Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Mercoledì 13 aprile 2011
28a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA


Interviene il dott. Teodoro Raffaele Bilanzone, Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (PREVIMIL), accompagnato dal colonnello Luigi Tommasi.

Assiste alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, il collaboratore della Commissione, dott. Domenico Della Porta limitatamente all'audizione del Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (PREVIMIL).



La seduta inizia alle ore 14,50


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna. Dispone altresì, ai sensi dell'art. 13, comma 3 del Regolamento interno, che il circuito audiovisivo sia attivato limitatamente alla audizione del Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei Volontari congedati (PREVIMIL).


SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE comunica alla Commissione di avere avuto notizia informale dall'ufficio di segreteria del Presidente del Consiglio di una nota a quest'ultimo indirizzata da parte dell'onorevole Storace nella quale si riprendono le critiche ormai note mosse dall'associazione "Osservatorio militare" all'operato della Commissione. Poiché la nota contiene riferimenti imprecisi agli atti della Commissione ed attribuisce a quest'ultima posizioni che essa non ha mai assunto, non essendo ancora state presentate alla Presidenza del Senato relazioni o altri atti che ne esprimano la volontà in via definitiva, il Presidente ritiene opportuno dare riscontro alla predetta nota con una breve comunicazione al Presidente del Consiglio, nella quale, peraltro, non si potrà fare altro che ribadire precisazioni già formulate dalla Commissione nel comunicato approvato nella seduta del 2 febbraio, avente ad oggetto i medesimi temi.
Il Presidente avverte altresì di aver dovuto declinare, per altri pregressi impegni, l'invito a prendere parte ad una trasmissione di "Rainews", alla quale sono intervenuti anche rappresentanti del predetto Osservatorio militare: a tale proposito, sottolinea di non ritenere comunque opportuno, per la sua posizione istituzionale, rilasciare dichiarazioni alla stampa o alla televisione sull'attività della Commissione, atteso che quest'ultima si esprime esclusivamente attraverso i propri atti e le proprie deliberazioni, che di regola sono pubbliche.
Comunica infine di aver ricevuto questa mattina una delegazione di Farmindustria, interessata ad esporre il proprio punto di vista sulla problematica dei vaccini. Ai partecipanti all'incontro egli ha assicurato che, qualora detta associazione chieda di essere ascoltata, l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi politici valuterà senz'altro l'inserimento nel calendario dei lavori di un'apposita audizione.

Il senatore CAFORIO (IdV) osserva che la Commissione si trova spesso a discutere dei rilievi, quasi sempre pretestuosi, mossi da una associazione della quale non si conosce la effettiva rappresentatività. Occorrerebbe pertanto disporre di ulteriori elementi, relativamente alle modalità di costituzione, alle attività, al numero degli associati ed a qualsiasi altro elemento di informazione che possa aiutare la Commissione a comprendere l'effettiva consistenza dell'Osservatorio militare.

La senatrice GRANAIOLA (PD), pur deplorando la reiterata proposizione di argomentazioni unilaterali da parte dell'Osservatorio militare, riterrebbe opportuno disporre l'audizione del presidente di tale associazione.

La senatrice FONTANA (PD) ritiene inaccettabile che dopo essersi appellata al Capo dello Stato e ad altre autorità con argomenti mistificatori sui lavori della Commissione e con una volontaria distorsione dell'effettivo contenuto degli atti da essa prodotti, l'Osservatorio militare possa essere formalmente invitato ad una audizione. Ricorda tra l'altro che nel comunicato citato dal Presidente fu esplicitamente dichiarata l'intenzione della Commissione di accogliere una eventuale richiesta di audizione da parte del presidente della predetta associazione, richiesta mai pervenuta. A fronte di tale disponibilità all'ascolto, si continua invece con una condotta che è diventata motivo di pesante turbativa dell'attività di inchiesta in essere.

La senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE) ritiene che non vi sia materia per una audizione dell'Osservatorio militare, che oltre a sindacare in termini inaccettabili la capacità della Commissione di condurre l'inchiesta e valutarne i risultati, non ha mai esplicitato le materie sulle quali intenderebbe portare il proprio contributo. A suo avviso la Commissione non dovrebbe ascoltare un organismo che esprime giudizi negativi sul suo operato adducendo argomentazioni del tutto prive di fondamento, poiché essendo tuttora in corso l'attività istruttoria, non vi sono al momento atti che esprimano in via definitiva la volontà della Commissione stessa. Solo su tali atti, quale ad esempio potrebbe essere la relazione conclusiva, sarebbe legittimo esprimere posizioni di consenso o dissenso. In assenza di essi, qualunque valutazione sul lavoro in corso risulta infondata e pretestuosa.

Il PRESIDENTE dichiara di concordare con quanto affermato, in particolare per quel che riguarda l'accertamento della effettiva rappresentatività dell'Osservatorio militare. Ritiene pertanto che i termini della discussione odierna debbano essere riportati nella comunicazione che verrà inviata alla Presidenza del Consiglio.


Comunicazioni del Presidente sui lavori della Commissione


Il PRESIDENTE dichiara preliminarmente di avere aderito volentieri alla richiesta rivoltagli da alcuni senatori, di avviare un dibattito per delineare un primo bilancio dell'attività svolta della Commissione. Fa quindi presente che dal giorno della sua costituzione, il 15 settembre 2010, la Commissione ha tenuto 28 sedute, compresa quella odierna, delle quali solo le prime due sono state dedicate agli adempimenti preliminari - costituzione dell'Ufficio di Presidenza e approvazione del Regolamento interno - mentre le restanti sono state dedicate quasi esclusivamente allo svolgimento di audizioni; l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi politici ha tenuto nove sedute, una delle quali, il 29 settembre 2010, è stata dedicata all'audizione informale della senatrice Brisca Menapace e del senatore Franco, presidenti della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito rispettivamente nella XIV e nella XV Legislatura.
Se si prendono in considerazione le materie oggetto dell'inchiesta, quali risultano in particolare dall'articolo 1, comma 1 della Deliberazione istitutiva 16 marzo 2010, si può constatare che in questa fase dei suoi lavori la Commissione si è concentrata in primo luogo sui casi di morte e malattie gravi che hanno colpito il personale impiegato nelle missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di stoccaggio di munizionamenti, in relazione all'esposizione a fattori patogeni di varia natura, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione di nanoparticelle a seguito della esplosione dei predetti proiettili, come precisa l'articolo 1, comma 1 lettera a) della Deliberazione istitutiva 16 marzo 2010. A questa materia sono state dedicate in particolare le audizioni dei consulenti, dei vertici dell'autorità sanitaria militare e delle associazioni dei parenti delle vittime, nonché del prof. Amadori, coordinatore del Comitato scientifico del Progetto SIGNUM e di altri componenti di detto Comitato, e il responsabile scientifico della ricerca commissionata dal Ministero della difesa sulle patologie del tratto riproduttivo maschile nei reduci da missioni internazionali, prof. Foresta.
Ne è derivato un quadro molto articolato, che, tuttavia, consente di formulare alcune valutazioni provvisorie, anche sulla scia di quanto fu affermato nelle relazioni conclusive delle inchieste svolte rispettivamente nella XIV e XV legislatura: in primo luogo, nelle audizioni sono risultate prevalenti le voci di coloro i quali richiamano l'attenzione sulla molteplicità di cause suscettibili di dare luogo alle patologie tumorali ed a quelle autoimmuni nel personale operante in teatri esteri ovvero adibito a specifiche mansioni in patria, per cui restringere il campo dell'inchiesta soltanto all'uranio impoverito è apparso quanto meno restrittivo. Pertanto, per questo aspetto, l'azione svolta dalla Commissione appare coerente con il mandato conferitole, poiché la problematica dell'uranio impoverito è stata inquadrata in una visione più ampia, considerato anche che molte autorevoli testimonianze acquisite nel corso dell'istruttoria hanno sottolineato la scarsa pericolosità della sola esposizione all'uranio impoverito, data la limitata radioattività di questo materiale. Questa constatazione - prosegue il Presidente - non esime, peraltro, dal raccomandare l'uso di adeguate attrezzature di protezione individuale nel maneggio e nello stoccaggio di tali materiali, sempre qualora se ne dovesse entrare in contatto durante le missioni internazionali, dato che i rappresentanti della Difesa ascoltati hanno costantemente negato che le Forze Armate italiane abbiano mai detenuto o fatto uso di armamenti all'uranio impoverito.
Soffermandosi sugli effetti patogeni delle nanoparticelle prodotte dall'impatto dei proiettili sul bersaglio, il Presidente osserva che su tale materia sono stati acquisiti documenti, testimonianze scientifiche e contributi tali da fare ritenere che questo ambito di indagine possa essere ulteriormente approfondito, tanto più che da parte di alcuni consulenti è stata avanzata l'ipotesi che la presenza nei tessuti di nanoparticelle di metalli pesanti inspirate o ingerite possa dare luogo a patologie di varia natura, non solo neoplastiche ma anche autoimmuni. A questo proposito, occorre ricordare che la prima missione di una delegazione della Commissione è stata effettuata a Lecce (11-12 marzo), al fine di approfondire, in occasione del Congresso di immunologia organizzato dall'Associazione IMID, la problematica riguardante l'elaborazione di protocolli diagnostico-terapeutici condivisi e dedicati per le malattie da uranio, oggetto di uno specifico incontro tra una delegazione della Commissione ed esperti del settore.
Il Presidente ricorda quindi che la Commissione ha dedicato una particolare attenzione alla problematica dei poligoni, e segnatamente del Poligono interforze di Salto di Quirra, in considerazione della dimensione di tale struttura e dell'allarme sociale diffusosi in particolare in questi ultimi mesi in relazione alle condizioni ambientali e sanitarie dell'area e alle ipotizzate ricadute negative dell'attività del Poligono sulla salute dei militari e delle popolazioni residenti. La recente missione di una delegazione della Commissione, svolta nei giorni 29 e 30 marzo, ha consentito di approfondire la conoscenza di tale realtà e di constatare sia la disponibilità delle autorità militari a fornire il loro contributo per fare chiarezza su tale controversa questione, sia l'interesse ed il consenso suscitato dalla posizione assunta dalla Commissione - suffragata anche dall'approvazione di due mozioni su tale problema da parte dell'Assemblea del Senato - circa la necessità di promuovere un'indagine epidemiologica a carattere sistematico nell'area interessata, gestita in modo coordinato dalla Regione Sardegna e dall'Istituto superiore di sanità, con il coinvolgimento delle competenze esistenti a livello nazionale e di quelle maturate a livello locale. Ciò anche nel quadro di una costante attenzione nei confronti dell'indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Lanusei, e sulla quale il procuratore, dott. Fiordalisi, ha fornito di recente un'ampia informativa alla Commissione. Sempre sul tema del Poligono di Salto di Quirra, sono stati ascoltati in Commissione l'assessore alla sanità della regione Sardegna, il coordinatore della Commissione tecnica di esperti del Comitato di indirizzo territoriale e, nel corso della missione, i rappresentanti degli enti locali, delle ASL competenti per territorio, delle associazioni ed alcuni esponenti della società civile. Occorre peraltro tenere presente che altri poligoni attivi sul territorio nazionale presentano delle criticità, sul versante sanitario ed ambientale, meritevoli di essere approfondite: ad esempio, anche nel corso della missione in Sardegna, durante le audizioni è stato fatto qualche riferimento al Poligono di Capo Teulada, specialmente per quello che riguarda l'asserito degrado ambientale di alcune aree interne. Inoltre, nel caso dei poligoni, la problematica relativa alla salute e sicurezza del personale militare è strettamente connessa a quella riguardante la popolazione civile, anch'essa oggetto dell'inchiesta, come peraltro chiarito alla lettera a), comma 1, della Deliberazione istitutiva 16 marzo 2010.
Un altro tema che è stato approfondito nelle audizioni è quello relativo ai vaccini ed ai possibili rischi derivanti al personale militare per la composizione e le modalità di somministrazione. Su questo punto, il Presidente ricorda che sono stati ascoltati punti di vista molto differenti, e appare senz'altro opportuno un ulteriore approfondimento, ascoltando in particolare, l'Istituto superiore di sanità e l'Agenzia italiana del farmaco. Il tema dei vaccini - aggiunge il Presidente - è espressamente richiamato alle lettere d) ed e) del comma 1, articolo 1 della citata Deliberazione istitutiva: per questo profilo, appaiono del tutto immotivate e di dubbia buona fede, le critiche rivolte alla Commissione, di essersi concentrata sulla questione dei vaccini al fine di minimizzare il danno potenzialmente derivante dall'uranio impoverito. Si tratta piuttosto di un filone di inchiesta doverosamente battuto dalla Commissione nel quadro della ricerca delle cause delle malattie e dei decessi di militari che non sono mai stati all'estero e che hanno contratto le patologie in condizioni ambientali e sanitarie diverse da quella del personale destinato ai teatri operativi. Il lavoro di approfondimento è in corso, e finché la Commissione non adotterà proprie deliberazioni in materia, è del tutto improprio attribuirle delle conclusioni in un senso o nell'altro.
In continuità con le inchieste svolte nelle passate Legislature, è stata poi affrontata la questione degli indennizzi previsti dalla legge in favore del personale militare affetto da malattie permanentemente invalidanti, equiparato alle vittime del dovere, nonché in favore dei familiari dei superstiti. In particolare, l'attenzione della Commissione si è soffermata sulla disciplina normativa del relativo procedimento, oggetto delle audizioni del Direttore generale di PREVIMIL, del Capo dell'Ufficio Legislativo del Ministero della difesa e, da ultimo, del Sottosegretario Cossiga. Come è noto, la Commissione ha seguito con interesse le iniziative legislative intese a rimuovere ostacoli procedurali che risultavano avere completamente bloccato, alla data del 3 novembre 2010 - quando il Direttore generale di PREVIMIL, ascoltato dalla Commissione, fornì tale informazione - l'erogazione dei benefici per il personale colpito da malattie invalidanti ovvero deceduto per cause riconducibili alla contaminazione da uranio impoverito. La modifica della relativa disciplina normativa, recata in origine dalla legge finanziaria del 2008, è stata introdotta con la recente conversione in legge del decreto legge di proroga delle missioni internazionali, ed ha ripristinato, nel suo significato originario, il principio di probabilità enunciato nella relazione conclusiva dell'indagine svolta nella XV Legislatura: prendendo atto che, allo stato delle conoscenze, non era possibile né affermare né escludere del tutto il nesso causale tra la contaminazione da uranio impoverito e l'insorgere delle patologie, la Commissione ritenne allora preferibile che la materia fosse regolata attribuendo i benefici previsti dalla legge a coloro i quali, essendosi recati in missione all'estero, avessero comunque contratto le predette patologie, a prescindere dalla dimostrazione di un nesso di causalità. Si tratta ora di verificare che la nuova formulazione normativa si traduca in modifiche conseguenti delle disposizioni regolamentari, di cui al DPR n. 37 del 2009 che, di fatto, disciplinano il procedimento nel dettaglio; la semplificazione di esso potrà, infatti, consentire di dare risposte tempestive alle vittime e, nel caso dei superstiti, alle famiglie. Per questo aspetto, la Commissione ha dato seguito alla previsione di cui al comma 2 dell'articolo 1, relativa all'attuazione delle indicazioni contenute nella Relazione conclusiva dell'inchiesta svoltasi nella passata Legislatura, nonché alla lettera g) del comma 1, articoli 1 della Deliberazione istitutiva.
Il Presidente prosegue la sua esposizione osservando che se si valuta l'attività svolta fino ad oggi alla luce dell'ambito oggettivo dell'inchiesta, tracciato dal citato articolo 1, rimangono ancora da approfondire ulteriormente le materie di cui alle lettere b), c) ed f) relative, rispettivamente, alla valutazione delle migliori forme di sistemazione logistica e dei più appropriati dispositivi di protezione individuale in relazione alla specificità dei teatri operativi; all'adeguatezza della raccolta e della analisi epidemiologica dei dati sanitari relativi al personale militare e civile interessato dall'inchiesta; ai rischi associati alla presenza di gas radon e di materiali contenenti amianto nelle installazioni militari. Mentre su quest'ultimo punto furono fatti dei cenni dal Direttore generale della sanità militare, nel corso della sua audizione, per quanto riguarda la lettera c) occorre richiamare il forte impegno della Commissione per l'avvio di una indagine epidemiologica nell'area del Poligono di Salto di Quirra. Potrà inoltre essere opportuno acquisire informazioni sull'attività dell'Osservatorio epidemiologico della Direzione generale della Sanità militare, presso il quale dovrebbero essere centralizzati dati di grande interesse per l'inchiesta, mentre per quel che riguarda la ricerca sulla sistemazione logistica e sulla dotazione dei dispositivi di protezione individuale, potrà essere utile, limitatamente ai poligoni, acquisire i documenti di valutazione dei rischi, che dovrebbero contenere le indicazioni relative anche all'adozione delle misure necessarie per azzerare o ridurre al minimo il rischio professionale.

Il Presidente, considerata anche l'esigenza rappresentatagli da alcuni senatori di prendere parte alle sedute delle Commissioni permanenti, propone quindi di rinviare ad altra seduta lo svolgimento del dibattito sulle sue comunicazioni.

Segue una breve discussione sulle modalità di prosecuzione del dibattito sulle comunicazioni del Presidente, alla quale prendono parte la senatrice FONTANA (PD), il senatore FERRANTE (PD), il senatore CAFORIO (IdV), la senatrice GRANAIOLA (PD) e il PRESIDENTE.

Al termine si conviene di convocare la prossima seduta della Commissione martedì 19 aprile alle ore 8,30.

Il seguito delle comunicazioni del Presidente sui lavori della Commissione è quindi rinviato.

Audizione del Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (PREVIMIL) del Ministero della Difesa

Il PRESIDENTE ringrazia il dott. Bilanzone per la sollecitudine con cui ha accolto l'invito della Commissione a riferire brevemente, per quanto di competenza del suo ufficio, sullo stato di avanzamento del lavoro per la revisione delle disposizioni recate dal regolamento di cui al Decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009 in relazione alle modifiche normative recentemente apportate in sede di conversione del decreto legge di proroga delle missioni internazionali, con l'esplicita finalità di semplificare le procedure per l'attribuzione dei benefici previsti dalla legge in favore del personale militare e civile che, avendo preso parte a missioni all'estero, ha successivamente contratto patologie invalidanti ovvero, in caso di decesso, in favore dei familiari. In particolare la Commissione vorrebbe sapere se vi sono ostacoli all'adozione di tali norme e, in caso di risposta affermativa, di quale natura. Avverte infine che il Capo dell'Ufficio Legislativo della Difesa ha fatto sapere di non poter essere presenta alla seduta odierna per improrogabili impegni connessi al suo ufficio e pertanto verrà ascoltato sul medesimo oggetto, per la parte di sua competenza, in una successiva seduta.

Il dott. BILANZONE dichiara che una bozza di regolamento è attualmente nella fase del concerto con le altre amministrazioni. Dopo aver ricordato che l'iter prevede anche il parere del Consiglio di Stato, osserva che il testo in discussione, che modificherà il decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 - nel quale è stato rifuso il Decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009 - sicuramente snellisce le procedure di attribuzione dei benefici testé richiamati dal Presidente, poiché l'accertamento del nesso di causalità è effettuato in relazione alle particolari condizioni operative ed ambientali alle quali fa riferimento la norma di rango primario e tra le quali ovviamente è inclusa anche l'ipotesi di contaminazione da uranio impoverito. Il medesimo schema ridefinisce, ampliandolo, il concetto di missione; conferma la validità delle domande presentate alla data del 31 dicembre 2010; ridefinisce il concetto di particolari condizioni operative ed ambientali con riferimento al personale ammalatosi non in missione, ma in servizio, ad esempio, nei poligoni; non prevede infine il piano di riparto, poiché si cerca di erogare integralmente gli importi previsti dalla legge per gli istituti indennitari, nel presupposto che ad eventuali carenze finanziarie si possa fare fronte mediante il recupero di risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero della Difesa.

Il PRESIDENTE chiede al dott. Bilanzone se si possano considerare definitivamente rimosse le vischiosità procedurali che egli stesso aveva messo in rilievo nell'audizione del 3 novembre 2010.

Il dott. BILANZONE precisa che, pur in presenza di una obiettiva semplificazione procedurale, resta fermo il passaggio per il Comitato di verifica delle cause di servizio, deputato ad accertare la riconducibilità di queste ultime alle peculiari condizioni operative ed ambientali cui fa riferimento la legge.

Il PRESIDENTE osserva che occorrerebbe rimuovere qualsiasi discrezionalità dell'amministrazione, per consentire l'erogazione immediata dei benefici a chi, avendo partecipato a missioni all'estero, abbia contratto patologie invalidanti ovvero, in caso di decesso ai superstiti.

La senatrice SBARBATI (UDC, SVP, Aut: UV-MAIE-IS-MRE) osserva che la verifica effettuata dal citato Comitato circa la sussistenza della causa di servizio reintroduce la dimostrazione del nesso di causalità tra particolari situazioni operative ed ambientali e l'insorgere delle patologie della quale la Commissione, nel corso dei suoi lavori, aveva sollecitato la eliminazione, anche sulla scia di quanto si afferma comunemente nella comunità scientifica circa la impossibilità di ricondurre ad un unica causa alcune patologie. Per questo aspetto permane a suo avviso una contraddizione tra l'intenzione del legislatore e la lettera delle disposizioni regolamentari in via di adozione, che non manca di suscitare forti perplessità. Anche il venir meno del piano di riparto può rivelarsi una soluzione non agevole, considerata la difficoltà di spostare risorse all'interno dello stato di previsione di uno stesso dicastero, in questo caso del Ministero della Difesa. Poichè la Commissione è fermamente determinata a pervenire a conclusioni positive sulla materia oggetto dell'odierna audizione, la senatrice Sbarbati ritiene indispensabile acquisire elementi certi in ordine alle modalità operative del Comitato per la verifica delle cause di servizio, all'idoneità delle proposte illustrate dal dott. Bilanzone relativamente al piano di riparto ed ai tempi necessari per la conclusione dell'iter di adozione del regolamento.

Il senatore CAFORIO (IdV), nell'associarsi alle considerazioni ed alle richieste della senatrice Sbarbati, sottolinea che la Commissione ritiene prioritario l'obiettivo di accelerare i tempi relativi all'erogazione dei benefici di legge agli aventi diritto. A tale proposito chiede chiarimenti su una segnalazione ricevuta, riguardante il blocco dei, decreti di pensione privilegiata ordinaria dal settembre 2010 ad oggi.

Il dott. BILANZONE ritiene che il senatore Caforio si riferisca alla delibera della Corte dei Conti del dicembre 2010, con la quale è stata delegata alle amministrazioni la competenza a registrare alcuni decreti di pensione. Su tale materia permangono alcune incertezze in ordine alla natura delle pensioni incluse nella predetta delibera, nonché alle competenze riguardanti l'apposizione del visto ai decreti. Pur in presenza tali perplessità, la Direzione Generale per la previdenza militare ha già inviato al visto della Ragioneria un'aliquota dei decreti. Dopo il visto, per rendere esecutivi i provvedimenti, occorre solo l'accoglimento da parte dell'INPDAP.

Il PRESIDENTE ritiene opportuno proseguire l'audizione del dott. Bilanzone contestualmente all'audizione del Capo dell'Ufficio Legislativo del Ministero della Difesa, in una prossima seduta, avente per oggetto la medesima materia trattata nell'odierna audizione.

Dopo che il dott. BILANZONE ha manifestato la sua disponibilità a proseguire in altra data la sua audizione, la Commissione accoglie la proposta del Presidente.

Il seguito dell'audizione è quindi rinviato.


CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi martedì 19 aprile, alle ore 8,30, con il seguente ordine del giorno: seguito delle comunicazioni del Presidente sui lavori della Commissione; seguito dell'audizione del Direttore Generale della previdenza militare, della leva e del collocamento al lavoro dei volontari congedati (PREVIMIL); audizione del Capo dell'Ufficio Legislativo del Ministero della Difesa.


La seduta termina alle ore 16.