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Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Mercoledì 13 luglio 2011
39a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA


Intervengono il dott. Antonio Onnis, Coordinatore della Commissione tecnica di esperti presso il Comitato misto territoriale per l'indirizzo, l'organizzazione, il coordinamento, la verifica e il confronto delle attività e dei risultati del monitoraggio ambientale condotto nelle aree adiacenti al Poligono interforze di Salto di Quirra, accompagnato dall'ing. Ferdinando Codonesu e dal dottor Armando Benedetti, membri della stessa Commissione; il dott. Alberto Avoli, Vice presidente del Comitato di verifica per le cause di servizio; il dott. Arturo Carmenini, Direttore Generale della Direzione Centrale dei Servizi del Tesoro, componente del Comitato di verifica per le cause di servizio; il Ten. Gen. dott. Federico Marmo, Capo Ufficio Generale della Sanità militare, componente del Comitato di verifica per le cause di servizio; Il Ten. Gen. Michele Donvito, componente del Comitato di verifica per le cause di servizio; il dott. Pietro Tommaselli, Ammiraglio Ispettore, componente Comitato di verifica per le cause di servizio; il dott. Luigi Lista, Col. Medico dell’Ufficio Generale della Sanità Militare, componente del Comitato di verifica per le cause di servizio; il dott. Orazio Strano, Direttore Ufficio XIV della Direzione centrale Servizi del Tesoro del Ministero economia e finanze, componente del Comitato di verifica per le cause di servizio.

La seduta inizia alle ore 14,20


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna. Dispone altresì, ai sensi dell'art. 13, comma 3 del Regolamento interno, l'attivazione del circuito audiovisivo.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE fa presente di avere interpellato, tramite l'ufficio di segreteria, il Gabinetto del Ministro della difesa al fine di organizzare un sopralluogo presso la sede CISAM di San Piero a Grado, presso Pisa, come richiesto a suo tempo dalla senatrice Granaiola. La data suggerita è lunedì 25 luglio, nel presupposto che la missione possa concludersi in una sola giornata. Qualora la Commissione convenga con tale proposta, i senatori interessati sono pregati di comunicare all'Ufficio di segreteria la loro partecipazione, nel più breve tempo possibile

La senatrice GRANAIOLA (PD), nel convenire con la proposta del Presidente, chiede che vengano acquisiti presso la procura della Repubblica di La Spezia gli atti relativi ad eventuali inchieste giudiziarie sulla zona di Pitelli, dove si è registrata una situazione di degrado ambientale, della quale si è ipotizzato sia causa la vicinanza di alcuni siti militari.

Dopo che la Commissione ha accolto la proposta del Presidente circa l'accesso all'area del CISAM di S. Piero a Grado, il PRESIDENTE assicura la senatrice Granaiola che provvederà a richiedere alla procura della Repubblica di La Spezia la documentazione sulla zona di Pitelli.

Audizione del dott. Antonio Onnis, coordinatore della Commissione tecnica di esperti presso il Comitato misto territoriale per l'indirizzo, l'organizzazione, il coordinamento, la verifica e il confronto delle attività e dei risultati del monitoraggio ambientale condotto nelle aree adiacenti al Poligono interforze di Salto di Quirra

Il PRESIDENTE, nel ringraziare i presenti per avere accolto l'invito della Commissione, ricorda che il dott. Onnis ha già riferito nella seduta del 22 giugno sul contenuto della relazione conclusiva della Commissione di esperti, di cui è coordinatore, avente ad oggetto la valutazione del progetto di caratterizzazione ambientale promosso dal Ministero della difesa. In tale occasione, si convenne di rinviare il seguito della discussione ad oggi, e nel frattempo anche il Comitato di indirizzo territoriale ha approvato la relazione conclusiva che fa proprie le conclusioni della Commissione di esperti. Il testo è stato trasmesso a tutti i componenti della Commissione.
Dà quindi la parola al dott. Onnis.

Il dottor ONNIS ricorda che nella seduta del 22 giugno, in sede di illustrazione della relazione della Commissione di esperti del Comitato misto di indirizzo territoriale di Salto di Quirra, si era soffermato sulla situazione ambientale dell'area del Poligono Interforze (PISQ), sottolineando la presenza di alcune zone caratterizzate da un elevato livello di degrado, dovuto alla presenza di numerosi fattori inquinanti diretti, riconducibili a sostanze di varia natura, e indiretti, legati al fenomeno della risospensione, con conseguente contaminazione del territorio.
Dopo avere ripercorso le vicende della varie attività di ricerca ambientale che si sono succedute negli ultimi anni fino al progetto conclusosi nel 2011, e dopo avere sottolineato come attualmente vi siano le condizioni per predisporre una mappa dei rischi e dei pericoli per tutta l'area del Poligono, il dottor Onnis osserva che per le aree di maggiore degrado ambientale devono essere adottate misure di preclusione, che escludano in particolare l'esercizio di attività agropastorali, accompagnate da radicali ed urgenti interventi di bonifica; in altre zone la medesima attività di bonifica può svolgersi senza l'adozione di ulteriori divieti, ed in altre zone ancora non sembra necessario il ricorso a misure specifiche. Un altro punto importante - prosegue il dottor Onnis - riguarda l'avvio di un'indagine epidemiologica e sanitaria a carattere sistematico su tutta l'area del PISQ, che affianchi e completi analoghe indagini, che gli risultano essere state svolte dall'autorità sanitaria militare limitatamente al personale del Poligono.
Con riferimento all'accenno del Presidente alla consegna della relazione del Comitato di indirizzo territoriale, occorre ricordare infine che tale documento fa proprie le conclusioni della Commissione tecnica di esperti, contenute nella relazione già trasmessa alla Commissione, nonché le valutazioni espresse dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPAS).

L'ingegner CODONESU osserva che la Commissione tecnica di esperti ritiene che il quadro ambientale dell'area di salto di Quirra sia stato indagato a sufficienza, e pertanto vi sono le condizioni affinché siano adottate le misure che i soggetti decisori riterranno più opportune, senza ulteriori indagini: a suo avviso, gli interventi di bonifica per aree circoscritte costituiscono senz'altro una priorità e dovranno essere prese in considerazione quanto prima.

Il senatore SCANU (PD) osserva che da quanto è stato affermato dal dottor Onnis e dell'ingegner Codonesu si evince che le indagini di tipo ambientale devono essere considerate ormai concluse. Sul territorio sono state effettuate verifiche a campione, in virtù delle quali è possibile affermare oggi che esistono aree fortemente degradate, per le quali sono indifferibili radicali interventi di bonifica. Per altre aree, invece, non risulterebbe un livello di compromissione particolarmente elevato, circostanza che ne consentirebbe l'ulteriore utilizzo. Resta però in sospeso la valutazione delle aree non campionate, per cui un'estensione delle indagini potrebbe fare emergere l'esistenza di ulteriori gravi criticità. D'altra parte, ferma restando la possibilità di proseguire ed ampliare l'ambito degli accertamenti ambientali, è evidente che dal lavoro svolto finora dalla Commissione tecnica di esperti emerge l'esigenza di adottare immediatamente misure di risanamento del territorio non ulteriormente differibili.

Il senatore CAFORIO (IdV) chiede al dottor Onnis quale è la sua opinione sul fatto che il Decreto del Ministro della difesa 28 aprile 2008 ha indebitamente disatteso l'indicazione della Commissione di inchiesta preceduta dalla senatrice Menapace nella XV Legislatura, circa l'esigenza di svolgere contestualmente l'indagine ambientale e quella epidemiologico-sanitaria nell'area del Poligono di Salto di Quirra. Chiede inoltre chiarimenti sull'esito degli accertamenti effettuati nell'ambito del lotto 2, relativo alla valutazione dell'inquinamento elettromagnetico, visto che in molti casi è stato riscontrato il superamento dei valori di soglia. Infine, alla luce delle considerazioni finali della relazione della Commissione tecnica di esperti, chiede di conoscere il parere degli intervenuti sulla possibile correlazione dei fattori di degrado ambientale con patologie di varia natura.

Replicando ai quesiti rivoltigli, il dottor ONNIS fa presente al senatore Scanu che l'attività di campionatura è stata modulata in relazione al livello di intensità dell'attività militare nelle aree considerate e tenendo presenti le richieste e le indicazioni dei sindaci dei comuni competenti per territorio. L'indagine ha verificato che per alcuni contaminanti sono stati superati i limiti prescritti dalla normativa vigente, e su questa base è stato possibile realizzare una mappa dei pericoli, che tiene conto delle zone in cui la concentrazione di fattori inquinanti è elevata. Le zone non esaminate sono quelle nelle quali l'attività militare è risultata irrilevante. Anche grazie all'indagine intrapresa dalla Procura della Repubblica di Lanusei, sarà possibile disporre di una mappa dei pericoli, che non implica peraltro l'automatica individuazione di un rischio per la salute.
Per quello che riguarda il decreto del Ministro della difesa 28 aprile 2008, la Commissione tecnica di esperti, sin dal suo insediamento, ha osservato che il progetto di caratterizzazione ambientale avrebbe dovuto essere svolto contestualmente ad un'indagine di tipo epidemiologico, investendo di tale questione gli interlocutori istituzionali e l'ente committente NAMSA, che di questa posizione hanno preso atto.
Per quello che riguarda le cause delle patologie, l'esperienza della Commissione induce a ritenere che occorra abbandonare ipotesi rivelatesi inconsistenti o viziate da eccessiva unilateralità. L'uranio impoverito, le nanoparticelle di metalli pesanti ed altri agenti tossici possono essere considerati dei co-fattori di una situazione più complessa, da ricondurre all'attività del Poligono e alla peculiare situazione naturale ed antropica dell'area del Salto di Quirra. Si è parlato di presenza di tracce di uranio impoverito in un solo caso, riguardante le ossa di un agnello malformato prelevato nel 2003 e in relazione all'esito della misurazione di un rapporto isotopico. Non è stata però riscontrata la presenza di uranio impoverito sui bersagli presenti nel Poligono, che sono stati infatti dissequestrati, né su altre matrici animali. Peraltro, i campioni raccolti sono a disposizione di chiunque voglia effettuare ulteriori analisi di controllo e verifica di quelle già effettuate.
Sulle patologie riscontrate nella zona del PISQ, vi sono pareri molto discordanti: in un recente intervento, il prof. Veronesi ha sostenuto la scarsa tossicità dell'uranio impoverito, e c'è chi afferma che nell'area del Poligono non vi è alcun rischio specifico per la salute umana. Si tratta di opinioni, che resteranno tali fino a quando le conclusioni di un'indagine epidemiologica a carattere sistematico non produrranno evidenze oggettive circa un'eventuale prevalenza di tumori, in misura superiore ai dati attesi. Attualmente, studi epidemiologici alquanto parziali individuano un maggiore rischio sanitario nell'area della Maddalena rispetto a Quirra, e l'assenza di un registro dei tumori rende ancora più aleatoria qualsiasi ipotesi non fondata su dati oggettivi. Al momento, non si può affermare con certezza che vi sia un nesso causale diretto tra l'esposizione all'uranio impoverito o alle nanoparticelle di metalli tossici e l'insorgere di patologie come i linfomi. Si tratta di fattori che possono concorrere alla determinazione di patologie invalidanti così come l'arsenico, presente nell'area. Proprio per questi motivi, solo lo svolgimento di un'indagine epidemiologica supportata da professionalità adeguate può certificare l'esistenza di un problema sanitario sul territorio. A tale proposito, un importante contributo potrà venire dall'imminente conclusione dell'indagine sullo stato di salute degli animali della zona, che ha visto il coinvolgimento di tutti gli istituti zooprofilattici italiani.

Il senatore FERRANTE (PD) osserva che le conclusioni della Commissione coordinata dal dott. Onnis attestano la presenza di un'alterazione ambientale del territorio. Pur non essendo possibile, al momento, conoscere le conseguenze sanitarie di tale situazione, risulta tuttavia evidente la necessità di intervenire urgentemente per bonificare l'area del Poligono.

Il dott. BENEDETTI fa presente che gli interventi indicati dal senatore Ferrante si rendono effettivamente necessari solo in alcune circoscritte aree del PISQ.

Il senatore SCANU (PD) osserva, che secondo l'esposizione del dott. Onnis, gli accertamenti si sono concentrati nelle zone dove l'attività del Poligono è stata più intensa, mentre sono state tralasciate le aree poco utilizzate o inutilizzate. La dimensione del territorio da bonificare, cui ha fatto riferimento il dott. Benedetti, deve essere quindi riferita all'ambito delle aree indagate.
In altri termini, prosegue il senatore Scanu, la Commissione tecnica di esperti ha individuato aree altamente inquinate, nelle quali si producono rischi di dimensioni tali da escludere che in esse possa svolgersi qualsiasi attività. Per questi casi, si impongono provvedimenti di interdizione, accompagnati da interventi di bonifica. Per altre aree, vale il principio del pericolo, così come descritto dal dott. Onnis. In questo caso, la semplice sussistenza del pericolo deve essere resa nota a quanti fanno uso del territorio.
Pertanto, escludendo la soluzione radicale della chiusura del Poligono, sembrerebbe comunque necessaria l'interdizione e la bonifica di alcune zone.
Per quanto concerne il nesso causale tra fattori inquinanti e l'insorgere di patologie invalidanti, l'inchiesta parlamentare in corso ha chiarito che vi è una responsabilità concorrente di diversi fattori, non solo dell'uranio impoverito, ma di altre sostanze tossiche, di cui sono state trovate tracce nella zona del PISQ, come torio, cadmio, tungsteno e diossina. Pertanto, se la mappatura verrà utilizzata per conoscere il livello di compromissione ambientale del territorio, solo un'indagine epidemiologica a carattere sistematico offrirà i dati necessari a valutare l'effettiva condizione sanitaria della zona e fornirà pertanto ulteriori motivazioni per un adeguato impiego di risorse da finalizzare alla bonifica.

Il dott. ONNIS ritiene che le considerazioni del senatore Scanu fotografino con esattezza la situazione. Precisa che la Commissione da lui coordinata aveva il mandato di verificare la corretta esecuzione dei contratti stipulati per lo svolgimento del progetto di caratterizzazione ambientale. Il collegio ha cercato di mantenersi nei limiti del mandato conferitigli anche se, in alcuni casi, qualche valutazione può essere apparsa come uno sconfinamento dalle proprie competenze.

Il senatore SCANU precisa di aver voluto fornire una sintesi della discussione anche perché la popolazione di Salto di Quirra, con la quale si è di recente incontrato, segue con attenzione i lavori della Commissione e quest'ultima non deve perdere l'occasione offerta dalla pubblicità degli atti parlamentari per cercare di comunicare in modo chiaro ed intellegibile le proprie determinazioni e i propri indirizzi.

Il PRESIDENTE osserva che la problematica relativa al Poligono di Salto di Quirra è parte integrante della materia oggetto dell'inchiesta parlamentare in corso. Già in occasione della missione svolta in Sardegna il 29 e 30 marzo, la Commissione, sollecitata anche dall'avvio dell'inchiesta giudiziaria che proprio negli stessi giorni portò al sequestro di alcune aree del PISQ, ha sottolineato l'esigenza di pervenire rapidamente alla definizione di un progetto per un'indagine epidemiologica a carattere sistematico riguardante l'area in questione, anche al fine di venire incontro alle preoccupazioni della popolazione, frenando al tempo stesso gli eccessi di allarmismo. Ritiene pertanto necessario prevedere di ascoltare in un'unica seduta il Ministero della salute, l'Istituto superiore di sanità, l'Assessorato alla sanità della Regione Sardegna e la Commissione coordinata dal dott. Onnis, al fine di favorire il confronto tra i diversi soggetti potenzialmente coinvolgibili in un'indagine epidemiologica, contribuendo anche in tal modo a dare attuazione alla mozione a suo tempo approvata all'unanimità dall'Assemblea del Senato e sottoscritta dal sen. Scanu come primo firmatario.
Ringrazia quindi gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

Audizione di una delegazione del Comitato di verifica per le cause di servizio

Il PRESIDENTE, nel ringraziare gli intervenuti per avere accolto l'invito della Commissione, ricorda che l'odierna audizione nasce dall'esigenza di approfondire un interrogativo che è stato posto, nel corso della seduta del 14 giugno, dal senatore Galperti, vice presidente della Commissione, interrogativo sulla cui rilevanza molti senatori hanno convenuto.
Il senatore Galperti segnalò l'interesse della Commissione a conoscere, nel rispetto del diritto alla riservatezza degli interessati, la motivazione dei pareri, nonché gli atti relativi, riguardanti le sei domande sulle quali il Comitato di verifica per le cause di servizio si è pronunciato in senso favorevole. In questi casi, infatti - osservava il senatore Galperti - ai sensi della normativa previgente, avrebbe dovuto essere stata accertata la sussistenza di un nesso causale con l'insorgere delle patologie, riconducibile all'esposizione all'uranio impoverito. Tuttavia, da quando è stata istituita la Commissione, si sono svolte numerose audizioni di esperti nel tentativo di comprendere quali sono le cause delle patologie invalidanti che hanno colpito il personale militare, e fino ad oggi l'opinione risultata nettamente maggioritaria afferma che non è possibile accertare l'esistenza di un rapporto causale tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie; di conseguenza il campo di indagine è stato allargato sia agli effetti patogeni derivanti dall'ingestione o dall'inalazione delle nanoparticelle di metalli pesanti prodotte dalle esplosioni di armamenti ad alta tecnologia, ivi comprese quelle all'uranio impoverito, sia alle reazioni avverse alla somministrazione di vaccini. Per tali ragioni, argomentava il senatore Galperti, sarebbe stato di grande utilità conoscere le motivazioni con cui il Comitato di verifica per le cause di servizio ha espresso il proprio parere favorevole: se infatti i pareri fossero basati sull'accertamento della contaminazione da uranio impoverito quale causa certa delle patologie, il campo della ricerca svolta dalla Commissione sarebbe risultato notevolmente circoscritto e ridefinito.
A conclusione della stessa seduta del 14 giugno, la Commissione ed i presenti, convennero sulla proposta della Presidenza di dedicare una specifica audizione a questa materia, il Presidente ringrazia pertanto nuovamente gli intervenuti per i chiarimenti che vorranno fornire e dà loro la parola.

Il consigliere AVOLI, vice presidente del Comitato di verifica per le cause di servizio, ricorda preliminarmente che tale organismo è a composizione mista giuridica e medica e si trova ad affrontare il tema delle causalità speciali anche sulla base di recenti e opportune modifiche alla legislazione vigente, che hanno spostato dall'esposizione all'uranio impoverito alle particolari condizioni ambientali ed operative di impiego, il presupposto per l'accoglimento delle domande di indennizzo.

Il PRESIDENTE ricorda di essersi fatto promotore, nella passata legislatura, di una modifica legislativa, predisposta d'intesa con il Presidente pro tempore della Commissione di inchiesta, e poi recepita con un emendamento del Governo al disegno di legge finanziaria del 2008, finalizzata a sostituire un indimostrabile nesso di causalità tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere di patologie invalidanti, con un criterio probabilistico, nel presupposto che in tal modo sarebbe stato possibile assicurare i benefici dovuti a persone che hanno sacrificato la salute, se non la vita, per la Patria. In fase di attuazione, però, la normazione secondaria ha reintrodotto il vincolo di causalità, con la conseguenza, resasi evidente in occasione della prima audizione della Direzione generale della Previdenza militare, di bloccare l'erogazione dei benefici. Proprio per tali ragioni, la Commissione ha accolto con soddisfazione un recente intervento legislativo volto a riproporre la norma nel suo significato originario.

Il consigliere AVOLI fa presente che il Comitato ha già recepito l'impostazione probabilista, che si pone come una presunzione, facendo venire meno la necessità di un più complesso apparato probatorio. Al tempo stesso, il Comitato si è preoccupato di adottare procedure equilibrate, in modo da precludere la strada a comportamenti opportunistici o a tentativi di conseguire il beneficio in assenza del presupposto di fatto.

Il PRESIDENTE auspica che si realizzino quanto prima le condizioni per formulare il piano di riparto previsto dalla normativa vigente. Raccomanda a tal fine di far pervenire quanto prima alla Direzione generale della Previdenza militare (PREVIMIL) tutti i pareri espressi dal Comitato, che dovrebbe aver concluso i propri lavori per questa specifica tipologia di richiesta di indennizzo.

Rispondendo ad un quesito del senatore CAFORIO (IdV) , il consigliere AVOLI precisa che, adottando il criterio probabilistico introdotto ultimamente dal legislatore, delle circa seicento pratiche da esaminare, un terzo è stato esitato con parere favorevole, un terzo con parere negativo e il restante terzo è nella fase istruttoria. Il Comitato ha quindi ormai esaurito un lavoro impegnativo per la delicatezza dei temi e la difficoltà di bilanciare gli interessi coinvolti, nella consapevolezza che un'erronea erogazione può comportare l'insorgere di responsabili erariale a carico dei soggetti decidenti. Per tale motivo sono stati individuati dei criteri di carattere generale che hanno guidato il lavoro istruttorio e la valutazione dei presupposti di fatto, sulla base di un rapporto di causalità affievolita, nella quale si è dato largo spazio alle presunzioni, pur nella consapevolezza che non tutte le patologie tumorali sono riconducibili a condizioni di servizio particolarmente disagiate e stressanti. Pur nell'ampiezza dei criteri adottati, il Comitato, tenuto conto anche della misura non trascurabile degli indennizzi, ha operato in modo tale da scongiurare il rischio di una destinazione impropria delle risorse disponibili che penalizzerebbe gravemente coloro i quali realmente meritano un ristoro a fronte delle patologie contratte. Peraltro, contro il rischio di sempre possibili errori del collegio vi è la possibilità di richiedere il riesame di un parere negativo da parte dell'interessato.

Il PRESIDENTE esprime preoccupazione per il dato relativo a circa duecento domanda ancora in fase istruttoria, considerato che occorre impegnare nell'esercizio corrente le risorse disponibili.

Il consigliere AVOLI fa presente che alle amministrazioni interpellate è stato assegnato un termine estremamente ristretto per le risposte.

Il PRESIDENTE chiede di chiarire il punto sollevato dal senatore Galperti, relativo alla eventuale individuazione di un nesso di causalità tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie invalidanti da parte del Comitato.

Il consigliere AVOLI precisa che in alcuni casi è stata appurata la circostanza fattuale della presenza del militare presso in zone dove erano avvenute esplosioni dalle quale si presumeva potessero essere scaturite polveri tossiche.

Il colonnello LISTA fa presente che in ambito occupazionale risulta particolarmente complesso l'accertamento del nesso causale tra una patologia tumorale e l'attività lavorativa espletata, fatta eccezione solamente per tre tipologie di tumori ciascuna delle quali è notoriamente riconducibile ad una specifica esposizione. Per la valutazione del nesso di causalità tra esposizione ed evento patologico sono utilizzati alcuni criteri medico-legali fondamentali che, presi singolarmente, potrebbero comportare l'esclusione del nesso predetto, mentre risultando concordanti e convergenti consentono di giungere a conclusioni sufficientemente sicure. L'accertata esistenza di patologie multifattoriali ha indotto a valutare il nesso causale secondo il criterio definito dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione della "probabilità qualificata" che trova applicazione, in ambito previdenziale, nei casi in cui è impossibile stabilire con certezza l'esatta partecipazione del cofattore lavorativo nella produzione della patologia. Dopo un lungo periodo in cui è stato applicato il principio del "non si può escludere pertanto si deve ammettere", la Corte dei Conti, con la sentenza n. 659 del 2003 della sezione giurisdizionale per la Regione Toscana ha precisato che la dipendenza dal servizio di una neoplasia può essere stabilito in base ad un criterio empirico che si fonda sul minimale requisito della convergenza di due elementi: il riscontro di alcuni dei fattori ritenuti possibili oncogeni e l'obiettiva presenza di essi, in termini qualitativi e quantitativi, ossia per natura e durata congrua, nel contesto ambientale e fattuale della prestazione lavorativa che sarebbe causa della malattia. Proseguendo nella sua esposizione, il colonnello Lista, dopo avere richiamato le innovazioni normative recentemente intervenute, ricorda che fino all'entrata in vigore del decreto-legge n. 228 del 2010, il Comitato di verifica per le cause di servizio, sulla base delle risultanze contenute in uno specifico schema di rapporto informativo redatto dall'Amministrazione richiedente, ha proceduto nell'analisi del nesso di causalità tra le patologie riscontrate e l'esposizione all'uranio impoverito ed alle nanoparticelle, tenendo conto delle situazioni espositive di rischio in cui si sono venuti a trovare gli interessati. Tali situazioni, per l'esposizione all'uranio impoverito, sono state tipizzate in quattro casi: il primo riguardante l'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito, non ricorre mai e non può ricorrere in quanto le Forze Armate italiane non hanno mai utilizzato tali proiettili; il secondo caso - livello I - contempla la presenza del militare all'interno o nelle immediate vicinanza di veicoli colpiti da munizionamenti all'uranio impoverito al momento dell'impatto; il terzo caso - livello II - riguarda il personale che abbia lavorato su veicoli o siti colpiti in precedenza dal munizionamento all'uranio impoverito e l'ultimo caso - livello III - include il personale occasionalmente sottovento rispetto ai siti predetti.
In ordine a tutto quanto sopra esposto, relativamente all’applicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009, è in ogni caso necessario ribadire che dall’analisi scientifica in ordine al nesso di causalità da accertare è sufficiente pervenire alla conclusione della sussistenza di un rapporto non necessariamente causale, ma anche solo di tipo concausale efficiente e determinante che già di per sé, tenuto conto della specificità delle noxae lesive individuate dal legislatore, si poneva come una ulteriore e grande novità nella medicina legale previdenziale, che se già si qualificava per una causalità ultradebole, ora potrebbe qualificarsi a connotazione debolissima, ormai vicina solo alla praesumptio iuris tantum, salvo la prova contraria, già contemplata nella normativa della pensionistica di guerra.
Peraltro, prosegue il colonnello Lista, le modifiche normative di cui al decreto-legge n. 228, non fanno più un esclusivo riferimento ai fatti eziologici specifici, quali l'uranio impoverito o le nanoparticelle, ma alle particolari condizioni ambientali ed operative, ricalcando quanto già previsto all'articolo 1, comma 564 della legge n. 266 del 2005 e dal Regolamento di attuazione approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 243 del 2006.
Per quanto riguarda infine l'accertamento delle circostanze di fatto che hanno condotto a rilevare l'effettiva esposizione all'uranio impoverito dei richiedenti, il colonnello Lista fa presente che è risultata prevalente la situazione indicata come livello II, di presenza su veicoli o in siti colpiti in precedenza dal munizionamento all'uranio impoverito.

Dopo che il consigliere AVOLI ha sottolineato l'importanza dei rapporti informativi dei comandi come strumenti di indagine diretta sui presupposti di fatto della causa di servizio, la senatrice GRANAIOLA (PD) osserva che dall'odierna audizione emerge una posizione diversa da quella espressa dal Presidente del Comitato per la verifica delle cause di servizio. Infatti, dagli interventi del consigliere Avoli e del colonnello Lista si desume che non si può escludere che l'uranio impoverito sia una concausa rispetto all'insorgenza di malattie invalidanti. Poiché vi sono sentenze della magistratura che hanno ritenuto di individuare la sussistenza di un nesso di causalità, sarebbe opportuno capire se tale nesso è stato accertato anche rispetto ai casi sui quali il Comitato ha espresso parere favorevole.

Il colonnello LISTA precisa che dalla documentazione e dalla istruttoria compiuta relativamente alle richieste richiamate dalla senatrice Granaiola risultano accertati elementi di fatto che confermano il verificarsi della situazione espositiva già riferita e relativa alla vicinanza del militare ai veicoli colpiti da munizionamento all'uranio impoverito.

Replicando quindi ad un quesito della senatrice GRANAIOLA circa il fatto che in questi casi ci si limita ad una presunzione, il colonnello LISTA precisa che si tratta di un nesso causale molto debole, derivante dall'accertata presenza di uranio impoverito la cui radiochemio tossicità chimica e radiologica può avere agito in concorso con altri fattori per determinare le patologie accertate, che riguardano tumori polmonari, epatici, renali, intestinali e del testicolo. Peraltro diversi studi, tra i quali alcuni del prof. Trenta, consulente della Commissione, hanno sostenuto che il biossido di uranio derivante dall'uranio impoverito può superare le barriere polmonari e penetrare nell'organismo.

L'ammiraglio TOMMASELLI sottolinea la difficoltà per la medicina legale di ricondurre una patologia ad un'unica causa. Solo per alcuni tumori ciò è possibile, e a tale proposito va richiamata l'esposizione all'amianto quale causa certa dell'insorgere dei mesoteliomi: si tratta di un problema fortemente avvertito dalla Marina militare, considerato il largo uso che si è fatto di tale materiale a bordo delle navi da guerra in passato. In tutti gli altri casi si tratta di individuare nessi causali estremamente deboli e opportunamente, nel caso delle pensioni di guerra, il legislatore stabilì l'inversione dell'onere della prova in ordine alle cause delle patologie contratte da militari presenti sui teatri di bellici.

Il PRESIDENTE osserva che anche dall'odierna audizione si può concludere che non esiste al momento alcuna evidenza scientifica che consenta di indicare nell'esposizione all'uranio impoverito la causa di patologie invalidanti. Anche il Comitato di verifica agisce sulla base di mere presunzioni. A tale proposito chiede in quali teatri hanno operato i militari le cui richieste di indennizzo sono state accolte dal Comitato.

Il colonnello LISTA precisa che cinque militari hanno operato in Bosnia e uno in Iraq.

Nel ringraziare la Commissione per l'attenzione rivolta al lavoro del Comitato, il consigliere AVOLI invita una delegazione della Commissione stessa a presenziare ad una giornata di lavoro del collegio affinché possa acquisire una conoscenza diretta sul modo di operare di un organo chiamato ad applicare la legge.

Il PRESIDENTE ringrazia il consigliere Avoli per l'invito rivolto alla Commissione, che sarà senz'altro lieta di conoscere più da vicino l'attività del Comitato, del quale peraltro ha avuto modo di apprezzare il lavoro accorto ed equilibrato. Ringrazia quindi gli intervenuti e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle ore 16,20