SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------


11a Commissione permanente
(LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE)


61ª seduta: martedì 18 marzo 2014, ore 15,30


ORDINE DEL GIORNO

PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni
Interrogazioni svolte

INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO
MATTESINI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e per la pubblica amministrazione e la semplificazione. -
Premesso che:
la drammaticità della crisi economica con il conseguente aumento del numero dei disoccupati, delle ore di cassaintegrazione, delle domande di pensionamento, nonché le competenze sulle invalidità, assegnano all'Inps un ruolo essenziale, con un aumento dei carichi di lavoro degli istituti di previdenza;
la fase di sperimentazione di un nuovo assetto organizzativo di direzione provinciale a seguito della soppressione dell'Inpdap e dell'Enpals ed il trasferimento delle relative funzioni all'Inps impone di garantire un adeguato livello dei servizi di fronte alle istanze dell'utenza della gestione privata e della gestione pubblica;
la sede Inps di Arezzo può contare attualmente su di una forza lavoro di 136 dipendenti, al netto del personale in part time e comprensivo del personale dirigenziale, medico e legale, compresi i dipendenti delle agenzie sul territorio, della gestione pubblica e dei comandati, rispetto ad un organico previsto dal recente bando di mobilità regionale di 150 dipendenti. Ad oggi, quindi, è già evidente una carenza di organico;
l'organico della sede Inps di Arezzo si ridurrà ulteriormente entro luglio di ben 7 unità per cessazione comandi; tale personale proviene, a seguito della riorganizzazione, dall'università di Siena, e svolge ruoli essenziali per l'erogazione di prodotti di grande delicatezza sociale, e si rischia così di perdere professionalità importanti anche per la qualità e la tempistica delle risposte;
la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente in previsione della possibile e prossima fuoriscita di 16 dipendenti interessati dai provvedimenti pensionistici, che porterà la sede Inps di Arezzo ad avere una riduzione del personale pari a ben 23 unità;
il numero inadeguato del personale ha già obbligato la sede Inps di Arezzo di far trattare alcuni prodotti tramite l'invio ad altre sedi del territorio regionale, con il conseguente aggravarsi dei costi, nonché l'allungamento dei tempi delle risposte;
il personale del soppresso Inpdap risulta già funzionalmente integrato con quello dell'analoga gestione privata;
tale situazione, da ritenersi per gravità unica nel panorama italiano, configura una vera e propria interruzione di servizio;
tale situazione ha generato e genera stati di profondo disagio tra i dipendenti tutti, così come tra le parti sociali e tutti i soggetti che quotidianamente si rivolgono all'Inps;
la delicatezza dei compiti dell'ente impone ragionevolmente la necessità di personale a tempo indeterminato in numero sufficiente da poter assolvere alla mole di lavoro, tutto attinente a situazioni di grande impatto sociale;
sono impedite le forme di accesso alle prestazioni lavorative flessibili che permetterebbero di alleviare temporaneamente la situazione di carenza cronica di personale. L'art. 9, comma 28, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, prevede la possibilità per le pubbliche amministrazioni di avvalersi di personale a tempo determinato, o con convenzioni, contratti a collaborazione coordinata e continuativa, contratti di formazione-lavoro, lavoro in somministrazione, nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009. Inoltre vi è l'impossibilità di continuare ad avvalersi dell'apporto dei lavoratori con contratti di somministrazione di lavoro interinale,
si chiede di sapere che cosa il Governo intenda fare per affrontare e risolvere nei giusti tempi, la situazione della sede Inps di Arezzo, anche al fine di evitare che si creino le condizioni di interruzione di pubblico servizio.
(3-00716)


SACCONI, PAGANO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
il giorno 20 febbraio 2014 il signor Eduardo De Falco, titolare di un panificio-pizzeria a Casalnuovo (Napoli), si è suicidato a causa del rischio di chiusura della propria attività in conseguenza della multa di 2.000 euro comminata in base la verbale di accertamento seguito alla visita di controllo dell'Ispettorato del lavoro nei giorni precedenti;
tra gli altri rilievi ispettivi, gli ispettori del lavoro avevano trovato la moglie del signor De Falco intenta ad aiutarlo nell'attività, contestando che la donna non lavorasse in base ad un regolare contratto di lavoro, e pertanto ritenendo tale aiuto familiare equiparato ad una prestazione lavorativa in nero;
considerato che:
ai sensi della legislazione vigente il coadiuvante familiare occasionale non presuppone un rapporto di lavoro e, conseguentemente, nemmeno un obbligo contributivo;
nel recente caso citato è stata compiuta un'equiparazione tra la moglie che collabora saltuariamente nell'attività commerciale del marito e il lavoratore subordinato in nero anche ai soli fini della comunicazione obbligatoria agli enti previdenziali o al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con le conseguenti pesanti sanzioni;
tale interpretazione appare, a parere dell'interrogante, particolarmente assurda, poiché la saltuaria collaborazione di un familiare ad un'attività d'impresa non può essere assimilata a prestazioni lavorative in nero;
l'assenza di qualunque collegamento tra le due fattispecie considerate emerge chiaramente dalla circolare ministeriale n. 10478/2013, la quale asserisce che «la collaborazione prestata all'interno di un contesto familiare viene resa in virtù di una obbligazione di natura "morale" (...) ovvero sul legame solidaristico e affettivo proprio del contesto familiare (...) la circostanza che il lavoro sia reso da un familiare contribuisce a determinare in molti casi la natura occasionale della prestazione lavorativa, così da escludere l'obbligo di iscrizione in capo al familiare» e, in materia definitiva, che «il personale ispettivo considererà le prestazioni rese dai pensionati, parenti o affini dell'imprenditore quali collaborazioni occasionali di tipo gratuito, tali dunque da non richiedere né l'iscrizione nella Gestione assicurativa di competenza, né da ricondurre alla fattispecie della subordinazione»;
l'attuale difficile congiuntura economica rende il saltuario aiuto dei familiari nell'attività agricola, artigianale o commerciale ancor più necessario e tale che sia da considerarsi, a giudizio degli interroganti senza formalismi assurdi, come un comportamento sostanzialmente lecito,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda fornire ogni elemento atto a chiarire in modo utile ed esauriente lo svolgimento dei fatti, con particolare riferimento alla visita di controllo e al seguente verbale ispettivo;
quali misure intenda intraprendere nei confronti dei familiari della vittima;
se intenda chiarire con urgenza la portata della regolazione relativa al coadiuvante familiare, anche attraverso una norma di interpretazione autentica, al fine di orientare le stesse attività ispettive verso una giustizia sostanziale e fornire agli ispettori istruzioni scevre da eccessi dovuti a rigidi formalismi interpretativi.
(3-00796)