Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Mercoledì 23 novembre 2011
52a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA

indi del Vice Presidente
GALPERTI


Interviene il Gen. Prof. Raffaele D'Amelio, Coordinatore delle strutture operative del Comitato per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CPCM) del Ministero della difesa, accompagnato dal Gen. Giacomo Simeone, Segretario del Comitato, il Brig. Gen. Medico Mario Peragallo, il Col. Medico Roberto Biselli, direttore dell'Osservatorio epidemiologico militare.


Assistono alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, i collaboratori della Commissione, il dottor Armando Benedetti, la dottoressa Antonietta Gatti, il colonnello Alessandro Popoli.


La seduta inizia alle ore 14,10.


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna.

Audizione di una rappresentanza del Comitato per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (CPCM)

Il PRESIDENTE ringrazia gli intervenuti per la sollecitudine con cui hanno accolto l'invito della Commissione a prendere parte all'audizione odierna. Ricorda che il Comitato per la prevenzione ed il controllo delle malattie è stato istituito anche in conseguenza dell'impegno profuso dalle Commissioni parlamentari di inchiesta costituite nella XIV e nella XV legislatura per poter disporre, come si legge nella relazione sulle risultanze dell'inchiesta svolta dalla Commissione presieduta dalla senatrice Brisca Menapace "di serie indicazioni statistiche, epidemiologicamente significative, riguardanti sia il personale militare che quello civile". Nella stessa relazione, si esprime altresì l'auspicio che l'intervenuta costituzione del Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie del Ministero della difesa, composto da ricercatori di riconosciuta competenza scientifica, potesse concorrere ad addivenire ad una più completa conoscenza del fenomeno delle patologie che hanno colpito il personale militare sia nelle missioni internazionali sia in patria e, di conseguenza, pervenire a più precise valutazioni in ordine a tale problematica.
Il Presidente ricorda, infine, che nel preambolo del decreto 23 novembre 2007, istitutivo del Comitato, viene fatto esplicito riferimento, tra l'altro, proprio alle proposte del Presidente pro tempore della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito.
La Commissione è pertanto interessata a conoscere l'attività svolta dal Comitato e i suoi prossimi impegni, nella certezza che con l'audizione odierna si aggiungeranno importanti elementi di conoscenza al quadro che si viene componendo.

Prende quindi la parola il prof. D'AMELIO, il quale precisa preliminarmente che egli interviene in qualità di coordinatore delle strutture operative di ricerca che agiscono su impulso e per conto del Comitato. Dà quindi brevemente conto dell'origine del Comitato per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CPCM) del Ministero della difesa, istituito con decreto ministeriale 23 novembre 2007 dal Ministro della difesa pro tempore Arturo Parisi, con il compito di fornire consulenza su studi e ricerche nell'ambito delle seguenti aree: epidemiologia tradizionale e molecolare, attraverso analisi di informazioni ricevute e di interventi attivi, di malattie trasmissibili e non trasmissibili, nonché di eventi traumatici; ezio-patogenesi, diagnostica e prevenzione di malattie trasmissibili e non trasmissibili; problematiche sanitarie conseguenti a contaminazioni ambientali, in particolare da agenti radiologici nucleari, chimici e biologici; farmaci, vaccini, emoderivati.
Il prof. D'Amelio ricorda altresì che la nomina dei componenti della Commissione avvenne a seguito di contatti intercorsi tra il Ministero della difesa, della salute e dell'istruzione, e che anche la Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito ebbe parte attiva nella fase istitutiva. Dopo aver precisato che nel 2009 il Comitato ha assunto la composizione ancora attualmente vigente, si sofferma sulle qualifiche scientifiche e professionali di ciascuno dei componenti, ricordando, in particolare, che il Capo Ufficio Generale della sanità militare e il Direttore Generale della sanità militare, che facevano parte del Comitato nella composizione originaria, sono stati successivamente sostituiti dal consigliere del Ministro della difesa pro tempore, gen. Anaclerio.
L'attività del Comitato si è concretizzata nella elaborazione di alcuni progetti di ricerca, che sono già stati approvati dal Ministero della difesa ed hanno iniziato a ricevere i relativi finanziamenti. Tra tali progetti, segnala in primo luogo quello relativo a sicurezza, immunegenicità ed efficacia delle vaccinazioni del personale militare, di cui egli stesso è ricercatore proponente, che tocca un tema oggetto di particolare approfondimento nell'ambito dell'inchiesta parlamentare in corso. A tale proposito, ricorda che, pur essendo evidente l'efficacia di tale strumento nella lotta contro le malattie infettive, alcuni ricercatori hanno soffermato la loro attenzione sulle reazioni avverse, eventi che effettivamente si verificano, ma con una incidenza statisticamente marginale, che nulla toglie al ruolo centrale dei vaccini come strumento di prevenzione e di tutela della salute del pubblico. Il prof. D'Amelio dà quindi conto delle caratteristiche scientifiche del progetto, che consisterà nel controllo sugli effetti dei vaccini somministrati ad una coorte di militari per metà impegnati in missioni fuori area e per l'altra metà dislocati su un territorio nazionale, con lo scopo di valutare la qualità della risposta immunologica e monitorare eventuali effetti collaterali.
E' stato altresì approvato un progetto di ricerca su un nuovo modello per la tossicità dell'uranio impoverito nonché un progetto sul follow up della patologia incidente nel personale militare e civile del Poligono interforze di Salto di Quirra, in relazione alle esposizioni presenti negli ambienti di lavoro. Tale progetto è stato proposto dal prof. Cocco.
Un altro progetto già approvato e in corso di svolgimento riguarda l'esposizione al gas radon nei dipendenti dell'Amministrazione della difesa ed i suoi effetti sulla salute, mentre la dott.ssa Gatti, collaboratrice della Commissione, ha promosso un progetto sulla valutazione dell'esposizione a nanoparticelle ambientali in modelli vegetali.

La dott.ssa GATTI, intervenendo su invito del PRESIDENTE, precisa che il progetto da ultimo citato dal prof. D'Amelio si propone di riprodurre condizioni ambientali analoghe a quelle che possono verificarsi nel Poligono di Salto di Quirra, simulando in una serra l'impatto delle polveri su alcune piante. Segnala che il progetto si svolge in collaborazione con l'Istituto di tecnologia di Genova, che assicura anche una parte delle risorse finanziarie necessarie.

Riprendendo la sua esposizione, il prof. D'AMELIO fa presente che il Comitato presta una particolare attenzione al profilo della rilevanza epidemiologica di alcune malattie che in questi ultimi anni hanno destato un crescente allarme nell'opinione pubblica. Di tale materia si è occupato in particolare il prof. Peragallo. I dati raccolti in proposito e la ricerca di eventi collegati con il servizio prestato dal personale militare che potrebbero essere presi in considerazione come un fattore incrementale del dato epidemiologico, conducono a conclusioni rassicuranti e consentono di ridimensionare le pur comprensibili preoccupazioni che si sono manifestate anche di recente nella pubblica opinione.

Il PRESIDENTE osserva che la Commissione deve fornire risposte chiare ed obiettive sui rischi nei quali possono incorrere i giovani che si accingono a prestare il servizio militare, nonché sulle misure di prevenzione e protezione della salute che vengono adottate dalle Forze Armate.

Il prof. D'AMELIO assicura il Presidente che fornire una risposta a tali quesiti è la principale preoccupazione del Comitato, che oggi è pienamente operativo, attraverso l'individuazione e l'avvio di progetti su aree sensibili. Peraltro, anche laddove si può parlare di una proiezione pluriennale dei progetti, il Ministero raccomanda di pervenire rapidamente alle conclusioni, per fornire strumenti operativi efficaci all'attività di prevenzione e controllo. Tale esigenza di tempestività, peraltro, trova riscontro anche nel fatto che tutti i progetti sono attualmente finanziati limitatamente ad un anno.
Tornando sulla questione dei vaccini, il prof. D'Amelio sottolinea come storicamente le Forze Armate possano vantare il merito di essere state antesignane nell'introduzione di obblighi di vaccinazione per alcune malattie, precedendo anche di molti anni l'introduzione di misure analoghe nella sfera civile. Infatti, poichè la diffusione delle malattie infettive può condizionare in modo determinante l'operatività di un esercito, il livello di attenzione delle Forze Armate su questa particolare problematica è stato sempre molto elevato, ed ha prodotto risultati indiscutibilmente lusinghieri, consistenti nella quasi totale eliminazione di malattie come il morbillo, la rosolia e la meningite.
Inoltre, con lo sviluppo della ricerca, le strutture della sanità militare hanno approfondito l'indagine sugli effetti dei vaccini, che è diventata preliminare alla loro introduzione obbligatoria. Le ricerche e gli approfondimenti svolti in ambito militare su questo tema sono numerosi, e molti di essi hanno prodotto risultati pubblicati da qualificate riviste scientifiche. Permane peraltro la delicatezza della questione nel suo complesso, ma è indiscutibile che, pur essendo sempre possibili reazioni avverse alla somministrazione dei vaccini, questi ultimi producono per l'insieme della popolazione benefici che superano di gran lunga il pregiudizio derivante dagli effetti collaterali, che pure si verificano, ma in misura statisticamente minima. Peraltro, occorre anche precisare che gli ufficiali medici vaccinatori sono destinatari di attività di formazione specifica, proprio al fine di evitare che nella somministrazione effettuata a livello periferico possano verificarsi inconvenienti di qualsiasi tipo. Inoltre, ogni modifica della schedula vaccinale - la più recente è del 2003, messa in atto però nel 2008 - è accompagnata dall'adozione da parte dell'Autorità sanitaria militare di direttive estremamente dettagliate.

La senatrice GRANAIOLA (PD) ritiene essenziale conoscere nel dettaglio la durata prevista per la conclusione dei singoli progetti di ricerca, nonché il relativo onere finanziario. Il prof. D'Amelio ha infatti parlato di progetti pluriennali e sarebbe pertanto opportuno conoscere, per ciascuno di essi, lo stato di avanzamento e i finanziamenti erogati. Per quanto riguarda la questione dei vaccini, fa presente di avere costantemente notizie di decessi di militari per malattie le cui cause risultano alquanto difficili da individuare. Esistono quindi problemi la cui soluzione è urgente e che non possono essere elusi, magari trincerandosi dietro le statistiche. E' senz'altro opportuno che i medici vaccinatori siano costantemente seguiti sul piano della formazione, ma, al tempo stesso, occorrerebbe comprendere meglio se sono state effettuate verifiche relative a possibili reazioni avverse prodotte dalle vaccinazioni effettuate nei teatri operativi, nelle caserme ovvero in altre installazioni militari. Nel complesso, e dalle informazioni di cui dispone, la senatrice Granaiola desume che l'opera di prevenzione e protezione in ambito militare presenta notevoli lacune e necessita di numerosi miglioramenti e di un forte potenziamento.

La senatrice FONTANA (PD) sottolinea l'importanza di disporre di un quadro completo dei progetti di ricerca approvati, del loro stato di avanzamento e dei finanziamenti finora erogati. Chiede quindi di comprendere meglio le caratteristiche del progetto relativo al Poligono di Salto di Quirra, e ricorda che è ormai prossimo l'avvio di un'inchiesta epidemiologica a carattere sistematico, riferita all'area del Poligono, e condotta dall'Istituto superiore di sanità d'intesa con l'Assessorato alla sanità della regione Sardegna. Occorrerebbe valutare la compatibilità dei due progetti, al fine di evitare sovrapposizioni che potrebbero comportare una cattiva utilizzazione di risorse pubbliche.
Anche sulla questione dei vaccini è necessaria una puntualizzazione: la Commissione ha ascoltato, tra gli altri, esperti, associazioni e familiari delle vittime, e nessuno mette in discussione l'efficacia dei vaccini ed i grandi benefici che la loro utilizzazione comporta per la popolazione. La questione è diversa, poiché quando si parla di sicurezza delle vaccinazioni non si fa riferimento al farmaco ma alle modalità di somministrazione e al controllo su di essa. La questione che la Commissione intende approfondire riguarda questo aspetto e, in particolare, il modo in cui viene assicurata, in ambito militare, l'osservanza dei protocolli relativi alla somministrazione a livello periferico.
Con riferimento al comunicato stampa del Comitato, in data 4 maggio 2011, consegnato ai componenti della Commissione, la senatrice Fontana dichiara di condividere il richiamo, ivi contenuto, all'esigenza di evitare un approccio alle questioni sanitarie confuso e approssimativo, basato su premesse non sufficientemente fondate sotto il profilo scientifico. Tuttavia, poiché sui vaccini e su altre questioni oggetto dell'inchiesta parlamentare vi sono progetti di ricerca ancora in corso, promossi dal Comitato, occorre anche evitare di anticipare le conclusioni, in un senso o nell'altro, poiché, in tal caso, verrebbe meno proprio l'approccio scientifico invocato, tanto più se si considera che l'obiettivo di assicurare la serenità del personale militare e delle famiglie può essere perseguito solo attraverso una ricerca incondizionata della verità.

Il prof. D'AMELIO precisa che i progetti di cui ha dato conto nella relazione introduttiva sono stati avviati solo in seguito all'approvazione intervenuta lo scorso anno e all'erogazione dei primi finanziamenti, nell'anno in corso. Per l'avvio di alcuni di essi, inoltre, è stato anche necessario attendere il via libera da parte dei comitati etici. Inoltre, gli Stati Maggiori debbono ancora identificare i reparti presso i quali i responsabili dei progetti possono recarsi per reperire i volontari disposti a prestarsi all'effettuazione dei prelievi. Al momento, i progetti sono solo annuali. Per quanto riguarda il progetto dei vaccini, di cui egli è proponente, il riferimento alla proiezione pluriennale deve intendersi come espressione dell'auspicio di poter seguire nel tempo la condizione sanitaria della coorte presa in considerazione.

La senatrice GRANAIOLA (PD) esprime il timore che il protrarsi nel tempo dei pur apprezzabili progetti di ricerca elencati dal prof. D'Amelio lasci inevasi gli interrogativi essenziali ed improcrastinabili ai quali ha fatto riferimento il Presidente nel suo precedente intervento. A suo avviso, sarebbe preferibile che il Comitato si dedicasse a promuovere la prevenzione ed il controllo sanitario in ambito militare, con l'obiettivo di migliorare un'attività a suo avviso largamente deficitaria.

Il prof. D'AMELIO osserva che gli obiettivi indicati dalla senatrice Granaiola sono senz'altro condivisibili, ma che essi possono essere conseguiti appieno solo se si dispone di acquisizioni obiettive e definitive quali possono derivare soltanto da un'ampia e approfondita attività di ricerca. Dopo aver fatto presente alla senatrice Fontana che nel comunicato stampa del 4 maggio 2011 il Comitato intendeva ricordare che nessun dato è confutabile se non in base ad una argomentazione sviluppata con metodo scientifico, il prof. D'Amelio dichiara di condividere le preoccupazioni circa la possibilità che la somministrazione dei vaccini possa presentare delle criticità a livello periferico, ma osserva che, per questo aspetto, il mondo militare è tra i più attenti, in particolare per quel che riguarda la formazione e l'aggiornamento, nonché per la messa a punto di precise indicazioni che confluiscono nella direttiva tecnica sulle schedule vaccinali. Pertanto, eventuali criticità a livello periferico costituiscono un rischio possibile ma ridimensionato da una costante e capillare diffusione di una cultura prevenzionistica specifica che, peraltro, fa parte del più generale impegno delle Forze Armate di cercare di svolgere al meglio i propri compiti nel campo della protezione dalle malattie infettive. Per quanto riguarda poi il progetto di ricerca sul Poligono di Salto di Quirra, fa presente che l'Istituto superiore di sanità è rappresentato nel Comitato e che pertanto verrà assicurato il necessario coordinamento tra due livelli di indagine che, peraltro, presentano caratteristiche differenti, considerato che il progetto promosso dal prof. Cocco intende promuovere forme si sorveglianza attiva rispetto a possibili eventi pregiudizievoli per la salute del personale militare e civile che opera nel Poligono.

Il Presidente GALPERTI ricorda che l'Istituto Superiore di Sanità e l'Assessorato alla sanità della Regione Sardegna hanno di recente raggiunto un'intesa sulle modalità di effettuazione dell'indagine epidemiologica nell'area di Salto di Quirra, superando precedenti incomprensioni. La presenza dell'Istituto superiore di sanità nel Comitato dovrebbe peraltro assicurare i necessari raccordi tra i vari livelli di ricerca, per pervenire alla definizione di un quadro sanitario obiettivo della situazione di un'area che, peraltro, è stata anche oggetto del progetto di caratterizzazione ambientale promosso dal Ministero della difesa, i cui risultati, verificati dal Comitato tecnico di esperti coordinato dal dott. Onnis, dovranno anch'essi essere presi in considerazione in sede di attuazione dei progetti di cui si sta discutendo.

Il colonnello BISELLI precisa che il progetto proposto dal prof. Cocco fa riferimento alla popolazione militare e civile che opera all'interno del Poligono di Salto di Quirra. La ricerca epidemiologica che l'Istituto superiore di sanità si accinge ad avviare di concerto con l'Assessorato alla sanità della Regione Sardegna riguarda l'insieme della popolazione civile dell'area del Poligono e, pertanto tra i due progetti vi può essere integrazione, ma non sovrapposizione.

Dopo che il prof. D'AMELIO, rispondendo ad una richiesta del collaboratore della Commissione dott. BENEDETTI, ha chiarito le differenze tra il progetto relativo ai vaccini e alcune conclusioni del progetto SIGNUM, il prof. PERAGALLO, rispondendo ad una richiesta di chiarimenti rivoltogli dalla senatrice GRANAIOLA (PD) precisa che nella sua qualità di medico igienista ha avuto più volte occasione di occuparsi di vaccinazioni. Sia in tale ambito, sia in tutti gli altri ambiti della vita militare, l'attività di prevenzione sanitaria è costante e capillare. Inoltre, l'implementazione delle schedule vaccinali ha consentito l'eliminazione di varie malattie infettive e il conseguimento di successi importanti, sempre sul piano dell'efficacia delle misure di prevenzione, anche nel caso delle missioni all'estero. Infatti l'intervento vaccinale è costantemente effettuato da personale specializzato e nel corso di medicina militare che tutto il personale deve seguire, buona parte dell'insegnamento di igiene è dedicato proprio allo studio e all'approfondimento delle schedule vaccinali, il cui aggiornamento, come è già stato detto, è accompagnato dall'emanazione di dettagliate direttive tecniche. I risultati degli studi da lui condotti - che prescindono dall'ambito proprio del Comitato e rientrano nell'attività di medicina preventiva che fa ora capo all'Osservatorio epidemiologico miliare - presentano risultati rassicuranti, per i quali l'incidenza dei tumori tra il personale militare rientra nei livelli statisticamente prevedibili.
Peraltro, le ricerche in questo ambito presentano dei limiti: in particolare, dopo che i militari hanno lasciato il servizio, essi si sottraggono alla giurisdizione della sanità militare per passare a quella delle ASL. In tali casi, si interrompe la tracciabilità dei dati sanitari e la creazione di un nesso tra ambito militare e ambito civile pone problemi inerenti soprattutto alla tutela della riservatezza di dati sensibili, e richiede l'espressione di un consenso informato da parte dell'interessato, in assenza del quale non si può procedere. Sono state peraltro applicate metodiche statistiche che consentono di valutare le situazioni che sfuggono al controllo della sanità militare: anche in questo caso, i risultati sono rassicuranti, poiché le incidenze stimate non appaiono superiori a quelle previste.

Il Presidente GALPERTI, in relazione alle esigenze di approfondire le problematiche trattate nella seduta odierna, ringrazia gli intervenuti e rinvia ad una prossima seduta, che verrà convocata alle ore 14 di mercoledì 30 novembre, il seguito dell'audizione.


La seduta termina alle ore 15,30