AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3ª)

MERCOLEDÌ 20 DICEMBRE 2017
158ª Seduta

Presidenza del Vice Presidente
CORSINI
Interviene il vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Giro.

La seduta inizia alle ore 14.

PROCEDURE INFORMATIVE
Interrogazione

Il vice ministro GIRO risponde all'interrogazione n. 3-04158 ricordando che la signora Tiziana Gamannossi, residente in Libia da diversi anni, dove opera nell’importazione e distribuzione di derrate alimentari, e arrestata nel settembre del 2016, è attualmente detenuta in attesa della conclusione del processo a suo carico.
Al momento dell’arresto, le Autorità libiche hanno accusato la connazionale del reato di frode (per aver cercato di incassare un assegno falso), di avere operato nel territorio libico senza le necessarie autorizzazioni e di non avere corrisposto il canone di affitto pattuito con il suo ex locatore.
La connazionale è stata assolta, con sentenza di primo grado, dall’accusa di ingresso illegale nel Paese, ma la Procura ha presentato ricorso. E’ stata invece condannata per il mancato pagamento dell’affitto della sua abitazione, sentenza contro cui il suo legale ha proposto ricorso.
Dal mese di gennaio 2017, data in cui è stata riaperta, l’Ambasciata d'Italia a Tripoli è in contatto diretto con la connazionale, facendo il possibile per assisterla al meglio, date anche le difficili condizioni di detenzione.
In questi mesi, numerosi sono stati i passi effettuati per chiedere una rapida soluzione della vicenda e per sostenere la richiesta di libertà provvisoria.
Il 7 agosto 2017, il Procuratore Generale ha finalmente concesso gli arresti domiciliari alla connazionale, che è stata prelevata ed accompagnata dal nostro personale diplomatico in un hotel vicino all’Ambasciata.
L’udienza volta a decidere sulla posizione giudiziaria della signora Gamannossi è stata rinviata ad oggi, 20 dicembre, ed è attualmente in corso. L’Ambasciata ha pertanto sensibilizzato ulteriormente la Procura Generale sulla delicatezza della vicenda, chiedendo che il processo possa concludersi alla data calendarizzata dal giudice competente.
E’ confermata, infine, la presenza di altri due detenuti italiani in Libia.
Il primo, detenuto presso un carcere a Tripoli, è accusato di traffico internazionale di armi e di ingresso illegale nel Paese.
Un altro connazionale è stato arrestato il 28 ottobre 2017, ma ancora non sono stati formulati i capi di imputazione. Si tratta peraltro di un connazionale che ha già subito un procedimento penale in Italia ed è destinatario di due richieste internazionali di arresto temporaneo ai fini estradizionali, risalenti al 2011 e al 2012.

La senatrice BERTOROTTA (M5S) si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta. Ritiene che andrebbero aumentati gli sforzi per risolvere situazioni analoghe, in Paesi che vivono momenti di gravi crisi politiche e istituzionali, verificando in particolare la possibilità del trasferimento dei nostri connazionali in Italia.

Il presidente CORSINI dichiara concluso lo svolgimento dell'interrogazione all'ordine del giorno.

IN SEDE REFERENTE
(2978) Ratifica ed esecuzione dei seguenti trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo (IDLO) relativo alla sede dell'organizzazione, fatto a Roma il 14 giugno 2017; b) Scambio di lettere tra Repubblica italiana e ICCROM aggiuntivo all'Accordo di Parigi del 27 aprile 1957 e allo Scambio di note del 7 gennaio 1963 sull'istituzione e lo status giuridico del Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali, fatto a Roma il 17 marzo 2017; c) Scambio di note tra il Governo della Repubblica italiana e la Multinational Force and Observers (MFO) emendativo dell'Accordo di sede del 12 giugno 1982, fatto a Roma il 7 e 8 giugno 2017; d) Carta istitutiva del Forum internazionale dell'energia (IEF), con Allegato, fatta a Riad il 22 febbraio 2011; e) Memorandum d'intesa tra la Repubblica italiana e il Consiglio d'Europa circa l'Ufficio del Consiglio d'Europa a Venezia e il suo status giuridico, fatto a Strasburgo il 14 giugno 2017, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell'esame)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 7 dicembre.

Il presidente CORSINI comunica che sono pervenuti i prescritti pareri.

Nessuno chiedendo di intervenire, il presidente CORSINI, verificata la presenza del numero legale, pone quindi ai voti il mandato alla relatrice Giannini a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge in titolo, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, con la richiesta di essere autorizzata allo svolgimento della relazione orale.

La Commissione approva.

(2979) Ratifica ed esecuzione dell'Accordo relativo alla protezione dell'ambiente marino e costiero di una zona del Mare Mediterraneo (Accordo RAMOGE), tra Italia, Francia e Principato di Monaco, fatto a Monaco il 10 maggio 1976 ed emendato a Monaco il 27 novembre 2003, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell'esame)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 7 dicembre.

Il presidente CORSINI informa di aver concordato con il Presidente della Commissione bilancio, Tonini, che, essendo il provvedimento in esame già approvato dalla Camera dei deputati ed essendo trascorsi i termini regolamentari per l'espressione del parere, la Commissione bilancio esprimerà il suo parere in sede di esame in Assemblea, restando fermo l'impegno da parte della relatrice di proporre, in quella sede, le modifiche necessarie a dare seguito alle eventuali valutazioni contenute nel parere della Commissione bilancio.

La Commissione conviene.

Nessuno chiedendo di intervenire, il presidente CORSINI, verificata la presenza del numero legale, pone quindi ai voti il mandato alla relatrice Fattorini a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge in titolo, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, con la richiesta di essere autorizzata allo svolgimento della relazione orale.

La Commissione approva.

AFFARI ASSEGNATI
Il Mediterraneo e l'interesse nazionale (n. 527)
(Esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento. Approvazione della risoluzione: Doc. XXIV, n. 91)

Il relatore VERDUCCI (PD), ricorda l'importanza delle questioni affrontate nel corso dell'Affare assegnato, che ha impegnato la Commissione nell'arco di oltre due anni, consentendo un'ampia riflessione sulla situazione geopolitica dell'area, nonché sull'interesse e le prospettive del nostro Paese nella regione. Illustra uno schema di risoluzione conclusiva, che tiene anche conto delle osservazioni e delle proposte di integrazione avanzate da diversi senatori.

Il senatore AMORUSO (ALA), nel ringraziare il relatore per il lavoro svolto, propone che la risoluzione ponga in evidenza il contributo dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo sul tema delle migrazioni e la delicata situazione dei Paesi del Sahel.

Il vice ministro GIRO dichiara il proprio apprezzamento dello schema di risoluzione presentata dal relatore, suggerendo alcune modifiche di ordine meramente lessicale.

Il relatore VERDUCCI (PD) fa propri i suggerimenti avanzati.

Il PRESIDENTE, verificata la presenza del numero legale, pone in votazione lo schema di risoluzione proposto dal relatore (pubblicato in allegato) con le integrazioni formulate nel corso della discussione.

La Commissione approva.

Il presidente CORSINI esprime apprezzamento per il voto unanime della Commissione.

SULLE ATTIVITA' DELLA FONDAZIONE FOPRAS DI BASILEA

Il senatore MICHELONI (PD) informa che la Fondazione FOPRAS di Basilea, che gestisce una scuola bilingue e organizza corsi di lingua e cultura italiane, per superare una grave crisi economica ha avviato un progetto di fusione con la Fondazione ECAP-CGIL, ente formativo operante in Svizzera dal 1970. La realizzazione di tale progetto richiede però l'assenso del Governo italiano che, in base a regole statutarie, nell'ipotesi del suo scioglimento acquisirebbe il patrimonio della Fondazione, e in particolare l'immobile dove essa ha sede. Il console italiano a Basilea avrebbe proposto alla Fondazione di autorizzare la fusione, dietro pagamento di una somma di oltre un milione di franchi svizzeri, come corrispettivo della perdita della prospettiva di acquisire l'immobile in questione. Si tratta evidentemente di una somma troppo alta, che rende di fatto impossibile la fusione. Sottolinea che il fallimento del progetto di fusione comporterebbe la chiusura della scuola bilingue e la perdita di un essenziale progetto formativo per la lingua e la cultura italiane in Svizzera. Chiede pertanto al rappresentante del Governo di valutare un'adeguata soluzione alla questione.

Il vice ministro GIRO, riservandosi un approfondimento dei fatti appena esposti, si impegna a individuare una soluzione che salvaguardi l'offerta formativa di corsi di lingua e cultura italiane, evitando al contempo danni erariali per lo Stato italiano.

La seduta termina alle ore 14,45.



RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 527
(Doc. XXIV, n. 91)

La 3a Commissione,
ai sensi dell’articolo 50, comma 2, del Regolamento, e a conclusione dell’esame dell’Affare assegnato "Il Mediterraneo e l'interesse nazionale" (n. 527);
premesso che:
l'Affare assegnato ha consentito un'ampia riflessione sulla situazione geopolitica del Mediterraneo e sul ruolo, l'interesse e le prospettive dell'Italia in questa delicata area del mondo;
l'attività istruttoria, sia attraverso le audizioni e i documenti acquisiti in tale sede, sia attraverso le missioni in alcuni Paesi dell'area, ha permesso di approfondire gli scenari di riferimento e le problematiche in atto;
le audizioni hanno coinvolto, tra gli altri, Romano Prodi, Emma Bonino, l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, il Presidente del Parlamento di Malta, Anglu Farrugia, l'allora Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari esteri, Giampaolo Cantini, rappresentanti del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) per il Libano, il Rappresentante dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Libia, Roberto Mignone, il Direttore dell'Ufficio per il Mediterraneo dell'Organizzazione internazionale per le Migrazioni (OIM), Federico Soda;
le missioni svolte in Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Montenegro e Libano, oltre a fornire importanti elementi di conoscenza sulla situazione dei diversi Paesi visitati, hanno confermato l'importanza della diplomazia parlamentare come strumento di rafforzamento dei rapporti bilaterali e di stimolo alle politiche governative;
ritenuto che:
il Mediterraneo rappresenta un crocevia privilegiato di civiltà, religioni e culture, ma anche uno scenario solcato da profonde tensioni, che vede confrontarsi aree geopolitiche molto diverse tra loro, anche per dinamiche socio-economiche, lungo l'arco di conflitti e instabilità che dal Maghreb e dall'Africa sub-sahariana giunge sino al Medio Oriente;
il progressivo disimpegno degli Stati Uniti, avviato già dall'amministrazione Obama, rappresenta un ulteriore elemento di tensione nella regione, che ha acuito la contrapposizione tra le potenze regionali e ha favorito il radicamento di altri attori internazionali, a partire dalla Russia;
la recrudescenza dello scontro tra sunniti e sciiti e il sostanziale fallimento (pur con alcune importanti eccezioni) delle cosiddette "primavere arabe", rischiano di alimentare nuove conflittualità, soprattutto nei Paesi le cui società sono segnate da profonde fratture infra-religiose;
l'instabilità endemica, i conflitti e la debolezza politico-istituzionale di molti Paesi dei versanti meridionale e orientale del Mediterraneo costituiscono la minaccia diretta e più consistente all’integrità e agli interessi dell'Italia e dell’Unione europea;
considerato che:
nonostante la grave instabilità e i numerosi rischi sistemici, l'area mediterranea allargata costituisce una regione di grande rilievo dal punto di vista economico, con potenziali di crescita elevati che interessano direttamente il nostro Paese;
pur rappresentando solo il 2 per cento della superficie marina del pianeta, il Mediterraneo attrae circa il 20 per cento delle rotte commerciali;
nel 2016, in particolare, il “Mediterraneo allargato” ha assorbito oltre l’11 per cento delle esportazioni italiane, e rappresenta dunque la prima area di destinazione delle nostre merci dopo l’Unione europea;
gli scambi commerciali tra l'Italia e i Paesi del Mediterraneo sono cresciuti fra il 2001 e il 2014 del 45 per cento, e l’export italiano verso l’area mediterranea è cresciuto dal 2001 al 2016 del 121,4 per cento, passando da 18,7 a 41,5 miliardi di euro;
il mercato del lavoro nell'intero bacino del Mediterraneo nel 2016 ha assorbito 201,2 milioni di persone, di cui 91,7 milioni negli otto Paesi membri dell’Unione europea, 32,8 milioni nei quattro Paesi candidati, 62,4 milioni nei cinque Paesi del Nord Africa e 14,2 milioni nei cinque Paesi del Medio Oriente;
l'intera area mediterranea presenta dunque opportunità di sviluppo economico che l'Unione europea può contribuire a consolidare;
il potenziale economico dell'area è incrementato, tra l'altro, dalle nuove prospettive del Mediterraneo nelle rotte commerciali internazionali, anche grazie al raddoppio del Canale di Suez e alla cosiddetta "nuova via della seta";
gli sviluppi del settore dell'energia, anche per la scoperta dei nuovi giacimenti marini, oltre che rendere possibile la realizzazione di un mercato sempre più integrato, mediante una strategia che punti a rafforzare l’efficienza energetica e la diversificazione delle fonti, possono essere il catalizzatore di nuove collaborazioni politiche tra i Paesi coinvolti;
ritenuto che:
l'alfabetizzazione, la collaborazione interuniversitaria e la crescita culturale costituiscono fattori decisivi per il benessere, l'emancipazione e la collaborazione fra tutti i popoli mediterranei, tenuto conto soprattutto del ruolo delle Università del Mediterraneo nel favorire la cooperazione internazionale;
il dialogo interreligioso e multiculturale costituisce una priorità assoluta, da realizzarsi attraverso la moltiplicazione delle occasioni di incontro e di confronto tra gli esponenti delle diverse fedi religiose, imperniati sul riconoscimento reciproco e con l'obiettivo di una convivenza solidale, favorendo in particolare il dialogo con l'Islam moderato e tra le sue componenti;
rilevato che:
l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha stimato che nel 2016 sono giunti sulle coste europee 363.000 migranti, di cui oltre 180.000 in Italia e oltre 170.000 in Grecia, e che oltre 1.800 persone sono morte o disperse nel Mediterraneo centrale nel tentativo di raggiungere il territorio europeo;
secondo l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nel 2017, fino al 13 dicembre 2017, il numero di migranti giunti in Europa attraverso il Mediterraneo è di 167.724 persone, di cui circa 118 mila sono sbarcati sulle coste italiane;
l'intensificarsi dei flussi migratori costituisce un fenomeno globale, che riguarda, pur con notevoli differenze, molte aree del mondo e dipende da una molteplicità di fattori, tra cui i conflitti, le discriminazioni, la povertà e i cambiamenti climatici;
tale fenomeno rappresenta dunque un elemento strutturale, che necessita di risposte di natura non emergenziale, ma equilibrate e di lunga durata, con la capacità di cogliere gli aspetti reali del fenomeno, evitando le distorsioni generate nell'opinione pubblica;
l'intensificarsi dei flussi di migranti economici e richiedenti asilo verso l'Europa, e in particolare verso l'Italia e la Grecia, ha palesato una preoccupante mancanza di visione comune, oltre che di solidarietà, fra i Paesi membri dell'Unione europea;
l'Unione europea, che pure negli ultimi mesi ha avviato un sensibile riorientamento delle sue politiche verso il Mediterraneo, stenta ancora a porsi alla guida di un processo di stabilizzazione della regione e delle aree limitrofe;
l'Unione europea e i suoi Stati membri sono i principali partner del continente africano e contribuiscono a promuoverne le condizioni di sviluppo, stabilità e di pace principalmente attraverso gli aiuti pubblici allo sviluppo - per una somma che nel 2016 ha raggiunto i 21 miliardi di euro - e gli investimenti delle imprese private - per una somma che nel 2015 si è attestata intorno ai 32 miliardi di euro;
tali programmi di cooperazione hanno però mostrato molti limiti, e devono dunque essere aggiornati, mediante il rilancio di strumenti di dialogo e confronto politico ma anche della cooperazione decentrata, in particolare per contribuire a ridurre la disparità di sviluppo nella regione del Mediterraneo, a promuovere la crescita e l’occupazione, la good governance e l'institutional capacity building;
l'Italia, in sede europea, ha promosso, a partire dal Migration Compact, un approccio al fenomeno di più ampio respiro, che prende in considerazione gli aspetti economici, demografici e ambientali delle aree coinvolte per dar vita, attraverso politiche di sviluppo e di investimento a lungo termine, ad un partenariato effettivo tra i due continenti, finalizzato ad affrontare le cause profonde del fenomeno migratorio e puntando ad una più equa distribuzione del benessere;
il recente vertice tra Unione africana e Unione europea, svoltosi ad Abidjan, in Costa d'Avorio, si muove in questo solco, individuando fra le priorità del partenariato i settori relativi alle opportunità economiche per i giovani, alla pace e alla sicurezza, alla mobilità e alla migrazione ed infine alla cooperazione in materia di governance;
visti anche i lavori della conferenza organizzata dell'Assemblea Parlamentare il 16 e 17 novembre a La Valletta;
preso atto che:
la soluzione della crisi libica è elemento chiave per la stabilità, lo sviluppo e la prosperità dell’area del Mediterraneo centrale, anche in funzione della lotta contro il terrorismo e per il contrasto ai traffici illegali di esseri umani;
il sostegno economico alle aree meno sviluppate, che spesso sono anche quelle periferiche e la cooperazione transfrontaliera esterna, sono strumenti essenziali nell'ambito delle politiche esterne dell'Unione europea;
impegna il Governo:
a continuare a sostenere ed incoraggiare, anche attraverso gli organismi internazionali e l'Unione europea, progetti di intervento umanitario e di cooperazione allo sviluppo, anche a livello decentrato, finalizzati a fronteggiare l'emergenza profughi nelle diverse aree di crisi, a partire dai Paesi più direttamente coinvolti, in primo luogo Libano e Giordania;
a continuare a sostenere il processo di dialogo politico in Libia, attraverso il sostegno all’azione delle Nazioni Unite e del Rappresentante Speciale, Ghassan Salamè, per condurre il Paese fuori dalla lunga fase di transizione;
a favorire, nelle sedi proprie, il rafforzamento dell'azione delle organizzazioni internazionali, in particolare UNHCR e OIM, in Libia, anche con la stipula di accordi di sede, per fornire assistenza umanitaria e migliorare le condizioni di vita dei migranti, garantendo il pieno rispetto dei diritti umani;
ad adoperarsi affinché i Paesi di origine dell'ondata migratoria si impegnino per un maggiore controllo delle frontiere, intensificando l'azione volta ad agevolare la piena assunzione da parte dei Paesi dell'area (Libia e Tunisia innanzitutto) delle proprie responsabilità nelle operazioni di salvataggio compiute nelle aree SAR di loro competenza, in modo da fermare le rotte migratorie illegali, anche in collaborazione con il nostro Paese;
a operare nei confronti delle autorità libiche affinché procedano alla chiusura dei centri di detenzione per i migranti nel territorio libico, e a rafforzare il contrasto alle reti dei trafficanti di esseri umani;
a garantire, nelle sedi adeguate, condizioni di efficienza e trasparenza nella gestione del Fondo fiduciario lanciato al Summit di La Valletta tra Europa e Africa nel novembre 2015, che dovrebbe offrire un contributo addizionale per contrastare le ragioni profonde che provocano l’immigrazione, in particolare nei Paesi immediatamente a ridosso dell'area mediterranea ribadendo la necessità di un maggior sostegno ai Paesi più coinvolti nell'attuale crisi migratoria (in particolare Grecia ed Italia) sia nei costi di accoglienza che nelle procedure di rimpatrio degli immigrati illegali, come peraltro prospettato dagli accordi di La Valletta, che prevedevano una rafforzata cooperazione tra gli Stati in tal senso;
a operare il massimo impegno per il controllo di ogni rotta di migrazione illegale (sia quelle via mare, provenienti da Egitto, Libia e Tunisia, sia quelle via terra) per prevenire l'eventuale tentativo di rientro in Europa di "foreign fighters" già impegnati nelle aree di conflitto;
a operare, in sede di riforma delle politiche di vicinato, per potenziare l'impegno, politico ed economico, anche rispetto ad altre aree di intervento, a beneficio dei partner mediterranei, garantendo adeguati livelli di premialità e di flessibilità agli strumenti di intervento, secondo le linee indicate nella Relazione approvata dalla Commissione affari esteri il 16 giugno 2015, a conclusione dell'esame del documento di consultazione congiunto "Verso una nuova politica europea di vicinato";
a rafforzare la cooperazione nel campo della cultura, del dialogo interreligioso e multiculturale, oltre che dell'istruzione e della formazione professionale, anche attraverso l'ampliamento degli strumenti di mobilità e di scambi universitari, a partire da quanto previsto dalla Dichiarazione congiunta "Erasmus del Mediterraneo" firmata lo scorso 1° dicembre a Roma;
a promuovere la cooperazione territoriale europea alle frontiere esterne dell'Unione e a consolidare il ruolo centrale dell'Italia nei programmi dell'area mediterranea, in particolare con riferimento alla sede delle autorità di gestione;
a valorizzare ed estendere le esperienze dei "corridoi umanitari" e dei programmi di resettlement, già sperimentate con successo, anche se con numeri necessariamente limitati, in diversi contesti, a partire dal Libano, come strumenti utile a garantire un accesso legale e sicuro alle misure di protezione internazionale per le categorie più vulnerabili.