SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------


11a Commissione permanente
(LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE)


9ª seduta: giovedì 13 giugno 2013, ore 9


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE


Interrogazioni.
Interrogazioni svolte
IN SEDE CONSULTIVA

I. Seguito dell'esame del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, recante disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell'edilizia per la definizione delle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale. - Relatore alla Commissione SACCONI.
(Parere alla Commissioni 6ª e 10ª riunite)
(783)

II. Seguito dell'esame dell'atto:

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per l'armonizzazione all'assicurazione generale obbligatoria dei requisiti minimi di accesso al sistema pensionistico del personale del comparto difesa-sicurezza e del comparto vigili del fuoco e soccorso pubblico, nonché di categorie di personale iscritto presso l'INPS, l'ex-ENPALS e l'ex-INPDAP. - Relatrice alla Commissione GATTI.
(Osservazioni alle Commissioni 1a e 4a riunite)
(n. 11)
ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA


Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, dell'atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà:

Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle misure intese ad agevolare l'esercizio dei diritti conferiti ai lavoratori nel quadro della libera circolazione dei lavoratori. - Relatrice alla Commissione MUSSOLINI.
(Osservazioni della 3ª Commissione)
(n. COM (2013) 236 definitivo)
INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO


FAVERO , ZANONI , FORNARO , MANASSERO , LEPRI , FISSORE , FERRARA Elena , BORIOLI , DIRINDIN , GHEDINI Rita , ALBANO , COLLINA , FABBRI , SANGALLI , TOMASELLI- Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
il comma 3 dell'articolo 80 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (legge finanziaria per il 2001) consente, a decorrere dal 1° gennaio 2002, ai lavoratori sordomuti e agli invalidi per qualsiasi causa, ai quali sia stata riconosciuta un'invalidità superiore al 74 per cento, di richiedere, per ogni anno di lavoro effettivamente svolto presso pubbliche amministrazioni o aziende private ovvero cooperative, il beneficio di due mesi di contribuzione figurativa. Il beneficio è riconosciuto fino al limite massimo di cinque anni di contribuzione figurativa utile ai soli fini del diritto alla pensione e dell'anzianità contributiva;
nessun beneficio pensionistico è invece previsto per i lavoratori ai quali sia riconosciuta un'invalidità superiore al 46 per cento, ma inferiore al 74 per cento;
questi lavoratori, per i quali è riconosciuto il collocamento obbligatorio, ai fini pensionistici sono equiparati, di fatto, ai lavoratori sani;
l'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (cosiddetto decreto-legge Salva Italia), che ha previsto un notevole innalzamento dell'età pensionabile, non ha adeguato la normativa alla realtà dei lavoratori invalidi che dovranno continuare a lavorare fino a quasi 70 anni di età nonostante le loro condizioni di salute;
considerato che, a parere degli interroganti:
è irragionevole pensare che lavoratori con un'invalidità tra il 46 e il 74 per cento possano continuare a lavorare fino ad un'età avanzata nonostante le loro precarie condizioni di salute, considerato, fra altro, che, dopo tanti anni di lavoro, risentono in maggior misura rispetto agli altri lavoratori dello sforzo e dell'impegno richiesti dallo svolgimento dell'attività lavorativa;
si tratta di persone sofferenti, che improvvisamente hanno visto allontanarsi l'età pensionabile di alcuni anni;
contro l'evidenza dei fatti ed il buon senso, persiste e si acuisce la palese disparità di trattamento nei confronti di questi lavoratori svantaggiati, per i quali, nonostante il riconoscimento di un'invalidità tra il 46 ed il 74 per cento, non è previsto alcun beneficio pensionistico,
si chiede di sapere quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda adottare per porre rimedio alla grave situazione di difficoltà in cui si trovano i richiamati lavoratori, nonché per eliminare quella che agli interroganti appare un'evidente disparità di trattamento, determinata dalla irragionevole applicazione della medesima disciplina a situazioni profondamente diverse.
(3-00034)
MUNERATO- Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico. -
Premesso che:
è notizia pubblicata sul quotidiano "La voce di Rovigo" del 28 maggio 2013 quella dell'aggravio della crisi nel settore delle costruzioni: in pochi anni si sono persi più di duemila posti di lavoro e sono state chiuse ben 350 aziende;
la crisi dell'edilizia riguarda tutta l'Italia, ma nel Polesine è ancora più evidente: dal 2007 al 2012 le imprese del settore sono passate da 970 a 620; i lavoratori nel 2007 erano 5.380 e nel 2012 sono scesi a 3.300; la cassa integrazione è aumentata del 400 per cento e solo nel 2013 la cassa in deroga è salita al 65 per cento; gli appalti, sempre nel range 2007-2012, sono scesi da 356 a 344, con un decremento del 3,37 per cento e l'importo degli appalti, che nel 2007 era superiore ai 118 milioni di euro, nel 2012 è stato pari a 44,9 milioni, con un calo di 73 milioni (decremento del 61 per cento);
secondo i sindacati le difficoltà del settore hanno portato anche ad un aumento delle richieste di concordato e si teme che alcuni casi nascondano esigenze di ristrutturazione aziendale con taglio di organico, cui, peraltro, si accompagnerebbe la rimostranza per il taglio alle risorse per la formazione,
si chiede di sapere:
se, a quanto risulta ai Ministri in indirizzo, i dati inquietanti riportati in premessa corrispondano a realtà;
se il Governo non ritenga doveroso reperire con urgenza risorse per la formazione, al fine di garantire qualità e specializzazione nel settore;
se e quali provvedimenti di propria competenza intenda adottare per accertare che le recenti modifiche normative contenute nella legge n. 92 del 2012, cosiddetta riforma Fornero, e nel decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012, cosiddetto decreto sviluppo, sul concordato preventivo per la regolazione di situazioni di crisi aziendale non rappresentino nel concreto escamotage per ridurre il personale.
(3-00088)