SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVI LEGISLATURA --------------------

6a Commissione permanente
(FINANZE E TESORO)




258ª seduta: mercoledì 18 maggio 2011, ore 15,30
259ª seduta: giovedì 19 maggio 2011, ore 9

ORDINE DEL GIORNO


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni.
IN SEDE REFERENTE


I. Seguito dell'esame dei disegni di legge:

1. Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2011, n. 26, recante misure urgenti per garantire l'ordinato svolgimento delle assemblee societarie annuali (Approvato dalla Camera dei deputati).- Relatore alla Commissione MURA.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 10a e della 14a Commissione)
Seguito e conclusione dell'esame (2715)
2. GERMONTANI. - Modifica all'articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di incremento delle detrazioni per carichi di famiglia in favore delle donne lavoratrici. - Relatore alla CommissioneGERMONTANI.
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 9ª, della 10ª e della 11ª Commissione)
(324)
3. MARAVENTANO. - Istituzione della zona franca di Lampedusa e Linosa. - Relatore alla CommissioneFERRARA.
(Pareri della 1a, della 5a, della 10a e della 14a Commissione)
(1231)
4. BARBOLINI e Marco FILIPPI. - Misure in favore delle attività professionali. - Relatore alla CommissioneCOSTA.
(Pareri della 1ª, della 2ª e della 5ª Commissione)
(1717)
5. GERMONTANI. - Disposizioni in materia di riordino della tassazione dei fondi di investimento mobiliare chiusi. - Relatore alla CommissioneGERMONTANI.
(Pareri della 1a e della 5a Commissione)
(2028)
6. CAFORIO ed altri. - Disposizioni per l'annullamento obbligatorio in autotutela delle cartelle esattoriali prescritte (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento).- Relatore alla Commissione SCIASCIA.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(1551)
7. D'ALIA. - Trasferimento del punto franco istituito nella zona falcata del porto di Messina con legge 15 marzo 1951, n. 191 (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare UDC, SVP e Autonomie, ai sensi dell'articolo 53, comma 3, del Regolamento).- Relatore alla CommissioneFERRARA.
(Pareri della 1a, della 5a, della 8a, della 10a e della 14a Commissione)
(2583)
II. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. BARBOLINI e PEGORER. - Destinazione della quota del cinque per mille dell'IRPEF a finalità scelte dai contribuenti.
(Pareri della 1ª e della 5ª Commissione)
(486)
2. CHITI ed altri. - Disposizioni per la destinazione di una quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità scelte dai contribuenti.
(Pareri della 1a, della 5a, della 7ª, della 11ª e della 12a Commissione)
(1366)
- Relatore alla Commissione BARBOLINI.


III. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. COSTA. - Garanzia sovrana dello Stato per le aziende creditrici della Libia.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a, della 10a e della 11a Commissione)
(413)
2. GIOVANARDI. - Disposizioni in materia di garanzia sovrana dello Stato sui crediti vantati dai cittadini, enti ed imprese italiane per i beni, lavori e servizi effettuati in Libia dal 1° gennaio 1970 al 28 ottobre 2002.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a e della 10a Commissione)
(465)
3. BARBOLINI ed altri. - Garanzia sovrana dello Stato per le aziende creditrici della Libia.
(Pareri della 1a, della 3a, della 5a, della 10a e della 11a Commissione)
(508)
- Relatore alla Commissione MURA.


IV. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. PEGORER ed altri. - Disposizioni in materia di assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a e della 11a Commissione)
(466)
2. COSTA. - Disposizioni in materia di assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a e della 11a Commissione)
(745)
3. BENEDETTI VALENTINI. - Disposizioni in materia di assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a e della 11a Commissione)
(782)
4. GIARETTA e Paolo ROSSI. - Disposizioni in materia di assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a e della 11a Commissione)
(792)
5. Alberto FILIPPI e VACCARI. - Riforma organica della disciplina dell'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a e della 11a Commissione)
(821)

6. COSTA. - Nuova disciplina in materia di provvidenze in favore dei grandi invalidi.
(Pareri della 1a, della 4a, della 5a e della 11a Commissione)
(2575)
- Relatore alla Commissione SCIASCIA.
V. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. COSTA. - Interventi in favore dei cittadini italiani costretti al rimpatrio dalla Somalia nel 1991.
(Pareri della 1a, della 2a, della 3a e della 5a Commissione)
(412)
2. RAMPONI. - Disposizioni in materia di indennizzi a cittadini e imprese italiane per beni perduti nelle ex colonie di Etiopia ed Eritrea, Libia e Somalia, già soggette alla sovranità italiana. (Pareri della 1a, della 3a e della 5a Commissione)
(827)
3. D'ALIA. - Disposizioni a favore dei connazionali costretti al rimpatrio dalla Somalia nel 1991.
(Pareri della 1a, della 2a, della 3a e della 5a Commissione)
(1099)
4. AMORUSO. - Riapertura dei termini per le domande di indennizzo da parte degli italiani esuli dall'Etiopia e rivalutazione del valore dell'indennizzo di cui alla legge 26 gennaio 1980, n. 16, e successive modificazioni.
(Pareri della 1a, della 3a e della 5a Commissione)
(1168)
5. BARBOLINI. - Interventi agevolativi in favore dei connazionali costretti al rimpatrio dalla Somalia nel 1991.
(Pareri della 1a, della 2a, della 3a e della 5a Commissione)
(1461)
- Relatore alla CommissioneCONTI.


VI. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. COSTA. - Disposizioni in materia di banche popolari cooperative.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a e della 10a Commissione)
(437)
2. BARBOLINI e PEGORER. - Modifiche al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di revisione della disciplina delle banche popolari.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a e della 14a Commissione)
(709)
3. COSTA. - Modifiche agli articoli 30 e 31 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di banche popolari cooperative.
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 10a, della 11a e della 14a Commissione)
(799)
4. LANNUTTI ed altri. - Trasformazione delle banche popolari quotate in società per azioni di diritto speciale (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento).
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(926)
5. GERMONTANI ed altri. - Disposizioni in materia di banche popolari cooperative.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(940)
6. Paolo FRANCO ed altri. - Modifiche al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di banche popolari.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(1084)
- Relatrice alla Commissione BONFRISCO.


VII. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:

1. RAMPONI ed altri. - Disposizioni in materia di autonomia finanziaria del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).
(Pareri della 1a, della 5a e della 7a Commissione)
(1985)
2. BUTTI. - Disposizioni per il finanziamento del Comitato olimipico nazionale italiano e delle attività sportive.
(Pareri della 1ª, della 5ª e della 7ª Commissione)
(650)
- Relatore alla Commissione CUTRUFO.

VIII. Esame dei disegni di legge:
1. CAFORIO ed altri. - Modifiche all'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, in materia di obbligo di comunicazione di avvenuta iscrizione di ipoteca (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento). - Relatore alla Commissione SCIASCIA.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(1618)
2. GRANAIOLA ed altri. - Riduzione dell'aliquota IVA sulla produzione di pacchetti turistici per il turismo sociale. - Relatore alla Commissione DE ANGELIS.
(Pareri della 1a, della 5a e della 10a Commissione)
(1709)
3. MORANDO ed altri. - Misure fiscali a sostegno della partecipazione al lavoro delle donne. - Relatore alla CommissioneGERMONTANI.
(Pareri della 1a, della 5a e della 11a Commissione)
(2102)
4. LUSI ed altri. - Disposizioni in materia di cambiale finanziaria. - Relatore alla CommissioneBONFRISCO.
(Pareri della 1a, della 2a e della 5a Commissione)
(1670)
IN SEDE CONSULTIVA

Seguito dell'esame del disegno di legge:

Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell'ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali. Riordino di enti ed organismi decentrati (Approvato dalla Camera dei deputati).- Relatore alla Commissione FERRARA.
(Parere alla 1ª Commissione)
(2259)
ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA
Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, dell'atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà:
Proposta di direttiva del Consiglio relativa a una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società. - Relatore alla CommissioneSCIASCIA.
(Osservazioni della 3a e della 14a Commissione)
(n. COM (2011) 121 definitivo)

BARBOLINI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

nel dicembre 2008, l'Agenzia delle entrate ha pubblicato il bando di concorso per l'assunzione di 825 funzionari, terza area funzionale, posizione economica F1;
nel luglio 2009 si è svolta la prima prova selettiva, per accertare la conoscenza di otto materie;
nel settembre 2009 è seguita la seconda prova selettiva, per accertare il possesso delle attitudini e delle capacità di base necessarie per acquisire e sviluppare la professionalità richiesta;
i candidati che hanno superato le prime due prove selettive sono stati ammessi a frequentare un tirocinio teorico-pratico retribuito, svoltosi da aprile a settembre 2010;
nel dicembre 2010, la selezione si è chiusa con lo svolgimento di una prova orale;
a fine dicembre 2010 è stata pubblicata la graduatoria di merito, nella quale sono stati indicati idonei all'assunzione 947 candidati, 122 oltre il numero previsto dal bando;
visto che l'Agenzia delle entrate, che il 1° marzo 2011 ha chiamato alla firma del contratto solo gli 825 funzionari previsti nel bando di selezione, ha comunicato, con una lettera inviata dalla direzione centrale del personale, che "è suo intendimento assumere a tempo indeterminato tutti gli idonei del concorso a 825 funzionari in considerazione dell'importante investimento in una procedura concorsuale che ha consentito di selezionare e di formare persone in funzione delle delicate e complesse attività istituzionali della stessa Agenzia";
considerato che:
per quanto riguarda l'Agenzia delle entrate è vigente l'articolo 1, comma 14, del decreto-legge n. 262 del 2006 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 286 del 2006, a seguito del quale dovrebbero essere ancora disponibili 14.000.000 euro con cui sarebbe possibile assumere circa 400 funzionari di III area F1;
il Governo ha riconosciuto la particolarità delle agenzie fiscali in generale e nello specifico dell'Agenzia delle entrate, escludendole dall'obbligo di rideterminazione delle dotazioni organiche;
i pensionamenti inoltre sono circa 1.000 ogni anno e vi è un numero congruo di dipendenti (circa 300) che, ai sensi del decreto-legge n. 122 del 2008 ha richiesto l'esonero dal servizio negli anni 2009, 2010 e 2011;
un numero non irrilevante (intorno alle 30-35 unità) dei vincitori del concorso in oggetto era già dipendente dell'Agenzia, per cui, di fatto, il personale non è stato incrementato di 825 unità;
il Governo pare interessato a consentire all'Agenzia l'incremento delle proprie risorse umane avendo predisposto un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 novembre 2010 che ha autorizzato l'Agenzia ad avviare la procedura selettiva per l'assunzione di ulteriori 310 funzionari, terza area funzionale, posizione economica F1, il cui bando non è stato ancora pubblicato,
si chiede di sapere:
se l'Agenzia delle entrate abbia dato seguito alla lettera citata in premessa, presentando al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dell'economia e delle finanze la richiesta di autorizzazione all'assunzione anche degli idonei non assunti lo scorso 1° marzo 2011;
se abbia utilizzato una parte delle risorse destinate all'assunzione di giovani funzionari per scopi diversi, ed in particolare per l'inquadramento di nuovi dirigenti;
se il numero di unità di personale che hanno cessato di lavorare presso l'Agenzia delle entrate nel 2010 e il correlato risparmio di spesa consentano l'assunzione di tutti gli idonei nel secondo trimestre del 2011;
se intenda rinviare la pubblicazione del bando di concorso di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 novembre 2010 fino al completamento della procedura di assunzione di tutti gli idonei del concorso bandito nel dicembre 2008.
(3-02084 )


LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
in una fase di crisi sistemica generata a giudizio dell'interrogante dall'avidità dei banchieri, Governo ed autorità vigilanti, in primis Consob e Bankca d'Italia, non dovrebbero consentire che "i saprofiti" e le varie "sanguisughe", annidate all'interno di banche, finanziarie ed industria del risparmio gestito, possano continuare ad appropriarsi del sudato risparmio delle famiglie, che comporta rinunce e sacrifici e va utilizzato come volano dell'economia;
i fondi comuni di investimento sono diventati vere e proprie sanguisughe, che si appropriano del sudato risparmio degli investitori con l'unica finalità di accrescere gli elevatissimi compensi dei gestori (al 90 per cento del cartello di origine bancaria), per questo le famiglie non li sottoscrivono più generando un "rosso" con raccolte negative per svariati miliardi di euro. Negli ultimi 10 anni, secondo il calcolo di Mediobanca, i fondi comuni d'investimento hanno avuto un rendimento inferiore rispetto ai semplici BOT a 12 mesi del 2,5 per cento all'anno, generando una perdita di rendimento pari al 29 per cento, senza parlare degli investimenti in BTP, che hanno tassi e rendimenti più elevati dei BOT. La stessa Mediobanca ha calcolato che negli ultimi 7 anni sono stati distrutti oltre 75 miliardi di euro di risparmi degli italiani, mentre sul confronto fra i risultati dei singoli fondi in rapporto ai benchmark (cioè i parametri di riferimento che indicano il rendimento medio del mercato nel quale il singolo fondo investe, per politica di gestione, fissati dagli stessi gestori per attrarre i risparmiatori), i quattro quinti, ossia 4 gestori su 5, che equivale all'80 per cento hanno fatto peggio, o molto peggio, del benchmark prefissato;
la cosiddetta industria del risparmio gestito non può continuare a dissanguare gli investitori, con costi e commissioni doppie o triple della media Ue e degli Usa, per alimentare le prebende dei gestori, con "professionisti del risparmio gestito" i quali, nel conseguire risultati inferiori ad una semplice casalinga che investe nei BOT e nel "fai da te", dovrebbero essere licenziati in tronco. L'associazione a tutela dei risparmiatori Adusbef, che non si meraviglia se i fondi di liquidità e gli stessi obbligazionari hanno registrato una raccolta netta negativa di 2,5 miliardi di euro a febbraio, ha invitato i gestori ad abbassare le commissioni elevate ed i loro guadagni, sproporzionati rispetto ai risultati, commisurando le stesse commissioni solo ad una percentuale dei risultati positivi, che riusciranno ad ottenere qualora volessero guadagnare (di nuovo) una fiducia tradita dei risparmiatori;
considerato che:
in un editoriale pubblicato sul sito dell'Aduc il 23 marzo 2011, Alessandro Pedone critica i continui disastri del risparmio gestito, con cifre e numeri;
si legge infatti: «chiunque si occupi, professionalmente, di investimenti finanziari personali, conosce perfettamente l'inefficienza dei fondi comuni d'investimento e più in generale dei prodotti di risparmio gestito. La mole di studi che confermano questa verità è incontestabile. Ogni anno l'ufficio studi di Mediobanca pubblica un'indagine sui risultati, a dir poco deludenti, dei fondi comuni d'investimento, dimostrando che puntualmente distruggono valore per i sottoscrittori rispetto ad investimenti più semplici e meno rischiosi come i BOT. Nell'ultima indagine pubblicata si dimostra come i 1012 fondi oggetto d'analisi, negli ultimi 10 anni, abbiano distrutto valore, rispetto ai semplici BOT, per l'astronomica cifra di 120 miliardi di euro. (…) Per dare un'idea dell'ordine di grandezza di queste cifre, si può ricordare che una manovra finanziaria "pesante" per rimettere in ordine di conti pubblici dell'Italia, mediamente, si aggira intorno ai 10/15 miliardi di euro: meno della distruzione di valore che -mediamente- ogni anno viene inflitta ai risparmiatori solo dai fondi comuni d'investimento analizzati ogni da Mediobanca. Per quanto incredibile possa apparire, le cose -per i risparmiatori italiani- stanno peggio di quanto l'indagine annuale di Mediobanca dimostri. Prima di affrontare questo argomento, vorrei segnalare un recente studio pubblicato dalla Banca d'Italia. La ricerca ha analizzato ben 2.288 fondi comuni e sicav estero-vestite, quindi non solo i fondi comuni italiani (come nel caso del rapporto di Mediobanca) ma una rappresentazione completa di tutto ciò che in Italia viene distribuito come fondi e sicav. (…) Usando le parole dello studio: "i rendimenti al netto delle commissioni corretti per il rischio rispetto ai benchmark scelti dai gestori sono negativi o al più nulli per quasi tutte le SGR" (società di gestione del risparmio) e "la volatilità media dei fondi analizzati non si discosta in modo rilevante da quella del benchmark". In altre parole i fondi comuni né producono rendimenti né diminuiscono i rischi rispetto ai mercati di riferimento: una bocciatura senza appello. Lo scenario dei fondi comuni d'investimento, quindi è disastroso, ma -purtroppo per i risparmiatori italiani- le cattive notizie non finiscono qui. Fra i prodotti di risparmio gestito, i fondi comuni d'investimento sono i "meno peggio". Può sembrare una battuta, ma purtroppo non lo è affatto. Con tutti i loro pesantissimi limiti (che li rendono sconsigliabili nella quasi totalità dei casi) restano comunque gli strumenti più trasparenti fra quelli proposti dalle banche: obbligazioni bancarie (in particolare quelle strutturate) e prodotti finanziari travestiti da polizze vita sono ben peggiori dei fondi comuni d'investimento. Secondo le ultime rilevazioni della Banca d'Italia, nel 2009 gli italiani possedevano circa 186 miliardi di euro di fondi comuni d'investimento, dieci anni prima -nel 1999- erano 478 miliardi! Questa diminuzione di valore dei fondi comuni d'investimento in parte è dovuta certamente ai 120 miliardi di valore distrutti nei dieci anni dai soli fondi analizzati da Mediobanca. In buona misura, però, questo calo dipende dal fatto che le banche, in questi anni, hanno dirottato i risparmi dai fondi comuni agli strumenti più costosi (e quindi più remunerativi per le banche) e meno trasparenti. Avvalendoci ancora dei dati statistici della Banca d'Italia sappiamo che nel 1999 le obbligazioni bancarie rifilate ai risparmiatori erano 162 miliardi. Dieci anni dopo, nel 2009, sono diventati 384 miliardi. Nel 1999 le polizze vita nel portafoglio delle famiglie italiane ammontavano a 136 miliardi di euro, nel 2009 sono diventate 383 miliardi di euro. Facendo la somma delle tre categorie (fondi, obbligazioni e polizze vita) nel 1999 i prodotti finanziari venduti dalle banche ammontavano a circa 776 miliardi dei quali circa il 60% in fondi comuni. Dieci anni dopo gli stessi prodotti finanziari ammontavano a 953 miliardi di euro, dei quali meno del 20% sono fondi comuni d'investimento. Si osservi, per inciso, che nei dieci anni analizzati, il patrimonio complessivo delle famiglie italiane è cresciuto del 55%. Questa crescita, ovviamente, è in larga parte legata al reddito prodotto ed accantonato e solo in parte al rendimento del patrimonio. Il patrimonio finanziario allocato in prodotti finanziari venduti dalle banche è cresciuto solo del 22%. Poiché il rapporto fra patrimonio complessivo e patrimonio investito in strumenti venduti dalle banche è molto simile fra il 1999 ed il 2009, è evidente che la notevole differenza di crescita è una dimostrazione indiretta della distruzione di valore che i prodotti di risparmio gestito hanno effettuato nei dieci anni. Da questi dati emerge che la stima della distruzione di valore del complesso dei prodotti di risparmio gestito venduti agli italiani è molto superiore ai 120 miliardi di euro in dieci anni calcolati da Mediobanca in riferimento ai 1022 fondi comuni italiani analizzati. La maggior parte dei fondi comuni distribuiti in Italia, infatti, non sono italiani, ma estero-vestiti. Di più. Complessivamente, i fondi comuni (italiani, esteri ed estero-vestiti) sono una parte minoritaria dei prodotti finanziari rifilati dalle banche ai risparmiatori, e per di più la parte più trasparente e meno costosa. Da ciò si può dedurre che una stima molto conservativa del complesso del valore distrutto dai prodotti finanziari venduti dalle banche in questi dieci anni debba essere almeno triplicata rispetto a quella calcolata da Mediobanca: parliamo di una stima, conservativa, che si aggira fra i 350 ed i 400 miliardi di euro! Una cifra mostruosa, un disastro»,
si chiede di sapere:
quali e quanti siano precisamente i fondi comuni di investimento di matrice bancaria operanti in Italia, essendo stimato che circa il 90 per cento dell'industria del risparmio gestito fa riferimento al sistema bancario italiano, e se questa proprietà non generi un conflitto di interesse con le case madri;
se risponda al vero che i professionisti del risparmio gestito, secondo i calcoli di Mediobanca, nell'ultimo decennio abbiano avuto un rendimento inferiore rispetto ai semplici BOT a 12 mesi pari al 2,5 per cento all'anno, generando una perdita di rendimento del 29 per cento, senza considerare gli investimenti in BTP, che hanno tassi e rendimenti molto più elevati dei BOT;
se il Governo sia al corrente che negli ultimi 7 anni, sempre secondo lo studio di Mediobanca, i professionisti del risparmio gestito sono riusciti a distruggere oltre 75 miliardi di euro di risparmi degli italiani, mentre nel confronto fra i risultati dei singoli fondi in rapporto ai benchmark, 4 gestori su 5 hanno fatto peggio, o molto peggio di quanto loro stessi non avessero prefissato come traguardo;
se a fronte degli studi di Mediobanca, a dimostrazione della sistematica distruzione di valore per i sottoscrittori dei fondi comuni d'investimento, anche rispetto ad investimenti più semplici e meno rischiosi come i BOT, il Governo non abbia l'obbligo di intervenire per impedire che il sudato risparmio degli italiani possa evaporare per retribuire le laute prebende dei gestori, quindi delle banche azioniste;
se risponda al vero che l'industria del risparmio gestito abbia "estorto" negli ultimi anni agli investitori circa 5 miliardi di euro all'anno di commissioni, indipendentemente dalle performance realizzate, e quali siano stati i compensi, le prebende ed i premi di risultato dei gestori per aver fallito gli obiettivi che loro stessi avevano prefissato;
se sia vero che i professionisti del risparmio gestito, per poter conseguire ingenti guadagni, utilizzano la tecnica dei passaggi da un fondo all'altro, chiamata in gergo switch, senza neppure la prescritta autorizzazione degli investitori;
a quanto ammontino le percentuali lorde di commissioni pagate in media dai risparmiatori che hanno la sfortuna di imbattersi, seguendo i cattivi consigli delle reti e delle banche, nei fondi comuni di investimento;
se la fuga dai fondi comuni, come dimostrano le cifre pari a 478 miliardi di euro nel 1999, ridotti a 186 miliardi nel 2009, dovuti sia alla disaffezione degli investitori che alla distruzione di ben 120 miliardi di euro citati da Mediobanca, non debba allarmare il Governo;
se i dati statistici della Banca d'Italia, che nel 1999 vedevano 162 miliardi di obbligazioni bancarie rifilate ai risparmiatori, cresciute a 384 miliardi di euro nel 2009, con polizze vita aumentate da 136 miliardi del 1999, a ben 383 miliardi nel 2009, con le tre categorie (fondi, obbligazioni e polizze vita) che nel 1999 i prodotti finanziari venduti dalle banche ammontavano a circa 777 miliardi di euro, non debbano destare la dovuta attenzione del Governo;
quali misure urgenti, anche nelle opportune sedi normative, il Governo intenda attivare per tutelare i risparmiatori titolari di prodotti finanziari, quali bond bancari, fondi e polizze vita, che ammontano a circa 953 miliardi di euro, continuamente messi a repentaglio dall'avidità dei gestori, i quali, come dimostrato dal rapporto di Mediobanca, hanno l'unica finalità di distruggere valore e con esso il sudato risparmio delle famiglie e degli investitori, conseguendo sulla loro pelle lauti guadagni per loro stessi e per le banche di riferimento.
(3-02098)