SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


10a Commissione permanente
(INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO)


*118ª seduta: mercoledì 21 ottobre 2020, ore 14


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni
Svolte 3-01339, 3-01089, 3-01590 e 3-01808. Non svolta 3-01541
AFFARI ASSEGNATI

Esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento, degli affari:
1. Il settore dell'automotive italiano e le implicazioni in termini di competitività conseguenti alla transizione alla propulsione elettrica
(n. 396)
2. La razionalizzazione, la trasparenza e la struttura di costo del mercato elettrico e gli effetti in bolletta in capo agli utenti
(n. 397)
3. I sistemi di sostegno e di promozione dei servizi turistici e le filiere produttive associate alla valorizzazione del territorio
(n. 401)

INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO


PAPATHEU - Ai Ministri dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali e per il Sud. -
Premesso che:

la multinazionale americana Whirlpool nell'area Emea (Europa, Medio oriente e Africa) fattura 5 miliardi di euro e dà lavoro a 24.000 persone impiegate in 15 stabilimenti in 8 Paesi diversi. Whirlpool produce in Italia oltre 6 milioni di elettrodomestici, con 6.000 persone impiegate in 6 stabilimenti, ove si svolge anche attività di tecnologia e innovazione a marchio Whirlpool, KitchenAid, Hotpoint, Bauknecht e Indesit;

il 31 maggio 2019 i vertici hanno incontrato a Roma i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per un aggiornamento sul piano industriale Italia 2019-2021, ribadendo poi in una nota "La strategicità dell'Italia all'interno della regione Emea da un punto di vista industriale e commerciale" e "la conferma delle direttrici strategiche del Piano Industriale firmato lo scorso 25 ottobre presso il Ministero dello Sviluppo economico"; "In particolare gli investimenti pari a 250 milioni di euro per il triennio 2019-2021 in attività di innovazione, prodotto, processo e ricerca e sviluppo nei suoi siti industriali in Italia. Nei primi mesi del 2019 sono già stati allocati oltre 80 milioni di euro";

Whirlpool ha deciso di chiudere lo stabilimento più produttivo presente in Italia, che si trova a Napoli, specializzato nella produzione di componenti per lavatrici di alta gamma con 420 dipendenti, venendo meno a quanto in precedenza prospettava;

lo stabilimento di Napoli rappresenta un'eccellenza, punto di riferimento per il Sud e premiato nel 2012 come il migliore tra i 66 del gruppo distribuiti nel mondo per coinvolgimento delle risorse umane e per la capacità manageriale di trasferire ai dipendenti la strategia dell'azienda,

si chiede di sapere quali iniziative abbia posto in essere il Governo italiano per evitare che altre imprese straniere chiudano la propria produzione e lascino il Sud, con le conseguenze sui livelli occupazionali.
(3-01089)

RIPAMONTI, MARTI, PIANASSO, PISANI Pietro - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti la multinazionale americana Whirlpool nell'area Emea (Europa, Medio oriente e Africa) fattura 5 miliardi di euro e dà lavoro a 24.000 persone impiegate in 15 stabilimenti in 8 Paesi diversi. Whirlpool produce in Italia oltre 6 milioni di elettrodomestici, con 6.000 persone impiegate in 6 stabilimenti, ove si svolge anche attività di tecnologia e innovazione a marchio Whirlpool, KitchenAid, Hotpoint, Bauknecht e Indesit;

considerato che:

da tempo la multinazionale ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento più produttivo presente in Italia, che si trova a Napoli, specializzato nella produzione di componenti per lavatrici di alta gamma con 420 dipendenti, il cui futuro lavorativo è ora messo seriamente a rischio, senza alcun preavviso, insieme a quello di molti lavoratori dipendenti delle aziende campane dell'indotto;

lo stabilimento di Napoli rappresenta un'eccellenza, punto di riferimento per il Sud e premiato nel 2012 come il migliore tra i 66 del gruppo distribuiti nel mondo per coinvolgimento delle risorse umane e per la capacità manageriale di trasferire ai dipendenti la strategia dell'azienda;

da fonti di stampa si apprende che, nel corso del Tavolo svoltosi al Ministero dello sviluppo economico il 29 gennaio 2020, Whirlpool ha confermato di voler abbandonare lo stabilimento produttivo di Napoli, così da indurre Invitalia alla ricerca di un nuovo soggetto che possa subentrare alla multinazionale americana;

dalle medesime fonti di stampa si apprende che la chiusura del sito di Napoli dovrebbe avvenire il 31 ottobre 2020 e, a tal proposito, i sindacati hanno già annunciato imminenti scioperi,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo possa fornire maggiori informazioni circa gli esiti del Tavolo di crisi della multinazionale Whirlpool, alla luce di quanto accaduto nel corso dell'ultima riunione del medesimo tavolo svoltasi il 29 gennaio 2020.
(3-01339)


BORGONZONI - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:

la crisi economica innescata dall'emergenza epidemiologica da COVID-19 ha colpito uno dei poli italiani più importanti del commercio all'ingrosso, il Centergross di Bologna, ritenuto un importante volano per l'internazionalizzazione delle imprese che vi operano, due terzi delle quali concentrate nel settore della moda;

il distretto copre un'area di 1 milione di metri quadri, destinati ad aerea espositiva per circa 600 aziende, di cui 400 nel comparto fashion, dando lavoro a 6.000 addetti diretti ed altrettanti nell'indotto; le attività all'interno del Centergross sono oggi azzerate;

con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 2020, n. 108, sono state adottate ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale, e del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19;

il decreto dispone la ripresa, a partire dal 4 maggio, di determinate attività produttive ed industriali del Paese, come esplicitate nell'allegato 3 del medesimo, lasciando chiuse tutte le altre attività produttive, se pure molte delle quali funzionali alle attività per le quali è prevista la riapertura;

al settore produttivo della moda, che riaprirà il 4 maggio, verrà in particolare a mancare un canale importante di sbocco sul mercato, rappresentato dal commercio al dettaglio, che rimarrà chiuso fino al 18 maggio;

ai fini di una pronta ripresa delle aziende del comparto della moda è necessario un allineamento dell'apertura dell'intera filiera al 4 maggio, ricostituendo le basi per la crescita di un sistema fatto di tante piccole e medie realtà artigiane, che rappresentano una parte consistente del brand della moda italiana,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo voglia prontamente procedere all'emanazione degli atti necessari per l'integrazione dell'allegato 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020, ricomprendendo anche le attività del commercio al dettaglio.
(3-01541)

RIPAMONTI - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:

il territorio di Savona è stato riconosciuto nel 2016 «area di crisi industriale complessa», ai sensi della disciplina in materia riordinata dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 (articolo 27);

il 30 marzo 2018 è stato sottoscritto, tra Ministero dello sviluppo economico, Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (ANPAL), Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Regione Liguria, Provincia di Savona, Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale porti di Savona e Vado Ligure e Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia), un accordo di programma per l'attuazione del «Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell'area di crisi industriale complessa di Savona», finalizzato alla promozione di iniziative imprenditoriali per la riqualificazione del tessuto produttivo esistente, l'aggregazione delle piccole e medie imprese (PMI) e la loro collaborazione con le grandi imprese, la realizzazione di nuovi investimenti di diversificazione produttiva, il potenziamento della logistica connessa alle attività portuali e il reimpiego dei lavoratori;

il Progetto di riconversione e riqualificazione industriale, approvato con accordo di programma del 30 marzo 2018, prevede l'impegno di risorse pubbliche per complessivi 40,7 milioni di euro;

l'avviso pubblico per la selezione di iniziative imprenditoriali si è concluso il 1º ottobre 2018 registrando un importante successo ed è stata individuata una graduatoria delle imprese ammesse alla valutazione per ottenere gli incentivi di cui al decreto-legge n. 120 del 1989, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 181 del 1989;

considerato che:

le aree di crisi industriale complessa in Italia sono state oggetto di un affare assegnato (n. 161) nella 10ª Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) del Senato, nell'ambito del quale sono stati auditi tutti i soggetti interessati, e al termine del quale è stata approvata, il 6 giugno 2019, un'apposita risoluzione (Doc. XXIV n. 7) relativa, in particolare, all'area di crisi di Savona;

per come risulta all'interrogante, le risorse sono disponibili pronte per essere spese,

si chiede di sapere quali siano gli aggiornamenti in merito all'attuazione delle misure previste per l'area di crisi industriale complessa del territorio di Savona e a che punto siano al momento le istruttorie atte a garantire l'implementazione delle risorse da destinare alle aree di crisi in essere.
(3-01590)


LANZI, ANGRISANI, BOTTO, DONNO, FERRARA, GIANNUZZI, GRANATO, MAIORINO, MONTEVECCHI, TRENTACOSTE, VACCARO, VANIN - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:

il tessuto industriale italiano è stato duramente colpito dall'emergenza coronavirus. Il Governo è intervenuto prontamente con supporti economici inseriti nei decreti-legge licenziati negli ultimi mesi. In particolare la norma relativa al superbonus del 110 per cento per le ristrutturazioni e il supporto alle attività fieristiche sono due punti nodali di questo schema di aiuti;

ben 168 manifestazioni fieristiche sono state annullate o posticipate a causa dell'emergenza coronavirus. Le manifestazioni fieristiche ogni anno generano affari per 60 miliardi di euro e danno origine al 50 per cento dell'export delle aziende che vi partecipano. Sono per questo una leva economica importante per il nostro Paese e sono state tra le prime attività ad essere fermate dai provvedimenti del Governo e dalle ordinanze delle Regioni per tutelare la salute dei cittadini e contenere l'espansione del virus;

in aggiunta, anche gli appuntamenti fieristici internazionali sparsi per il mondo hanno subito la stessa sorte. Le aziende italiane che avevano investito in maniera notevole per la partecipazione a queste vetrine hanno necessità di rientrare parzialmente degli investimenti vanificati a causa di queste mancate partecipazioni;

l'8 giugno 2020 è stato siglato il "Patto per l'export". Si tratta di un documento programmatico, aperto alla firma di ulteriori qualificati soggetti, che indica un'ambiziosa strategia per l'internazionalizzazione del nostro sistema produttivo, e si articola in sei pilastri: comunicazione, promozione integrata, formazione e informazione, sistema fieristico, commercio digitale e finanza agevolata;

il decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (denominato "decreto crescita"), convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, ha introdotto un credito d'imposta per la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) a fiere internazionali. La misura, pensata per migliorare il livello e la qualità di internazionalizzazione delle PMI italiane, prevede un credito d'imposta nella misura del 30 per cento delle spese di partecipazione alle fiere internazionali di settore nel limite delle risorse messe a disposizione;

la norma prevede inoltre che, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, devono essere stabilite le disposizioni applicative della norma con riferimento, in particolare alle tipologie di spese ammesse al beneficio, alle procedure per l'ammissione al beneficio, all'elenco delle manifestazioni fieristiche internazionali di settore, che si svolgono in Italia o all'estero, per cui è ammesso il credito di imposta;

in fase di conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, cosiddetto decreto rilancio, la V Commissione permanente (Bilancio) della Camera dei deputati ha approvato una modifica alla misura suddetta (emendamento dell'on. Fiorini che introduce l'articolo 46-bis, rubricato "Credito d'imposta per la mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali"), stanziando ulteriori 30 milioni di euro destinati alle imprese diverse dalle piccole e medie imprese e agli operatori del settore fieristico, con riferimento al ristoro dei danni prodotti dall'annullamento o dalla mancata partecipazione a fiere e manifestazioni commerciali in Italia, nei limiti delle medesime risorse;

lo stesso decreto rilancio ha introdotto la norma denominata superbonus che introduce detrazioni fiscali fino al 110 per cento per riqualificazione energetica e sisma bonus. Il Ministero dello sviluppo economico, secondo fonti stampa, sta per introdurre limiti alla detrazione delle spese per efficientamento energetico tramite un decreto ministeriale. Tali limiti saranno basati su un valore al metro quadro. Il decreto è complementare al provvedimento dell'ecobonus del 110 per cento, ma influisce su tutti i lavori di riqualificazione edilizia agevolati fiscalmente ed assume quindi una valenza di primaria importanza per interi settori della manifattura italiana;

considerato che, a parere degli interroganti:

la crisi derivata dall'epidemia del COVID-19 e la conseguente fase di lockdown hanno prodotto enormi difficoltà per le imprese italiane. Rendere disponibili le risorse già stanziate, relative alle norme sulle fiere, sarebbe una boccata d'ossigeno per tutti gli operatori del settore;

il sistema fieristico è stato il primo ad essere colpito dall'emergenza epidemiologica e sarà l'ultimo a ripartire, con danni enormi. Inoltre supportare i comparti che beneficeranno del superbonus, senza introdurre ulteriori limitazioni, è fondamentale per evitare un effetto di disillusione verso una norma che rilancerà la nostra intera economia,

si chiede di sapere:

quali siano i tempi di adozione dei decreti attuativi relativi al credito d'imposta per la partecipazione alle manifestazioni fieristiche contenente le indicazioni procedurali per le richieste da parte delle aziende e come queste indicazioni si integreranno con il supporto economico alle mancate partecipazioni fieristiche causate dall'emergenza coronavirus;

se prima dell'emanazione dei decreti attuativi relativi al superbonus del 110 per cento il Ministro in indirizzo intenda avviare delle interlocuzioni con gli stakeholder per evitare l'introduzione di limitazioni che possano inficiare la sua applicazione.
(3-01808)