Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
l'Annuario dell'agricoltura italiana - 2015 del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) indica che nell'annata agraria 2012/2013, in Italia, erano presenti circa 1.470.000 aziende agricole con una Sau (superficie agricola utilizzata) complessiva pari al 12,4 milioni di ettari. Nonostante una diminuzione delle unità produttive più piccole nel settore agricolo, vi è un'elevata presenza di aziende con piccole dimensioni (il 62 per cento ha meno di 8.000 euro di Ps - programmi di sostegno ed occupa il 13,4 per cento della Sau complessiva). Solamente il 5 per cento delle aziende arriva a dimensioni economiche rilevanti (oltre i 100.000 euro di Ps). Le aziende specializzate nelle coltivazioni permanenti rappresentano il 53 per cento delle aziende complessive e il 77 per cento di queste, ha un'estensione inferiore ai 5 ettari;
nel 2015, gli occupati in agricoltura sono stati 843.000 ("L'agricoltura italiana, conta 2016", a cura del CREA);
dai dati pubblicati dall'ISTAT si evince che i prezzi dei prodotti agricoli venduti nel 2015 risultano in calo del 3,4 per cento;
dalla lettura dei dati pubblicati dall'Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) nel gennaio 2017 sui prezzi degli ortaggi e della frutta, si evince che le quotazioni dell'anno 2016 hanno subito una riduzione del 5,2 per cento rispetto al 2015. In particolare, si sono avute flessioni nell'ordine del 6,7 per cento per il gruppo delle produzioni vegetali e del 3,1 per cento per i prodotti zootecnici;
l'impatto deflattivo, analizzato con un maggiore dettaglio, è prevalentemente riconducile alla dinamica negativa dei prezzi dei cereali (meno 11,6 per cento nella media annua) e ai significativi ribassi rilevati da Ismea sui mercati degli oli di oliva (meno 18,5 per cento), della frutta (meno 4,9 per cento) e degli ortaggi (meno 3,9 per cento);
i dati forniti da Ismea per la campagna ortofrutticola in corso nel 2017 presentano un'ulteriore e drastica riduzione dei prezzi. Al 2 giugno i prezzi medi all'origine della frutta rispetto a quelli dello scorso anno, per le albicocche hanno subito una variazione pari a un calo del 41,2 per cento, per le pesche pari a meno 36,9 per cento, per le ciliegie pari a meno 43,7 per cento, per le nettarine pari a meno 44,1 per cento. Al 2 giugno i prezzi medi all'origine degli ortaggi rispetto a quelli dello scorso anno per le patate novelle hanno subito una variazione pari a meno 42,1 per cento, per i fagiolini sotto serra pari a meno 57,1 per cento e le melanzane sotto serra pari a meno 21,3 per cento;
secondo i dati Ismea, negli ultimi 5 anni la produzione nazionale ortofrutticola è stata di circa 26 milioni di tonnellate, con un valore della produzione commercializzata nel 2016 di circa 6 miliardi di euro;
considerato che:
la riduzione dei prezzi di origine determinata da diversi fattori è la causa di una forte crisi economica, che colpisce, in modo particolare, le aziende agricole di piccola e media dimensione, che non riescono a raggiungere un reddito che permetterebbe loro di proseguire l'attività agricola;
inoltre, ad una riduzione del prezzo di origine dell'ortofrutta, non corrisponde una riduzione del costo di acquisto del prodotto ortofrutticolo da parte del consumatore e quindi di un risparmio,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
quali siano le cause che abbiano determinato la riduzione del prezzo di origine per numerosi prodotti del settore ortofrutticolo e quali interventi di competenza intendano intraprendere con urgenza per tutelare le aziende agricole dalla crisi che la riduzione del prezzo ha determinato.
Premesso che:
negli incontri svolti dall'interrogante sul territorio del Friuli-Venezia Giulia, numerosi imprenditori agricoli e associazioni di categoria hanno segnalato criticità nella compilazione e tenuta dei registri telematici delle aziende vitivinicole, a seguito del processo di dematerializzazione dei registri cartacei;
il registro telematico presenta, a detta degli operatori, un livello di complessità e di farraginosità tale che sta mettendo in difficoltà anche chi ha una conoscenza tecnico- informatica di alto livello; il sistema, pertanto sarebbe poco fruibile dalle aziende che si trovano in grande difficoltà, anche perché le nuove regole sarebbero state applicate senza alcuna formazione sul territorio;
il nuovo sistema telematico contiene in modo troppo schematico la complessa normativa vitivinicola e ciò sta generando ulteriori dubbi interpretativi sulle informazioni che le aziende sono tenute a trasmettere telematicamente, con conseguenti difficoltà operative a danno degli imprenditori che corrono il rischio di essere sanzionati, loro malgrado;
un esempio concreto di questo problema è rappresentato dal previsto inserimento, secondo le indicazioni del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dei codici degli spumanti e dei vini sfusi che richiedono l'inserimento delle manipolazioni da parte delle aziende;
a detta degli operatori, il software ministeriale presenta seri problemi; in particolare segnalano che il tracciato del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali non accetta una sola registrazione per più movimenti nella stessa giornata e per ovviare a tale problema gli operatori hanno dovuto reinserire dal 1° gennaio 2017 i movimenti di declassamento, i tagli e le riclassificazioni;
inoltre, le distinte giornaliere devono essere ripassate nella speranza di ottenere il giorno successivo un riscontro di esito positivo (visto che ogni distinta va creata, abilitata e trasmessa) senza poter conoscere, in caso di esito negativo, il motivo per cui eventualmente il primo tentativo non sia andato a buon fine; è evidente che una procedura siffatta non fa altro che dilatare i tempi a dismisura;
numerose aziende agricole hanno poi riscontrato che il collegamento con il sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha una durata limitata a qualche minuto, tempo spesso non sufficiente per concludere l'operazione che deve essere ripetuta anche più volte, con conseguente esasperazione della categoria;
la situazione è aggravata dalla vendemmia in corso; il nuovo sistema telematico impedisce di fatto ad aziende e programmatori di poter operare serenamente con gravi ripercussioni su un settore trainante della nostra economia che, al contrario di quanto avviene, meriterebbe maggiore attenzione, rispetto e sostegno da parte dello Stato,
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza delle problematiche evidenziate e se non ritenga necessario intervenire con la massima urgenza per semplificare le procedure nella compilazione e tenuta dei registri da parte delle aziende vitivinicole e rendere il sistema telematico realmente fruibile da parte degli imprenditori agricoli e degli operatori del settore;
se non si ritenga opportuno prevedere una proroga dei termini per gli adempimenti in scadenza alla luce delle difficoltà riscontrate dagli interessati nel processo di dematerializzazione dei registri cartacei vitivinicoli.