1, lettera a) sopprimere le parole da: «nonché le funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro» alle parole: «crisi demografica», nonché il numero 2).

        Al comma 1, lettera d) sopprimere le parole da: «nonché le funzioni di competenza statale attribuite al Ministero del lavoro» alle parole «inclusione sociale», nonché i numeri 1) e 2).

        Conseguentemente, al comma 4, lettera c) sopprimere i numeri 1) e 2).

3.5

TIRABOSCHI, PICHETTO FRATIN, TESTOR, ALDERISI, PAPATHEU, BERUTTI, BIASOTTI, PEROSINO, BATTISTONI, BERARDI, MODENA, RIZZOTTI, GALLONE, MINUTO, FLORIS, MANGIALAVORI, AIMI, BARBONI, STABILE, CRAXI, GIAMMANCO, TOFFANIN, MALLEGNI

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera a), inserire la seguente:

            «a-bis) le funzioni di coordinamento e valorizzazione del mondo femminile».

3.6

TIRABOSCHI, PEROSINO, RIZZOTTI, TESTOR, PICHETTO FRATIN, AIMI, BERUTTI, BARBONI, ALDERISI, FLORIS, BIASOTTI, PAPATHEU, BATTISTONI, GALLONE, MODENA, TOFFANIN, MINUTO, CRAXI, BERARDI, MALLEGNI, STABILE, GIAMMANCO

Respinto

Al comma 1, dopo la lettera b), inserire la seguente:

            «b-bis) le funzioni statali di competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali concernenti il Comitato nazionale delle pari opportunità di cui all'articolo 47, comma 3, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300;».

3.7

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Respinto

Apportare le seguenti modificazioni:

            1) al comma 1 sopprimere la lettera c);

            2) sopprimere il comma 3;

            3) sopprimere il comma 6.

        Conseguentemente, alla rubrica sopprimere le parole: «infanzia e adolescenza».

3.8

IORI, PARENTE, MALPEZZI, PARRINI, RAMPI, VERDUCCI, PATRIARCA, LAUS, CERNO, ZANDA, NANNICINI

Le parole da: «Apportare» a: «lettera d);» respinte; seconda parte preclusa

Apportare le seguenti modificazioni:

        1) Al comma 1 sopprimere la lettera d);

        2) al comma 3 sopprimere la lettera a);

        3) sopprimere il comma 4.

        Conseguentemente, alla rubrica sopprimere la parola: «disabilità» e ovunque ricorrano sopprimere le parole: «e le disabilità».

3.9

DE PETRIS, ERRANI, LAFORGIA, GRASSO

Precluso

Apportare le seguenti modificazioni:

            1) al comma 1, sopprimere la lettera d);

            2) sopprimere il comma 4.

        Conseguentemente, alla rubrica sopprimere la parola: «disabilità».

        Conseguentemente, al titolo sopprimere le parole: «e disabilità».

3.10

La Commissione

V. testo 2

Apportare le seguenti modificazioni:

        a) al comma 1, lettera d), sostituire il secondo periodo con il seguente: «Con riferimento alle politiche in materia di salute, fermo restando quanto previsto dalla disciplina vigente in materia di definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, la Presidenza del Consiglio dei Ministri esprime il concerto nell'adozione degli atti normativi di competenza del Ministero della salute relativi alla promozione dei servizi e delle prestazioni resi dal Servizio sanitario nazionale in favore delle persone con disabilità.»;

        b) dopo il comma 4, inserire il seguente:

        «4-bis. Ferme restando le attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri a norma di quanto disposto dal Testo Unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 e successive modificazioni, con Protocollo d'intesa tra il Dipartimento delle politiche antidroga della medesima Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della salute sono definite le misure sanitarie volte a contrastare il diffondersi dell'uso di sostanze stupefacenti, delle tossicodipendenze e delle alcoldipendenze correlate, relativamente:

            a) al potenziamento delle attività di prevenzione sanitaria;

            b) alla partecipazione al sistema di allerta precoce;

            c) alla sorveglianza nell'ambito del Piano d'azione antidroga dell'andamento concernente l'applicazione delle medesime misure sanitarie adottate a fini di prevenzione e trattamento».

3.10 (testo 2)

La Commissione

Approvato

Apportare le seguenti modificazioni:

        a) al comma 1, lettera d), sostituire il secondo periodo con il seguente: «Con riferimento alle politiche in materia di salute, fermo restando quanto previsto dalla disciplina vigente in materia di definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, la Presidenza del Consiglio dei Ministri esprime il concerto nell'adozione degli atti normativi di competenza del Ministero della salute relativi alla promozione dei servizi e delle prestazioni resi dal Servizio sanitario nazionale in favore delle persone con disabilità.»;

        b) dopo il comma 4, inserire il seguente:

        «4-bis. Ferme restando le attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri a norma di quanto disposto dal Testo Unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 e successive modificazioni, con Protocollo d'intesa tra il Dipartimento delle politiche antidroga della medesima Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della salute sono definite con invarianza delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente le misure sanitarie volte a contrastare il diffondersi dell'uso di sostanze stupefacenti, delle tossicodipendenze e delle alcoldipendenze correlate, relativamente:

            a) al potenziamento delle attività di prevenzione sanitaria;

            b) alla partecipazione al sistema di allerta precoce;

            c) alla sorveglianza nell'ambito del Piano d'azione antidroga dell'andamento concernente l'applicazione delle medesime misure sanitarie adottate a fini di prevenzione e trattamento».

3.11

La Commissione

Approvato

Al comma 4, apportare le seguenti modificazioni:

        a) alla lettera a), numero 2), sostituire le parole: «Il Ministro per gli affari sociali» con le seguenti: «Il Ministro per la solidarietà sociale»;

        b) alla lettera d), numero 1), aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e la parola: "definisce" è sostituita dalla seguente: "definiscono"».

3.12

PARENTE, PATRIARCA, PARRINI, LAUS, NANNICINI, CERNO, ZANDA

Respinto

Al comma 4, sopprimere la lettera b).

3.13

La Commissione

Approvato

Al comma 4, alla lettera f), capoverso «254.», secondo periodo, sostituire le parole: «dell'assistente familiare» con le seguenti: «del caregiver familiare».

3.14

La Commissione

Approvato

Al comma 4, dopo la lettera l), aggiungere la seguente:

        «l-bis) All'articolo 39-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dopo le parole: "un rappresentante del Dipartimento della funzione pubblica," sono aggiunte le seguenti: "un rappresentante del Presidente del Consiglio dei ministri ovvero del Ministro delegato per la famiglia e le disabilità,"».

3.15

La Commissione

Approvato

Dopo il comma 4, inserire il seguente:

        «4-bis. In ragione di quanto disposto dal comma 4, lettere b) ed e), per l'anno 2018, nelle more dell'adozione del piano triennale di cui all'articolo 21, comma 6, lettera c), del decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, il Fondo per le non autosufficienze è ripartito secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 1265, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, come modificato ai sensi del presente decreto».

ARTICOLO 4 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 4.

(Esercizio delle funzioni relative alla realizzazione del progetto «Casa Italia» e agli interventi di edilizia scolastica)

1. All'articolo 18-bis del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 aprile 2017, n. 45, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, le parole: «Per l'esercizio delle» sono sostituite dalle seguenti: «La Presidenza del Consiglio dei ministri esercita le» e, in fine, le parole da: «, è istituito» a «30 luglio 1999, n. 303» sono soppresse, e le parole: «dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225» sono sostituite dalle seguenti: «dal decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1»;

b) al comma 2, le parole: «l'immediata operatività del suddetto dipartimento» sono sostituite dalle seguenti: «l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1».

2. Le risorse individuate per le finalità di cui all'articolo 41, comma 3, lettera a), numero 1, del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate al Fondo unico per l'edilizia scolastica di cui all'articolo 11, comma 4-sexies, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 22, per il finanziamento delle verifiche di vulnerabilità degli edifici scolastici ricadenti nella zona sismica 1 e candidati dagli enti locali nell'ambito della procedura selettiva di cui all'articolo 20-bis del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 aprile 2017, n. 45. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

3. All'articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 487, le parole: «alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Struttura di missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica» sono sostituite dalle seguenti: «al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca» e le parole: «della medesima Struttura» sono sostituite con le seguenti «del medesimo Ministero»;

b) al comma 488, le parole: «La Presidenza del Consiglio dei ministri -Struttura di missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica» sono sostituite dalle seguenti: «Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca»;

c) al comma 489:

1) al primo periodo, le parole: «La Presidenza del Consiglio dei ministri - Struttura di missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica» sono sostituite dalle seguenti: «Il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca»;

2) al quarto periodo, le parole: «la Presidenza del Consiglio dei ministri -Struttura di missione per il coordinamento e impulso nell'attuazione di interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica» sono sostituite dalle seguenti: «il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca».

EMENDAMENTI

4.1

MALPEZZI, D'ARIENZO, PARRINI, MARGIOTTA, ASTORRE, CERNO, ZANDA

Respinto

Sopprimere l'articolo.

4.2

D'ARIENZO, PARRINI, FERRAZZI, MARGIOTTA, ASTORRE, Assuntela MESSINA, MIRABELLI, SUDANO, CERNO, ZANDA

Respinto

Sopprimere il comma 1.

4.3

D'ARIENZO, MARGIOTTA, ASTORRE

Le parole da: «Dopo» a: «Presidenza del Consiglio» respinte; seconda parte preclusa

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. La Presidenza del Consiglio garantirà la redazione semestrale del Rapporto sulla promozione della sicurezza dai rischi naturali del patrimonio abitativo finora redatto dal Dipartimento soppresso.».

4.4

D'ARIENZO, PARRINI, MARGIOTTA, ASTORRE, CERNO, ZANDA

Precluso

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. La Presidenza del Consiglio proseguirà ed implementerà la sperimentazione dell'iniziativa "10 Cantieri", per sensibilizzare i territori ad intervenire sulla messa in sicurezza antisismica di edifici pubblici esistenti, in Comuni scelti su tutto il territorio nazionale».

4.5

D'ARIENZO, PARRINI, MARGIOTTA, ASTORRE, CERNO, ZANDA

Precluso

Dopo il comma 1, inserire il seguente:

        «1-bis. La Presidenza del Consiglio proseguirà nell'aggiornamento della mappa dei rischi naturali dei Comuni italiani con cadenza annuale».

4.6

La Commissione

Approvato

Sopprimere il comma 2.

4.9

D'ARIENZO, IORI, PARRINI, FERRAZZI, MARGIOTTA, ASTORRE, Assuntela MESSINA, MIRABELLI, SUDANO, MALPEZZI, RAMPI, VERDUCCI, CERNO, ZANDA

Respinto

Dopo il comma 3, aggiungere il seguente:

        «3-bis. Gli importi complessivi degli spazi finanziari da parte degli enti locali per interventi di edilizia scolastica, sia per l'annualità 2018 sia per l'annualità 2019, nell'ambito della disciplina sui cosiddetti patti di solidarietà nazionale, come previsto dall'articolo 1, comma 874, legge n. 205 del 2017 nonché e anche per interventi di impiantistica sportiva, sono confermati».

4.10

Il Relatore

V. testo corretto

Dopo il comma 3, aggiungere i seguenti:

        «3-bis. Il comma 8 dell'articolo 3 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, è soppresso.

        3-ter. I commi 155, 156 e 157 dell'articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono soppressi. Le disposizioni di cui ai predetti commi continuano ad applicarsi alle procedure il cui specifico concorso, di cui al comma 155 dell'articolo 1, della citata legge n. 107 del 2015, sia stato già bandito alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

        3-quater. A decorrere dall'anno 2018, le risorse di cui all'articolo 32-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, già confluite nel Fondo unico per l'edilizia scolastica di cui all'articolo 11, comma 4-sexies, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sono ripartite secondo i criteri della programmazione triennale nazionale di riferimento.

        3-quinquies. All'articolo 10 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128 sono apportate le seguenti modifiche:

            a) al comma 1, primo capoverso, le parole: "2013-2015" e le parole: "e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti" sono soppresse;

            b) al terzo capoverso le parole: "con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze" e fino alle parole: "e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti" sono sostituite dalle seguenti: "con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e Dipartimento del tesoro";

            c) al comma 1-ter, le parole: ", di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti" sono soppresse.»

4.10 (testo corretto)

Il Relatore

Approvato

Dopo il comma 3, aggiungere i seguenti:

        «3-bis. Il comma 8 dell'articolo 3 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, è abrogato.

        3-ter. I commi 155, 156 e 157 dell'articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono abrogati. Le disposizioni di cui ai predetti commi continuano ad applicarsi alle procedure il cui specifico concorso, di cui al comma 155 dell'articolo 1, della citata legge n. 107 del 2015, sia stato già bandito alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

        3-quater. A decorrere dall'anno 2018, le risorse di cui all'articolo 32-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, già confluite nel Fondo unico per l'edilizia scolastica di cui all'articolo 11, comma 4-sexies, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sono ripartite secondo i criteri della programmazione triennale nazionale di riferimento.

        3-quinquies. All'articolo 10 del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128 sono apportate le seguenti modifiche:

            a) al comma 1, primo periodo, le parole: "2013-2015" e le parole: "e con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti" sono soppresse;

            b) al comma 1, quarto periodo le parole da: "con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze" fino a: "e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti" sono sostituite dalle seguenti: "con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e Dipartimento del tesoro";

            c) al comma 1-ter, le parole: ", di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti" sono soppresse.»

EMENDAMENTI TENDENTI AD INSERIRE ARTICOLI AGGIUNTIVI DOPO L'ARTICOLO 4

4.0.1 (testo 2)

GRASSI, PIROVANO

V. testo 3

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

        «Art. 4-bis.

(Riordino delle competenze dell'Agenzia per la coesione territoriale)

        1. All'articolo 10, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, sono apportate le seguenti modifiche:

            a) il comma 2 è sostituito dal seguente:

        "2. Fermo restando le competenze delle Amministrazioni titolari di programmi, la Presidenza del Consiglio dei ministri, anche avvalendosi dell'Agenzia:

            a) adotta gli atti di indirizzo e di programmazione relativi all'impiego dei fondi a finalità strutturale dell'Unione europea, nonchè all'impiego del Fondo per lo sviluppo e la coesione in modo da garantire complementarietà con le risorse europee per lo sviluppo regionale;

            b) promuove e coordina i programmi e gli interventi finanziati dai fondi strutturali, i programmi finanziati dal fondo per lo sviluppo e la coesione, nonchè le attività di valutazione delle politiche di coesione;

            c) promuove le politiche e gli interventi per assicurare l'addizionalità, rispetto agli stanziamenti ordinari del bilancio dello Stato, delle risorse provenienti dai fondi a finalità strutturale dell'Unione europea e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, nonchè dei relativi programmi di investimento;

            d) promuove l'attuazione e il monitoraggio dell'articolo 7-bis del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243 e successive modificazioni;

            e) cura la valutazione dei risultati delle politiche di coesione a fini di correzione e riorientamento delle politiche, raccogliendo ed elaborando, in collaborazione con le amministrazioni statali e regionali competenti, informazioni e dati sull'attuazione dei programmi operativi dei fondi a finalità strutturale dell'Unione europea, nonchè sull'attuazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione;

            f) promuove il ricorso alle modalità di attuazione di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88, e alle misure previste dagli articoli 9 e 9-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n, 98, e adotta, anche in base alle proposte dell'Agenzia, le misure di accelerazione degli interventi necessari ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88;

            g) supporta il Presidente o il Ministro delegato nei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea relativi alla fase di definizione delle politiche di sviluppo regionale e di verifica della loro realizzazione;

            h) raccoglie ed elabora informazioni, dati e analisi in materia di sviluppo regionale;

            i) cura l'istruttoria relativa all'esercizio dei poteri di cui all'articolo 6, comma 6, del decreto legislativo n. 88 del 2011, al fine di assicurare l'efficace utilizzo delle risorse per la politica di coesione, e si avvale dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - Invitalia Spa per dare esecuzione alle determinazioni assunte ai sensi del medesimo articolo 6 e per l'attuazione della politica di coesione anche attraverso il ricorso alle misure di accelerazione degli interventi strategici di cui all'articolo 55-bis del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.  1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27";

            b) il comma 3 è sostituito dal seguente:

        "3. L'Agenzia, tenuto conto degli obiettivi definiti dagli atti di indirizzo e programmazione della Presidenza del Consiglio dei ministri relativamente ai fondi strutturali europei e al Fondo per lo sviluppo e la coesione e fermo restando le competenze della Presidenza del Consiglio dei ministri di cui al precedente comma:

            1) assicura la sorveglianza, il monitoraggio e il controllo di tutti i programmi operativi e di tutti gli interventi della politica di coesione, anche attraverso specifiche attività di valutazione e verifica, in raccordo con le amministrazioni competenti, ferme restando le funzioni attribuite alla Ragioneria generale dello Stato;

            2) assicura il supporto alle attività della Presidenza del Consiglio dei ministri di cui al precedente comma;

            3) vigila, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche, sulla attuazione dei programmi europei o nazionali e sulla realizzazione dei progetti che utilizzino risorse della politica di coesione;

            4) fornisce assistenza tecnica alle amministrazioni, centrali e territoriali, definisce gli standard e le istruzioni operative e svolge attività di formazione del personale delle amministrazioni che gestiscono programmi europei o nazionali;

            5) sostiene la realizzazione dei programmi con azioni di accompagnamento alle amministrazioni titolari, promuovendo il ricorso ai Contratti Istituzionali di Sviluppo e l'attivazione dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - Invitalia Spa in qualità di centrale di committenza;

            6) propone le necessarie misure di accelerazione degli interventi ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 31 maggio 2011, n.  88 e dò esecuzione alle determinazioni adottate in base agli articoli 3 e 6, comma 6, del medesimo decreto;

            7) promuove, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche, il miglioramento della qualità, della tempestività, dell'efficacia e della trasparenza delle attività di programmazione e attuazione degli interventi;

            8) può assumere le funzioni dirette di autorità di gestione di programmi finanziati con le risorse della politica di coesione e per la conduzione di specifici progetti, nonchè, avvalendosi a tal fine, nelle ipotesi previste dalla lettera e), dell'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa Spa - Invitalia Spa.

            c) il comma 14-bis è sostituito dal seguente:

        "14-bis. Le amministrazioni centrali dello Stato per rafforzare l'attuazione degli interventi finanziati nell'ambito delle politiche di sviluppo e coesione, anche su impulso dell'Agenzia, si avvalgono dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa. Per le finalità di cui al presente articolo, quest'ultima opera in qualità di soggetto attuatore dei Contratti Istituzionali di Sviluppo, di programmi ed interventi strategici, anche a carattere sperimentale, e per attuare le determinazioni assunte ai sensi del comma 3, lettera f)"».

4.0.1 (testo 3)

GRASSI, PIROVANO

Approvato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

        «Art. 4-bis.

(Riordino delle competenze dell'Agenzia per la coesione territoriale)

        1. All'articolo 10, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, sono apportate le seguenti modifiche:

            a) il comma 2 è sostituito dal seguente:

        "2. Fermo restando le competenze delle Amministrazioni titolari di programmi, la Presidenza del Consiglio dei ministri, anche avvalendosi dell'Agenzia:

            a) adotta gli atti di indirizzo e di programmazione relativi all'impiego dei fondi a finalità strutturale dell'Unione europea, nonchè all'impiego del Fondo per lo sviluppo e la coesione in modo da garantire complementarietà con le risorse europee per lo sviluppo regionale;

            b) promuove e coordina i programmi e gli interventi finanziati dai fondi strutturali, i programmi finanziati dal fondo per lo sviluppo e la coesione, nonchè le attività di valutazione delle politiche di coesione;

            c) promuove le politiche e gli interventi per assicurare l'addizionalità, rispetto agli stanziamenti ordinari del bilancio dello Stato, delle risorse provenienti dai fondi a finalità strutturale dell'Unione europea e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, nonchè dei relativi programmi di investimento;

            d) promuove l'attuazione e il monitoraggio dell'articolo 7-bis del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243 e successive modificazioni;

            e) cura la valutazione dei risultati delle politiche di coesione a fini di correzione e riorientamento delle politiche, raccogliendo ed elaborando, in collaborazione con le amministrazioni statali e regionali competenti, informazioni e dati sull'attuazione dei programmi operativi dei fondi a finalità strutturale dell'Unione europea, nonchè sull'attuazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione;

            f) promuove il ricorso alle modalità di attuazione di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88, e alle misure previste dagli articoli 9 e 9-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n, 98, e adotta, anche in base alle proposte dell'Agenzia, le misure di accelerazione degli interventi necessari ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88;

            g) supporta il Presidente o il Ministro delegato nei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea relativi alla fase di definizione delle politiche di sviluppo regionale e di verifica della loro realizzazione;

            h) raccoglie ed elabora informazioni, dati e analisi in materia di sviluppo regionale;

            i) cura l'istruttoria relativa all'esercizio dei poteri di cui all'articolo 6, comma 6, del decreto legislativo n. 88 del 2011, al fine di assicurare l'efficace utilizzo delle risorse per la politica di coesione, e si avvale dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - Invitalia Spa per dare esecuzione alle determinazioni assunte ai sensi del medesimo articolo 6 e per l'attuazione della politica di coesione anche attraverso il ricorso alle misure di accelerazione degli interventi strategici di cui all'articolo 55-bis del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.  1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27";

            b) il comma 3 è sostituito dal seguente:

        "3. L'Agenzia, tenuto conto degli obiettivi definiti dagli atti di indirizzo e programmazione della Presidenza del Consiglio dei ministri relativamente ai fondi strutturali europei e al Fondo per lo sviluppo e la coesione e fermo restando le competenze della Presidenza del Consiglio dei ministri di cui al precedente comma:

            1) assicura la sorveglianza, il monitoraggio e il controllo di tutti i programmi operativi e di tutti gli interventi della politica di coesione, anche attraverso specifiche attività di valutazione e verifica, in raccordo con le amministrazioni competenti, ferme restando le funzioni attribuite alla Ragioneria generale dello Stato;

            2) assicura il supporto alle attività della Presidenza del Consiglio dei ministri di cui al precedente comma;

            3) vigila, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche, sulla attuazione dei programmi europei o nazionali e sulla realizzazione dei progetti che utilizzino risorse della politica di coesione;

            4) fornisce assistenza tecnica alle amministrazioni, centrali e territoriali, definisce gli standard e le istruzioni operative e svolge attività di formazione del personale delle amministrazioni che gestiscono programmi europei o nazionali;

            5) sostiene la realizzazione dei programmi con azioni di accompagnamento alle amministrazioni titolari, promuovendo il ricorso ai Contratti Istituzionali di Sviluppo e l'attivazione dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - Invitalia Spa in qualità di centrale di committenza;

            6) propone le necessarie misure di accelerazione degli interventi ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 31 maggio 2011, n.  88 e dò esecuzione alle determinazioni adottate in base agli articoli 3 e 6, comma 6, del medesimo decreto;

            7) promuove, nel rispetto delle competenze delle singole amministrazioni pubbliche, il miglioramento della qualità, della tempestività, dell'efficacia e della trasparenza delle attività di programmazione e attuazione degli interventi;

            8) può assumere le funzioni dirette di autorità di gestione di programmi finanziati con le risorse della politica di coesione e per la conduzione di specifici progetti, nonchè, avvalendosi a tal fine, nelle ipotesi previste dalla lettera e), dell'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa Spa - Invitalia Spa.

        2. All'attuazione del presente articolo le amministrazioni interessate provvedono con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.».

4.0.2 (testo 2)

GRASSI

V. testo 3

Dopo l'articolo, aggiungere il seguente

«Art. 4-bis

(Procedure per il riordino dell'organizzazione dei Ministeri)

        1. Al fine di semplificare ed accelerare il riordino dell'organizzazione dei ministeri, anche con riferimento agli adeguamenti conseguenti alle disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 del presente decreto, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e fino al 30 giugno 2019, i regolamenti di organizzazione dei Ministeri, ivi inclusi quelli degli uffici di diretta collaborazione, possono essere adottati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa delibera del Consiglio dei ministri. I decreti previsti dal presente articolo sono soggetti al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti ai sensi dell'articolo 3, commi da 1 a 3, della legge 14 gennaio 1994, n. 20. Sugli stessi decreti il Presidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di richiedere il parere del Consiglio di Stato. A decorrere dalla data di efficacia di ciascuno dei predetti decreti cessa di avere vigore, per il Ministero interessato, il regolamento di organizzazione vigente.

        Conseguentemente, apportare le seguenti modificazioni:

            a) all'articolo 1, comma 9, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente della Repubblica da emanare al sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400», con le seguenti: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell'articolo 4-bis»;

            b) all'articolo 2, comma 7, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400», con le seguenti: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell'articolo 4-bis».

4.0.2 (testo 3)

GRASSI

Approvato

Dopo l'articolo, aggiungere il seguente

«Art. 4-bis

(Procedure per il riordino dell'organizzazione dei Ministeri)

        1. Al fine di semplificare ed accelerare il riordino dell'organizzazione dei ministeri, anche con riferimento agli adeguamenti conseguenti alle disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 del presente decreto, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e fino al 30 giugno 2019, i regolamenti di organizzazione dei Ministeri, ivi inclusi quelli degli uffici di diretta collaborazione, possono essere adottati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa delibera del Consiglio dei ministri. I decreti previsti dal presente articolo sono soggetti al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti ai sensi dell'articolo 3, commi da 1 a 3, della legge 14 gennaio 1994, n. 20. Sugli stessi decreti il Presidente del Consiglio dei ministri ha facoltà di richiedere il parere del Consiglio di Stato. A decorrere dalla data di efficacia di ciascuno dei predetti decreti cessa di avere vigore, per il Ministero interessato, il regolamento di organizzazione vigente.

        Conseguentemente, apportare le seguenti modificazioni:

           0a) all'articolo 1, comma 8, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400», con le seguenti: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato ai sensi dell'articolo 4-bis»;

            a) all'articolo 1, comma 9, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente della Repubblica da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400», con le seguenti: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell'articolo 4-bis»;

            b) all'articolo 2, comma 7, sostituire le parole: «Con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400», con le seguenti: «Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell'articolo 4-bis».

4.0.4

La Commissione

Approvato

Dopo l'articolo, inserire il seguente:

«Art. 4-bis.

(Composizione del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale)

        1. Al decreto legislativo 4 giugno 2003, n. 128, come modificato dall'articolo 21 della legge 11 gennaio 2018, n. 7, sono apportate le seguenti modificazioni:

            a) all'articolo 6, comma 1, la lettera e-bis) è soppressa.

            b) all'articolo 21:

                1) al comma 3, primo periodo le parole: "e dal presidente dell'A.S.I" sono soppresse;

                2) al comma 4, dopo il primo periodo, è aggiunto il seguente: "Laddove convocato, il Presidente dell'A.S.I. partecipa, senza diritto di voto, alle riunioni del Comitato con funzione di alta consulenza tecnico-scientifica"».

ARTICOLO 5 DEL DECRETO-LEGGE

Articolo 5.

(Entrata in vigore)

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

EMENDAMENTO AL TITOLO

Tit. 1

IORI, PARRINI, MALPEZZI, RAMPI, VERDUCCI, CERNO, ZANDA

Precluso dalla reiezione dell'em. 3.3

Al Titolo sostituire le parole: «famiglia e disabilità», con la seguente: «famiglie».

Allegato B

Parere espresso dalla 5a Commissione permanente sul testo del disegno di legge n. 648 e sui relativi emendamenti

La Commissione programmazione economica, bilancio, esaminati il disegno di legge in titolo e i relativi emendamenti, trasmessi dall'Assemblea, ribadisce, per quanto di propria competenza, parere non ostativo sul testo, nel presupposto che:

- in relazione al comma 7 dell'articolo 1, sul passaggio delle risorse umane dal Ministero dei beni culturali a quello delle politiche agricole, conseguente al trasferimento delle funzioni in materia di turismo, le eventuali duplicazioni di costi connesse al personale non transitato vengano escluse mediante la corrispondente riduzione delle facoltà assunzionali del Ministero dei beni culturali già scontate a bilancio;

- in merito al comma 5 dell'articolo 3, le nuove funzioni in materia di politiche della famiglia, adozioni, infanzia e disabilità trasferite alla Presidenza del Consiglio dei ministri possano essere svolte mediante la cooperazione e il raccordo istituzionale con le competenti amministrazioni centrali coinvolte;

- risultino congrue le risorse stanziate dal comma 7 dell'articolo 3 in favore dell'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.

In relazione agli emendamenti, si conferma il parere contrario, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, sulle proposte 1.3, 1.4, 1.5, 1.13, 2.3, 2.6, 2.8, 3.6 e 4.9.

Sull'emendamento 4.4, ribadisce il parere non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, alla sostituzione delle parole: "proseguirà ed implementerà" con le seguenti: "potrà proseguire ed implementare, nell'ambito delle risorse specificatamente previste allo scopo dal bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri,".

Sull'emendamento 4,5, conferma il parere non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, alla sostituzione della parola: "proseguirà" con le seguenti: "potrà proseguire, nell'ambito delle risorse specificatamente previste allo scopo dal bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri,".

Sull'emendamento 2.9, esprime parere non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, alla soppressione della lettera b) e all'aggiunta, in

fine, delle seguenti parole: «al comma 6 sostituire le parole: "per l'anno 2018", con le seguenti: "già trasferite al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri e disponibili"».

Sull'emendamento 3.10, formula parere non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'inserimento alla lettera b), comma 4-bis, dopo le parole: "sono definite", delle seguenti: "con invarianza delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente".

Sull'emendamento 4.0.1 (testo 2), esprime parere non ostativo condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, all'inserimento di un comma 2 del seguente tenore: "All'attuazione del presente articolo le amministrazioni interessate provvedono con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente", nonché all'espunzione della lettera c) del comma 1.

Sull'emendamento 4.0.2 (testo 2), esprime un parere di semplice contrarietà.

Sull'emendamento 4.10, il parere è di nulla osta: si osserva, al riguardo, che al comma 3-quinquies, lettera b), risulta omessa l'indicazione del comma 1 ed è erroneamente indicato il terzo capoverso in luogo del quarto.

Sulle restanti proposte il parere è non ostativo.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Congedi e missioni

Sono in congedo i Senatori: Barachini, Bogo Deledda, Borgonzoni, Bossi Umberto, Caliendo, Candiani, Cantù, Catalfo, Cattaneo, Cerno, Cioffi, Cirinnà, Corrado, Crimi, de Bertoldi, De Poli, Endrizzi, Fazzone, Galliani, Giro, Marcucci, Merlo, Messina Alfredo, Mirabelli, Napolitano, Parente, Pichetto Fratin, Ronzulli, Rossomando, Santangelo, Saviane, Sciascia, Siri e Zaffini.

Gruppi parlamentari, nuova denominazione

Il Presidente del Gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo, ha comunicato che il Gruppo parlamentare da lui presieduto assume la seguente nuova denominazione: "Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione".

Commissioni permanenti, variazioni nella composizione

Il Presidente del Gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, con lettera in data 27 luglio 2018, ha comunicato le seguenti variazioni nella composizione delle Commissioni permanenti:

4a Commissione permanente: entra a farne parte la senatrice Bogo Deledda, cessa di farne parte il senatore Romagnoli;

11a Commissione permanente: entra a farne parte il senatore Romagnoli, cessa di farne parte la senatrice Bogo Deledda.

Disegni di legge, annunzio di presentazione

Senatore de Bertoldi Andrea

Proroga dei termini per l'entrata in vigore degli obblighi di fatturazione elettronica tra soggetti privati e introduzione di un regime di premialità in caso di rispetto dei termini previsti (721)

(presentato in data 27/07/2018);

senatori Martelli Carlo, Buccarella Maurizio, Serafini Giancarlo

Disposizioni per la generazione e l'importazione di energia elettrica generata tramite reazione termochimica del carbone o di suoi derivati e assimilati (722)

(presentato in data 27/07/2018);

senatore Martelli Carlo

Disposizioni per l'importazione di energia elettrica generata tramite reazioni nucleari di fissione (723)

(presentato in data 27/07/2018);

senatori Martelli Carlo, Buccarella Maurizio, Serafini Giancarlo

Disposizioni per la modifica dei criteri di determinazione del tasso soglia usurario (724)

(presentato in data 27/07/2018);

senatore Martelli Carlo

Disposizioni riguardanti l'utilizzo e la commercializzazione di olio e grasso di palma e loro derivati (725)

(presentato in data 27/07/2018).

Disegni di legge, presentazione di relazioni

A nome della 1ª Commissione permanente Affari costituzionali in data 30/07/2018 i Senatori Cerno Tommaso, Malpezzi Simona Flavia, Parrini Dario, Zanda Luigi hanno presentato la relazione 648-A/bis di minoranza sul disegno di legge:

"Conversione in legge del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità" (648)

(presentato in data 12/07/2018).

Disegni di legge, presentazione del testo degli articoli

In data 26/07/2018 la 1ª Commissione permanente Aff. costituzionali ha presentato il testo degli articoli approvati in sede redigente dalla Commissione stessa, per i disegni di legge:

sen. Grasso Pietro

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere" (6)

(presentato in data 23/03/2018);

sen. Mirabelli Franco ed altri

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere" (173)

(presentato in data 28/03/2018);

sen. Vitali Luigi

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle problematiche relative al fenomeno della mafia e alle altre associazioni criminali similari" (314)

(presentato in data 02/05/2018);

sen. Giarrusso Mario Michele ed altri

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari, anche straniere" (503)

(presentato in data 18/06/2018);

dep. Anzaldi Michele

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere" (689)

(presentato in data 18/07/2018)

C.336 approvato in testo unificato dalla Camera dei deputati (T.U. con C.513, C.664, C.805, C.807)

in data 27/07/2018 la 13ª Commissione permanente Ambiente ha presentato il testo degli articoli approvati in sede redigente dalla Commissione stessa, per i disegni di legge:

- sen. Nugnes Paola

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati" (218)

(presentato in data 04/04/2018);

sen. Arrigoni Paolo ed altri

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati" (570)

(presentato in data 05/07/2018);

dep. Vignaroli Stefano ed altri

"Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati" (627)

(presentato in data 11/07/2018);

C.85 approvato dalla Camera dei deputati (assorbe C.103, C.414, C.785).

Inchieste parlamentari, annunzio di presentazione di proposte

In data 26 luglio 2018 è stata presentata la seguente proposta d'inchiesta parlamentare d'iniziativa dei senatori Auddino, Patuanelli, Castellone, Sileri, Nocerino, Guidolin, Bogo Deledda, Campagna, Di Micco, Angrisani, Catalfo, Giannuzzi, Giuseppe Pisani, Romano, Marinello, Romagnoli, Morra, Giarrusso, Fattori, Trentacoste, Abate, Corrado, Coltorti, Pirro, Marco Pellegrini, Vanin, Crucioli, Lomuti, Perilli, Dessì, Maiorino, Pesco, Garruti, Montevecchi, Gaudiano, Ricciardi, Puglia, Vaccaro, Vono, Castiello, Matrisciano, Castaldi, Endrizzi, Santillo, Di Girolamo, Leone, Granato, Lanzi, Dell'Olio, Riccardi, Paragone, Lannutti, Corbetta, Gallicchio, Donno, Accoto, De Bonis, Fenu, Mollame, De Falco, Croatti, Anastasi e Grassi. - "Istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali" (Doc. XXII, n. 13).

Documenti, richieste di parere

In data 26 luglio 2018, la 9a Commissione permanente è stata autorizzata ad esprimere, ai sensi dell'articolo 38 del Regolamento, il proprio parere alla 14a Commissione permanente in ordine all'affare su: "Gli aspetti istituzionali della strategia commerciale dell'Unione europea" (Atto n. 40).

Affari assegnati

In data 26 luglio 2018, sono stati deferiti alla 3a Commissione permanente, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento:

l'affare "Il futuro delle relazioni tra l'Italia e la Federazione russa" (Atto n. 47);

l'affare "Le nuove prospettive geopolitiche nel Corno d'Africa e il ruolo dell'Italia" (Atto n. 48).

Governo, richieste di parere per nomine in enti pubblici. Deferimento

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, con lettera in data 30 luglio 2018, ha trasmesso - per l'acquisizione del parere parlamentare, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, della legge 14 novembre 1995, n. 481 e dell'articolo 1, comma 528, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 - le proposte di nomina di Stefano BESSEGHINI a Presidente dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) (n. 1), nonché di Gianni CASTELLI (n. 2), Andrea GUERRINI (n. 3), Clara POLETTI (n. 4) e Stefano SAGLIA (n. 5) a componenti della medesima Autorità.

Ai sensi delle predette disposizioni di legge e dell'articolo 139-bis del Regolamento, le proposte di nomine sono deferite alle Commissioni riunite 10a e 13a, che esprimeranno i pareri su ciascuna di esse entro il termine del 19 agosto 2018.

Governo, trasmissione di atti e documenti

Il Ministro degli affari esteri, con lettera in data 21 giugno 2018, in adempimento all'obbligo derivante dall'articolo 19, paragrafi 5 e 6, della Costituzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro, emendata nel 1946 ed approvata dall'Italia con legge 13 novembre 1947, n. 1622, ha trasmesso il testo della Raccomandazione n. 205, adottata dalla Conferenza internazionale del lavoro nel corso della sua 106ma Sessione, svoltasi a Ginevra il 17 giugno 2017, sull'occupazione e il lavoro dignitoso per la pace e la resilienza.

Il predetto testo è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a e alla 11a Commissione permanente (Atto n. 49).

Il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, con lettera in data 19 luglio 2018, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta dal medesimo Commissario nel primo semestre 2018.

Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento alla 1a Commissione permanente (Atto n. 50).

Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 25 luglio 2018, ha inviato, ai sensi dell'articolo 6 della legge 7 marzo 2001, n. 58, la relazione sullo stato di attuazione della legge concernente l'istituzione del Fondo per lo sminamento umanitario, riferita all'anno 2017.

Il predetto documento è trasmesso, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, secondo periodo, del Regolamento, alla 3a Commissione permanente (Doc. CLXXIII, n. 1).

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 2, 4, 18, 22 e 25 luglio 2018, ha inviato - ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni e integrazioni - le comunicazioni concernenti il conferimento o la revoca dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale:

alla dottoressa Daria Perrotta, il conferimento di incarico di Capo dell'Ufficio di segreteria del Consiglio dei Ministri;

al dottor Roberto Chieppa, il conferimento della nomina di Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

al consigliere Ermanno De Francisco, il conferimento di incarico di Capo del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

al consigliere Ferruccio Sepe, il conferimento di incarico di Capo del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

alla dottoressa Sabrina Bono, il conferimento di incarico di Capo dell'Ufficio del Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

al dottor Giuseppe Renna, il conferimento di incarico di Capo del Dipartimento per i rapporti con il Parlamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

al dottor Francesco Paolo Schiavo, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale di prima fascia, nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze;

alla dottoressa Anna Cammalleri, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale di seconda fascia, nell'ambito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

al dottor Sergio Ferdinandi, il conferimento di incarico di funzione dirigenziale di livello generale di prima fascia, nell'ambito del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

al consigliere Ferdinando Ferrara, il conferimento di incarico di Capo del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Tali comunicazioni sono depositate presso il Servizio dell'Assemblea, a disposizione degli onorevoli senatori.

Governo, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea di particolare rilevanza ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge n. 234 del 2012. Deferimento

Ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del Regolamento, sono deferiti alle sottoindicate Commissioni permanenti i seguenti atti e documenti dell'Unione europea, trasmessi dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234:

Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Seconda relazione sullo stato dei lavori relativi all'attuazione della strategia e del piano d'azione dell'UE per la gestione dei rischi doganali (COM(2018) 549 definitivo), alla 6a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14ª;

Comunicazione congiunta al Parlamento europeo e al Consiglio - Elementi per una strategia dell'Unione europea contro le armi da fuoco, le armi leggere e le armi di piccolo calibro illegali e le relative munizioni "Mettere in sicurezza le armi, proteggere i cittadini" (JOIN(2018) 17 definitivo), alla 1a Commissione permanente e, per il parere, alla 3a e alla 14a Commissione;

Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla valutazione intermedia dell'attuazione del programma Giustizia 2014-2020 (COM(2018) 507 definitivo), alla 2a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14ª;

Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sulla valutazione intermedia dell'attuazione del programma Diritti, uguaglianza e cittadinanza per il periodo 2014-2020 (COM(2018) 508 definitivo), alla 1a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 14a;

Relazione della Commissione - Controllo dell'applicazione del diritto dell'Unione europea Relazione annuale 2017 (COM(2018) 540 definitivo), alla 14a Commissione permanente;

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle Regioni e alla Banca europea per gli investimenti - Prepararsi al recesso del Regno Unito dall'Unione europea il 30 marzo 2019 (COM(2018) 556 definitivo), alla 14a Commissione permanente e, per il parere, alla Commissione 3a.

Governo e Commissione europea, trasmissione di atti e documenti dell'Unione europea

Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel periodo dal 19 giugno 2018 al 20 luglio 2018, ha trasmesso - ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234 - atti e documenti dell'Unione europea.

Nel medesimo periodo, la Commissione europea ha inviato atti e documenti da essa adottati.

L'elenco dei predetti atti e documenti, disponibili presso l'Ufficio dei rapporti con le istituzioni dell'Unione europea, è trasmesso alle Commissioni permanenti.

Corte costituzionale, trasmissione di sentenze. Deferimento

La Corte costituzionale ha inviato, a norma dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze:

n. 166 del 20 giugno 2018, depositata il successivo 20 luglio 2018 in Cancelleria, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 11, comma 13, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria) convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a, 11a e alla 5a Commissione permanente (Doc. VII, n. 15);

n. 167 del 3 luglio 2018, depositata il successivo 20 luglio 2018 in Cancelleria, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 478, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)". Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a, e alla 6a Commissione permanente (Doc. VII, n. 16);

n. 173 del 4 luglio 2018, depositata il successivo 23 luglio 2018 in Cancelleria, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5, comma 1, della legge 2 agosto 1990, n. 233, (Riforma dei trattamenti pensionistici dei lavoratori autonomi), e dell'articolo 1, comma 18, della legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), nella parte in cui, ai fini della determinazione delle rispettive quote di trattamento pensionistico, nel caso di prosecuzione della contribuzione da parte dell'assicurato lavoratore autonomo che abbia già conseguito la prescritta anzianità contributiva minima, non prevedono l'esclusione del computo della contribuzione successiva ove comporti un trattamento pensionistico meno favorevole. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a, e alla 11a Commissione permanente (Doc. VII, n. 17);

n. 174 del 4 luglio 2018, depositata il successivo 23 luglio 2018 in Cancelleria, con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 21-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sull'esecuzione delle misure privative e limitative della libertà), nella parte in cui, attraverso il rinvio al precedente articolo 21, con riferimento alle detenute condannate alla pena della reclusione per uno dei delitti di cui all'articolo 4-bis, commi 1, 1-ter e 1-quater, della legge n. 354 del 1975, non consente l'accesso all'assistenza all'esterno dei figli di età non superiore agli anni dieci oppure lo subordina alla previa espiazione di una frazione di pena, salvo che sia stata accertata la sussistenza delle condizioni previste dall'articolo 58-ter della medesima legge. Il predetto documento è deferito, ai sensi dell'articolo 139, comma 1, del Regolamento, alla 1a, e alla 2a Commissione permanente (Doc. VII, n. 18).

Petizioni, annunzio

Sono state presentate le seguenti petizioni deferite, ai sensi dell'articolo 140 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni permanenti, competenti per materia:

il signor Renato Lelli da San Pietro in Cariano (Verona) chiede:

l'adozione di misure per il rafforzamento dei poteri di vigilanza sulle banche e sugli intermediari finanziari (Petizione n. 146, assegnata alla 6a Commissione permanente);

modifiche agli articoli 52 e 55 del codice penale al fine di rafforzare l'istituto della legittima difesa a tutela della libertà e della sicurezza delle persone nei luoghi di residenza (Petizione n. 147, assegnata alla 2a Commissione permanente);

modifiche alla legislazione vigente con adozione di misure rafforzate per il contrasto all'immigrazione clandestina (Petizione n. 148, assegnata alla 1a Commissione permanente);

interventi in favore del personale militare che ha contratto malattie a seguito dell'esposizione all'uranio impoverito (Petizione n. 149, assegnata alla 4a Commissione permanente);

misure di potenziamento del corpo dei Vigili del fuoco, in particolare: il riconoscimento dello status di lavoro usurante; il rinnovo del contratto; l'assunzione dei lavoratori precari; il rinnovo del parco automezzi e la manutenzione e il rinnovo delle caserme (Petizione n. 150, assegnata alla 1a Commissione permanente);

il signor Francesco Di Pasquale da Cancello ed Arnone (Caserta) chiede:

il rispetto del principio dell'alternanza di genere nella formazione delle Giunte comunali, provinciali e regionali (Petizione n. 151, assegnata alla 1a Commissione permanente);

l'adozione di misure per contrastare il fenomeno dell'abbandono di bambini a bordo degli autoveicoli (Petizione n. 152, assegnata alla 8a Commissione permanente);

controlli sanitari alle frontiere a tutela della salute pubblica (Petizione n. 153, assegnata alla 12a Commissione permanente);

iniziative di contrasto al fenomeno degli incendi di rifiuti (Petizione n. 154, assegnata alla 13a Commissione permanente);

iniziative contro le speculazioni per la tutela di boschi e montagne (Petizione n. 155, assegnata alla 13a Commissione permanente);

un impegno contro l'inquinamento dei mari, corsi d'acqua e falde acquifere (Petizione n. 156, assegnata alla 13a Commissione permanente);

la misurazione dei livelli di inquinamento acustico ed atmosferico in ogni Comune e la previsione di "giornate ecologiche" (Petizione n. 157, assegnata alla 13a Commissione permanente);

iniziative per l'ammodernamento delle infrastrutture digitali ai fini dell'accesso alla rete internet nella Regione Campania (Petizione n. 158, assegnata alla 8a Commissione permanente);

il monitoraggio nella Regione Campania delle strade e della relativa segnaletica, nonché delle reti fognarie e idriche (Petizione n. 159, assegnata alla 8a Commissione permanente);

il signor Massimo Vitturi da Noale (Venezia) a nome dell'Associazione LAV e numerosi altri cittadini chiedono iniziative legislative per l'abolizione della caccia e la protezione degli animali selvatici (Petizione n. 160, assegnata alla 13a Commissione permanente).

Mozioni, apposizione di nuove firme

La senatrice Gallone ha aggiunto la propria firma alla mozione 1-00029 della senatrice Fedeli ed altri.

Interrogazioni, apposizione di nuove firme

La senatrice Rossomando ha aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-00128 della senatrice Parente ed altri.

I senatori Renzi, Margiotta, Pittella, Nannicini, Iori, Marino, Boldrini, Stefano, Fedeli, Bini, Malpezzi, Mirabelli, Cucca, Verducci, Valente, Magorno, Manca, Faraone, Giacobbe, Patriarca, Misiani, Parente, Parrini, Garavini, Astorre, Ferrazzi e Taricco hanno aggiunto la propria firma all'interrogazione 3-00131 della senatrice Bellanova.

Mozioni

BELLANOVA, MARGIOTTA, GRIMANI, BITI, COMINCINI, LAUS, MANCA, MARINO, FARAONE, BOLDRINI, COLLINA, CUCCA - Il Senato,

premesso che:

il 21 giugno 2018 è stata approvata la legge di conversione (n. 77 del 2018) del decreto-legge n. 38 del 2018, recante "Misure urgenti per assicurare il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia SpA", che rappresenta l'ultimo provvedimento in ordine di tempo di una lunga serie di interventi finalizzati al salvataggio e alla ristrutturazione del debito della compagnia aerea;

il decreto-legge n. 50 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 96 del 2017, aveva disposto, per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia SAI SpA, un finanziamento a titolo oneroso di 600 milioni di euro, della durata di 6 mesi, per far fronte alle indilazionabili esigenze gestionali della società stessa e delle altre società del gruppo, sottoposte, dal 2 maggio 2017, ad amministrazione straordinaria; successivamente, il decreto-legge n. 148 del 2017, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 172 del 2017, aveva poi differito al 30 aprile 2018 il termine per l'espletamento delle procedure di cessione in corso di svolgimento, prorogando, altresì, fino al 30 settembre 2018 la durata del finanziamento già concesso per il 2017 ed incrementandone l'importo di ulteriori 300 milioni di euro da erogarsi nel 2018;

il decreto-legge n. 38 del 2018 è stato, dunque, motivato dalla necessità di differire ulteriormente, dal 30 aprile al 31 ottobre 2018, il termine per l'espletamento della procedura di cessione delle attività industriali facenti capo all'amministrazione straordinaria di Alitalia Società aerea italiana SpA, e di garantire la restituzione del finanziamento concesso ad Alitalia entro il 15 dicembre 2018;

le proroghe sono state disposte in relazione agli sviluppi intervenuti nel quadro della procedura di cessione, che non poteva al 30 aprile essere definita mediante l'individuazione di un soggetto aggiudicatario, al fine di consentire la massimizzazione dei risultati conseguibili a beneficio dei creditori sociali, dell'occupazione e della conservazione del patrimonio produttivo dell'impresa;

considerato che:

basandosi sui dati presentati dai commissari straordinari nel corso dell'audizione svoltasi il 17 maggio 2018 presso la Commissione speciale su atti urgenti del Governo del Senato, confrontando il primo trimestre 2017 (ante amministrazione straordinaria) con il primo trimestre 2018, si rileva una crescita dei ricavi da 572 a 597 milioni di euro (del 4,4 per cento) ed una significativa riduzione della perdita operativa (EBITDA) che passa da un negativo di 228 milioni di euro del primo trimestre 2017 (corrispondenti al 39,9 per cento dei ricavi di quel periodo), a un negativo di 117 milioni di euro nel primo trimestre 2018, corrispondenti ad una perdita pari al 19,5 per cento dei ricavi totali. Quanto infine ai flussi di cassa ad aprile 2018 risultano essere in cassa 769 milioni di euro, ascrivibili al prestito di 900 milioni di euro messo a disposizione con i decreti-legge n. 55 e n. 148 del 2017;

la ripresa della compagnia aerea si deve in particolare alla ritrovata fiducia della clientela nelle sorti della compagnia, che ha reso possibile un aumento dei ricavi dovuto essenzialmente all'incremento del numero dei passeggeri, e in particolare all'aumento del numero dei passeggeri sui voli intercontinentali. Le prenotazioni nei prossimi mesi prefigurano un ulteriore miglioramento delle performance di Alitalia a medio termine;

in questo senso, l'azione del Governo pro tempore Gentiloni è risultata essenziale, soprattutto per aver messo a disposizione di Alitalia risorse in misura sufficiente a garantire la compagnia nel medio termine, primo elemento necessario al recupero di fiducia da parte degli utenti; nesso evidenziato dal fatto che non tutte le risorse messe a disposizione sono state utilizzate, pur corrispondendo alle previsioni di fabbisogno quantificate negli scorsi mesi;

tenuto conto che, a parere dei proponenti del presente atto di indirizzo:

per rafforzare ulteriormente il posizionamento strategico della compagnia aerea, sembrano necessari, anche alla luce dei risultati conseguiti: 1) il potenziamento delle tratte a lungo raggio (aerei e flotta), necessario al raggiungimento di ulteriori maggiori ricavi; in tale ambito, appare necessario aumentare il numero degli aerei a lungo raggio e ridurre i costi legati al leasing, sostituendo quest'ultimo con investimenti per l'acquisto; 2) un migliore sfruttamento dello scalo di Milano Linate, con lo sviluppo di ulteriori collegamenti internazionali rispetto all'attuale gestione, per far fronte alla domanda esistente, alla quale oggi provvedono le compagnie straniere operanti in Italia; 3) ulteriori miglioramenti del processo operazionale (digitalizzazione, fatturazione elettronica ed altro);

qualora attuate, tali azioni consentirebbero ad Alitalia un adeguato posizionamento strategico sul mercato;

valutato che:

gli incarichi assegnati ai commissari sono prossimi alla scadenza: entro il 31 ottobre 2018 devono essere concluse le procedure di gara per la cessione dei complessi aziendali di Alitalia e entro il 15 dicembre il prestito concesso alla compagnia aerea deve essere restituito;

per risolvere strutturalmente la questione Alitalia i tempi a disposizione sono molto ristretti e sono richieste soluzioni definitive in tempi brevi, dal momento che per la continuità operativa di Alitalia sono necessari investimenti a lungo termine, alla cui base vi sono scelte strategiche chiare e un nuovo piano industriale. Si tratterebbe di investimenti iniziali rilevanti, dai quali tuttavia si possono produrre, nel medio-lungo termine, maggiori ricavi, che sono la chiave della ripresa;

è dunque quanto mai necessario qualificare, entro la fine dell'estate, lo scenario post commissariamento;

gli scenari ipotizzabili allo stato attuale sembrano essere due: a) la vendita di Alitalia ad altra compagnia: tale ipotesi non ha trovato fino ad oggi soluzioni adeguate, in quanto tutte le offerte finora pervenute prefigurano un forte ridimensionamento della compagnia aerea, con una ristrutturazione imponente in termini gestionali ed occupazionali (Lufthansa, per esempio); b) il rilancio della compagnia mediante nuovi investitori disponibili ad investire capitali adeguati all'attuazione delle linee strategiche individuate durante la gestione commissariale (nuovi aerei a lungo raggio, sviluppo delle rotte intercontinentali, sviluppo informatico);

la reiterazione delle misure di sostegno non sarà più consentita dalle istituzioni europee e la liquidazione della compagnia aerea, che deriverebbe da una mancata scelta, risulta un'ipotesi da scongiurare per le ricadute economiche ed occupazionali che la stessa provocherebbe;

la mancata decisione sul futuro di Alitalia, oltre a generare vantaggi competitivi in favore di altre compagnie aeree, renderà ulteriormente più complessa la soluzione dei problemi della compagnia;

considerato infine che:

in data 22 maggio 2018, in sede di esame del disegno di legge n. 297, di conversione in legge del decreto-legge n. 38 del 2017, la Commissione speciale per l'esame degli atti del Governo ha approvato l'ordine del giorno G/297/1/CS, che impegnava il Governo ad adottare entro breve termine iniziative e soluzioni tese a garantire la continuità operativa di Alitalia;

i tempi per la decisione sono sempre più stretti: visto l'avvicinarsi della scadenza del commissariamento, le necessità di definire urgentemente una politica d'impresa per Alitalia e l'aumentata pressione da parte delle istituzioni europee per una soluzione in tempi ravvicinati rendono assolutamente necessario un intervento del Governo, anche al fine di salvaguardare i livelli occupazionali della compagnia aerea,

impegna il Governo ad intraprendere urgenti iniziative al fine di fornire entro la fine dell'estate una soluzione all'irrisolta questione di Alitalia, garantendo la continuità operativa della compagnia aerea e la continuità occupazionale nel lungo periodo, anche attraverso l'individuazione di nuovi investitori che consentano alla compagnia di tornare ad essere competitiva nei mercati internazionali del trasporto aereo di passeggeri.

(1-00032)

IANNONE, MARSILIO, GARNERO SANTANCHE', BALBONI, LA PIETRA, NASTRI, RAUTI, RUSPANDINI, CIRIANI, URSO, BERTACCO - Il Senato,

premesso che:

ai sensi dell'articolo 114, comma primo, della Costituzione, la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato;

le Province e le Città metropolitane, così come i Comuni e le Regioni, sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione (articolo 114, comma secondo);

le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative (articolo 118, comma secondo, della Costituzione) e hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa (articolo 119, comma primo, della Costituzione);

con la legge 7 aprile 2014, n. 56, si è disposta una radicale riforma della struttura istituzionale delle Province, con l'abolizione delle Giunte e dell'elezione diretta del presidente e del Consiglio provinciale, e si sono ridefinite le funzioni fondamentali loro demandate: a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell'ambiente, per gli aspetti di competenza; b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale inerente; c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale; d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali; e) gestione dell'edilizia scolastica; f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale;

la stessa legge ha disciplinato l'istituzione delle Città metropolitane di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, in sostituzione delle omonime Province;

alle Città metropolitane, oltre alle funzioni fondamentali delle province individuate dalla legge 7 aprile 2014, n. 56, ed a quelle attribuite dalle Regioni, spettano le seguenti funzioni: a) adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo per l'ente e per l'esercizio delle funzioni dei Comuni e delle Unioni di Comuni compresi nel territorio, anche in relazione all'esercizio di funzioni delegate o assegnate dalle Regioni, nel rispetto delle leggi delle Regioni nelle materie di loro competenza; b) pianificazione territoriale generale, ivi comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della comunità metropolitana, anche fissando vincoli e obiettivi all'attività e all'esercizio delle funzioni dei Comuni compresi nel territorio metropolitano; c) strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano. D'intesa con i Comuni interessati la Città metropolitana può esercitare le funzioni di predisposizione dei documenti di gara, di stazione appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive; d) mobilità e viabilità, anche assicurando la compatibilità e la coerenza della pianificazione urbanistica comunale nell'ambito metropolitano; e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio di cui alla lettera a); f) promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano;

il sindaco metropolitano è di diritto il sindaco del comune capoluogo, il Consiglio metropolitano è invece eletto dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni della Città metropolitana. Lo statuto della Città metropolitana può prevedere l'elezione diretta del sindaco e del Consiglio metropolitano con il sistema elettorale che sarà determinato con legge statale, ma è condizione necessaria, affinché si possa far luogo a elezione del sindaco e del Consiglio metropolitano a suffragio universale, l'articolazione del territorio del Comune capoluogo in più Comuni;

le disposizioni della legge 7 aprile 2014, n. 56, sono da ritenersi di natura transitoria, in quanto adottate con la formula "in attesa della riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione e delle relative norme di attuazione" (articolo 1, comma 5, per quanto riguarda le città metropolitane e articolo 1, comma 51, per quanto attiene alle Province);

la riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione, cui fa riferimento la legge, è stata bocciata col voto referendario del 4 dicembre 2016;

oggi, nel Paese, sono 80 le Province attive, cui devono aggiungersi 14 Città metropolitane (10 nelle regioni a statuto ordinario, Cagliari in Sardegna e Palermo, Catania e Messina in Sicilia) e 6 liberi Consorzi comunali istituiti dalla Regione Siciliana (per le quali è pendente in Corte costituzionale un ricorso del Governo contro l'elezione diretta degli organi istituzionali). La Regione Friuli-Venezia Giulia ha invece abolito le sue 4 province sostituendole con 18 Unioni territoriali intercomunali;

la Carta europea dell'autonomia locale, firmata a Strasburgo il 15 ottobre 1985, ratificata dal Parlamento con la legge 30 dicembre 1989, n. 439, ed in vigore per il nostro Paese dal 1° settembre 1990, stabilisce che "per autonomia locale, s'intende il diritto e la capacità effettiva, per le collettività locali, di regolamentare ed amministrare nell'ambito della legge, sotto la loro responsabilità, e a favore delle popolazioni, una parte importante di affari pubblici" e che "tale diritto è esercitato da Consigli e Assemblee costituiti da membri eletti a suffragio libero, segreto, paritario, diretto ed universale, in grado di disporre di organi esecutivi responsabili nei loro confronti";

il numero delle Province italiane negli anni ha subito un aumento esponenziale, dalle 59 presenti nel 1861 al momento dell'unità d'Italia (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Lazio non facevano però ancora parte dello Stato) alle 110, picco massimo, del 2009. Oggi, tra Province, liberi Consorzi comunali e Città metropolitane (escludendo Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia) si possono contare 100 diversi enti;

negli anni si sono susseguite varie proposte inerenti alla riduzione del numero delle Province: il Governo Monti, nel 2012, varò un decreto, mai convertito in legge, per passare, nelle regioni a statuto ordinario, da 86 a 51 enti, la Società geografica italiana propone l'istituzione di 36 dipartimenti (addirittura abolendo le Regioni), la stessa UPI (Unione delle Province d'Italia) ha più volte sostenuto la necessità di razionalizzare il numero delle province,

impegna il Governo ad assumere iniziative, anche normative, volte a:

a) sentite le Regioni e gli enti interessati, ridurre il numero di Province e Città metropolitane, al fine ottimizzare la dimensione demografica, territoriale e economica degli enti;

b) consentire l'elezione diretta del sindaco e del Consiglio metropolitano, facendosi promotore dell'eliminazione della disposizione di legge inerente alla suddivisione del comune capoluogo in più Comuni e dell'approvazione del necessario sistema elettorale;

c) ripristinare l'elezione diretta del presidente e del Consiglio provinciale;

d) rivedere la forma di governo di Province e Città metropolitane, ripristinando le Giunte provinciali ed istituendo quelle metropolitane.

(1-00033)

MARSILIO, CIRIANI, GARNERO SANTANCHE', IANNONE, BALBONI, BERTACCO, LA PIETRA, URSO, RUSPANDINI, RAUTI - Il Senato,

premesso che:

il 4 novembre 1918 l'Italia vinceva la prima guerra mondiale, dopo 42 mesi di combattimenti che portarono a oltre 600.000 morti soltanto tra i soldati, senza contare i civili il cui numero di vittime fu di poco inferiore;

si tratta di un'immane tragedia, come tutte le guerre, ma anche di una grande vittoria, frutto dell'eroismo dei nostri soldati che, accorsi da tutta Italia, dalle terre irredente e perfino da oltre mare, fecero sì che uno Stato appena formato diventasse davvero nazione;

il passato è parte integrante dell'identità di un popolo e, in questo spirito e per tenere viva la memoria collettiva, nel giugno 2013 è stato istituito il Comitato interministeriale per il centenario della prima guerra mondiale e la legge di stabilità per il 2014 (legge n. 147 del 2013, art. 1, commi 308 e 309) ha stanziato fondi per la messa in sicurezza, il restauro dei "luoghi della memoria" e per promuovere la conoscenza degli eventi dalla prima guerra mondiale, preservarne la memoria in favore delle future generazioni, attraverso la realizzazione di manifestazioni, convegni, mostre, itinerari, anche con il coinvolgimento attivo delle scuole;

nonostante le intenzioni lodevoli, gli interventi previsti non sembrano aver raggiunto il loro scopo;

proprio i lavori di ristrutturazione dei monumenti, certamente necessari, paradossalmente rendono difficoltosa e talvolta impossibile la fruizione dei sacrari, proprio nell'anno della celebrazione del centenario della vittoria;

tutta l'attività celebrativa è praticamente concentrata nel restauro, mentre risulta assolutamente trascurato l'aspetto culturale e informativo, cosicché questo anniversario, fondamentale per la nostra storia, sta, di fatto, passando in sordina;

sul sito ufficiale del centenario le attività del Governo sono ferme agli anni scorsi e le attività patrocinate, gratuitamente, sono pochissime spesso e frutto dell'impegno di meritorie ma piccole associazioni, generalmente dedicate agli specialisti mentre manca completamente la diffusione verso il grande pubblico;

il calendario delle attività di ottobre e novembre 2018 presenta solo 7 eventi, mentre le attività più importanti, quelle cioè per le scuole, sono ferme al 2015;

fondamentale, per la formazione dei giovani, è comprendere il significato di quella vittoria, non sotto il profilo militare, ma soprattutto sotto quello culturale, perché essa rappresentò il compimento del processo risorgimentale, facendo sentire per la prima volta gli Italiani come un vero popolo sotto la stessa bandiera;

la rimozione dell'evento della vittoria è stato frutto di un clima culturale che, purtroppo, deprezza valori fondamentali, come l'orgoglio e l'amore patrio, condannando apoditticamente i valori militari in nome di una malintesa ideologia "pacifista", in ragione della quale ci si dovrebbe quasi vergognare di aver combattuto e persino vinto una guerra, tanto è che, in Italia, il 4 novembre (giorno in cui fu firmato l'armistizio siglato con l'Impero austro-ungarico) non è più un giorno festivo, e tantomeno una festa della vittoria, quanto la giornata dedicata alle forze armate;

i soldati sul Carso e sul Piave, i marinai nell'Adriatico e nei sommergibili, gli avventurosi pionieri dell'aviazione meritano l'attenzione, il riconoscimento e la celebrazione di tutti gli italiani,

impegna il Governo:

1) ad assumere tutte le iniziative necessarie per celebrare degnamente il centenario della vittoria, anche con il coinvolgimento delle istituzioni culturali del Paese, delle Regioni e dei Comuni;

2) a promuovere e sostenere iniziative, anche presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, volte a favorire lo studio e la conoscenza di quel che significò per gli Italiani combattere la grande guerra al fine di recuperare la memoria storica della nostra nazione.

(1-00034)

Interrogazioni

BELLANOVA, MARGIOTTA, GRIMANI, BOLDRINI, MANCA, BITI, CUCCA, LAUS, MARINO, FARAONE, COMINCINI, D'ALFONSO, COLLINA - Ai Ministri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

il 21 giugno 2018 è stata approvata la legge di conversione del decreto-legge n. 38 del 2018, recante misure urgenti per assicurare il completamento della procedura di cessione dei complessi aziendali facenti capo ad Alitalia S.p.A., che rappresenta l'ultimo provvedimento in ordine di tempo di una lunga serie di interventi finalizzati al salvataggio e alla ristrutturazione del debito della compagnia aerea;

nel 2017, il decreto-legge n. 50 del 2017 aveva disposto, per assicurare la continuità del servizio svolto da Alitalia SAI SpA, un finanziamento a titolo oneroso di 600 milioni di euro, della durata di 6 mesi, per far fronte alle esigenze gestionali non dilazionabili della società stessa e delle altre società del gruppo, sottoposte, dal 2 maggio 2017, ad amministrazione straordinaria; successivamente, il decreto-legge n. 148 del 2017 aveva poi differito al 30 aprile 2018 il termine per l'espletamento delle procedure di cessione in corso di svolgimento, prorogando altresì fino al 30 settembre 2018 la durata del finanziamento già concesso per il 2017 ed incrementandone l'importo di ulteriori 300 milioni di euro da erogarsi nel 2018;

il decreto-legge n. 38 del 2018 è stato dunque motivato dalla necessità di differire ulteriormente, dal 30 aprile al 31 ottobre 2018, il termine per l'espletamento della procedura di cessione delle attività industriali facenti capo all'amministrazione straordinaria di Alitalia Società aerea italiana SpA, e di garantire la restituzione del finanziamento concesso ad Alitalia entro il 15 dicembre 2018;

le proroghe sono state disposte in relazione agli sviluppi intervenuti nel quadro della procedura di cessione, che non poteva al 30 aprile essere definita mediante l'individuazione di un soggetto aggiudicatario, al fine di consentire la massimizzazione dei risultati conseguibili a beneficio dei creditori sociali, dell'occupazione e della conservazione del patrimonio produttivo dell'impresa;

considerato che:

basandosi sui dati presentati dai commissari straordinari nel corso dell'audizione svoltasi presso la Commissione speciale del Senato, confrontando il primo trimestre 2017 (ante amministrazione straordinaria) con il primo trimestre 2018, si rileva una crescita dei ricavi da 572 a 597 milioni di euro (pari al 4,4 per cento) ed una significativa riduzione della perdita operativa (EBITDA) che passa da un negativo di 228 milioni di euro del primo trimestre 2017 (corrispondenti al 39,9 per cento dei ricavi di quel periodo), a un negativo di 117 milioni di euro nel primo trimestre 2018, corrispondenti ad una perdita pari al 19,5 per cento dei ricavi totali. Quanto infine ai flussi di cassa ad aprile 2018 risultano essere in cassa 769 milioni di euro, ascrivibili al prestito di 900 milioni di euro messo a disposizione con i decreti-legge n. 55 e n. 148 del 2017;

la ripresa si deve in particolare alla ritrovata fiducia della clientela nelle sorti della compagnia, che ha reso possibile un aumento dei ricavi dovuto essenzialmente all'incremento del numero dei passeggeri, e in particolare all'aumento del numero dei passeggeri sui voli intercontinentali. Le prenotazioni nei prossimi mesi prefigurano un ulteriore miglioramento delle performance di Alitalia a medio termine;

in questo senso, l'azione del Governo Gentiloni è risultata essenziale, soprattutto per aver messo a disposizione di Alitalia risorse in misura sufficiente a garantire la compagnia nel medio termine, primo elemento necessario al recupero di fiducia da parte degli utenti; nesso evidenziato dal fatto che non tutte le risorse messe a disposizione sono state utilizzate, pur corrispondendo alle previsioni di fabbisogno quantificate negli scorsi mesi;

tenuto conto che:

per rafforzare ulteriormente il posizionamento strategico della compagnia aerea, sembrano necessari, anche alla luce dei risultati conseguiti: 1) il potenziamento delle tratte a lungo raggio (aerei e flotta), necessario al raggiungimento di ulteriori maggiori ricavi; in tale ambito, appare necessario aumentare il numero degli aerei a lungo raggio e ridurre i costi legati al leasing, sostituendo quest'ultimo con investimenti per l'acquisto; 2) un migliore sfruttamento dello scalo di Linate, con lo sviluppo di ulteriori collegamenti internazionali rispetto all'attuale gestione, per far fronte alla domanda esistente, alla quale oggi provvedono le compagnie straniere operanti in Italia; 3) ulteriori miglioramenti del processo operazionale (digitalizzazione, fatturazione elettronica ed altro);

qualora attuate, tali azioni consentirebbero ad Alitalia un adeguato posizionamento strategico sul mercato;

valutato che:

gli incarichi assegnati ai commissari sono prossimi alla scadenza: entro il 31 ottobre 2018 devono essere concluse le procedure di gara per la cessione dei complessi aziendali di Alitalia e entro il 15 dicembre il prestito concesso alla compagnia aerea deve essere restituito;

per risolvere strutturalmente la questione Alitalia i tempi a disposizione sono molto ristretti e sono richieste soluzioni definitive in tempi brevi, dal momento che per la continuità operativa di Alitalia sono necessari investimenti a lungo termine, alla cui base vi sono scelte strategiche chiare e un nuovo piano industriale. Si tratterebbe di investimenti iniziali rilevanti, dai quali tuttavia si possono produrre, nel medio-lungo termine, maggiori ricavi, che sono la chiave della ripresa;

è dunque quanto mai necessario qualificare, entro la fine dell'estate, lo scenario post commissariamento;

gli scenari ipotizzabili allo stato attuale sembrano essere due: la vendita di Alitalia ad altra compagnia: tale ipotesi non ha trovato fino ad oggi soluzioni adeguate, in quanto tutte le offerte finora pervenute prefigurano un forte ridimensionamento della compagnia aerea, con una ristrutturazione imponente in termini gestionali ed occupazionali (Lufthansa, per esempio); rilancio della compagnia mediante nuovi soggetti disponibili ad investire capitali adeguati all'attuazione delle linee strategiche individuate durante la gestione commissariale (nuovi aerei a lungo raggio, sviluppo delle rotte intercontinentali, sviluppo informatico);

la reiterazione delle misure di sostegno non sarà più consentita dalle istituzioni europee e la liquidazione della compagnia aerea, che deriverebbe da una mancata scelta, e risulta un'ipotesi da scongiurare per le ricadute economiche ed occupazionali che provocherebbe;

la mancata decisione sul futuro di Alitalia, oltre a generare vantaggi competitivi in favore di altre compagnie aeree, renderà ulteriormente più complessa la soluzione dei problemi della compagnia;

considerato infine che:

in data 22 maggio 2018, in sede di esame del disegno di legge AS 297, di conversione del decreto-legge n. 38 del 2018, la Commissione speciale per l'esame degli atti del Governo ha approvato l'ordine del giorno G/297/1/CS, che impegnava il Governo ad adottare entro breve termine iniziative e soluzioni tese a garantire la continuità operativa di Alitalia;

i tempi per la decisione sono sempre più stetti: visto l'avvicinarsi della scadenza del commissariamento, la necessità di definire urgentemente una politica d'impresa per Alitalia e l'aumentata pressione da parte delle istituzioni europee per una soluzione in tempi ravvicinati rendono assolutamente necessario un intervento dell'Esecutivo anche al fine di salvaguardare i livelli occupazionali della compagnia aerea,

si chiede di sapere quali urgenti iniziative i Ministri in indirizzo intendano intraprendere al fine di fornire entro la fine dell'estate una soluzione all'irrisolta questione di Alitalia, garantendo la continuità operativa della compagnia aerea e la continuità occupazionale nel lungo periodo, anche attraverso l'individuazione di nuovi investitori che consentano alla compagnia di tornare ad essere competitiva nei mercati internazionali del trasporto aereo di passeggeri.

(3-00134)

BOLDRINI, BELLANOVA, COLLINA, IORI, MANCA, PATRIARCA, RICHETTI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

il 20 luglio 2015 è stato siglato il documento, denominato patto per il lavoro, con cui la Regione Emilia-Romagna, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, i rappresentanti delle istituzioni, del mondo bancario, delle università e dell'associazionismo si sono impegnate a contribuire al rilancio dello sviluppo e dell'occupazione in Emilia-Romagna;

si tratta di un'intesa che è nata con l'obiettivo di far convergere risorse e progetti su un obiettivo primario: creare sviluppo e occupazione sul territorio della regione;

grazie a questo patto, nell'ultimo anno sono infatti saliti a 15,1 miliardi di euro gli investimenti attivati per gli oltre 200 interventi avviati in tutti i settori, dalle opere pubbliche alla mobilità, dalla tutela del territorio alle politiche abitative, la ricerca tecnologica, l'innovazione e l'internazionalizzazione del sistema economico-produttivo, la formazione, la sanità e il welfare: si tratta di 1,6 miliardi di euro in più rispetto al luglio 2016. Così come salgono a 1,5 miliardi i fondi europei messi a bando sui 2,5 dell'intera programmazione 2014-2020 (con un aumento di 500 milioni in un anno), di cui un miliardo impegnato a cui aggiungere 660 milioni di cofinanziamenti privati (con un aumento di 313 milioni sempre rispetto al luglio 2016). Quanto ai destinatari degli interventi, quelli a persone e famiglie valgono 3,1 miliardi, poi 6,7 miliardi per il territorio, 4 miliardi per le imprese e 1,2 miliardi di euro per gli enti locali;

l'efficacia di tali politiche integrate e di fare rete è dimostrata anche dal fatto che le risorse destinate al patto sono salite a 17,8 miliardi di euro, 2,8 in più rispetto ai 15 inizialmente previsti nel 2015;

questo sforzo congiunto ha consolidato sia la crescita dell'economia regionale (con un aumento pari all'1,4 per cento il Pil dell'Emilia-Romagna nel 2016, il più alto fra le regioni italiane e ben oltre lo 0,9 per cento nazionale) sia l'aumento dell'occupazione: 46.600 nuovi posti di lavoro nel primo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (2,4 per cento in più), per un tasso di tasso di occupazione del 68,3 per cento che pone l'Emilia-Romagna al primo posto in Italia, dove ha raggiunto il Trentino-Alto Adige, e un tasso di disoccupazione medio annuale negli ultimi 12 mesi sceso al 6,6 per cento, lontano dal 9 per cento di inizio consiliatura regionale, nel gennaio 2015, e inferiore sia a quello del Veneto (6,7 per cento) che della Lombardia (7,2 per cento);

complessivamente, dal confronto tra primo trimestre 2015 e primo trimestre 2017 emerge come nei due anni di applicazione del patto si siano registrati oltre 81.000 nuovi posti di lavoro e nel 2016 17.400 occupati in più rispetto a quelli del 2008, anno che precedette l'inizio della crisi economica internazionale;

nella giornata del 23 luglio 2018 c'è stata a Bologna una riunione dei firmatari del patto del lavoro per fare il punto sulla programmazione delle infrastrutture strategiche del territorio in materia di viabilità e mobilità. Ad oggi lo stato dell'arte consta di opere avviate, alcune completate, molte con i cantieri aperti e in corso, e quelle programmate e finanziate per le quali è necessario dare il via ai lavori;

tra le opere sbloccate dai Governi Renzi e Gentiloni figurano l'inaugurazione della variante di valico con la nuova edizione delle opere di compensazione nel territorio (costo: 4 miliardi di euro) e del casello di Valsamoggia, aperto nel novembre 2016 (28 milioni); i principali cantieri aperti riguardano: people mover di Bologna (fine prevista marzo 2019, costo 120 milioni); nodo di Rastignano primo lotto (fine entro il 2019, 27 milioni); nuova Bazzanese (fine entro 2019, 51 milioni); Tirreno-Brennero primo lotto (fine entro 2020, 321 milioni), trasporto rapido costiero (fine entro 2019, 92 milioni), velocizzazione linea adriatica (fine entro 2020, 140 milioni). A queste va aggiunto il piano industriale per l'acquisizione di nuovi treni e bus, investimento da un miliardo di euro;

tra le opere programmate e finanziate figurano invece: Cispadana (1,3 miliardi); passante di Bologna (750 milioni); Campogalliano-Sassuolo (506 milioni); porto di Ravenna (220 milioni); quarta corsia A14 (360 milioni); complanare nord di Bologna (37 milioni); nodo di Rastignano secondo lotto (31 milioni); completamento del sistema ferroviario metropolitano di Bologna (332 milioni); nodo di Casalecchio (220 milioni). A queste vanno aggiunti i fondi di sviluppo e coesione sulla mobilità e la rigenerazione urbana da cantierare entro il 2020, per 300 milioni di euro;

il valore economico dei cantieri e delle opere finanziate è notevole, tali da essere percepite come elemento cruciale del patto stesso e fattore irrinunciabile per rafforzare lo sviluppo sostenibile del territorio;

molte aziende nonostante le criticità dovute al terremoto del 2012, anziché andare via sono rimaste sul territorio perché hanno creduto nel progetto infrastrutturale messo in campo dalla Regione e dagli altri interlocutori,

si chiede di sapere quali iniziative intenda adottare il Ministro in indirizzo affinché le opere in corso di realizzazione possano essere completate nei tempi previsti, mentre quelle programmate possano finalmente essere sbloccate, pena il venir meno di un trend di crescita e di sviluppo socioeconomico ad oggi molto positivo per la regione Emilia-Romagna.

(3-00135)

BELLANOVA, STEFANO, MARGIOTTA, MAGORNO, NANNICINI, CUCCA, PATRIARCA, ALFIERI, VALENTE, MALPEZZI, TARICCO, ASTORRE - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che:

come è noto è in corso di realizzazione, in territorio italiano e precisamente nel territorio del comune di Melendugno (Lecce), la parte terminale del gasdotto TAP (Trans Adriatic pipeline);

la realizzazione dell'opera è stata approvata con decreto del Ministro dello sviluppo economico in data 20 maggio 2015;

il gasdotto TAP, la cui realizzazione è prevista nell'accordo intergovernativo tra i Governi italiano, greco e albanese del 13 febbraio 2013 ratificato dal Parlamento italiano con legge 19 dicembre 2013 n. 153, sarà connesso alla rete nazionale dei gasdotti; le relative opere di connessione sono state autorizzate, in capo a SNAM, con decreto 21 maggio 2018;

di recente, in occasione della visita ufficiale in Azerbaijan, sia il Presidente della Repubblica che il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale hanno confermato che l'Italia manterrà, e nei tempi previsti, l'impegno alla completa realizzazione dell'opera per consentire l'arrivo del gas in Italia entro l'anno 2020;

da parte della Regione Puglia è stata ufficialmente assunta una posizione che, pur confermando la condivisione circa la realizzazione dell'opera in funzione della progressiva differenziazione delle fonti di approvvigionamento energetico dell'Italia e dell'Europa, ritiene possibile e necessario lo spostamento "più a nord", in un'area di minor pregio ambientale e con destinazione industriale, del gasdotto medesimo;

permane viceversa la radicale opposizione alla realizzazione del gasdotto da parte di alcuni degli enti territoriali della provincia di Lecce ed in particolare del Comune di Melendugno, oltre a movimenti ed associazioni territoriali e organizzazioni politiche e partiti nazionali;

ancora di recente, peraltro, il Ministro per il Sud, in esplicita e diretta polemica con il presidente della Regione Michele Emiliano, ha dichiarato di confermare l'impegno del Movimento 5 stelle, a nome del quale ha dichiarato di parlare, per il blocco dei lavori e per il definitivo abbandono del progetto;

considerato che:

la situazione (oggettivamente e anche al di là delle intenzioni e della volontà di autorevoli rappresentanti istituzionali che, mentre l'opera è in corso di esecuzione ne mettono in discussione il completamento prospettando anche, in particolare il Ministro dell'ambiente e la tutela del territorio e del mare, l'esistenza di irrisolte criticità quanto all'idoneità degli atti autorizzativi in essere) determina una situazione di incertezza e rischia di alimentare fenomeni di tensione sociale;

la situazione, peraltro, offre una rappresentazione assai discutibile della volontà del Governo non solo di rispettare gli atti amministrativi adottati ma, più in generale, di tener fede agli impegni assunti, con formale ratifica del Parlamento, sul piano internazionale,

si chiede di conoscere se siano in corso procedure o verifiche finalizzate all'eventuale revoca degli atti assunti, sia nella prospettiva più radicale dell'abbandono definitivo della realizzazione dell'opera sia in quella, prospettata dalla Regione Puglia, di una possibile modifica del punto di approdo.

(3-00136)

Interrogazioni orali con carattere d'urgenza ai sensi dell'articolo 151 del Regolamento

PARRINI, MISIANI, MIRABELLI, VERDUCCI, COLLINA - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

in data 17 aprile 2018, il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato, a sua prima firma, un'interrogazione a risposta scritta (4-00042) indirizzata al Ministro della giustizia, successivamente trasformata in interrogazione a risposta orale (3-00041) in data 26 giugno 2018;

successivamente, in data 19 giugno 2018, il senatore Misiani ha presentato, a sua prima firma, l'interrogazione a risposta orale 3-00025, indirizzata ai Ministri dell'interno e della giustizia;

in data 10 luglio 2018, il primo firmatario del presente atto ha presentato, a sua prima firma, un'interrogazione con carattere d'urgenza (3-00065), indirizzata al Ministro della giustizia;

in data 18 luglio 2018, di nuovo il primo firmatario del presente atto ha presentato, a sua prima firma, un'interrogazione con carattere d'urgenza (3-00104), indirizzata ai Ministri dell'interno e della giustizia;

a tutt'oggi, il Ministro in indirizzo non ha fornito alcuna risposta ad alcuna di queste interrogazioni, nonostante sollecitazioni in tal senso rivoltegli ripetutamente, tramite la Presidenza del Senato, da parte di alcuni senatori del Gruppo del Partito democratico nel corso dei lavori dell'Assemblea;

premesso inoltre che:

in data 26 luglio 2018, il Ministro dell'interno, Salvini, ha risposto alle interrogazioni a risposta immediata (cosiddetto Question Time), ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento;

in risposta all'interrogazione 3-00126, il Ministro dell'interno che, come tale, è colui che dirige e coordina le forze incaricate di far rispettare le leggi e le sentenze nel nostro Paese, ha risposto alle domande del sen. Parrini attaccando la sentenza del Tribunale penale di Genova del 24 luglio 2017 e il correlato decreto di sequestro preventivo, immediatamente esecutivo, emesso il 4 settembre successivo, sempre dal Tribunale penale di Genova, con il quale è stato ordinato alla Lega di restituire allo Stato 49 milioni di euro;

il Ministro dell'interno ha detto: "C'è un unico precedente di confisca a un partito politico senza una sentenza in via definitiva: arriva dalla Turchia. Non so se sia il suo modello di riferimento, ma non è il mio modello di riferimento. Siamo prontissimi a rispondere quando ci sarà la conclusione di un iter giudiziario che, fino a prova contraria, è in corso tra ipotesi e controipotesi. Sono curioso e spero che facciano in fretta, perché stanno usando denaro pubblico per approfondire tutte queste numerose ipotesi investigative. Quando ci sarà una sentenza, sarò il primo a rispettarla";

in realtà ci sono già delle sentenze (quella già richiamata del Tribunale penale di Genova del 24 luglio 2017 e quella della Cassazione del 12 aprile 2018 che sancisce che le risorse oggetto della truffa accertata dalla predetta sentenza devono essere recuperate ovunque si trovino somme riferibili alla Lega) e decisioni giudiziarie esecutive (il già richiamato decreto di sequestro preventivo del 4 settembre 2017);

non sapendo che altro dire, il Ministro dell'interno ha provato a rispondere, citando un brano di un'intervista rilasciata a un quotidiano dall'ex procuratore di Venezia Carlo Nordio;

premesso inoltre che, a giudizio degli interroganti:

compito primario del Ministro dell'interno, anche se egli è a capo di un partito, è quello di adoperarsi per garantire l'applicazione e l'esecuzione delle sentenze, non certo quello di delegittimarle;

è desolante per gli interroganti dover ricordare al Ministro della giustizia che uno dei suoi doveri è quello di tutelare il principio di indipendenza della magistratura dai condizionamenti del potere politico, oltre che la onorabilità e la dignità della funzione giudiziaria,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo in merito alle dichiarazioni del Ministro dell'interno rese al Senato della Repubblica il 26 luglio 2018 che gli interroganti considerano imbarazzanti;

quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di sanare la ferita istituzionale che si è aperta a causa dei fatti esposti, per tutelare l'indipendenza, l'onorabilità e la dignità di chi nel nostro Paese è chiamato a svolgere l'indispensabile funzione di amministrare la giustizia, nonché il principio di indipendenza della magistratura dai condizionamenti del potere politico e in generale il principio dell'equilibrio e del rispetto reciproco tra i poteri dello Stato.

(3-00137)

VALENTE, CUCCA, MIRABELLI, MALPEZZI, FERRARI, COLLINA, FEDELI, BITI, MARGIOTTA, COMINCINI, GRIMANI, SUDANO, LAUS, SBROLLINI, FERRAZZI, GIACOBBE, MAGORNO, MANCA, PATRIARCA, MISIANI, ALFIERI, GINETTI, PINOTTI, D'ALFONSO, GARAVINI, BELLANOVA, IORI, Assuntela MESSINA, ASTORRE, VATTUONE, PARRINI, D'ARIENZO, CIRINNA', BINI, BOLDRINI, PITTELLA, MARINO, VERDUCCI, ROJC, STEFANO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa del 24 luglio 2018, il Ministro in indirizzo, Alfonso Bonafede, al termine del Consiglio dei ministri dello stesso giorno, che ha approvato il decreto-legge recante disposizioni urgenti per la proroga di alcuni termini previsti da disposizioni legislative ("milleproroghe"), nel commentare la norma sulla proroga dell'entrata in vigore di alcune disposizioni in materia di intercettazioni di conversazioni, previste dal decreto legislativo 29 dicembre 2017, n. 216, avrebbe detto "Il picco del lavoro parlamentare sulle intercettazioni avveniva contestualmente a qualche scandalo che riguardava la politica. Possiamo dire che ogni volta che uno del Pd veniva ascoltato dai cittadini, il Pd tagliava la linea, le comunicazioni. L'intento era quello di evitare ai cittadini l'ascolto dei politici. La norma nella sua stesura finale era riuscita a mettere d'accordo sia tutti i magistrati che tutti gli avvocati, era insomma lesiva di tutti gli interessi in gioco. La norma che abbiamo bloccato, ripeto, ledeva tutti i diritti in gioco: la possibilità innanzitutto di portare avanti le indagini, dando alla polizia giudiziaria la possibilità di scegliere quali intercettazioni fossero rilevanti e quali no, un'attività che deve spettare al pm ma che in questo caso veniva tagliato fuori";

secondo quanto riportato da un'agenzia ANSA del 24 luglio, il Ministro avrebbe aggiunto: "Impediamo che venga messo il bavaglio all'informazione" perché "la riforma Orlando era stata scritta con l'intento di impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati";

secondo quanto riportato da un'altra agenzia ANSA del 24 luglio, il Ministro avrebbe affermato: La riforma delle intercettazioni "era stata scritta per impedire ai cittadini di ascoltare le parole che i politici pronunciano con persone indagate, specie quando sono parole scomode e sconvenienti. Possiamo tranquillamente dire che ogni volta che qualcuno del Pd veniva ascoltato, c'era il Pd che cercava di tagliare la linea e le comunicazioni. L'intento era quello di evitare ai cittadini di ascoltare i politici e si vede dal contenuto della norma";

probabilmente senza neanche rendersene conto, preso solo dalla volontà di screditare il Partito democratico, Bonafede ha pronunciato a giudizio degli interroganti parole gravi e sconsiderate, lesive in primis del suo ruolo di Ministro della giustizia, nonché delle prerogative e dei compiti della magistratura e della polizia giudiziaria;

non ci si può non chiedere di quali informazioni il Ministro in indirizzo sia in possesso per arrivare ad affermare che "ogni volta che qualcuno del Pd veniva ascoltato, c'era il Pd che cercava di tagliare la linea e le comunicazioni", sulla base di quale legge dello Stato, con quali modalità e con quali finalità abbia ottenuto queste informazioni o se si tratti, come appare più probabile, di parole imprudenti e sconsiderate, non degne di chi riveste il ruolo di Ministro della giustizia;

così come non ci si può non chiedere, fermo restando il diritto della libertà di stampa, sulla base di quale legge dello Stato il Ministro affermi il "diritto" dei cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati, ignorando (o facendo finta di ignorare), in modo grossolano, le prerogative e i compiti della magistratura e della polizia giudiziaria, in palese dispregio del principio di indipendenza della magistratura;

si è in presenza di un Ministro della giustizia che, nel suo delicato ruolo e non in quello di avversario politico, ha affermato che al di là delle decisioni della magistratura, sussiste il diritto dei cittadini ad "ascoltare i politici" indipendentemente dalla rilevanza penale delle loro parole;

si tratta di affermazioni a parere degli interroganti sconcertanti, estranee a quello che dovrebbe ancora essere uno Stato di diritto, che tutela le conversazioni private dei cittadini se queste ultime non hanno rilevanza penale, nella consapevolezza che, in una democrazia, un cittadino, anche se "politico", può ritenersi libero di parlare al telefono;

premesso inoltre che:

il decreto legislativo 29 dicembre 2017, n. 216, prevede norme, oggetto della proroga, a tutela della riservatezza delle comunicazioni dei difensori e delle comunicazioni non penalmente rilevanti o contenenti dati sensibili, sulla procedura di selezione delle intercettazioni e di acquisizione del materiale intercettato al fascicolo delle indagini, al fine di disciplinarne le fasi in modo chiaro, sulla conservazione di tutti gli atti delle intercettazioni non acquisiti al fascicolo nell'archivio riservato, sull'uso delle intercettazioni nel procedimento cautelare, consentendo la riproduzione solo dei brani essenziali delle comunicazioni intercettate, che risultino necessari a sostenere la richiesta del pubblico ministero o a motivare la decisione del giudice, sull'acquisizione, da parte del pubblico ministero, al fascicolo delle indagini delle intercettazioni utilizzate per l'adozione di una misura cautelare e sulle intercettazioni tra presenti mediante immissione di captatori informatici elettronici portatili (cosiddetti trojan);

queste sono, secondo il Ministro della giustizia, le misure che mettono "il bavaglio alla stampa";

più verosimilmente si tratta di misure a tutela dei cittadini introdotte nel rispetto dei principi fondamentali di un Paese civile e democratico e, al contempo, a tutela della ricerca della verità ad opera della magistratura,

si chiede di sapere:

di quali informazioni il Ministro in indirizzo sia in possesso per affermare che "ogni volta che qualcuno del Pd veniva ascoltato, c'era il Pd che cercava di tagliare la linea e le comunicazioni", sulla base di quale legge dello Stato, con quali modalità e con quali finalità abbia ottenuto queste informazioni e se non ritenga doveroso, vista la gravità dei fatti riportati, informarne subito il Parlamento;

se non ritenga che le sue affermazioni siano state gravemente lesive delle prerogative e dei compiti della magistratura e della polizia giudiziaria;

se non ritenga che nel suo ruolo di Ministro della giustizia sia tenuto al rispetto e all'applicazione delle leggi vigenti.

(3-00138)

MANTERO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dello sviluppo economico, per la pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

Qui!Group è il primo gruppo a capitale italiano nel settore dei buoni pasto e dei titoli di servizio, dei sistemi di pagamento e dei programmi di fidelizzazione con oltre 120.000 esercizi convenzionati. L'azienda genovese ha oltre 500 milioni di euro di fatturato, 7.000 clienti tra aziende ed enti pubblici, 100 milioni di buoni emessi ogni anno. Sono peraltro clienti del gruppo, tra i vari: il Ministero della giustizia, il Ministero dell'interno, il Ministero dell'economia e delle finanze, la Presidenza del Consiglio dei ministri e l'Autorità nazionale anticorruzione;

la società vanta oltre 20 anni di esperienza e ha una presenza capillare su tutto il territorio italiano. Come si apprende dal sito istituzionale, l'organico aziendale è composto da oltre 600 persone di età media di 32 anni, costituito per il 70 per cento da donne;

considerato che:

si apprende da notizie di stampa ("ilfattoquotidiano" del 23 luglio 2018) che, sulla società, la Procura di Genova ha aperto un'inchiesta per "atti relativi" con l'ipotesi di reato di falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. I magistrati stanno acquisendo in primis i numerosi decreti ingiuntivi, che i vari creditori, commercianti e imprenditori di più regioni in possesso di ticket restaurant hanno presentato negli ultimi mesi. In particolare vi sarebbero centinaia di migliaia di euro di decreti ingiuntivi per i quali è stata presentata istanza di fallimento al Tribunale fallimentare di Genova. Sembrerebbe emergere l'esistenza di un altro fascicolo, per truffa allo Stato e frode in pubblica fornitura, perché il gruppo Qui!, sempre secondo un'ipotesi al vaglio degli inquirenti, avrebbe nascosto i suoi problemi finanziari di oltre 150 milioni di euro di debiti con le banche, per ottenere l'appalto di Consip relativo all'affidamento di due lotti di appalto, per rifornire i dipendenti delle pubbliche amministrazioni di Liguria, Piemonte, Val d'Aosta, Lombardia e Lazio;

l'articolo riporta, inoltre, di ulteriori criticità determinate dal fatto che Consip, la scorsa settimana, ha risolto "per reiterato, grave e rilevante inadempimento contrattuale" la convenzione che lega molte amministrazioni ai buoni pasto Qui! e che riguarda il lotto 1 (Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e Lombardia) nonché il lotto 3 (Lazio). Molti dipendenti pubblici fanno quindi fatica a trovare esercizi commerciali che siano disposti ad accettare i buoni pasto, i quali, di fatto, sono diventati automaticamente non spendibili, ledendo così il diritto dei dipendenti di usufruire del pasto attraverso tale modalità di pagamento e lasciandoli, di fatto, senza una quota consistente di retribuzione. Secondo i calcoli della Cgil Funzione pubblica i lavoratori interessati dal problema sarebbero circa 100.000 (su un milione di dipendenti pubblici in Italia) e per ciascuno il valore del ticket corrisponde ad almeno 140 euro al mese, che per moltissimi dipendenti pubblici rappresenta quasi il 10 per cento dello stipendio complessivo;

il quotidiano evidenzia, infine, che sono migliaia gli esercizi commerciali, i bar, i ristoranti e negozi di alimentari che si sono visti consegnare i buoni pasto Qui! dai clienti senza che poi l'azienda glieli pagasse in contanti e che vantano quindi crediti verso la società, che non ha provveduto al rimborso dei buoni pasto. Per molte di queste aziende i buoni pasto rappresentano la metà del fatturato, e se non si pone rimedio a questa situazione si rischia che la crisi di Qui! venga estesa e trasferita su di loro,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

quali iniziative di competenza intendano intraprendere al fine di tutelare sia i dipendenti di Qui!Group, sia i dipendenti pubblici che si trovano ad avere buoni pasto di fatto non spendibili, nonché i ristoratori e gli esercenti che vantano crediti verso l'azienda.

(3-00139)

Interrogazioni con richiesta di risposta scritta

ZAFFINI - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

nei giorni scorsi, dall'istituto penitenziario di Perugia è evaso un detenuto di origini tunisine;

dalle notizie di stampa locale diffuse e da una serie di informazioni acquisite direttamente dall'interrogante, sembrerebbe che: il detenuto evaso era stato condannato a 3 anni e 10 mesi di reclusione per spaccio di stupefacenti e che la fine della pena era prevista per il mese di gennaio 2020; monitorato peraltro per radicalismo islamico, egli era stato ammesso al regime di semilibertà dal 16 ottobre 2017, a seguito di provvedimento emanato dal Tribunale di sorveglianza; sul detenuto pendeva anche un provvedimento di espulsione dall'Italia quale misura alternativa alla detenzione, ai sensi dell'art. 16 della legge n. 286 del 1998 (cosiddetta legge Turco-Napolitano); la sanzione peraltro sarebbe definitiva e immediatamente applicabile in quanto il Tribunale di sorveglianza, nei giorni scorsi, avrebbe rigettato il ricorso presentato dal detenuto;

considerato che:

il Tribunale di sorveglianza, pur avendo rigettato il ricorso, non ha provveduto ad adottare alcun provvedimento atto a revocare il regime di semilibertà;

la possibilità di revocare il beneficio della semilibertà è chiaramente regolamentata dall'art. 51 dell'ordinamento penitenziario (legge n. 354 del 1975), il quale stabilisce espressamente che "il provvedimento di semilibertà può essere in ogni tempo revocato quando il soggetto non si appalesi idoneo al trattamento";

l'intera vicenda, se confermata, presenta degli aspetti di evidente criticità, peraltro aggravati dalla circostanza che il magistrato di sorveglianza avrebbe rigettato anche un'istanza di licenza avanzata dallo stesso detenuto;

a parere dell'interrogante tale rigetto, unitamente a quello del ricorso avverso il provvedimento di espulsione, rende evidente, anche ad un osservatore inesperto, che si tratta di un soggetto assolutamente non idoneo al trattamento di semilibertà;

andrebbe fatta chiarezza sull'intera vicenda, e in particolare sulla mancata espulsione dell'Italia e sul fatto che un detenuto monitorato per radicalismo islamico fruisca di benefici penitenziari,

si chiede di sapere:

se i fatti esposti rispondano a vero e, in ogni caso, quali ulteriori informazioni il Ministro in indirizzo ritenga di fornire al riguardo;

se non ritenga di dover avviare i necessari procedimenti di competenza per accertare eventuali responsabilità o omissioni in capo al Tribunale di sorveglianza.

(4-00434)

DE PETRIS - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e per i beni e le attività culturali - Premesso che:

nel mese di luglio 2017 Roma capitale ha avviato i lavori di uno specifico appalto concernente attività di monitoraggio, manutenzione ed eventuale abbattimento delle alberature presenti sul suolo pubblico nel territorio di propria competenza, stimate in circa 350.000 esemplari;

il patrimonio arboreo di Roma capitale riveste grande rilevanza di carattere naturalistico, storico e paesaggistico, in relazione all'età ed alla dimensione degli alberi, alla stretta connessione con emergenze di carattere storico ed archeologico, all'integrazione delle alberature con visuali e contesti di rilievo paesaggistico, sottoposti a tutela, anche con specifici provvedimenti di vincolo;

ad un anno di distanza dall'avvio del monitoraggio l'assessore per la sostenibilità ambientale di Roma capitale, Pinuccia Montanari, ha dichiarato che sono state controllate circa 50.000 alberature ed effettuati 2.000 abbattimenti, fra i quali si sono verificati numerosi interventi in aree centrali e di rilievo storico della città, come i quartieri Prati, Delle Vittorie, Esquilino, Appio Latino, Monte Sacro, Garbatella, San Paolo, Pigneto ed ulteriori interventi di abbattimento sono programmati o già in corso;

l'amministrazione capitolina non ha provveduto ad alcuna sostituzione degli esemplari arborei abbattuti, determinandosi nei quartieri interessati modificazioni sostanziali della configurazione ambientale, dell'arredo stradale, della qualità e delle condizioni di ombreggiatura degli insediamenti abitativi, con reiterate proteste degli abitanti, e non è stata indicata, ad oggi, una programmazione delle eventuali piantumazioni sostitutive;

l'amministrazione capitolina non ha provveduto ad alcuna pubblicazione delle informazioni concernenti le condizioni fitosanitarie degli alberi abbattuti e non è noto se le risultanze del monitoraggio siano corredate da dati strumentali sulla stabilità delle piante;

considerato che:

la sistematica "demolizione", senza sostituzione, di alberature di alto fusto presenti nelle zone del centro storico della capitale, o nelle aree del territorio di Roma comunque soggette a vincoli di carattere storico o paesaggistico emessi ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (codice dei beni culturali e del paesaggio), può alterare in modo sostanziale la configurazione dei luoghi e le visuali di tali zone, ed è pertanto necessario il parere preventivo della Soprintendenza preposta;

analogamente l'abbattimento senza sostituzione che intervenga nella viabilità di quartieri delle aree centrali della capitale, anche non soggette a vincoli emessi con decreto ministeriale, modifica sostanzialmente la configurazione, l'arredo stradale e la qualità urbanistica di beni pubblici che possono rientrare nel regime di tutela di cui agli artt. 10 e 12 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004;

l'art. 1 della legge 29 gennaio 1992, n. 113, come modificato dall'art. 2 della legge 14 gennaio 2013, n. 10, prevede l'obbligo per tutti i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti di mettere a dimora un albero per ogni nuovo nato residente, obbligo soggetto al monitoraggio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell'art. 3 della legge n. 10 del 2013;

l'art. 3-bis della legge n. 113 prevede che i sindaci rendano noto il "bilancio arboreo" del Comune, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati e quelli deceduti o abbattuti nelle aree di proprietà pubblica;

gli interventi di abbattimento di alberature già effettuati o in programma su Roma potrebbero aver già interessato o interessare in futuro esemplari definiti "monumentali" ai sensi dell'art. 7 della legge n. 10, o appartenenti a specie protette,

si chiede di sapere:

se i competenti organi del Ministero dei beni e delle attività culturali e la Soprintendenza speciale di Roma siano stati consultati o coinvolti nei procedimenti avviati da Roma capitale per il monitoraggio e l'abbattimento di alberature di alto fusto, con particolare riferimento ad aree sottoposte a vincoli di protezione o concernenti beni pubblici rientranti nel regime di tutela di cui agli artt. 10 e 12 del decreto legislativo n. 42 del 2004;

se i competenti organi del Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare stiano provvedendo a monitorare l'obbligo dei Comuni di porre a dimora un albero per ogni nuovo nato di cui all'art. 1 della legge n. 113 del 1992, e se in particolare il suddetto obbligo sia attualmente rispettato da Roma capitale;

se i Ministri in indirizzo non ritengano comunque necessario ed urgente accertare se gli abbattimenti di alberature di alto fusto sistematicamente in corso a Roma per iniziativa del Dipartimento di tutela ambientale di Roma capitale siano preceduti da idonei accertamenti fitosanitari e strumentali sulla salute e sulla stabilità delle piante o se abbiano interessato piante classificate monumentali o appartenenti a specie protette.

(4-00435)

MARTELLI, BUCCARELLA, CUCCA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

l'Assessorato per i beni locali della Regione Sardegna, Direzione generale enti locali e finanze, Servizio demanio, il 18 luglio 2017, con determinazione n. 1809, ha rilasciato all'associazione ricreativa dilettantistica, con sede in Riola, una concessione demaniale marittima per 7.200 metri quadrati nelle acque di Su Pallosu (comune di San Vero Milis in provincia di Oristano), entro i 100 metri dal litorale, per la realizzazione di un campo boe, atto ad ospitare 32 posti barche;

l'ufficio SUAPE dello stesso Comune ha emanato il provvedimento n. 14 del 6 giugno 2018 per la realizzazione;

sulla stessa specifica area insistono i seguenti vincoli: vincolo ex legge n. 1497 del 1939 (decreto ministeriale 13 agosto 1966), compreso anche tra i beni paesaggistici del PPR (piano paesaggistico regionale), ai sensi dell'art. 136 del decreto legislativo n. 42 del 2004; aree a pericolosità da frana elevata Hg2 perimetrate dal piano stralcio di assetto idrogeologico (PAI); beni paesaggistici ai sensi dell'art. 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (fascia dei 300 metri dalla linea di battigia); beni paesaggistici di categoria individuati dal PPR ai sensi dell'art. 143 del decreto legislativo n. 42 del 2004 (falesie e fascia costiera, abitato, tomba, ruderi); vincolo archeologico identificato come zona H secondo il piano urbanistico comunale di San Vero Milis; PUC, piano urbanistico comunale (approvato con delibera del Consiglio comunale n. 12 del 12 marzo 2015); PUL, piano utilizzo dei litorali (approvato con delibera del Consiglio comunale n. 13 del 24 giugno 2014); direttive PUL (allegato alla delibera della Giunta della Regione Sardegna n. 10/5 del febbraio 2017);

la Soprintendenza e l'Assessorato per l'ambiente non sono state coinvolte nell'iter procedurale iniziale, lamentando tale prassi con note rispettivamente del Ministero dei beni culturali, Direzione Archeologia Paesaggio del 1° agosto 2017, prot. 5928 e dell'Ufficio tutela paesaggio Oristano-Medio Campidano della Regione del 24 agosto 2017, con le quali si evidenziavano la presenza di vincoli paesaggisti-archeologici non oggetto di considerazione nell'iter procedurale della concessione demaniale marittima;

considerato che:

il Comune di San Vero Milis ha concesso il nullaosta favorevole alla concessione il 25 maggio 2017, con prot. n. 4871, scrivendo che "verificato che il campo boe non ricade all'interno di aree di Siti d'Interesse Comunitario";

l'area oggetto di concessione demaniale marittima, pur non insistendo direttamente all'interno della perimetrazione del SIC (sito di interesse comunitario) codice ITB030038 Sa Salina Manna-Sa Marigosa, tutelato dalla direttiva "Habitat" 92/46/CEE, non è direttamente oggetto del connesso preliminare procedimento di valutazione d'incidenza ambientale, omettendo di ricordare come da consolidata giurisprudenza e come in verità evidenzia e ricorda la stessa Regione Sardegna: "Il Procedimento di Valutazione di Incidenza è previsto dall'art. 5 del DPR 357/97 e s.m.i. e si applica a tutti i piani, ai progetti, agli interventi e alle manifestazioni che interessano le aree della rete 'Natura 2000' (SIC, ZPS e ZSC) ovvero che ricadono parzialmente o interamente in tali aree naturali protette o che, pur ubicate all'esterno producono effetti al loro interno";

tale concetto estende la tutela dell'area SIC anche ad ogni area circostante alla formale perimetrazione, come peraltro riconosciuto e ricordato dallo stesso Ministero dell'ambiente: "È bene sottolineare che la valutazione d'incidenza si applica sia agli interventi che ricadono all'interno delle aree Natura 2000 (o in siti proposti per diventarlo), sia a quelli che pur sviluppandosi all'esterno, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito";

l'area oggetto di concessione demaniale è contigua all'area SIC, essendo situata a pochi metri lineari da essa, per cui è oggettivo che la concessione demaniale marittima produrrebbe i suoi effetti con ripercussioni e impatto anche sull'area SIC;

esiste già nell'area sud di Su Pallosu, Sa Marigosa, una precedente concessione demaniale che ha la possibilità di ospitare 70 imbarcazioni, e che tuttavia non ne ospita mai più di 40, neppure in alta stagione: gli ormeggi esistenti, dunque, sono più che sufficienti ad ospitare anche le imbarcazioni della nuova concessione;

storicamente gli ormeggi regolari e non di Su Pallosu non hanno mai interessato l'area nord dei fondali della stessa borgata, che risultano essere fino ad ora i più integri, diversamente da quanto previsto dalla nuova concessione;

se anche ci fosse l'esigenza di soddisfare nuove richieste, non si comprende perché sia stata prescelta una localizzazione differente da quella storicamente usata, ovvero Su Pallosu sud-Sa Marigosa, intaccando un'area non adatta e mai utilizzata (Su Pallosu Punta Tonnara, davanti alle grandi dune di sabbia a forte rischio erosione);

nel complesso di 271 spiagge di tutta isola esaminate dal PAC (programma azione coste), redatto nel 2013 dall'Assessorato regionale per la difesa dell'ambiente, per la mappatura della pericolosità e del rischio da inondazione costiera, Su Pallosu è inserita nella fascia ad alta criticità;

con riferimento al documento della Regione Sardegna relativamente agli "Interventi urgenti per la messa in sicurezza dei tratti di maggior rischio e alla mitigazione degli effetti delle dinamiche erosive nei punti di maggior intensità e incidenza nella linea costiera", per quanto riguarda il comune di San Vero Milis, va rimarcato che, nell'ambito della conferenza dei servizi preliminare, tenutasi il 26 luglio 2016, presso gli uffici della direzione generale dell'Assessorato per la difesa dell'ambiente della Regione autonoma della Sardegna, ai fini dell'acquisizione dei pareri e di tutti gli assensi previsti dalle vigenti normative di settore, il Servizio valutazioni ambientale dell'Assessorato ha stabilito che gli interventi previsti fossero riconducibili alla tipologia delle opere finalizzate alla mitigazione dell'erosione costiera, così come indicati al punto 7, lettera l), dell'allegato B1 della delibera Giunta regionale n. 34/33 del 2012. Questo stabiliva conseguentemente che il progetto fosse sottoposto all'attenzione degli enti competenti per la procedura di assoggettabilità alla VIA e alla valutazione di incidenza ambientale, in quanto il sito di intervento Su Pallosu risulta limitrofo al SIC ITB030038 "stagno di Putzu Idu (Salina Manna e Pauli Marigosa)";

il Servizio della tutela della natura e politiche forestali del medesimo Assessorato, nell'ambito della valutazione della coerenza del progetto con gli obiettivi e le finalità del finanziamento concesso al Comune di San Vero Milis e a seguito della ricezione delle integrazioni richieste ai progettisti in conferenza dei servizi, con propria nota del 19 settembre 2016, prot. n. 17650, esprimeva il nullaosta alla progettazione e realizzazione delle opere previste nel progetto preliminare limitatamente al lotto A, stabilendo che dovesse essere redatto un programma di monitoraggio ambientale per la località "Su Pallosu" e trasmesso preventivamente allo stesso servizio;

le dune di sabbia collocate a meno di 100 metri lineari dall'intervento, alte tra i 2 e gli 8 metri, sono in una situazione di visibile, pericolosa, continua frana e smottamento;

sussistono concreti elementi per dedurre che dalla realizzazione del campo ormeggi nella localizzazione prescelta possa derivare un grave danno ecologico;

secondo quanto prescritto dall'art. 8 della legge n. 349 del 1986, il Ministero dell'ambiente, in caso di mancata attuazione od inosservanza da parte delle Regioni, delle Province e dei Comuni, delle disposizioni di legge relative alla tutela dell'ambiente, può diffidare l'ente pubblico a sospendere ogni relativa autorizzazione già rilasciata;

la Giunta comunale di San Vero Milis, in data 3 maggio 2018, con delibera n. 44, ha già deciso in proposito di approvare il capitolato speciale d'appalto per l'affidamento dei "servizi di studio e monitoraggio ambientale in loc. Su Pallosu" (per un importo complessivo di 140.000 euro, finanziata con contributo della Regione, Assessorato per l'industria, nell'ambito del finanziamento "Erosione delle coste in corrispondenza delle Borgate Marine") che, attraverso uno studio del sito per un periodo di almeno 2 anni, consenta in maniera prodromica di fornire gli elementi conoscitivi per la realizzazione di opere strutturali con soluzioni mirate che diano risposte definitive al problema dell'erosione costiera;

la relazione descrittiva dello stesso piano di monitoraggio riporta, a pagina 3: "La realizzazione di interventi complessi in contesti dinamici e ad alta valenza naturalistico ambientale, come quelli previsti nel progetto preliminare per l'ambito di Su Pallosu, pone il problema di garantire l'armonizzazione degli stessi con l'ambiente marino costiero interessato, utilizzando tutte le soluzioni tecnico-progettuali, anche di notevole impegno, che rendano possibile il conseguimento di tale obiettivo. In questi termini, vista l'esigenza di conoscere preventivamente quale fosse l'entità degli impatti ambientali inducibili, in un contesto fisiografico la cui dinamica evolutiva risulta allo stato attuale poco conosciuta, si è ritenuto necessario predisporre un Piano di Monitoraggio Ambientale con l'obiettivo di analizzare e tenere sotto controllo gli effetti sull'ambiente delle opere previste a Su Pallosu";

al contempo, la relazione tecnica (pag. 6) riporta: "In questi termini, l'individuazione e la caratterizzazione del paraggio costiero di riferimento presuppone indagini propedeutiche utili alla valutazione della morfologia dei fondali ed alla caratterizzazione sedimentologica. Dovranno essere effettuati campionamenti utili per la caratterizzazione chimica e fisica dei sedimenti emersi e sommersi. In sintesi, la successione delle azioni di indagine dovrà prevedere: 1) rilievi batimetrici tramite ecoscandaglio single beam; 2) rilievi morfologici tramite Side Scan Sonar; 3) rilievi magnetometrici per l'individuazione di anomalie magnetiche; 4) rilievi correntometrici della colonna d'acqua e rilievi ondametrici nella zona di dinamica attiva del paraggio costiero; 5) esecuzione di carotaggi o prelievo di sedimento superficiale e profondo tramite vibro carotaggi o carotaggi manuali entro i primi metri di profondità; 6) analisi chimico-fisiche, granulometriche e biologiche dei sedimenti";

in coerenza con la norma, medesime conclusioni di prodromicità di preventiva realizzazione di un piano studio-monitoraggio per qualsiasi eventuale nuovo intervento vanno disposte per qualsiasi intervento nella stessa area classificata dalla Regione come ad elevata criticità;

il provvedimento n. 14 del 6 giugno 2018 SUAPE di San Vero Milis autorizza alla realizzazione dell'ormeggio natanti sullo specchio acqueo in località Su Pallosu, marina di San Vero Milis sino alla trattazione di merito del ricorso prevista per l'udienza del 29 maggio 2019;

l'intervento per la realizzazione di un campo boe è inserito inequivocabilmente (cartografia allegata al progetto, pag. 19) e interamente all'interno della stessa area (come si evince dalle foto relative all'area sotto monitoraggio, oggetto dello studio e monitoraggio citato, regione-comune-interventi mitigazione erosione costiera);

la realizzazione del campo boe in quell'area altererebbe sensibilmente i dati oggetto del previsto e appaltato studio di monitoraggio, interferendo con esso e variandone pesantemente i risultati;

le relazioni tecniche progettuali del campo boe e lo studio di monitoraggio di interventi mitigazione erosione costiera (di cui alla delibera della Giunta regionale n. 48/31 dell'11 dicembre 2012 e seguenti inerenti al medesimo oggetto) omettono vicendevolmente e inspiegabilmente di citarsi, pur avendo come oggetto il medesimo sito e interferendo l'una con l'altra;

l'intervento per il sito di Su Pallosu di mitigazione dell'erosione costiera prevede l'apporto esterno di materiale sedimentario sulla spiaggia ed eventuali opere di protezione a mare, ma solo a seguito di un corretto inquadramento idrodinamico del paraggio costiero e dell'unità fisiografica di riferimento, che si dovrà avvalere di misurazioni a mare, di caratterizzazioni morfo-batimetriche e delle necessarie classificazioni sedimentologiche condotte attraverso una campagna di monitoraggi (pag. 8 della relazione tecnica);

le opere di protezione a mare di mitigazione dell'erosione costiera sono previste proprio nella stessa identica area dove dovrebbe essere collocato il campo boe;

nei fondali individuati per la realizzazione del campo boe è documentata la presenza della Pinna nobilis (Linnaeus 1758), comunemente nota come nacchera, pinna comune, cozza penna o stura, il più grande bivalve presente nel mar Mediterraneo, protetta dalla convenzione CITES e inserita nella "lista rossa che elenca le specie in via d'estinzione" (allegati della direttiva 92/43/CEE e nei successivi aggiornamenti: direttiva 2006/105/CE);

non risulterebbe che sia stata presentata o presente agli atti del procedimento per intervento del campo boe alcuna "mappatura dei fondali", così come richiesto dalla stessa Regione nella determinazione prot. n. 10168 del 15 marzo 2016 che, all'art. 4, prevede che tra la documentazione necessaria per la concessione demaniale marittima ci sia anche "c.4) mappatura dei fondali, con indicazione della tipologia e con l'inquadramento delle eventuali praterie di posidonia esistenti": lo stesso proponente il campo boe afferma l'assenza della stessa con lettera protocollata dalla Regione in data 16 febbraio 2017 ove si legge "in merito alla mappatura dei fondali si comunica di non aver reperito la medesima";

l'intervento per il proposto campo boe era stato già formalmente bocciato dopo lo svolgimento di due conferenze dei servizi asincrone con provvedimento dell'Ufficio SUAPE del Comune di San Vero Milis n. 1 del 23 febbraio 2018, grazie al parere della Soprintendenza archeologica (Ufficio SABAP, province di Cagliari-Oristano-Medio Campidano-Carbonia Iglesias-Ogliastra) "negativo non superabile con prescrizioni o modifiche progettuali" e che rimane oggi pienamente vincolante, nonostante un ricorso al TAR del proponente, accolto come sospensiva e rinviato nel merito al 29 maggio 2019, per cui permangono tutte le ragioni di ordine giuridico, economico e politico per non autorizzare l'intervento;

i primi lavori in mare sono iniziati il 2 luglio 2018;

i connessi divieti di balneazione e accesso in acqua sotto costa porterebbero concreti e gravi danni economici al flusso turistico, che sarebbe disincentivato, alle attività di pesca che sarebbero interdette, disagi generalizzati a residenti e non per le precarie situazioni esistenti (circolazione già limitata per il citato fenomeno di erosione costiera a terra, viabilità, parcheggi connesse alle attività di messa in acqua), rischi di sicurezza e incolumità per le restanti aree di balneazione sotto costa, che sarebbero drasticamente ridotte proprio in prossimità delle abitazioni, degli accessi al mare e delle spiagge più frequentate;

il proponente dichiara di voler perseguire esclusivi scopi ricreativi e dunque la realizzazione del nuovo campo boe non è di alcuna utilità per i pescatori professionisti, né per il turismo nautico e non soddisfa interessi generali collegati ad attività economiche di pesca o di turismo,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire con urgenza ai sensi dell'art. 8 della legge n. 349 del 1986, poiché sussistono concreti elementi che dalla realizzazione del campo ormeggi, nella localizzazione prescelta, possa derivare un grave danno ecologico, provvedendo alla precauzionale sospensione di ogni relativa autorizzazione presso la Giunta regionale e l'Assessorato regionale per la difesa dell'ambiente, con richiesta di adempiere entro 6 mesi alla presentazione di valutazione d'incidenza ambientale, relazione paesaggistica, mappatura fondali, ed emanando altresì un proprio nuovo atto sospensivo o inibitorio precauzionale di annullamento del provvedimento dell'Ufficio SUAPE del Comune di San Vero Milis n. 14 del 6 giugno 2018.

(4-00436)

AIMI, GALLONE - Al Ministro dell'interno - Premesso che:

da fonti di stampa si apprende dell'operazione condotta dagli agenti della squadra mobile di Modena, in collaborazione con i colleghi di Vicenza, che ha portato a due ordinanze di custodia cautelare a carico di una 39enne nigeriana e di un 72enne italiano accusati di aver ridotto in schiavitù, segregato in un appartamento di Castelfranco Emilia (Modena) e fatto prostituire 4 ragazze minorenni di origine nigeriana;

la 39enne nigeriana, inoltre, sarebbe indagata anche per aver organizzato l'ingresso illegale in Italia delle minorenni, mentre il 72enne avrebbe a suo carico l'accusa di aver agevolato e favorito la prostituzione per trarne profitto;

i fatti sarebbero avvenuti nel periodo compreso tra novembre 2014 e marzo 2017, tra Modena e Castelfranco Emilia, aggravati, come riportano le fonti di stampa, in quanto commessi con l'inganno, la minaccia di morte e il procurato aborto. L'indagine, sviluppatasi grazie a un'intensa attività di coordinamento da parte della Procura di Bologna, è scattata grazie alla testimonianza di una delle vittime, che ha avuto il coraggio di denunciare i fatti;

le ragazze venivano reclutate in Nigeria per poi affrontare un lungo viaggio attraverso la Libia e fatte infine sbarcare in Sicilia. Da qui in avanti, anche con la complicità di ulteriori soggetti da identificare, venivano instradate alla prostituzione;

quanto accaduto deve indurre, a parere degli interroganti, a una seria e profonda riflessione rispetto a un sistema di accoglienza insostenibile non solo sotto il profilo economico e sociale, ma anche in ordine ai controlli e ai monitoraggi necessari, per evitare che il sistema stesso diventi strumento nelle mani delle organizzazioni criminali,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

quali verifiche di propria competenza intenda avviare per accertare la dimensione del fenomeno della prostituzione che presenti caratteristiche similari a quelle descritte;

se esistano report, studi, statistiche che possano indicativamente rendere conto di quante ragazze, dal 2014 a oggi, arrivate in Italia attraverso i viaggi della speranza siano finite preda della criminalità organizzata, ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi;

quali misure intenda predisporre per il sostegno concreto alle vittime di tali violenze;

se intenda avviare le verifiche di competenza, volte ad accertare le motivazioni per le quali tali vicende siano in qualche modo sfuggite ai controlli e ai monitoraggi nell'ambito del sistema di accoglienza;

quali iniziative urgenti intenda assumere per potenziare e intensificare i controlli in relazione ai fenomeni di sfruttamento della prostituzione, come quelli descritti, anche eventualmente intensificando il dialogo con lo Stato nigeriano e con altri Stati interessati dalla medesima problematica.

(4-00437)

IANNONE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e dell'interno - Premesso che:

nella notte tra il 24 e il 25 giugno 2018, nel comune di Battipaglia (Salerno), lo stabilimento dell'azienda Nappi Sud, impegnata nel trattamento di rifiuti, per cause ancora da chiarire, è stato avvolto da fiamme altissime, lo scenario è stato infernale: l'azienda che opera nel settore della raccolta e trattamento dei rifiuti ha iniziato a bruciare poco dopo la mezzanotte in un rogo che ha interessato i cieli di Eboli e Battipaglia;

le lingue di fuoco alte fino a 50 metri hanno determinato anche esplosioni avvertite in tutta la zona; si sono immediatamente diffusi la paura e il panico tra i residenti che hanno repentinamente serrato le finestre per evitare che la dispersione di fumi tossici nell'aria invadesse le abitazioni;

a distanza di pochi giorni, il 10 luglio 2018, un nuovo incendio si è generato presso lo Stir, sito sempre nel comune di Battipaglia, che è rimasto chiuso per diversi giorni. Tale situazione, unita al fermo di una delle linee del termovalorizzatore di Acerra (Napoli), ha comportato un forte rallentamento nella raccolta dei rifiuti in Campania;

gli episodi ripetuti, in presenza di un'emergenza rifiuti che attanaglia il territorio, e il malfunzionamento degli impianti destano preoccupazione negli amministratori locali e nella popolazione;

sul territorio di Battipaglia operano almeno 24 impianti di trattamento, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti, a quanto risulta dalle risposte che la Regione Campania e il Comune di Battipaglia hanno fornito ai comitati di protesta; all'elenco del Comune, poi, si aggiunge quello della direzione generale ciclo integrato delle acque e dei rifiuti della Regione; nell'elenco, sono riportate le autorizzazioni ambientali rilasciate dalla Regione Campania a 7 aziende dislocate nella zona;

in aggiunta, gli uffici regionali elencano anche le 5 autorizzazioni vigenti, inclusa quella del Comune, per il territorio di Eboli;

in pratica, sui circa 200 chilometri quadrati di territorio suddiviso fra i comuni di Battipaglia ed Eboli, insistono oltre 30 impianti di trattamento rifiuti, oltre a quelli privati; infatti, occorre tener presente anche lo Stir e i siti di stoccaggio provvisori, all'incirca, un impianto di rifiuti ogni 6 chilometri e mezzo;

il primo passo da compiere è, naturalmente, che le autorità locali sanitarie monitorino attentamente la situazione con rilievi e campionamenti per la salvaguardia della salute della popolazione;

si attendono, inoltre, i risultati dei rilievi Arpac e l'esito delle indagini delle forze dell'ordine e della magistratura per capire le cause dell'incendio: non si esclude infatti la sua natura dolosa;

desta, infatti, preoccupazione il ripetersi di roghi in aziende di tale tipologia;

questi ultimi incendi alla Nappi Sud e allo Stir a Battipaglia impongono improcrastinabilmente una riflessione sulle responsabilità e sui ritardi accumulati dalla Regione Campania in merito all'applicazione del piano regionale dei rifiuti e sulle discutibili scelte di far governare il sistema dei rifiuti ai privati, considerando le comunità locali solo come luoghi dove far sversare rifiuti, facendone sopportare ai cittadini l'enorme carico ambientale,

si chiede di sapere:

se, nell'ambito delle proprie competenze, i Ministri in indirizzo, non intendano assumere iniziative per la verifica dei danni causati all'ambiente e alla salute e per l'attuazione di tutti gli interventi di messa in sicurezza dei siti e di sanificazione igienico-sanitaria del territorio;

se non intendano provvedere all'istituzione di un tavolo permanente fra Comuni, Assessorato regionale e Ministeri competenti, al fine di individuare le opportune iniziative volte a dare soluzione alle criticità sanitarie e ambientali legate alla gestione dei rifiuti, e garantire la salute pubblica dei cittadini.

(4-00438)

IANNONE - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

lo stabilimento Italcementi di Salerno è coinvolto in un piano di ristrutturazione aziendale che rischia di cancellare questo importante presidio produttivo ed occupazionale;

l'insediamento fu realizzato utilizzando le opportunità della legge n. 219 del 1981 ed è stato importante il suo contributo per la ricostruzione post terremoto;

dal 1992 ha svolto interamente il suo ciclo produttivo in sinergia con altre realtà, dando occupazione a 120 unità;

i vari processi di "razionalizzazione" hanno determinato una riduzione del personale, ad oggi a 49 unità, modificando la sua missione produttiva alla sola macinazione;

nel corso del 2015 il gruppo Pesenti ha venduto la sua quota del 45 per cento al gruppo tedesco Heidelberg Cement, determinando non poche legittime preoccupazioni circa il futuro dello stabilimento salernitano, escludendolo dal perimetro complessivo industriale del gruppo;

il piano industriale di Heidelberg per il solo Sud ha previsto la dismissione totale di 5 stabilimenti su 6, creando un vero e proprio allarme occupazionale;

un accordo sindacale nazionale ha impedito che questo avvenisse definendo un percorso di verifica per tutto il 2016-2017 e successivamente, con decreto interministeriale n. 99553 del 23 giugno 2017, ha prorogato la cassa integrazione straordinaria sino al 31 dicembre 2018. Questo termine, se non modificato, porterà numerose individualità di elevata competenza ad essere tagliate fuori dal mercato del lavoro;

il gruppo Heidelberg Cement non possiede fabbriche adibite a solo centro di macinazione e dunque lo stabilimento di Salerno rischia di trasformarsi in un centro vendita con al massimo 10 dipendenti;

il sito di Salerno è l'unico in Italia del gruppo Heidelberg a non essere "fecit novum" e ad avere ancora molte potenzialità da sfruttare,

si chiede di sapere:

se sia intenzione del Ministro in indirizzo affrontare in maniera risolutiva la questione ed in che modo intenda procedere atteso il poco tempo rimasto rispetto alla scadenza della cassa integrazione straordinaria;

se ritenga che il sito di Salerno, nonostante sia stato scelto per la dismissione, possa vantare caratteristiche per perfomance ed innovazione che lo rendono all'avanguardia, vista la sua certificazione a bassa emissione di anidride carbonica, l'abilitazione all'utilizzo di combustibili alternativi ed attrezzato anche con un importante impianto fotovoltaico, tanto da considerarlo "industria 4.0" e pertanto meritevole di tutela e di rilancio.

(4-00439)

IANNONE - Ai Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e dell'economia e delle finanze - Premesso che:

molti coordinamenti dei precari della scuola stanno denunciando il grave problema legato al mancato versamento del sussidio di disoccupazione (NASpI), per cui molti insegnanti precari questa estate si vedono negato il diritto al sostegno previdenziale da parte dello Stato a seguito di problemi tecnici;

gli uffici competenti, infatti, non hanno comunicato all'INPS nei tempi utili le informazioni riguardanti i contributi versati dai docenti e nel migliore dei casi i dati contributivi sono aggiornati al 31 gennaio 2018;

questa condizione riguarda anche i docenti a tempo indeterminato ma diventa problematica per i precari a cui la NASpI viene erogata secondo un calcolo errato e, in particolar modo, lo è per chi è al primo anno di servizio e, non potendo fare affidamento sui contributi degli anni pregressi, si vede respinta la domanda presentata;

si assiste in merito al rimando di responsabilità tra la gli uffici della Ragioneria dello Stato e dell'INPS,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di tale grave fatto ed intendano porre in essere un autorevole intervento affinché venga prontamente restituito il diritto dei docenti precari.

(4-00440)

IANNONE - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

lungo il litorale campano da anni si è in attesa di progetti e piani di finanziamenti per mettere in sicurezza i costoni rocciosi;

ci sono ordinanze che si rinnovano da decenni in automatico per i tratti di costa pericolanti;

ormai le autorità marittime della Campania hanno disposto le interdizioni con proprie ordinanze, a seguito di periodiche ricognizioni a bordo di mezzi delle capitanerie di porto insieme alle autorità alle quali, per legge, sono demandate competenze amministrative e di vigilanza relativamente all'assetto idrogeologico del territorio;

esistono molti "paradisi" che rischiano il collasso;

dalle ordinanze si scopre che: ad Ischia ci sono divieti che riguardano baia di San Pancrazio, spiaggia degli Inglesi, il litorale tra Carta romana e il castello Aragonese, la torre Michelangelo, le terme di Castiglione, la località "Bagnitiello", la località monte Vico del comune di Lacco Ameno, punta di Mezza torre, baia di San Francesco, scogli Innamorati, cava dell'Isola e punta Imperatore, tratto di spiaggia dei Giardini Poseidon in località Citara del comune di Forio, tratto di costa nella baia di Sorgeto, tra punta Chiarito e la spiaggia di Cava Grado in località Sant'Angelo del comune di Serrara Fontana, tratto di spiaggia in località "Maronti" del comune di Barano;

a Procida ci sono specchi acquei interdetti interamente o parzialmente in corrispondenza dei seguenti costoni: punta della Lingua, scoglio di Sant'Anna, Punta dei Monaci; spiaggia della Corricella, punto Pizzaco, punta Solchiaro, l'isolotto di Vivara tra Ciraccio e punta Serra. A Capri zone vietate a marina di Caterola, area tra punta di Mulo e punta del Tuono (compresa cala Ventroso e grotta Verde), punta Vivara (ponente della spiaggia di Marina grande), area tra grotta dell'Arsenale e torre Saracena, grotta Tragara, lato ponente di cala del Fico, grotta Bianca e faraglione di Matermania, zona Faro di Tiberio. Pericoli e divieti a capo Miseno, torre Gaveta e isolotto di San Martino. In penisola Sorrentina pericoli a la Pignatella e allo scoglio della Tartaruga di Vico Equense. Oltre punta Campanella verso sud pericoli e divieti nei pressi della marina di Vietri, a Cetara centro, ad Amalfi nei pressi del porto, a Maiori, a Minori, Positano nei pressi del porto e a Conca dei Marini. E ancora più a sud interdizioni in località Ficocelle-cala Fetente, a Marinella spiaggia delle Ossa in località Palinuro del comune di Centola. E ancora in località cala delle Vipere-Cascarella-Garagliano del comune di San Giovanni a Piro e in località canale di Mezzanotte del comune di Sapri,

si chiede di sapere:

quali azioni il Governo intenda realizzare per mettere in sicurezza un territorio fragile, ma che ha una straordinaria vocazione turistica legata al mare;

se sia intenzione del Governo, e attraverso quale strategia, tutelare l'incolumità di tanti turisti fruitori dei punti di costa menzionati, che spesso disattendono i divieti sottovalutando il rischio;

se si ritenga necessario, in attesa di realizzare progetti di messa in sicurezza, rafforzare dotazioni di uomini e mezzi da destinare alla sorveglianza e alla prevenzione nella stagione estiva.

(4-00441)

IANNONE - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

l'universiade, o olimpiade universitaria, è una manifestazione sportiva multidisciplinare rivolta ad atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo. Seconda solo ai giochi olimpici per importanza e numero di partecipanti ed anzi ritenuta, nella sua versione estiva (summer universiade), equivalente se non superiore alle olimpiadi invernali, questo evento nel corso degli anni ha assunto sempre più i connotati di un vero e proprio festival internazionale dello sport e della cultura. Il termine "universiade" infatti, frutto della combinazione tra le parole "università" e "olimpiade", racchiude in sé uno dei concetti alla base di ogni forma di sport: l'universalità;

l'universiade, nella sua forma moderna e attuale, fu ideata dal dirigente sportivo italiano Primo Nebiolo che ne organizzò la prima edizione a Torino nel 1959;

con il sostegno del Governo nazionale, che ha accompagnato la candidatura, e alla collaborazione con le università italiane e campane, il CUSI (Centro universitario sportivo italiano) e il CONI (Comitato olimpico nazionale italiano), la Regione Campania ha ottenuto per la città di Napoli, lo scorso 5 marzo 2016, la designazione da parte della Federazione internazionale sport universitari a ospitare l'edizione estiva dell'Universiade che si terrà dal 3 al 14 luglio 2019;

Napoli è la terza città italiana per dimensioni demografiche ed è conosciuta nel mondo per la sua storia e per le ricchezze culturali, storiche e naturalistiche del territorio che la circonda. Napoli e la Campania in generale vantano inoltre una grande tradizione sportiva che ha dato vita negli anni a molte eccellenze in numerose discipline e che permea ormai la cultura e la vita quotidiana dei suoi cittadini;

manca meno di un anno alla celebrazione dell'evento che avrà un ricaduta d'immagine internazionale e le continue contrapposizioni tra il presidente della Regione della Campania, Vincenzo De Luca, e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, stanno rischiando di compromettere irreparabilmente la piena riuscita dell'evento in quanto il dissidio ha generato gravi ritardi organizzativi, come riferiscono allarmanti notizie di stampa sullo stato delle strutture che dovrebbero ospitare le gare e le scelte ancora da concretizzare circa la sistemazione degli atleti partecipanti,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri ritenga che i ritardi accumulati, nonostante i roboanti annunci sull'importanza dell'evento che si susseguono dal 2016, siano recuperabili;

se sia intenzione del Governo assumere con decisione il comando delle operazioni ed evitare che le universiadi 2019 diventino la storia di un flop annunciato, di cui il Governo del cambiamento diventerebbe compartecipe.

(4-00442)

FATTORI, GIARRUSSO, TRENTACOSTE, EVANGELISTA, LANNUTTI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo - Premesso che:

il secondo rapporto sulle agromafie e crimini agroalimentari in Italia di Eurispes mostra come da un'attenta analisi della catena del valore in agricoltura emerge che in Italia negli ultimi decenni si è verificato, soprattutto nel settore agroalimentare, un sospetto e preoccupante aumento di intermediari tra il produttore e il consumatori; un numero crescente di soggetti presenti nella realizzazione del prodotto finale che ha di fatto determinato un allungamento della filiera produttiva con pesanti ricadute sulla competitività;

uno studio realizzato nel 2012 da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), sulla catena del valore riguardante i prodotti finali dell'agricoltura e quella relativa ai prodotti finali nell'industria alimentare, mostra uno squilibrio evidente tra i diversi soggetti della filiera: nel 2009 per ogni 100 euro spesi dalle famiglie in prodotti agricoli destinati al consumo fresco e negli altri beni e servizi della branca, 7 euro sono stati spesi in prodotti finali agricoli esteri, 20 nella branca agricola produttrice, mentre oltre il 70 per cento (73 euro) è stato destinato sia al settore commerciale, distributivo e del trasporto che al pagamento delle imposte sul consumo;

anche nel 2016 le associazioni di categoria hanno rilevato una crescente asimmetria tra prezzo al produttore e prezzo finale con un rincaro del 300 per cento sul prezzo al consumatore per i prodotti di stagione come albicocche, meloni, angurie e insalata, dove tuttavia solo un quarto del prezzo finale corrisponde alla remunerazione del produttore con distorsioni provocate dall'allungamento della filiera;

la "guerra del grano" del luglio 2016 ha portato nel giro di un anno le quotazioni del grano duro destinato alla pasta a perdere il 43 per cento del valore, con un prezzo di 18 centesimi al chilo, mentre quelle del frumento tenero (adoperato per la panificazione) sono calate del 19 per cento arrivando a 16 centesimi al chilo con i compensi per gli agricoltori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa. Secondo la Cia (Confederazione italiana agricoltori) "Risulta che enormi quantità di grano italiano sono state esportate nel Nord Africa, insieme all'arrivo, in contemporanea con i raccolti di navi piene di frumento provenienti da Paesi terzi", come pubblicato online su "la Repubblica" il 17 luglio 2016. In altre parole, l'abbinamento di importazione selvaggia e distorsione della filiera ha causato un danno sia ai produttori che ai consumatori: mentre i primi si sono trovati costretti a svendere il loro prodotto di qualità, i secondi hanno visto aumentare i prezzi dei prodotti finiti a scapito della qualità e dell'origine garantita;

a parere degli interroganti il problema è rappresentato dall'asimmetria contrattuale: in un Paese fatto per lo più di piccole e medie imprese la grande concentrazione della distribuzione nelle mani della grande distribuzione organizzata genera elementi di distorsione. La grande distribuzione diventa l'elemento potentissimo che controlla l'accesso al mercato in un'asimmetria della filiera dove l'elemento fragile è il mondo della produzione primaria estremamente frastagliato e poco incline all'aggregazione e quindi incapace di reale forza negoziale. Lo squilibrio, non consentendo la copertura dei costi delle aziende agricole produttrici, purtroppo comporta uno sfruttamento del lavoro con compensi orari non dignitosi per i lavoratori e causa un aumento del fenomeno del caporalato;

considerato che:

secondo i dati della campagna "ASTEnersi" la grande distribuzione organizzata gestisce circa il 70 per cento degli acquisti alimentari; dal punto di vista di chi produce, agricoltori e industriali, è di conseguenza il canale di distribuzione più importante, spesso l'unico, sul mercato;

lo sbilanciamento dei prezzi con scarsa remunerazione del produttore, che spesso non riesce a coprire neanche i costi di produzione, è aggravata dal meccanismo delle "aste a doppio ribasso" ovvero l'uso di piattaforme in cui i produttori fanno offerte su richiesta della grande distribuzione che sceglie dapprima il miglior offerente per poi riaprire l'asta partendo dal prezzo più basso precedentemente determinato; strettamente collegato al fenomeno delle aste al doppio ribasso è la vendita "sotto costo" dei prodotti alimentari;

la gran parte dei supermercati segue la strategia del "sotto costo", ritenuto il metodo più efficace per non far diminuire le vendite in un periodo di crisi in cui il potere di acquisto delle famiglie è calato sensibilmente, una modalità di vendita che tuttavia riduce per il consumatore la percezione della qualità del prodotto venduto prediligendo la campagna sul prezzo basso;

meccanismi come il "sotto costo" e le aste on line distruggono l'intera filiera dell'agricoltura perché alterano i rapporti tra grande distribuzione organizzata e consumatore facendo pagare il costo più elevato all'ambiente e ai produttori, oltre a incentivare lo sfruttamento dei lavoratori e il caporalato contro il quale il Parlamento si è pronunciato approvando la legge 29 ottobre 2016, n. 199, a parere degli interroganti rimasta in gran parte inapplicata;

nel 2013 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha condotto un'indagine conoscitiva nel settore della grande distribuzione, con un focus sul rapporto coi fornitori: un'indagine resa necessaria dalle segnalazioni dei fornitori della grande distribuzione su "presunti comportamenti vessatori" e "anti-concorrenziali" delle catene di distribuzione "in fase di contrattazione delle condizioni di acquisto dei prodotti", dal quale emerge che, in media, l'incidenza di sconti e contributi è pari al 24,2 per cento del fatturato delle singole aziende;

secondo uno studio del settembre 2016 condotto dalla società di consulenza IRI, ogni 32 euro di spesa su 100 vengono effettuati in presenza di un'offerta;

il decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, altrimenti conosciuto come "cresci Italia", all'art. 62, comma 2, sancisce il divieto di imporre ai produttori condizioni gravose, extracontrattuali e retroattive;

considerato infine che:

a dimostrazione della concretezza di quanto sin qui esposto fonti di stampa (si veda un articolo riportato su "internazionale" il 25 luglio 2018) hanno portato all'attenzione l'atteggiamento del gruppo Eurospin che recentemente ha indetto un'asta a doppio ribasso portando i prezzi di bottiglie di pomodori al di sotto della soglia minima di costo di 32 centesimi, arrivando addirittura a 21,5 centesimi per bottiglie da 400 grammi e a 31,5 per quelle da 700 grammi, per un totale di 20 milioni di bottiglie acquistate al di sotto del costo di produzione;

inizia in questi giorni il periodo di raccolta dei pomodori e questo tipo di atteggiamento aziendale all'interno della filiera produce forti ripercussioni sui lavoratori, vittime di un gioco al ribasso che favorisce i caporali,

si chiede di sapere:

quali misure il Ministro in indirizzo intenda porre in essere per contrastare il fenomeno delle "aste a doppio ribasso";

quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda adottare per garantire un maggiore sostegno alle imprese produttrici legando il prezzo di vendita ai costi complessivi di produzione;

quali iniziative intenda intraprendere per promuovere l'aggregazione tramite le organizzazioni dei produttori (OP) e le organizzazioni interprofessionali (OI), al fine di rendere più virtuosa e trasparente la filiera.

(4-00443)

Interrogazioni, da svolgere in Commissione

A norma dell'articolo147 del Regolamento, le seguenti interrogazioni saranno svolte presso le Commissioni permanenti:

8ª Commissione permanente (Lavori pubblici, comunicazioni):

3-00135, della senatrice Boldrini ed altri, sulla realizzazione delle infrastrutture previste nell'ambito del patto per il lavoro della Regione Emilia-Romagna;

3-00136, della senatrice Bellanova ed altri, sulla realizzazione del gasdotto TAP;

10ª Commissione permanente(Industria, commercio, turismo):

3-00134, della senatrice Bellanova ed altri, sulle strategie per il futuro di Alitalia.