SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVI LEGISLATURA --------------------


7a Commissione permanente
(ISTRUZIONE PUBBLICA, BENI CULTURALI, RICERCA
SCIENTIFICA, SPETTACOLO E SPORT)


26ª e 27ª seduta: mercoledì 1° ottobre 2008, ore 9 e 15


ORDINE DEL GIORNO



PROCEDURE INFORMATIVE


Interrogazioni. Svolte nn. 3- 00033, 3-00171, 3-00151 e 3-00100


IN SEDE REFERENTE



I. Seguito dell'esame dei disegni di legge:
1. CAFORIO ed altri. - Abrogazione dell'articolo 1-septiesdel decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27, in materia di equipollenza di diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento). - Relatore alla Commissione BEVILACQUA.
(Pareri della 1ª, della 12ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
Seguito esame e rinvio (572)

2. CAFORIO ed altri. - Norme sull'accesso professionale dei laureati in Scienze motorie (Fatto proprio dal Gruppo parlamentare Italia dei Valori, ai sensi dell'articolo 79, comma 1, del Regolamento). - Relatore alla Commissione BEVILACQUA.
(Pareri della 1ª, della 12ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
Seguito esame e rinvio (796)

II. Seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge:
1. Vittoria FRANCO ed altri. - Nuove norme in materia di difficoltà specifiche d'apprendimento.
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 11ª, della 12ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1006)
2. ASCIUTTI ed altri. - Nuove norme in materia di difficoltà specifiche d'apprendimento.
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 11ª, della 12ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1036)
- Relatrice alla CommissioneVittoria FRANCO. Seguito esame congiunto e rinvio


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Esame, ai sensi dell'articolo 139-bis del Regolamento, degli atti:
1. Proposta di nomina del Presidente della Fondazione "Il Vittoriale degli italiani". - Relatrice alla CommissioneDE FEO.
(Parere al Ministro per i beni e le attività culturali)
(n. 17)
2. Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di riorganizzazione del Ministero dell'istruzione, dell'univeristà e della ricerca. - Relatore alla CommissionePOSSA.
(Previe osservazioni della 1a e della 5aCommissione)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e dell'articolo 13, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59)
(n. 27)

3. Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro dell'istruzione, dell'univeristà e della ricerca. - Relatore alla CommissionePOSSA.
(Previe osservazioni della 1a e della 5aCommissione)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 17, comma 4-bis, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e dell'articolo 13, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59)
(n. 28)
INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

DI COMPETENZA DEL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
        ADERENTI, PITTONI. – Al Ministro dell’istruzione, università e ricerca. – Premesso che:
            l’associazione «Casa del Sole» opera da circa 40 anni nel settore socio-sanitario, offrendo una gamma di servizi volti alla riabilitazione e scolarizzazione di bambini cerebropatici con «difficoltà di apprendimento» medio-gravi e autistici;
            nel «Centro diurno» di San Silvestro (Mantova) funzionano: sei sezioni di scuola dell’infanzia paritaria (composte da 21 alunni); dieci classi di scuola primaria paritaria (composte da 53 alunni); otto classi di scuola primaria statale (composte da 32 alunni);
            l’intervento educativo-scolastico si realizza, pur all’interno di un gruppo-classe, secondo percorsi personalizzati, attraverso una metodologia particolare, il Trattamento pedagogico globale, che garantisce concretamente un miglioramento della qualità di vita dei bambini e ragazzi che frequentano il centro;
            il Ministro in indirizzo, con comunicazione del 12 maggio 2008, su indicazione del Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale di Milano, ha revocato la convenzione che regola i rapporti tra la Scuola primaria statale della «Casa del Sole» e il Ministero della pubblica istruzione, specificando che «a partire dal prossimo anno scolastico, è intenzione dell’Ufficio Scolastico Regionale ridefinire gli accordi con la «Casa del Sole» su basi economicamente meno gravose»;
        valutato che:
            la suddetta convenzione, sottoscritta dai soggetti interessati in data 29 luglio 2005, prevede che gli insegnanti della scuola primaria statale possano svolgere 34 ore settimanali di servizio, aggiungendo alle 24 contrattuali, 10 ore straordinarie retribuite dall’Amministrazione statale;
            in caso di nuova convenzione che non preveda alcuna ora straordinaria per gli 8 insegnanti in servizio, ma il solo orario settimanale contrattuale di «22+2» ore, la Casa del Sole dovrebbe assumersi, per attuare in modo corretto il proprio intervento globale, la copertura di oltre 3.200 ore annue, pari ad una spesa di 70.000 euro;
            per quanto riguarda la Scuola dell’infanzia paritaria, (il cui finanziamento sarebbe stato notevolmente ridotto passando dai 107.581,26 euro assegnati per l’anno scolastico 2006-2007 ai 38.938,00 dell’anno scolastico 2007-2008), l’Ufficio scolastico regionale di Milano avrebbe comunicato alla Casa del Sole l’intenzione di disconoscere la natura giuridica di «scuola paritaria» sulla base dell’errata interpretazione della «Scuola della Casa del Sole» come «Scuola speciale» anziché «Scuola con particolari finalità», tuttora prevista e regolata dall’ordinamento scolastico;
            analoga decisione potrebbe verificarsi relativamente alla Scuola primaria paritaria elementare della Casa del Sole, la cui Convenzione scade il 31 agosto 2008. Ciò comporterebbe la perdita del relativo finaziamento statale, il cui ammontare è di circa 193.670,00 euro;
            in definitiva, le conseguenze economiche del mancato rinnovo delle convenzioni si concretizzerebbero per la Casa del Sole nel taglio di circa 332.670 euro di risorse finanziarie, determinando 70.000 euro in meno per le ore straordinarie degli 8 insegnanti statali; 69.000 euro (107.581 se dovesse scomparire la Scuola paritaria) in meno per la Scuola dell’infanzia e 193.670 euro in meno a seguito del mancato rinnovo della Convenzione per la Scuola primaria paritaria;
            nel 2002 la Casa del Sole ha ottenuto la Certificazione del Sistema Qualità UNI EN ISO 9001-2000 riconfermata nel gennaio 2004 per le attività educative e riabilitative svolte nella sede di San Silvestro,
        gli interroganti chiedono di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno rinnovare le convenzioni stipulate con la scuola «Casa del Sole», le cui caratteristiche e particolare metodologia pedagogica integrata la equiparano alle «scuole con particolari finalità», così come previsto dal decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, che all’art. 324 recita: «1. Sono scuole con particolari finalità, ai sensi delle disposizioni del presente testo unico, oltre alle scuole funzionanti presso gli istituti statali per non vedenti e gli istituti statali per sordomuti anche le scuole funzionanti presso altre istituzioni statali o convenzionate con il Ministero della pubblica istruzione per speciali compiti di istruzione ed educazione di minori portatori di
handicap e di minori in stato di difficoltà, nonché le scuole e gli istituti statali che si avvalgono, agli stessi fini, di interventi specializzati a carattere continuativo».
(3-00033)
        FIRRARELLO. – Al Ministro dell’istruzione, università e ricerca. – Premesso che:
            il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha attivato la procedura per l’immissione nei ruoli a livello nazionale di 25.000 posti per i docenti e 7.000 posti per il personale amministrativo tecnico ausiliario (ATA);
            alla provincia di Catania sarebbero assegnati, in tutti gli ordini di scuola, circa 450 posti, quantitativo di gran lunga inferiore rispetto a quello dell’anno scolastico 2007/2008;
            la diminuzione di posti nella provincia di Catania sarebbe di 351 posti così ripartiti: 143 in meno per la scuola primaria, 82 in meno per la scuola secondaria di primo grado, 126 in meno per la scuola secondaria di secondo grado;
            le graduatorie ad esaurimento della provincia di Catania sono tra le più affollate d’Italia;
            i tagli dei docenti a livello regionale raggiungono le 1.744 unità;
            detti tagli, secondo fonti sindacali, non sarebbero giustificabili sulla base del calo demografico, bensì farebbero riferimento ai più volte richiamati risparmi ed economie sui bilanci;
        considerato che:
            nella provincia di Catania, a fronte di un numero di posti effettivamente vacanti di circa 2.500 unità, il contingente di immissioni in ruolo sarebbe estremamente esiguo;
            il prossimo anno scolastico nella provincia di Catania gli istituti scolastici potrebbero avere classi con oltre 30 alunni ciascuna;
            un opportuno sdoppiamento avrebbe invece determinato la formazione di classi con un più esiguo numero di alunni e avrebbe prodotto un incremento di posti di lavoro a vantaggio dei docenti precari;
            lo scorso anno molti docenti precari hanno preferito l’inclusione negli elenchi ad esaurimento degli Uffici scolastici provinciali del nord dell’Italia al fine di ottenere il passaggio in ruolo,
        l’interrogante chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda intervenire al fine di assicurare agli studenti della provincia di Catania un adeguato livello di insegnamento dotando le scuole della provincia dell’organico necessario al buon funzionamento delle stesse e riducendo, al contempo, gli elenchi dei docenti da troppo tempo precari.
(3-00150)
        FRANCO Vittoria, CERUTI, RUSCONI. – Al Ministro dell’istruzione, università e ricerca. – Premesso che:
            i docenti di strumento musicale (Classe A077) hanno subito una grave discriminazione, in quanto, pur avendo maturato i 360 giorni di servizio, non hanno avuto l’opportunità di conseguire l’abilitazione e, conseguentemente, di inserirsi nelle graduatorie permanenti, rese ad esaurimento dalla legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007), articolo 1, comma 605, lettera c);
            nell’ambito dell’insegnamento di strumento musicale nelle scuole medie si è, inoltre, verificato il caso di insegnanti che, avendo partecipato e superato le previste prove di abilitazione per le classi da AA77 ad AN77, hanno conseguito l’abilitazione con riserva per carenza del richiesto requisito di servizio prestato nella classe 77/A e stabilito 360 giorni entro l’anno scolastico 2003/2004. Sono, però, stati segnalati casi per i quali il requisito di servizio non è oggettivamente conseguibile in quanto, per la disciplina oggetto dell’abilitazione, non erano stati attivati sino a quella data specifici corsi di insegnamento;
            nel corso della XV Legislatura, il Governo Prodi, nel disegno i legge «Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione» (A.C. 2272
-ter, cosiddetto stralcio Bersani) era intervenuto sulla materia, prevedendo, nelle suddette graduatorie ad esaurimento, l’inclusione dei docenti ammessi a partecipare al corso accademico biennale di II livello per l’abilitazione in strumento musicale, istituito presso le istituzioni di alta formazione musicale nel biennio 2007/09. La prematura conclusione della Legislatura ha interotto l’iter di approvazione del citato disegno di legge, che era stato licenziato solo dalla Camera;
            il provvedimento contenuto nel suddetto disegno di legge dava una risposta alla situazione dei docenti di strumento musicale che, in mancanza di un percorso abilitante ordinario, non hanno potuto inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento, pur in presenza di una consistente disponibilità di posti,
        si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intenda intervenire, per quanto di competenza, anche attraverso la promozione delle necessarie correzioni delle norme vigenti in materia, per risolvere le questioni esposte in premessa, la cui mancata soluzione manterrebbe un’inaccettabile condizione di precariato.
(3-00171)
        VITALI. – Al Ministro dell’istruzione, università e ricerca. – Premesso che:
            la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), dispone all’articolo 2, comma 430, l’aumento del Fondo di finanziamento ordinario delle Università (FFO) di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Tale aumento è destinato all’incremento degli assegni di dottorato di ricerca;
            il dottorato di ricerca rappresenta il percorso formativo più elevato e specializzante del sistema universitario italiano; esso ricopre il ruolo di preparazione dei laureati alla ricerca e all’acquisizione di alte competenze nei diversi settori scientifici. L’accesso ai corsi di dottorato è competitivo e regolato attraverso concorsi nazionali;
            l’attuale importo dell’assegno di dottorato, previsto per i dottorandi al fine di poter affrontare l’impegnativo percorso triennale in condizioni di autonomia economica, è fermo ai livelli stabiliti nel 2000. L’aumento del costo della vita ha reso l’importo di tale assegno, soprattutto nelle sedi universitarie di grandi città, assolutamente inadeguato al sostegno economico effettivo dei dottorandi. L’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, la più importante organizzazione nazionale del settore, ha da tempo promosso una campagna dal titolo «se potessi avere ...1.000 euro al mese» a favore dell’aumento delle borse di dottorato. Gli effetti delle disposizioni della legge finanziaria porterebbero tale importo (attualmente sugli 800 euro) a circa 1.000 euro;
            in data 30 aprile 2008, il Ministro dell’università e della ricerca
pro tempore Mussi ha emanato il decreto ministeriale n. 99 del 2008, decreto recante i criteri di ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) delle Università per l’anno 2008. All’articolo 8 del decreto viene previsto lo stanziamento di 40 milioni di euro per la rivalutazione delle borse di dottorato di ricerca. Nel testo viene indicato che tale aumento è da considerarsi una tantum. Una volta ripartito il fondo il Ministro avrebbe dovuto emanare un successivo decreto, contenente la revisione degli importi minimi dell’assegno;
            nella seduta del Consiglio universitario nazionale (CUN) del 20 e 21 maggio 2008 il Presidente, professor Andrea Lenzi, e il rappresentante dei dottorandi al CUN annunciavano che il Ministero aveva loro comunicato l’imminenza dell’emanazione del decreto ministeriale di revisione degli importi minimi delle borse per i dottorandi; l’importo dovrebbe essere, perciò, fissato in circa 1.040 euro mensili a decorrere dal gennaio 2008,
        si chiede di sapere:
            se il Ministro in indirizzo abbia emanato, o abbia intenzione di emanare, il decreto di revisione degli importi minimi per i dottorandi consentendo così l’erogazione permanente dell’aumento previsto, con validità retroattiva dall’assegno del gennaio 2008;
            quali altre misure il Governo intenda attuare per lo sviluppo e il sostegno del dottorato di ricerca, uno strumento importantissimo non solo per la ricerca scientifica e l’università italiana ma per tutto il sistema produttivo del Paese;
            in particolare, se intenda proseguire le linee di indirizzo di riforma del dottorato del precedente Governo che prevedevano un graduale superamento dei dottorati senza borsa.
(3-00100)
DI COMPETENZA DEL MINISTERO
PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
        DELOGU. – Al Ministro per i beni e le attività culturali. – Premesso che:
            i dipendenti della ex Soprintendenza per i beni archeologici delle province di Cagliari e Oristano denunciano un nuovo stato di grave malessere aggiuntosi al profondo disagio verificatosi in seguito alla creazione di un’unica Soprintendenza archeologica per la Sardegna con sede a Sassari;
            il dirigente della Soprintendenza, nominato temporaneamente in attesa dell’espletamento dei concorsi, apprezzato per le sue doti umane e professionali, è stato allontanato dopo meno di un anno senza preavviso (sul quotidiano locale «La Nuova Sardegna» del 10 aprile 2008 è apparsa la notizia – non smentita – che non era gradito al Governatore ed all’Assessore regionale per i beni culturali) e sostituito da un nuovo dirigente di ruolo nel Ministero, anche questo temporaneo, che regge già da titolare la sede della Toscana e,
ad interim, quella del Friuli-Venezia Giulia;
            al di là dell’indubbio apprezzamento per le capacità scientifiche, tecniche e gestionali riconosciute da tutti a quest’ultimo dirigente e, comunque, senza entrare nel merito di tale aspetto, si sottolinea l’intempestività di un atto che fa gravare su una sola persona il coordinamento di svariate centinaia di persone in sedi fra loro lontanissime;
            ciascuno può immaginare lo stato di confusione, disagio e disorientamento dovuti alla mancanza di un punto di riferimento costante, soprattutto nella situazione attuale, nella quale dovrebbe prendere forma il processo di unificazione di due uffici storicamente indipendenti;
            tale processo, complesso e dalle molteplici implicazioni, che a giudizio dell’interrogante evidentemente sono sfuggite al precedente Ministro e ai più elevati dirigenti del Ministero, dovrebbe essere seguito quotidianamente da un dirigente;
            l’attività ordinaria è invece demandata, con delega, ad un funzionario non dirigente che opera a proprio rischio. La gran parte delle decisioni deve seguire un
iter lungo e tortuoso a scapito dei requisiti di semplificazione, di efficacia, di efficienza richiesti alla pubblica amministrazione;
            il riflesso negativo di tali provvedimenti è riscontrabile in tutti i settori dell’attività istituzionale, oramai pressoché bloccata per la mancanza di chiare indicazioni riguardanti le responsabilità in seguito all’entrata in vigore del nuovo Regolamento di organizzazione del Ministero;
            il recente avvicendamento della dirigenza segna, inoltre, una pericolosa battuta d’arresto per provvedimenti
in itinere a rilevanza esterna quali, ad esempio, la realizzazione di opere pubbliche, accordi di programma, convenzioni con istituzioni ed enti locali. Tale situazione genera, infine, insopportabili ostacoli nell’erogazione dei servizi ai cittadini e negli adempimenti contabili relativi a pagamenti di lavori affidati in appalto;
            tutto il personale, con spirito di servizio, continua per quanto possibile a svolgere i propri compiti ma, allo stato attuale, si assiste ad un «si salvi chi può» che rischia di deteriorare definitivamente la struttura sarda e di «buttare al macero» professionalità scientifiche, tecniche, amministrative, maturate in decine di anni di esperienza sul territorio delle due province, nel Museo archeologico, all’interno degli uffici, nelle sedi operative,
        l’interrogante chiede di sapere se il Ministro ritenga opportuno valutare l’opportunità di: revocare l’atto di unificazione delle Soprintendenze archeologiche di Cagliari e Sassari; assegnare temporaneamente un dirigente a tempo pieno per la Sardegna, in attesa dell’espletamento dei concorsi per l’assegnazione delle sedi di Cagliari e Sassari; impartire indicazioni precise riguardanti le competenze relative alla gestione dei fondi assegnati alle Soprintendenze per il ripristino del funzionamento degli uffici, del pagamento delle indennità accessorie e l’effettuazione degli adempimenti contabili in sospeso; adottare, comunque, quei provvedimenti che consentano di risolvere l’attuale insostenibile situazione.
(3-00032)
    –MARCUCCI. – Al Ministro per i beni e le attività culturali. – Premesso che:
            il Ministero per i beni e le attività culturali ha provveduto, in data 29 maggio 2008, a ritirare il decreto ministeriale 28 febbraio 2008 concernente l’articolazione degli uffici dirigenziali di livello non generale dell’amministrazione centrale e periferica;
            tale revoca riguarda 216 dirigenti e ha effetti sulla quasi totalità delle soprintendenze in cui si articola il Ministero;
            a seguito del ritiro del provvedimento l’intera macchina organizzativa del Ministero risulta acefala in tutte le articolazioni periferiche,
        si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare per porre fine a questa situazione che pregiudica gravemente la funzionalità e l’operatività stessa delle soprintendenze mettendo a rischio l’efficacia del Ministero per i beni e le attività culturali in ogni aspetto della propria attività, e, in particolare, nell’imprescindibile esercizio della tutela del paesaggio.
(3-00055)
        MARCUCCI, RUSCONI, LANNUTTI, PEDICA. – Al Ministro per i beni e le attività culturali. – Premesso che:
            da alcune dichiarazioni riportate dalla stampa, risulta che il Ministro per i beni e le attività culturali avrebbe annunciato la prossima presentazione di un disegno di legge concernente l’autonomia del Teatro La Scala di Milano e dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma;
            tale disegno di legge non prevederebbe eguale trattamento per il Teatro Comunale di Firenze, nonostante la notorietà e l’eccellenza delle sue produzioni e dei riconoscimenti nazionali ed internazionali, ultimo tra i quali il Premio Abbiati nel 2007, Oscar della lirica italiana, per l’Antigone di Ivan Fedele e per gli allestimenti wagneriani della Fura del Baus;
            tale ipotesi, tra le altre conseguenze, renderebbe problematica la gestione del nuovo teatro del «Maggio musicale fiorentino», in parte finanziato nel capitolo delle celebrazioni dell’unità d’Italia;
            il Sovrintendente del «Maggio musicale fiorentino» Francesco Giambrone ha espresso preoccupazione per i tagli previsti dal Fondo unico per lo spettacolo (FUS), che penalizzerebbero il teatro nonostante un punteggio più alto rispetto alla Scala di Milano, in virtù di una pianta organica non aggiornata, risalente al 1998,
        si chiede di sapere:
            se le indiscrezioni riportate dalla stampa circa il disegno di legge corrispondano al vero;
            gli eventuali motivi di esclusione del Teatro Comunale dall’autonomia prevista per Accademia di Santa Cecilia e La Scala;
            se, inoltre, i tagli al FUS, paventati dal Sovrintendente fiorentino, siano realmente riferiti alla pianta organica risalente a vent’anni or sono, senza tenere conto del notevole ridimensionamento avvenuto.
(3-00090)