SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------

7a Commissione permanente
(ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI, RICERCA
SCIENTIFICA, SPETTACOLO E SPORT)


55ª seduta: martedì 10 dicembre 2013, ore 15,30
56ª seduta: mercoledì 11 dicembre 2013, ore 15,15


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni.


IN SEDE CONSULTIVA

Seguito dell'esame del disegno di legge:
Misure di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e le imprese e di riordino normativo. - Relatrice alla Commissione IDEM.
(Parere alla 1a Commissione)
Seguito esame e rinvio (958)

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 139-bis del Regolamento, dell'atto:
Schema di decreto ministeriale recante modifiche al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 16 settembre 2005, n. 236, concernente il regolamento recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale. - Relatore alla Commissione CONTE.
(Previe osservazioni della 5ª Commissione)
(Parere al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge 21 dicembre 1999, n. 508)
Seguito esame e rinvio (n. 42)

INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO

DI GIORGI , TOCCI - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
il decreto ministeriale 16 aprile 2012, n. 71, recante criteri di ripartizione del fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle università per l'anno 2012, aveva già determinato una drastica decurtazione del contributo di funzionamento per i consorzi interuniversitari di ricerca, pari al 34 per cento rispetto a quanto destinato nell'anno 2011 (da 4,560 milioni a 3 milioni di euro) e tale importo è corrisposto alla somma messa a bando per il cofinanziamento di progetti competitivi dei consorzi interuniversitari di ricerca indetto dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con decreto ministeriale 31 luglio 2012, n. 238;
il decreto ministeriale del 18 marzo 2013, concernente il FFO per l'anno 2013, emanato dal Ministro pro tempore, quando si erano già svolte nuove elezioni politiche e stava per essere varato il nuovo Governo, ha eliminato immotivatamente la voce di contributo per i consorzi interuniversitari di ricerca nel 2013, interrompendo l'azione ministeriale di sostegno, iniziata oltre 15 anni fa, per il riconosciuto servizio pubblico svolto;
considerato che:
tale decisione, ad avviso degli interroganti, mortifica la consolidata esperienza di reti nazionali di ricerca costituite dai consorzi interuniversitari per ricerche tematiche (scienza e tecnologia dei materiali, telecomunicazioni, scienze del mare, biotecnologie, informatica, neuroscienze, fisica della materia, scienze della vita, ed altri), la quale non solo non dovrebbe essere indebolita, bensì rafforzata, come sollecitato da tutti i documenti tecnici europei e nazionali (nella medesima direzione verso cui ha operato, peraltro, il Ministero con l'istituzione, nel 2012, dei Cluster tecnologici nazionali per le principali aree tematiche del Paese);
l'eliminazione del contributo di funzionamento per i consorzi interuniversitari di ricerca determinerà irreversibili ed evidenti discontinuità nelle attività dei consorzi di ricerca sul reperimento di risorse economiche a livello europeo per la ricerca, sulle azioni di supporto alla formazione dei giovani ricercatori per l'università attraverso borse di dottorato e assegni di ricerca, sull'implementazione e la gestione di grandi infrastrutture di ricerca di riconosciuta eccellenza internazionale e infine sull'impatto occupazionale con relativa perdita di competenze professionali di alto profilo;
i consorzi di ricerca pesano molto limitatamente sull'erario, visto che il contributo del 2012 per il funzionamento dei consorzi, nel FFO per l'università, corrispondeva a 3 milioni di euro, mentre i consorzi riescono ad attrarre fondi per ricerca (in buona parte da programmi europei e da privati) per oltre 20 volte tanto, sostenendo centinaia di giovani ricercatori e decine di dipendenti che, con questa decisione del Governo, molto probabilmente, saranno in gran parte licenziati (infatti, una ricognizione rileva che i consorzi interuniversitari di ricerca tematica più attivi del Paese hanno sviluppato, nel 2011, attività per circa 68 milioni di euro, con 85 unità di personale specializzato a tempo indeterminato, e più di 1.200 contratti, di durata superiore ai 6 mesi, per giovani ricercatori);
visto che:
il 9 aprile 2013 una rappresentanza dei consorzi interuniversitari di ricerca tematica ha avuto un incontro con un'autorevole rappresentanza del Ministero nel corso del quale le considerazioni sul ruolo dei consorzi sono state ampiamente discusse e si è sottolineata l'opportunità di avviare un "tavolo di lavoro", al fine di esaminare possibili future azioni a sostegno dei consorzi, che sia composto dai direttori generali del Ministero, dai rappresentanti dei consorzi interuniversitari, da un rappresentante della Conferenza dei rettori delle università italiane, da uno dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario (ANVUR) e della ricerca e da un rappresentante del Consiglio universitario nazionale;
nelle dichiarazioni programmatiche del Governo in carica e in quelle del Ministro in indirizzo alle Camere emerge che una delle vere priorità del Paese è costituita dall'università e dalla ricerca, settore la cui dotazione finanziaria non deve subire tagli, e risulta grave che lo stesso Governo accetti che venga eliminata una voce di spesa per uno dei pochi volani esistenti per l'attrazione di fondi europei per la ricerca;
l'eliminazione della voce di spesa a favore dei consorzi interuniversitari non permette di intervenire anche con misure migliorative e di indirizzo (ad esempio: risorse incentivanti per azioni di razionalizzazione e/o di accorpamento di consorzi in settori affini) e annulla il valore delle motivazioni che hanno indotto i consorzi interuniversitari di ricerca a sottoporsi volontariamente ed onerosamente al processo di valutazione dell'ANVUR VQR 2004-2010, peraltro con ragguardevoli risultati comparativi recentemente pubblicizzati,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario attivarsi al fine di definire le modalità per un maggiore riconoscimento del ruolo istituzionale dei consorzi interuniversitari nel "sistema università e ricerca" del Paese, a cominciare dal riconoscimento formale da parte del Ministero delle quote di fondi per ricerca gestiti dai consorzi per ogni ateneo;
quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire un contributo ministeriale alle spese di funzionamento dei consorzi interuniversitari fin dall'anno in corso 2013, almeno pari a quello erogato per l'anno 2012, sulla base dei risultati dello specifico bando ministeriale per progetti competitivi;
se non intenda intervenire con atti di competenza per garantire un contributo finanziario annuale ai consorzi interuniversitari di ricerca che risultino meritevoli, o nell'ambito dell'intervento di ripristino dei 300 milioni di euro per FFO del 2013 (già richiesto dal Ministro al Parlamento) o almeno nella prossima legge di stabilità finanziaria per il 2014, prevedendo il contributo di 3 milioni di euro annui, con proiezione programmatica, per ciascun anno del prossimo triennio 2014-2016.
(3-00313)

RUTA - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
il decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 713 del 9 agosto 2013, "Decreto criteri e contingente assunzionale delle Università Statali per l'anno 2013", definisce i criteri per l'attribuzione a ciascuna istituzione universitaria statale del contingente di spesa disponibile per l'anno 2013 espresso in termini di "punto organico", nonché la rispettiva assegnazione e utilizzo in coerenza con quanto previsto dall'art. 66, comma 13-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni e integrazioni, e dal decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 49;
al decreto è allegata la relativa tabella di calcolo e ripartizione;
la totale assenza di informazione preventiva sulle nuove regole utilizzate ed il tempo di pubblicazione del decreto ministeriale (di cui si è venuti a conoscenza solo nel mese di ottobre) non hanno consentito un'adeguata programmazione da parte delle università, che confidavano legittimamente almeno nella stessa percentuale di turnover ottenuta nel 2012;
le condizioni accertate e i parametri di riferimento presentano diverse anomalie, non ultima quella di non aver tenuto debitamente conto del limite previsto dal contenimento del 20 per cento delle entrate per tasse e contributi studenti rispetto al Fondo di funzionamento ordinario nello stesso anno;
la maggior parte delle penalizzazioni sono rilevate negli atenei ubicati al Centro-Sud, a dimostrazione della "fragilità funzionale" degli indicatori tecnico-economici presi a riferimento, che non tengono conto delle diversità oggettive delle medie di reddito pro capite rilevate sui rispettivi territori di riferimento;
la condizione socio-economica dei diversi territori, in particolare quello della regione Molise, e la forte disoccupazione di larghe parti del Paese rischiano di far gravare sulle famiglie anche gli inevitabili e maggiori costi degli studi universitari, venendo a mancare il sostegno dello Stato e di tutti quei soggetti che, a vario titolo, operano sul territorio;
per atenei relativamente giovani, come è il caso dell'università degli studi del Molise, inseriti in un contesto territoriale economicamente e socialmente fragile, queste misure, che non tengono conto di rilievi oggettivi e facilmente rilevabili, rischiano di aprire fratture nel sistema universitario difficilmente colmabili;
l'obiettivo del Paese è quello, più volte ribadito, di far crescere tutto il sistema università e non quello di dividere gli atenei o sottrarre opportunità e risorse a taluni per dare ad altri, con l'auspicio di ripristinare le condizioni affinché si possano superare le difficoltà che il sottofinanziamento del sistema universitario pone a tutti gli atenei;
lo scorso anno era stata correttamente inserita una soglia circa i massimi e i minimi dell'applicazione dei criteri di ripartizione sulla base degli indici ministeriali ma tali criteri sono stati quest'anno applicati, senza motivazione apparente, in assenza di soglia correttiva e di salvaguardia, come era quantomeno lecito attendersi;
il Ministro in indirizzo può modificare il proprio decreto e correggere le deviazioni evidenziate, peraltro attivate in assenza di qualunque indicazione tecnica o normativa di riferimento, prendendo atto non solo delle legittime aspettative degli atenei ma anche delle inevitabili conseguenze negative prodotte sull'equilibrio del sistema universitario, considerate le ricadute che tali decisioni rivestono nelle prospettive di sviluppo delle università;
l'interesse alla tutela di un'istruzione universitaria di qualità nell'intero territorio del Paese a parità di condizioni è costituzionalmente garantito;
le limitazioni, più accentuate per le università del Mezzogiorno, penalizzano la sostenibilità dei corsi di studio e, quindi, le prospettive di sviluppo e di crescita degli stessi rispetto ad altri contesti territoriali;
il rapporto tra costi fissi e entrate complessive delle singole università è fortemente condizionato da fattori esterni che riguardano le singole realtà universitarie ed il contesto socio-economico in cui operano, in particolare quello molisano;
sarebbe auspicabile un intervento ministeriale nella direzione del ripristino dell'equità tra gli atenei nella ripartizione dei sacrifici imposti a tutti al fine di operare una distribuzione meno squilibrata;
rispondere alle esigenze obiettive di equità rende possibile per tutti gli atenei un adeguamento normalizzato e senza eccessive ricadute negative per il futuro dei singoli e per lo sviluppo armonico del sistema universitario italiano,
si chiede di sapere:
quali correttivi il Ministro in indirizzo ritenga opportuno predisporre per correggere gli evidenti effetti negativi, iniqui e distorsivi a danno dell'ateneo molisano, come di molti altri atenei, prodotti dall'applicazione del decreto ministeriale n. 713 del 2013 per l'attribuzione a ciascuna istituzione universitaria statale del contingente di spesa disponibile per l'anno 2013 espresso in termini di punto organico, che non tiene in debito conto le diverse realtà territoriali in cui le università si trovano ad operare, e che non consente a molti atenei, tra cui quello molisano, di reperire adeguate risorse da fonti esterne, né di aumentare il livello di tassazione a carico degli studenti e che non considera la bassa età media del personale in servizio che limita fortemente il turnover;
se intenda intervenire immediatamente per reinserire la clausola di riequilibrio (già esplicitamente prevista nello scorso anno) relativa al limite massimo del 50 per cento dei punti organico relativi alle cessazioni dell'anno precedente.
(3-00461)