COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO CON PARTICOLARE RIGUARDO ALLE COSIDDETTE "MORTI BIANCHE"

MERCOLEDÌ 20 APRILE 2011
78ª Seduta

Presidenza del Presidente
TOFANI
Assistono alla seduta, ai sensi dell’articolo 23, comma 6, del Regolamento interno, i collaboratori dottoressa Varinia Cignoli, dottoressa Francesca Costantini, e maresciallo capo Giovanni Maceroni.

Intervengono, in rappresentanza dell'Associazione italiana esposti amianto (A.I.E.A.), Sezione Val Basento, il dottor Mario Murgia, Presidente, il dottor Rocco Regina, Segretario, e la dottoressa Anna Maria Virgili, Presidente dell'A.I.E.A. del Lazio.


La seduta inizia alle ore 14,20.


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il presidente TOFANI avverte che sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta e propone altresì di attivare, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, del Regolamento interno della Commissione, il circuito audiovisivo. Non facendosi osservazioni, tale forma di pubblicità è adottata per il prosieguo dei lavori.


Audizione dei rappresentanti dell'Associazione italiana esposti amianto (A.I.E.A.), Sezione Val Basento.

Il presidente TOFANI, dopo un breve indirizzo di saluto, introduce l’audizione in titolo, richiesta dall'Associazione italiana esposti amianto (A.I.E.A.), Sezione Val Basento.

Il dottor MURGIA deposita agli atti una relazione, che illustra poi in maniera approfondita, riguardante la vicenda dei lavoratori dell'ex stabilimento EniChem di Pisticci, in provincia di Matera, che sono stati esposti ad amianto e ad altre sostanze tossiche, sviluppando in molti casi patologie tumorali, spesso anche mortali. Nel ripercorrere la dolorosa vicenda, evidenzia come l'accertamento della presenza di amianto nello stabilimento (dove si producevano fibre tessili di tale materiale) e della conseguente esposizione dei lavoratori abbia subito negli anni pesanti ritardi. Inoltre, anche una volta accertati i fatti, i lavoratori di Pisticci non sono stati però ricompresi nello specifico atto di indirizzo ministeriale del 2002, diversamente da altri casi analoghi, con la conseguenza di essere stati esclusi dai benefici previdenziali e dai protocolli di sorveglianza sanitaria riservati agli ex esposti.
Sono stati quindi avviati numerosi ricorsi giudiziari, che hanno consentito a molti lavoratori di vedere riconosciuti i loro diritti solo a distanza di anni. Peraltro, dei circa 5.000 dipendenti interessati dal problema, a oggi solo una parte, circa 1.850, sono stati riconosciuti dall'INAIL, mentre gli altri, per varie ragioni, sono ancora privi di qualsiasi tutela. Anche per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria, solo negli ultimi due anni si è formalizzato un protocollo tra l'A.I.E.A. Val Basento e la Regione Basilicata, che ha consentito di avviare alla sorveglianza circa 1.700 lavoratori ex esposti, mentre i restanti sono ancora in attesa.
Denuncia con forza come tale situazione sia il prodotto di negligenze da parte degli enti locali preposti, tra cui la Direzione Regionale dell'INAIL della Basilicata, che con interpretazioni causidiche delle norme e delle procedure, a volte addirittura in contrasto con orientamenti consolidati a livello nazionale, hanno escluso parte delle vittime e dei loro familiari da benefici loro dovuti. Illustra le specifiche situazioni oggetto di tale discriminazione, legata essenzialmente al ritardo con il quale sono state denunciate le patologie o avanzate le domande di beneficio, ritardo dovuto alla cattiva informazione fornita ai lavoratori e alle loro famiglie, nonché alla negligenza di molti medici che non hanno diagnosticato per tempo le patologie.
Chiede quindi che le autorità intervengano d'ufficio per risolvere tali situazioni, riconoscendo a tutti i lavoratori e alle loro famiglie l'accesso ai benefici previdenziali ed economici e alla sorveglianza sanitaria, tenendo conto che molti soggetti sono nel frattempo deceduti e che molti altri casi stanno emergendo solo ora, per l'interessamento dell'A.I.E.A. Infine ricorda che la situazione di Pisticci è purtroppo molto simile a quella che si registra per gli ex lavoratori di altri stabilimenti dove si lavoravano le fibre di amianto, tra i quali in particolare quello EniChem di Ottana (in provincia di Nuoro) e quelli Montefibre di Acerra e Casoria (in provincia di Napoli).

Il presidente TOFANI assicura che la Commissione assumerà, per quanto di propria competenza, tutte le opportune iniziative in merito alle questioni segnalate. Attesa la gravità dei ritardi e delle negligenze richiamati, chiede se vi siano state denunce al riguardo, anche in sede giudiziaria, considerando che molti di questi casi, anche mortali, risalgono ormai a parecchi anni fa.

Il dottor MURGIA precisa che l'A.I.E.A. ha presentato un esposto-denuncia nel giugno 2010 alla Magistratura, del quale non sono ancora noti gli esiti. In precedenza, i lavoratori e le loro famiglie sono stati restii a denunciare il problema: inoltre, l'A.I.E.A. Val Basento si è costituita solo nel 2009 e ha potuto portare avanti azioni legali solo dopo che uno studio epidemiologico delle Autorità sanitarie ha accertato l'esposizione all'amianto dei lavoratori in questione.

Il dottor REGINA conferma che fino ad oggi molti lavoratori e i loro familiari non hanno voluto avanzare denunce per ignoranza, per pressioni ricevute o anche per timore di affrontare lunghe e costose vertenze giudiziarie. D'altra parte, tale resistenza esiste ancora in altri territori interessati dal problema, come in quello dello stabilimento di Ottana in Sardegna.

Il senatore DE LUCA (PD) sottolinea il quadro preoccupante descritto dagli auditi, auspicando un intervento concreto della Commissione, che si è più volte interessata del problema delle malattie professionali legate all'amianto. Propone di svolgere approfondimenti sulla vicenda, anche mediante audizioni delle aziende, dei soggetti istituzionali coinvolti e delle procure competenti. Appare infatti inaccettabile che vi sia una simile disparità di trattamento o di interpretazione normativa fra i diversi territori italiani in una materia così delicata.

La senatrice ANTEZZA (PD) ringrazia il Presidente per la sensibilità dimostrata nei confronti di una vicenda così complessa. Condivide la richiesta del senatore De Luca di audire tutti i soggetti istituzionali e imprenditoriali coinvolti, per chiarire le relative responsabilità e propone altresì un sopralluogo della Commissione in Basilicata e in Sardegna per approfondire la vicenda. Stante l'inaccettabilità di una diversa applicazione della legge tra una Regione e l'altra, chiede che vi sia un intervento legislativo che elimini le discriminazioni tra le diverse categorie di lavoratori interessati dall'esposizione all'amianto e consenta a loro e ai loro familiari di accedere pienamente ai benefici previdenziali ed economici.

La dottoressa VIRGILI fa presente che, da pochi mesi, l'A.I.E.A. ha costituito anche una sezione nel Lazio, di cui ella è presidente. Anche nel Lazio esiste una situazione grave, anche per la mancanza di un protocollo di sorveglianza sanitaria, alla quale si sta cercando di ovviare promuovendo una specifica legge regionale.

Rispondendo ad una richiesta di chiarimenti del PRESIDENTE, il dottor MURGIA precisa che gli stabilimenti presso i quali lavoravano gli addetti colpiti dalle patologie legate all'amianto sono stati chiusi una decina di anni fa, per motivi industriali. Tuttavia, le società proprietarie sono ancora attive. Occorre però uno studio epidemiologico sulla popolazione degli ex esposti per rilevare le eventuali patologie ancora latenti. Infine, chiede che i dati sensibili contenuti nella relazione presentata, in merito ai casi di vittime accertati, siano considerati riservati.

Il PRESIDENTE ribadisce che la Commissione si attiverà, nell'ambito delle sue competenze, per cercare di contribuire alla risoluzione della vicenda. Al tempo stesso sollecita l'A.I.E.A. e tutti gli interessati a ricorrere anche alla Magistratura per denunciare le eventuali negligenze e responsabilità. Ringrazia infine gli auditi e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle ore 15,20.