AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

GIOVEDÌ 1° OTTOBRE 2015
88ª Seduta

Presidenza del Presidente
CASINI
indi del Vice Presidente
CORSINI
Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Della Vedova.

La seduta inizia alle ore 14,20

PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazione

Il sottosegretario DELLA VEDOVA risponde all'interrogazione n. 3-01950, presentata dal senatore Fravezzi ed altri, sottolineando che essa evidenzia una giusta preoccupazione da parte della comunità italo-bosniaca residente nella località di Stivor, in Bosnia Erzegovina, alla luce di recenti sviluppi occorsi a livello di amministrazione locale.
Fa presente che l’Associazione Italiani di Stivor aveva già segnalato all'Ambasciata d'Italia in loco la situazione creatasi a seguito dei provvedimenti municipali discussi in occasione di un’assemblea pubblica tenutasi a Stivor lo scorso 21 marzo e successivamente sospesi dal Comune di Prnjavor, di cui la summenzionata località costituisce una frazione. L’ipotesi prospettata dall’Amministrazione municipale prevede una modifica dei confini amministrativi e catastali della località di Stivor che ne ridimensionerebbe l’estensione territoriale, andando ad incidere direttamente sull’integrità della comunità italiana ivi storicamente residente. Laddove venissero resi esecutivi, tali provvedimenti comporterebbero notevoli costi a carico dei cittadini di origine italiana, a partire, ad esempio, dalla rettifica dei numeri civici e dei documenti di identità individuali. Nonostante la sospensione dei decreti in questione, il Comune avrebbe già provveduto a spostare i segnali stradali bilingui, redatti in alfabeto sia cirillico sia latino e recanti indicazioni in lingua italiana, sulle nuove linee di demarcazione.
L’Ambasciata si è ripetutamente attivata presso le Autorità locali ed il Governo della Republika Srpska, l’entità serba del Paese nel cui territorio si trova Prnjavor. In particolare, la questione è stata portata all’attenzione del Sindaco di Prnjavor, Sinisa Gataric, invitandolo ad assicurare, compatibilmente con la normativa locale e le esigenze di buona amministrazione, la tutela dell’integrità e dell’identità della minoranza italiana. Tale auspicio è stato espresso anche al Primo Ministro della Republika Srpska, Zelika Cvijanovic, in occasione di un recente incontro a Banja Luka. Al riguardo, il Primo Ministro ha fornito assicurazioni circa il proprio impegno per una soluzione del caso che sia rispettosa dei diritti e delle prerogative della minoranza italiana, in linea con quanto previsto dal diritto internazionale e dall’ordinamento bosniaco.
L’Ambasciata continua a seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda, di concerto con i rappresentanti dell’Associazione Italiani di Stivor. Prnjavor è storicamente tra i comuni maggiormente multietnici della Bosnia: vi si sono insediate nel corso degli ultimi due secoli comunità di ucraini, italiani, cechi, polacchi, rom, ungheresi, tedeschi, russi, slovacchi. La comunità italiana, a Stivor da oltre 130 anni, è peraltro tra le più numerose e ben integrate e mantiene solidi rapporti con l’Italia e con la regione di provenienza (Trentino-Alto Adige).
Delle quattro associazioni di cittadini di origine italiana presenti in Bosnia Erzegovina (a Sarajevo, Stivor, Tuzla e Banja Luka) con cui l’Ambasciata d’Italia intrattiene regolari rapporti, quella di Stivor, istituita nel 1997, conta quasi 300 membri e svolge iniziative ricreative e di assistenza alla minoranza italiana partecipando attivamente ai locali organi rappresentativi delle minoranze.

Il senatore FRAVEZZI (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del sottosegretario Della Vedova, apprezzando gli sforzi che la nostra Ambasciata ha condotto per la tutela della comunità italiana residente. Sottolinea che rimangono peraltro ancora ignote le motivazioni della scelta dell'Amministrazione municipale di Stivor di procedere alla modifica dei confini amministrativi e catastali. Auspica che l'attuale sospensione di tali misure sia il preludio di un loro annullamento. Invita pertanto il Governo a continuare a seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda.

Il presidente CASINI dichiara quindi concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 3-bis) Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 e connessi allegati
(Parere alla 5a Commissione. Esame. Parere favorevole)

Il relatore MARAN (PD) espone il Documento in esame. Evidenzia che, per quanto riguarda gli aspetti generali, il quadro programmatico di finanza pubblica prevede un incremento del PIL pari allo 0,9 per cento per l’anno in corso, che sale all'1,6 per cento per ciascuno degli anni 2016 e 2017, all'1,5 per cento per il 2018 e all'1,3 per cento per il 2019. Il tasso di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni è pari al 2,6 per cento per l’anno in corso ed è poi in calo fino al tasso positivo dello 0,3 per cento per il 2019. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è pari al 12,2 per cento per il 2015, all'11,9 per cento per il 2016 ed è previsto in calo fino allo 10,2 per cento del 2019.
Con riferimento al quadro internazionale, il documento evidenzia che la congiuntura economica risulta pesantemente condizionata dai segnali di rallentamento delle grandi economie emergenti, in particolare Cina, Russia, Brasile e Turchia. Questa situazione comprime le prospettive di mercato per le imprese esportatrici italiane ed accresce le pressioni concorrenziali dal lato delle importazioni, delineando altresì rischi significativi di una minore crescita del commercio internazionale. Nonostante ciò il documento prevede che l'interscambio commerciale dell’Italia risulti comunque positivo, come suggerito dagli ultimi dati disponibili degli ordinativi esteri.
Il documento fornisce anche quest'anno una ricognizione aggiornata delle azioni di riforma in corso o da intraprendere, in risposta alle raccomandazioni ricevute a livello comunitario, nonché per la più generale esigenza di accrescere la competitività e la crescita economica del sistema Paese.
Su questo versante segnala alcuni aspetti di interesse per la Commissione esteri.
Con riferimento all' efficientamento della gestione dei Fondi europei, la Nota di aggiornamento segnala che l’Agenzia per la Coesione Territoriale, preposta a tale scopo, è ormai pienamente operativa, con l'insediamento del Comitato direttivo e del Collegio dei revisori. In relazione al monitoraggio della gestione di tali fondi europei, il documento evidenzia inoltre che al 30 giugno 2015 la spesa italiana ha raggiunto il 79,8 per cento della dotazione totale, con un incremento, rispetto al 31 dicembre 2014, di 3,1 miliardi.
Nell'allegato II alla Nota, relativo al contrasto all'evasione fiscale, assume rilievo il paragrafo dedicato alla cooperazione internazionale fra le amministrazioni fiscali, in cui si evidenzia la necessità di procedere alla messa in opera degli strumenti previsti dalle norme comunitarie (in particolare la direttiva 2014/107/UE), estendendo lo scambio automatico di informazioni ai dividendi e agli altri redditi di natura finanziaria, secondo quanto previsto dall'Accordo Intergovernativo FATCA con gli Stati Uniti.
Da ultimo, nella Nota si fa riferimento alle implicazioni, anche di tipo finanziario, derivanti dall’ondata di immigrazione proveniente dall’Africa e Medio Oriente, per le misure di pattugliamento e salvataggio in mare, per l'accoglienza e per gli ulteriori costi a carico del sistema sanitario e degli altri servizi pubblici interessati. Nel documento si anticipa l'intenzione dell'Esecutivo, realizzata in queste settimane, di chiedere l'avvio di un’iniziativa comunitaria - stimata dal Governo in 0,2 punti percentuali di PIL - per tenere conto di tali costi e, più in generale, dell’impatto economico-finanziario connesso al fenomeno migratorio anche in relazione alle regole previste nel patto di stabilità e crescita.
Propone pertanto di formulare un parere favorevole sul provvedimento in esame.

Nessuno chiedendo di intervenire, il presidente CASINI, verificata la presenza del numero legale, pone quindi ai voti la proposta di parere favorevole sul Documento in titolo, pubblicata in allegato.

La Commissione approva.

IN SEDE REFERENTE
(2051) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla cooperazione militare e di difesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica gabonese, fatto a Roma il 19 maggio 2011
(Esame e rinvio)

Il relatore PEGORER (PD) espone il testo in esame, ricordando che il Gabon, ex colonia francese, indipendente dal 1960, è uno Stato dell'Africa centrale di 1,5 milioni di abitanti, affacciato sul golfo di Guinea ed incastonato fra il Camerun e il Congo-Brazzaville, in una posizione di considerevole importanza strategica. La Repubblica gabonese può vantare abbondanti risorse naturali e considerevoli investimenti stranieri tali da farne in potenza uno dei Paesi più ricchi dell'intero continente africano.
L'intesa in esame, che segue il modello tipico degli Accordi in questo settore, è finalizzata a fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale nei settori militare e della difesa, con l'intento di rafforzare le relazioni tra i due Paesi, di consolidarne le capacità difensive e di stimolare i rispettivi settori produttivi e commerciali.
L'Accordo, che consta di un preambolo e di 11 sezioni, enuncia anzitutto i principi ispiratori e lo scopo dell'intesa (sezione I), per poi disciplinare gli aspetti generali della cooperazione (sezione II). Sono previsti piani annuali e pluriennali di collaborazione, elaborati dei rispettivi Ministeri della difesa, atti a definire linee guida operative, nonché lo svolgimento di consultazioni fra le Parti, da tenersi alternativamente a Libreville e a Roma. La cooperazione potrà svilupparsi nei settori della politica di sicurezza e difesa, delle operazioni umanitarie, della formazione e addestramento, attraverso visite reciproche, scambio di esperienze e partecipazione a corsi di formazione.
La sezione III disciplina gli aspetti finanziari dell'Accordo, prevedendo che ciascuna Parte sostenga le spese di propria competenza, salvo prevedere l'obbligo per la parte ospitante di fornire cure d'urgenza.
Le sezioni IV e V regolamentano le competenze in materia di giurisdizione - disponendo un generale diritto di giurisdizione allo Stato ospitante - e le procedure per il risarcimento degli eventuali danni provocati dal personale.
La successiva sezione VI disciplina l'eventuale cooperazione nel campo dei materiali per la difesa, enunciando le categorie di armamenti interessate (dalle navi agli aeromobili, fino alle armi da fuoco e ai sistemi elettronici ed escludendo esplicitamente gli strumenti vietati dalle Convenzioni internazionali come le mine anti-uomo), le modalità operative per realizzarla e stabilendo un generale impegno di garanzia della proprietà intellettuale. Con riferimento al reciproco equipaggiamento di materiali delle rispettive Forze Armate, il testo dell'Accordo precisa che l'eventuale riesportazione verso Paesi terzi dei beni acquisiti potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare della Parte cedente, conformemente - come evidenzia la relazione illustrativa al provvedimento - ai principi di cui alla legge n. 185 del 1990 che disciplina il controllo sull'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento.
La sezione VII detta norme per la sicurezza delle informazioni classificate.
Le sezioni da VIII e XI disciplinano le modalità per la risoluzione delle eventuali controversie interpretative, la data di entrata in vigore del testo e la sua durata.
Il disegno di legge di ratifica si compone di 5 articoli.
Gli oneri economici per l'Italia vengono quantificati in circa 5 mila euro ad anni alterni, a decorrere dall’anno 2015.
L'Accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale, con l'ordinamento comunitario né con gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.

Il presidente CASINI dichiara aperta la discussione generale.

Il senatore AIROLA (M5S) chiede alcuni chiarimenti sulla situazione politica nella Repubblica del Gabon, con particolare riferimento alla stabilità delle istituzioni.

Il relatore PEGORER (PD) sottolinea che il Paese ha una struttura istituzionale di carattere semipresidenziale e vanta buone relazioni con i Paesi europei.

Il sottosegretario DELLA VEDOVA conferma le buone relazioni tra la Repubblica del Gabon e i principali Paesi occidentali, e in particolare la Francia e gli Stati Uniti. Rileva che il Paese può vantare condizioni di democraticità delle istituzioni e di rispetto dello Stato di diritto di gran lunga migliori rispetto ai Paesi dell'area.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

(2052) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo complementare del Trattato di cooperazione generale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Colombia relativo alla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 luglio 2010 e a Bogotà il 5 agosto 2010
(Esame e rinvio)

Il relatore PEGORER (PD) espone il testo in esame, premettendo che il suo contenuto è in gran parte analogo a quello del Trattato con la Repubblica del Gabon, appena esaminato.
Anche in questo caso, infatti, l'intesa è finalizzata a fissare la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione fra i due Paesi in materia di difesa, con l'intento di rafforzare le relazioni bilaterali, di consolidarne le capacità difensive e di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni della sicurezza, inducendo al contempo positivi effetti indiretti nei rispettivi settori produttivi e commerciali.
L'Accordo, che consta di un preambolo e di 13 articoli, enuncia anzitutto i principi ispiratori e lo scopo dell'intesa (articolo 1), le modalità di gestione della cooperazione bilaterale fra i rispettivi Ministeri della difesa (articolo 2), e indica altresì le attività oggetto di cooperazione (articolo 3), da quelle in materia di politica di sicurezza e difesa allo scambio di informazioni di carattere tecnico-militare, dal supporto logistico alla formazione e all'addestramento in campo militare, dalla sanità militare alle esercitazioni congiunte.
Le modalità di cooperazione annoverano, fra le altre, lo scambio di visite e di esperienze, riunioni periodiche, le attività di formazione e la partecipazione ad esercitazioni militari (articolo 4).
L'Accordo prevede inoltre l'impegno delle Parti a sviluppare iniziative commerciali afferenti il settore della Difesa in condizione di mutuo interesse (articolo 5), una cooperazione bilaterale nel settore dell'industria di settore (in particolare attraverso la ricerca scientifica, lo scambio di esperienze, la produzione e l'acquisto di dotazioni militari, il sostegno alle industrie e agli enti di settore) (articolo 6) e un sostegno reciproco nel campo dei materiali della difesa (articolo 7). Anche in questo caso nel testo viene precisato peraltro che l'acquisto congiunto dei materiali di interesse delle Parti sarà realizzato in conformità con le rispettive legislazioni nazionali in materia di esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento e in particolare della legge n. 185 del 1990.
I successivi articoli dettano norme sulla sicurezza delle informazioni classificate (articolo 8), sul principio di riservatezza e sul segreto professionale (articolo 9), sulla competenza delle autorità nazionali (articolo 10) e sulle modalità di risoluzione delle eventuali controversie interpretative o applicative dell'Accordo (articolo 11).
Da ultimi, gli articoli 12 e 13 disciplinano, rispettivamente, la possibilità per la Parti di sottoscrivere convenzioni specifiche per l'approfondimento di aree di cooperazione e i termini di durata e di validità dell'Accordo medesimo.
Il disegno di legge di ratifica si compone di 5 articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica (articolo 1), all'ordine di esecuzione (articolo 2), alla copertura finanziaria (articolo 3), alla clausola di invarianza finanziaria (articolo 4) ed all'entrata in vigore (articolo 5).
Gli oneri economici per l'Italia vengono quantificati in 4.222,40 euro ad anni alterni a decorrere dall’anno 2015.
L'Accordo non presenta profili di incompatibilità con la normativa nazionale, con l'ordinamento comunitario né con gli altri obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

(2057) Ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Ministro dell'interno della Repubblica italiana e il Ministro dell'interno della Repubblica francese in materia di cooperazione bilaterale per l'esecuzione di operazioni congiunte di polizia, fatto a Lione il 3 dicembre 2012, approvato dalla Camera dei deputati
(Esame e rinvio)

Il relatore COMPAGNA (AP (NCD-UDC)) espone il contenuto del testo in esame, sottolineando che l'Accordo risponde all’esigenza di sviluppare nuovi strumenti di cooperazione operativa tra le forze di polizia dei due Paesi, in particolare per il mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza, nonché per prevenire la commissione di reati, in un contesto internazionale estremamente delicato.
Come richiamato nel preambolo, il testo si pone nel quadro della normativa esistente a livello europeo in materia di cooperazione operativa fra le forze di sicurezza degli Stati membri, in particolare le Decisioni del Consiglio dell'Unione europea nn. 615 e 616 del 2008.
L'Accordo si ricollega anche alle previsioni già vigenti dell'ordinamento italiano, in particolare al decreto-legge n. 93 del 2013, riguardanti la possibilità di disporre operazioni congiunte di polizia, disciplinando alcuni profili pratici connessi al loro svolgimento sul territorio nazionale (l'attribuzione di qualifiche pubbliche agli agenti stranieri, l'uso delle armi eccetera).
L'intesa individua le Autorità competenti nel Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno per la parte italiana e nella Direzione della cooperazione internazionale del Ministero dell'interno per la parte francese.
La cooperazione può realizzarsi con pattugliamenti concordati tra le Parti e con l'esecuzione di operazioni di polizia congiunte.
L'articolo 3 individua le modalità della cooperazione.
I successivi articoli 4 e 5, in coerenza con le decisioni del Consiglio dell'Unione europea sopra richiamate, disciplinano l'uso delle armi, delle munizioni e delle attrezzature, nonché dei veicoli nell'ambito delle attività di cooperazione. In tutti i casi vige il rispetto delle norme dello Stato di destinazione, norme che, per l'Italia, sono individuabili nel già richiamato articolo 7-bis del decreto-legge n. 93 del 2013.
L'articolo 6 impone a entrambe le Parti l'obbligo di prestare agli agenti dell'altra Parte, nell'esercizio delle loro funzioni, le stesse protezioni e assistenze riservate ai propri agenti.
L'Accordo specifica gli aspetti relativi alla responsabilità civile e penale, nonché al rapporto di lavoro degli agenti impegnati nel territorio dell'altra Parte.
Il disegno di legge di ratifica consta di quattro articoli che ineriscono rispettivamente, all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione, alla copertura finanziaria ed all'entrata in vigore del testo.
Gli oneri complessivi sono quantificati in circa 77 mila euro annui a decorrere dall’anno 2015, riconducibili essenzialmente a spese di missione.
L'Accordo non presenti profili di incompatibilità con la normativa nazionale, e tiene anzi conto degli strumenti giuridici di collaborazione già esistenti in materia di cooperazione transfrontaliera e in particolare le due decisioni del Consiglio dell’Unione europea del 2008 già richiamate.

Il presidente CASINI dichiara aperta la discussione generale.

Il senatore AIROLA (M5S) chiede se l'Accordo in esame possa in qualche modo essere collegato alle intese tra Italia e Francia in relazione ai lavori per la realizzazione del collegamento ad alta velocità tra i due Paesi.

Il relatore COMPAGNA (AP (NCD-UDC)) segnala che l'Accordo in esame riguarda essenzialmente aspetti tecnici della cooperazione per operazioni congiunte di polizia.

Il senatore LUCIDI (M5S) formula osservazioni critiche sull'articolo 3 del Trattato in esame, in materia di collaborazione tra gli agenti di polizia dei due Paesi.
Esprime inoltre preoccupazione, in relazione all'articolo 8, in materia di responsabilità civile e penale degli agenti di polizia nel territorio dell'altro Stato, anche alla luce della nota vicenda che riguarda i due fucilieri di marina e della conseguente crisi diplomatica con l'India.

Il relatore COMPAGNA (AP (NCD-UDC)) ribadisce che l'intesa non riguarda casi come quello richiamato dal senatore Lucidi, non contemplando alcuna cessione di sovranità da parte degli Stati rispetto ai rispettivi territori.

Il senatore ZIN (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) chiede se vi siano collegamenti con i recenti episodi che hanno riguardato un gruppo di migranti a Ventimiglia.

Il sottosegretario DELLA VEDOVA sottolinea che l'Accordo in esame è relativo essenzialmente alle zone transfrontaliere di interesse turistico. Evidenzia inoltre che il documento si colloca nell'ambito di strumenti legislativi già esistenti a livello europeo. Assicura che non vi è alcun collegamento con le questioni richiamate dai senatori Airola, Lucidi e Zin.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 14,55.


PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE SUL
DOCUMENTO LVII, N. 3-BIS E CONNESSI ALLEGATI


La 3a Commissione, affari esteri, emigrazione, esaminato il Documento in titolo,
tenuto conto degli obiettivi di politica economica, già indicati nel Documento di economia e finanza 2015 e ribaditi nella presente Nota;
espresso apprezzamento per l'adozione di un indirizzo di maggiore gradualità nel processo di consolidamento di bilancio, consentita dal nuovo quadro normativo europeo e pienamente funzionale all'esigenza di misurarsi con le implicazioni anche di tipo finanziario derivanti dall'ondata migratoria proveniente dall'Africa e Medio Oriente, che vede l'Italia come uno dei Paesi più esposti in Europa;
valutata con favore la possibilità di proporre un'iniziativa comunitaria che consenta agli Stati membri di tenere conto dei costi e, più in generale, dell'impatto economico-finanziario connessi al fenomeno dell'immigrazione, anche ai fini del computo del disavanzo strutturale ed in generale dalle regole previste nel Patto di stabilità e di crescita,
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole.