SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


13a Commissione permanente
(TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI)


56ª seduta: mercoledì 10 aprile 2019, ore 10

ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazione
Svolta
INTERROGAZIONE ALL'ORDINE DEL GIORNO

D'ARIENZO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. -

Premesso che a quanto risulta dall'interrogante:

da alcuni studi condotti nel corso degli ultimi anni, è emersa la presenza di PFAS, sostanze perfluoroalchiliche, nelle falde, negli acquedotti, nonché negli alimenti, di vaste zone della Regione Veneto, in particolare nelle province di Vicenza, Padova e Verona;

è stato accertato, inoltre, come risulta dai dati del "Piano di sorveglianza sanitaria" attivato nelle medesime aree, che tali sostanze sono presenti anche nel sangue dei residenti nella zona contaminata, con livelli molto alti, spesso notevolmente superiori ai limiti ritenuti di sicurezza;

fuori dalla cosiddetta "zona rossa", ovvero l'area maggiormente contaminata a causa dell'inquinamento della falda sotterranea e degli acquedotti, finora monitorata dalle autorità preposte, emergono situazioni altrettanto meritevoli di approfondimento;

è il caso, in particolare, della più volte riscontrata presenza di PFAS nell'acqua di falda dei pozzi di controllo collocati al perimetro della discarica per rifiuti industriali Cà Bianca nel Comune di Zevio (Verona);

considerato che:

a partire dal 2016, in effetti, ARPAV ha iniziato la ricerca analitica di PFAS nelle acque di falda sottostanti la discarica Cà Bianca e nel percolato prodotto dalla discarica stessa: nel percolato sono state riscontrate concentrazioni di PFAS molto elevate, anche superiori a 1 milione di ng/lt, e anche nelle acque di falda è stata riscontrata la presenza di PFAS, pur se sotto il valore di soglia stabilito dalla Regione Veneto per le acque potabili, con interessamento esclusivo o prevalente dei pozzi / piezometri "a valle";

la contaminazione da PFAS delle acque di falda deriverebbe "senza dubbio" dalla discarica, a quanto risulta dalle conclusioni dei periti incaricati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona, in ragione di una non idonea impermeabilizzazione del fondo della discarica medesima;

a conferma della contaminazione costante, vi sono altresì le rilevazioni ARPAV del 1° e 2 ottobre 2018, dalle quali emerge per la prima volta la presenza, sia nel percolato, sia nell'acqua di falda dei piezometri di controllo "a valle" (e non in quelli "a monte"), di uno specifico PFAS in produzione solo dal 2013, il cC604;

va segnalata, inoltre, la collocazione dell'area di discarica Cà Bianca in zona di ricarica degli acquiferi, al confine della fascia delle risorgive, cioè nella delicata zona di passaggio tra acquifero indifferenziato e sistema differenziato multifalda, dove maggiore è il pericolo di inquinamento delle falde acquifere profonde,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano avviare un confronto immediato con la Regione Veneto al fine di approfondire quanto segnalato in premessa;

se ritengano, a causa della situazione di estrema necessità e urgenza determinata dall'inquinamento da PFAS, di procedere, nell'ambito delle proprie competenze, a specifiche ed opportune indagini tese a verificare se l'origine di queste sostanze è la nominata discarica Cà Bianca;

quali urgenti iniziative intendano porre in essere, sulla base del "principio di precauzione" ed in attesa degli interventi da mettere in atto, al fine di garantire la sospensione del conferimento di rifiuti e di ogni altra attività di discarica potenzialmente in grado di indurre l'ulteriore aggravamento della situazione esposta in premessa.


(3-00647)