Commissione parlamentare di inchiesta sull'esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all'uso dell'uranio impoverito

Mercoledì 9 febbraio 2011
18a Seduta

Presidenza del Presidente
COSTA


Interviene il Sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Giuseppe Cossiga, accompagnato dal Gen. Tullio Del Sette, Capo Ufficio Legislativo del Ministero della Difesa, dalla dott.ssa Giovanna Romeo, dirigente del medesimo Ufficio, dal gen. Federico Marmo, Capo Ufficio Generale della Sanità Militare dello Stato Maggiore della Difesa e dal col. Luigi Lista, Capo Ufficio Politica Sanitaria Generale.

Assistono alla seduta, ai sensi dell'art. 23 comma 6 del Regolamento interno, i collaboratori della Commissione, il maggiore Carlo Calcagni e la dott.ssa Antonietta Gatti.



La seduta inizia alle ore 14.


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE avverte che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna.


Audizione del Sottosegretario di Stato alla Difesa

Il PRESIDENTE ringrazia il Sottosegretario Cossiga per la sollecitudine con cui ha accolto l'invito della Commissione a prendere parte alla seduta odierna e ringrazia altresì gli alti ufficiali che lo accompagnano. Ricorda quindi che l'odierna audizione concretizza l'esigenza, avvertita unanimemente dalla Commissione, di stabilire un più stretto raccordo con il Governo, in particolare per quel che concerne gli indirizzi di politica legislativa relativi allo snellimento delle procedure di riconoscimento della causa di servizio per le patologie contratte durante le missioni internazionali e per l'attribuzione dei relativi benefici alle vittime e, in caso di decesso, ai familiari. La questione si è posta con particolare evidenza in relazione alle ingiustificate critiche che sono state rivolte recentemente alla Commissione ed alla sua Presidenza, critiche giunte fino al punto di attribuire loro valutazioni e finalità che non trovano alcun riscontro negli atti parlamentari e che, per alcuni aspetti, si caratterizzano come una vera e propria attività di disinformazione.
Tutte queste questioni, peraltro, sono state chiarite dal comunicato che la Commissione ha deliberato all'unanimità al termine della seduta del 2 febbraio e di cui è stata rimessa copia al rappresentante del Governo.
Al di là di ogni polemica, la Commissione è comunque interessata a confrontarsi con l'Esecutivo sulle problematiche sollevate in seguito all'approvazione da parte della Camera dei deputati di un emendamento al decreto legge di proroga delle missioni internazionali - attualmente all'esame del Senato - che, a giudizio unanime della Commissione stessa, ripristina opportunamente il principio di probabilità nei termini in cui esso era stato enunciato al termine dell'inchiesta svolta nella XV Legislatura, al fine di rendere più fluide le procedure ed assicurare un tempestivo accesso delle vittime e dei loro familiari agli strumenti risarcitori e di sostegno del reddito. In particolare, la Commissione è interessata a conoscere quali saranno le prossime iniziative del Governo sia in ambito legislativo - e in particolare, come è stato ipotizzato, se ritiene di proporre ulteriori modifiche all'emendamento approvato dalla Camera dei deputati - sia in ambito regolamentare, per dare attuazione alle norme che il Parlamento si accinge a licenziare.
Si tratta - prosegue il Presidente - di una questione di grande rilevanza, poiché la Commissione, ponendosi in linee di continuità con le conclusioni dell'inchiesta svolta nella passata legislatura, ritiene che il solo fatto di avere contratto patologie gravi dopo avere preso parte a missioni di pace all'estero dia titolo a richiedere l'attribuzione degli indennizzi previsti dalla legge. Occorre altresì aggiungere che la citata proposta emendativa, presentata dal Presidente della Commissione Difesa della Camera - che ha dato prova, anche in questa occasione, della sua sensibilità politica e umana - nasce anche perché nel corso dell'inchiesta si era constatata l'esigenza di rimuovere le vischiosità procedurali che, alla fine dell'anno passato, avevano fatto sì che nessuna delle pratiche per l'erogazione degli indennizzi fosse stata portata a termine dai competenti uffici. Poiché la Commissione si è mossa nel senso di favorire il più possibile le vittime ed i loro familiari, alcune insistenti polemiche sembrano ispirate, più che dall'intento di tutelare le vittime, da quello di assicurare la prosecuzione di condizioni tali da favorire il proliferare di un contenzioso giudiziario sul risarcimento dei danni. Peraltro, è del tutto comprensibile che le vittime perseguano la via giudiziaria, quando gli indennizzi previsti dalla legge non sono liquidati in tempo. L'intento della Commissione è quello di modificare questa situazione, nell'interesse prioritario delle vittime e, in secondo luogo, nell'interesse dell'amministrazione della Difesa.

Il sottosegretario COSSIGA, dopo avere ricordato di essere titolare della delega per la sanità militare ed in particolare per le problematiche connesse alle malattie contratte in servizio dal personale del Ministero della Difesa, osserva che l'introduzione del Presidente ha inquadrato correttamente la questione sulla quale è stato chiamato a riferire. E' infatti necessario che l'amministrazione, rispondendo anche alle giuste sollecitazioni provenienti dal mondo politico, operi per assicurare un adeguato sostegno al personale civile e militare che ha contratto gravi patologie in relazione a specifiche e peculiari condizioni di rischio. Rispetto ad analoghe criticità, come ad esempio quella costituita dalle patologie derivanti dall'esposizione all'amianto - per le quali, peraltro, il nesso causale è incontrovertibile - l'amministrazione della Difesa ha agito con successo per attribuire celermente gli indennizzi dovuti, superando impedimenti e farraginosità burocratiche provocati sovente da incongruenze della legislazione.
Sulle problematiche riguardanti altre patologie che con espressione forse ormai inadeguata sono state ricondotte all'uranio impoverito, il percorso si è rivelato più accidentato. La legislazione introdotta nella passata legislatura, finalizzata a rendere possibile l'erogazione dei benefici previsti dalla legge in favore di chi era stato esposto a fattori di rischio connessi a specifiche condizioni operative ed ambientali, non ha infatti portato ai risultati sperati. Peraltro, occorre considerare che su questo tema e su altri aspetti della politica della difesa, l'attuale Governo ha agito in continuità con l'iniziativa del suo predecessore, muovendosi comunque nel senso di affrontare e cercare di risolvere problemi ormai annosi. Purtroppo, la materia è stata fortemente mediatizzata, con tutti gli inconvenienti e gli equivoci che ne derivano.
Nei fatti - prosegue il rappresentante del Governo - l'emendamento al decreto legge sulla proroga delle missioni militari, cui ha fatto riferimento il Presidente nella sua introduzione, è noto all'Esecutivo e da esso pienamente condiviso, in quanto, nell'attuale formulazione, può conseguire risultati importanti e positivi: ove il decreto legge di proroga delle missioni internazionali venga convertito definitivamente dal Senato nel testo licenziato dall'altro ramo del Parlamento, il Governo procederà tempestivamente al varo delle conseguenti modifiche regolamentari, coerentemente con l'indicazione di snellimento dei procedimenti proveniente dal legislatore.

Il PRESIDENTE prende atto che la posizione del Ministero della Difesa illustrata dal Sottosegretario è significativamente diversa da quella riportata da alcuni organi di stampa, soprattutto con riferimento ad una presunta sensibilità dell'Esecutivo rispetto ad alcune critiche mosse all'operato della Commissione, nonché ad una sua disponibilità a recepire le istanze rappresentate dalla delegazione ricevuta in occasione del sit-in organizzato il 25 gennaio scorso. L'esposizione del sottosegretario Cossiga conferma invece inequivocabilmente la piena sintonia dell'Esecutivo con l'orientamento adottato dalla Commissione.
Il generale DEL SETTE, riferendosi all'incontro al quale ha fatto testè riferimento il Presidente, fa presente che in tale occasione sono stati forniti ampi chiarimenti sull'emendamento presentato dal Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, nella qualità di relatore sul disegno di legge di conversione del decreto legge sulla proroga delle missioni militari all'estero. Tale proposta di modifica della legislazione vigente, peraltro, ha preso le mosse dal dibattito svolto in Commissione, in relazione all'esigenza di individuare soluzioni idonee ad accelerare in modo significativo le procedure per l'erogazione dei benefici attesi dalle vittime del dovere. Questo era infatti l'intento condiviso dal Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, firmatario dell'emendamento in questione, e non altro, tanto meno quello di escludere l'esposizione all'uranio impoverito ovvero la produzione di nanoparticelle dal novero delle particolari condizioni operative ed ambientali richiamate come presupposto per il riconoscimento della causa di servizio. D'altra parte, la proposta emendativa in discussione recuperava una formulazione già adottata nella legge finanziaria del 2006, sulla base della quale era stato possibile riconoscere al personale che aveva contratto gravi patologie nel corso di missioni all'estero la condizione di equiparato alle vittime del dovere.
Una volta definito il percorso parlamentare di conversione del decreto legge - prosegue il generale Del Sette - sarà necessario introdurre le necessarie modifiche al regolamento di attuazione, con l'intento non di negare l'eventuale danno derivante dall'utilizzazione di uranio impoverito, ma di far si che i benefici possano essere erogati entro l'anno in corso, al fine di fruire degli stanziamenti previsti per il triennio 2008-2010.

Seguono osservazioni e richieste di chiarimento.

Il senatore GALLO (PdL) chiede al rappresentante del Governo di approfondire le tematiche sollevate dalla delegazione dei manifestanti che hanno preso parte al citato sit-in del 25 gennaio, al fine di comprendere meglio la natura delle critiche rivolte alla Commissione e di comprendere soprattutto per quale motivo il suo operato è stato considerato ostile da parte di alcune delle vittime e dei loro congiunti. Nel corso dell'inchiesta, infatti, si è posto il problema di superare il blocco delle procedure per l'indennizzo delle vittime del dovere e dei loro familiari, dovuto alla introduzione nella normativa di un nesso di causalità tra l'esposizione all'uranio impoverito e l'insorgere delle patologie che, come peraltro hanno sostenuto le Commissioni di inchiesta della XIV e XV legislatura, non si può, al momento, né escludere né affermare con assoluta certezza. All'unanimità, si ritenne pertanto necessario muoversi nel senso dell'attuazione del criterio di probabilità così come era stato enunciato nella relazione conclusiva dell'inchiesta svolta nella XV legislatura. Anche se l'operato della Commissione è stato chiaro e inequivoco, è senz'altro opportuno privilegiare il punto di vista delle vittime e dei familiari, sottolineando l'importanza di misure che rendano più spedite le procedure di indennizzo, senza però disconoscere le ragioni di chi, spinto anche dalle lentezze della burocrazia, ha intrapreso la via giudiziaria al fine di ottenere risarcimenti che sono indiscutibilmente molto più sostanziosi degli indennizzi previsti dalla legislazione vigente.

Il senatore FERRANTE (PD) esprime l'auspicio che il combinato disposto del comunicato deliberato dalla Commissione la scorsa settimana e le odierne dichiarazioni del rappresentante del Governo e del responsabile dell'ufficio legislativo del Ministero della Difesa chiarisca alle vittime ed ai loro familiari - ovvero ai principali interlocutori della Commissione - che quest'ultima, nell'esprimere apprezzamento per l'approvazione di un emendamento rivolto a tutelare le persone che hanno subito gravi danni alla salute al ritorno da missioni all'estero, non ha inteso affatto negare o mistificare le cause delle malattie. Le polemiche spesso pretestuose alle quali si è assistito in questi giorni sono peraltro la conseguenza di una più generale crisi di fiducia nelle istituzioni, dalla quale si generano in misura crescente pregiudizi e fraintendimenti. Per questo aspetto, l'audizione odierna ha certamente contribuito a fare chiarezza, anche se occorre entrare maggiormente nel merito dei danni che l'uranio impoverito può provocare direttamente o indirettamente ai militari o ai civili. A tale proposito, il senatore Ferrante auspica che dall'Istituto Superiore di Sanità giungano presto le informazioni già richieste dalla Commissione, e che venga programmata una missione per prendere diretta conoscenza della situazione dell'area del poligono di Salto di Quirra.

Il senatore AMATO (PdL) ringrazia il sottosegretario Cossiga per avere espresso con chiarezza l'apprezzamento del Governo sul lavoro svolto dalla Commissione; quest'ultima, in continuità con la omologa Commissione costituita nella precedente legislatura, si è prodigata a sostegno delle vittime di malattie la cui causa resta ancora non spiegata, anche attraverso l'adozione del criterio probabilistico, nei termini riportati dal Presidente nella sua introduzione, al fine di accelerare le procedure per l'attribuzione degli strumenti indennitari e di sostegno del reddito a chi ha contratto gravi patologie a seguito della partecipazioni a missioni militari all'estero e, in caso di decesso, ai superstiti.
Il lavoro della Commissione e la disponibilità del Governo a recepirne i risultati sono stati però strumentalizzati e sono state diffuse notizie molto diverse da quanto è stato affermato nell'odierna seduta. Occorre dunque affermare che la Commissione non può accettare di essere diffamata sulle televisioni e sui social networks mediante la diffusione di notizie false, volte a confondere le acque e a screditare e ostacolare l'inchiesta in corso. E' certamente vero, come ha ricordato il senatore Ferrante, che il costume di distorcere strumentalmente le notizie prospera nei momenti di crisi di credibilità delle istituzioni; tuttavia, per quanto riguarda la Commissione, l'unico rilievo condivisibile che si può muovere è quello relativo alla sua tardiva istituzione, che peraltro non le ha impedito di operare e di conseguire risultati. A tale proposito, una volta avviato a soluzione il problema dello snellimento delle procedure, occorre iniziare a riflettere sulla differenza, richiamata dal senatore Gallo nel suo intervento, tra gli indennizzi e i risarcimenti ottenuti per via giudiziale: si tratta di una materia che il Parlamento e il Governo devono affrontare con concordia di intenti, al fine di dare soddisfazione piena alle vittime e, al tempo stesso, bloccare sul nascere qualsiasi strumentalizzazione.

La senatrice FONTANA (PD) esprime apprezzamento per l'esposizione del Sottosegretario, che considera un importante contributo alla chiarezza e alla realizzazione degli obiettivi che la Commissione intende raggiungere e sui quali sta lavorando attivamente. Ci sono peraltro ancora numerosi aspetti da mettere a fuoco: uno di essi è stato citato negli interventi precedenti e riguarda l'attuale divario tra gli indennizzi previsti dalla legge e i risarcimenti ottenuti per via giudiziaria.
In generale, la Commissione si è mossa per trovare soluzioni idonee a soddisfare le istanze di persone che hanno subito gravi danni alla salute nel corso di missioni internazionali e occorre che l'inchiesta sia portata avanti con spirito unitario, anche al fine di evitare improprie strumentalizzazioni. Sotto questo profilo, l'odierna audizione ha costituito un importante passo in avanti e appare necessario ora andare oltre polemiche contingenti e impegnarsi in uno sforzo di comprensione verso tutte le istanze, anche le più critiche, purché in buona fede.

Replicando agli intervenuti il sottosegretario COSSIGA fa presente di avere preso parte all'incontro con la delegazione dei manifestanti che si sono riuniti davanti al Ministero della Difesa il 25 gennaio scorso, non tanto sulle materie oggetto della audizione odierna, quanto sulla situazione del poligono di Salto di Quirra. Nel corso dell'incontro, il Governo ha doverosamente chiarito il suo punto di vista e, per quello che riguarda l'odierna audizione, il sottosegretario Cossiga ribadisce che le linee di azione del Ministero della Difesa sono parallele e del tutto compatibili con l'attività di inchiesta svolta dalla Commissione. Purtroppo, quando si affrontano temi particolarmente delicati, attacchi e critiche sono inevitabili ed il modo migliore per rispondere è quello di continuare a lavorare con serietà per risolvere problemi gravi ed urgenti.

Il generale DEL SETTE precisa che nel corso dell'iter parlamentare di conversione del decreto legge sulla proroga delle missioni internazionali il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, in qualità di relatore, ha presentato un ulteriore emendamento, condiviso dal Ministero della Difesa, che introduceva un riferimento all'uranio impoverito e alle nanoparticelle senza peraltro stravolgere l'impostazione del testo licenziato in sede referente dalle Commissioni rinite Affari esteri e Difesa. Tale emendamento non è però stato approvato dall'Assemblea, ed è stato pertanto trasformato in un ordine del giorno che impegna il Governo ad interpretare la nuova disciplina nel senso di considerare la contaminazione da uranio impoverito e la produzione di nanoparticelle come elementi inclusi nelle particolari condizioni operative ed ambientali che costituiscono il presupposto del riconoscimento della causa di servizio e dell'attribuzione degli strumenti indennitari e di integrazione del reddito. Questo aspetto va considerato anche in relazione all'impegno del Governo ad attuare celermente le modifiche regolamentari che si rendessero necessarie in seguito all'entrata in vigore della nuova normativa.

Il PRESIDENTE osserva che una tempestiva modifica della normativa che acceleri la liquidazione degli indennizzi è la migliore e più efficace risposta alle polemiche di questi giorni. Peraltro, queste ultime proseguissero nel senso di ledere la dignità della Commissione e l'onorabilità dei suoi componenti, non si mancherà di prendere in considerazione le tutele assicurate in questi casi dalla legge.
Il Presidente ringrazia quindi il sottosegretario Cossiga e gli ufficiali che hanno preso parte all'audizione e la dichiara conclusa.


CONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 16 febbraio alle ore 14, per l'audizione del dott. Antonio Onnis, responsabile della Commissione tecnica del Comitato di indirizzo territoriale di Salto di Quirra.


CONVOCAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI POLITICI

Il PRESIDENTE avverte che l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi politici si riunirà al termine della seduta di mercoledì 16 febbraio, per l'esame di proposte di consulenza, l'integrazione del calendario dei lavori e l'esame di una proposta di delibera sul regime di divulgazione degli atti e dei documenti


La seduta termina alle ore 14,40.