AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

MARTEDÌ 12 SETTEMBRE 2017
148ª Seduta

Presidenza del Presidente
CASINI
Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Della Vedova.

La seduta inizia alle ore 13,45.

PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazione

Il sottosegretario DELLA VEDOVA risponde all'interrogazione n. 3-03616 presentata dalla senatrice Montevecchi ed altri sulla vendita della sede dell'istituto italiano di cultura di Bruxelles, sottolineando che la razionalizzazione delle proprietà immobiliari dello Stato all’estero è una delle priorità che la legge ha assegnato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI). Una priorità che comporta obiettivi impegnativi che coinvolgono il MAECI nel raggiungimento dei previsti saldi di finanza pubblica e nella riduzione del debito, imponendo esplicitamente una revisione della politica sugli immobili demaniali.
La legge di bilancio 2017 ha stabilito che il MAECI dovrà conseguire dalle dismissioni immobiliari proventi per 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018, mentre per il 2019 è stato inserito un target di 16 milioni di euro. Tali obiettivi devono essere accompagnati, in un’ottica di riduzione delle spese fisse, da una politica di razionalizzazione degli immobili demaniali attraverso accorpamento di uffici, condivisione di servizi, inclusi quelli relativi alla sicurezza, e realizzazione di aree comuni.
L'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles non è stato però incluso nei progetti di razionalizzazione del patrimonio, anche perché si tratta di un edificio storico, di indubbio prestigio e di riconosciuta bellezza, e perché si trova in una posizione centrale di Bruxelles che ben si presta ad un’azione di rilancio dell’immagine culturale dell’Italia all’estero.
Tale edificio presenta tuttavia criticità strutturali e di sicurezza, unitamente a evidenti segni di degrado, che impongono di intraprendere le necessarie opere di ristrutturazione, il cui costo è stimabile in circa 2,3 milioni di euro.
Il Ministero ha poi acquistato recentemente, sempre a Bruxelles, un complesso immobiliare a Rue Joseph II. Con tale acquisto si intende creare un "polo Italia", ove insediare vari uffici dell’Amministrazione pubblica nella capitale belga, con significativi risparmi sui costi di gestione e funzionamento.

La senatrice MONTEVECCHI (M5S) si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, auspicando che il processo di rafforzamento delle presenza diplomatica in Belgio si realizzi in tempi brevi.

Il presidente CASINI dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA
Relazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Relazione sull'attuazione del riesame della politica europea di vicinato" (JOIN (2017) 18 definitivo) (n. 411)
(Esame, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, e rinvio)

Il relatore VERDUCCI (PD) ricorda che il documento in esame rappresenta una prima importante ricognizione sul processo di riforma della politica di vicinato.
Nel momento di avviare tale riforma, nel 2015, la Commissione e l'Alto Rappresentante avevano chiesto contribuiti e suggerimenti ad un ampio spettro di interlocutori, tra cui i Parlamenti nazionali. Anche la Commissione Affari esteri si è occupata del tema, approvando, nel giugno 2015, un'apposita risoluzione. In questo documento si raccomandavano alcune modifiche alle politiche di vicinato, per renderle più adeguate ai tempi: ad esempio consolidare dei rapporti di collaborazione anche con "i vicini dei vicini", cioè con i Paesi confinanti con quelli coinvolti nel Vicinato; rafforzare il dialogo con i Paesi partner, in particolare sulle dinamiche migratorie e, soprattutto, impegnarsi per una nuova centralità al Mediterraneo nelle politiche europee.
La relazione in esame sottolinea che la riforma della politica europea di vicinato (PEV) ha consentito di introdurre un nuovo approccio alla materia. Tra le nuove linee guida ci sono: una maggiore flessibilità delle politiche, per adattarle meglio a Paesi molto diversi tra loro; una selezione più adeguata degli obiettivi settoriali; la maggiore trasparenza dell'assistenza finanziaria e, soprattutto, un maggior coinvolgimento degli Stati membri e dei partner.
Si conferma peraltro - come obiettivo di fondo della PEV - la stabilizzazione e il consolidamento democratico dei Paesi vicini, con l'impegno a promuovere lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani.
Nel documento viene inoltre specificato che il governo dei flussi migratori e la lotta contro l'immigrazione irregolare sono i settori su cui concentrare gli sforzi, anche tenuto conto della grave instabilità della regione mediterranea.
In generale si sottolinea che la PEV rappresenta un importante strumento di attuazione degli obiettivi della strategia globale dell'Unione europea per l'azione esterna, in linea con l'Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Sul piano degli impegni, la relazione evidenzia i nuovi programmi bilaterali congiunti messi a punto con molti Paesi della PEV, che hanno costituto le basi dei programmi di assistenza nell'ambito dello strumento europeo di vicinato per il periodo 2017-2020.
Le priorità del partenariato sono state definite congiuntamente, alla fine del 2016, con il Libano e la Giordania, in particolare per sostenerne gli sforzi di accoglienza dei rifugiati siriani. Nel marzo di quest'anno è stato firmato l'accordo con l'Algeria, che tiene in conto particolare i temi dell'energia, della disoccupazione giovanile e delle migrazioni. Anche con Tunisia, Marocco e Egitto sono in fase di definizione i nuovi programmi di partenariato, mentre più complessi sono, per ovvie ragioni, gli accordi con Libia e Siria.
Per quest'ultimo Paese, il documento sottolinea il piano dell'Unione europea per l'assistenza a più di 13 milioni di persone in stato di necessità, ricordando anche che l'impegno finanziario dell'Unione europea e degli Stati membri per il 2017 - da ultimo ribadito alla conferenza internazionale di marzo a Bruxelles - è pari a 5,6 miliardi di euro.
Il documento si sofferma poi su difficoltà e risultati ottenuti nei settori principali della PEV: buona governance, sviluppo economico e del lavoro, energia e sicurezza. Viene anche citato il meccanismo fondato su incentivi economici a favore di Paesi che abbiano dimostrato un particolare impegno verso le riforme politiche, e che nel 2016 ha premiato la Georgia, l'Ucraina e la Tunisia.
Un cenno importante merita anche l'impegno a favore dell'istruzione e della mobilità giovanile attraverso il programma Erasmus plus che nel 2016 ha consentito a quasi 10 mila - tra studenti e ricercatori - di ricevere sostegno per le loro attività.
Di rilievo è anche il riferimento alle attività di supporto alla sicurezza energetica, che ha riguardato anche i Paesi dell'Unione per il Mediterraneo, i cui ministri competenti hanno adottato una dichiarazione congiunta nel dicembre 2016 per promuovere l'integrazione delle energie rinnovabili e promuovere la sicurezza energetica.
Relativamente al settore della sicurezza, la relazione fa cenno alle diverse missioni civili e di assistenza alle frontiere finanziate dall'Unione: in particolare in Ucraina, Georgia, Moldova, Palestina e Libia. L'Unione europea ha inoltre favorito il dialogo fra le Parti in relazione ai conflitti in Ucraina, Georgia, Moldova, Armenia e Azerbaigian. La cooperazione con i partner meridionali nella lotta contro il terrorismo e nella prevenzione della radicalizzazione, è stata intensificata, e ha interessato, in particolare, Tunisia, Libano, Giordania, Israele, Egitto, nonché Algeria, Libia e Marocco. Un richiamo particolare merita la riforma del settore della sicurezza, considerata fondamentale per la stabilizzazione a lungo termine del vicinato, che ha interessato, oltre alla Moldova, anche e soprattutto la Tunisia e il Libano, questi ultimi in particolare per la modernizzazione del comparto e per una gestione integrata delle frontiere.
Un capitolo specifico della relazione è dedicato al tema delle migrazioni, in cui ovviamente si esprime la grande preoccupazione per la situazione in atto nel Mediterraneo centrale. L'impegno è di intensificare la lotta contro i trafficanti, garantire la protezione dei diritti dei migranti, sostenere le comunità di accoglienza e ad aumentare i rimpatri assistiti, attraverso finanziamenti per 200 milioni di euro derivanti dal Fondo fiduciario d'emergenza per l'Africa. Il principale destinatario degli interventi dell'Unione europea è la Libia, con una cooperazione accentuata anche con Egitto, Tunisia e Algeria, anche nel quadro degli impegni per l'attuazione delle azioni decise al vertice di La Valletta del 2015 sulla migrazione. Il testo richiama inoltre l'invio nelle delegazioni dell'Unione europea di Tunisia, Giordania e Libano, di 15 funzionari di collegamento dedicati al tema delle migrazioni, per rafforzare il coordinamento con i Paesi partner.
L'ultimo capitolo della Relazione è dedicato all'assistenza finanziaria al vicinato, che nel 2016 è ammontata a più di 2,3 miliardi di euro. Lo strumento dell'assistenza macrofinanziaria ha interessato l'Ucraina, la Georgia e la Moldova, nonché la Tunisia e la Giordania. L'Unione europea inoltre sta promuovendo una maggiore programmazione congiunta degli strumenti del vicinato, a partire dal secondo periodo di programmazione (2018-2020), nonché una intensificazione della cooperazione con le istituzioni finanziarie internazionali.
La relazione ricorda inoltre che nel 2016, 6,7 miliardi di nuovi impegni dell'Unione europea sono stati coordinati attraverso l'iniziativa di coordinamento degli investimenti per il Mediterraneo meridionale, cofinanziata dall'Unione europea e dagli Stati membri.
Il documento menziona inoltre alcuni fondi a sostegno della regione; in particolare il Fondo fiduciario per la crisi siriana - che consente fra l'altro nuovi accordi con Giordania e Libano - e il Fondo fiduciario d'emergenza per l'Africa, in risposta alle cause profonde e ai fattori di origine della migrazione irregolare.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 14,10.