SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVII LEGISLATURA --------------------

7a Commissione permanente
(ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI, RICERCA
SCIENTIFICA, SPETTACOLO E SPORT)


295ª seduta: martedì 2 agosto 2016, ore 14
296ª seduta: mercoledì 3 agosto 2016, ore 8,30


ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni Svolte


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 139-bisdel Regolamento, dell'atto:
Schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2016 - Relatore alla Commissione CONTE
(Parere al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 5 giugno 1998, n. 204)
(n. 319)
Seguito esame e rinvio


IN SEDE REFERENTE

I. Seguito dell'esame dei disegni di legge:
1. Mauro Maria MARINO ed altri. - Norme per l'educazione alla cittadinanza economica - Relatrice alla Commissione PUGLISI
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 10ª, della 11ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1196)
2. Rosa Maria DI GIORGI ed altri. - Norme per incentivare l'insediamento in Italia di istituzioni accademiche straniere - Relatore alla Commissione CONTE
(Pareri della 1ª, della 3ª, della 5ª e della 11ª Commissione)
(1847)
3. Deputato Raffaella MARIANI ed altri. - Interventi per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche (Approvato dalla Camera dei deputati) - Relatrice alla Commissione DI GIORGI
(Pareri della 1ª, della 5ª e della 13ª Commissione)
(1892)
4. Deputato Caterina PES ed altri. - Dichiarazione di monumento nazionale della Casa Museo Gramsci in Ghilarza (Approvato dalla Camera dei deputati) - Relatore alla Commissione MARTINI
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(2342)
5. Modifiche alla legge 20 febbraio 2006, n. 77, concernenti la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale (Approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Russo ed altri; Mazzoli ed altri) - Relatrice alla Commissione Elena FERRARA
(Pareri della 1ª, della 3ª, della 5ª e della 10ª Commissione)
(2371)

II. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. Manuela GRANAIOLA ed altri. - Norme per la statizzazione degli istituti musicali pareggiati
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(322)
2. TORRISI ed altri. - Disposizioni per la statizzazione degli exIstituti musicali pareggiati
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(934)
3. Stefania GIANNINI. - Disposizioni per la statizzazione degli Istituti musicali pareggiati
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(972)
4. MARCUCCI. - Norme per la statalizzazione degli ex Istituti musicali pareggiati
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(1616)
- Relatore alla Commissione MARTINI
INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO

BLUNDO, GIARRUSSO, PUGLIA, PAGLINI, MORRA- Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -

Premesso che alcuni mesi fa, "il Fatto Quotidiano" (22 luglio 2015) ha pubblicato un'inchiesta su alcuni gravi e sconcertanti fatti relativi all'università degli studi "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, riconducibili in special modo all'operato del rettore, professor Carmine Di Ilio, e del direttore generale, dottor Filippo Del Vecchio. Del Vecchio, già direttore generale all'università de L'Aquila nell'anno del terremoto, è sotto processo nella stessa città per abuso d'ufficio aggravato in riferimento a contratti d'affitto "gonfiati" di ex capannoni industriali per uso universitario. A parere degli interroganti, in un Paese che vuole definirsi civile e democratico sarebbe doveroso che qualsiasi dirigente indagato per reati di tale portata non ricoprisse lo stesso incarico in altro ateneo, ovvero che, una volta nominato, declini l'incarico e rinunci al contratto;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

il contratto triennale del direttore generale, dottor Filippo Del Vecchio, è scaduto in data 31 ottobre 2015 e nell'adunanza del 28 luglio 2015 il consiglio di amministrazione dell'università ha autorizzato il rettore alla stipula di nuovo contratto per il periodo che va dal 1° novembre 2015 al 31 dicembre 2017, contratto che il rettore ha effettivamente sottoscritto con decreto n. 1279. A distanza di 9 mesi il contratto del dottor Del Vecchio non ha ancora ottenuto la necessaria approvazione del consiglio di amministrazione, come espressamente previsto sia dallo statuto di ateneo che dai principi generali in tema di contratti pubblici e dalla specifica giurisprudenza del giudice amministrativo intervenuta proprio in merito alla portata dell'approvazione del contratto di lavoro del precedente direttore generale dell'università "G. D'Annunzio (si veda la sentenza del TAR Abruzzo, Pescara, Sez. 1, 10 febbraio 2012, n. 65, confermata dal Consiglio di Stato, Sez. VI, 7 settembre 2012, n. 4758/2012);

non essendoci pertanto stata l'approvazione della bozza di contratto da parte del consiglio di amministrazione, il dottor Del Vecchio esercita il suo ufficio di direttore generale "di fatto" e senza titolo formale autorizzativo del consiglio di amministrazione. A far data dal 1° novembre 2015, quindi, la validità di tutti gli atti da lui adottati potrebbe essere gravemente inficiata con il rischio, per l'amministrazione universitaria, che chiunque si ritenga pregiudicato dalla sua azione ne possa contestare la legittimità, con possibili dannose conseguenze per l'ateneo anche derivanti da contenziosi o richieste di risarcimento di danni eventualmente subiti da terzi;

considerato inoltre che:

risulta agli interroganti che tra le attività poste in essere dal dottor Del Vecchio, presumibilmente in violazione dei principi e delle disposizioni che regolano il suo rapporto di lavoro, vi può essere la stipula della convenzione tra l'università e il Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio, Abruzzo e Sardegna per la realizzazione di lavori ricompresi nel piano triennale dell'edilizia universitaria. Più precisamente, l'università, sprovvista dal febbraio 2016 del componente del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del collegio dei revisori dei conti, ha assegnato al Provveditorato l'incarico per la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva delle opere di riqualificazione della ex caserma "Bucciante" di Chieti nella parte che dovrà essere utilizzata dall'università. Invece, la convenzione prevede in capo al Provveditorato di Lazio, Abruzzo e Sardegna solo la funzione di stazione appaltante e limitatamente alla gestione delle procedure di gara, per i soli lavori relativi all'edilizia universitaria compresi nel piano triennale (art. 2) e per i servizi di gestione dell'eventuale contenzioso tecnico (art. 2). Mentre i servizi di responsabile unico del procedimento, progettazione, direzione lavori, collaudo, sulla base di quanto deliberato dal consiglio di amministrazione dell'università dovevano rimanere in capo alla stessa a costi molto limitati. In altri termini, l'università "G. d'Annunzio" ha operato in modo difforme, con costi enormemente aumentati, da quanto deliberato dal suo consiglio di amministrazione il 27 gennaio 2015, da prima con un atto convenzionale evidentemente difforme dalla decisione assunta, e poi ponendo in essere l'esecuzione della stessa senza che fosse intervenuta l'approvazione da parte del medesimo consiglio come previsto dall'art. 27, comma 2, lettera m), n. 4), dello statuto;

in relazione al suddetto episodio, alcuni componenti del consiglio d'amministrazione hanno presentato esposti al rettore professor Carmine Di Ilio. Il primo, in data 27 ottobre 2015, per chiedere una regolarizzazione urgente della procedura di nomina. Il secondo, il 28 novembre, in cui si ripercorreva l'intera vicenda e si chiedeva al rettore l'avvio di un procedimento disciplinare nei confronti del dottor Del Vecchio, richiesta poi approvata dal consiglio di amministrazione. A tutt'oggi non si ha alcuna notizia di una risposta del rettore a tale richiesta di procedimento disciplinare. Si ipotizza, quindi, ogni futura impossibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale e l'immediato e definitivo "licenziamento" del direttore generale;

il dottor Del Vecchio è stato anche destinatario in data 30 luglio 2015 di un provvedimento, il n. 457, del Garante nazionale per la protezione dei dati personali col quale è stata censurata la pubblicazione sul sito istituzionale di ateneo di alcuni dati riservati. Inoltre, alcuni dipendenti tecnico-amministrativi hanno presentato alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica un esposto contro l'utilizzo, da parte del direttore generale, di una graduatoria per progressione verticale di personale interno. Il bando era del 2006 e non prevedeva il conseguimento dell'idoneità alla selezione, ma solo vincitori. L'assegnazione alla categoria superiore di 20 unità di personale tecnico-amministrativo ha comportato un aggravio di spesa che non è stato deliberato dal consiglio di amministrazione. Su questo aspetto il Consiglio di Stato, con sentenza n. 05029/2015, ha ribadito e consolidato il proprio orientamento a considerare illegittime le proroghe di efficacia di graduatorie stilate nel quadro di procedure interne di progressione e i correlativi scorrimenti disposti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga urgente contattare il rettore dell'università "G. D'Annunzio" per i doverosi e necessari chiarimenti sulle inquietanti vicende;

se e quali strumenti intenda tempestivamente adottare, nei limiti delle proprie competenze, per la regolarizzazione del contratto del direttore generale ovvero procedere alla rimozione dall'incarico e cessazione di ogni rapporto di lavoro con il dottor Del Vecchio;

se abbia individuato il nuovo rappresentante ministeriale nel collegio dei revisori, considerato che il precedente componente è scaduto dall'incarico nel mese di febbraio 2016 e se sia informato dell'eventuale relazione prodotta da quest'ultimo.


(3-02795)

MORONESE, PUGLIA, SERRA, DONNO, BERTOROTTA, CASTALDI, PAGLINI, SANTANGELO, GAETTI, BLUNDO, GIARRUSSO, PETROCELLI, MONTEVECCHI, CAPPELLETTI, NUGNES- Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che:

gli archivi di Stato sono articolazioni delle Direzioni regionali per i beni culturali e paesaggistici, organi territoriali dipendenti dal punto di vista tecnico-scientifico dalla Direzione generale per gli archivi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;

l'archivio di Stato di Caserta ha sede dal 1972 in un condominio per civili abitazioni, in viale dei Bersaglieri, di cui occupa circa 3.000 metri quadrati (tra seminterrato e pianoterra per depositi e primo piano per uffici) con un costo di circa 200.000 euro annui;

considerato che:

con precedente atto ispettivo 3-01756, pubblicato l'11 marzo 2015, la situazione del necessario trasloco dell'archivio è stata sottoposta all'attenzione del Ministro. Lo stesso Ministero, rispondendo all'interrogazione il 15 aprile 2015, ha riconosciuto la situazione "effettivamente critica oltreché onerosa" ed ha manifestato l'intenzione di attivarsi per garantire tempi certi e una sede adeguata all'archivio di Stato di Caserta;

ad oggi, risulta agli interroganti che la situazione non sarebbe mutata. L'attuale sede dell'archivio di Stato, oltre ad essere particolarmente onerosa, inadeguata dal punto di vista logistico, statico e di capienza del patrimonio documentario, è fatiscente e rischiosa per i documenti, che vi sono conservati e che hanno subito alcuni danni considerati irreparabili ed inoltre non garantisce la sicurezza dei lavoratori e degli studiosi (ad esempio l'illuminazione risulta insufficiente e manca un'uscita di sicurezza sia nei depositi che negli uffici);

considerato altresì che:

in attuazione dell'articolo 3 del decreto-legge n. 83 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106 del 2014, è stato nominato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, commissario straordinario per la reggia di Caserta il dottor Soragni;

il progetto di riassegnazione e di restituzione degli spazi del complesso della reggia alla loro esclusiva destinazione culturale educativa e museale, del 17 dicembre 2014, elaborato dal commissario straordinario, prevede il trasferimento dell'archivio di Stato presso la reggia di Caserta;

in particolare, si legge che "La parte meridionale dell'emiciclo vanvitelliano orientale antistante il complesso architettonico della reggia (ex Caserma Pollio), è stata individuata quale nuova sede dell'Archivio di Stato, in adiacenza agli spazi del medesimo emiciclo adibiti attualmente a centro residenziale della Scuola Nazionale dell'Amministrazione. I necessari lavori di consolidamento, di risanamento conservativo e di adeguamento impiantistico della parte della predetta fabbrica saranno eseguiti avvalendosi di un finanziamento, dell'importo di circa 5.000.000 di euro, nella disponibilità del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per il quale sono attualmente in corso di svolgimento le procedure di individuazione del contraente, affidate al Provveditorato interregionale alle opere pubbliche della Campania e del Molise. Nel corso degli ultimi decenni il patrimonio documentario dell'Archivio di Stato di Caserta è stato incrementato notevolmente a seguito dei versamenti effettuati, in attuazione della normativa vigente, dalle Amministrazioni periferiche dello Stato della provincia, rendendo necessaria l'individuazione, all'interno dell'edificio della reggia, di nuovi spazi da destinare a deposito. Considerato che l'Archivio storico della Real Casa, sul quale l'Archivio di Stato esercita le proprie competenze, è indissolubilmente connesso, al pari della Biblioteca Palatina, al Museo storico della Reggia ed è attualmente allocato al primo piano ammezzato del palazzo, si ritiene opportuno soddisfare le esigenze correlate alla consultazione di tali fondi archivistici (nonché di quelli storicamente correlati al predetto Archivio storico) assegnando all'Archivio di Stato di Caserta alcuni locali (attualmente in consegna all'Aeronautica militare) ubicati nell'angolo sud orientale del piano terreno e del soprastante piano ammezzato, destinando a deposito la parte del piano interrato sottostante";

il 14 marzo 2016, la prima firmataria del presente atto di sindacato ispettivo, accompagnata dai dirigenti responsabili della Direzione archivi, la direttrice dell'archivio di Stato di Caserta ed i membri del comitato cittadino "Pro Archivio", ha effettuato un sopralluogo presso i locali della reggia che, lasciati liberi dai militari dell'Aeronautica militare, dovrebbero ospitare l'archivio di Stato;

in base alle informazioni fornite dalla responsabile unica del procedimento, architetto Daniela Fabiani, in occasione del sopralluogo, i lavori di adeguamento dovrebbero essere suddivisi in 3 lotti, per un importo totale di circa 2.600.000 euro. In particolare, il primo lotto, per un importo stimato di circa 500.000 euro, riguarderebbe i lavori per i locali da adibire a uffici, che, una volta realizzati, permetterebbero di avviare già il trasloco dell'archivio di Stato da via Bersaglieri alla reggia; il secondo lotto riguarda i locali da adibire totalmente a deposito, mentre il terzo lotto ha per oggetto i locali interrati, che un tempo erano utilizzati dall'Aeronautica militare come foresteria e pertanto richiedono lavori più rilevanti. Inoltre, la dottoressa Fabiani ha comunicato che nel documento preliminare al progetto è previsto anche un cronoprogramma, dal quale risulterebbe che per portare a compimento i lavori del primo lotto occorrerebbero circa 5-7 mesi, considerato che si attendeva in tempi brevi la disponibilità economica necessaria almeno per il primo lotto;

considerato che attualmente il trasferimento non è stato ancora avviato in quanto non sono state ancora individuate le fonti di finanziamento necessarie per avviare i lavori di adeguamento dei locali della reggia,

si chiede di sapere:

quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per risolvere, come promesso, in tempi brevi l'annosa vicenda del trasferimento dell'archivio di Stato di Caserta;

quali siano i motivi per cui i fondi necessari per affrontare i lavori di adeguamento dei locali della reggia adibiti a ospitare l'archivio di Stato non siano stati ancora resi disponibili, considerato che quelli relativi almeno al primo lotto, pari a 500.000 euro, permetterebbero di mettere immediatamente in sicurezza il personale ed i documenti e di avere un risparmio sul fitto passivo di oltre 18.000 euro mensili;

se esista il cronoprogramma relativo al primo lotto dei lavori a farsi ed eventualmente se sia possibile acquisirlo;

quali siano i tempi previsti per rendere disponibili le somme necessarie ad effettuare tutti i lavori di adeguamento necessari e quale sia l'importo previsto;

se non ritenga opportuno sollecitare su tale vicenda l'azione del Governo, considerando che il trasferimento era previsto già dal 1995.


(3-02949)

ROMANI Maurizio, BENCINI, MUSSINI, VACCIANO, SIMEONI, DE PIETRO- Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:

la biblioteca universitaria di Pisa è una biblioteca statale, che dal 1823 ha sede nel palazzo della Sapienza, di cui occupa le ali poste a nordovest del piano nobile, dove sono situati i locali destinati all'utenza, le sale di consultazione e gli uffici, e le ali a sudovest del secondo piano, adibite a magazzini librari;

la biblioteca conserva materiali di enorme pregio, molti volumi provengono dalla raccolta Palatina di Firenze, dalle raccolte di Anton Francesco Gori, di Angelo Fabroni, di Alessandro D'Ancona e della famiglia Orsini Baroni. Il patrimonio comprende anche numerose pubblicazioni periodiche, molte delle quali di difficile reperibilità;

con l'ordinanza comunale n. 808365 del 29 maggio 2012, è stata disposta la chiusura al pubblico del palazzo della Sapienza per le necessarie verifiche di vulnerabilità sismica, a seguito del terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna nel 2012. Con esso sono state chiuse, quindi, anche la facoltà di Giurisprudenza, ospitata in tale sede, e la biblioteca universitaria;

la perizia volta a verificare lo stato dell'edificio, completata solo nel mese di dicembre 2013, non ha accertato lesioni strutturali nell'area della biblioteca, ma ha riscontrato un sovraccarico, per il quale si sono rese necessarie opere di messa in sicurezza;

il 1° dicembre 2014 è stata aperta al pubblico una nuova sede distaccata presso il complesso monumentale del museo di San Matteo, in piazza San Matteo in Soarta, con lo scopo di garantire agli utenti i servizi di consultazione e prestito e consentire la fruizione di un'esigua parte dei fondi librari, che erano conservati nel palazzo della Sapienza e trasferiti a seguito dell'alleggerimento dei depositi, prescritto dall'ordinanza DN 20/70 del 2014 del Comune di Pisa e a partire, poi, dal gennaio 2015 di tutto il patrimonio librario antico e moderno;

la sede distaccata di San Matteo è stata resa accessibile dopo un articolato e complesso intervento di restauro dell'edificio, promosso e finanziato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, coordinato dalla Soprintendenza di Pisa e dalla biblioteca stessa;

risulta agli interroganti che, a 4 anni dalla delibera comunale, con la quale palazzo della Sapienza veniva chiuso al pubblico, sarebbe prevista per l'autunno 2016 la riapertura delle attività connesse alla facoltà di Giurisprudenza;

nessuna comunicazione certa è invece pervenuta per quanto riguarda il ripristino delle attività legate alla biblioteca. Appare necessario ricordare come, ad aggiungersi agli innumerevoli disagi connessi alla riorganizzazione provvisoria dei servizi, con il relativo distaccamento, sia assolutamente urgente ed imprescindibile porre rimedio ai danneggiamenti, causati da un'invasiva perdita d'acqua, ad una serie di antiche edizioni e testi scientifici;

è di tutta evidenza come la chiusura di uno spazio come quello della biblioteca universitaria di Pisa rappresenti una ferita profonda per una città che vede nell'università il cuore pulsante della propria vita culturale,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non intenda indicare, con urgenza, modi e tempi certi per il ripristino delle attività della biblioteca universitaria di Pisa nella sua originaria collocazione all'interno di palazzo della Sapienza;

se non consideri opportuno coinvolgere il personale dell'istituto nella definizione delle misure più idonee a scongiurare nuovi episodi che possano causare danni all'inestimabile patrimonio della biblioteca.


(3-02996)

MONTEVECCHI, PAGLINI, BERTOROTTA, CAPPELLETTI, PUGLIA, GIARRUSSO, MORONESE, SERRA, DONNO, SANTANGELO- Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -

Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

il 29 maggio del 2012, a seguito di una segnalazione scritta da parte del rettore dell'Università di Pisa ed una verifica "a vista" da parte dei Vigili del fuoco interpellati, veniva evidenziata la necessità di "attuare, senza ritardo, ulteriori e più approfondite verifiche in grado di accertare la compatibilità tra le strutture dell'edificio e i carichi attualmente effettivamente presenti" nel palazzo della Sapienza per i volumi presenti nella relativa biblioteca universitaria. A seguito di ciò, il sindaco di Pisa emetteva un'ordinanza nella quale dichiarava inutilizzabile il palazzo;

in particolare, l'ordinanza di chiusura, firmata dal sindaco Marco Filippeschi, seguiva il sopralluogo di 5 giorni, prima svolto dai Vigili del fuoco, per ispezionare eventuali danni causati dal sisma in Emilia;

da allora la biblioteca universitaria di Pisa è chiusa al pubblico ed i libri quasi del tutto inaccessibili e senza la minima manutenzione; la perizia redatta, con gravissimo ritardo (in data 20 dicembre 2013), dall'Università di Pisa e da tecnici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nello specifico dall'ingegner Walter Salvatore e dall'ingegner Paolo Iannelli, evidenziava che i problemi strutturali riguardano la parte del palazzo gestita dall'Università e non quella occupata dalla biblioteca;

solo in data 9 dicembre 2015, quindi dopo 3 anni e mezzo dalla chiusura, è stato dato inizio ai lavori di restauro del palazzo della Sapienza da parte dell'Università, dopo una gara che l'impresa si è aggiudicata con il 26 per cento di ribasso. I fondi stanziati provengono dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione Toscana, oltre ad un contributo della Fondazione Pisa;

a quanto si apprende, i finanziamenti sarebbero destinati a tutto il palazzo, mentre, nel progetto definitivo, gli interventi riguardano le strutture edilizie (ed anche gli arredi, gli impianti, le 6 nuove aule, le sedie e gli scaffali, che poco hanno a che fare con il terremoto del maggio 2012) della sola porzione occupata dal dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Pisa;

considerato che secondo l'opinione degli interroganti:

il notevole ribasso d'asta libera ingenti risorse destinabili al recupero della biblioteca;

durante l'esecuzione dei lavori, si sarebbe verificata la rottura di un tubo dell'impianto dell'acquedotto, che ha provocato l'allagamento di varie stanze, in cui si trovano depositati i libri, senza nessuna precauzione per la loro integrità. Tra i libri danneggiati si trovano anche "cinquecentine" di altissimo valore storico-culturale, patrimonio dell'umanità;

il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha comunicato, a mezzo stampa, la possibilità di assegnare i lavori di adeguamento e ristrutturazione della biblioteca, senza procedura di gara, alla stessa ditta, che ha causato i danni, previo costoso e rischioso spostamento di 400.000 volumi, tra cui molti antichi e di inestimabile pregio, in sede imprecisata;

si apprende, infine, che recentemente il quotidiano La Nazione ha lanciato un appello per riaprire la Biblioteca universitaria. In molti, professori, studiosi e cittadini stanno aderendo all'iniziativa; un appello subito ripreso dagli "Amici della BUP (Biblioteca Universitaria di Pisa)" e dalla sua presidente, la professoressa Chiara Frugoni,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

quali iniziative intendano assumere al fine di rendere nota, ciascuno per la rispettiva competenza, la documentazione relativa al progetto dei lavori in questione, includendo la relazione tecnica giustificativa dell'intervento sull'edificio, il piano economico finanziario dell'intervento, lo stato di avanzamento lavori, la rendicontazione delle spese effettivamente sostenute e i contributi accertati dei soggetti finanziatori (Regione Toscana, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca);

quali siano i provvedimenti, con cui si è provveduto ad attestare e verificare la necessità di procedere allo spostamento complessivo dei libri, posti sia al primo che al secondo piano del palazzo della Sapienza;

se siano a conoscenza della stima dei costi dell'operazione e dei tempi di riapertura al pubblico dell'edificio interessato, considerato che lo spostamento complessivo dei libri dovrà essere compatibile con la riapertura dell'intero stabile, entro la fine del 2016, come da cronoprogramma;

se, nei limiti delle proprie attribuzioni, non ritengano di adottare le opportune iniziative, al fine di individuare, nella parte già ristrutturata dell'edificio, un deposito temporaneo interno per trasferire unicamente i libri, che potrebbero essere messi a rischio dai lavori specificamente individuati, garantendone l'efficacia, nonché il riallineamento dei tempi di apertura degli spazi sia dell'Università che della biblioteca.


(3-03033)